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Autore: Blood Red Wallflower    10/01/2014    0 recensioni
La sedicenne Ellen Adams vive in una cittadina di provincia con suo padre e il suo gatto. La vita lì è monotona e noiosa, ma presto cambierà qualcosa...
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non ci posso credere. Andrew Lee vuole essere mio amico su facebook! Andrew Lee! Non capisco il perché, proprio non me lo spiego. Non trovo ragione per cui mi abbia notata in qualche modo: non seguiamo corsi assieme, non sono una cheerleader, perciò non frequento la squadra di football, non sono una di quelle ragazze che si fa’ notare… Mi do’ un pizzicotto per capire se mi sono immaginata tutto, se questo è tutto frutto della mia immaginazione. Sono cosciente invece, iperattiva, super eccitata e sorpresa come non mai.
Chiamo subito Isabel:
-Pronto?-
-ISABEL TOMPHSON!!!- urlo al telefono, spaventando Dixie, che si nasconde sotto il letto
-Cosa c’è?-
-ALLA FACCIA TUA!!!-
-Che vuoi?!-
-ANDREW LEE MI HA MANDATO LA RICHIESTA D’AMICIZIA SU FACEBOOK!!! AH-AH-AH!!!-
Per un po’ non dice nulla, poi mi risponde con tono sarcastico: -Ahahah bella questa..!-
-Non sto scherzando!-
-Veramente?-
-Ti giuro.-
-Forse il mio sogno era una premonizione! Forse diventerete amici e sboccerà l’amore!-
-Immagina, puoi.-
-Dai, scema. Scrivigli qualcosa!-
Più della metà della parte femminile del liceo Nolan gli sbava dietro e pagherebbe per chattare con lui. Adesso io ho questa possibilità ma… non è che m’interessi molto…
-Nah… non mi risponderebbe neanche…- dico con un accento d’amarezza.
- Che ne sai?!-
-Fidati Bel…-
-Tentar non nuoce, poi magari puoi chiedergli di Billy per me!-
-Ci penserò, adesso vado a studiare. Bacioni, a domani.-
-Pensaci! Baci.-
Chiudo la chiamata, e mi siedo alla scrivania per cominciare a fare i compiti. Apro un libro e leggo il primo paragrafo, senza concentrarmi abbastanza, perché la mia mente ne ha solo per Andrew. Mi rimbomba nella testa il suo nome e rivedo la schermata del computer con la richiesta d’amicizia. Non riesco a pensare ad altro.
Il punto è che non mi piace neanche! Io miro a persone più intelligenti. Fisicamente è uno schianto, questo è indiscutibile, ma penso che sia piccolo di mente. Non l’hanno bocciato perché il Coach Torres è riuscito a contrattare con i suoi professori, altrimenti non avrebbe potuto giocare nella squadra, per la quale è un membro fondamentale. Poi sta’ con quella bisbetica viziata di Kelly Fisher: sembra una Barbie in carne e ossa, compreso il lucidalabbra, sorriso da ebete e tette di plastica. Sono fatti l’uno per l’altra, stupidi e dannatamente belli entrambi.
L’unica ragione valida per scrivergli sarebbe Billy, per Bel. Lui è molto più intelligente e simpatico di Andrew, ma attraente uguale.
Mi siedo un momento sul letto e chiudo gli occhi. Vedo nitida nella mia mente la schermata del computer, cerco di pensare ad altro. Di solito quando vedo un horror e di notte ho paura, comincio a ripetere in ordine tutte le scene un film, immaginandomi i precisi movimenti dei personaggi e i dialoghi, solo così riesco a distrarmi completamente. Ma adesso non è sufficiente.
 
Passo il pomeriggio sui libri a studiare, mi muovo dalla mia scrivania solo per andare in bagno e sgranocchiare qualcosa verso le quattro. Finisco giusto in tempo per la cena, mangio tutto in dieci minuti e torno in camera. Il cellulare lampeggia; lo accendo e vedo che ho un messaggio su facebook. Sento una morsa alla pancia, è di Andrew. Mi ha scritto: “Ehi! :)”. Oh mio dio! Mi ha scritto! Però mi sorge un dubbio: e se non ha capito chi sono?! Gli scrivo: “Sai chi sono vero?”. Ci mette qualche minuto per rispondere: “Sei Ellen Adams, vai al corso di storia con Billy Stevenson giusto?”. Wow, non me l’aspettavo. Mi ha notata! Forse il suo amico gli avrà parlato di me, ma l’idea mi fa’ strano. Non me li immagino quei due che parlano di me nei loro discorsi soliti, proprio no. Credo che discutano di cose stupide da ragazzi, come la partita di giovedì o se sono riusciti a scorgere le mutandine della capo cheerleader Jessica Martinez nell’esibizione dello scorso match.
Uh pensavo non l’avessi capito :) Andiamo… Tu sei Andrew Lee! Mezza scuola pagherebbe per ricevere la tua attenzione!” gli rispondo
Sono un essere umano e la mia attenzione è come quella di chiunque ;)
Rimaniamo a chattare per molto tempo, un tempo che passa fin troppo in fretta. Dopo tutto lo studio che mi sono sorbita il pomeriggio, verso le undici sono troppo stanca per reggere ancora e mi addormento vestita, le mani serrate sul cellulare e la faccia spiaccicata sopra.
 
La mattina mi sveglio con un gran torcicollo, probabilmente per la posizione storta di sta notte, così cerco di coprirmi il più possibile per non prendere freddo e peggiorare la mia condizione. Vedendomi così Isabel quasi si preoccupa per me, di solito sono sempre calorosa, sono quel tipo di persona che si mette spesso le converse di tela a dicembre! -Ma stai bene?- mi domanda sbalordita Bel -Sì, è che sono bloccata col collo, ho dormito male-.
Arrivate a scuola come al solito andiamo da Matthew, Liz e Chris che sono già nell’atrio. Vedo Andrew coi suoi amici, lo fisso cercando telepaticamente la sua attenzione; quando mi rivolge lo sguardo gli sorrido, ma lui non mi considera pur guardandomi diritto negli occhi. Che stronzo! Abbiamo chiacchierato tutta la serata, è stato dolcissimo e gli ho raccontato tantissime cose su di me e sulla mia vita ed è questo il risultato?! Ma che vada al diavolo!
Chiacchieriamo un po’ sullo svolgimento della giornata ed entriamo in classe.
 
Steve. Cavolo mi ero dimenticata di Steve. Splendido come sempre, siede al suo posto leggendo un libro, assorto a tal punto da non accorgersi di me. Meglio, non è giornata oggi. Sono troppo furiosa per il comportamento di Andrew, e oggi ce l’avrò col mondo tutto il giorno.
-Ciao!-, Steve mi sorride solare e per guardarlo in faccia devo girare tutto il busto a causa del collo. -Bloccata?- mi domanda dispiaciuto, -No guarda, giro tutto il corpo perché ne ho voglia e lo trovo più comodo!!!- rispondo scontrosa. Ci rimane male e sta zitto per un po’, poi interrompe il suo gradito silenzio dicendomi: -Perché ce l’hai con me?- -Non prenderla sul personale, oggi ce l’ho con tutti…- -Non per oggi, anche ieri. Io cerco di fare amicizia e tu mi piaci, però mi respingi ogni volta!-. Rimango basita. Io gli piaccio, ma non capisco in che senso, da amica o da possibile fidanzata? -Scusa.- rispondo sentendomi in colpa, Steve si gira verso la Prof facendo finta di ascoltare, ma sono sicura che non sia concentrato realmente sulla lezione. Quando suona la campanella esce senza neanche salutarmi e ci rimango da schifo. In fondo anche se inizialmente non ero interessata a socializzare mi sono ricreduta, anche se lo conosco da pochissimo io ci tengo a lui.
Devo farmi perdonare. Ho deciso: lo invito al bar dopo scuola, giusto per chiacchierare un po’. All’intervallo vado a chiacchierare con Bel e Liz, poi comincio ad affacciarmi a tutte le aule e finalmente lo trovo, come al solito a leggere quel libro seduto al banco.
-Ciao- gli dico. Alza lo sguardo senza rivolgermi parola e continuo: -Ehm… mi chiedevo ecco… se dopo vuoi venire a prendere un qualcosa di caldo al bar… con me.-. Per un momento mi osserva come per chiedermi “mi prendi in giro?” poi il suo volto cambia in un’espressione compiaciuta e mi risponde: -Con piacere!- -Ok, allora ci troviamo al parcheggio?- -Perfetto, all’uscita al parcheggio- sorride e torna alla sua lettura mentre io esco dall’aula.
 
È lì, pensieroso come sempre, ogni 3x2 guarda l’orologio come se temesse che non mi presenti all’appuntamento. Per un certo momento ci avevo anche pensato, ma avrei fatto la figura della vigliacca che in realtà non sono. Mi avvicino a passi impacciati temendo di cadere e fare una figuraccia. Finalmente arrivo da Steve sana e salva e lo saluto con un imbarazzante abbraccio. -Dove vogliamo andare?- mi chiede sorridente. -Non saprei scegli tu- -Andiamo da Gary?- dice indicando un piccolo locale vuoto dall’altra parte della strada. All’interno vi sono dei piccoli tavolini di legno ed è decorato con graziose ghirlande di fiori bianchi. Sopra la porta c’è una scritta luminosa dove leggo: “Gary”. Lo raggiungiamo e vi entriamo.
Al bancone è seduto un vecchietto molto basso, i suoi baffi e i capelli sono bianchi come le decorazioni del bar, che da dentro è ancora più carino.
Io ordino una cioccolata calda e dei biscotti, invece Steve prende un thè e una brioche. Ci sediamo al tavolino e chiacchieriamo del più e del meno, poi l’argomento passa alle nostre vite. Scopro che i suoi genitori sono degli scrittori, e si sono trasferiti spesso perché dopo un po’ perdevano lo sbuzzo e con una città nuova arrivavano idee nuove, mi racconta dei posti più belli dove ha vissuto. Da grande gli piacerebbe seguire la strada dei suoi genitori, ma ha la passione anche per le poesie. La sua sorellina di sei anni si chiama Fanny, però in casa non hanno animali. Anche se i miei discorsi non sono interessanti come i suoi, gli racconto della separazione dei miei genitori, del mio vecchio e adorabile gatto Dixie, di Leo e la sua band, dei miei amci i quali sono anche sei suoi compagni…
Verso le cinque usciamo dal locale e ci scambiamo i numeri di telefono, poi da vero gentiluomo mi riaccompagna a casa. Quando arriviamo davanti al portone ci abbracciamo e mi da un bacio sulla guancia. Sento dei brividi di piacere invadermi il corpo. -Mi sono divertito Ellen, rifacciamolo qualche volta.- -Quando vuoi!- sfoggio il sorriso più affascinante che riesco a fare, e così dicendo scende le scale della veranda e se ne va.

 

*SPAZIO AUTRICE*
Salve gente! ^-^
Piaciuto il capitolo? Come vi sembra Steve? :) Se trovate errori o volete darmi dei consigli gradisco delle recensioni come al solito. Per ora è tutto...  Al prossimo capitolo!
Saluti e baci. Ele.

  
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