Capitolo2: I
Mangiamorte ad Hogsmeade
Harry
spalancò gli occhi. Quella voce ebbe il potere di farlo riprendere
immediatamente dallo stato di torpore in cui si trovava dopo il trattamento di
Tiger, anche se era ridotto talmente male che vacillò pericolosamente nel
tentativo di rimettersi in piedi. Cercò con lo sguardo Ron e per i due amici fu
come se per un attimo il tempo si fosse fermato.
Bellatrix
Lestrange. Bellatrix Lestrange era lì ad Hogsmeade, insieme a chissà quanti
altri Mangiamorte pronti a perlustrare ogni possibile nascondiglio nel
tentativo di trovare Harry e portarlo al loro Oscuro Signore. Evidentemente le
forze dell’Oscurità erano riuscite a trovare un modo per eludere la
sorveglianza degli Auror e adesso il Ragazzo Sopravvissuto si trovava in grave
pericolo. Era ridotto molto male ed era insieme a tre Serpeverde, figli di
Mangiamorte, che si sarebbero presto ripresi dallo shock di udire quella voce
inaspettata e avrebbero fatto di tutto per dare manforte a quei maghi adulti il
cui compito era quello di catturare un ragazzino e portarlo al macello, di
fronte al più grande e temibile Mago Oscuro di tutti i tempi.
Ron
corse di nuovo accanto a Harry e lo afferrò per un braccio, aiutandolo a
mantenere l’equilibrio dal momento che appariva terribilmente instabile.
“Cavolo!
E adesso che cosa facciamo, Harry?” sussurrò, una punta di panico chiaramente
percepibile nella sua voce.
Harry
si morse le labbra. Non aveva nemmeno con sé il Mantello dell’Invisibilità, non
sapeva proprio cosa dire per rincuorare Ron. Avrebbe dato qualsiasi cosa per
evitare di coinvolgere nuovamente una persona cara in una battaglia contro le
forze di Voldemort, dopo quello che era successo al Ministero della Magia, e
invece, dopo così poco tempo, aveva di nuovo messo in tremendo pericolo la vita
di un amico. Non avrebbe mai potuto sopportare che a Ron venisse fatto del male
davanti ai suoi occhi dai Mangiamorte che dovevano catturarlo, non voleva
assolutamente che il suo migliore amico venisse coinvolto. Strinse a sua volta
il braccio di Ron e disse, concitato:
“Devi
andare via, Ron, subito! Non devono trovarti accanto a me per nessun motivo!”
Ron
impallidì, poggiò la mano sulla spalla di Harry e scosse leggermente l’amico,
quasi come se Harry fosse stato addormentato e avesse dovuto svegliarlo:
“Ma
che dici, sei impazzito o cosa? Non posso lasciarti solo, sei ridotto uno
straccio, ti faranno a pezzi!”
“Proprio
così! Finalmente Il Signore Oscuro avrà vinto, Potter!”
Non
furono certo le parole di Goyle a provocare il tremito che percorse in
quell’istante il corpo di Harry. Prima ancora di udirne il significato, infatti,
il ragazzo aveva chiaramente avvertito il pericolo. La voce del Serpeverde era
troppo alta. I Mangiamorte, a giudicare da ciò che avevano sentito poco prima,
non dovevano essere troppo lontani, non avrebbero faticato a sentirlo. E a
capire a chi si stesse rivolgendo. Infatti, immediatamente, udirono la voce
trionfante di Bellatrix:
“Ho
sentito il suo nome, da questa parte!”
“Dobbiamo
allontanarci, Harry! Muoviti, dai!” Ron stava tentando in tutti i modi di
soffocare il panico che gli stringeva lo stomaco. Prima che i due amici
potessero muoversi, però, Tiger afferrò Ron per un braccio e lo scaraventò
contro il muro, immobilizzandolo, muovendosi con velocità stupefacente per un
ragazzo della sua stazza.
“Non
andrete proprio da nessuna parte!” sibilò il Serpeverde, a pochi centimetri dal
viso di Ron, mentre Harry cercava disperatamente di pensare a qualcosa, a una
qualsiasi via di scampo per tirare fuori se stesso e l’amico da quel guaio. Ma
i passi concitati dei Mangiamorte erano sempre più vicini, pochi istanti e i
loro volti incappucciati sarebbero comparsi all’ingresso di quel vicolo
isolato.
E questa volta non verrà nessuno ad
aiutarmi. Questa volta Sirius non si materializzerà accanto a me.
Forse non mi importa che mi
prendano. Forse non ha più senso combattere. Almeno, dopo sarà tutto finito.
Harry
scosse la testa e si rimproverò mentalmente. Non poteva arrendersi, non poteva
lasciarsi andare in quel modo! Aveva delle responsabilità e non sarebbe stato
così egoista da dimenticarsene. Non c’erano molte speranze, certo, ma non aveva
importanza.
Harry
Potter avrebbe combattuto fino alla fine. E se necessario sarebbe morto
combattendo.
Come i miei genitori. Come Sirius.
Portò
la mano alla tasca della divisa ed estrasse la bacchetta. Non sapeva come sarebbe
andata a finire, ma sperava almeno di riuscire a impedire che venisse fatto del
male a Ron.
Non
ebbe il tempo di puntare la bacchetta contro Tiger e liberare l’amico dalla sua
stretta, perché negli istanti successivi avvenne tutto troppo in fretta. Gli
occhi di uno dei testimoni di quella scena tuttavia videro, e riuscirono in
seguito a ricordare, tutto ciò che accadde in modo talmente vivido, nei minimi
dettagli, come se avessero potuto studiare tutti i particolari al rallentatore.
Anche
la concezione del tempo può mutare, a seconda della prospettiva.
…
Il
senso di oppressione e timore che si era impadronito di Lucius fin da quando
aveva saputo dell’attacco ad Hogsmeade si fece ancora più consistente non appena
il Mangiamorte si Materializzò al villaggio poco lontano dalla scuola del
figlio. Draco era dalla loro parte, teoricamente non avrebbe dovuto avere
niente da temere, ma Lucius conosceva fin troppo bene la follia della cognata e
temeva che, presa com’era dal desiderio di catturare Potter per compiacere il
loro Signore, se Draco le si fosse parato davanti non l’avrebbe nemmeno
riconosciuto. Non ebbe molto tempo per
riflettere sulla questione, perché dopo pochi istanti udì una voce provenire da
uno stretto vicolo poco lontano.
“Proprio
così! Finalmente Il Signore Oscuro avrà vinto, Potter!”
Quelle
poche parole rivelarono a Lucius diverse cose. Avevano trovato Potter, ma non
era solo. Il ragazzo che aveva parlato doveva necessariamente essere un
Serpeverde, e per di più figlio di Mangiamorte, dato che si era riferito a
Voldemort con l’appellativo di Signore Oscuro.
Lucius
deglutì. Le possibilità che Draco si trovasse nei paraggi erano molte, troppe
per i suoi gusti. Se solo avesse avuto il tempo per mettersi in contatto con
lui gli avrebbe detto di rimanere al sicuro ad Hogwarts quel giorno, ma
purtroppo da quando il Signore Oscuro aveva fatto evadere lui e gli altri dalla
prigione di Azkaban non era riuscito a mettersi in contatto con i propri
familiari.
Il
volto di Bellatrix si contrasse in una smorfia di piacere e la donna cominciò a
correre nella direzione dalla quale proveniva la voce, con il cognato alle
calcagna. Imboccarono il vicolo buio e si trovarono davanti quella che
apparentemente era una semplice zuffa tra ragazzini. In un angolo un energumeno
teneva un giovane dai capelli rossi contro il muro, mentre un altro bestione
sogghignava lì accanto. Il giovane più vicino a loro era di spalle,
difficilmente riconoscibile per gli altri Mangiamorte nella semi oscurità di quella
stradina appartata, ma Lucius non ebbe alcun dubbio, comprese subito che si
trattava di suo figlio. Al centro del gruppetto, proprio di fronte a Draco che
si muoveva nella sua direzione, vi era Harry Potter, la bacchetta stretta tra
le dita e il portamento fiero.
Fu
un attimo.
Bellatrix
estrasse la propria bacchetta, talmente sopraffatta dalla gioia per aver
trovato immediatamente il ragazzino che era la sua preda da non fermarsi
nemmeno a studiare una qualsiasi strategia. Tutto ciò che voleva era mettere le
mani sul ragazzo, portarlo al Signore Oscuro e venire riconosciuta come la sua
serva più fedele. Il ragazzo che stava davanti ad Harry, che gliene impediva
parzialmente la vista, ai suoi occhi era soltanto un ostacolo da abbattere il
più velocemente possibile per raggiungere il proprio scopo. Senza alcuna
esitazione levò la bacchetta e urlò la più orribile tra le Maledizioni, nella
mente solo l’immagine degli occhi rossi di Voldemort, che l’avrebbero guardata
con rispetto, con riconoscenza, finalmente.
“Avada Kedavra!”
Con
orrore Lucius vide il lampo di luce verde scaturire dalla bacchetta della
donna. Era come se le immagini scorressero con lentezza esasperante di fronte
al suo sguardo, ma per il resto del suo corpo accadde tutto in un lampo e non
ebbe il tempo di muovere un solo muscolo per fare anche soltanto un misero
tentativo di salvare la vita del figlio. L’urlo di dolore che stava per
esplodere nella sua gola, però, si spense prima di venire alla luce, quando
vide ciò che stava accadendo.
Draco
era di spalle, non aveva visto la bacchetta della zia puntata contro di sé,
aveva solo udito la formula urlata dalla Mangiamorte, ma non poteva sapere che
la Maledizione era diretta proprio a lui. Si stava voltando lentamente, troppo
lentamente per avere sentore del pericolo e potersi mettere in salvo.
Lucius
spalancò la bocca, incapace di celare il proprio stupore, di fronte alla scena
che gli si parava dinnanzi. Harry Potter, alle spalle di Draco, aveva visto
chiaramente che l’Avada Kedavra non
era diretta verso di lui. Avrebbe potuto rimanere immobile dove si trovava, a
raccogliere le proprie energie per lo scontro ormai imminente e lasciare che
Draco, che di certo fino a quel momento era stato lì a tormentarlo, cadesse ai
suoi piedi morto. Invece Harry si mosse e ciò che fece provocò una fitta al
petto di Malfoy, così forte da togliergli il respiro per qualche secondo, tanto
era inaspettato quel comportamento.
Harry
allungò un braccio verso il compagno Serpeverde, incurante dello strillo
stupito che ricevette in risposta e si gettò a terra insieme all’altro ragazzo,
salvandolo così dal colpo mortale. Nel farlo il Grifondoro, già debilitato dal
pestaggio che aveva subito, battè violentemente il capo contro un sasso e perse
i sensi.
Lo
Stupeficium che venne immediatamente scagliato contro di lui dal Mangiamorte
più vicino non sarebbe stato necessario.
…
Draco
alzò il viso dalla polvere e immediatamente si voltò verso l’altro ragazzo,
stupendosi di trovarlo accasciato e privo di sensi. Udì Tiger e Goyle
strepitare, spaventati, e quindi correre via, probabilmente timorosi di venir
colpiti anche loro.
Incredibile,
gli era stata scagliata contro un’Avada Kedavra, a lui, un Malfoy, l’erede di
una delle famiglie più vicine al Signore Oscuro! E Potter lo aveva gettato a
terra…
Mi ha salvato la vita.
Il
giovane Malfoy fissò il viso sofferente del ragazzo accasciato al suolo accanto
a sé. Ma perché mai aveva fatto una cosa del genere? Invece di approfittare del
diversivo per scappare, per frapporre più distanza possibile tra se stesso e il
pericolo, aveva impedito che L’Anatema Che Uccide lo colpisse. Un comportamento
assolutamente inspiegabile.
E
adesso Potter giaceva privo di sensi, mentre Bellatrix e le altre figure
incappucciate si avvicinavano sempre di più, le poche fievoli speranze che
aveva di salvarsi la pelle le aveva buttate via, per salvare la sua di pelle.
Draco
Malfoy non era mai stato così confuso in vita sua.
Lanciò
un’occhiata verso Ron Weasley, anche lui privo di sensi e a terra,
evidentemente Tiger doveva avergli fatto battere la testa. I Mangiamorte
sembravano troppo presi dalla vista di Harry Potter, finalmente indifeso e alla
loro mercé, per accorgersi dell’altro Grifondoro. Draco si tirò su, quanto
bastava per allontanarsi da Harry, e vide tutti i Mangiamorte precipitarsi
attorno a lui, la risata folle di Bellatrix che echeggiava per la strada. Uno
dei Mangiamorte si voltò verso Draco, scoprendosi il volto. Il giovane
Serpeverde si ritrovò a fissare stupefatto gli occhi grigi del padre.
“Draco,
allontanati immediatamente da qui.”
“Pa-papà…”
“Immediatamente,
Draco!”
Il
ragazzo si spaventò. Non aveva mai udito la voce di sua padre così carica di
tensione, di timore. Si alzò del tutto e prese a correre, il più in fretta
possibile, senza voltarsi a guardare, con la risata della zia che poco prima
aveva rischiato di ucciderlo ancora nelle orecchie.
…
Lucius
osservò con apprensione il figlio che si allontanava. Era salvo, almeno per il
momento. Aveva rischiato davvero grosso, ma Potter lo aveva gettato a terra e
aveva impedito che l’Avada Kedavra di
Bellatrix lo colpisse.
Potter ha salvato la vita di mio
figlio.
Spostò
lo sguardo sulla figura del ragazzino a terra, privo di sensi e con il volto
contuso, come se fosse stato appena picchiato. Capì che doveva esserci stata
una zuffa tra i ragazzi, prima che loro arrivassero. Amycus sollevò con
malagrazia il corpo inerte di Potter e se lo issò su una spalla.
“Andiamo.
Il Signore Oscuro sarà orgoglioso del nostro lavoro!”
Prima che la notizia dell’attacco ad Hogsmeade potesse diffondersi a sufficienza per permettere ad una squadra speciale di Auror di giungere sul luogo, il gruppo di Mangiamorte si era già dileguato e aveva fatto ritorno al nuovo Quartier Generale delle forze dell’Oscurità, un vecchio castello disabitato da anni, appartenuto un tempo ad una delle più nobili famiglie di Purosangue, che adesso era circondato da incantesimi ancora più potenti di quelli che proteggevano Hogwarts, intessuti delle più terribili Arti Oscure.
continua...
Nota dell'autrice: Bene, anche il secondo capitolo è pubblicato! Sono molto contenta che la storia abbia suscitato l'interesse di alcuni lettori, e prima di passare ai ringraziamenti individuali per i recensori, un ringraziamento collettivo a coloro che hanno messo la storia tra i preferiti, spero che continui a piacervi! Quindi, passiamo alle recensioni:
Bob: Sono molto contenta che ti piaccia e ti incuriosisca, spero che continuerai a seguirla!
Hermione616: Ma certo che la continuerò, puoi stare tranquilla ^__^ Grazie per il commento!
WingsHP: In realtà Lucius avrà un ruolo di primo piano in questa storia, insieme a Draco. Narcissa ci sarà molto poco, invece, ma ci sarà. Spero che continuerai a seguirmi lo stesso, anche se non ami molto Lucius ^^''.
Vale Lovegood: Sono contenta che ti piaccia e stai pur certa che la continuerò XD
Lela92: Grazie! Sono contenta che la storia ti piaccia e che apprezzi come è scritta, fa sempre molto piacere sentirselo dire! Spero che questo capitolo possa in parte soddisfare la tua curiosità, anche se suppongo che adesso avrai ancora più domande XP
Kiki87: Cosa dire di fronte a un commento del genere, che mi ha quasi commosso? Quanto l'ho apprezzato lo sai già! E' stupendo vedere come sia possibile che qualcuno colga alla perfezione ogni dettaglio, tutto quello che tu volevi trasmettere col tuo scritto. Dà grande soddisfazione. Grazie di cuore, Sara ^__^
E detto questo vi lascio e vi dò appuntamento a venerdì o sabato prossimo con il terzo capitolo: La testardaggine di un eroe. Grazie ancora a tutti e buon week end ^__^ Sonsimo