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Autore: MeiRivaille97    11/01/2014    1 recensioni
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[Altro]E se Elsa non fosse mai stata catturata? E se Anna non avesse mai ricevuto il colpo al petto e fosse solo stata cacciata? E se apparisse nella vita di Elsa un misterioso sconosciuto di nome Jack Frost? La storia cambierebbe di certo.
Fanfiction ispirata alla coppia Jack/Elsa che ho iniziato ad amare tantissimo. Spero vi possa interessare e che leggiate .
Genere: Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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[Ricordati qual è la tua missione. Devi solo sistemare le cose. Non fare cavolate Jack, stai al tuo posto!]

Mi svegliai di colpo dopo aver sentito nel sogno quelle parole. Nel muovermi, scossi la testa di Elsa e la poggiai sulle mie gambe. Aveva la mano vicino alla bocca e sorrideva nel sonno. Era accovacciata su se stessa, mostrava così tanta tenerezza, paragonabile ad una bambina. 
Mi provocò un sorriso guardandola. La presi in braccio, la portai nella sua stanza e la coprii con un lenzuolo. 
Nel chiudere la porta, mi soffermai a guardare quella ragazza e ancora una volta, mi provocò un sorriso. 
Volai via dalla finestra. Il vento che accarezzava il mio volto e tutta quella neve che ricopriva il bosco, rendeva più magica quella notte. Alzai gli occhi in cielo, la luna mi chiamava. 
-Cosa devo fare? Se continuo così io.. – le chiesi arrabbiandomi con me stesso. 

[ Jack fai ciò che ti senti di fare ] mi rispose.
 
-Non sei mai di aiuto – dissi ridendo. 
Salii sulla cima di un albero e mi misi ad osservare il luogo. Vidi Arendelle, il regno di Elsa. La sua casa. 
Era quello il posto dove doveva stare. Non qui. Non qui da sola, non con me.
Portai la mano al petto e la strinsi. Avevo preso la mia decisione. 
Volai verso Arendelle e andai alla finestra di Anna, la sorella minore di Elsa. Dormiva, ma questo di certo non mi avrebbe fermato. Bussai e iniziò a muoversi. 
-Anna! Annaa! – cominciai a chiamarla, ma non si svegliava. 
Decisi di entrare e svegliarla io stesso. La iniziai a muovere, ma la sua unica risposta era qualche verso o ‘altri cinque minuti’ . Mi stava dando davvero da fare quella ragazzina. 
-E va bene. A mali estremi, estremi rimedi no? – risi. 
Cominciai a far nevicare nella stanza, ma in modo leggero. Iniziò ad arricciare il naso e a muoversi. Quella scena iniziava davvero a divertirmi.
-Freddo, freddo, freddo! – urlò sobbalzando dal letto. Si piegò su stessa ma era sveglia, stava pensando.
-Elsa? – sussurrò – Sei tu? – iniziò a guardarsi intorno. 
-Bhè principessa, in verità sono Jack. Jack Frost piacere – le porsi la mano . 
Mi guardò sospettosa. Si stava chiedendo se stava sognando o no, lo capivo benissimo. Avrebbe potuto gridare ma non l’ha fatto. Così decisi di stare al gioco, era meglio. 
-Anna domani tua sorella tornerà qui ad Arendelle. Fai capire a tutti che lei è innocente e, chi ti andrà contro, cacciali via. Lei ha bisogno di tornare in un posto dove sa di trovare calore e amore – dissi con serietà.
-E tu chi sei? – chiese sospettosa. 
-Sono soltanto un sogno, ma ascoltami perchè ti sto dicendo cosa accadrà domani. Fai come ti dico, ti riporterò indietro tua sorella- risposi. 
Mi guardò incuriosita, ma mi stava credendo. –Grazie – mi disse sorridendo. 
-Buona notte Anna – le lanciai una palla di neve e si riaddormentò. 
Chiusi lentamente la sua finestra e volai via. Dovevo tornare da Elsa. Intanto si era fatto già mattino. 

[Stregoneria. Prendete la strega!]
[Elsa, perchè mi odi? Che cosa ti ho fatto?]

-Bastaa!- urlai svegliandomi e alzandomi di colpo. Riappoggiai la testa sul cuscino e coprii gli occhi col braccio. La porta lentamente si apriva. Un piccolo coniglio fatto di neve saltellava in aria e si avvicinava verso di me. Mi guardò con occhi teneri e iniziò ad accarezzarmi con la sua zampetta, poi scomparve.
Che cosa era? Non lo sapevo. Non sapevo nemmeno se era mattina o pomeriggio. Le nuvole coprivano il sole, mentre continuava a nevicare. Mi guardai intorno. 
-Che ci faccio qui? – mi chiesi. 
Mi soffermai ad osservare quel lenzuolo e quella cesta sul pavimento pieno di cose buone da mangiare. Sgranai gli occhi e iniziai a ricordare a ciò che era successo prima. 
-Jack! – gridai. La sera prima voleva andarsene e io lo fermai. Che stanotte se ne sia davvero andato? 
Cominciai a cercarlo per il castello e non riuscivo a trovarlo. Tornai nella stanza dove la sera prima stavamo osservando la luna, ma lui non c’era. 
-Jack, mi hai abbandonato anche tu? – sussurrai e i miei occhi diventarono lucidi.
Improvvisamente un soffio di vento veniva dalla finestra e vidi quel ragazzo camminare in equilibrio sul muretto.
-Vostra maestà, è vero che adesso siete sola per i fatti vostri, ma non è un pò tardi alzarsi a quest’ora? – disse con ironia e sorrise. 
-Stupido! Pensavo fossi andato via – dissi tirandogli una palla di neve. 
Se la tolse dalla faccia, mi fissò arrabbiato ma non fece nulla.
-E va bene, per questa volta te la faccio passare liscia – disse girando intorno a me col bastone sulle spalle.
Lo iniziai a fissare con un sorriso e mi guardò sorpreso. 
-Grazie Jack – dissi abbassando lo sguardo e portando le mani verso il petto. 
Il mio cuore batteva forte, davvero forte. Forse lui era riuscito a portare il calore in questo cuore di ghiaccio. 
Rialzai lo sguardo e lo vidi preoccupato. I suoi occhi erano spaventati e non capivo il perchè.
Si girò, era furioso e teneva lo sguardo basso. Stringeva il bastone sempre più forte. 
-Elsa, devi tornare da tua sorella. Devi tornare ad Arendelle – sussurrò. 
-Jack, che sta succedendo? – le mie mani cominciarono a tremare. 
  
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