Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: mary1993    31/05/2008    1 recensioni
T- Perché guardi il cielo? S- Perché mi piace perdermi nell’immensità del cielo, nelle sue sfumature, nella sua profondità... il cielo unisce tutti e divide tutti, racchiude in se i mille desideri delle persone e racchiude anche la voglia di volare, di libertà, di non dover affrontare tutte le guerre che toccano a noi... Fan ficfion partecipante al concorso di Arwen5786 e bambi88: "I Contest Shikamaru/Temari"
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Altri, Shikamaru Nara
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quasi non credeva a tutto ciò che le era successo. Lei era lì a Konoha per portare dei documenti eccessivamente top secret all’Hokage ed era rimasta lì tre giorni per godersi una meritata vacanza dopo una missione impegnativa. Ovviamente per un assurdo scherzo del fato o dell’Hokage, si era ritrovata nuovamente quel marmocchio a farle da balia, come se lei non fosse capace di autogestirsi in una città grande. Dopo tutto ci era già stata lì e non avrebbe avuto tanti problemi e soprattutto non si sarebbe persa. Era riuscita a convincere l’Hokage a lasciarla sola e anche a trovare una camera per la prima notte, perché purtroppo le camere per il giorno dopo erano già state prenotate con un largo margine di anticipo. Il secondo giorno si perse.

 

Flashback

Era già pomeriggio inoltrato, verso le sette, e dalla colazione non aveva mangiato nulla. Era alla disperata ricerca di un albergo, ma quei bastardi erano tutti pieni. Ora, dopo aver rigirato la cartina più volte, concluse che si era persa. Ripose la cartina nello zaino e s’incammino in quelle strade, dove tante volte aveva litigato con lui. Non sapeva perché ma dopo aver picchiato l’ennesimo studente in attacco d’ira, il fratello decise che lei aveva bisogno di una pausa e che sarebbe dovuta rimanere in quella città dove si situava la persona che più non sopportava al mondo. Lei non poteva sopportare che quel bambino che la batte al concorso per diventare chunin si mettesse a piangere per quelle stupidate. Proprio non le andava giù.

Alzò la testa e poté costatare che il cielo era nuvoloso e ben presto ne vide le conseguenze. Goccia dopo goccia la tranquilla pioggia primaverile si trasformò in un vero e proprio temporale. Si mise a correre ma si fermò di colpo non appena vide una casa. La casa di Shikamaru Nara. Non sapeva che fare, ma le gambe si mossero da sole. Si trovò di fronte alla porta e busso. La pioggia continuava indisturbata il suo cammino rendendola fradicia. Passarono parecchi minuti e proprio quando aveva girato i tacchi per andarsene la porta si aprì pigramente.

S- Si?

Shikamaru piego la testa da un lato per focalizzare meglio la figura dinanzi a lui appena giratosi.

S- E tu che ci fai qui?

T- Sono in vacanza. Mi puoi dire dove trovo un posto dove dormire?

S- In questa stagione non troverai niente. Ciao.

T- Sei uno stronzo! Mi lasci così sotto la pioggia?

S- Che dovrei fare secondo te? Hm aspetta.

Un pensiero alquanto strano gli precipitò nella testa. Comunque continuò per non dover subire le ire di quella ragazza che già si preparava a distruggergli la casa se non trovava una soluzione.

T- Allora?

S- Sai cucinare?

T- Tsk. Ovvio che io sappia cucinare. Una brava jonin sa fare tutto. Comunque non capisco dove vuoi arrivare.

S- Se tu mi lasciassi finire magari. Potresti dormire in camera mia, però in cambio dovresti cucinarci la cena, parchè i miei tornano solo più tardi ed io non ne ho né la voglia né le capacità.

T- Dormire in camera tua?

Temari rimase piuttosto allibita, non sapeva se considerarlo un pervertito o semplicemente pazzo. Comunque se avrebbe dovuto scegliere se rimanere a dormire su un cartone sotto la pioggia o nel letto di Shikamaru (senza di lui ovviamente) avrebbe scelto sicuramente la seconda ipotesi.

S- Aspetta, non ho ancora finito.

Che cosa poteva aspettarsi di peggio la nostra povera Temari? Doveva passare una notte nel letto di una delle persone che più odiava, con il suo profumo che l’avrebbe inevitabilmente torturata per tutta la notte. E non finiva qui, infatti...

S- I miei tornano tra un po’, quindi per evitare di ascoltare degli assurdi discorsi prima che rientrino ti dovrai chiudere in camera mia e poco dopo ti raggiungerò io...

T- Ehi Shika, ma che strane idee ti sei fatto in testa, Cry-baby?

S- Non fraintendere... solo che i miei si insospettirebbero se dormissi in salotto sul divano.

T- Mhm? Vabbè mettendo caso che io voglia fidarmi, perché diavolo devo nascondermi dai tuoi?

S- Perché si farebbero strane idee e porrebbero domande ambigue a me oltre che a te. Allora che fai entri o ti vuoi prendere un raffreddore?

T- Entro, entro... carina casa tua.

S- Ascolta io stavo per andarmi a fare una doccia... ti lavi prima tu?

T- Come sei galante Nara. Dove lascio questa roba?

S- Vieni su che ti mostro la mia camera, io intanto ti esco un asciugamano e il bagno schiuma.

T- Ho il mio bagno schiuma, però mi servirebbe un pigiama. Qui dentro è tutto zuppo.

S- Ti do una mia tuta. Probabilmente ti andrà un po’ lunga.

T- Va bene lo stesso.

Shikamaru e Temari si avviarono nel piano superiore. Le passo le robe e subito dopo si butto pesantemente sul letto pensando alla grande cazzata fatta invitandola a casa sua. Ogni volta che la vedeva gli mancava il fiato e sentiva il suo cuore accelerare ma in realtà non sapeva se quell’effetto fosse provocato dal testosterone o se se ne fosse innamorato sul serio. E certo ora dover stare da solo con lei in casa e poi dormire nella stessa stanza non lo aiutava a chiarirsi le idee bensì a far crescere l’eccitazione in lui e mandare in tilt il cervello.

Temari si stava riposando sotto il rilassante scorrere dell’acqua calda sulla sua pelle.  Chiuse il rubinetto e si asciugò indifferente lasciando che i capelli e ricadessero sciolti e bagnati sulle spalle. Infine mise la biancheria e quella tuta eccessivamente larga , così tanto da farle arrivare la maglia appena sopra il ginocchio.

Entrò in camera di Shika e vedendolo con gli occhi chiusi non poté resistere. Prese un cuscino e glielo butto con forza in faccia. Shikamaru scattò in piedi di soprassalto, fece una finta aria imbronciata. Prese un altro cuscino e reagì, però con meno forza, per non farle male.

La ragione in lui si stava diradando lasciando spazio solo all’assurda illusione che un giorno sarebbero stati insieme. Notò che con i capelli sciolti era molto più... molto più rilassante. Si quello era il termine giusto. Anche se in quel momento si il suo corpo chiedeva tutt’altro che rilassarsi. Era dannatamente bella così. I capelli bagnati che le ricadevano sulle spalle e l’ancor umido corpo facevano aderirle la maglietta al corpo facendogli così immaginare ancor di più le sue candide forme.

Fra una cuscinata e l’altra Shikamaru la afferrò da dietro stringendole le proprie braccia sull’addome dell’altra e butto entrambi sul letto. Si rialzò velocemente e salì a cavalcioni su di lei bloccandole le braccia. Poteva sentire il dolce profumo del suo bagnoschiuma alla vaniglia che gli inebriava i sensi.

Avevano entrambi il fiatone; si avvicinò a pochi centimetri dalla sua bocca e le sorrise sornione.

S- E ora?

Temari non capiva che stesse succedendo. Quel marmocchio la stava sottomettendo ancora una volta e lei non poteva fare altro che sorridergli, stare al gioco e vedere fin dove sarebbe arrivato. 

T- E ora?

Si avvicinarono ancor più, ora a divederli solo i loro respiri che si facevano ancor più affannosi per via dell’imbarazzo e per la paura di soffocare nel contrastare lo sguardo dell’altro. Nessuno azzardava troncare quelle distanze, quindi Temari prese parola per rompere l’imbarazzo che le stava per far commettere una scemenza.

T- Shi-Shika non d-dovevi... andare a la-lavarti?

S- Ehm, s-si... hai ragione.

Shikamaru si alzò lasciandole finalmente libera la via.

T- Nara?

S- Hmh?

T- Che ti cucino?

S- Fai tu. Comunque fa come se fossi a casa tua.

Temari scese in cucina e aprì il frigo e cerco le pentole ovunque, non appena trovate si mise all’opera ai fornelli. Passò mezz’ora e Temari aveva quasi finito. Shikamaru non era ancora sceso così decise di andare a infastidirlo un po’. Si avvicinò e posò l’orecchio sulla porta. Sentiva il fruscio interrotto dell’acqua più un altro rumore non identificato. Busso alla porta e urlò per farsi sentire dal ragazzo.

T- Nara! Quanto tempo ci metti? Sei peggiore di una ragazzina al suo primo appuntamento!

S- Hmh? Si scusa arrivo.

Shikamaru uscì ancor bagnato con solo un corto asciugamano in vita e un altro dietro al collo. Temari avvampò, la visione di quel fisico scolpito dai duri allenamenti (sicuramente fatti contro voglia) le faceva dimenticare chi aveva di fronte. Ma come resistere a quelle gocce che seguivano i tratti degli addominali e a quei capelli arruffati? Scacciò quei pensieri dalla mente e quando stava per ribattere, Shikamaru la precedette.

 S- Scusa, mi ero addormentato sotto la doccia.

Temari per poco non cadde. Come aveva fatto a innamorarsi di un tipo così? OPS... ho detto innamorarsi? Beh l’importante è che Temari non sappia che voi lo sappiate siccome lei, per ora, non sa ciò (scusate il gioco di parole).

Ritorniamo alla storia.

T- Su scendiamo che è pronto.

S- Mi vesto ed arrivo.

Temari mise tutto in tavola. Aspettando che quello svogliato scendesse. Arrivò con indosso solo i pantaloni  e i capelli li aveva legati un modo malandato. Temari lo guardò con fare beffardo.

T- Come sei sexy Cry-baby

S- Tem fa caldo.

 T- Da quando mi chiami Tem?- gli chiese parecchio stupita. Adorava quel nomignolo, però non le si addiceva perché le sembrava più adatto ad una persona dolce, infatti nessuno si azzardava chiamarla così.

S- Da quando hai i capelli sciolti.

Temari cercò di ignorare la risposta che la fece rimanere perplessa. 

Si sedette l’uno di fronte all’altro. Shikamaru fissava il piatto. Temari guardava Shikamaru per capire se avesse fatto un buon lavoro. Era la prima volta che cucinava per qualcuno che non fossero i suoi fratelli, e loro mangiano di tutto, quindi era ansiosa del suo giudizio, non che gliene interessasse qualcosa, sia chiaro.

S- Mi hai avvelenato?

T- Non fare il bambino e mangia Cry-baby.

S- Tsk.

Shikamaru avvicinò lentamente il cucchiaio alla bocca, dovendo ammettere che qualsiasi cosa fosse aveva un buon profumo. L’inghiotti mentre Temari aspettava ansiosa.

T- Allora?

Shika le sorrise. Odiava ammetterlo ma doveva per tenersela buona.

S- Ottimo.

Temari gli sorrise di risposta e iniziò a mangiare.

Finirono di mangiare e Temari andò di sopra nell’attesa dell’arrivo dei genitori di Shika. Non sapendo che fare iniziò a mettere a posto. Lei odiava il disordine, mentre lui sembrava il caos fatto uomo.

Poco dopo Yoshino e Shikaku arrivarono e la prima s’iniziò a lamentare che del perché il ragazzo non avesse lavato il piatto e le pentole. Già lavare ciò che aveva usato Temari era stato stancante, chiedergli anche ciò non era plausibile, ovviamente lui non poteva dirglielo. La tortura della madre non era finita perché voleva vedere se il ragazzo avesse messo in ordine camera sua.

S- Mamma non puoi entrare!

Y- NON HAI ANCORA MESSO IN ORDINE?

S- No Mamma, ma...

Y- Niente ma! Se trovo una sola cosa fuori posto, ti sbatto ai lavori forzati per tre anni!

Shikamaru non poté far altro che arrendersi e prepararsi alla solita furia omicida della madre, però questa volta sia per il caos sia per Temari... Infatti...

Y- È tutto in ordine? Com’è possibile?

Shikamaru mezzo stordito spalancò gli occhi e si affacciò in camera sua... si ricordava perfettamente del disordine lì dentro. Non vide Temari, bensì l’ordine più assoluto.

Y- Hai buttato tutto nell’armadio?

Ecco dove poteva essere Temari!

S- No, no mamma! Non è così! Fidati!

Y- Non sono stupida Shikamaru.

Sua madre dopo aver aperto l’armadio gli sorrise e si incamminò giù in cucina. Shikamaru non capiva dove fosse quella ragazza, fin quando non notò la finestra semi aperta. Spostò un quadro che copriva un buco ed estrasse un paio di birre e prese un pacco di sigarette. Urlo una buonanotte ai suoi, chiuse la porta a chiave e salì sul tetto. Era stata furba Temari.

T- Ce ne hai messo di tempo.

S- Grazie per la camera. Vuoi?- disse porgendole la birra. Temari gliela strappo di mano e Shikamaru si sdraiò a fissare il cielo. La ragazza lo imitò. Rimasero un po’ in silenzio in contemplazione di quello spettacolo di piccole luci. Shika si accese una sigaretta e dopo un po’ gliela porse. Lui non aveva mai offerto una sigaretta a nessuno, ma per lei si poteva fare un’eccezione.

T- Io non fumo.

S- Non importa. Aspira e basta.

Lui aveva voglia di sentire il sapore delle sue labbra sulle proprie e quello poteva essere un metodo più tosto strano, almeno evitava uno schiaffo sulla guancia. Infatti senza aspettare che lei la prendesse gliela mise lui in bocca facendole aspirare l’odore acre del fumo.

T- Perché guardi il cielo?

S- Io adoro il cielo e le nuvole.

T- Perché?

S- Sei proprio una seccatura! A tutti bastava la prima risposta ma a te no. Comunque perché mi piace perdermi nell’immensità del cielo, nelle sue sfumature, nella sua profondità... il cielo unisce tutti e divide tutti, racchiude in se i mille desideri delle persone e racchiude anche la voglia di volare, di libertà, di non dover affrontare tutte le guerre che toccano a noi...

Temari si addolcì nel notare la profondità di quel ragazzo. L’immaginazione stava vagando chissà dove quando notò che quel ragazzo la stava fissando.

T- Mi hai lasciato senza parole.

L’uno perso negli occhi dell’altro si avvicinarono pericolosamente. Sarebbe stato per entrambi il primo bacio. Shika le accarezzo il mento e chiusero entrambi gli occhi. Temari non sentendo le sue labbra si diede mentalmente della stupida. Mentre stava per allontanarsi...

S- Posso baciarti?

T- Non potevi farlo e basta? Al massimo avrei detto che si era trattato di uno sbaglio, ora non posso più perché sembrerebbe che io lo voglia sul serio. Io non posso volerti baciare.

S- Basta complessi Tem. Guarda quante splendide stelle ci fissano. Vorresti davvero non lasciarti andare per il tuo stupido orgoglio? Domani ci rifileremo una stupida scusa, che ne so. Ci diremo che era colpa dell’alcol e nessun altro saprà niente.

Temari sorrise. Stava per baciarsi con lui e non vedeva l’ora. Non doveva ma voleva. Quindi decise lei di chiudere le distanze. Iniziò come un bacio lento, leggero,  una volta sparito l’imbarazzo entrambi pretendevano di più le loro lingue danzavano in ballo segreto. Si staccarono ansimanti e si fissavano.

T- Scendiamo?

S- Scendiamo.

Shikamaru prese un cuscino e si buttò a terra, Temari salì sul letto e chiuse gli occhi. Sentiva l’odore del ragazzo che stava baciando poco prima. Il suo sonno era turbato, si rigirava nel letto senza trovare una posizione che avrebbe potuto favorirle la caduta nelle braccia di Morfeo.  Si affaccio dal letto e vide Shika con gli occhi aperti.

T- Shika perché non dormi?

Shikamaru non poteva di certo dirle che era per bacio di prima, quindi inventò la scusa più plausibile.

S- È scomodo a terra.

T- È più comodo dormire in piedi vero?                

Per una volta aveva sbagliato i calcoli. Ma era colpa della ragazza che aveva vicino se i suoi neuroni non rispondevano più. Lei comunque gli sorrise premurosamente.

 T- Sali dai. Entriamo entrambi.

Shikamaru non se lo fece ripetere due volte. Temari stava sdraiata su un fianco di fronte a lui e gli sorrise maliziosa. Shikamaru fece per girarsi quando Temari lo fece rigirare verso di se con impeto e gli serrò le labbra con un bacio più sicuro di quello precedente. Shikamaru all’inizio un po’ stordito non rispose, poi prese possesso della situazione salendo a cavalcioni sulla ragazza. Scese a baciarla lungo il collo...

Continuarono fin ad arrivare a unire i loro corpi in uno unico. Senza risentimenti, senza rimpianti con la sola paura che al risveglio il sogno sarebbe finito.

Temari si svegliò prima del ragazzo, ma poco le importava. Poteva guardare il suo amore dormire. Lo baciò a fior di labbra e lui aprì leggermente gli occhi e le sorrise.

T- ‘Giorno, vado a fare la doccia.

Shika stava pensando a cosa fosse successo quella notte. Lui adorava stare con lei. Ma una domanda gli attanagliò la testa. E se lei avrebbe preteso di più? Decise di non pensarci e godersi per gli ultimi attimi il suo profumo intriso nelle lenzuola.

T- Shika io vado. Tra mezz’ora ti fai trovare giù?

S- Farò del mio meglio.

Temari non sapeva se dirglielo o meno. Aveva come un groppo in gola. Dicendoglielo avrebbe rinunciato a essere una perfetta ninja però il suo cuore non voleva altro.

T- Shika, ti amo.

Shikamaru abbassò la testa non sapendo che dire.

T- Shika?

Shikamaru chiuse gli occhi.

Quasi non credeva a tutto ciò che le era successo. Lei era lì a Konoha per portare dei documenti eccessivamente top secret all’Hokage ed era rimasta lì tre giorni per godersi una meritata vacanza dopo una missione impegnativa. Ovviamente per un assurdo scherzo del fato o dell’Hokage, si era ritrovata nuovamente quel marmocchio a farle da balia, come se lei non fosse capace di autogestirsi in una città grande. Dopo tutto ci era già stata lì e non avrebbe avuto tanti problemi e soprattutto non si sarebbe persa. Era riuscita a convincere l’Hokage a lasciarla sola e anche a trovare una camera per la prima notte, perché purtroppo le camere per il giorno dopo erano già state prenotate con un largo margine di anticipo. Il secondo giorno si perse.

 

Flashback

Era già pomeriggio inoltrato, verso le sette, e dalla colazione non aveva mangiato nulla. Era alla disperata ricerca di un albergo, ma quei bastardi erano tutti pieni. Ora, dopo aver rigirato la cartina più volte, concluse che si era persa. Ripose la cartina nello zaino e s’incammino in quelle strade, dove tante volte aveva litigato con lui. Non sapeva perché ma dopo aver picchiato l’ennesimo studente in attacco d’ira, il fratello decise che lei aveva bisogno di una pausa e che sarebbe dovuta rimanere in quella città dove si situava la persona che più non sopportava al mondo. Lei non poteva sopportare che quel bambino che la batte al concorso per diventare chunin si mettesse a piangere per quelle stupidate. Proprio non le andava giù.

Alzò la testa e poté costatare che il cielo era nuvoloso e ben presto ne vide le conseguenze. Goccia dopo goccia la tranquilla pioggia primaverile si trasformò in un vero e proprio temporale. Si mise a correre ma si fermò di colpo non appena vide una casa. La casa di Shikamaru Nara. Non sapeva che fare, ma le gambe si mossero da sole. Si trovò di fronte alla porta e busso. La pioggia continuava indisturbata il suo cammino rendendola fradicia. Passarono parecchi minuti e proprio quando aveva girato i tacchi per andarsene la porta si aprì pigramente.

S- Si?

Shikamaru piego la testa da un lato per focalizzare meglio la figura dinanzi a lui appena giratosi.

S- E tu che ci fai qui?

T- Sono in vacanza. Mi puoi dire dove trovo un posto dove dormire?

S- In questa stagione non troverai niente. Ciao.

T- Sei uno stronzo! Mi lasci così sotto la pioggia?

S- Che dovrei fare secondo te? Hm aspetta.

Un pensiero alquanto strano gli precipitò nella testa. Comunque continuò per non dover subire le ire di quella ragazza che già si preparava a distruggergli la casa se non trovava una soluzione.

T- Allora?

S- Sai cucinare?

T- Tsk. Ovvio che io sappia cucinare. Una brava jonin sa fare tutto. Comunque non capisco dove vuoi arrivare.

S- Se tu mi lasciassi finire magari. Potresti dormire in camera mia, però in cambio dovresti cucinarci la cena, parchè i miei tornano solo più tardi ed io non ne ho né la voglia né le capacità.

T- Dormire in camera tua?

Temari rimase piuttosto allibita, non sapeva se considerarlo un pervertito o semplicemente pazzo. Comunque se avrebbe dovuto scegliere se rimanere a dormire su un cartone sotto la pioggia o nel letto di Shikamaru (senza di lui ovviamente) avrebbe scelto sicuramente la seconda ipotesi.

S- Aspetta, non ho ancora finito.

Che cosa poteva aspettarsi di peggio la nostra povera Temari? Doveva passare una notte nel letto di una delle persone che più odiava, con il suo profumo che l’avrebbe inevitabilmente torturata per tutta la notte. E non finiva qui, infatti...

S- I miei tornano tra un po’, quindi per evitare di ascoltare degli assurdi discorsi prima che rientrino ti dovrai chiudere in camera mia e poco dopo ti raggiungerò io...

T- Ehi Shika, ma che strane idee ti sei fatto in testa, Cry-baby?

S- Non fraintendere... solo che i miei si insospettirebbero se dormissi in salotto sul divano.

T- Mhm? Vabbè mettendo caso che io voglia fidarmi, perché diavolo devo nascondermi dai tuoi?

S- Perché si farebbero strane idee e porrebbero domande ambigue a me oltre che a te. Allora che fai entri o ti vuoi prendere un raffreddore?

T- Entro, entro... carina casa tua.

S- Ascolta io stavo per andarmi a fare una doccia... ti lavi prima tu?

T- Come sei galante Nara. Dove lascio questa roba?

S- Vieni su che ti mostro la mia camera, io intanto ti esco un asciugamano e il bagno schiuma.

T- Ho il mio bagno schiuma, però mi servirebbe un pigiama. Qui dentro è tutto zuppo.

S- Ti do una mia tuta. Probabilmente ti andrà un po’ lunga.

T- Va bene lo stesso.

Shikamaru e Temari si avviarono nel piano superiore. Le passo le robe e subito dopo si butto pesantemente sul letto pensando alla grande cazzata fatta invitandola a casa sua. Ogni volta che la vedeva gli mancava il fiato e sentiva il suo cuore accelerare ma in realtà non sapeva se quell’effetto fosse provocato dal testosterone o se se ne fosse innamorato sul serio. E certo ora dover stare da solo con lei in casa e poi dormire nella stessa stanza non lo aiutava a chiarirsi le idee bensì a far crescere l’eccitazione in lui e mandare in tilt il cervello.

Temari si stava riposando sotto il rilassante scorrere dell’acqua calda sulla sua pelle.  Chiuse il rubinetto e si asciugò indifferente lasciando che i capelli e ricadessero sciolti e bagnati sulle spalle. Infine mise la biancheria e quella tuta eccessivamente larga , così tanto da farle arrivare la maglia appena sopra il ginocchio.

Entrò in camera di Shika e vedendolo con gli occhi chiusi non poté resistere. Prese un cuscino e glielo butto con forza in faccia. Shikamaru scattò in piedi di soprassalto, fece una finta aria imbronciata. Prese un altro cuscino e reagì, però con meno forza, per non farle male.

La ragione in lui si stava diradando lasciando spazio solo all’assurda illusione che un giorno sarebbero stati insieme. Notò che con i capelli sciolti era molto più... molto più rilassante. Si quello era il termine giusto. Anche se in quel momento si il suo corpo chiedeva tutt’altro che rilassarsi. Era dannatamente bella così. I capelli bagnati che le ricadevano sulle spalle e l’ancor umido corpo facevano aderirle la maglietta al corpo facendogli così immaginare ancor di più le sue candide forme.

Fra una cuscinata e l’altra Shikamaru la afferrò da dietro stringendole le proprie braccia sull’addome dell’altra e butto entrambi sul letto. Si rialzò velocemente e salì a cavalcioni su di lei bloccandole le braccia. Poteva sentire il dolce profumo del suo bagnoschiuma alla vaniglia che gli inebriava i sensi.

Avevano entrambi il fiatone; si avvicinò a pochi centimetri dalla sua bocca e le sorrise sornione.

S- E ora?

Temari non capiva che stesse succedendo. Quel marmocchio la stava sottomettendo ancora una volta e lei non poteva fare altro che sorridergli, stare al gioco e vedere fin dove sarebbe arrivato. 

T- E ora?

Si avvicinarono ancor più, ora a divederli solo i loro respiri che si facevano ancor più affannosi per via dell’imbarazzo e per la paura di soffocare nel contrastare lo sguardo dell’altro. Nessuno azzardava troncare quelle distanze, quindi Temari prese parola per rompere l’imbarazzo che le stava per far commettere una scemenza.

T- Shi-Shika non d-dovevi... andare a la-lavarti?

S- Ehm, s-si... hai ragione.

Shikamaru si alzò lasciandole finalmente libera la via.

T- Nara?

S- Hmh?

T- Che ti cucino?

S- Fai tu. Comunque fa come se fossi a casa tua.

Temari scese in cucina e aprì il frigo e cerco le pentole ovunque, non appena trovate si mise all’opera ai fornelli. Passò mezz’ora e Temari aveva quasi finito. Shikamaru non era ancora sceso così decise di andare a infastidirlo un po’. Si avvicinò e posò l’orecchio sulla porta. Sentiva il fruscio interrotto dell’acqua più un altro rumore non identificato. Busso alla porta e urlò per farsi sentire dal ragazzo.

T- Nara! Quanto tempo ci metti? Sei peggiore di una ragazzina al suo primo appuntamento!

S- Hmh? Si scusa arrivo.

Shikamaru uscì ancor bagnato con solo un corto asciugamano in vita e un altro dietro al collo. Temari avvampò, la visione di quel fisico scolpito dai duri allenamenti (sicuramente fatti contro voglia) le faceva dimenticare chi aveva di fronte. Ma come resistere a quelle gocce che seguivano i tratti degli addominali e a quei capelli arruffati? Scacciò quei pensieri dalla mente e quando stava per ribattere, Shikamaru la precedette.

 S- Scusa, mi ero addormentato sotto la doccia.

Temari per poco non cadde. Come aveva fatto a innamorarsi di un tipo così? OPS... ho detto innamorarsi? Beh l’importante è che Temari non sappia che voi lo sappiate siccome lei, per ora, non sa ciò (scusate il gioco di parole).

Ritorniamo alla storia.

T- Su scendiamo che è pronto.

S- Mi vesto ed arrivo.

Temari mise tutto in tavola. Aspettando che quello svogliato scendesse. Arrivò con indosso solo i pantaloni  e i capelli li aveva legati un modo malandato. Temari lo guardò con fare beffardo.

T- Come sei sexy Cry-baby

S- Tem fa caldo.

 T- Da quando mi chiami Tem?- gli chiese parecchio stupita. Adorava quel nomignolo, però non le si addiceva perché le sembrava più adatto ad una persona dolce, infatti nessuno si azzardava chiamarla così.

S- Da quando hai i capelli sciolti.

Temari cercò di ignorare la risposta che la fece rimanere perplessa. 

Si sedette l’uno di fronte all’altro. Shikamaru fissava il piatto. Temari guardava Shikamaru per capire se avesse fatto un buon lavoro. Era la prima volta che cucinava per qualcuno che non fossero i suoi fratelli, e loro mangiano di tutto, quindi era ansiosa del suo giudizio, non che gliene interessasse qualcosa, sia chiaro.

S- Mi hai avvelenato?

T- Non fare il bambino e mangia Cry-baby.

S- Tsk.

Shikamaru avvicinò lentamente il cucchiaio alla bocca, dovendo ammettere che qualsiasi cosa fosse aveva un buon profumo. L’inghiotti mentre Temari aspettava ansiosa.

T- Allora?

Shika le sorrise. Odiava ammetterlo ma doveva per tenersela buona.

S- Ottimo.

Temari gli sorrise di risposta e iniziò a mangiare.

Finirono di mangiare e Temari andò di sopra nell’attesa dell’arrivo dei genitori di Shika. Non sapendo che fare iniziò a mettere a posto. Lei odiava il disordine, mentre lui sembrava il caos fatto uomo.

Poco dopo Yoshino e Shikaku arrivarono e la prima s’iniziò a lamentare che del perché il ragazzo non avesse lavato il piatto e le pentole. Già lavare ciò che aveva usato Temari era stato stancante, chiedergli anche ciò non era plausibile, ovviamente lui non poteva dirglielo. La tortura della madre non era finita perché voleva vedere se il ragazzo avesse messo in ordine camera sua.

S- Mamma non puoi entrare!

Y- NON HAI ANCORA MESSO IN ORDINE?

S- No Mamma, ma...

Y- Niente ma! Se trovo una sola cosa fuori posto, ti sbatto ai lavori forzati per tre anni!

Shikamaru non poté far altro che arrendersi e prepararsi alla solita furia omicida della madre, però questa volta sia per il caos sia per Temari... Infatti...

Y- È tutto in ordine? Com’è possibile?

Shikamaru mezzo stordito spalancò gli occhi e si affacciò in camera sua... si ricordava perfettamente del disordine lì dentro. Non vide Temari, bensì l’ordine più assoluto.

Y- Hai buttato tutto nell’armadio?

Ecco dove poteva essere Temari!

S- No, no mamma! Non è così! Fidati!

Y- Non sono stupida Shikamaru.

Sua madre dopo aver aperto l’armadio gli sorrise e si incamminò giù in cucina. Shikamaru non capiva dove fosse quella ragazza, fin quando non notò la finestra semi aperta. Spostò un quadro che copriva un buco ed estrasse un paio di birre e prese un pacco di sigarette. Urlo una buonanotte ai suoi, chiuse la porta a chiave e salì sul tetto. Era stata furba Temari.

T- Ce ne hai messo di tempo.

S- Grazie per la camera. Vuoi?- disse porgendole la birra. Temari gliela strappo di mano e Shikamaru si sdraiò a fissare il cielo. La ragazza lo imitò. Rimasero un po’ in silenzio in contemplazione di quello spettacolo di piccole luci. Shika si accese una sigaretta e dopo un po’ gliela porse. Lui non aveva mai offerto una sigaretta a nessuno, ma per lei si poteva fare un’eccezione.

T- Io non fumo.

S- Non importa. Aspira e basta.

Lui aveva voglia di sentire il sapore delle sue labbra sulle proprie e quello poteva essere un metodo più tosto strano, almeno evitava uno schiaffo sulla guancia. Infatti senza aspettare che lei la prendesse gliela mise lui in bocca facendole aspirare l’odore acre del fumo.

T- Perché guardi il cielo?

S- Io adoro il cielo e le nuvole.

T- Perché?

S- Sei proprio una seccatura! A tutti bastava la prima risposta ma a te no. Comunque perché mi piace perdermi nell’immensità del cielo, nelle sue sfumature, nella sua profondità... il cielo unisce tutti e divide tutti, racchiude in se i mille desideri delle persone e racchiude anche la voglia di volare, di libertà, di non dover affrontare tutte le guerre che toccano a noi...

Temari si addolcì nel notare la profondità di quel ragazzo. L’immaginazione stava vagando chissà dove quando notò che quel ragazzo la stava fissando.

T- Mi hai lasciato senza parole.

L’uno perso negli occhi dell’altro si avvicinarono pericolosamente. Sarebbe stato per entrambi il primo bacio. Shika le accarezzo il mento e chiusero entrambi gli occhi. Temari non sentendo le sue labbra si diede mentalmente della stupida. Mentre stava per allontanarsi...

S- Posso baciarti?

T- Non potevi farlo e basta? Al massimo avrei detto che si era trattato di uno sbaglio, ora non posso più perché sembrerebbe che io lo voglia sul serio. Io non posso volerti baciare.

S- Basta complessi Tem. Guarda quante splendide stelle ci fissano. Vorresti davvero non lasciarti andare per il tuo stupido orgoglio? Domani ci rifileremo una stupida scusa, che ne so. Ci diremo che era colpa dell’alcol e nessun altro saprà niente.

Temari sorrise. Stava per baciarsi con lui e non vedeva l’ora. Non doveva ma voleva. Quindi decise lei di chiudere le distanze. Iniziò come un bacio lento, leggero,  una volta sparito l’imbarazzo entrambi pretendevano di più le loro lingue danzavano in ballo segreto. Si staccarono ansimanti e si fissavano.

T- Scendiamo?

S- Scendiamo.

Shikamaru prese un cuscino e si buttò a terra, Temari salì sul letto e chiuse gli occhi. Sentiva l’odore del ragazzo che stava baciando poco prima. Il suo sonno era turbato, si rigirava nel letto senza trovare una posizione che avrebbe potuto favorirle la caduta nelle braccia di Morfeo.  Si affaccio dal letto e vide Shika con gli occhi aperti.

T- Shika perché non dormi?

Shikamaru non poteva di certo dirle che era per bacio di prima, quindi inventò la scusa più plausibile.

S- È scomodo a terra.

T- È più comodo dormire in piedi vero?                

Per una volta aveva sbagliato i calcoli. Ma era colpa della ragazza che aveva vicino se i suoi neuroni non rispondevano più. Lei comunque gli sorrise premurosamente.

 T- Sali dai. Entriamo entrambi.

Shikamaru non se lo fece ripetere due volte. Temari stava sdraiata su un fianco di fronte a lui e gli sorrise maliziosa. Shikamaru fece per girarsi quando Temari lo fece rigirare verso di se con impeto e gli serrò le labbra con un bacio più sicuro di quello precedente. Shikamaru all’inizio un po’ stordito non rispose, poi prese possesso della situazione salendo a cavalcioni sulla ragazza. Scese a baciarla lungo il collo...

Continuarono fin ad arrivare a unire i loro corpi in uno unico. Senza risentimenti, senza rimpianti con la sola paura che al risveglio il sogno sarebbe finito.

Temari si svegliò prima del ragazzo, ma poco le importava. Poteva guardare il suo amore dormire. Lo baciò a fior di labbra e lui aprì leggermente gli occhi e le sorrise.

T- ‘Giorno, vado a fare la doccia.

Shika stava pensando a cosa fosse successo quella notte. Lui adorava stare con lei. Ma una domanda gli attanagliò la testa. E se lei avrebbe preteso di più? Decise di non pensarci e godersi per gli ultimi attimi il suo profumo intriso nelle lenzuola.

T- Shika io vado. Tra mezz’ora ti fai trovare giù?

S- Farò del mio meglio.

Temari non sapeva se dirglielo o meno. Aveva come un groppo in gola. Dicendoglielo avrebbe rinunciato a essere una perfetta ninja però il suo cuore non voleva altro.

T- Shika, ti amo.

Shikamaru abbassò la testa non sapendo che dire.

T- Shika?

Shikamaru chiuse gli occhi.

T- Shika?!

S- Tem, io non so...

CIAF!

Temari stava per piangere per quel bastardo di un bambino viziato per cui aveva dato tutta se stessa. E ora lui come ricambiava? Dicendo che non sapeva se l’amava. Non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederla piangere. Quindi ricacciò le lacrime dentro e mantenne una voce stabile.

T- Nara solo tre parole. Sei uno stronzo.

Temari uscì e andò a correre nella foresta per sfogarsi un po’. Shikamaru si butto a peso morto sul letto. Temari trovò sistemazione a casa di Tenten mentre Shikamaru non uscì da casa per 3 giorni.

 

Fine Flashback

 

Erano passati cinque giorni da quando era tornata a Suna e lei non faceva altro che allenarsi. Ora dopo una breve pausa sentì il campanello suonare. Andò ad aprire e trovò di fronte a lei uno Shikamaru alquanto sudato. Stava per chiudere la porta, ma volle sentire cos’avesse da dire chi in un giorno le aveva dato tutto e anche tolto tutto.

T- Che vuoi?

S- Temari ho pensato molto, però appena ho capito cosa fare son venuto qui di corsa. Tem tu sei il mio cielo.

Per Temari questa frase valse molto più di qualsiasi ti amo. Gli cinse le braccia in torno al collo e lo baciò teneramente.

T- Grazie Shika.

T- Shika?!

S- Tem, io non so...

CIAF!

Temari stava per piangere per quel bastardo di un bambino viziato per cui aveva dato tutta se stessa. E ora lui come ricambiava? Dicendo che non sapeva se l’amava. Non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederla piangere. Quindi ricacciò le lacrime dentro e mantenne una voce stabile.

T- Nara solo tre parole. Sei uno stronzo.

Temari uscì e andò a correre nella foresta per sfogarsi un po’. Shikamaru si butto a peso morto sul letto. Temari trovò sistemazione a casa di Tenten mentre Shikamaru non uscì da casa per 3 giorni.

 

Fine Flashback

 

Erano passati cinque giorni da quando era tornata a Suna e lei non faceva altro che allenarsi. Ora dopo una breve pausa sentì il campanello suonare. Andò ad aprire e trovò di fronte a lei uno Shikamaru alquanto sudato. Stava per chiudere la porta, ma volle sentire cos’avesse da dire chi in un giorno le aveva dato tutto e anche tolto tutto.

T- Che vuoi?

S- Temari ho pensato molto, però appena ho capito cosa fare son venuto qui di corsa. Tem tu sei il mio cielo.

Per Temari questa frase valse molto più di qualsiasi ti amo. Gli cinse le braccia in torno al collo e lo baciò teneramente.

T- Grazie Shika.

Chiedo perdono per l'assurdità di questa ff! Non riuscivo a scrivere niente di decente ed infatti mi sono classificata penultima. Ho fatto qualche piccola correzione. Cmq dopo un ritardo assurdo eccola qui.
P.S. se a qualcuno possa interessare, " This is my real life?" la continuerò o sta sera o la settimana prossima, visto che finisce la scuola. 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: mary1993