Capitolo 14: L’imprevisto
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uando
il buon Alan entrò in classe, i suoi raggi visivi si fiondarono immediatamente
verso il banco assegnato a Lisa Haneoka… e il tasso di adrenalina registrato
dalla Neuro scese notevolmente quando
La
ragazza gli sorrise e lui contraccambiò con un cenno di saluto, cosa che finora
non aveva mai fatto. Fu poi lieto che l’insegnante non tardasse a giungere e a iniziare
la lezione, in modo da distrarre con la medesima le sue preoccupazioni.
All’intervallo
iniziò il solito allegro tramestio, specialmente da parte delle ragazze, che si
accalcarono particolarmente attorno a Sayaka Shinomya. Alan non ci fece caso e
rimase al banco, a sbocconcellare svogliatamente la sua colazione. A un certo
punto si sentì urtare il gomito e, giratosi, vide naturalmente Rina.
“Hai
visto…?” gli chiese lei, volgendo lo sguardo verso il banco vuoto di Haneoka
“la nostra amica non c’è!”
“Ho
visto…!” rispose lui, asciutto.
“Che
abbia sospettato qualcosa?”
“Non
credo!”
“Ma
sei sicuro che l’altra sera non ti abbia visto farle la posta, davanti a casa
sua?”
“Lo
escludo, Rina: ho avuto cura di tenermi ben nascosto!”
“Però,
se si fosse accorta che non la stavi più inseguendo, potrebbe essersi allarmata.
E il fatto che oggi non sia venuta a scuola…”
“Non
è improbabile… ma potrebbe anche stare semplicemente poco bene!”
“Lo
credi proprio, eh?”
“Nient’affatto”
rispose lui, fissandola negli occhi “ma sta’ pur certa che intendo scoprirlo!”
La
biondina esitò solo un attimo: “Vuoi che ti aiuti?”
Solo
qualche giorno addietro, la nipotina del sindaco non gli avrebbe fatto quella
domanda, limitandosi ad affermare categoricamente: Ti aiuterò!
Il
ragazzo alzò le mani, in un gesto quasi supplichevole: “No, Rina, per favore…
devo agire da solo: è vitale!”
Anche
la sua risposta denotava un cambiamento: una supplica al posto di un secco
rifiuto (anche se regolarmente ignorato). La realtà era ben chiara e palpabile:
niente sarebbe stato più come prima: né fra lui e Rina, né fra lui e Lisa.
“Ma
Alan, io…”
A
questo punto, lui si alzò e le posò una mano sulla spalla: “Senti, Rina” i
sensori di Chandler percepirono fin troppo chiaramente il formicolio nelle
spalle della ragazza. Seguendo l’opportuno suggerimento di Marlowe, il collega
fece assumere ad Alan uno di quei suoi famosi sguardi che trapassavano anche
l’acciaio inox![1] Alla biondina iniziarono a
tremare anche le gambe “tu mi vuoi bene, vero…?”
Rina
lo fissò a sua volta e rispose con un sussurro: “Io ti amo, Alan…!”
Anche
Phil Marlowe avrebbe voluto utilizzare quel verbo nel formulare la domanda
precedente, ritenendolo certamente più efficace. La sua buona indole, tuttavia,
l’aveva spinto a moderarsi.
“Allora
fidati di me!” rispose il ragazzo. E, senza nemmeno darle il tempo di
ribattere, girò sui tacchi e si diresse verso l’uscita dell’aula.
***
Alan
trascorse il resto dell’intervallo nel giardino per raccogliere le idee
passeggiando. I suoi compagni erano rimasti perplessi nel non vederlo
partecipare alla solita partita di pallone e più d’uno aveva anche fatto
qualche congettura, collegando la cosa all’assenza di Lisa. Il detective, dal
canto suo, cercando di farsi notare il meno possibile e ostentando la faccia
più tosta che poteva, s’era azzardato a domandare a Sara Mimori (sorella della
novizia Mara)[2] per quale motivo Lisa non
fosse venuta a scuola e lei, senza manifestare nessuna titubanza, gli aveva
risposto che quella mattina aveva appunto ricevuto una telefonata dall’amica
del cuore, che la informava di essere “indisposta”.
I
membri del Consiglio Organico di Asuka cominciarono a rimuginare. Spade - manco
a dirlo - ipotizzò subito che la ragazza dovesse avere le “sue cose”… ma Watson
espresse invece il timore che la codina avesse mangiato la foglia! Marlowe, dal
canto suo, si aggrappò disperatamente alla speranza che la ragione fosse
un’altra (magari non proprio quella di Spade!) perché, in caso contrario,
avrebbe dovuto iniziare seriamente a temere che le varie manifestazioni d’affetto
da parte di quell’adorabile ladruncola fossero state solo un meschino
espediente per irretire il giovane e servirsene per i suoi - anche se non
loschi - fini!
Fortunatamente,
il piano formulato dal capo della Cerebrale era stato approvato senza riserve
dal Coordinatore dell’organismo ed era stato stabilito che quel pomeriggio
stesso, al termine delle lezioni, Alan si sarebbe recato alla residenza della
padrona dello specchio, un tempo appartenuto alla principessa Rosa di Leche.
Anche
Marlowe non aveva più avuto nessuna riserva da obiettare all’Operazione Specchio, pur trovandola leggermente
macchinosa e azzardata. Bisognava anzi
affrettarsi, perché, ad ogni ora che passava, i poveri neuroni del
piccolo-detective, rosi dal tarlo del dubbio, facevano perdere qualche altro punto
al C.R. di Lisa/Seya!
Concentrato
in questi pensieri, il ragazzo si accorse improvvisamente che il cortile della
scuola era diventato deserto. Un’occhiata al suo orologio lo avvertì che la
ricreazione era già terminata da cinque minuti!
Chiedendosi
perché quei salami dei suoi compagni non gli avessero perlomeno dato una voce,
Alan rientrò di corsa nell’edificio scolastico, attraversando i corridoi a gran
velocità. Era quasi arrivato all’ingresso della sua aula, quando, svoltando
l’angolo del corridoio, si trovò improvvisamente di fronte una compagna di
classe…
“Ferma,
Rip: FERMAAA…!!!” gridò un Chandler disperato.
“Troppo
tardi, maledizione…!!!” rispose il capo della Motoria, azionando il comando di
blocco degli arti inferiori.
Vedendosi
comparire davanti quel bolide bianco e nero, la povera malcapitata - una
graziosa ragazzina dai capelli castano-scuro a caschetto, abbelliti da un
fiocco rosa che le spuntava da dietro la nuca - emise un gridolino spaventato, cercando
di farsi da parte; ma non avrebbe mai fatto in tempo, perché Alan le stava già
rovinando addosso!
“Baricentra,
Rip, baricentra…!!!” esclamò ancora Chandler, tentando di esaltare al massimo
la percezione dei nervi acustici.[3]
“È
inutile, Gus: siamo già troppo inclinati!”
Tutto
ciò che Kirby poteva fare era fermare la caduta con le mani aperte, cercando
però di tenere le braccia di Alan allargate il più possibile, per non rischiare
di far del male alla ragazza. Probabilmente calcolò male la manovra e allargò
troppo, perché il corpo del detective venne a trovarsi completamente adagiato
su quello della fanciulla che, pur minuta, non mancava d’essere dotata a
sufficienza per ammortizzare discretamente il colpo!
Non
è chiaro se quel che successe immediatamente dopo si dovette alla mossa di Kirby che riuscì ad abbracciare
la ragazza, colla sola e innocente intenzione di evitarle di sbattere la nuca
per terra (mossa fortunatamente riuscita)… o magari qualcuno degli impulsi
ricevuti dai sensori di Spade avevano interferito coi comandi della Motoria… chissà!
Sta di fatto che il frontale fra i visi dei due adolescenti risultò inevitabile
e l’ultima “correzione di rotta” eseguita da Kirby (nel sempre opportuno e
innocente intento di evitare danni ai setti nasali) ebbe come conseguenza, non
solo un secondo ammortamento, se possibile più piacevole del primo, ma anche la
comparsa, sul pannello della centrale emotiva, del messaggio denunciante
l’intercorrere di un rapporto fisico di tipo A!
“PORCA
MISERIA, KIRBY… MA CHE CAVOLO STAI COMBINANDO…??” urlò, sconvolto, il capo
della Neuro.
“Ma
chi è…?” domandò il Coordinatore, a sua volta.
Il
display succitato lo servì immediatamente: SUBJECT: SAYAKA SHINOMYA
“Oh,
no…! Proprio lei no, maledizione!!” imprecò Lew Harper.
“Staccala,
Rip! STACCALA!!! STA GIÀ GUADAGNANDO PUNTI…!!!” gridò istericamente Marlowe,
osservando il C.R. della ragazza cominciare velocemente a salire.
Coi
nervi a fior di pelle, Kirby puntò una mano sul pavimento (l’altra non
abbandonò la nuca della fanciulla, sempre perché non si facesse male) e riuscì
a sollevarlo.
“Scu…
scusami… scusami!! Ti sei fatta male…?”
“No…
niente… grazie a te!”
“Ma
che dici? Sono imperdonabile! Aspetta: ti aiuto!”
Rimessosi
in piedi, Alan aiutò Sayaka a rialzarsi. La ragazza si riassettò velocemente
l’abito.
“Sicura
che va tutto bene…?” domandò ancora il ragazzo.
Lei
gli sorrise, gli occhi che le brillavano a dispetto delle guance rosse (non
meno rosse di quelle del suo sempai, nonostante i disperati sforzi di Tracy):
“Sicurissima…!!” d’istinto, la ragazza si carezzò le labbra con le dita “Non ti
preoccupare!”
*Figuriamoci*
si disse Spade, in quel momento *non sarà mai stata meglio! Che sesso
ipocrita!*[4]
“Com’è
andata, Phil? Quanti punti ha guadagnato…?” chiese Harper.
“167…!”
mormorò il subordinato.
“CENTOSESS…??!”
“E
per fortuna che non c’è scappata la lingua… NON POTEVI STARE PIÙ ATTENTO, BRUTTO
SPORCACCIONE?!!” gridò poi, all’indirizzo del capo della Genetica (nelle
situazioni di pericolo fisico, tutti i canali di comunicazione fra le varie
sezioni venivano aperti automaticamente).
“Io
non c’entro niente” rispose Spade “il signorino ha fatto tutto da solo!!”
“Certo,
come no…! Guarda qui: 692 punti di Coefficiente Relazionale… e non oso pensare
dove sarà arrivato quello di Alan, alla loro Neuro!! Mancava solo questa, per
chiudere il week-end…!”
“Non
possiamo far nulla per abbassarglielo?”
“Quello
di Sayaka no di sicuro” rispose l’altro, indicando il display “se si riferisce
a quello di Alan, possiamo ordinare a Kirby di mollarle uno schiaffo…!”
Per
tutta risposta, A1 si coprì la faccia con la mano.
***
“Ti
chiedo davvero scusa…!” insistette Alan, accarezzandosi nervosamente la nuca.
“Ma
no, non fa niente… è anche colpa mia: non avrei dovuto essere in corridoio,
ma…” la ragazza arrossì e concluse “…a dire la verità, stavo venendo a
cercarti!”
Il
galvanometro dell’adrenalina diede una botta a fondo scala…
“Sul
serio? Come mai…?”
“La
sorella si è stupita di non vederti rientrare al termine dell’intervallo… e
siccome era la prima volta che non rispettavi l’orario, s’è preoccupata e ha
chiesto se qualcuno poteva controllare!”
“Ah…!
E tu, allora…”
L’arrossamento
sul visetto di Sayaka sembrò accentuarsi: “Sai… ero ancora in piedi e…”
“Ma
guarda te che combinazione!!” commentò Marlowe, sarcastico.
“Certo
che ne stanno capitando parecchie, in questo periodo!” ribatté Chandler,
armeggiando con le tarature dei sensori per limitare il più possibile gli
impulsi sensuali provenienti dalla ragazza.
“Capisco”
rispose il detective, continuando a sfregarsi la nuca “mi dispiace proprio: se
stavo più attento all’orario, non ti saresti fatta male. Per non parlare del
resto…!” stavolta fu il suo turno di arrossire.
“Ma
no, non mi sono fatta niente… e, riguardo al resto…” abbassò pudicamente gli
occhi “…è stato un bellissimo regalo di compleanno!!”
Il
galvanometro di Marlowe si prese un’altra botta…
“Come…?
È il tuo compleanno…?!”
“Sì…
faccio quindici anni proprio oggi! Non lo sapevi, senpai?”
“Beh,
no. Tanti auguri, allora… Sayaka!” le disse il ragazzo, richiamando in causa la
nuca…
“Grazie…
Alan!” era la prima volta che lo chiamava per nome “Vuoi sapere una cosa?”
*Dille
di no…!! Dille di no…!!* tentava di ordinargli Marlowe, tenendo la testa fra le
mani.
“Dimmi…”
“Il
tuo bacio… anche se accidentale… è stato il più bel regalo dopo quello di mia
nonna!”
Terza
botta al povero galvanometro: *Fra un po’ si spacca!* pensò un assistente della
Neuro.
“Ah,
davvero? E tua nonna cosa ti ha…”
La
domanda gli era uscita per mero istinto professionale, ma - per somma ironia
della sorte - funzionò proprio in questo senso: “Sapessi, senpai: un bellissimo
specchio antico, appartenuto nientemeno che a una principessa!”
Immediatamente,
i sensori della Cerebrale, della Neuro e della Metabolica (per via del crampo
allo stomaco) entrarono in allarme: “Ma… scusa, Sayaka… come si chiama tua
nonna…??”
Lei
glielo disse e Alan si raggelò: la nonna materna di Sayaka Shinomya era
l’attuale padrona dello specchio appartenuto un tempo alla principessa Rosa di Leche:
quello stesso che i suoi nipoti (acquisiti, da parte del defunto marito)
avevano tentato di sottrarle per poi venderlo e che, grazie a Seya, era
ritornato in suo possesso!
E
adesso, quello specchio - assolutamente indispensabile all’avversario di Seya
per realizzare il piano di James Watson - ce l’aveva Sayaka. La quale, guarda
caso, era pure una sua spasimante… certamente la più timida, ma - tolte almeno Lisa
e Rina - sicuramente la più convinta!
*Maledizione*
si disse Marlowe, appoggiando la testa sulla mano *d’accordo che non c’è due
senza tre… ma qui si esagera…!*
[1] Questa asserzione l’ho “rubata” a una certa Diana, una fan di Saint Tail che in passato aveva aperto anche un sito sulla serie e alla quale inviai la mia prima fanfic Le dimissioni di Asuka Junior! Chissà se mi starà leggendo…?
[2] Avendo deciso di adottare i nomi del doppiaggio italiano, mi attengo alla versione in cui il personaggio originale del fumetto (la novizia-studentessa Seira Mimori) è “sdoppiata” nelle due sorelle Mara (la novizia) e Sara (la compagna di classe di Lisa e Alan).
[3] Com’è noto, il senso dell’equilibrio risiede nell’organo dell’udito.
[4] Per le lettrici: questa è l’opinione di Sam Spade, non la mia!