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Autore: _joy    14/01/2014    7 recensioni
"... Tu sei giusta per me. E io ti voglio per me. In modo egoista, folle e assolutamente deciso. Non voglio nessun’altra. Non sceglierò mai nessun’altra. Voglio te e solo te. Voglio che tu mi sposi, che passi la tua vita con me. Voglio che invecchiamo insieme. Voglio che tu sia la madre dei miei figli. Voglio tanti figli e voglio crescerli con te. Voglio passare le mie giornate con te al mio fianco, voglio ascoltare i tuoi consigli e voglio studiare con te qualsiasi cosa ti appassioni. E voglio che tu sia accanto a me ogni notte della mia vita, da oggi… alla mia ultima notte"
Cosa accadrebbe se Hermione Granger venisse catapultata a Narnia e incontrasse il principe Caspian? E se quel mondo magico fosse minacciato da un'antica nemica? E se quell'antica nemica fosse legata misteriosamente a Gellert Grindewald? Chi potrebbe salvare Narnia, allora?
[Caspian/Hermione]
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Caspian, Jadis
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache della Grande Magia'
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La seduta del Consiglio di quella mattina si era svolta in un silenzio quasi irreale.
 
Dopo la sfuriata del sovrano del giorno prima, i Lord avevano mantenuto un basso profilo.
Caspian, da parte sua, aveva ostentato una notevole freddezza, in modo da scoraggiare qualsiasi speranza di un fidanzamento ufficiale in occasione della festa del Solstizio d’Estate.
Sciolta la seduta, però, rimase solo con i suoi pensieri.
 
Era sempre il solito dilemma.
Non riusciva a venire a patti con l’idea di prendere moglie.
E, in particolare, di scegliere Lilliandil.
La parte responsabile di lui lo esortava a ricordare che, prima o poi, avrebbe dovuto scegliere qualcuna.
E un re non poteva permettersi di sposare la prima donna che gli passava davanti agli occhi.
Odiava ammetterlo, ma Lilliandil aveva ragione: nessuna delle fanciulle che gli erano state presentate negli anni con intenti più o meno palesi aveva minimamente destato la sua attenzione.
Al momento, effettivamente, Lilliandil era la scelta più ovvia.
Però…
Però lui non riusciva a decidersi.
Se avesse aspettato ancora, avrebbe rischiato di non trovare poi una candidata (che parola orrenda) altrettanto valida (sulla carta) e lui, essendo il sovrano, aveva l’obbligo di scegliere il meglio per Narnia.
Inoltre, c’era la questione dell’incidente diplomatico che si sarebbe venuto a creare con Ramandu, emissario di Aslan.
E… Caspian poteva giurare che sarebbe arrivato il momento in cui avrebbe davvero scelto?
Certo, per dovere l’avrebbe fatto.
Prima o poi.
 
Gli sembrava di sentire la voce di Hermione.
 
Non devi farlo domani per forza.
Puoi aspettare la donna giusta.
 
Ma esisteva la donna giusta per lui, o l’unica l’aveva persa quando lei aveva deciso di tornare sulla Terra?
Come faceva a saperlo?
 
Con il pensiero di Susan fisso nella mente concentrarsi su altro era snervante e inutile.
Nessuna poteva piacergli e lui lo sapeva.
Era una sua fissazione, ormai?
Il dottor Cornelius il giorno prima lo aveva garbatamente suggerito, facendo riflettere il suo pupillo sul fatto che Susan Pevensie non poteva né doveva diventare il scudo difensivo.
Caspian si era imposto di ascoltare le parole del suo anziano maestro, riconoscendo la loro verità, ma gli era costato una gran fatica perché Susan rappresentava i sogni della sua giovinezza e saperla criticata gli dava ancora fastidio.
 
 
Nella sua torre, il pomeriggio precedente, Cornelius aveva sostanzialmente avanzato, con un certo tatto, l’ipotesi che il giovane re si schermasse dietro il ricordo della Regina Dolce per scansare un problema. Certo, Susan era stata una grande regina ed era una bella ragazza, nessun dubbio, ma non era forse il momento di guardare avanti? E per di più ora, quando una fanciulla così piacevole allietava il castello con la sua presenza…
Caspian si era incupito, ma aveva annuito.
«Quindi anche voi mi suggerite, come tutti, di sposare Lilliandil?»
«Lilliandil?» aveva risposto l’altro, lasciandolo di stucco «No, mio caro ragazzo: io parlavo di Hermione, veramente»
«Hermione?!» Caspian aveva spalancato gli occhi «Cosa c’entra Hermione?»
L’anziano precettore aveva sorriso di fronte allo smarrimento del sovrano.
«Non stavamo parlando di una fanciulla garbata e assolutamente piacevole?» chiese, dolcemente «Certo, dama Lilliandil ha moltissimi pregi, lungi da me negarlo… in questo momento però ammetto che stavo pensando all’intelligenza e al calore di Hermione, questo sì»
Caspian aveva richiuso la bocca, rendendosi conto che gli era caduta la mascella.
«Voi…mi state suggerendo di sposare… Hermione?»
«Mio caro Caspian, voi avreste sposato la Regina Susan senza esitazioni e Hermione viene dal suo stesso mondo»
«Ma Susan è una delle antiche Regine di Narnia!»
«Indubbiamente, ma fa parte della stirpe dei figli d’Adamo, come Hermione. Ammetto che sono affascinato dall’idea di una fusione di due mondi, di due culture…»
«Signore» Caspian si era sforzato di riportarlo con i piedi per terra «Non stiamo parlando di un esperimento, ma del mio matrimonio»
«Se sposerete una donna che non amate, che scegliete per dovere, il matrimonio non sarà forse un esperimento? In realtà, dividere la propria vita con un’altra persona non è di per sé il più complesso degli esperimenti?»
Caspian lo fissò, a corto di parole.
«Inoltre» proseguì il precettore «Non mi spingo certo a suggerirvi il matrimonio e ammetto che, fino all’arrivo della piccola, anche io speravo che Lilliandil incontrasse il vostro gusto. Ma mi permetto ora di farvi riflettere su una cosa, Caspian: Lilliandil, a differenza di Hermione, non appartiene alla stirpe degli uomini. Pensate ai vostri figli, Maestà. Quello sì che potrebbe essere un esperimento….rischioso. La longevità di una stella rispetto a quella di un uomo è maggiore, ma di quanto? Volete invecchiare mentre vostra moglie resta giovane e bellissima?»
Il re sembrava decisamente spaventato, ormai, e a Cornelius ricordava molto il bambino che era stato, soprattutto ai tempi di Miraz.
«Però ammetto che, da quando è arrivata Hermione, ho un po’ riconsiderato la cosa. Oltre alla questione della genia – da non sottovalutare, a mio parere – c’è anche… un aspetto di calore umano. Hermione è intelligente, direi anzi brillante, ed è molto carina»
«Hermione?» domandò Caspian, debolmente.
Ma, con sua grande sorpresa, l’anziano ebbe un moto a metà tra l’esasperazione e il divertimento.
«Mio re» rispose «Se non siete più capace di vedere il bel viso di una ragazza io inizio a preoccuparmi veramente!»
Caspian era arrossito.
«Ma Hermione… insomma, Lilliandil….voglio dire…»
Cornelius aveva capito subito.
«Non sempre la gemma più brillante è davvero quella poi più pura e perfetta, Maestà. Ricordatevelo: la luce abbaglia e rende impossibile vedere i difetti. La purezza no, invece»
 

Caspian se ne era andato e era sceso nelle scuderie con quelle parole che gli risuonavano nella mente.
Cavalcare lo aiutava a pensare.
E a calmarsi.
Senza prestare troppa attenzione al panorama, rimuginò sul fatto che, probabilmente, Cornelius aveva tirato fuori quell’incredibile idea su Hermione perché la ragazza gli si era affezionata: gli faceva compagnia, era sempre gentile, amava i libri (cosa che per Cornelius era fondamentale, inutile negarlo) e passava gran parte del suo tempo con lui.
Sì, certo, non che Hermione non fosse intelligente, sagace e magari persino divertente… ma di qui a dire che lui poteva pensare di sposarla…!
Perché non poteva.
 
O sì?
 
Prima Lilliandil, poi l’anziano maestro, sempre su Hermione... da due punti di vista diversi, certo, ma cos’era quella storia su Hermione, insomma?
Lui la trovava simpatica, e basta.
Poi, Cornelius poteva parlare quanto voleva delle gemme e della purezza, ma accanto alla bellezza di Lilliandil le altre donne scomparivano, questo almeno doveva riconoscerlo alla stella.
E Hermione non era particolarmente avvenente… era carina, al massimo.
E basta.
Ripensò allo sguardo di compatimento di Cornelius e si chiese se stava impazzendo lui o invece stavano uscendo di senno quelli che gli stavano attorno.
Prima Lilliandil che lo accusava perché secondo lei gli piaceva Hermione, poi i suoi consiglieri che gli chiedevano di sposare la stella, poi Cornelius con quell’idea folle… insomma, basta!
 
Caspian spronò Destriero, il suo fedele cavallo, e cercò di svuotare la mente.
E, pian piano, nella sua testa prese forma il volto di Hermione.
I capelli ricci e ribelli, gli occhi nocciola più chiari di quelli di Caspian, il naso dritto e piccolo, le labbra ben disegnate, il sorriso spontaneo.
E le lentiggini.
Insomma, sì…era… carina.
 
Oh, per Aslan, ma come mai non se ne era accorto?
Aveva ragione Cornelius, c’era da preoccuparsi.
 
Evocò l’immagine del viso di Lilliandil nella mente, in modo spassionato.
Capelli finissimi e biondi, così diversi da quelli di Hermione, sopracciglia sottili, pelle diafana, lineamenti purissimi.
Era bellissima, sì… era la più bella.
Ma, confrontandola con Hermione, gli sembrò in qualche modo… fredda.
Senz’anima.
 
Caspian scosse la testa.
È Cornelius che mi influenza – pensò – È stato il mio precettore e mi conosce bene, sa come parlarmi. Non posso credere che ci sto davvero pensando.
Abbaiò alle guardie l’ordine di rientrare, di pessimo umore.
Al castello saltò la cena, dato che non gli andava assolutamente di vedere i suoi notabili impiccioni, e si rifugiò in giardino.
Camminò fino a quando non raggiunse la parte più nascosta e privata del giardino, la parte che sua madre adorava.
Caspian la ricordava seduta all’ombra del grande albero, che gli leggeva delle storie.
Si stese sotto la stessa pianta e chiuse gli occhi.
 
E lì lo trovò Hermione, più tardi.
 
Caspian voleva stare solo… ma non le chiese di andarsene.
Ormai era pieno di dubbi e si chiese se parlare con lei non lo avrebbe magari aiutato a capire qualcosa.
Lei era la solita Hermione che ormai un po’ conosceva, senza mire matrimoniali e disposta a parlare e a dare consigli.
Caspian fu sorpreso nello scoprire che lei non si considerava una ragazza interessante, affatto.
Insomma, non era brutta!
E Cornelius aveva ragione, era intelligente.
E divertente.
 
Non sapeva perché le aveva preso la mano.
Davvero, non lo sapeva.
Un impulso dettato dal bisogno di conforto, forse?
Comunque, lei non aveva reagito come una ragazzina svenevole e di quello bisognava darle atto.
Mentre ascoltava i suoi ragionamenti pacati e la sua voce chiara, Caspian si scoprì a pensare che davvero Hermione avrebbe reso felice un uomo, nella vita.
Era fedele, presente, attenta e partecipe e il re non era così fuori dal mondo da non capire che quelle doti la rendevano abbastanza eccezionale, unite al suo cervello pronto.
 
E poi aveva un profumo davvero molto buono.
Non erano mai stati così vicini e Caspian notò che la pelle di lei profumava di una delicata fragranza di vaniglia.
 
E quando lui le aveva detto che avrebbe dovuto vestire in modo più femminile, per valorizzarsi… cos’era quell’espressione?
Sorpresa? Disappunto perché lui era stato invadente? O… o qualcos’altro?
Ma se sì… cosa?
 
 
Ma perché sto ancora pensando a Hermione, accidenti??
Si riscosse all’improvviso, accigliandosi a causa dei suoi pensieri indisciplinati e fuori controllo.
In quel momento, un incauto attendente mise dentro la testa per annunciare il Maestro del Cerimoniale.
Il re borbottò e imprecò, ma fece cenno di farlo passare.
Ascoltò per nemmeno tre minuti l’uomo, poi lo fermò con un cenno, gli disse che non aveva tempo da perdere per parlare di tovaglie e gli consigliò di rivolgersi al cancelliere di corte.
L’uomo annuì e poi, nervosamente, cincischiò con i suoi appunti.
«Maestà, dobbiamo…ehm»
«Sì?» chiese Caspian, stancamente.
«Volete…»
«Voglio cosa?»
«No…ehm…volete che sia previsto durante il ballo un qualche…»
Davanti all’occhiata gelida del re si affrettò a continuare.
«…un qualche spazio apposito?»
«Uno spazio apposito…per cosa?»
«Per una…ehm…dichiarazione?»
 
Il re fece un’espressione furiosa e l’uomo si affrettò a battere in ritirata, profondendosi in scuse.
Quindi Caspian, stabilito che ne aveva abbastanza degli uomini di corte, scese nelle stalle, fece sellare il suo cavallo e si diresse al porto.
 
 
Quando Drinian vide comparire il suo re, stava piallando personalmente una tavola di legno.
Sentendosi chiamare si voltò ed ebbe un moto di sorpresa.
«Maestà» disse «Non vi aspettavamo!»
Caspian gli si avvicinò.
«Stai lavorando personalmente il legno?»
«Sapete come si dice, Maestà: se vuoi che una cosa sia fatta davvero bene, falla da te»
Caspian aggrottò la fronte.
«Già. Quanto è vero. Come procedono i lavori?»
«Abbiamo avuto un piccolo problema con dei giunti del nuovo pontile di attracco, ma lo stiamo risolvendo in fretta. Se volete vedere…»
Il re annuì e si fece condurre in un giro del cantiere.
Quando, terminato il sopralluogo, fu portato a vedere il nuovo Veliero dell’Alba, quasi ultimato, il re sospirò.
«Hai mai voglia di partire per un altro viaggio, Drinian?»
L’uomo sorrise.
«In realtà, Sire, dopo l’ultimo viaggio del Veliero direi che le avventure mi sono bastate e per ora bramo solo la banalità di terra» disse, scherzosamente.
Ma, se si aspettava che il sovrano ridesse con lui della battuta, rimase deluso.
Caspian tenne per un po’ gli occhi fissi sulla maestosa nave e poi mormorò:
«Io me ne andrei volentieri, invece»
Si voltò e si diresse verso il cavallo, lasciando basito Drinian.
«Maestà…» l’uomo si avvicinò nuovamente al sovrano prima che questo montasse in sella «Perdonatemi ma… va tutto bene?»
Caspian annuì automaticamente, poi però si avvicinò al suo nocchiero e mormorò:
«Drinian…dimmi la verità. A te non succede, a volte, di sentirti in preda allo stesso smarrimento che abbiamo conosciuto quando la Strega Bianca ci ha mandato quella nebbiolina verde, in mare?»
Drinian sentì un brivido corrergli per la schiena, ma si impose di parlare con calma.
«No, Sire»
«Mai? E… nemmeno quel senso di rabbia cieco e…»
Caspian capì che la risposta era negativa ancor prima di aver terminato la domanda.
Drinian sembrava spaventato, per cui lo rassicurò con un gesto.
«Non è niente, lascia perdere»
«Maestà, ma voi…»
«Io… è solo un periodo difficile. Nulla di che. Ci vediamo al ballo per il Solstizio, ti aspetto a corte»
 
Ma non era ancora il giorno del Solstizio d’Estate quando un nervoso Drinian si avviò, solo, verso Cair Paravel.



Buongiorno!
Scusate il ritardo con cui ho postato il nuovo capitolo, ma almeno ho un pc funzionante e posso postare il bellissimo banner che mi ha fatto la mia gemellina Sue <3
Vi ricordo la mia pagina Facebook per tutti gli aggiornamenti... Ho una grande nostalgia di Gin e Ben, devo darmi da fare!! ;)

https://www.facebook.com/Joy10Efp
Grazie a tutte le persone meravigliose che mi seguono e seguono le mie storie, incoraggiandomi e motivandomi ogni giorno: vi adoro!
Baci e buona lettura,
Joy

   
 
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