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Autore: Evanne991    12/01/2014    2 recensioni
Non sempre è tutto bianco o tutto nero. A volte in mezzo ci sono tutti i colori dell'arcobaleno. Una giovane donna e la sua ingenua convinzione che il nero sia solo il colore degli abiti da sera che indossa nelle lussuose feste organizzate da papà. Quel che nero che, appena riconosciuto, decide di strapparsi di dosso. A qualsiasi costo.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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L’acqua calda profumata da oli essenziali alla mandorla ed alla vaniglia, le carezzava la pelle chiara. Non sapeva più da quanto tempo era immersa in quel bagno. Teneva la testa inclinata indietro, poggiata sulla testiera in marmo della grande vasca del suo bagno personale. I seni uscivano dall’acqua e si alzavano lentamente ad ogni sospiro che l’accompagnava nei pensieri più disparati. Stava male, non poteva negarlo. Aveva mancamenti da circa dieci giorni, la mattina si svegliava con un forte senso di vomito, e sentiva le forze abbandonarla spesse volte durante il giorno. Il suo essere ipocondriaca le faceva sentire forti fitte alla testa, come in quel momento, ed era quasi certa, senza aver fatto analisi, che avesse un brutto male. Così ad occhi chiusi ripensava agli occhi spaventati di lui, che l’avevano guardata nel momento in cui lei aveva riaperto i suoi, ripensava a Vincenzo ed al suo essersi sentito in colpa di aver fatto agitare la ragazza con il suo pianto. Aveva capito, Eva, lo stato d’animo dell’uomo senza che lui proferisse parola, non davanti a Christian. Lui l’aveva poi riaccompagnata a casa, preoccupato, devoto. Lei, infastidita, senza darlo a vedere, l’aveva mandato via, promettendogli che l’avrebbe richiamato.
Le parole di Aida - Ti fidi di lui? Riesci ancora a fidarti di lui? – poi quelle di Vincenzo -  Christian si mette nei guai, io lo so, aiutalo, salvalo! – l’avevano completamente coinvolta, al punto tale che non voleva vedere il ragazzo, non voleva sentirlo, voleva stargli lontana. Egoisticamente, per paura di dover dare ragione a quegli  avvertimenti più o meno veritieri.
Scivolò lentamente nell’acqua, fino a scomparire sotto la sua superficie, mentre la mano destra si portava in lei, ad amarsi, quasi a volersi rassicurare da sola, al meglio.
 
***
 
Bendato, sentiva altre pelli sfregarsi con la sua. Sentiva una bocca assaggiare la sua intimità, sentiva mani sfiorargli il petto, un’altra bocca passargli sapori ed umori diversi nella sua. I polsi stretti in una morsa violenta e sensuale, le mani aperte, e le dita affusolate tese ad afferrare l’aria calda di sospiri e gemiti. Gli piaceva. Gli piaceva tutto: gli piacevano le mani, le bocche, le lingue, le parole sussurrate maliziose da un orecchio all’altro, gli piaceva fare sesso ed essere pagato per farlo. L’altra parte di sé, quella che era disgustosa alla luce del sole, affamata di umori proibiti, eleganti, sbagliati, quella parte che credeva di odiare ma che, ogni volta che si manifestava, lo faceva sentire potente, desiderato, indispensabile. Col tempo aveva capito di amare quello che faceva, di desiderare la sua clientela, di provare piacere ad ogni amplesso ottenuto e regalato.
Non esisteva Eva, in quei momenti, perché suo malgrado, l’eccitazione provata con il suo lavoro non la provava con lei, perché lei era disinibita, ma pulita. E lui era malato e disgustoso, ed amava ogni cura alla sua malattia, ogni dipendenza creata da labbra calde che non fossero quelle di Eva. E tutto questo lo pensava mentre, bendato, si muove dentro un corpo, mentre un'altra lingua gli carezzava il palato. In quei momenti, Christian, amava il sesso più di quanto amasse Eva. Solo dopo, si sentiva sporco. Ma, maledetto, eccitato nel sapere che ci sarebbe stato un seguito.
Veniva violentemente, mosso da spasmi, da sospiri rauchi.
Una voce bassa, che ormai conosceva bene, la voce che gli telefonò anni prima, la voce che aveva pronunciato la condanna a morte di Stefano, la voce che più lo eccitava e più lo terrorizzava, gli sussurrò all’orecchio:
-Cosa diceva Woody Allen? Il sesso è sporco solo se è fatto bene…
Christian mise a fuoco le labbra carnose davanti a sé, quando quelle mani gli tolsero la benda. La persona si sdraiò sul letto ormai sfatto, mentre l’altra, sazia ma ancora per poco, accendeva uno spinello.
Il ragazzo si sdraiò sulla persona e la baciò con rabbia e passione, non più attratto dai soldi, quanto da quel corpo in sé.
 
 
NOTE DELLA (PSEUDO) AUTRICE:
Ehm, in realtà mi imbarazza molto scrivere da Evanne, adesso. Non sono brava con le scene di sesso, ma almeno una di Christian dovevo scriverla, per spiegare che a lui in fondo piace fare il gigolò. Eva è ipocondriaca e… chissà? Lascerà Christian?
A presto, Ev.
  
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