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Autore: myblood    09/01/2014    3 recensioni
"Non credevo che il dolore mi avesse fatto conoscere l'amore" disse guardandomi negli occhi.
La guardai negli occhi e la baciai,fu un bacio pieno di passione,altro che bacio da film!
"Sai che non avrei mai pensato di innamorarmi di un paziente!Di solito io devo curare,non innamorarmi.." dissi abbracciandola e guardando il suo viso illuminato dal bagliore della luna piena
Mi prese la mano e se la portò sulla guancia,guardandomi con quei occhioni che amavo con tutto me stesso..
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Io e la mia amica ringraziamo coloro che leggono e recensiscono la storia, ne siamo molto grate! Buona lettura!

Gli feci cenno con la mano di aspettare un momento,mi diressi in pista dove dovetti staccare Tom da una ragazza bionda,occhi azzurri,vestita seminuda e con la faccia da niente di buono. Trascinai Tom per il braccio verso i divanetti
“Ma perché mi hai staccato da quella bellezza?” disse un po’ infuriato
Guardai Mark ridendo
“Tom questo è Mark!” dissi guardandolo
Mark allungò la mano e salutò Tom
“Era proprio un bel pezzo di gnocca vero?” gli chiese Mark a Tom
“Si infatti!” rispose Tom guardando la ragazza con cui stava ballando
“Andiamo?Voglio trovare anche io una come quella!” disse Mark ridendo
Mi detti da solo uno schiaffo sulla fronte per la rassegnazione
“Vediamo di poterti accontentare!” disse Tom portandoselo in pista
Io rimasi sui divanetti bello tranquillo godendomi il mio cocktail in santa pace. Erano già le due di notte quando Tom si avvicinò a me
 “Andiamo?” mi chiese
“Vuoi andartene?!” chiesi abbastanza scioccato dalla sua domanda
Mi fece segno col braccio di guardare Mark,che era mezzo ubriaco
“Si okay,ma non sappiamo dove abita..” gli dissi avendo intuito che voleva portarlo a casa
“Me lo ha detto prima”
“Va bene dammi le chiavi che prendo la macchina” gli dissi
Mi porse le chiavi e io andai a prendere la macchina che non era proprio vicina al locale
Arrivai davanti il locale,Tom uscì di lì sorreggendo Mark
Entrarono in macchina e si sistemarono dietro.
Partì dopo essermi fatto dire l’indirizzo da Tom. Mark blaterava cose senza senso
Arrivammo davanti casa sua,spensi la macchina e scendemmo,suonai il campanello e ci aprì una donna sulla quarantina,alta,con i capelli neri e gli occhi blu,senza ombra di dubbio sua madre.
“Ma cosa è successo?” disse sua madre vedendo il figlio in quelle condizioni
“Buonasera signora,questa sera abbiamo conosciuto suo figlio,che a fine serata abbiamo notato era ubriaco,non ci sembrava giusto lasciarlo lì in quelle condizioni da solo.” Dissi io
“Mi aveva detto il suo indirizzo e lo abbiamo riportato a casa” concluse Tom
“Davvero grazie ragazzi!Non so come ringraziarvi!Gli avevo detto di non bere troppo..Prego entrate!” ci disse la donna
Entrammo e notai la bella casa in stile etnico in cui viveva Mark,dipinta dai colori caldi,e adornata da maschere di legno,quadretti dallo stile indiano,e quei bastoncini profumati posati sul tavolino di legno scuro.
“Ragazzi posso offrirvi qualcosa?”
“No signora grazie lo stesso,siamo già belli carichi dal locale” disse Tom ridendo
“Non chiamatemi signora,mi fa sentire vecchia,chiamatemi Carol.Neanche un caffè?” disse speranzosa che noi accettassimo
“Vada per un caffè!” dissi io con un sorriso
La donna andò a prepararci due caffè,che ci portò con tanto di piattino,bustina di zucchero e cucchiaino,che noi gustammo volentieri.
“Grazie ancora ragazzi!”
“Si figuri Carol!” dicemmo io e Tom andandocene
Sfrecciammo perle strade di Berlino diretti a casa,una volta arrivati detti dei croccantini e dell’acqua fresca ad Hachiko e andai subito a letto.
La Domenica la passammo a casa,al calduccio,mangiando di tutto e riposandoci sul divano.
Il rumore della sveglia mi fece svegliare,mi diressi in bagno per una doccia calda e una sistemata,una volta vestito scesi a far colazione di fretta e mi recai a lavoro. Salutai i miei colleghi e andai a mettermi anche io il mio camice bianco. Ero con il mio collega Antony,bussarono alla porta ed entrò una ragazza,che si sedette davanti a me,stavo scrivendo,alzai la testa per vedere la ragazza. Davanti a me si presentò una ragazza bellissima,dagli occhi castano-verde,grandi,truccati pesantemente di nero,proprio come me,i lunghi capelli castano scuro che sembrava nero,dal viso dai tratti delicati,e dal profumo di rose che mi inebriò. Mi guardava imbarazzata
“Buongiorno. Allora cosa è che la porta qui?” dissi guardandola
“Ieri pomeriggio,stavo andando a cavallo,e sono caduta da esso,facendomi male alla gamba,pensavo fosse solo un livido e niente di grave,ma il dolore è aumentato..” mi disse tirandosi le maniche del maglioncino e guardando in basso
“Capisco..Facciamo una visita” le dissi recandomi sul lettino facendogli cenno di avvinarsi
Aveva dei leggins messi,che dovette alzare solamente,meno imbarazzante di dover toglierli. Presi il mio martelletto con cui davo colpetti alla gamba della ragazza,per constatare dove fosse il dolore e l’intensità del dolore.
  
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