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Autore: Sofia_Ariel    11/01/2014    2 recensioni
E' arrivato, ed ha spazzato via tutto ciò che era davanti alla sua strada; il destino, così spietato, è stato il vero protagonista della storia, Merlino lo sapeva bene. Dopo la battaglia di Camlann, tutto è crollato, e le perdite più grandi le ha subite il cuore di Camelot. Bisogna provare ad andare avanti, un nuovo regno è nato, Albione. ora tutto è nelle mani di una regina, Ginevra, che non sarà sola: vicino a lei resteranno gli amici fedeli, i cavalieri più valorosi e.. una figura totalmente inaspettata!
Immergetevi in un mondo di rinascita, di speranza e fiducia per il futuro che verrà, le difficoltà più grandi verranno superate, perché ricordate "le storie che ci appartengono non finiranno mai, poiché faranno parte di noi per sempre."
Genere: Fantasy, Fluff, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen, Merlino, Principe Artù, Sir Leon, Un po' tutti | Coppie: Gwen/Artù, Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
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Nei giorni seguenti, Merlino cercò di ottenere maggiori informazioni possibili su chi fosse quella donna che era sul punto di portare Camelot alla distruzione. Consultò e studiò a fondo i vecchi tomi rilegati di Gaius, ma non trovò niente di soddisfacente. Decise di incontrare i Druidi, e questi seppero dargli la risposta: si narrava che sull’isola di Avalon un gruppo di sacerdotesse avesse riportato in vigore le antiche usanze magiche, continuando l’opera di Morgana e cercando di riappropriarsi di ciò che per loro era un diritto: il trono di Camelot. Merlino informò immediatamente il re, che provvide ad inviare una truppa per cercare quelle donne, senza
ottenere risultati.

Nel frattempo, le cose nel castello stavano migliorando.
In quella tarda mattinata, Maelle sedeva sul letto in cui riposava Gareth, ancora debole, tenendo un vassoio ricolmo di pietanze deliziose  sulle gambe.
<< Colazione a letto? >> chiese Gareth con un sorriso brillante, che contrastava sulla sua bella carnagione.
<< Lord Gareth, servito e riverito per aver dato prova del suo grande coraggio! >> rispose Maelle, drizzando la schiena ed assumendo il tono di suo padre quando lodava le sue reclute.
Entrambi risero così tanto che le lenzuola candide del letto si macchiarono del vino contenuto nel calice, caduto dal vassoio.
In quel momento la porta si aprì, e il giovane Eliah vide i due ancora ridenti, complici. Nessuna caduta in battaglia, nessun colpo subito durante gli addestramenti, nessuna ferita fisica gli aveva mai provocato tanto dolore come quella scena.
Strinse forte l’elsa della spada che portava al fianco, tanto che le dita gli divennero bianche dallo sforzo, per mantenere la calma.
<< Maelle.. sei qui.. ehm, tua madre voleva solo avvisarti che il pranzo è servito, ti aspettiamo. >> disse con voce fredda e distaccata.
<< Immaginavo, infatti stavo proprio per venire… >> rispose Maelle, ricomponendosi.
<< Si, come no.. A proposito, mi pare di vedere che stai meglio Gareth, non hai una famiglia che ti sta aspettando? O hai intenzione di approfittare ancora a lungo dell’ accoglienza del nostro re?  >> disse in tono brusco rivolto verso l’ospite.
Maelle trasalì e lo fulminò con lo sguardo. Gareth si alzò leggermente sui gomiti e, puntando il dito contro Eliah rispose, in tono adirato: << non ho bisogno che uno sciocco ragazzino venga a dirmi cosa devo fare e cosa no, e soprattutto quando andarmene >>.
La stanza si riempì di tensione. Eliah fece un passo verso di lui, ma la principessa lo prese per la manica della maglia e lo costrinse ad uscire. Richiuse le porte dietro di lei.
<< Ma cosa ti prende! Io.. io non ti riconosco più! >>, esplose la ragazza.
<< Io?! E’ lui che si sta approfittando di tutti noi, e soprattutto di te. E tu sei la solita ingenua che non si accorge di niente. Non lo sopporto, non mi piace! >>.
<< Non deve piacere a te, infatti >> disse lei acidamente, voltandosi per andarsene.
Eliah la prese per un braccio e la costrinse a voltarsi. Per un attimo, Maelle parve cogliere nei suoi occhi un gran turbamento.
<< Aspetta, stasera, dobbiamo parlare >>.
<< Non vieni a mangiare? >>
<< No, mi è passato l’appetito >> rispose lui, allontanandosi a passo veloce.
Maelle fece un respiro profondo per trattenere le lacrime e andò in camera sua; anche lei aveva perso l’appetito. Possibile che non riuscissero più ad avere una conversazione senza litigare? Qualcosa si era rotto. Come sarebbe voluta tornare indietro, ai vecchi tempi, dove il suo primo pensiero era giocare, passare tutto il suo tempo con lui! Non facevano altro: giocavano, chiacchieravano di tutto, prendevano dei sassi fingendo che fossero i loro animaletti e “li facevano combattere”.. Erano sempre stati un’ unica realtà.
Giunse la sera: a tavola, c’erano solo Ginevra, Mithian e Maelle. Quando quest’ultima chiese alla madre dove fossero gli altri, la regina rispose che avevano cose importanti su cui discutere insieme al resto del Consiglio. Neanche ora Maelle aveva fame.. si limitava a giocherellare con il cibo, fin quando, non potendo fingere oltre, si congedò dalle due donne ed andò in camera sua.
Si lasciò cadere sul letto, e chiuse gli occhi..
Qualcuno bussava. La principessa si alzò ed andò ad aprire. Davanti a lui c’era Eliah, che aveva tra le mani un mazzo di viole, le sue preferite, e dei dolcetti avanzati dalla mattina che il giovane aveva sgraffignato dalle cucine, insieme ad un fiasco di idromele.
Maello lo guardò e scoppio a ridere; non era la prima volta che facevano una cosa del genere, tutt’altro, quando erano più giovani adoravano immergere quei dolcetti appena induriti dalla mattina facendoli ammorbidire in quel liquore aromatizzato.. era sempre stato un loro piccolo segreto.
<< Te lo sei ricordato? >> chiese Maelle, sollevata.
<< Ovviamente! Ma non sono mica tutti per te! Fammi entrare, vediamo chi riesce a mangiarne di più! >> rispose il cavaliere, che pareva sereno e rilassato, come un tempo.
Stavano ridendo e scherzando su chi avesse vinto, quando Eliah si fece serio.
<< Comunque.. non sono venuto qui solo per “mangiare” >> disse con un sorriso nostalgico, << c’è di più: vedi, stasera non c’eravamo a cena perché il Consiglio ha discusso su una questione molto importante. Tuo padre e gli altri regnanti di Albione hanno deciso di istruire militarmente tutte le giovani reclute contemporaneamente, in modo da poterci coordinare nel momento del bisogno. Partiremo, presto, e… mi dispiace >>.
<< Cosa? >> rispose la fanciulla con voce soffocata, << Partirete? Ma quando? Per quanto tempo starete via? >>.
<< Tra una decina di giorni, al massimo, e torneremo non prima della fine del prossimo inverno >>.
A Maelle mancò il respiro: era un’infinita di tempo.
<< Sei solo un.. bastardo! Ecco cosa sei! Perché, perché devi lasciarmi sempre? Con che coraggio! >> la principessa non ragionava più, non voleva sentir ragioni, e iniziò a colpirlo con cuscini, con le sue stesse mani, con tutto ciò che le capitava.
Il giovane le serrò i polsi e provò a rassicurarla, dicendole che le avrebbe scritto, tutti i giorni, e che il tempo sarebbe passato velocemente.
Una decina di giorni, e non lo avrebbe più rivisto. Non era colpa sua, ma non le importava. Non sopportava quel pensiero, ora che lo aveva ritrovato.
Le loro fronti si sfioravano, ora si erano entrambi calmati, e Maelle rivide nell’azzurro limpido e penetrante di Eliah lo stesso sguardo pieno di affetto, comprensione e rispetto che aveva sempre avuto per lui.
Prese il suo viso tra le mani e lo baciò. Una carica di adrenalina si impossessò del giovane, che non aspettava altro che un segno della principessa. Rispose con calore e passione a quel bacio. In quella notte non vi furono pensieri razionali, idee sensate o altro: erano governati esclusivamente dall’amore che entrambi provavano per l’altro, un amore che finalmente esplodeva con tutta la sua passione, con tutta la sua grinta. Si amavano, si amavano più di qualsiasi altra coppia, e quella consapevolezza, unita al pensiero che presto non l’avrebbe rivisto per così tanto tempo, convinse la principessa a far crollare il muro sotto cui nascondeva i propri sentimenti ed abbandonarsi totalmente tra le sue braccia, fin quando, tra quelle lenzuola, i loro cuori cominciarono a battere all’unisono.
  
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