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Autore: hannasdream    12/01/2014    1 recensioni
Ricordo, anche fin troppo bene questa storia. La storia di una ragazzina che ha provato a riscattarsi, che per quanto potesse cambiare non si è mai piaciuta, la storia di una ragazzina che è cresciuta,diventando ciò che ha sempre odiato, la storia di un amore, forse sempre esistito, ma soffocato. Quella ragazza ero io … e questa è la sbagliata, complicata, strana storia della mia vita.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Erano passati alcuni mesi. Seduta vicino alla finestra della mia stanza, guardavo fuori, il paesaggio che mi si presentava davanti era mozzafiato,gli alberi spogli illuminati da quel flebile sole di fine Gennaio. Sulla neve proprio sotto la finestra, c’erano ancora le impronte della notte precedente. Julie, Harry,Louis ed io eravamo come ogni venerdì sera, a casa mia. Dopo aver finito la pizza- ne mangiavamo davvero a tonnellate- decidemmo di giocare a quello che finiva sempre per diventare ‘fai obbligo o so cazzi’.
‘Sarà più divertente!’ pensai. Oh povera idiota.
Raggiunsi i ragazzi in salotto e li trovai seduti in un piccolo cerchio.
-Iniziamo?- chiesi mettendo in bocca una manciata di popcorn.
- Sì, dai gira la bottiglia Lou- disse Julie.
Louis annuì e fece ruotare la bottiglia di plastica vuota. Alla sua destra aveva una ciotola trasparente con gli obblighi più svariati e assurdi, scritti in delle striscioline di carta. La bottiglia smise di girare, indicandomi.
- Beeene, Ally dovrà..- mise una mano nella ciotola tirando fuori una striscia di carta mal piegata – fare un succhiotto- ‘Questa merda di obbligo, non lo avevo mai beccato in tre mesi.’ Pensai – a..Julie- continuò Lou trattenendo una risata. Harry gli diede il cinque e io e Julie ci guardammo  ridendo.
- No dai ragazzi, pesca un'altra striscetta và!-  dissi a Louis.
Harry mi guardò malissimo. – l’ ho fatto io lo fai anche tu stronzetta- poi sorrise fino alle orecchie. Ah già, Harry aveva fatto un succhiotto a Louis qualche settimana fa, non potete immaginare le risate di me e Julie. Ok mi toccava.
-Ve la farò pagare- dire che il mio era un sorrisetto inquietante era poco. Mi avvicinai alla riccia.
In effetti, non feci altro che darle dei morsetti alla meno peggio, non si poteva neanche avvicinare a un succhiotto, e a dirla tutta Julie, in quel periodo era fissata con i morsi,  mordicchia il braccio altrui come fosse un barboncino,io mi stavo solo vendicando e lei lo sapeva. Per quanto riguarda i due idioti, erano troppo concentrati a mangiare popcorn e di rado ci mandavano un’occhiata.
Mi stupii quando vidi una chiazza arrossata, non troppo grande, nel collo del mio barboncino(?), sembrava più autentica di quanto in realtà non fosse.
Harry e Louis si complimentarono, dicendo che non si sarebbero mai aspettati che io l’avessi fatto. ‘lo potevate dire primaaaa’ .
La serata continuò, qualche beverone di maionese e birra, Julie ha anche leccato il parquet -scena memorabilmente immortalata con foto che resteranno sempre nel mio cellulare- e finalmente toccò a Louis.
Tirai fuori il fogliettino e prima di leggerlo ad alta voce gli diedi una sbirciata. ‘Proprio quello che aspettavo!’
- allora Lou, pronto a fare superman?- sbiancò e lo avrei fatto anche io se fossi stata costretta ad andare in giardino in mutande con solo una coperta legata al collo. E la cosa è ancora più divertente se pensiamo che è stato proprio Lou, tempo fa, ad inserire quest’obbligo.
Si tolse la maglietta, ci guardò speranzoso di poter tenere i pantaloni considerando la temperatura di là fuori, ricevette un ‘no’ divertito da Harry, Julie e me contemporaneamente. Si tolse anche i pantaloni e Julie gli allacciò una coperta al collo. Una volta che fu fuori lo seguimmo a ruota restando più indietro rispetto a lui che, seguendo alla lettera la penitenza da lui creata, stava al centro del giardino, per i 10 minuti più lunghi della sua vita- praticamente un eternità a quella temperatura-.
- Ce la farà pagare- dissi divertita.
- Oh sì! Potete scommetterci- intimò Louis congelato.
Passati i dieci minuti, ci catapultammo in casa.
Si era fatto tardi, e i ragazzi decisero di rincasare, ci saremo sentiti il pomeriggio successivo.
Louis si trattenne qualche minuto in più.
- Sai che non la passerai liscia, vero tappetta?- giuro, era più alto di me di quattro centimetri al massimo.
- Ho fatto un succhiotto a Julie!-
- e io sono uscito in mutante in giardino-  -A gennaio!- continuò.
- quindi mi devi un favore- disse. Inarcai un sopracciglio, non capendo cosa avrebbe mai potuto volere da me.
-Un succhiotto?- chiesi ironica.
-No..una festa- dalla sua espressione capii che non mi aspettava niente di buono.
- E io a che ti servo?- chiesi inclinando la testa di lato.
- Bhe..hai presente Amber Davies? – annuii ricordando la reginetta della scuola.- bene, come sai ci siamo frequentati per un po’ e dopo un mese mi ha scaricato per l’armadio del suo ex, quello della festa ricordi?-
-Taglia corto, io che dovrei fare?- chiesi spazientita.
- farla ingelosire- disse cercando di capire la mia reazione. – sai, adesso quei due si sono lasciati per la millesima volta ed qualche giorno fa è venuta sculettando ad invitarmi alla festa, ti va di rompere quel suo cuoricino di ghiaccio?- sorrise falsamente cercando di convincermi.
Sinceramente, dopo tutte le spallate e gli insulti velati che quell’ochetta mi aveva riservato fin dalle medie, l’idea mi allettava.
- Sai, potrei anche farlo, ma resta il fatto che non si sentirebbe mai ‘minacciata’ da una come me, chiedi a Julie-  gli diedi una pacca sulla spalla.
- Nah, Edward mi ucciderebbe- ah..giusto, non sapete che dopo la festa, il nostro caro Edward si era trasferito nella nostra città e nella nostra scuola, facendo entrare in confusione Julie che cercava di dimenticarlo? Beh ci arriveremo.
- Tu basti e avanzi- continuò sorridendo.
-ahahahhaha no, non ci cascherà mai-
- fidati di me, daaai-  mi implorò facendo il broncio
- eh va bene- alzai gli occhi al cielo.
- così mi piaci,piccola- mi diede un  bacio nella guancia – ah, ti ho detto che dormiremo tutti lì vero? Sì bene ciaooo- concluse velocemente scomparendo da casa mia.
Restai qualche secondo ferma lì, davanti alla porta, pensando al guaio in cui mi ero cacciata. Poi andai a dormire pensando che una festa non ha mai fatto male ha nessuno… più o meno.
Mi svegliai dal mio stato di trans distogliendo lo sguardo dalle nostre lievi orme sulla neve, guardai davanti a me, Louis ancora dormiva e io invece ero sveglia, alle cinque di una gelida mattina invernale, pronta per andare a correre per qualche oretta.
Misi del leggins neri sopra una calzamaglia dello stesso colore –ho già detto che si gela, vero?- una maglia sportiva che dovrebbe trattenere il calore corporeo, una giacca, cuffiette nelle orecchie e addio mondo.
Correvo ogni mattina da mesi ormai, e qualche risultato ero iniziato a saltare fuori, a parte aver perso qualche chilo, mi sentivo meglio, meno insicura e sì, anche più forte.
Dopo un’ora e mezza mi fermai in un piccolo parco dove passavo sempre prima di tornare a casa. Quella volta però, non ero sola. Riuscii a distinguere tra la nebbia una sagoma seduta in una panchina. Mi avvicinai istintivamente e capii di chi si trattava.
- E tu che ci fai qui? Alle 6:30 del mattino?- si girò di scatto, non mi aveva sentito arrivare. Aveva la testa fra le mani e i gomiti sulla ginocchia.
- penso, boh non ho un gran che da fare- rispose. Mi sedetti accanto a lui.
- Sai, ho fatto una cazzata- i suoi occhi verdi mi guardarono per un attimo.
-quale?-  chiesi curiosa.
-..lasciarla andare– rimasi a guardarlo capendo subito la ragazza a cui stava pensando.
E giuro che quello, non era lo stesso sguardo dell’Edward conosciuto mesi fa.


Heeey people! bene, non vorrei essere uccisa, ma riconosco che è da un bel po' che non aggiorno quindi se c'è qualcuno che ancora legge questa fiction, vi sposerò e darò un unicorno, giuro. Alla prossimaaa!
Hanna xx

 
  
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