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Autore: Shenhazai    08/01/2014    4 recensioni
Marzo 1943. In tutto il nord Italia, cominciano a farsi più pressanti gli scioperi indotti dagli antifascisti stanchi della dittatura.
Assieme a loro, anche Italia si prende una pausa, per fare mente locale nei suoi pensieri.
O almeno, ci prova.
(Nyotalia molto, ma molto OoC. Rating arancione per il linguaggio)
Genere: Commedia, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Nord Italia/Feliciano Vargas, Nyotalia
Note: OOC | Avvertimenti: Gender Bender
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Cap.1 - Buffo

Buffo. Questo era quello che si poteva chiamare un fatto buffo.

Ancora non riusciva completamente a comprendere cosa fosse successo, perché se apriva gli occhi, invece di godere del paesaggio idilliaco che il Garda le offriva dal balcone di casa sua (di una delle sue tante case. Ne aveva decine, forse centinaia sparse per tutta l'Italia... il paese dei mille campanili, si diceva che fosse. E tra lei e la sorella si erano messe di buzzo buono per avere una casa sotto ogni campanile o almeno provarci, spaziando dagli appartamenti moderni nei centri storici alle ville maestose, ai ruderi dimenticati nelle pieghe delle montagne, che forse giusto le volpi e i gufi conoscevano oltre a loro), si trovava di fronte una parete di calce squallida, macchiata di muffa e umidità.
Da una minuscola finestrella posta in alto, vicino al passo soffitto a botte fatto di mattoni scrostati una luce morta, nebbiosa e opaca rischiarava appena l'ambiente, rivelando quello che probabilmente era uno scantinato di una vecchia casa ora adibito a sua personale carcere. Una branda su cui era stesa, una toiletta con un secchio ed un bacile, una ritirata nascosta da un rozzo paravento. Forse qualcos'altro nascosto nella penombra, ne avvertiva la presenza con la coda dell'occhio, ma non riusciva a coglierne la forma.
L'aria era umida, fredda e appiccicosa, quasi viscida. probabilmente si trovava a non molta distanza da un fosso, o un fiume lento. Ogni tanto avvertiva anche il fischio di qualche mezzo, forse un battello o un vaporetto. E il rumore sordo delle auto a scoppio, oltre al più tradizionale passaggio delle carrozze trainate dai cavalli. Urla in una lingua incomprensibile, venivano trascinate come un'eco lontana. i rumori le arrivavano attutiti, forse c'era un giardino davanti la finestra.. Non era poi così vicina alla strada da potersi permettere di sperare in un aiuto, se avesse urlato. Sempre che ci fosse stato qualcuno, in quel posto, desideroso o quantomeno in grado di aiutarla...

Decisamente aveva poco a che fare con casa sua, tutto questo. Persino la stamberga mezza crepata che aveva vicino ad Arzachena* era più adatta ad essere chiamata abitazione di quel posto. E le capre che vi pascolavano attorno puzzavano certo di meno.

Eppure era quasi certa che nessuna delle altre nazioni conoscesse quella casa sul Garda, persino Germania e Giappone ne erano all'oscuro. Persino, e considerando quanto fosse ficcanaso era un suo personale trofeo, il suo patrigno Austria non conosceva la locazione di neanche un terzo dei suoi rifugi. Figuriamoci se potesse conoscere questo, che le apparteneva da così tanto tempo che ancora la compravendita era siglata con le strette di mano. Quindi nemmeno il catasto poteva essere utile all'uopo, sempre che qualcuno si fosse messo di buona lena a leggere contratti ormai cancellati dal tempo in polverose soffitte di tutti i comuni d'Italia.
E lei nonostante quel che comunemente credessero le altre nazioni, ci teneva incredibilmente a quella segretezza, a quella ritrosia. Secoli e secoli di invasioni, ti fanno apprezzare il piacere della quieta solitudine come fosse aria fresca dopo una lunga apnea. Amava Germania e Giappone, amava davvero con tutto il cuore essere circondata dai suoi amici e compagni, ma a volte anche lei sentiva il desiderio di staccarsi da tutto e da tutti, e nulla come una decina di giorni isolata dal resto del mondo, con solo la presenza delle sue piante e del suo paesaggio attorno la ricaricava. Ora più che mai, tra l'altro, le serviva la solitudine. Per capire... dove avesse sbagliato. Quando, in quale preciso istante della Storia tutto le fosse sfuggito di mano,  fino ad arrivare al punto di non avere più il coraggio di guardarsi allo specchio la mattina. Si, la solitudine era quello che le serviva, e nulla come le sue montagne poteva donargliela.

Tutto bello, tutto giusto.

Ma allora, perché quella mattina mentre annaffiava il giardino, tra il limone e il glicine si era trovata davanti quel gran faccia da culo di Inghilterra? Bella domanda.
Peccato non avesse avuto il tempo di porla al giovane anglosassone che ghignava di fronte a lei, in quanto il suddetto faccia da culo le era saltato addosso immobilizzandola, e facendo al contempo ruzzolare un vaso di geranei imperiali sul selciato. Curioso come, prima di perdere i sensi per via di un colpo alla nuca dato con il calcio della pistola, avesse notato sul volto di Inghilterra più dispiacere per il danno arrecato alla pianta che per averle donato una commozione cerebrale. Curioso soprattutto come, tra tutte le cose a cui poteva pensare in quel momento, le fosse rimasta impressa proprio l'espressione accigliata e colpevole dell'uomo che fissava le foglie rovinate e i fiori di un rosa carico spampanati a terra, tra il terriccio e l'argilla rovesciata. Le parve quasi di sentirlo mormorare un " mi dispiace, te la ristemerò subito", mentre se la caricava in spalle. E nello stato di semicoscienza in cui ancora si trovava, si domandò se dovesse ringraziarlo per il disturbo e la cortese attenzione. Ma poi il buio risolse i suoi dubbi, mandandole il cervello in ferie...

... Per quanto tempo era stato in ferie, tra l'altro? A giudicare dal dolore al collo, troppo poco. Per quel che riguardava il suo stomaco, invece, decisamente troppo tempo. Cielo, le sembrava di non mangiare da giorni... E se fossero stati davvero giorni, ora che ci pensava? Difficile stabilire persino che ora fosse con quella luce smorta, figuriamoci il giorno. Con tutta la calma di questo mondo, cercando di muovere il capo il meno possibile si tirò a sedere sul letto, puntellandosi col destro per reggersi meglio, mentre la mancina si massaggiava l'attaccatura del collo alla ricerca timorosa di escoriazioni o tumefazioni. Ma a parte il dolore sordo, non sembravano esserci danni esteriori... avere una indomita ed ingombrante massa di ricci a qualcosa serviva, dunque. Per lo meno come cuscinetto ammortizzatore. Sospirò pesantemente, e guardandosi attorno cercò di comprendere meglio la sua situazione. Non sembrava aver subito altri danni oltre a quelli dovuti alla botta alla nuca, se non qualche lieve dolorino dovuto al non proprio comodo pagliericcio su cui era stata stesa per non si sà quanto, e a qualche lieve escoriazione che già si stava riassorbendo. Questo per quanto riguardava il suo fisico. Il vestiario invece era di ben altro avviso... Il lungo vestito color verde felce era oltremodo sporco e stracciato sull'orlo inferiore della gonna. Merda. Amava quel vestito, anche se era di una foggia ormai antica e passata di moda. Era il primo abito che lei e sua sorella si erano regalate dopo la loro riunificazione come Regno d'Italia... lei verde felce, Lavinia scarlatto. Seppure i decenni passavano e la stoffa cedeva, continuavano impeterrite a rifarselo fare identico, ogni volta lo stesso identico taglio e gli stessi identici colori, quelli della loro bandiera. Bé, lo avrebbe fatto ricucire di nuovo. Ciò non toglieva però che la cosa la facesse incacchiare e non poco...

"well woke up, my goddess of spring"

Di colpo, una voce sardonica la fece sobbalzare sul posto, senza trattenere un'esclamazione di stupore. Gesto di cui si pentì immediatamente, per via della fitta lancinante che le aveva trafitto il cervello e si stava spandendo lungo tutto la colonna vertebrale. Si morse il labbro inferiore per ricacciare indietro le lacrime, e fissò lo sguardo verso il punto in ombra da cui la voce era partita. Seduto accanto ad un tavolo scassato, su una sedia altrettanto scassata c'era l'inglese. O qualcuno con una voce molto simile e ugualmente irritante, che una volta assicuratasi la sua attenzione riprese a parlare
" immagino ti stia chiedendo dove ti trovi, e perché..."
"Veh... Siamo in guerra. Siamo avversari. Mi hai stordito e portato qui contro la mia volontà. Quindi, lasciami indovinare... " la donna sollevò appena lo sguardo, fingendo di ragionarci su "vuoi farmi da guida nel tour dei castelli inglesi? Spero ci sia anche il castello di Leeds** nel giro, me ne hanno sempre parlato un gran bene, sai?" ammiccò poi verso la figura ancora in ombra, per quanto il recente dolore le permettesse di fare.
La battuta fu colta dall'inglese, che scoppiò in una risata acida "perché no, my darling, perché no. Ma al momento temo dovrai accontentarti di questa reggia" e con un gesto teatrale del braccio, indicò la squallida stanza nella sua interezza "almeno fino a quanto non calcolo quanto ci possa guadagnare a tenerti prigioniera"

La donna assottigliò lo sguardo ancor più del solito, poi sollevò le spalle con un gesto di noncuranza "buona fortuna allora. Piuttosto, hai reinterrato i miei geranei? ci tenevo particolarmente a quel vaso, sono una specie piuttosto rara da trovare..."

"reinterrati, e anche riconcimati. Mi sono permesso pure di finire ad innaffiare il tuo giardino, richiudere casa e lasciare un messaggio al custode per il giorno seguente. Non sono stato bravo?" Rispose Inghilterra mentre si sporgeva in avanti, appoggiandosi con i palmi alle ginocchia. Non lo vedeva, ma riusciva tranquillamente a immaginarsi il suo ghigno strafottente.

Niente, più ci si arrovellava e più il termine "faccia da culo" le sembrava l'unico adeguato a descriverlo.
 
"un vero e proprio gentiluomo, non c'è nulla da aggiungere" mormorò infine Italia, annuendo impercettibilmente. Poi aggiunse "quanto tempo è passato? immagino due o tre giorni, a giudicare dalla fame che ho. è difficile portarsi dietro un corpo di nascosto, soprattutto di questi tempi. Via aerea? o attraverso la Francia?" si concentrò un attimo "siamo su una città fluviale. Questo non è odore di mare, anche se è odore d'acqua in movimento. Non mi sembra una città francese, però. Ma non siamo neanche a Londra. Per lo meno, non siamo in un quartiere di Londra bomb-"
Venne interrotta dall'alzarsi di scatto di Inghilterra, talmente improvviso che la sedia cadde all'indietro impattando sul pavimento con un secco colpo, la cui eco rimase nell'aria per parecchi istanti. "Stai facendo troppe domande per i miei gusti, donna. Dovresti imparare che la curiosità non si è mai accompagnata alle signore perbene."
Mentre parlava raccolse la sedia, risistemandola sotto al tavolo. Era come se all'improvviso gli fosse venuta premura, e non vedesse l'ora di uscire da quella stanza. Come non capirlo, d'altronde anche lei aveva ben poco desiderio di rimanere lì dentro, anche se temeva non sarebbe uscita facilmente come il biondo. E mentre lei rispondeva a mezza voce con un ironico "mai stata una signora perbene", l'inglese si avvicinò ad una porta al lato estremo della stanza, bussando un paio di volte. Pochi istanti dopo una feritoia si era aperta, e chiunque fosse stato dietro di questa, dopo essersi accertato di chi stava richiamando l'attenzione si operò per sbloccare parecchi chiavistelli.

"veh... un'ultima domanda" Lo bloccò lei prima che l'uomo uscisse. Questi sospirò, e voltandosi guardò nella sua direzione, le grosse sopracciglia ancora increspate dal precedente nervosismo;
"cosa c'è ancora?" Le chiese scocciato, la mano sulla porta pronto a sbattersela alle spalle.

"... ci sarà pasta per cena?"

Non ricevette risposta, ma dalla risata dell'inglese, ben più allegra e sincera di quelle che aveva sentito fino ad ora, comprese che se non altro l'altra nazione non era più così incazzata. Bé, su due nazioni, un 50% di nazioni non furibonde era una buona media, no?
Rimase a guardare la porta ormai chiusa fino a quando la penombra non le rese impossibile distinguerne le venature consunte e i cardini ossidati nella sua massa scura. Poi spalancò gli occhi ambrati, e li fissò al soffitto.

"... buffo."

Fu il suo unico commento, seguito da un lungo sospiro.




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* Comune di Arzachena, provincia di Olbia, nella zona Gallurese della Sardegna. Più precisamente qui.
Perché la Costa Smeralda non l'hanno scoperta i turisti, veh

** http://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Leeds E tanto per inciso, ci andrei pure io in tour qui...


***L'angolo del perché e del percome (che nessuno ha chiesto)***

Veh, che dire. Ho letto un sacco di libri, un sacco di racconti, e anche un sacco di fanfiction.  Ma è la prima volta che ne scrivo una, e soprattutto che decido di renderla pubblica. Perché si sà, quello che stanotte sembrava un'idea carina domani mattina sarà catalogata come la più immensa cagata che mente umana potesse partorire. Per cui, preparandomi mentalmente al pubblico lubridio mi metto occhialini, braccioli e mi tuffo nel mare della scrittura, ora che sono abbastanza rintronata per farlo.
Ma bando alle ciance, veniamo alla Fic. Parla di Inghilterra e Italia del nord, anche se la MIA Italia non è per nulla canon. A parte che l'è donna, e già qui abbiamo fatto il salto del fosso, ma è proprio diversa dal solito ideale di personaggio (insomma, non è un Feliciano con le tette, ma nemmeno la nyotalia): è la donna turrita, ispirata alla dea Cibele  - dea, vardampò, della natura e della fertilità - e che rappresenta l'Italia fin dall'impero romano, quale allegoria del Belpaese in tutte le provincie dell'impero romano. Sò che è strano, ma immaginatevi un misto tra la bellezza di Virna Lisi (da giovane. non che ora non sia più bella, ma le nazioni son comunque poco più che ventenni. E la Virna da giovane l'era incredibilmente gnocca) e il carisma di Anna Magnani (lei, quando la prendi la prendi, è spettacolare dentro, fuori e tutt'intorno).  Il tutto con occhi d'oro e lunghi capelli castani e ricci.
Anche nel comportamento e nella psicologia è diversa... Più saggia, più empatica. Decisamente meno idiota (ma ha anche lei i suoi momenti maGGici), l'unica cosa che l'accomuna con l'Italia canon è l'essere, per sua stessa ammissione, "inutile". Di fronte al dolore, alle tragedie annunciate e non evitate anche quando si poteva farlo, alle scelte sbagliate di qualcuno che distruggeranno la vita di tutti. Come ci sentiamo noi popolino bue quando i politici fanno l'ennesima minchiata, in fondo.
E soprattutto... è ben più vecchia e stanca di quanto lasci trapelare; quasi un rudere, oserei dire.  Ma riesce comunque ad avere lati freschi e infantili, e a vivere la sua vita con leggerezza.
Di sicuro è più sboccata, ma  vi sfido a trovare un italiano che non si lasci mai sfuggire un santone ogni tanto. Però vi assicuro che non è una tsundere, se maltratta qualcuno è perché in quel preciso momento le stà veramente sulle palle, non certo perché è timida o impacciata e nasconde i suoi sentimenti pucciosi così.

Probabilmente nemmeno Inghilterra è IC, ma pazienza. Metto l'avvertimento OoC e passa la paura. (povero Iggy, liquidato con mezza riga. Gli si sfoltiranno le sopracciglia per la delusione)
E dato che ancora non ho deciso se alla fine i due combineranno qualcosa o meno, rischia pure di andare in bianco. Sfigato nei secoli dei secoli imperituri, amen (segno della croce).
Si consolerà coi suoi scones, oppure ci si suiciderà. Dipende quanti ne mangia. E da come mi ispira l'angst in quel momento.
Torniamo alle cose serie. Se trovate orrori grammaticali, e vi assicuro che ne troverete a iosa, avvisatemi. Purtroppo le mie dita hanno un vero odio nei confronti delle maiuscole all'inizio delle frasi, quindi per quanto legga e rilegga il testo qualcuna me ne scordo. Non parliamo dei verbi, poi. Il signore ce ne scampi e liberi.
E poi, e poi... poi basta, vi lovvo tutte. Non solo chi recensirà, o metterà la storia tra le preferite/ricordate/nonmiricordol'altracategoria, ma anche chi leggerà e basta, o per sbaglio aprirà la pagina e la richiuderà subito pensando "ma che è stà robaccia!". Così mi porto avanti col lavoro.
Approfittatene, che ho il love mode a tempo. Quando sono finiti i minuti gratis entro in roaming e poi li sò cazzi.


Monia : )

  
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