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Autore: Shenhazai    13/01/2014    1 recensioni
Marzo 1943. In tutto il nord Italia, cominciano a farsi più pressanti gli scioperi indotti dagli antifascisti stanchi della dittatura.
Assieme a loro, anche Italia si prende una pausa, per fare mente locale nei suoi pensieri.
O almeno, ci prova.
(Nyotalia molto, ma molto OoC. Rating arancione per il linguaggio)
Genere: Commedia, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Nord Italia/Feliciano Vargas, Nyotalia
Note: OOC | Avvertimenti: Gender Bender
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2. Le rose inglesi





Non seppe per quanto tempo dopo che l'oscurità fu scesa nella stanza rimase ferma e in silenzio a fissare il basso soffitto a botte. Probabilmente una mezz'ora, o forse di più... difficile dirlo. I rumori che provenivano all'esterno della finestrella si facevano via via più radi, segno che i bravi ed onesti cittadini di quel dannato posto se ne stavano tornando a casuccia loro, a consumare il pasto principale di ogni inglese che si rispetti. A proposito, lei quando avrebbe consumato il suo pasto principale? O quantomeno un pasto, che fosse principale o secondario era ininfluente. Voleva dunque prenderla per fame, il signor Facciadaculo? Bé... ci sarebbe riuscito benissimo. Una scampagnata in discesa, proprio.

D'altronde tutti sapevano che uno dei suoi molteplici punti deboli era l'appetito. solo il fatto di seguire la dieta mediterranea la salvava dall'essere ben più larga, ma di certo paragonata all'efebica Liechtenstein o anche solo ad Ungheria risultava decisamente più formosa... molto più formosa. Fortunatamente il suo metro e settantadue l'aiutava parecchio a distribuire le tante, troppe curve che si trovava addosso. Bella roba essere una nazione composta quasi esclusivamente di colline e montagne. Ma sticazzi, se si chiamava così un motivo doveva pur esserci, no? Era Felicia di nome e di fatto*.

Se non altro non si ingozzava di schifezze come facciadaculo/bis, volgarmente conosciuto come America. Non che l'inglese fosse tanto meglio, quanto a menù... ma per lo meno finiva di ingoiare un boccone, prima di ficcarsi in bocca qualcos'altro.



I suoi amorevoli (?) pensieri rivolti alle due nazioni alleate furono interrotte dallo sferragliare improvviso alla porta. La donna rimase in attesa, trattenendo il respiro quasi si aspettasse di veder comparire, oltre l'uscio, un boia incappucciato e con l'ascia appena affilata, ad accompagnare il prete per l'estrema unzione e il notaio che le leggeva i suoi ridicoli diritti. Che diritto poteva avere qualcuno che stà per essere decollato? Quello di poter sanguinare come un maiale senza sentirsi in imbarazzo per aver sporcato il pavimento?

Rimase stranamente delusa nel suo profondo animo gore (si appuntò mentalmente un promemoria: rivedere le proprie fantasie e soprattutto le proprie letture. Un evento spettacolare in un romanzo d'appendice non sempre è un evento piacevole nella realtà) quando invece del suddetto nefasto trittico, vide comparire una ragazzina, sottile come un giunco, vestita con una divisa da infermiera britannica. I lunghi capelli di un castano chiaro slavato, erano trattenuti da due codini che le davano un'aspetto più infantile di quanto dovesse essere realmente. Ben più importante, portava con sé un vassoio dall'aspetto pesante, coperto da un telo bianco e stracarico di piatti e stoviglie, ed una lanterna ad olio accesa, tenuta per il gancio tra i denti. Bah, in questo posto nemmeno l'elettricità ci stava...non che si aspettasse l'illuminazione della Scala, ma un cacchio di bulbo a incandescenza... insomma, siamo nei ruggenti anni 40! tutti hanno la luce in casa. Bé, quasi tutti. Lei ad esempio ce l'aveva in circa... il 25% delle sue case. Ma mica era colpa sua se la maggior parte delle sue abitazioni erano vecchie come il cucco. doveva già ringraziare di averci il camino, in alcune di quelle più bicocche...

...

Ok, stava di nuovo mandando il cervello in loop dietro alle sue solite minchiate. E come al solito doveva aver assunto un'espressione tra il sognante e il rincoglionito che ben conoscevano i suoi compagni dell'Asse, a giudicare da come la ragazzina, dopo un attimo di smarrimento, aveva distolto lo sguardo dal suo volto, arrossendo. Un attimo, perché era arrossita? Mah, stranezze anglosassoni.



La ragazza avanzò in silenzio senza degnarla più di uno sguardo, e con fare teso posò il suo carico sul tavolo predisponendo le vivande in modo esperto e sbrigativo. Solo quando diede l'impressione di voler uscire di corsa, l'italiana aprì la bocca, richiamandone l'attenzione "ah... wait. Aspetta, non andartene subito... "

Sospirò appena, mordendosi il labbro inferiore, e sebbene il profumo del cibo caldo le solleticasse l'appetito quasi fosse un pranzo di gran festa si trattenne dal saltarci sopra, cercando piuttosto di trattenere l'inglesina "... mi capisci? Non conosco un granché di inglese... what's your name? Where are we now?" le domandò poi, incespicando a fatica sulla lingua di Albione, non proprio del tutto certa sulla correttezza sintattica di quel che le aveva appena domandato.

La ragazza si strinse al petto il vassoio ormai vuoto, come un improbabile scudo di latta, e osservò di rimando la donna seduta sulla branda ma sporta completamente verso di lei da dietro gli occhiali dalla montatura dorata. La stava forse studiando come un animale selvaggio, o peggio come una pericolosa criminale... Temeva forse che le potesse saltare addosso, se si fosse avvicinata? Bé, di certo a riscontro della mera prestanza fisica, anche ad una superficiale occhiata l'italiana batteva l'inglese su tutti i fronti (e per quanto non sembrasse ad un semplice sguardo, era comunque una nazione. Poteva tranquillamente tenere testa a una decina di uomini grossi il doppio di lei, senza nemmeno una goccia di sudore) ma si sà che le ragazzine, più sono piccole e più sono indiavolate. Avrebbe potuto immobilizzarla senza problemi, certo, ma non voleva farle del male né voleva spaventarla più di quanto non sembrasse già essere.



Per cui, avvertendo il dubbio e immaginandosi le paranoie della ragazza dagli occhi verdi, molto lentamente alzò le braccia mostrandole i palmi delle mani aperti in segno di pacifica resa.

"Non voglio farti del male. Non voglio e non potrei farlo, comunque... ho sentito che dietro alla porta ci sono altre persone. E non ho mai e poi mai sfiorato una donna in vita mia, per farle del male. Per cui stà tranquilla, davvero"

Sospirò, mantenendo lo sguardo al solito semichiuso sul volto della giovane. Non sapeva se i suoi ipotetici sequestratori conoscessero realmente il suo potenziale distruttivo, ma di certo Inghilterra non ci aveva messo degli sprovveduti. O forse, contava sul fatto che mai e poi mai avrebbe alzato le mani su una donna? Quel che è certo è che avrebbe alzato molto volentieri le mani su di lui. Più e più volte. Magari armata con qualcosa di pesante e acuminato.

Felicia - si schioccò mentalmente le dita davanti al naso - torna in focus.

"i just want to chat with you"

Rimase poi in attesa, leggendo nello sguardo dell'altra il dilemma. Perché era realmente in dubbio, la ragazzina. Da una parte sembrava avesse timore di lei, dall'altra le labbra fremevano nel desiderio di parlare. Ogni tanto lanciava sguardi preoccupati alle sue spalle, verso la porta chiusa. Forse sarebbe stata sgridata o addirittura punita, se le avesse dato confidenza? Portarla a scegliere tra lei e gli ordini ricevuti non era il miglior modo per assicurarsi la conoscenza e magari la complicità con l'infermiera. Meglio prenderla alla larga.



"All right. Non ti preoccupare. Immagino dovrò stare qui abbastanza tempo, a meno che Inghilterra non rinsavisca. Ma conoscendolo, prima che entri del sale in zucca a quel babbeo si spegnerà l'Etna" oh... era un'accenno di risata, quella? Dannati popoli del nord, tutti con un'espressività tale da far concorrenza ad un ghiacciaio. Anzi, aveva visto dei ghiacciai ben più comunicativi, a ben pensarci. Almeno quelli se ti stavano per franare addosso cigolavano, prima.

"Non voglio metterti in difficoltà. Quindi non ti preoccupare, non c'è bisogno che tu mi risponda... Avremo tempo per conoscerci, direi. Molto, molto tempo... Se hai capito quello che stò dicendo, basta che tu annuisca col capo" Restò a osservare il volto della ragazza, ancora teso e meditabondo. Poi, lentamente, l'inglese annuì una, due volte. bé, se non altro capiva quel che diceva. Oppure aveva annuito così, tanto per darle ragione come si fa ai matti? Un dubbio che non si sarebbe sciolto tanto presto... la donna riabbassò le mani, posandosele in grembo. E quasi in risposta, l'infermierina si era spostata, indietreggando verso la porta. bussò piano sul legno tarlato, attendendo che le aprissero, lo sguardo ancora fisso sull'italiana seduta.



"...Rose. My name is Rose" Mormorò piano la ragazzina quando la porta alle sue spalle fu dischiusa. Strinse le labbra sottili e pallide, arrossendo appena sotto le efelidi.

Italia Sorrise in risposta, inclinando appena il capo verso la spalla destra

"Lady Rose... lovely name, indeed. My name is Felicia. Nice to meet you"

Non attese risposta. bé, non si aspettava alcuna risposta, in effetti. Semplicemente osservò la ragazza scomparire dietro la porta, e quando il rumore dei suoi passi scomparì del tutto nel corridoio si alzò per avvicinarsi al tavolo. Le girava la testa, e nel momento in cui si trovò in piedi provò un senso di vertigine. Fame, fame, tremenda fame... lanciò un'occhiata famelica ai piatti coperti lasciati da Rose. Scoperchiandoli, trovò una sospetta zuppa d'avena fumante, un... pasticcio di carne - cui onestamente non si sentiva l'animo di chiedersi la provenienza animale - e del pudding. Tutto sommato un pranzo mica male, considerando che era una prigioniera e che erano in un periodo di crisi. Trovare la carne di questi tempi era un'impresa. Si, aveva fatto bene nel costringersi a non pensare che tipo di carne ci fosse dentro quel pasticcio.

Assieme a tutto il resto, c'era anche un piccolo cestino coperto da un tovagliolo. Quando lo scoperchiò, vi trovò un personalissimo e assolutamente non voluto dono di Inghilterra. I suoi famigerati Scones. Almeno, sperò fossero degli scones, ma avrebbero potuto essere anche spugnette ricoperte di cenere, o gli scarti del plutonio impoverito.

Chissà.

Meglio metterli da parte, magari avrebbe potuto usarli come armi contundenti e/o chimico-batteriologiche alla prossima occasione...

Il resto del cibo, invece, risultò essere abbastanza saporito, e soprattutto sostanzioso. Sospettò che molto del piacere provato nel mangiare fosse dovuto alla fame accumulatasi nel tempo, ma non le importava. Ora come ora doveva solo pensare a recuperare le forze, farsi passare quel fottuto mal di testa... e pensare a come fuggire da quella situazione.



Dannato faccia da culo!



Ripulì con attenzione tutti i piatti (tranne ovviamente gli scones o quello che erano), bevve tutto il té. Si lavò viso e mani con l'acqua della brocca nella toeletta, poi tentò di dare un senso alla massa informe dei capelli, tra cui trovò anche delle foglie. Come ci erano arrivate delle foglie tra i capelli? Che diavolo aveva fatto Inghilterra dopo che l'aveva stordita?



...No, anche questa era una domanda di cui non voleva sapere la risposta.

Piuttosto. Quanto tempo ci avrebbe messo l'Asse ad accorgersi della sua mancanza? E sua sorella? Temeva, purtroppo, molto. Non era la prima volta che se ne andava in "eremitaggio", a volte anche per un mese intero e ormai sia Germania che Giappone sapevano che in questi periodi era praticamente introvabile. L'unica che poteva avere degli indizi era Lavinia, ma anche a cercarla in ogni loro casa, una per una, ci avrebbe messo minimo due settimane, a far tutto di corsa. Decisamente troppo tempo per la soglia di attenzione della latina. Si sarebbe stufata - o avrebbe trovato meglio da fare - dopo tre case, quattro al massimo.

Neanche i suoi superiori sapevano dove si nascondesse... e lei si guardava accuratamente di far trapelare la notizia. Soprattutto ai suoi superiori, dannati pazzi assassini...



No, no, no. Felicia, si disse, non cominciare di nuovo. Il capitano di certo ti farebbe una ramanzina lunga una settimana se sapesse come parli dei tuoi capi. Non che lui ne pensasse molto meglio, né amava gli ordini che gli venivano imposti dall'alto. Anzi, ad essere sinceri li detestava con tutto sé stesso, ma il suo carattere onesto e retto lo portava comunque a eseguirli in silenzio, da bravo soldato che era. Lei però soldato non lo era mai stata, un pò come signora. Santa, mercante, viaggiatrice... ma difettava in quelle due materie. Quindi pensava - e diceva - tutto quel che le passava per la zucca.



Un conto è però farsi rimbalzare l'informazione da un punto all'altro del cervello, ben altra cosa è farla trapelare all'esterno. In mezzo ai propri soldati immersi fino alla vita nel fango di una fetida trincea gelata, ad esempio. Non era proprio il massimo dell'incoraggiamento far venire alla conoscenza dei militari e delle loro famiglie a casa che la propria Madre Patria voleva quella guerra meno di loro. No, meglio tacere e sorridere, tacere... e sorridere.

Eppure, sapere che i suoi figli venivano mandati a morire per la smania di un branco di idioti, le faceva piangere il cuore. Un conto è combattere per difendersi, per proteggere la propria casa, i propri affetti. Ma lei, aveva davvero bisogno di estendere i propri domini? conosceva anche troppo bene la sensazione che si prova nell'essere in balìa degli altri, si vedersi la propria terra occupata forzatamente da qualcun altro che non l'amerà mai come l'amava lei. E non era del tutto sicura di volerlo fare a sua volta.

Libia, Somalia, Eritrea ed Etiopia erano bravi ragazze e ragazzi. Con una cultura decisamente diversa dalla sua, per alcuni tratti addirittura più antica. Selvaggia e ancestrale, ma interessante, piacevole. Certo, ai suoi occhi d'ambra quasi tutti i paesi - pochi se ne salvavano - sembravano un poco barbari e infantili**, ma loro lo erano in modo... innocente. Non fingevano di essere quello che non erano. Non avrebbe voluto far loro del male, quanto piuttosto aiutarli a svilupparsi, a superare i loro problemi. Certo, se fosse dipeso da lei... Ma non dipendeva mai da lei. Erano tutti pronti a farsi grandi e importanti con parole ipocrite come "per la Madre Italia!", "è quello che l'Italia e gli Italiani vogliono!" e cose simili, ma ci fosse mai stato un cacchio di governante in tutta la sua plurimillenaria storia che si fosse fermato un isolo secondo e gli avesse chiesto cosa voleva lei, davvero, per la sua terra e i suoi figli. Così, per pura cortesia, tanto per togliersi la curiosità... Non è che prentendesse che poi le dessero retta, figuriamoci. Ma domandare, almeno, sarebbe stato carino.



Nessuno. Il vuoto cosmico. Tante volte aveva come l'impressione che se al posto suo avesse mandato una statua sorridente di dimensioni reali agli eventi politici, non se ne sarebbero accorti.



Meglio piuttosto riempirsi la bocca di belle parole, e poi mandare al macello i suoi figli. Tanto erano i SUOI figli, mica i LORO. com'era il detto? "armiamoci e partite". Eppure, eppure ne avrebbe avute tante di cose da dire...

Aveva imparato già da bambina che la via delle armi, quella che di solito scelgono gli umani dalle brevissime vite, non è mai la via migliore. Sempre di corsa, sempre a inseguire qualcosa che difficilmente se non addirittura mai avrebbero raggiunto, sprecando la loro corta esistenza o addirittura accorciandosela in maniera arbitraria. Che peccato che l'umanità, o almeno la parte che prendeva le decisioni finali, non riuscisse proprio a comprendere lo sbaglio di fondo di tutto questo ragionamento. Un vero peccato.



Il fiume dei suoi pensieri venne interrotto dall'ultima scintilla di luce proveniente dalla lampada, che guizzò tremolante prima di spegnersi, lasciandola nel buio freddo e umido della notte primaverile.

Finì di sistemarsi, poi tornò a sedersi sul letto.



E appoggiandosi con la schiena alla parete dietro di lei, chiuse gli occhi in attesa...















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*Felicia in Latino significa fortunata, ma anche ricca, fertile e abbondante. E, per associazione di idee, anche felice, come è quasi ovvio :9



** Sebbene abbia assunto la sua forma adulta solo con la riunificazione d'italia nel 1861 assieme alla sorella, le due signore è un pò che girano. Diciamo dal tempo degli Etruschi e dei Latini... e parliamo di roba come 1.000 anni prima di Cristo, secolo più secolo meno. Bazzecole. Durante tutti questi secoli, dalla Repubblica Romana alla fine del Rinascimento sono state di un gradino sopra gli altri stati europei per quanto riguarda la cultura, l'architettura, l'arte. Per secoli i popoli del nord sono scesi nel Belpaese per apprenderne la storia, i modi e i costumi e raffinarsi (molti ci venivano pure per farsi l'amante, ma questa è un'altra storia). E, seppure ora sono deboli confronto a territori più grandi e potenti, hanno attraversato i secoli quasi indenni, hanno visto la nascita e il tramonto di parecchie nazioni e imperi, come dell'Impero Romano di cui sono madri e al tempo stesso figlie e vassalle. Il motivo per cui poi lo chiamino nonno e che questi le trattasse come nipotine lo sanno solo loro... forse, per nascondere agli altri il fatto di essere delle vecchie bacucche. Magari prima o poi ci inventerò sopra qualcosina, veh





***Angolo del perché e del percome (che nessuno voleva)***

Piccola curiosità: il nome Felicia (da Felix, cui viene anche il nome Feliciano) come ho detto nella nota sopra ha una radice latina.

Lavinia invece - e il suo corrispettivo maschile Lavino, che si può confondere facilmente con Lovino - è Etrusco, e stà a significare sia la parola "purezza", sia "oriunda di Lavinia (un'antica città Laziale)", cioé cittadina figlia di stranieri. Che è un pò come si sente il Lovino del fandom, straniero in casa sua. Inoltre la sua personalità viene spesso descritta come "La sua fiamma brilla ma la luce che irradia è tremolante e fioca. Un nulla può spegnere il suo fuocherello ma lei lo attizzerà di nuovo. La perseveranza, se non la forza, l'energia, il vigore, sono dalla sua. Timida, introversa, Lavinia manca di fiducia in sé al punto che non si esprimerebbe mai. Così dovrà fare un grosso sforzo per lasciar parlare la sua intelligenza, il suo cuore, il suo intuito... " che, col personaggio di sud Italia, ci stà parecchio. Sempre all'ombra del fratello, tanto che nemmeno viene mai chiamato Italia, come sarebbe giusto che fosse.

Il fatto che i due/le due abbiano il nome scambiato (sud Italia con un nome etrusco, nord Italia con un nome Latino) è parecchio curiosa...

Che il buon vecchio Hidekaz lo sapesse e abbia giocato con i nomi? ;9



E così compare anche la Nyotalia inglese... solo che qui non è una nazione. Essì, è solo una ragazzina inglese, pura e semplice. Coi suoi immancabili codini, che sono adorabili : 3

Nel prossimo capitolo la presenterò meglio, sia lei che l'altro ospite-carceriere nella casa...



Ringrazio Lady Monet che ha messo la storia tra le seguite e ha recensito, e Kesese_93 che l'ha invece messa tra el preferite.

E anche a chi ha solo letto, o anche solo aperto la pagina e poi l'ha richiusa schifata. Seeyaa!

  
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