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Autore: Mirella__    10/01/2014    3 recensioni
I nostri tre protagonisti si ritroveranno ad affrontare un pomeriggio nella stessa stanza, meritato riposo visto il lavoro condotto sul caso Kira, ma questo premio potrà mai essere rilassante e, soprattutto, sfruttato in pacifica convivenza?
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: L, Light/Raito, Misa Amane | Coppie: L/Light
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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• Nome autore: Kira 16

• Titolo della fic: Twenty seconds. Five seconds. Three seconds. I give you a slice of cake, but you give me something of sweet…

• Fandom: Death Note

• Personaggi: Misa Amane, L Lawliet, Light Yagami

• Rating: verde

• Genere: Fluff, commedia, introspettivo 

Avvertimenti : 

• Riassunto: I nostri tre protagonisti si ritroveranno ad affrontare un pomeriggio nella stessa stanza, meritato riposo visto il lavoro condotto sul caso Kira, ma questo premio potrà mai essere rilassante e, soprattutto, sfruttato in pacifica convivenza?

• Eventuali note/allegati vari: Spero che questa one shot possa piacere, mi sono divertita molto nella sua stesura. Vi auguro una buona lettura!

 

 

Twenty seconds

Five seconds

Three seconds

I give you a slice of cake, but you give me something of sweet…

 

Dopo venti secondi passati a contemplare l'adone con il quale le era stato concesso di passare un intero giorno, Misa Misa arrivò ad un'unica e clamorosa conclusione: adorava tutto di lui.

Sembrava che la perfezione si fosse imbattuta un giorno - così, per caso - in Light Yagami e avesse deciso di renderne il proprio maggior esponente.

Un modello irraggiungibile, elevato a tal punto,  che lo sguardo dei comuni mortali non poteva ambire ad osservare, nemmeno di sfuggita.

La ragazza annuì tra sé e sé; ecco chi il fato aveva deciso di donarle in sposo, perché chiunque avrebbe sfigurato accanto ad una bellezza come lei, ma non lo studente migliore del Giappone.

Eh sì! Entrambi componevano la coppia ideale.

Senza ombra di dubbio.

 

Dopo cinque secondi passati a contemplare la propria torta, L decise che così non si poteva continuare.

Gli sembrava di giocare ad una stupida partita, dove l'evidenza dei fatti era soffocata e corrosa dai loschi ragionamenti e dalle imprevedibili strategie di Light Yagami.

Non c'era dubbio che lui fosse Kira, bastava guardarlo.

Un portamento costantemente elegante, evidenziato da piccoli dettagli: il taglio ordinato dei capelli, il colletto della camicia privo di qualsivoglia piega, un’attenzione morbosa in ogni singola azione; persino il portare una tazza di tè alle labbra - se fatta da Light Yagami - appariva aggraziata.

Ogni atteggiamento, ogni mossa, ogni parola: tutto calcolato alla perfezione.

La forchettina giaceva accanto alla torta tagliata in modo impeccabile e il tovagliolo era ripiegato e posizionato tre centimetri esatti alla destra del piattino.

Ogni serial killer degno di quel nome aveva un modus operandi preciso: nella maggior parte dei casi, poteva essere caratterizzato da una pulizia talmente ben curata da risultare spasmodica; ad L tormentava e al tempo stesso allettava tale dettaglio.

Il modus operandi di Kira rasentava anch'esso la perfezione; il fulminante e implacabile arresto cardiaco, la firma dell'assassino.

Era così vicina una simile personalità a quella di Light Yagami: non trovava differenza tra le due, così infantili, così precise, così pulite...

 

Dopo tre secondi passati a dare un'occhiata a quei due mostri - che tra l'altro lo stavano fissando da ore, mangiandoselo con gli occhi - Light Yagami decise di prendere parola, ma giusto mentre stava per aprire bocca, serrò per bene la mascella.

No, se avesse chiesto a Ryuzaki di tenere lontano da lui quegli occhi insistenti, il detective avrebbe certamente posto questioni e non avrebbe esitato ad insinuare che avesse avuto qualcosa da nascondere a sguardi indiscreti.

Meglio evitare quel dialogo che avrebbe portato entrambi all'ennesima e inutile lite.

Dunque osservò la sua presunta fidanzata, almeno lei l'avrebbe ascoltato.

"Misa, sai che mi da fastidio quando mi guardi in quel modo, perché non la smetti?" Chiese prendendo il proprio piatto e iniziando a mangiare tranquillamente.

La modella quasi ululò dalla gioia: il suo Light le stava dicendo che si sentiva a disagio con i suoi occhi puntati addosso?

Magari, il suo amoruccio credeva di poter fare qualcosa che l'avrebbe indisposta!

Quanto era tenero!

"Ma, Light, sai che non devi provare imbarazzo quando..."

"Ti da fastidio che la tua fidanzata ti guardi, Light?" La interruppe L, saggiando poi con la punta della lingua la fragola del suo dolce. "Eppure avevi anche il mio, di sguardo, puntato addosso: posso presumere che lo preferisci? In fondo, non hai rimproverato me".

Light fulminò L col suo, di sguardo, stava per replicare, ma Misa lo interruppe con voce stridula.

"Tu non ne sai proprio niente di fidanzati, Ryuzaki!" Poi si avviluppò al braccio non vincolato dalla catena del suo diletto e iniziò la lezioncina. "Light è tanto innamorato di me, ma così tanto che ha paura io possa scoprirlo in atteggiamenti sbagliati, ma Misa Misa sa che il suo Lightuccio è perfetto, non dovresti darti certe pene, amore mio!"

Il detective aggrottò le sopracciglia, seriamente scettico all'idea. "Ti chiedo perdono, signorina Amane, ma se il tuo presunto spasimante ricoprisse davvero tale ruolo, non dovrebbe esser felice di ricevere le tue attenzioni?"

E fu il silenzio.

Poi un urlo squarciò l'aria; l'idol si aggrappò di più all'arto del suo unico vero amore, quest'ultimo si sbatté una mano sulla fronte, guardando male Ryuzaki  che -  con aria l’aria di chi non aveva nulla a che vedere con questo mondo – si portò un dito alle labbra e chiese: "Ho detto qualcosa di sbagliato?"

Ancora una volta, Light schiuse le labbra per far udire il suo disappunto, ma Misa scosse forte la testa e strattonò più verso di sé la luce dei suoi occhi.

"Certo che sì, stai insinuando che l’unico uomo che abbia mai avuto la possibilità di conquistare il mio cuore sia gay".

Tralasciando l’assurdo collegamento che la testolina della modella doveva aver fatto per giungere a tale conclusione, L guardò entrambi, per un attimo parve ponderare l'idea, poi annunciò con la sua solita flemma: "Potrebbe esserlo".

Il castano sgranò gli occhi e osservò inorridito il collega: si stavano dirigendo verso una direzione pericolosa, meglio mettere un punto fermo a quella conversazione.

"Misa, è ovvio che Ryuzaki stia solo sche..." ma la sua frase venne interrotta ancora.

La biondina, infuriata e con l'aria di chi prometteva tempesta, si avvicinò al detective con passo svelto e urlò al suo orecchio: "Come ti permetti?! Tu non sai quello che abbiamo fatto io e Light ieri sera nella nostra camera".

Ryuzaki sospirò e fece tentennare la catena che lo univa al ragazzo. "Ovvio che lo so: tu eri nell'appartamento del ventesimo piano del grattacielo, mentre io ero a letto con il mio indiziato". Disse semplicemente, scatenando la gelosia dell'altra.

"Allora è vero che voi due fate cose tra maschietti! Light! Potevi dirmelo prima!"

L'interpellato si alzò di scatto dal divano e lanciò uno sguardo di fuoco a quei due.

"Punto uno: non sono gay. Punto due: Misa, anche se ti dicessi che c'è l'edificio in fiamme, tu non mi ascolteresti. Punto tre: Ryuzaki, sei un gran maleducato, non è modo di porre determinate questioni, il tuo. Punto quattro: è ora di lavorare, quindi, Misa - per favore - va fuori di qui!”

"M... ma... tesoro!”

Il ragazzo sospirò e le sorrise: "M'infastidisce il fatto che tu riponga così poca fiducia in me. Stiamo assieme adesso," sussurrò suadente, cercando di convincerla a lasciare la camera.

La modella mise il broncio e incrociò le braccia. "Voglio almeno un regalo d'addio".

Light fece finta di non sentire, prevedendo già in cosa sarebbe dovuto consistere il suo dono, e si sedette accanto a Ryuzaki, accavallando le gambe.

"Hai sentito, Light-Kun? La signorina Amane vuole che il suo ragazzo le dia un bacio d'addio," ripeté il moro e il giapponese fu sicuro d'udire almeno un flebile tentennamento nel tono del detective, ma era difficile dargli un significato visto la breve lunghezza del suono,  mal celato sarcasmo, probabilmente.

"Allora?” Chiese la ventenne porgendo la guancia al suo adorato, “me lo dai un..." gli sussurrò all'orecchio, "bacino? Non me ne andrò di qui senza".  Gli occhi dell'idol giunsero, dal volto dell’angelo che le si stagliava di fronte come una mistica apparizione, al piatto che quella divinità aveva affianco.

"Oh, ma guarda,” continuò cinguettando, “allora eri solo un bel bambino capriccioso, scommetto che volevi finire la tua torta per darmi un bacio, in modo da costringermi ad imboccarti".

Light, ormai sul punto di rottura, stava imponendosi torture sia psicologiche che fisiche, tenendo le braccia ben salde sul proprio petto per non alzarsi e picchiare la bionda.

Già la ragazza era entrata in azione però, e, sprezzante del pericolo, infilò a forza la posata nella boccuccia di rose del suo zuccherino, che annaspò all'indietro nel tentativo di liberarsi.

L studiò la scenetta e sospirò: "A mio parere, riuscirei a cibare Yagami senza che quel povero dolce subisca ancora maltrattamenti da parte tua".

L'altra con un moto d'infantilismo - l'ennesimo - gli fece il verso, poi domandò  ( visto che solo in seguito il suo cervello aveva elaborato l’informazione) inarcando un sopracciglio: "E come? Voglio proprio vederlo se un gobbo come te riesce a far smuovere l'appetito del consorte di MisaMisa".

L si avvicinò al più piccolo, che era diventato improvvisamente pallido a quel nuovo e orribile nomignolo che quella lì gli aveva affibbiato e intanto teneva appoggiata una mano sul viso, come a porsi da solo conforto.

"Yagami, mi stai facendo insospettire e al tempo stesso incuriosire," disse in un sussurro, accarezzando le labbra del diciottenne. "Perché mai non vuoi concedere alla tua ragazza un bacio d'addio?"

Light guardò con odio profondo Ryuzaki, ma non riuscì a restare indifferente a quel tocco, dunque schiuse le labbra, quasi senza rendersene conto, e lasciò che il venticinquenne lo imboccasse, sotto lo sguardo allibito del terzo incomodo.

"Visto, Amane?” Sussurrò ancora, fissando lo sguardo in quello del suo collega, con una sfumatura vittoriosa nella voce altrimenti apatica che, tuttavia, la modella non colse. “Ha finito la torta, ma non mi sembra voglia concederti ciò che desideri: magari è timido e lo irrita scendere in atteggiamenti intimi di fronte ad estranei".

E in quell'istante la sospettata fu folgorata da un'illuminazione divina, non le passò per la mente che quell’ultima frase potesse essere riferita proprio a lei e non al detective stesso.

Ma certo! Come aveva fatto a non pensarci prima?

La perfezione qual era Light non poteva - certamente - mostrare debolezze come l'amore!

 Almeno, non in pubblico!

"Ryuzaki!" Detto questo, abbracciò forte colui che le aveva aperto nuovi orizzonti con un'unica frase, "grazie, grazie, grazie!" Poi lo spintonò via per fare altrettanto con Light.

"Perdonami tesoro, quel brutto cattivone ha perfettamente ragione, non appena finirai le indagini recupereremo tutto il tempo perso". Lo strinse ancora per un po' a sé, poi tornò nelle proprie stanze, non senza prima avergli elargito un bacio volante.

L, una volta liberato dall’estenuante presenza della modella, tirò a sé per la catena il proprio collaboratore e fissò lo sguardo sull’angolo della bocca, ancora sporco di panna, di quest’ultimo.

"Allora, Light-Kun?" Lo canzonò.

L'altro lo fulminò con un occhiata. "Allora cosa?"

"Ti ho fatto finire la torta, dov'è il mio bacio?"

"Ryuzaki..."

Un lieve contatto a fior di labbra, così delicato, ma al tempo stesso tanto intenso da risultare paradisiaco; poi il chiaro suono delle nocche che colpiscono la carne e un corpo ritrovatosi misteriosamente in terra.

"Eravamo concordi sul fatto che Misa restasse all’oscuro della nostra relazione!”

L ghignò e con uno scatto repentino del polso costrinse il giovane tra le sue braccia.

“Me ne ricorderò la prossima volta, Yagami”. Poi lo zittì e con quale modo migliore se non tappargli la bocca con la propria?

In fondo, Ryuzaki gli aveva dato una fetta di torta, adesso toccava a Light dargli qualcosa di dolce.

 

Fine

  
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