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Autore: Delyassodicuori    13/01/2014    1 recensioni
Ok, questa è decisamente l'idea più fasulla che mi sia venuta in mente. ricordate come avevo modificato il personaggio di Renesmee nella mia prima storia (the wolf story), facendola completamente innamorare della coppia Jacob/Leah? Bene, qui la vediamo alle prese con delle fanfiction da lei ideate e scritte per i nostri protagonisti, che ovviamente loro leggeranno ad alta voce le sue storie. quindi, in poche parole, è come un'insieme di capitoli extra, per l'appunto un Super Extra. Spero che vi piaccia, nonostante possa essere una roba da pazzi.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Leah Clearweater, Nuovo personaggio, Renesmee Cullen, Seth Clearwater | Coppie: Jacob/Leah
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Wolf Story'
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SPECIALE: L'ANGOLO DELLE FANFICTION DI RENESMEE parte 9

-Lo sapevo che sotto sotto anche Levi era un coglione!- disse Jacob, interrompendo per l’ennesima volta la narrazione.
-Tale padre, tale figlio, giusto Lee?-
Leah annui, decisa.
-Ehi, siamo ad un punto cruciale!- ribatte Cloe –Possiamo continuare e smetterla di interrompere?-
-Giusto- tossì io –Anche perché quello che succederà fra un po sarà importante!-.

 

<<-E’ una follia, Jake!- ribatte Leah, quando l’amato finì di indossare gli stivali.
-Follia?- chiese lui, perplesso.
-Certo. Insomma, credi davvero che tuo padre potrebbe dar retta alla storia?- disse lei, poco sicura della decisione del ragazzo.
-Dovrà farlo!- rispose Jacob, legando alla cintura la sua spada –Anche perché se richiamiamo a noi i testimoni dei crimini di Levi non potrà non crederci-.
-Ma…-
-Leah!- disse lui, prendendola per le spalle e fissandola negli occhi. –Ti fidi di me, vero?-.
Passò un secondo, dopo di ché Leah annui. Certo che si fidava di Jacob, ma non era questo il punto.
Aveva come una pessima sensazione. Come se denunciare Levi non fosse sufficiente a fermarlo. Questo però non sapeva come spiegarlo a Jacob, e poi era solo una sensazione, così decise di non dire altro.
Il ragazzo le sorrise, fiero, per poi prenderla per mano e condurla dal re.
A quell’ora il re e le figlie avevano già finito la colazione e come loro solito, il sabato mattina, la passavano tra scacchi, letture e tornei di barzellette.
Quel giorno, però, solo Rachel e Rebecca giocavano a scacchi nella sala del trono. Billy era seduto sulla sua solita sedia a rotelle, fissando fuori dalla finestra il suo regno.
-E’ sicuro di potersi fidare di questo re Hawaiano?- domandò Levi al suo fianco, le mani dietro alla schiena e lo sguardo fisso sul villaggio come il re.
-Certo- rispose quest’ultimo, accarezzando la lettera che il futuro marito di Rebecca aveva spedito a loro. Spiegava le proprietà del medicinale innovativo che avrebbe fatto rinvigorire la popolazione, più altri dettagli in fatto di politica, una cosa sulla quale possiamo ritornarci più tardi.
-Ho sentito che la medicina ha funzionato con una nostra cameriera- continuò il vecchio re. Non gli piaceva dire la parola “sguattera” specialmente dopo l’accaduto tra i figlio ed una di loro.
-Quindi se funziona questa…- disse Levi, facendo finire la frase a Billy:-Si, le altre persone ammalate saranno ristabilite. Questo è poco ma sicuro-.
Intanto i due giovani erano arrivati davanti al portone della sala del trono. Leah sentiva le mani sudare, e non solo per la stretta di Jacob. Era un sudore freddo.
-Scusa… ma se vuoi convincere tuo padre dell’accaduto, non dovresti chiamare gli altri?- chiese lei, voltando la testa verso di lui.
-E secondo te perché mi sono fermato un attimo per parlare con quello scemo del mio tutore?- fece lui, sorridendo come sempre.
In effetti si erano fermati quando, dopo aver svoltato l’angolo, avevano incontrato Edward. Jacob gli aveva parlato sottovoce, e l’uomo dai capelli rossi aveva semplicemente annuito.
-Oh, ecco perché- pensò ad alta voce Leah, fissando nuovamente la porta.
Sospirò forte, mentre Jacob con il pollice le massaggiava il suo.
Con la mano libera spinse la porta, aprendola.
I presenti nella sala si voltarono quando il portone si aprì.
Jacob e Leah entrarono, e lui si chiuse la porta alle spalle.
-Oh, Jacob, buongiorno- lo salutò il padre. Rachel smise di giocare con Rebecca ed andò incontro a Leah, abbracciandola.
-Scusa scusa scusa scusa scussssaaaa!!!!!- la supplicò, mentre Leah spalancava la bocca dall’incredulità.
-Rachel, dai, non rompere!- le disse il fratello, mentre la principessa si staccava dalla sguattera.
Solo allora Leah, con il cuore in gola, notò l’ex-comandante Levi al fianco del re Billy.
Deglutì, mentre Jacob aumentava la stretta sulla sua mano.
-Pap… ehm… padre, dobbiamo parlati di una cosa molto importante- disse lui, avanzando assieme alla sguattera verso i due vecchi.
Billy fece girare la sedia verso di loro, incuriosito, mentre Levi girava solo metà busto, le braccia incrociate al petto e lo sguardo fisso su Leah.
Sembrava quasi che la volesse mangiare con gli occhi. In un primo momento la ragazza rimase pietrificata, ma poi scosse la testa e si fece coraggio, ricambiando lo sguardo.
-No, aspetta, non me lo dire….- fece il re, scuotendo le mani, come imbizzarrito.
-Eh?- fece il figlio, fermandosi.
-SEI INCINTA????- urlò il re, scoccato, indicando con l’indice l’addome di Leah.
-COSA?- fecero i due, guardandosi in faccia e arrossendo di brutto…>>-
 
-Buahahhahaha!!- rise lo zio, interrompendo ancora.
Leah gli diede un ceffone violento sulla nuca, facendolo zittire.

 

-<<-Nonononononono!- scossero la testa entrambi e agitando le braccia peggio del vecchio sulla sedia a rotelle.
-Uh?-
-Non sono incinta, maestà!- disse imbarazzata Leah, mentre le sorelle di Jacob trattenevano a stento le risate.
Levi invece rimase impassibile.
-Oh, sul serio?- chiese il re, mezzo sollevato e mezzo deluso.
-Certo!- rispose Jacob –E comunque non siamo qui per questo, papà!-
-Ah no?-
-NO!- strillò il figlio, sul punto di perdere la pazienza. Leah avrebbe giurato che quel ragazzo stesse per far uscire del fumo dalle narici.
Prese un bel respiro, calmandosi, per poi parlare:-Siamo qui per denunciare un crimine!-

(nota autrice: Oddio, ma cos’è? sembra Irina! T_T)

-Un… crimine?- chiese il padre, tutt’a un tratto serio. Levi si mise sull’attenti, mantenendo però la stessa posa.
-Si- rispose Jacob, fissando Levi e sfidandolo –Il vostro caro amico ex-comandante Levi Uley vi ha raccontato un mucchio di balle!-
-Di cosa stà parlando, altezza?- domandò Levi, mantenendo un tono piatto.
-Lo sa benissimo di cosa parlo, Levi- fece il ragazzo, facendosi più duro. La preoccupazione di Leah aumentava sempre di più.
-Lei conosce questa ragazza, no?- domandò il principe, indicando Leah con lo sguardo.
-E’ una sguattera della reggia, se non erro- rispose l’uomo. Ora la stava decisamente incendiando con la forza delle iridi. Leah non si fece intimorire e resse ancora la sfida.
-Sa dire solo questo, comandante?- chiese il ragazzo, deciso a metterlo con le spalle al muro.
-Beh, direi proprio di si, altezza. Ai miei tempi non poteva di certo lavorare al cast…- stava per rispondere il vecchio, quando Jacob lo interruppe, urlando per tutta la sala:-QUESTO perché AI SUOI TEMPI LEI VIVEVA FELICE E CONTENTA CON LA SUA FAMIGLIA, LA STESSA CHE LEI, SIGNOR LEVI, HA SOTTRATTO!-.
Un silenzio cupo entrò nella sala.
Le principesse fissavano Leah, Jacob e Levi.
I tre reggevano ancora lo sguardo furioso, anche se quello di Levi era quasi alle stelle.
Il re invece scosse la testa, confuso.
-Scusa Jacob- chiese lui –Ma di che stai parlando? Levi avrebbe sottratto la famiglia di questa fanciulla, cosa vuol dire?-
-Vi ha mentito, padre!- rispose il giovane, guardando ora il vecchio sulla sedia a rotelle –Non è vero che le famiglie che vi aveva nominato avevano restituito o venduto le terre a voi. Sono state massacrate da questo uomo, e sono sicuro che non può aver compiuto quest’opera da solo! Ha dei seguaci, Levi? Che mi dice di suo figlio, eh?-
-Buono buono buono, stai correndo troppo!- lo zittì Billy –Insomma… puoi spiegare dal principio?-
-Certo- rispose Jacob, sbuffando forte –Ma visto che non voglio perdermi nei dettagli ti racconterò a grandi linee: Levi Uley dieci anni fa, se ben ricordi, aveva il compito di ritirare le tasse dai tuoi vassalli, ricchi o poveri che siano. La famiglia Clearwater, come ben sapete, era l’unica ad aver sempre rifiutato la ricchezza per godersi una vita più normale, più libera, servendovi come meglio potevano. Tu stesso sapevi che non avevano molto denaro, e per questo avevi fatto si che loro pagassero di meno affinché potessero reggere la loro vita e andare avanti. E fin’ora eravamo tutti convinti che la famiglia Clearwater, assieme alle altre famiglie, non fosse riuscita nell’intento, e avesse persino restituito la terra come hanno fatto gli altri. E invece, poco fa, ho scoperto che non è così che sono andate le cose! Levi non ha mai consegnato le terre, le ha distrutte! Leah e suo fratello Seth erano della famiglia Clearwater e all’epoca lei aveva dieci anni come me, mentre lui ne aveva solo cinque. Levi aveva ammazzato i loro genitori e aveva deciso di uccidere anche quei due bambini, ma si sono salvati per miracolo, giungendo fin qui! E sono sicuro che la stessa identica cosa l’avrà fatto anche con gli altri!-.
Il principe tacque, riprendendo fiato, dopo quel lungo e veloce discorso. A momenti non respirava neanche dal naso per poter finire il racconto.
I presenti rimasero tutti sgomenti di fronte alle sue parole. Alle sue spalle la sorella Rebecca disse, confusissima:-Hai parlato così veloce che non c’ho capito niente!-
-Io ho capito anche troppo invece!- fece Rachel, incredula –Ma, Jacob, sei sicuro di quello che dici?-
-Assolutamente si!- rispose lui, voltandosi appena per poi tornare a fissare Levi.
Tutti poggiarono gli occhi sull’ex-comandante, curiosi ed ansiosi di sapere il vero.
Levi fece una risata leggera, chiudendo gli occhi ed incrociando le braccia. Li riaprì e disse, con disinvoltura e sicurezza:-La fantasia dei giovani arriva fino alle stelle. Ma speravo davvero che almeno con la testa fossero apposto. E invece vedo che da retta alle parole di una sguattera qualunque, che non ho mai incontrato prima, per giunta-.
Leah strinse i pugni e Jacob la imitò.
-Non so se i tuoi genitori sono morti davvero, donna- continuò –ma di sicuro sarà stato tremendo in quel caso. Posso capire quanto doloroso sia perdere una famiglia e cercare di proteggere il proprio fratello, fuggendo da una casa in fiamme, poi!-.
-Quindi sta dicendo che quello che ha detto fin’ora è fassullo? Mera e pura invenzione della ragazza?- chiese Billy, che in quel momento non aveva proprio idea di come comportarsi.
Prima ancora che Levi potesse rispondergli, Leah aprì la bocca, inchiodandolo con un:-Un momento, se dice di non avermi mai visto prima, e che non ha mai commesso un crimine del genere, come fa a sapere che la casa stava andando a fuoco?-.
Rimasero tutti zitti ed immobili. Leah aveva beccato in pieno il vecchio comandante, che si morsicò la lingua.
“Troppo sveglia la ragazza” si disse, cominciando ad innervosirsi.
-Beh, se il principe Jacob ha appena detto che la terra è stata distrutta, allora si presume che sia andata in fiamme, no?- si difese, sempre con disinvoltura –Piuttosto vorrei sapere come avreste fatto invece a fuggire da un pazzo furioso se stava cercando di uccidervi in una foresta quando c’era una tempesta di notte…-
-Prima allora farebbe meglio a spiegare come faceva a sapere che io e mio fratello siamo scampati alla morte in quella foresta di notte se lei non era presente!- disse di nuovo Leah, ottenendo nuovamente un punto a suo favore.
Fissarono tutti nuovamente Levi, il sopracciglio rialzato.
“Decisamente troppo sveglia” si disse ancora, per poi rispondere:-Conosco quel territorio, visto che sono andato a prendere le tasse da lì, no? Lì vicino c’era una foresta, mi sembra naturale che…-
-E il fatto che fosse notte?-
-Non credo che qualcuno fosse così poco attento da fare una strage in pieno giorno…-
-E della tempesta, che mi dice invece?- fece finalmente Leah, avanzando di un passo, con lo sguardo più deciso di prima.
La famiglia reale spostava continuamente lo sguardo da Leah a Levi, senza sapere a chi dei due dare retta.
L’uomo rimase sbigottito. Si era scavato da solo la fossa con la parola tempesta. E ora come lo spiegava del meteo di quel giorno?
La sua espressione divenne leggermente agitata, quasi paonazza. Per poco Leah non si metteva a sogghignare. Lo aveva messo con le spalle al muro.
Rimasero tutti in silenzio, finché Levi non disse:-Potrete parlare quanto vorrete, ragazzina, ma finché non ci sono prove a mio svantaggio…-
-In effetti- disse il ragazzo-caro comandante (“del cazzo” avrebbe voluto aggiungere Jacob) abbiamo delle prove-
-Ah, davvero?- fece l’uomo, con un tono autoritario che nascondeva invece la sua furia.
-Più che altro sono dei testimoni- disse Jacob, e non appena finì la frase, il portone si aprì, facendo entrare in sala Edward, Seth, Emily, il vecchio Quil Ateara e due soldati.
-Li ho portati come avevate ordinato- disse Edward, uscendo dalla sala.
-Loro sarebbero i testimoni?- chiese Levi, mentre il portone si richiudeva. Un attimo prima di chiudersi, però, un piede bloccò il legno della porta, facendo entrare Sam.
Emily tremò al solo vederlo, affiancando subito il cugino.
-Cosa succede qui? Perché avete portato via due mie soldati?- chiese il comandante, nervoso.
-Sono convinti che io abbia distrutto le loro terre e le loro famiglie- disse Levi, ancor più nervoso del figlio –Esattamente come vuole far credere questa lurida sguattera!-
-Non. La. Chiami. Così!- sibilò Jacob, avanzando e afferrando la mano di Leah, che non mollava un attimo lo sguardo sul nemico.
-Ma dai, e tutta questa gente dovrebbe essere a favore di questa messinscena?- chiese Sam, azzardando un falso sorriso –Sul serio credono che tu abbia ammazzato i genitori di quei due stupidi servi?-
-E tu come sai della cosa?- chiese Leah, voltandosi. Adesso gli sguardi erano sul comandante.
Levi scosse la testa, pensando automaticamente: ”Ma solo mio figlio è così scemo?”.
-Ma guarda che sorpresa- disse Jacob –Allora abbiamo un testimone in più, che senza volerlo ha parlato anche troppo-.
Sam divenne lentamente rosso dalla rabbia, senza sapere come ribattere.
-E per gli altri?- chiese Billy, serio, cominciando man mano ad avere seri dubbi sull’affidabilità di Levi.
Il vecchio Quil avanzò, affiancato da uno dei due soldati.
Loro e gli altri testimoni avevano ormai capito perché erano li.
-Io e mio nipote, vostra maestà- cominciò lui –possiamo assicurarle che quest’uomo non ha solo distrutto la famiglia e la terra di questi due giovani ragazzi, ma anche la nostra. Mio nipote Quil aveva a malapena compiuto dieci anni quando accadde quel disastro. E non è tutto. Non eravamo solo noi in quella casa. quella notte avevamo invitato anche la famiglia Call…- (e in quella fece un cenno all’altro soldato di avvicinarsi)-… Quando arrivò quell’uomo, non era solo. Era accompagnato da venti… o trenta soldati… erano comunque più numerosi di noi e delle guardie messi insieme. Io, assieme a mio nipote Quil e suo amico Embry Call siamo riusciti a fuggire per miracolo con un cavallo, ma per il resto della famiglia… non c’era più speranza…-
Il vecchio concluse il racconto con un sospiro profondo, triste, mentre nella sua mente riusciva ancora a sentire chiaramente le urla di dolore della sua famiglia o il pianto dei due bimbi che teneva in braccio a cavallo.
Il re spostò poi lo sguardo dai tre uomini a Emily.
-E tu cara cosa sapresti dirci?- le chiese, incoraggiandola a raccontare.
Emily prese un bel respiro e cominciò:-Anche io mi sono ritrovata la mia famiglia distrutta. Ho perso mio padre quella notte e anche i miei nonni. Solo io e mia madre siamo riusciti a scampare per un pelo. Siamo arrivate qui nel regno solo correndo, e una volta raggiunto il castello eravamo sfinite. E dato che quella notte pioveva fin troppo e faceva anche molto freddo, mia madre si ammalò dopo solo un ora dal nostro arrivo. E il giorno successivo non c’era più…-.
Leah avrebbe giurato di aver visto una piccola lacrima scendere lungo la guancia della cugina.
Le afferrò la mano con fare rassicurante, mentre le due si sorridevano appena.
-A questo punto forse è inutile aggiungere anche la mia versione, visto che io e Leah siamo della stessa famiglia- disse Seth, avvicinandosi.
-Quando sei arrivato al castello dovevi essere un bambino di cinque anni, dico bene?- chiese il re Billy. Seth annui.
-Dunque, puoi dirmi esattamente cosa ti ricordi di quella volta?- gli chiese ancora.
Levi si stava pian piano stufando di quella situazione.
-Beh- rispose il ragazzo –Non molto, purtroppo. I dettagli li ricorda solo mia sorella, io ricordo i fatti a grandi linee. Ero troppo piccolo e troppo spaventato e arrabbiato per avere la mente lucida. Ricordo i volti dei nostri genitori una volta morti, ricordo come le loro anime sono scivolate via dal loro corpo, ricordo come casa nostra andò in fiamme, ricordo quanto male mi fece ricevere tutte quelle bastonate in una volta… poi devo essere sicuramente svenuto, non lo so, perché al mio risveglio eravamo già nella reggia. Quant’erano quelle bastonate? Dieci? Venti?-
-Molti di più- rispose Leah.
-Bastonate?- chiese Levi di colpo, facendo voltare tutti verso di lui.
-Ma non dire stupidaggini, ragazzino. Se è vero quel che dici, allora dovresti già avere dei segni su tutto il corpo. ma a giudicare dalla faccia non si direbbe proprio…-
-In realtà…- lo interruppe Seth, facendosi coraggio –I segni ce li ho. Non ce li ho sul viso perché mia sorella aveva cercato di farmi da scudo quella notte, se ben ricordi!-.
Levi si morse il labbro, soprattutto quando il ragazzo gli diede sfacciatamente del “tu”.
Seth slacciò il gilet marrone, per poi alzare la maglia, scoprendo l’addome e il petto. La famiglia reale e i testimoni rimasero scioccati. Levi strinse i denti. Leah provò a non farci troppo caso. Aveva già visto tante volte quelle cicatrici e di certo non le voleva più vedere.
Un tempo potevano anche essere profonde, ma ormai quelle cinque cicatrici grandi quanto una mano sembravano quasi solo delle strisce di pelle scolorita, che andavano per obliquo sul petto e sull’addome, quasi come se fosse stata bruciata tempo fa. Ma i segni non erano di ustione. Erano i segni di una frustata con un bastone.
-Ma per favore- disse Levi, mentre Seth riabbassava la maglia e chiudeva il gilet, fissandolo con aria di sfida.
-Potresti essere stato semplicemente disarcionato quando eri a cavallo, e probabilmente avrai ricevuto un enorme botta alla testa, credendo che…-
-Levi caro, sappiamo tutti come si procura una ferita quando si viene disarcionati- lo interruppe Billy, serio –E meglio di chiunque altro dovresti sapere che questi non sono segni di chi è cascato dal cavallo-.
L’ex comandante strinse le labbra. Se non faceva subito qualcosa…
-Se è come dicono loro, allora anche la sorella dovrebbe avere delle cicatrici simili, no?-
“Merda” pensò Jacob, convinto del contrario. Quando erano da soli quel giorno sulla torre non aveva visto nessun segno di cicatrice sul suo corpo.
Leah sbuffò un:-Molto bene-, per poi voltarsi e slacciarli il corpetto.
-Leah?- fece il principe, confuso.
Rachel andò a coprire con il corpetto di Leah il suo petto, mentre la ragazza mostrava ai presenti la sua schiena nuda. Rimasero tutti scombussolati, mentre Jacob stringevi i denti dalla rabbia e dallo shock.
Anche lei presentava cicatrici simili a quelli di Seth, ma non erano cinque, bensì otto. Otto strisce di carne scolorita e smorta, due delle quali erano lunghe non quanto una mano ma quanto un piede.
Emily si mise le mani alla bocca, mentre Seth stringeva i pungi e diceva:-Vedete? Mia sorella, per proteggermi, si è guadagnata molte più bastonate di me-.
-E ancora osi dire di non aver mai commesso tutti questi crimini?- sibilò Jacob, incendiando con lo sguardo il vecchio comandante, mentre Leah si rivestiva.
-Vostra maestà- disse Levi, voltandosi verso il re –Non penserete davvero che …-
-Purtroppo, Sir Levi, questi ragazzi hanno presentato prove abbastanza schiaccianti- disse Billy, fissandolo, severo.
-Impossibile- disse l’uomo, sul punto di innervosirsi sul serio –Lo chieda ai suoi funzionari di corte. Le diranno sicuramente…-
-Non penso che lo faranno- ribatte il re –per vari motivi. Il primo è che tutti i miei funzionari che erano in carica in quegli anni sono misteriosamente scomparsi. Il secondo, sin da quando mi è arrivata la vostra lettera avevo coltivato dei sospetti nei vostri confronti. Se è vero che le terre non sono state distrutte ma restituite, allora i miei funzionari avrebbero dovuto avvertirmi. Invece è dalla morte di mia moglie che sono spariti senza lasciare tracce. E sono sicuro, che se invece fossero ancora qui, avrebbero registrato nei loro archivi se quelle terre esistevano ancora o meno. Ma suppongo che i funzionari attuali, per qualche ignota ragione, non abbiano registrato nulla al riguardo. Non vorrà ora dirmi che lei non c’entra niente con la loro scomparsa, no?-
-Ma…-
-E’ inutile, Levi- disse freddo Jacob, avanzando di un passo –Non puoi più rigirare la frittata. Ammetti i tuoi peccati e falla finita!-.
Levi abbassò la testa, lo sguardo cupo e nero sul pavimento, facendo piombare il silenzio in sala.
Poi, ad un tratto, si mise a ridere. Tutti rimasero confusi dal suo strano comportamento.
Era una risata terrificante, che Leah e Seth ricordavano bene. Ai due vennero i brividi, e il loro coraggio di poco fa sembrò svanire di colpo.
-Davvero? Non posso rigirare la frittata, eh?- fece l’ex-comandante, quasi sibilando come un serpente velenoso.
Prima che qualcuno potesse emettere un sospiro o anche solo sbattere le ciglia, l’uomo tirò fuori il suo pugnale, puntandolo alla gola del re.
Le sue figlie trattennero il fiato, mentre il principe stringeva i denti.
“Cosa vuole ancora?” si chiese Leah, mordendosi il labro inferiore “Non ne ha avuto abbastanza di spargimenti di sangue?”
-Bene, bene, bene- disse Levi, con il ghigno in volto,  e anche questo i due fratelli ricordavano. E avevano sempre voluto non rivederlo mai.
Il comandante continuò:-A quanto vedo siete stati in gamba. Mi avete smascherato, i miei complimenti. E’ vero, sire, ho ucciso io tutte quelle persone, ma soltanto con la famiglia Clearwater ero da solo. Così sciocchi e idioti da non volere nemmeno un centesimo. È stato troppo facile con loro. Peccato che non mi sono accorto che le due pesti erano ancora vivi. Stessa cosa per il nonnetto, la sguattera e i suoi cani dell’esercito-.
Immediatamente si sentì un’altra spada che veniva sguainata. Si voltarono tutti verso Sam, che aveva preso alla gola Emily, puntando su di essa la punta della lama.
-Emily!- urlarono Leah e Seth, disperati. La ragazza aveva un’aria più che spaventata. Era terrorizzata, peggio di quella volta che aveva perso la sua purezza a causa dello stesso uomo che la stava stringendo a sé. La sua pelle era di colpo sbiancata e la sua schiena tremava di continuo. Mosse le labbra varie volte, boccheggiando, ma senza riuscir a spifferare una sola lettera.
-Perché?- chiese di colpo Jacob, rivolgendosi nuovamente al vecchio Uley –Perché fai una cosa del genere, eh? Fin’ora mio padre era stato generoso con te, e questo è il tuo modo di pagare la sua gentilezza? Che cavolo hai in mente?!?-.
-Non ci sei ancora arrivato, stupido principino?- fece Levi, afferrando per la spalla il re, per poi stringerlo sul collo e puntandogli ancora una volta il coltello, ma stavolta sul cuore.
L’ex-comandante era molto più alto di Billy, per cui le sue gambe oscillavano sopra il terreno, mentre con le braccia cercava di allentare la presa.
-Mi sembra ovvio cosa voglia io, no?- continuò Levi –Chi se ne importa se era gentile con me, chi se ne importa se mi ha assunto in passato come comandante! Io da sempre volevo diventare più potente, da sempre volevo qualcosa di più dalla mia misera vita! Ho sempre voluto prendere in possesso questo cavolo di regno per poi renderlo un impero! Perché ho ammazzato tutte quelle persone? Perché una volta fuori gioco loro, le loro terre (distrutte, ovviamente) sarebbero andate a me! di diritto sarebbero tornate dal re, ovvio, ma io le ho conquistate sotto il suo naso, senza che questo vecchio rimbambito se ne accorgesse. E in quei giorni la sua cara mogliettina stava così male che non pensava ad altro, per cui il mio lavoro era così fottutamente facile che l’unico modo per divertirmi era uccidere con le mie stesse mani tutti quei feudatari! A questo regno ormai non rimane più una terra, e, ciliegina sulla torta, è arrivata pure questa malattia che sta già facendo una bella strage tra la gente. Io però sono stato molto più furbo. Quel medicinale che possiede il re Hawaiano l’ho trovato! E non è altro che una stupida pianta che però aumenta notevolmente le difese immunitarie! Ho usato questa sui miei soldati, sapete? E per quanto riguarda quegli stupidi funzionari, se sono spariti è perché li ho uccisi tutti io. Mentre quelli attuali non possiedono nessun documento su quelle terre e lo sapete il perché? Perché mio figlio ha bruciato ogni singolo foglio che riguardasse quei feudi, ogni traccia distrutta, non è rimasto proprio niente!-.
-Allora è vero che anche Sam era coinvolto…- sibilò tra i denti Seth, guardando con la coda dell’occhio il comandante che teneva ancora in ostaggio sua cugina.
-Ma che cazzo….- si lasciò sfuggire Leah, stringendo forte i pugni dalla rabbia –Maestà, perché ha chiesto a quest’uomo di rimuovere le tasse?!? Non c’erano i funzionari per quello?-
-Non… gliel’ho mai chiesto, infatti…- disse il re, il fiato sospeso.
Levi rise. –Semplice, sono andato io a sua insaputa-
-E la lettera? Che cavolo di senso ha?-
-Non ci arrivi? I funzionari erano ormai morti molto prima di quella lettera. Così sono andato io al loro posto, e per dieci anni, dopo aver conquistato quelle terre, ho fatto si che i miei uomini diventassero più forti e più numerosi. Dopo di ché ho inviato quella lettera, e sotto avevo anche scritto “data la sparizione misteriosa dei funzionari di dieci anni fa, mi sono preso il permesso di continuare io il loro lavoro”. Maledettamente facile, non trovate? E tutto sotto il naso di questo vecchio rincitrullito!-
-Non. Offendere. Nostro. Padre!- sibilò Jacob, furioso.
-Puoi… uccidermi pure… se vuoi…- disse Billy di colpo, con il poco fiato che gli rimaneva –Ma… lascia andare.. la ragazza… e la … mia… gente…-.
-Nahhh, è troppo gnocca questa!- fece Sam, leccando avido la gola di Emily, facendo rabbrividire.
-Lasciala stare, mostro!- gli sgridò Leah, che non sapeva più se preoccuparsi per il re o per sua cugina.
-Hai appena detto che posso ucciderti, eh, Maestà?- chiese Levi, puntando ora il pugnale sulla gola di Billy, il ghigno sempre più ampio.
Il tutto durò un secondo.
La lama del uomo tagliò la carne con un solco profondo. Tanto, tantissimo sangue schizzò via dai nervi, spruzzando sul viso di Jacob.
Quest’ultimo, assieme ai presenti, assunse uno sguardo fuori dal comune. Gli occhi completamente fuori dalle orbite, la bocca spalancata dal terrore, il sudore freddo sulla fronte.
Gli occhi di Billy si fecero più scuri, perdendo lentamente la loro luminosità.
Le sue braccia scivolarono via dalla stretta, afflosciandosi verso il terreno come i piedi.
Levi sorrideva di gusto, osservando come la sua lama avesse tagliato la gola quasi come se fosse burro.
Lasciò la presa sul corpo del re, che cadde con un tonfo pesantissimo sul pavimento, immerso in una pozza di sangue.
E mentre i suoi occhi si spegnevano del tutto, l’ultima cosa che il re Billy riuscì a sentire furono le urla delle figlie, assieme all’urlo di suo figlio, più forte, più doloroso:-NOOO!-
   
 
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