Anime & Manga > Lisa e Seya
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Autore: Andy Grim    31/05/2008    2 recensioni
Mi ero ripromesso di non pubblicare questa storia finché non ne avessi ultimato la pubblicazione su MANGANET... ma leggendo la recensione di Kitthex sulla mia one-shot "Le dimissioni di Asuka Junior" (ispirata a questa stessa serie) è scattato qualcosa che mi ha spinto ad esaudire il suo desiderio di leggere qualcos'altro di mio e dunque rieccomi qui! Può darsi che Kitthex non bramasse affatto di leggere un secondo racconto su Saint Tail e ancora meno una storia come questa! Ho già pubblicato su EFP un lavoro analogo basato su Lamù e non so se abbia incontrato molto successo (ho avuto solo 12 recensioni abbastanza lusinghiere, ma un numero di letture in calando nella sequenza dei capitoli). Per carità, il lettore è giudice e mi rendo anche conto che si tratta di un genere forse troppo originale (ho infatti già deciso di NON pubblicare altre demenzialità di questo tipo)! Chi preferisse qualcosa di più "normale", può entrare nella sezione su Candy Candy e leggersi "Un compagno per Flanny Hamilton". Per ora non vi è altro, ma spero, nel prossimo futuro, di potervi offrire altre opere (le idee non mi mancano, lo sbuzzo un po' di più)! Riguardo alla storia qui presente, si propone di illustrare le lotte interne del co-protagonista di KST nella sua perpetua caccia alla coduta ladruncola di Seika, nonché le continue schermaglie amorose con le rivali in amore di quest'ultima. Ai lettori che fossero contemporaneamente dei fan di Uruseiatsura e di Kaitou Saint Tail potrebbe interessare il confronto diretto fra le equipes organiche di due esemplari umani (Ataru Moroboshi e Alan Daiki Asuka) che più diversi di così non avrebbero potuto essere. Buon divertimento... o almeno me lo auguro!
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 15: Tra le due litiganti, la terza gode… ma il terzo no

Capitolo 15: Tra le due litiganti, la terza gode… ma il terzo no!

 

E

rano le sei del pomeriggio.

Alan Daiki Asuka stava davanti all’ingresso di villa Shinomya, un’elegante residenza in stile antico situata nella zona periferica della città. Nonostante i tenaci sforzi del povero Marlowe, i suoi nervi erano più tesi della classica corda di violino. Il detective cominciava a pensare che il destino si stesse divertendo un po’ troppo nel rimescolare le sue carte…! Solo due sere prima aveva fatto la posta alla sua “pretendente n° 1” davanti alla casa di lei. Era stato poi “pizzicato” dalla sua “pretendente n° 2”, finendo col passarci insieme la notte (in bianco, per fortuna)! Adesso, tanto per non semplificare le cose, si trovava davanti alla casa della sua “pretendente n° 3” con un mazzo di fiori in mano!

Già, era il suo compleanno: mica poteva presentarsi a mani vuote, no?

 

***

“NO…!!! HO DETTO DI NO…!!!  ASSOLUTAMENTE NO…!!!”

“Ti spiace abbassare il volume, Phil? Non sono sordo!!”

“Davvero? Credevo il contrario: è un’ora che ti ripeto il concetto, senza riuscire a ficcartelo in quella tua testaccia di ghisa!!”

“È la tua, che è dura! Lo vuoi capire che non abbiamo scelta?”

“L’unica cosa che capisco è che siamo in un mare di guai! E che andare a cercarne degli altri è da idioti…!!”

“E io ti ripeto, ancora una volta, che il mio piano è l’unico che possa persuadere la codina che abbiamo realmente scoperto la sua identità e che deve fidarsi di lui, se non vuole finire in gattabuia!”

“Va’ al diavolo…!!! Guarda la situazione dei C.R.! Guardala…!!!” gridò Marlowe, sventolandogli uno stampato sotto il naso “Tre giorni fa avevamo Haneoka a 1025, la Shinomya a 525 e la Takamya a 286… adesso abbiamo la Takamya a 1386, Haneoka a 522 e la Shinomya a 692!! Ecco dove ci portano, i tuoi piani sofisticati…!!! Evidentemente un triangolo virtuale non ti bastava ed uno reale nemmeno! Cosa vuoi, allora? Un quadrato??!”

“Senti, compare: non è colpa mia se il cuoricino del superinsensibile (fra l’altro gestito da te) è così reattivo alle minime moine di tutte le sbarbe! E soprattutto non è colpa mia se si fa sbaciucchiare continuamente…!”

“Effettivamente, Marlowe” intervenne Harper, presente al colloquio “le considerazioni interpersonali stanno ultimamente subendo delle oscillazioni che non esito a definire particolarmente eccessive! Come lo spiega?”

Il capo della Neuro si passò più volte la mano sulla fronte, sospirando: “Si spiega col fatto che il signor Alan è tutt’altro che superinsensibile al fascino delle ragazze… e non mi riferisco soltanto ai classici pruriti adolescenziali (che pure ci sono e fanno la loro parte). Da quando la signora Asuka è mancata, il ragazzo ha esorcizzato per anni questo vuoto doloroso attraverso il pragmatismo e il raziocinio, ma non poteva durare a lungo! Non c’è nemmeno da stupirsi che lui, poliziotto fin nel DNA, si fosse innamorato di una ladra! Ma ora…” esitò.

“Cosa intende dire, esattamente?” lo incalzò A1, con fare preoccupato.

“Il fatto è” continuò Marlowe, scuotendo la testa “che Alan desidera troppo l’amore di una donna… forse più dal punto di vista affettivo, attualmente, che non da quello passionale… ma è proprio per questo motivo che dobbiamo tenerlo lontano dalla signorina Shinomya!”

“Ma smettila, Phil” saltò su Watson, alzando un braccio con fare scettico “adesso non mi verrai a dire che quella sciacquetta potrebbe diventare davvero una rivale di Lisa o di Rina?!”

“Sì, invece” rispose veemente il collega “l’antagonismo di Lisa (o meglio di Seya) e anche la competizione di Rina rappresentavano una sorta di barriera che tratteneva Alan dal lasciarsi trascinare completamente dai sentimenti. Ma con Sayaka questa barriera non ci sarebbe! E non è tutto qui…”

“Perché, c’è qualcos’altro?” domandò sarcasticamente il capo della Cerebrale.

“Sì, testone, c’è dell’altro: l’animo di Asuka Junior si trova attualmente in bilico fra la ladra-giustiziera e l’aspirante-poliziotta… e questo non gli piace per niente! La presenza concreta di una terza alternativa potrebbe diventare una tentazione troppo forte, per lui. Ecco perché non dobbiamo farlo entrare in quella casa!”

“E invece ci dobbiamo entrare, Phil!”

“Ti dico di no, Jim! Datemi retta: lasciamo perdere lo specchio e troviamo un piano alternativo!”

“Comprendo i suoi timori, Marlowe” intervenne a questo punto il Coordinatore “ma ritengo che stavolta abbia ragione il signor Watson!”

“Ma capo…!!”

“Purtroppo non abbiamo il tempo per elaborare un piano alternativo di pari efficacia, Phil. Dobbiamo assolutamente agire prima che miss Haneoka ci lanci un’altra sfida. Anche per non mettere troppo alla prova la pazienza della Takamya!”

“Non si preoccuperà per quello, signore!?”

“Ha dimenticato che è stata lei a vincere quella famosa scommessa? Sarà bene affrettarci, prima che si appelli all’onestà del ragazzo e cominci a pretendere che lui paghi!”

“Non mi direte che sarebbe anche disposto a pagare?!”

“Oh, sì mio caro” ribadì il capo della Cerebrale “non c’è mica solo il senso della giustizia a guidare Alan: c’è anche quello dell’onore! Certo che pagherebbe… magari anche in natura!”

Marlowe fu preso da un brivido e A1 gli pose una mano sulla spalla: “Non c’è modo di evitare un faccia a faccia con miss velo da sposa, Phil… per cui non resta che affrontarlo sereni. Sono sicuro che saprà fare del suo meglio, per controllare la situazione!”

Rassegnato ma per nulla convinto, il capo della Neuro dovette abbozzare: “D’accordo… vedrò di fare tutto il possibile, certo! Però, se la situazione dovesse sfuggirci di mano, non ditemi poi che non vi avevo avvertito!”

“Bah” ribatté Watson, con beata noncuranza “alla peggio, le regaleremo un velo anche noi!”

Marlowe lo fulminò con uno sguardo assassino e al collega venne un filino di paura: “STO SCHERZANDO…!!!” esclamò subito, alzando i palmi delle mani.

“È rimasta anche a te la voglia di farlo, allora!” commentò sarcasticamente l’altro, prima di lasciare la stanza.

 

***

La signora Shinomya in persona apparve all’ingresso della residenza.

“Buongiorno!” disse Alan.

“Oh…” esclamò la padrona di casa dopo un paio di secondi di realizzazione “…signorino Asuka!! Che piacere rivederla…! Si accomodi, la prego!”

“Grazie” rispose il ragazzo, un po’ titubante “con permesso!”

“Avanti, avanti… lo sa che oggi, a pranzo, Sayaka ci ha parlato proprio di lei?”

“Ah… davvero?” il giovanotto fu scosso da un forte brivido *Non le avrà mica raccontato dell’incidente, spero??!* pensò poi, mentre il povero Marlowe cominciava a pisciarsi addosso.

“Ma certo! Ma lo sa che non l’avevamo ancora ringraziata per il suo intervento di quella sera?”

“Beh, signora… lo fece poi sua figlia, il giorno dopo. Però, se devo dirle la verità, non capii allora e non capisco adesso!”

“Prego?”

“Insomma, signora Shinomya… io dovevo impedire a Saint Tail di rubare quel velo e non ci sono riuscito! Capisco sua figlia se non era entusiasta del fidanzamento programmato, ma lei dovrebbe essere furiosa con me, non ringraziarmi!”

La madre di Sayaka era una dama piuttosto piacente, ma col volto leggermente segnato da un velo di malinconia che non si riscontra normalmente nelle persone d’alta condizione. A quelle parole gli si fermò davanti con le mani incrociate sul grembo e gli rispose, con voce soave: “No, mio carissimo ragazzo: non immagina il bene che lei e quella ladruncola avete fatto a mia figlia!”

“Quindi… devo dedurne che l’idea dell’eventuale matrimonio non era sua, signora?” si permise di chiederle Alan.

La donna abbassò lo sguardo: “Mio marito… aveva ricevuto delle pressioni… da una famiglia molto altolocata… gente potente[1]… mi creda, è stato un vero incubo! Ma ora è tutto finito. Gliene sarò sempre grata!”

“Capisco. Però si ricordi che è stata Seya a rubare quel velo, mentre io ero qui per impedirlo. Sono contento che sia finita così, ma non voglio ringraziamenti che non mi spettano!”

“Lei è proprio un gran bravo ragazzo” gli disse la signora sorridendogli affettuosamente “venga, Sayaka la sta aspettando. Sono proprio contenta che abbia accettato il suo invito!”

Il piccolo detective ebbe un sussulto: “Invito?! Ma…”

“Tesoro, guarda chi c’è: è arrivato l’ospite d’onore alla tua festa!”

Prima ancora che Alan fosse in grado di riordinare le idee, si ritrovò in un lussuoso salottino addobbato per l’occasione e, dopo che i sensori acustici di Chandler ebbero recepito il gioioso urletto “SENPAIII…!!!” fu la volta di quelli tattili di recepire un caloroso abbraccio da parte della stessa Sayaka, agghindata come una fatina.

Il segnale peggiore lo ricevettero però i sensori ottici, constatando la presenza di alcune loro compagne di classe, chiaramente invitate a quel compleanno, che fissavano il detective con lo sguardo pietrificato dalla sorpresa!

Se fosse comparso un famoso cantante o un divo del cinema si sarebbero certo stupite di meno. Ma che alla festa di compleanno della loro amica arrivasse addirittura Asuka Junior, il “bel tenebroso”, il “superinsensibile”, il “cuore corazzato”… non ci avrebbero scommesso nemmeno i libri di scuola!

Ma la classica ciliegina sulla torta - la bellissima torta di compleanno che troneggiava sulla tavola - o meglio l’elemento che minacciava di mandare ancora una volta in tilt quel disgraziato misuratore di adrenalina della Neuro, erano le facce - sensibilmente più alterate delle altre - di Kyoko e di Ryoko. Le quali, oltre ad essere amiche di Sayaka, erano contemporaneamente le amiche del cuore di Lisa Haneoka!

In pratica stava succedendo ciò che Philip Marlowe, fino a quel momento, non avrebbe mai creduto possibile: che un giorno lui si sarebbe ritrovato a invidiare sinceramente il collega Maxwell Pinkerton, responsabile della Sezione Neurologica di un certo signor Yota Moteuchi…![2]       

 

***

“Ciao, Sayaka…”

“Ancora tanti auguri!”

“Ci vediamo domani, a scuola!”

“Ciao, ragazze… e grazie di essere venute. A domani!”

Le ultime invitate alla festa stavano lasciando casa Shinomya.

L’unico invitato maschio rimaneva invece in piedi dietro la “padroncina di casa” fissando in special modo le amiche Kyoko e Ryoko, con le quali aveva appena fatto in tempo a scambiare un breve dialogo cautelativo.

Era stata una mossa abbastanza pericolosa (per Marlowe, quasi disperata) ma era stata assolutamente necessaria.

“Sentite” aveva detto loro Alan, un attimo prima del congedo “devo chiedervi un piccolo favore…”

“Tipo non raccontare a Lisa dove hai trascorso il pomeriggio?” gli chiese di rimando Ryoko, con voce maliziosa.

“Questo, più che piccolo, mi sembra un favore un po’ grosso…!” puntualizzò a sua volta Kyoko.

Il termometro indicante la temperatura interna salì istantaneamente di qualche decimo di grado, cosicché Eddy Parker dovette aprire qualche valvola sudorifera…

“Maledetto intuito femminile del cazzo…!” ruggì contemporaneamente James Watson.

“Che ti aspettavi, di diverso?!” ribatté il collega della Neuro “Con tutte le tue intuizioni geniali, non avevi pensato che oggi, in questa casa, si sarebbe svolta una festa di compleanno? E meno male che Haneoka è indisposta, altrimenti sai le risate, se c’era anche lei…!”

“Piantala, maledetto frignone: devo concentrarmi per rispondere a quelle due!”

“Prego, fenomeno: procedi pure… tanto, ormai, peggio di così!”

“E va bene, allora è grosso” replicò Alan, con la fronte già imperlata “e, dal momento che avete già capito, facciamo anche prima: vi prego solo di non dirglielo! Dopotutto non c’è nulla, fra me e Sayaka… sappiatelo bene!”

“Per ora… poi vedremo!” ribatté Ryoko, sarcastica “Cosa ci facevi, allora, qui?”

“Già… Sayaka non ti aveva invitato, mi sembra” aggiunse Kyoko “sicuramente l’hai resa felice, ma lei era troppo timida, per farlo!”

“Questi, se permettete, sono affari miei! Voglio solo che nessuno si faccia delle idee sbagliate! Intesi?”

“D’accordo, Alan… nessuna si farà idee sbagliate!” rispose sospirando Kyoko, lanciando al compagno di classe uno sguardo benevolo, ma calcando sul cambio - dal maschile al femminile - dell’aggettivo usato da Alan.

L’atteggiamento delle ragazze e la consapevolezza del fatto che anche loro due, in fondo, gli volevano bene, rassicurò il detective: “Grazie” rispose “allora ci conto!”

“Tu però ce la fai, una promessa anche a noi?” gli domandò la meno benevola Ryoko.

“Sentiamo…” rispose il povero Alan, deglutendo.

“Sta’ attento a quello che fai!” gli rispose la smaliziata morettina, allungando una mano verso la guancia del ragazzo.

“Ehi!! Che succede, là fuori…??” domandò Parker, ricevendo da Chandler una lieve sensazione di dolore.

“Succede che una delle due ragazze più pettegole della scuola ci ha appena fatto un ganascino!!” rispose Marlowe, con la voce ormai simile a un guaito.

“Tranquillo, tranquillo” gli disse il capo della Cerebrale “che io sappia, i ganascini non fanno guadagnare punti!”

Quel che Marlowe gli rispose, Watson cerca ancora di dimenticarselo…!

 



[1] Per informazioni su questa famiglia, rimando i lettori alla fanfic Le fiamme del destino di Lord Martiya.

[2] Ovviamente prima che diventasse fruitore del famoso videonoleggio Gokuraku!

  
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