Capitolo 15: Tra le due litiganti, la
terza gode… ma il terzo no!
E |
rano
le sei del pomeriggio.
Alan
Daiki Asuka stava davanti all’ingresso di villa Shinomya, un’elegante residenza
in stile antico situata nella zona periferica della città. Nonostante i tenaci
sforzi del povero Marlowe, i suoi nervi erano più tesi della classica corda di
violino. Il detective cominciava a pensare che il destino si stesse divertendo
un po’ troppo nel rimescolare le sue carte…! Solo due sere prima aveva fatto la
posta alla sua “pretendente n°
Già,
era il suo compleanno: mica poteva presentarsi a mani vuote, no?
***
“NO…!!!
HO DETTO DI NO…!!! ASSOLUTAMENTE NO…!!!”
“Ti
spiace abbassare il volume, Phil? Non sono sordo!!”
“Davvero?
Credevo il contrario: è un’ora che ti ripeto il concetto, senza riuscire a
ficcartelo in quella tua testaccia di ghisa!!”
“È
la tua, che è dura! Lo vuoi capire che non abbiamo scelta?”
“L’unica
cosa che capisco è che siamo in un mare di guai! E che andare a cercarne degli
altri è da idioti…!!”
“E
io ti ripeto, ancora una volta, che il mio piano è l’unico che possa persuadere
la codina che abbiamo realmente scoperto la sua identità e che deve fidarsi di
lui, se non vuole finire in gattabuia!”
“Va’
al diavolo…!!! Guarda la situazione dei C.R.! Guardala…!!!” gridò Marlowe,
sventolandogli uno stampato sotto il naso “Tre giorni fa avevamo Haneoka a
1025,
“Senti,
compare: non è colpa mia se il cuoricino del superinsensibile (fra l’altro gestito da te) è così reattivo alle minime moine di tutte le sbarbe! E
soprattutto non è colpa mia se si fa sbaciucchiare continuamente…!”
“Effettivamente,
Marlowe” intervenne Harper, presente al colloquio “le considerazioni
interpersonali stanno ultimamente subendo delle oscillazioni che non esito a
definire particolarmente eccessive! Come lo spiega?”
Il
capo della Neuro si passò più volte la mano sulla fronte, sospirando: “Si
spiega col fatto che il signor Alan è tutt’altro che superinsensibile al
fascino delle ragazze… e non mi riferisco soltanto ai classici pruriti
adolescenziali (che pure ci sono e fanno la loro parte). Da quando la signora
Asuka è mancata, il ragazzo ha esorcizzato per anni questo vuoto doloroso
attraverso il pragmatismo e il raziocinio, ma non poteva durare a lungo! Non
c’è nemmeno da stupirsi che lui, poliziotto fin nel DNA, si fosse innamorato di
una ladra! Ma ora…” esitò.
“Cosa
intende dire, esattamente?” lo incalzò A1, con fare preoccupato.
“Il
fatto è” continuò Marlowe, scuotendo la testa “che Alan desidera troppo l’amore di una donna… forse più
dal punto di vista affettivo, attualmente, che non da quello passionale… ma è
proprio per questo motivo che dobbiamo tenerlo lontano dalla signorina
Shinomya!”
“Ma
smettila, Phil” saltò su Watson, alzando un braccio con fare scettico “adesso non
mi verrai a dire che quella sciacquetta potrebbe diventare davvero una rivale
di Lisa o di Rina?!”
“Sì,
invece” rispose veemente il collega “l’antagonismo di Lisa (o meglio di Seya) e
anche la competizione di Rina rappresentavano una sorta di barriera che
tratteneva Alan dal lasciarsi trascinare completamente dai sentimenti. Ma con
Sayaka questa barriera non ci sarebbe! E non è tutto qui…”
“Perché,
c’è qualcos’altro?” domandò sarcasticamente il capo della Cerebrale.
“Sì,
testone, c’è dell’altro: l’animo di Asuka Junior si trova attualmente in bilico
fra la ladra-giustiziera e l’aspirante-poliziotta… e questo non gli piace per
niente! La presenza concreta di una terza alternativa potrebbe diventare una
tentazione troppo forte, per lui. Ecco perché non dobbiamo farlo entrare in
quella casa!”
“E
invece ci dobbiamo entrare, Phil!”
“Ti
dico di no, Jim! Datemi retta: lasciamo perdere lo specchio e troviamo un piano
alternativo!”
“Comprendo
i suoi timori, Marlowe” intervenne a questo punto il Coordinatore “ma ritengo
che stavolta abbia ragione il signor Watson!”
“Ma
capo…!!”
“Purtroppo
non abbiamo il tempo per elaborare un piano alternativo di pari efficacia, Phil.
Dobbiamo assolutamente agire prima che
miss Haneoka ci lanci un’altra sfida. Anche per non mettere troppo alla prova
la pazienza della Takamya!”
“Non
si preoccuperà per quello, signore!?”
“Ha
dimenticato che è stata lei a vincere
quella famosa scommessa? Sarà bene affrettarci, prima che si appelli all’onestà
del ragazzo e cominci a pretendere che lui paghi!”
“Non
mi direte che sarebbe anche disposto a pagare?!”
“Oh,
sì mio caro” ribadì il capo della Cerebrale “non c’è mica solo il senso della giustizia a guidare Alan: c’è anche
quello dell’onore! Certo che
pagherebbe… magari anche in natura!”
Marlowe
fu preso da un brivido e A1 gli pose una mano sulla spalla: “Non c’è modo di
evitare un faccia a faccia con miss velo
da sposa, Phil… per cui non resta che affrontarlo sereni. Sono sicuro che saprà
fare del suo meglio, per controllare la situazione!”
Rassegnato
ma per nulla convinto, il capo della Neuro dovette abbozzare: “D’accordo… vedrò
di fare tutto il possibile, certo! Però, se la situazione dovesse sfuggirci di
mano, non ditemi poi che non vi avevo avvertito!”
“Bah”
ribatté Watson, con beata noncuranza “alla peggio, le regaleremo un velo anche
noi!”
Marlowe
lo fulminò con uno sguardo assassino e al collega venne un filino di paura: “STO
SCHERZANDO…!!!” esclamò subito, alzando i palmi delle mani.
“È
rimasta anche a te la voglia di farlo, allora!” commentò sarcasticamente l’altro,
prima di lasciare la stanza.
***
La
signora Shinomya in persona apparve all’ingresso della residenza.
“Buongiorno!”
disse Alan.
“Oh…”
esclamò la padrona di casa dopo un paio di secondi di realizzazione “…signorino
Asuka!! Che piacere rivederla…! Si accomodi, la prego!”
“Grazie”
rispose il ragazzo, un po’ titubante “con permesso!”
“Avanti,
avanti… lo sa che oggi, a pranzo, Sayaka ci ha parlato proprio di lei?”
“Ah…
davvero?” il giovanotto fu scosso da un forte brivido *Non le avrà mica
raccontato dell’incidente, spero??!* pensò poi, mentre il povero Marlowe cominciava
a pisciarsi addosso.
“Ma
certo! Ma lo sa che non l’avevamo ancora ringraziata per il suo intervento di
quella sera?”
“Beh,
signora… lo fece poi sua figlia, il giorno dopo. Però, se devo dirle la verità,
non capii allora e non capisco adesso!”
“Prego?”
“Insomma,
signora Shinomya… io dovevo impedire a Saint Tail di rubare quel velo e non ci
sono riuscito! Capisco sua figlia se non era entusiasta del fidanzamento programmato,
ma lei dovrebbe essere furiosa con me, non ringraziarmi!”
La
madre di Sayaka era una dama piuttosto piacente, ma col volto leggermente
segnato da un velo di malinconia che non si riscontra normalmente nelle persone
d’alta condizione. A quelle parole gli si fermò davanti con le mani incrociate
sul grembo e gli rispose, con voce soave: “No, mio carissimo ragazzo: non immagina
il bene che lei e quella ladruncola avete fatto a mia figlia!”
“Quindi…
devo dedurne che l’idea dell’eventuale matrimonio non era sua, signora?” si
permise di chiederle Alan.
La
donna abbassò lo sguardo: “Mio marito… aveva ricevuto delle pressioni… da una
famiglia molto altolocata… gente potente[1]… mi
creda, è stato un vero incubo! Ma ora è tutto finito. Gliene sarò sempre
grata!”
“Capisco.
Però si ricordi che è stata Seya a rubare quel velo, mentre io ero qui per impedirlo.
Sono contento che sia finita così, ma non voglio ringraziamenti che non mi
spettano!”
“Lei
è proprio un gran bravo ragazzo” gli disse la signora sorridendogli
affettuosamente “venga, Sayaka la sta aspettando. Sono proprio contenta che
abbia accettato il suo invito!”
Il
piccolo detective ebbe un sussulto: “Invito?! Ma…”
“Tesoro,
guarda chi c’è: è arrivato l’ospite d’onore alla tua festa!”
Prima
ancora che Alan fosse in grado di riordinare le idee, si ritrovò in un lussuoso
salottino addobbato per l’occasione e, dopo che i sensori acustici di Chandler
ebbero recepito il gioioso urletto “SENPAIII…!!!” fu la volta di quelli tattili
di recepire un caloroso abbraccio da parte della stessa Sayaka, agghindata come
una fatina.
Il
segnale peggiore lo ricevettero però i sensori ottici, constatando la presenza
di alcune loro compagne di classe, chiaramente invitate a quel compleanno, che
fissavano il detective con lo sguardo pietrificato dalla sorpresa!
Se
fosse comparso un famoso cantante o un divo del cinema si sarebbero certo stupite
di meno. Ma che alla festa di compleanno della loro amica arrivasse addirittura
Asuka Junior, il “bel tenebroso”, il “superinsensibile”, il “cuore corazzato”…
non ci avrebbero scommesso nemmeno i libri di scuola!
Ma
la classica ciliegina sulla torta - la bellissima torta di compleanno che
troneggiava sulla tavola - o meglio l’elemento che minacciava di mandare ancora
una volta in tilt quel disgraziato misuratore di adrenalina della Neuro, erano
le facce - sensibilmente più alterate delle altre - di Kyoko e di Ryoko. Le quali,
oltre ad essere amiche di Sayaka, erano contemporaneamente le amiche del cuore
di Lisa Haneoka!
In
pratica stava succedendo ciò che Philip Marlowe, fino a quel momento, non
avrebbe mai creduto possibile: che un giorno lui si sarebbe ritrovato a
invidiare sinceramente il collega Maxwell Pinkerton, responsabile della Sezione
Neurologica di un certo signor Yota Moteuchi…![2]
***
“Ciao,
Sayaka…”
“Ancora
tanti auguri!”
“Ci
vediamo domani, a scuola!”
“Ciao,
ragazze… e grazie di essere venute. A domani!”
Le
ultime invitate alla festa stavano lasciando casa Shinomya.
L’unico
invitato maschio rimaneva invece in piedi dietro la “padroncina di casa” fissando
in special modo le amiche Kyoko e Ryoko, con le quali aveva appena fatto in
tempo a scambiare un breve dialogo cautelativo.
Era
stata una mossa abbastanza pericolosa (per Marlowe, quasi disperata) ma era
stata assolutamente necessaria.
“Sentite”
aveva detto loro Alan, un attimo prima del congedo “devo chiedervi un piccolo favore…”
“Tipo
non raccontare a Lisa dove hai trascorso il pomeriggio?” gli chiese di rimando
Ryoko, con voce maliziosa.
“Questo,
più che piccolo, mi sembra un favore un po’ grosso…!” puntualizzò a sua volta
Kyoko.
Il
termometro indicante la temperatura interna salì istantaneamente di qualche
decimo di grado, cosicché Eddy Parker dovette aprire qualche valvola
sudorifera…
“Maledetto
intuito femminile del cazzo…!” ruggì contemporaneamente James Watson.
“Che
ti aspettavi, di diverso?!” ribatté il collega della Neuro “Con tutte le tue intuizioni geniali, non avevi pensato
che oggi, in questa casa, si sarebbe svolta una festa di compleanno? E meno
male che Haneoka è indisposta, altrimenti sai le risate, se c’era anche lei…!”
“Piantala,
maledetto frignone: devo concentrarmi per rispondere a quelle due!”
“Prego,
fenomeno: procedi pure… tanto, ormai, peggio di così!”
“E
va bene, allora è grosso” replicò Alan, con la fronte già imperlata “e, dal
momento che avete già capito, facciamo anche prima: vi prego solo di non
dirglielo! Dopotutto non c’è nulla, fra me e Sayaka… sappiatelo bene!”
“Per
ora… poi vedremo!” ribatté Ryoko, sarcastica “Cosa ci facevi, allora, qui?”
“Già…
Sayaka non ti aveva invitato, mi sembra” aggiunse Kyoko “sicuramente l’hai resa
felice, ma lei era troppo timida, per farlo!”
“Questi,
se permettete, sono affari miei! Voglio solo che nessuno si faccia delle idee
sbagliate! Intesi?”
“D’accordo,
Alan… nessuna si farà idee sbagliate!”
rispose sospirando Kyoko, lanciando al compagno di classe uno sguardo benevolo,
ma calcando sul cambio - dal maschile al femminile - dell’aggettivo usato da
Alan.
L’atteggiamento
delle ragazze e la consapevolezza del fatto che anche loro due, in fondo, gli
volevano bene, rassicurò il detective: “Grazie” rispose “allora ci conto!”
“Tu
però ce la fai, una promessa anche a noi?” gli domandò la meno benevola Ryoko.
“Sentiamo…”
rispose il povero Alan, deglutendo.
“Sta’
attento a quello che fai!” gli rispose la smaliziata morettina, allungando una
mano verso la guancia del ragazzo.
“Ehi!!
Che succede, là fuori…??” domandò Parker, ricevendo da Chandler una lieve
sensazione di dolore.
“Succede
che una delle due ragazze più pettegole della scuola ci ha appena fatto un
ganascino!!” rispose Marlowe, con la voce ormai simile a un guaito.
“Tranquillo,
tranquillo” gli disse il capo della Cerebrale “che io sappia, i ganascini non
fanno guadagnare punti!”
Quel
che Marlowe gli rispose, Watson cerca ancora di dimenticarselo…!