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Autore: Haku    12/01/2014    4 recensioni
Un libro di leggende folcloristiche di ogni genere, ultimo acquisto fatto in una vecchia libreria polverosa, in cui gli era capitato di avventurarsi qualche giorno prima.
Erano tutte storie del Giappone antico, dove gli Yokai facevano da protagonista alle varie storie.
E questa, è la storia di un gatto nero e di un amore profondo, più dell’oceano stesso …
Genere: Angst, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Eustass Kidd, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione: La seguente storia è uno spin-of di un altro mio scritto, per la precisione "Neko", ma in effetti si può leggere anche senza conoscerla, ma sembrava doveroso avvisare.

Spin collocata qualche anno prima del Capitolo 1, prima che Law scoprisse il segreto di Kidd.

Eventuali spiegazioni e note, sono collocate infondo alla pagina.

Buona lettura.

Leggend.

Era un libro strano, dalla vecchia copertina in pelle nera a tratti rovinata, ma dove ben spiccavano, ancora, i caratteri in oro.
“Leggend”
Un libro di leggende folcloristiche di ogni genere, ultimo acquisto fatto in una vecchia libreria polverosa, in cui gli era capitato di avventurarsi qualche giorno prima.
Erano tutte storie del Giappone antico, dove gli Yokai* facevano da protagonista alle varie storie.
Aveva appena terminato di leggere una bizzarra storia su un kappa di fiume, quando, voltando la pagina, la sua attenzione fu catturata da un’unica e curata parola: “Bakeneko”** “La storia di un gatto nero.”

Iniziò a scorrere le righe ordinate della seguente storia.
La storia di un gatto nero e di un amore profondo, più dell’oceano stesso …



Il gatto non ricorda molto riguardo agli avvenimenti dei suoi primi giorni di vita; sa solo che il primo giorno in cui aprì gli occhi sul mondo era freddo e piovoso, una notte di battaglie e morte nel vicolo dove sua madre lo lasciò solo.
All’epoca era solo un gattino indifeso e spaventato, in una strada dove due samurai si stavano affrontando, miagolava debolmente ad una madre che non avrebbe più rivisto, attirando infine l’attenzione di un uomo: Un ronin***.
L’uomo aveva i capelli rossi, come il primo colore che aveva visto, e un odore forte di sangue. Ad un primo impatto gli sembrò imponente; un demone accompagnato dell’odore della morte. Tutto di lui non faceva altro che lanciargli segnali di pericolo, ma era solo un cucciolo che a malapena riusciva a reggersi in piedi, figuriamoci se poteva scappare da quel demone dalla lama scintillante di rosso; rosso come il colore che avrebbe amato per tutta la vita.
Si guardarono per alcuni secondi prima che l’uomo, sorridendo in un modo che all’inizio gli sembrò spaventoso, gli tendesse una mano e lo portasse con se.
Da allora il gatto non si era mai allontanato da lui.

Non avevano una dimora fissa. Continuavano a spostarsi, girando per il Giappone seguendo la via della spada accanto al samurai, affrontando innumerevoli scontri. Il neko seguiva il padrone perfino sul campo di battaglia. Fu allora, ad un anno circa dal loro incontro, che ricevette la cosa a cui attualmente è più attaccato: un collare rosso con una piastra in metallo su cui erano incise tre lettere con allegata una piccola lavorazione in ferro raffigurante una spada.
L-A-W, il suo nome, inciso a fuoco sul freddo metallo.
Il simbolo del loro legame.

Gli anni passavano inesorabili, e Law, avrebbe voluto stare con lui per sempre, ma prima o poi tutto finisce. Aveva trascorso i suoi anni migliori con lui, e ormai aveva dieci anni. Niente dura per sempre,era inevitabile.
Il ronin si ammalò e, in un giorno d’estate, le condizioni fisiche del samurai peggiorarono. Si erano fermati nella periferia di Tokyo alla fine. Quella notte Kidd lo chiamò, decidendo di fare una passeggiata per le campagne, sotto il cielo stellato, fermandosi poi su una collinetta, osservando le stelle, invitandolo ad accomodarsi sul suo grembo con un gesto della mano, conscio che probabilmente non avrebbe superato la notte.
E lui non si era certamente fatto pregare, più che felice di ricevere le sue attenzioni producendosi in fusa sincere e profonde.
Lo amava, con tutto se stesso.
“sai, dovresti trovarti un altro padrone …” Iniziò a dire l‘uomo “uno più bravo di me ...”
Continuò accarezzandogli il pelo, rimanendo per un po’ in silenzio prima di parlare di nuovo “sono convinto che te la caverai …”
Furono le ultime parole che gli disse, continuando ad accarezzarlo per quasi tutta la notte.
All’inizio Law pensava che si fosse solo addormentato, mentre gli camminava sul torace osservando il volto sereno e le labbra piegate in un accenno di sorriso, ma il suo corpo stava diventando freddo. Non era una novità, faceva sempre freddo a quell’ora di notte e quell’irresponsabile aveva la pessima abitudine di addormentarsi spesso fuori,poco male, lo avrebbe aiutato lui a scaldarsi.
Continuava a pensare il gatto, accoccolandosi accanto a lui, ma il samurai continuava a rimanere immobile.
Per ore, anche dopo il sorgere del sole.
A nulla valsero i suoi richiami afflitti che lo pregavano di svegliarsi, finché al calar delle tenebre, la sua voce si spense, come anche la sua volontà.
Il suo padrone, non c’era più, non si sarebbe più svegliato, né gli avrebbe fatto più gli scherzi portandolo in giro per il mondo, ma più di ogni altra cosa, non avrebbe più sentito le sue mani su di se e la sua grande risata.
La sua morte lasciò dentro al gatto un vuoto incolmabile, tanto da spingerlo a lasciarsi andare.
A lasciarsi morire.

Restò per giorni accanto al suo cadavere, senza né bere e mangiare, mentre i giorni, come le notti, si susseguivano indistinti, fino a che, ormai debole e sfinito, non perse i sensi accoccolato, dove l’uomo lo lasciava spesso dormire, tra la spalla e il suo collo.
Andava bene così, non voleva stare in nessun altro posto.

Quando il gatto nero riaprì gli occhi era notte fonda, in un luogo che non riusciva a riconoscere, davanti ad un imponente albero di ciliegio, su un pezzo di terra dall’aria rivoltata e con la Nodachi del samurai fissata nel terreno, con attaccato il suo collare.
Si alzò dal cumulo di terra stranito e al tempo stesso meravigliato, osservando gli arti che avevano preso il posto delle sue zampe … Era cambiato.
Il profondo affetto e l’attaccamento a quel samurai lo avevano trasformato in Yokai;
E prima che potesse accorgersene, sperimentò subito la sua natura umana e pianse.
Pianse osservando stupito le gocce salate che provenivano dai suoi occhi, sentendo un peso incredibilmente pesante infondo allo stomaco e la sensazione di star per soffocare, lasciandosi travolgere dalle emozioni fino a sentire scoppiare il cuore nel petto, fino a non avere più fiato.
Pianse disperato per il suo padrone per tutta la notte.

Law non sapeva per quanti giorni era rimasto lì.
Il suo corpo non avvertiva il bisogno di bere o di nutrirsi, non avvertiva più lo scorrere del tempo intorno a se. Ricordava solo che un giorno, dopo il tramonto, prese la decisione di continuare il suo viaggio portando la sua Nodachi e il suo collare con se.

Si dice che si aggiri ancora nelle notti di luna piena, con una nodachi dalla lama rossa, e il collare al collo, cercando tuttora il suo amore perduto.



Abbassò i propri occhi dal libro, lasciandolo scorrere sul grande gatto dal pelo rossiccio acciambellato sul proprio grembo, facendo scorrere affettuoso le dita tra il pelo fulvo, ascoltando delle profonde e sincere fusa da parte di Kidd, con un sorriso soddisfatto sulle labbra.






* Uno yokai è una creatura soprannaturale della mitologia giapponese.

** Il bakeneko  è uno yokai, una creatura soprannaturale, evolutasi da un gatto ed in possesso di abilità metamorfiche simili a quelle di kitsune e tanuki. Tradizionalmente un gatto può diventare un bakeneko se raggiunge un'età molto avanzata o un peso particolarmente elevato (si parla di esemplari che, una volta uccisi, raggiungevano il metro e mezzo di lunghezza), tuttavia vi sono racconti su gatti trasformatisi dopo essere stati nutriti in una casa per diversi anni o per l'attaccamento al proprio padrone.
Solitamente un bakeneko ha l'aspetto di un comune gatto ma di dimensioni molto maggiori, ha la capacità di camminare sulle zampe posteriori, di creare spettrali sfere di fuoco e di assumere sembianze umane spesso mantenendo tratti felini.
[questa spiegazione proviene da Wikipedia. Per una spiegazione più dettagliata visitare il sito sotto la voce: Bakeneko.]

*** Ronin, coloro che non avevano più padrone, sede e legami fissi. Questo tipo di samurai aveva una doppia natura, da una parte era un guerriero errante disposto a lavorare per chiunque lo pagasse, dall'altra poteva arrivare ad unirsi ad altri come lui e creare scompiglio nei villaggi saccheggiandoli e creando confusione. Pur continuando a fare parte dell'elevata casta dei samurai, i ronin potevano mettersi al servizio del popolo, insegnando arti marziali e di guerra, facendosi assumere come guardie del corpo (yojimbo), oppure difendendo il villaggio da aggressioni esterne.

Ringrazio infinitamente la mia dolce metà, nonchè beta-rider che mi ha aiutato a rendere questa shot piu "leggibile". Grazie mille^_^



  
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