14.
Wake up, Desmond!
Desmond
si svegliò di soprassalto: scattò seduto sul
letto e
sentì il cuore battere talmente forte che sembrava volergli
schizzare fuori dal
petto.
Aveva la fronte imperlata di sudore ed il respiro accelerato. Si
guardò intorno
agitato, riscoprendosi nella stanza del casale, al buio.
Si portò una mano al viso, sulla fronte, asciugandosi,
mentre la consapevolezza
che ciò che era accaduto fosse solo un brutto sogno
cominciò a rassicurarlo.
“Oddio.. Cazzo..” Sussurrò appena, tra
sé, a bassa voce. Era sembrato così
reale.. Così fottutamente vero.
Prese un profondo respiro, cercando di regolarizzarlo e sperando che il
suo
cuore smettesse di martellargli il petto a breve.
Si lasciò ricadere all’indietro con il capo sul
morbido cuscino mentre osservò
il soffitto buio della stanza, rischiarata lievemente solo dai raggi
lunari che
entravano dalla serranda, quasi completamente abbassata.
Allargò le braccia sul
letto mentre sentì la tensione accumulata durante il sonno
lentamente
scaricarsi.
Solo un attimo dopo scattò nuovamente seduto sul letto e
– ancor più
velocemente – si alzò. Si passò le mani
sul viso e raggiunse la sedia dalla
quale raccattò la maglietta, infilandosela velocemente,
dopodiché scese
velocemente al piano di sotto.
Shaun era in sala assieme a Demetrio, Rebecca e William. Stavano
chiacchierando
tra di loro in attesa della cena, stuzzicando qualcosa.
L’inglese sorseggiò dalla tazza quel tè
che nulla aveva a che vedere con quello
inglese.
“Credo sia un suicidio tornare all’Abstergo per
prendere la Mela.” Mormorò
Rebecca.
“Ma non possiamo neppure lasciarla nelle mani dei
templari.” Disse di tutta
risposta Demetrio.
William era lì in silenzio ad ascoltarli, a braccia
conserte, non fece nemmeno
in tempo a rispondere che notò Desmond fare capolino
dall’arco principale. Fu
felice di rivederlo, ma subito notò la sua espressione
scossa e sconvolta,
smarrita, quasi spaventata.
“Papà..” Disse il ragazzo, entrando
nella sala. Subito dopo tutti quanti
volsero il capo per guardarlo e notarono a loro volta il suo aspetto
così
sbattuto.
Dalla parte sua Desmond, invece, notò quella situazione
così familiare, proprio
così come l’aveva vissuta nel sogno. Shaun,
Rebecca, William e quel ragazzo
sconosciuto dalle fattezze italiane, tutti ad aspettare che si
svegliasse.
Il mentore si alzò ed un lampo di terrore percorse il volto
del giovane.
“N-no papà, dove vai?!” Gli
uscì in un mormorio, quasi piagnucolando.
William alzò appena le sopracciglia, non capendo quel
comportamento. Si
avvicinò al ragazzo.
“Ehi, Desmond.. Calmati, che ti succede? Non vado da nessuna
parte.” Gli
sorrise. Doveva essere parecchio scosso dagli ultimi avvenimenti. Gli
poggiò
una mano sulla spalla, stringendola, l’altra si
posò sul petto.
“Stai bene..?” Gli chiese. “Hai dormito
per più di ventiquattro ore..
Cominciavo a preoccuparmi.”
“Sì..” Mormorò appena, poco
convinto. “Credo.. Credo di sì. Ho fatto solo un
brutto sogno..” Commentò abbassando lo sguardo, il
quale riportò solo un
istante dopo sul padre.
“Ma.. Siamo al sicuro qui?” Domandò.
Rebecca sorrise, a quel punto si alzò anche lei e gli diede
una pacca sulla
spalla.
“Non so cosa tu abbia sognato Des, ma qui siamo al sicuro,
non preoccuparti..”
“Stavamo parlando proprio di te.. E della Mela.”
S’intromise a quel punto
Demetrio, ancora seduto.
Gli occhi di Desmond si spostarono sull’italiano,
così come quelli del Mentore
che lo fulminò con uno sguardo.
“Non è questo il momento Demetrio.” Lo
ammonì.
Il ragazzo alzò appena le sopracciglia ed alzò le
mani, in segno di resa.
“Scusate, scusate..” Bofonchiò.
Un lieve sorrisetto si dipinse sul volto di Shaun che lo nascose dietro
la
tazza di tè, sorseggiandone un po’ ancora.
“Non lo vedi? Ha bisogno di tempo, è
sconvolto.” Continuò allora William.
“Scusate!” Ripeté Demetrio,
“Non volevo mettere fretta a nessuno..!”
“Papà.. Sto bene. Tranquillo.” Si mise
in mezzo Desmond.
Will sospirò, tornando a guardarlo. “Andiamo a
prendere una boccata d’aria
prima di cena, ti va? Ti farà bene.”
Il ragazzo annuì, così i due uscirono dalla sala.
Rebecca si avvicinò nuovamente al tavolo, rimanendo in piedi
lì accanto ed
appoggiando entrambe le mani sullo schienale della sedia sulla quale
sedeva
poco prima.
“Qualcuno ha fatto incazzare William..”
Borbottò l’inglese con un velo di
sarcasmo, nascondendo ancora la bocca dietro la tazza, sorseggiando un
altro
po’ di tè.
“Shaun..” Lo ammonì Rebecca.
“Che c’è?” Domandò
il rosso indispettito, poggiando la tazza.
“C’è che dovresti smetterla di fare lo
stronzetto.” Rispose a quel punto
Demetrio.
“Eh? Oh, questa è bella..!” Shaun si
mise seduto più composto, guardando male
l’italiano. “Sennò che cosa
fai?”
“Che cosa faccio? Ti faccio passare la voglia di fare lo
spiritoso. E’ da
quando sei arrivato qui che ti comporti come ti pare, fai il
supponente, il
superiore.. Ma chi ti credi di essere?!”
“Wooh, ragazzi! Calmatevi!” S’intromise
Rebecca, guardando prima uno e poi
l’altro.
“.. Tsk. Volevo solo sottolineare che non sono
l’unico cinico qui, non sono
mica io che.. Ahhh, vabbè! Lasciamo perdere!”
Borbottò Shaun.
“Seh, lasciamo perdere.” Demetrio si
alzò, prima di avviarsi all’arco
principale e lasciare la sala a sua volta.
“Ma si può sapere che ti prende? Che cosa ti dice
quel cervello inglese?” Lo
riprese la mora.
“Cosa c’è? Che cos’ho fatto
io? E’ lui che è partito in quinta a fare il
gradasso!” Si lamentò Shaun.
“Sei proprio un’idiota..!” Disse la
ragazza prima di lasciare anche lei la
sala, lasciando l’inglese da solo.
“.. Ma qui sono tutti matti!”
William uscì fuori assieme a Desmond dopo averlo fatto
coprire bene: faceva
davvero un gran freddo fuori.
“Allora, come stai?” Domandò William al
figlio, raggiungendo la staccionata che
girava tutt’intorno al casale. Vi si appoggiò.
Desmond si strinse nelle spalle. “Adesso bene. Sono..
Finalmente libero. Chissà
per quanto.. Ma vi ringrazio per avermi tirato fuori di lì,
probabilmente non
sarei riuscito ad uscirne da solo.. Non vivo, per lo meno.”
“Sei mio figlio Desmond, cosa ti aspettavi? Che ti avrei
lasciato lì a
marcire?”
Il ragazzo scosse il capo. “No.. Ma siamo stati
fortunati.”
“Intendi.. Lucy? Non possiamo fidarci di lei, lo
sai.”
In quell’istante nella mente del ragazzo riaffiorò
il ricordo del sogno, della
fine del sogno: la pistola puntata contro il capo e la voce piatta di
Lucy.
“Forse no. Ma ci ha aiutati a fuggire.. E mi ha fatto evadere
lei dalla stanza
dove mi tenevano.” Gli confessò.
“Dici sul serio?”
“Mh-mh.” Annuì.
“E quindi? Cos’hai intenzione di fare..?”
Desmond si strinse nelle spalle, evitando il suo sguardo.
“Dovremmo pur tornare
a prendere la Mela, no? Voglio solo assicurarmi che stia bene o.. Non
so.”
“Ehi, non preoccuparti. Non pensarci adesso,
d’accordo?” Gli poggiò una mano
sulla spalla. “Abbiamo un piano B, ma tu ora pensa a
rimetterti.. Piuttosto,
come sta la tua mano?” Chiese scendendo con le dita fino
all’avambraccio,
costringendo a togliere la mano dalla tasca. Aveva ancora la fasciatura
che le
aveva fatto Lucy.
“Non ne ho ancora la sensibilità e forse.. Forse
non l’avrò mai più. A meno che
la Mela non possa aiutare anche in questo.”
William sospirò sonoramente. “Desmond mi
dispiace.. Faremo in modo di non
metterti in pericolo o di farti lottare.”
“Ma che stai dicendo?” Domandò il
ragazzo, guardandolo con un sorriso. “Non mi
fermerà una mano fuori uso! Altair usava una sola lama
celata anziché due come
Ezio. Perché io dovrei essere da meno e non riuscire a
combattere al cinquanta
per cento delle mie possibilità?”
Will sorrise. Quel ragazzo era una fonte di idee e di energia non
indifferente.
“William, puoi venire un attimo? Ci sono
novità!” Si sentì la voce di Giovanni,
il quale fece capolino dalla porta principale.
L’uomo guardò il ragazzo ed annuì.
“Arrivo!”
“Novità su che cosa..?”
Domandò Desmond.
“Ne parleremo dopo figliolo. Rientra dentro che tra poco
è pronta la cena.. E
fuori fa freddo.” Disse prima di avviarsi
all’interno del casale.
L’americano si voltò nuovamente verso la vasta
distesa di erba ed osservò la
città lontana. Si piegò appena in avanti ed
appoggiò le mani sulla staccionata.
Inevitabilmente il suo sguardo scese sulla mano fasciata e priva di
sensibilità. Sospirò pesantemente chiedendosi se l'avrebbe mai riacquistata.
“Ti fa male?” Sentì una voce alle sue
spalle.
Dal momento che Des non aveva sentito nessuno avvicinarsi, si
voltò di scatto.
“.. Oh no. Starai scherzando?!” Si
lamentò il giovane quando nel voltarsi si
ritrovò di fronte la figura di Ezio. Sembrava
così.. Reale.
“Perché continuate a tormentarmi? Non sei
realmente qui! Vattene via!” Disse
contrariato.
“Se non siamo realmente qui, perché ci rivolgi la
parola? Sembrerai un folle.”
Rispose l’arabo, giungendo qualche istante dopo e
posizionandosi accanto
all’italiano. Teneva le braccia incrociate al petto, con il
cappuccio calato
sul volto.
Desmond indietreggiò di qualche passo, finendo contro alla
staccionata. Si
poggiò una mano sul viso e si stropicciò gli
occhi.
“Ora conto fino a tre, apro gli occhi e.. Non ci sono
più. Non ci sono più..”
Si ripeté. “Uno.. Due.. Tre.”
Riaprì gli occhi e guardò di fronte a
sé: ora
invece di due erano persino tre! Si era aggiunto anche Connor! E lo
stavano
osservando alquanto sconcertati, come se fosse realmente matto.
“Oh, avanti, ragazzi! Non potete tornarvene nella parte
più nascosta e remota
del mio cervello?!”
“Non siamo mica noi il problema!”
Sottolineò Connor.
Desmond sospirò frustrato.
“Dovresti portarci un po’ di rispetto
Novellino!” Lo riprese Altair, sembrò
scocciato. “E’ solo grazie a noi se sei uscito
dall’Abstergo. Dovresti
mostrarci un po’ di riconoscenza.”
“Grazie a voi? Ma che stai dicendo? Voi mi state portando
alla follia! Ecco
cosa state facendo! Dovrei ringraziarvi per questo? Non so neppure
perché vi
sto parlando!” Disse incrociando le braccia al petto.
L’italiano sospirò e scosse il capo.
“Siamo stati noi ad incitarti a
combattere, a tirarti su, a non lasciarti andare mentre eri dentro a
quella
macchina infernale.” Gli spiegò.
“Che poi.. Ai nostri tempi tutta quella tecnologia non
c’era, vi immaginate?”
Commentò Connor.
“Parli tu.. Pensa ad Altair.” Lo corresse Ezio,
ridacchiando.
Altair lanciò un’occhiata ammonitrice ad entrambi,
dopodiché si avvicinò a Des.
Quest’ultimo tentò di indietreggiare
ulteriormente, ma non vi riuscì per via
della staccionata, così si limitò a sporgersi
indietro.
“Se noi non ci fossimo stati, dentro la tua
testolina..” Cominciò l’arabo.
Alzò
una mano e gli picchiò con l’indice sul centro
della fronte. “Chi ti avrebbe
fatto rialzare?”
“Ahia!” Si lamentò Desmond, portandosi
la mano alla fronte. Possibile che lo
avesse sentito?
“Che donnicciola!” Bofonchiò Ezio.
Desmond rimase a guardarli attonito: ora chiacchieravano ed
interagivano tra di
loro, si prendevano in giro e scherzavano.. Ma era mai possibile? Due
erano le
possibilità: o stava ancora sognando oppure stava seriamente
perdendo la
ragione.
La mano sulla fronte scivolò pianto di fronte agli occhi.
L’ultima cosa che l’americano
vide fu lo sguardo di Altair che sembrava trapassarlo. Prese un
profondo
respiro, mentre sentiva di sottofondo Connor ed Ezio parlare, forse
punzecchiarsi, ma cercò di non prestare troppa attenzione e
di concentrarsi
solo su sé stesso, sul farli sparire. Avrebbe contato fino a
dieci, avrebbe
respirato a fondo e loro sarebbero scomparsi.
“Uno.. Due.. Tre… Quattro…
Cinque..”
“Ehi..?”
“Sei.. Sette.. Otto..”
“C’è nessuno..? Desmond?”
“Nove.. Dieci..!” Scostò la mano da
davanti al viso e riaprì gli occhi: si
ritrovò Shaun ad un palmo dal naso, sussultò.
“Ah, ma mi senti? Ma che stai facendo? Giochi a nascondino
con le lepri?”
Domandò il Rosso, guardandolo sconcertato.
Il ragazzo si sentì avvampare per l’imbarazzo. Si
schiarì la voce. “No ehm..
Stavo.. Sai, esercizi di autocontrollo..!”
Shaun rimase ad osservarlo con un sopracciglio alzato per qualche
istante, in
silenzio, poi sospirò sonoramente e scosse il capo.
“E’ pronta la cena.” Annunciò.
“Andiamo..!” E si avviò.
Desmond sospirò, dopodiché si avviò
anche lui. Quando si ritrovò a metà tra la
staccionata ed il casale si fermò e si voltò: non
c’era più nessuno.
“Desmond! Le lepri sono in letargo! Non le troverai mai!
Muoviti!” Gli arrivò
la voce scocciata di Shaun che lo fece tornare con i piedi per terra.
“Arrivo!!” Rispose voltandosi e allungando il
passo, raggiungendo il compagno.
__________________________________
Angolo Autrice:
Mwhuahuahuahuahauhauhauhauahuhauha.
Ok. Basta.
Paura, ehhhh?!?! U___U
Ehhh, sì, lo so! Sono cattiva!
CATTIVISSIMA!
Mwhahuahuahauhuhauha!
Ok, potete stare tranquilli! Tutti salvi! Niente morti! Ahahaha!
Beh, direi che non c'è nulla da dire su questo capitolo
oltre che Desmond sta perdendo la ragione.. O forse no?
Ad ogni modo, ringraziamenti obbligatori: MaryQueen999, SlytherinSoul eeee...
Poi basta? Dimentico qualcuno? Uhmm.. No. No, no! Non mi sembra..
Bwhuahuahuah! Ma nnnnooo! Scherzo!
La mia carissima
Lightning00
che mi ha fatto morire
con la sua ultima recensione!
Vi avverto: se non dovessi più postare è colpa
sua! Sicuramente sarà stata lei o che mi avrà
fatto morire con una recensione o con il suo Death Note. Quindi
prendetevela con lei u.u
E poi vorrei ringraziare anche, cosa che faccio non sempre ma ogni
tanto mi piace ricordarli, tutti coloro che hanno inserito la storia
tra le preferite,
le ricordate
o le seguite.
Grazie a voi: cartacciabianca,
IleWriters, Kiaretta_Kudo, ladyjessy, Lightning00, MaryQueen999,
MustaineWife_MegadethLife, SlytherinSoul, xXEliniferXx, playstation,
GreenPhoenix, Hamber of the Elves, La Strega di Ilse, Naruto92 ed
ultimo (ma non per importanza!) ofelia!
Ecco qua, anche i ringraziamenti fatti.. Non sapete quanto
mi fa piacere <3
Eee.. Niente, tutto qui! Come al solito a voi la parola e son curiosa
:3
Da domani inizierò un nuovo corso per lavoro che
durerà fino a Venerdì, il prossimo capitolo
è già a metà e spero di riuscire a
postarlo in tempo.. In caso contrario saranno solo un paio di giorni di
ritardo!
Alla prossima e.. Buona serata! <3
Campagna di Promozione Sociale - Messaggio No Profit:
Dona l’8 % del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai felici milioni di scrittori.