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Autore: Saphira96    13/01/2014    3 recensioni
Quando si è bambini non si hanno pensieri, nascono i primi sogni e se si ha la forza e la determinazione di realizzarli, quel bambino sarà un uomo felice. Da bambini si corre, si ride, non si pensa al domani ma si vive il momento.
Questa raccolta ricorda momenti dell’infanzia degli studenti dell’Elite Way School, che ho immaginato prendendo ispirazione dalla personalità che Cris ha sottolineato nei vari episodi dei personaggi di entrambe le stagioni. Buona lettura!
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Pilar
 
< Pilar la cocca della maestra! > urlava un gruppo di bambine, accompagnando le urla con linguacce e risate. Mentre Pilar, la bambina presa di mira, stava in piedi davanti a loro. Non diceva una parola, ma accumulava rancore, rabbia, infelicità, solitudine.
< Bambini al vostro posto > gridò l’insegnante d’inglese entrando nell’aula, per sovrastare le risate del gruppetto.
Pilar, occhi azzurri e lunghi capelli castani raccolti in una coda di cavallo, osservò le compagne ammutolirsi all’improvviso e correre ai loro posti; poi le imitò.
La bambina stava seduta accanto una compagna che faceva cattivo odore, nessuno la voleva accanto e Pilar – che sapeva cosa si provava ad essere esclusi e derisi – occupò il posto vicino Maria.
Però Maria non era amica di Pilar. Se a Pilar mancava la gomma e la chiedeva in prestito lei negava. Se Pilar al mattino arrivava in classe e la salutava, lei non ricambiava.
Una volta Pilar le aveva chiesto il motivo, e Maria le aveva semplicemente risposto: < meglio averne una come nemica, che tutta la classe > .
‘Nessuno è amico tu’ penso Pilar ‘tu puzzi!’ ma decise che era meglio non dirle nulla.
La meastra d’inglese iniziò la sua lezione, quel giorno aveva assegnato di creare a turno la propria presentazione. Pilar lo sapeva fare, lei era brava con l’inglese. La sua seconda parola era stata ‘mom’, proprio perché sua madre era insegnate d’inglese.
Quando arrivò il suo turno la bambina iniziò a parlare con una corretta pronuncia. Disse che il suo nome era Pilar Dunoff e aveva nove anni. Era bassa e aveva dei lunghi capelli e due occhi azzurri. Raccontò che le piaceva la musica e l’inglese. Infine – dopo una lunga pausa d’indecisione – parlò sei suoi genitori: suo padre era preside all’Elite Way School, e sua madre insegnante d’inglese.
La meastra le fece, come sempre, i complimenti ed esortò tutta la classe ad applaudire.
 
Pilar la detestò.
 
Finite le presentazioni personali la maestra illustrò la forma per descrivere una persone. Poi, spinse i bambini a descrivere i proprio o la propria migliore amica.
 
Pilar la detestò sempre di più.
 
Tutti, con l’aiuto dell’insegnante, descrissero qualcuno. Ma Pilar? Lei di chi avrebbe potuto parlare?
< Pilar è il tuo turno > annunciò la maestra.
La piccola iniziò a sudare freddo.
All’improvviso però le venne un’idea: Angela.
Era l’unica persona simile ad un’amica – o che comunque le parlava e giocava con lei – solo che Angela non era una bambina, ma una ragazza di quattordici anni. Lei la conosceva perché frequentava la scuola di cui suo padre era preside, e la bambina trascorreva quasi ogni pomeriggio lì ed Angela la adorava; come si può adorare una sorella.
Così la piccola prese a descriverla: Angela aveva capelli corti e rossi, piena di lentiggini e magra come un lampione. Aveva due occhi di colore nero, tutti completamente neri. E a Pilar piacevano tanto, lei li associava a due bottoni. Angela aveva tanti amici e quando lei la portava per la scuola con se ma parlava con le sue amiche, Pilar era gelosa. Ma non osava dile nulla come non lo raccontò alla maestra la quale si complimentò nuovamente e spinse di nuovo i bambini a rivolgerle degli applausi.
 
La piccola frenò le lacrime.
 
La campanella suonò e tutti i bambini si affrettarono a preparare la cartella, Pilar invece cercò di fare il più lentamente possibile. Le sue compagne uscirono dalla classe urlando in tono ironico: < Angelaaa! > .
 
Pilar le detestava.
 
Quel pomeriggio non andò nella scuola del padre, aveva la seduta dallo psicologo, per risolvere i suoi problemi d’ira che sfogava contro le attenzioni dei genitori. Lo psicologo le chiese di disegnare il suo futuro e lei si disegnò con l’uniforme dell’Elite Way. Immaginava che lì – una volta avuta l’età di Angela – sarebbe stata come lei. Bella, sicura di se e piena di amici.
 
Se le avessero chiesto di raccontare i suoi anni all’Elite Way avrebbe dovuto esprimere la sua rabbia. Quella che l’aveva sempre perseguitata. Era stata continuamente incolpata e derisa…
< Amore eccoti qui! > esclamò Tomas, il suo ragazzo.
… quel racconto andava bene per descrivere i primi tre anni, adesso le cose erano cambiate.
Tomas le diede un lungo bacio e poi la trascinò con se verso i loro amici.
L’Elite Way aveva cambiato la sua vita, come aveva sempre sperato.
Adesso poteva essere apprezzata per quello che era.
Adesso poteva essere se stessa.

 
Angolo Saphira96 ~ Beh che dire, Pilar è un personaggio che mi sta particolarmente a cuore. E’ uno dei miei personaggi preferiti, perciò l’ho rappresentata come la bambina fragile che è sempre stata. Forse per la posizione del padre o per l’invidia degli altri. Pilar secondo me è un bel personaggio. Poi beh, ho inserito Tomas alla fine perché io amo la coppia che forma con Pilar. Sono dolcissimi!
Poi può essere che mi faccio condizionare anche dalla bellissima e bravissima attrice che la interpreta: Mica Vazquez.
Bando alle ciance, mi piace il giochino dell’indovina chi. Quindi indovinate chi sarà il prossimo protagonista?
Grazie per le recensioni precedenti.
Ah, non so di preciso quando aggiornerò con il nuovo capitolo, ma so che non sarà tanto presto. Le prossime due settimane saranno piene di interrogazioni e compiti in classe. Quindi, spero a presto!
 
Autrice ~ Saphira96
  
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