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Autore: Melany23    13/01/2014    7 recensioni
Dalla storia - prologo -
< Cos’è? >
L’osservo bene, e mi sembra quasi familiare.
< E’ un diario. Di una directioner. >
Lo sfoglio, osservando le tante pagine scritte di nero in inglese, con qualche traccia di blu qua e là, come se fossero correzioni.
< E come hai fatto ad averlo? > gli chiedo.
Lui alza lo sguardo, come se dovessi già sapere la risposta.
< Me lo ha dato lei. >
Restiamo in silenzio, e una piccola consapevolezza cresce dentro di me.
< Mi ha fatto promettere che, una volta che ci fossimo fatti delle nuove vite, avrei dovuto consegnartelo >
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Giorno 1 - L'inzio


Sono in giardino da una buona mezzora, seduto sull’altalena che Perrie aveva sempre sognato di possedere, quelle altalene in cui puoi starci più di due.  L’abbiamo cercata in lungo e il largo, ma alla fine l’abbiamo trovata in Nuova Zelanda, e appenderla nel nostro giardino, tra questi due alberi, è stato stupendo.
Non mi lamento affatto della mia vita: ho una moglie perfetta e una bambina stupenda, la mia famiglia mi ha sempre sostenuta e continuo a fare il lavoro migliore del mondo con altri quattro fratelli. Ho una casa stupenda e riesco a fare ciò che voglio quando voglio.
Eppure adesso sono qui, seduto su un’altalena a fumarmi la quarta sigaretta consecutiva, squadrando da lontano il diario che mi sono portato dietro.
Per quanto la voglia di leggerlo è pari a zero, non ho avuto il coraggio di lasciarlo in casa. Se l’avessi perso… non so come l’avrei presa.
Perrie sa di lei. L'ha anche incontrata. Ma non ho mai voluto raccontargli di più.
E perché avrei dovuto? Non sono mai riuscito a capire cosa mi ha scatenato ciò che accadde quell’anno, ne se mi ha aiutato ad essere ciò che sono oggi.
Una volta che era finita, mi sono limitato a chiudere tutto in un cassetto, buttare la chiave e vivere tralasciando ciò che avevo vissuto.
Ma Niall mi ha riportato a rivivere di nuovo.
E per quanto abbia tentato di evitare, sapevo che un giorno avrei dovuto affrontarlo.
Spengo la sigaretta nel posacenere, maledicendomi per aver mandato all’aria tutti gli sforzi di Perrie per farmi smettere di fumare, e afferro il diario.
Accarezzo la copertina dorata e rigida, osservando quanto sono morbidi i fiori neri. Lei era così: dolce come i fiori, ma forte come la copertina di questo diario.
Lo apro e inizio a leggere:
 
Giorno 1 Mese 1 Anno 2013
 
In realtà è il 18 marzo, ma è comunque il primo giorno del primo mese che passerò nel Royal Hospital di Londra.
È così strano pensare a questa stanza bianca e vuota come alla mia ultima camera. Probabilmente, se mi daranno la conferma, la imbiancherò di un bel giallo brillante, come il sole.
Il sole che non potrò vedere come facevo pochi giorni fa. Potrò soltanto osservare i raggi del sole che filtreranno dalla mie grande finestra, la quale si affaccia su un bellissimo giardino.
Sono al pian terreno, quindi significa che, quando vorrò, potrò uscire. Che bello! Non ho mai avuto un giardino! Stavo sempre chiusa in soffitta ad ascoltare musica e a fare schizzi spregevoli sulle mie vuote pareti.
Forse non è così male come sembra.
Anzi, forse per certi aspetti sarà meglio che stare a casa mia. Almeno mangerò tutto giorni.
Sempre se ne avrò voglia. Ultimamente la fatica ha la meglio su di me, e salto interi pasti; mi stanco molto anche soltanto ad alzarmi, ma forse perché è solo l’inizio. Forse tra poco mi abituerò. Sì, sono sicura che sia così.
Poco prima è entrata un’infermiera molto carina, si chiama Cindy e mi ha detto che si prenderà cura di me. Sembra gentile, ha dei capelli a caschetto neri che circondano un bel viso olivastro. È alta quanto me, perciò non mi sentirò la più bassa per la prima volta.
Mi ha annunciato gli orari dei pasti e delle visite previste. Ovviamente i miei genitori potranno venire sempre a trovarmi, ma dubito che verranno tutti i giorni. Lavorano entrambi fino a sera, e quando tornano c’è il mio fratellino Tommy da badare.
Non importa se non verranno ogni giorno, alcune mie amiche hanno detto che se possono, dopo le lezioni, mi porteranno i compiti, e se considero il fatto che i miei verranno a trovarmi sia il sabato che la domenica, allora non sarò poi così tanto sola.
Ho visto, inoltre, che non sono la sola ragazza a stare in questa corsia. Spero di riuscire a fare amicizia, anche se non vado molto a genio alle persone a primo impatto; o almeno questo è il mio parere.
Ho appesi i miei vestiti nell’armadio bianco spento, e quando l’ho chiuso ho  concordato sul fatto che un paio di poster non faranno male su quel mobile. Tayla mi ha promesso che me ne porterà alcuni da camera mia, insieme poi a tutte le cose che non sono riuscita a portare da sola.
Sto perdendo molte forze, ho a malapena portato una zaino e la borsa. Ma per fortuna la metro non ha scioperato, altrimenti sarei dovuta venire qui a piedi.
Aprendo e mettendo la biancheria intima nel secondo cassetto del comodino alla mia sinistra, ho tentato diverse volte di aprire il primo cassetto, ma anche qui la mia forza è venuta a mancare.
Ho detto a Cindy che forse era rotto, invece lei lo ha aperto con estrema facilità. È stata molto comprensiva, infatti ha detto che come comodino è sempre stato difettoso. Non so quanto crederci, ma apprezzo il gesto.
Dopo aver sistemato tutte le cose che avevo portato, sono andata al piano superiore per comprare una rivista, ma sono tornata in camera con tre libri: era da tanto che volevo leggere il primo di Percy Jackson, ed ero così emozionata di aver visto Where We Are che l’ho voluto comprare.
Almeno avrò i miei cinque coglioni a tenermi compagnia.
Spero di poter guarire entro due mesi. Ho combattuto troppo per quel biglietto, e se non vado neanche a questo di concerto non so come reagirò.
Nessuno vuole ammettere che però, se non mi fossi tagliata così profondamente, probabilmente sarei morta. Già, perché è stato grazie a quel taglio che i miei genitori hanno capito che avevo qualcosa. Sicuramente erano scioccati dal fatto di avere una figlia autolesionista, ma scoprire poi saremmo arrivati a questo punto… è stato uno shock.
Io faccio buon viso a cattivo gioco, ho sempre odiato dimostrarmi debole agli altri, e sono poi molto ottimista ultimamente. E poi, se i miei genitori mi vedono forti, allora si sentiranno più tranquilli.
Con la storia di papà che ha perso il lavoro e le mie cure che non fanno altro che chiedere soldi, sono molto stressati. Non voglio recargli ulteriori preoccupazioni.
E poi, in fin dei conti, per ora sto bene.
D’altro canto, sanno tutti che a me bastano due cuffie e gli One Direction  per sentirmi bene.
E stasera, per quando lontano dalla mia camera io sia, per quanto duro e puzzolente sia il letto, per quanto sia tragica la situazione, le note di Nobody Compares mi fanno venir voglia di dormire fino a che non sia l’ora di alzarsi.
 
 
Giorno 4 Mese 1 Anno 2013
(22 Marzo)
 
Stamattina mi sono svegliata e ho visto una ciocca dei miei capelli per terra.
L’ho presa e l’ho osservata a lungo. Mi sono accorta che stavo piangendo quando l’intera ciocca non era bagnata. Mi sono alzata in fretta, e perdendo l’equilibrio sono caduta.
Cindy mi ha detto di starmene a letto oggi, mentre spazzava altre sei o sette ciocche che erano cadute.
Mentre le buttava nella cassetta, pensavo a quando Niall e Louis nel video di Best Song Ever avevano la chiazza pelata in testa.
Credo di capire come si sono sentiti in quel momento.
 
 
 
 
YepNope
Voglio ringraziare l’unica stellina che per ora ha recensito questa piccola storia.
Vedo che comunque ha qualcuno è piaciuta, perché in silenzio l’avete messa fra le seguite e preferite… quindi GRAZIEEEEEE!
Sappiamo ancora poco di questa nostra protagonista, ma abbiamo anche capito che non è una ragazza come tante altre. È sfortunata, rispetto a noi. Ma condivide comunque la passione per la musica, e per i nostri ragazzi.
Adesso aspetto che qualcun altro recensisca sia questo che lo scorso capitolo!
Intanto scriverò ovviamente ;)
Kiss At All
Mel 
  
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