Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: MissGordlay    14/01/2014    10 recensioni
Quando ci si avvicina troppo al sole ci si brucia, e dal paradiso si precipita all'inferno. Riusciranno a redimersi?
Harry -Hanna ti salverò, sarò la tua ancora-
Hanna- davvero ?-
Harry -lo giuro-
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



2° Capitolo.

Again



Hanna pov.
Una settimana.
Una settimana da quando avevo seguito Harry in bagno.
Una settimana da quando lo evitavo.
Una settimana che  avevo ripreso a sentire quel peso sul cuore.
Una settimana che non sentivo più il mio cuore battere.
Probabilmente ero solo io che avevo avuto l'illusione di sentirlo, ero stata io a illudermi di poter respirare senza ne pesi o catene, ero io che come al solito lasciavo che la mia mente vagasse, immaginasse o peggio sognasse cose che in realtà non sarebbero mai accadute. Quella volta però mi era sembrato di sentirlo, l'avevo sentito battere e questo solo specchiandomi in quelle sfere simili a pezzi d'anima di una foresta. Sì perché i suoi occhi mi ricordavano il verde di una foresta: intenso,ipnotico, disarmante,intricato. Ciò comunque non cambiava il fatto che avessi sbagliato, ero stata impulsiva,troppo presa da quella voce roca e profonda per pensare razionalmente e frenarmi da aprire quella porta. Io non lo conoscevo, io non ero nessuno e la mia invadenza lo aveva infastidito facendomi sprofondare dietro le sue parole.


- Allora Hanna ,cosa diavolo ci fai qui?- disse lui alzando il tono di voce, mentre si passava velocemente il dorso della mano sotto gli occhi. Non sapevo che fare, che dire, mi pentivo amaramente di aver aperto quella porta, di aver zittito la mia parte razionale,di aver raccolto quel cappello che ora stringevo convulsamente tra le mani.
-Io...-
-Allora Hanna cosa c'è? Sei scioccata perchè non hai mai visto un ragazzo piangere?!La mamma non te l'ha insegnato? E poi sappi che seguire le persone, quando si stanno facendo gli affari propri è maleducazione, quindi ti pregherei di non farlo più in futuro.- Mi interruppe lui bruscamente alzandosi da terra senza guardarmi. Io mi morsi il labbro con forte desiderio di scomparire, disintegrarmi, evaporare o qualcosa di simile pur di non restare lì senza riuscire a dire nulla.
-Be ..anche perchè non sopporto le ragazzine timidi e asociali!E ora togliti dal cazzo che devo passare - disse freddamente oltrepassandomi. In quel momento sembrò che qualcuno mi avesse stretto la gola in una morsa, perchè iniziai a sentire il mio respiro ridotto a dei saltelli, seguito da un paio di lacrime che scorrevano lungo le mie guancie impallidite da quel chiodo invisibile, che mi perforava piano il cuore. Continuai a stringere il suo capellino che sembrava bruciarmi le dita, mentre piano sussurravo :
-il tuo cappello Harry...-

 
Sospirai ricordando quel momento, e sospirai mentre lo vedevo entrare dalla porta. I ricci scompigliati dal vento, le labbra rosse e i suoi occhi verde bosco subito puntati nei miei. Deglutii piano e mi misi a guardare fuori dalla finestra facendo finta che non l'avessi visto, facendo finta che non lo conoscevo, perchè il pensiero di averlo vicino per la bellezza di cinquanta minuti mi agitava. Per tutta una settimana mi ero ben impegnata a ignorarlo se lo vedevo per i corridoi, o in qualche aula. Mi ero preparata a fare l'indifferente, a cercare di nascondermi dietro la mia chioma di capelli biondi, quando si sarebbe dovuto sedere di nuovo affianco a me. Eppure il mio lavaggio del cervello non aveva funzionato, dato che ero nervosa, in ansia e cercavo irrimediabilmente d'immaginare il mio banco vuoto,senza quell'ammasso di ricci e muscoli , da cui mi ero fatta odiare.
Trattenni il respiro quando sentii la sedia spostarsi e Harry sedersi in modo molto meccanico, senza emettere nessun rumore; io continuavo a guardare fuori , persa a fissare il parcheggio triste e desolato della scuola, che sembrava però il posto più interessante del mondo in quel momento.
 
-Hanna- Sobbalzai sentendo la sua voce roca dietro di me. Aveva parlato o l'avevo sognato?.
-Hanna??- disse di nuovo posando la sua enorme mano sulla mia spalla. Un brivido mi percosse il braccio ed eccolo di nuovo: il cuore. Batteva velocemente come se volesse sfrecciare via dal mio controllo, batteva come se avessi appena finito la maratona di NY, batteva così forte che mi guardai il petto confusa. Era possibile che un brivido provocasse tanto scompiglio?.
Piano mi girai guardandolo, guardai il suo viso abbronzato ,le sue labbra a cuore così perfette , guardai le piccole rughe che si formavano con la sua espressione corrucciata, i suoi ricci scomposti,  le sue guancie leggermente arrossate dal fresco di quel mattino; guardai la sua mano che ora poggiava sulla mia sedia, il suo collo da cui scendevano due collane, ed in fine guardai i suoi occhi, quei smeraldi ardenti con venature un pò gialle, un pò celesti che mi ipnotizzavano senza rendermene conto.
-Io volevo..-
-Ciao Harry! L'altro lunedì non ci siamo presentati, sono Lhona- La biondissima, magrissima, ammiratissima Lhona Kruz lo interruppe bruscamente sedendosi sul suo banco con quello charm che solo lei aveva. Lhona era forse la persona che meno sopportavo in quella scuola, e non perchè fosse una bella ragazza, ma perchè continuava a utilizzare il suo corpo per ottenere qualsiasi cosa, dai voti, ai ragazzi, dai titoli, ai posti a sedere ; sembrava che tutto girasse intorno al suo corpo perfetto.
-Scusa io ora starei...-
-Dai parli dopo con Hanna tanto lei ha tempo, vieni con me tanto dubito che stavate facendo un discorso molto costruttivo, Hanna è timida.-lei sorrise guardandomi con i suoi occhi scuri contornati da tre kg di eye-liner nero,facendomi sentire davvero come la persona più invisibile di questo pianeta.
 
Harry pov.
I suoi occhi quel mattino erano di un azzurro chiaro,tempestato da chiazze verde, che si mescolavano dando vita a un colore che nemmeno uno  dei pittori migliori sarebbe stato capace di ricreare. Non so perchè ero tanto affascinato dai suoi occhi, ma mi davano un senso di pace che non poteva non farmi sorridere.  Con lei quel giorno in bagno ero stato troppo duro, non avrei dovuto alzare la voce e scacciarla come se fosse stata la peste. Probabilmente era venuta anche lei lì per sfogarsi, o forse fumava e aveva bisogno di un tiro per rilassarsi, chi lo sa, e io invece l'avevo accusata, trattata male e mettendo tutto sul piano ‘Dell'Harrycentrismo’. Che stupido, impulsivo ragazzino ero stato. Per questo volevo chiederle scusa, per questo volevo farmi perdonare in qualche modo e ci sarei riuscito, se quella ragazza non si fosse spalmata sul mio banco.
-Scusa io starei...- tentai di dire, prima che QUELLA riprendesse a parlare come una radio rotta. Cercai di mantenere la calma e non urlarle di scomparire dal mio banco, dato che quelle con la voce nasale e le tette di fuori non mi piacevano, ma poi mi bloccai sentendo quello che la bionda stava dicendo. E allora capii che era la solita ragazza montata , che pensava al mondo come una massa di stupidi in cui l'unica che si salvava era lei. Mi girai a guardare la mia compagna di banco che piano piano si rimpiccioliva nella sua sedia, tentando di diventare invisibile sotto le parole di quella Lhona.
-Non m'interessa!- dissi facendo spegnere quel sorriso smagliante sul viso della bionda.
-Cosa non ti interessa?- chiese lei inclinando la testa.
-TU!. E tutto ciò che riguarda te , quindi scendi dal mio banco  per piacere. - la ragazza mi guardò confusa e accigliata, mentre scendeva piano  sotto gli occhi di tutta la classe che ora si era fermata a guardare la scena. Il silenzio piombò all'interno della stanza e quindici paia di occhi mi guardavano come se avessero visto un fantasma, come se avessi appena ucciso qualcuno.
Odiavo quella pressione, odiavo che tutti mi guardassero con gli occhi sgranati, e odiavo ancora di più il fatto che i loro sguardi passassero da me a Hanna, come se entrambi avessimo complottato un colpo di stato. Mentre mi trattenevo dal dire qualcosa a tutti i miei compagni sentii Hanna alzarsi, velocemente prese i suoi libri e ancora più velocemente la vidi inoltrarsi tra i ragazzi per scomparire fuori la porta. Sentii qualcosa dentro lo stomaco, forse senso di colpa,forse rabbia, forse altro, per aver fatto scappare l'unica ragazza che avrei voluto restasse. Così anche io mi alzai, afferrai le mie cose e la segui, la seguii perchè quelle parole erano ingiuste, come era ingiusto il modo in cui l'avevo trattata.  Lei non c’entrava nulla con il casino che avevo dentro, ed io stupido ancora non gli avevo chiesto scusa.
Uscii dalla classe velocemente sotto lo sguardo stupito dei miei compagni, mi guardai in giro e feci giusto in tempo a vedere la maglia bianca a strisce blu di Hanna scomparire dietro l'angolo del corridoio alla mia sinistra. Allungai il passo verso quella direzione, forse corsi, non lo so, fatto sta che la trovai, la trovai a camminare lungo il corridoio con passo trascinato reggendo tra le mani i libri, quando gliene cadde uno. Mi precipitai verso di lei e appena lei si abbassò per raccoglierlo  io ne ero già in possesso
-Harry...- disse piano lei guardandomi dal basso intanto che io riacquistavo  un respiro regolare. Sorrisi soddisfatto di me stesso e mi passai una mano tra i ricci che mi ricadevano davanti agli occhi, passandole poi il libro.
-Questo deve essere tuo -
-Si grazie - afferrò il volume con velocità dalle mie mani come se avesse paura che cambiassi idea e poi si girò riprendendo a camminare velocemente.
- Scusa ma devo andare..-. Disse quella frase velocemente quasi come un sussurro mentre già si allontanava da me, come se avesse paura della mia presenza. Ma no, non potevo permettere che scappasse di nuovo, non senza averle chiesto sinceramente scusa.  Di certo avrei potuto lasciarla andare e scegliere la strada più semplice, ma non volevo così le afferrai un polso. Lei si girò verso di me come scioccata, o sorpresa dalla mia reazione e puntò i suoi occhi color mare nei miei.
 
 Hanna pov.
-Scusa- disse piano lui addolcendo lo sguardo e allentando la presa sul mio polso così da permettermi di liberarmi. Quel suono così forte e caldo mi aveva confusa tanto che per un attimo ebbi la sensazione di dondolare da una parte all'altra, come in balia di una tempesta. Una tempesta che non erano altro che i suoi occhi. Non potevo credere a ciò che avevo sentito, non potevo credere che era appena uscito dalla classe solo per dirmi questo. Nessuno mi aveva mai rincorso, e nessuno si era mai fermato a chiedermi scusa, amico o no che fosse nessuno si era tanto preoccupato di fermarmi e guardarmi in quel modo, tanto bello quanto triste. Nessuno si era mai soffermato a pensare che forse avessi ragione che forse davvero meritassi una scusa. Ne amici, ne amiche, ne genitori, ne insegnanti. Per tutti ero Hanna: la ragazza studiosa,silenziosa,senza pensieri o forse con troppi, la ragazza che si nascondeva dietro i suoi occhiali e che sprofondava nelle sue maglie larghe, la ragazza che spesso era goffa e sbatteva agli spigoli dei banchi, quella dai kg in più e le mani piccole. Per tutti ero solo Hanna. Per tutti tranne che per lui. Lui che mi aveva chiesto scusa rompendo la catena dei miei sbagli, che forse in realtà erano sbagli degli altri. E allora zittii tutti quei pensieri, zittii quel ragionamento così bello e perfetto, che mi sembrava assurdo averlo pensato e risposi :
-Ehm…non ti preoccupare sono abituata alle offese di Lhona!-
-Ma non sei abituata alle mie…- disse lui con tono basso, dispiaciuto, remissivo mentre mi posava una mano sulla spalla. La sua mano mi fece rabbrividire di nuovo,scuotere le viscere e zittire, ma mai come le parole che stava per pronunciare.
-Quel giorno in bagno ecco io..io non pensavo quelle cose, ero solo arrabbiato con me stesso, diciamo che ti sei trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato …ed ecco.. mi dispiace…- Le sue parole mi colpirono, forse erano gli occhi grandi e maledettamente sinceri, per il tono della voce basso o per il modo di balbettare che aveva assunto ma mi sentii più leggera, come se avessi davvero messo le ali. Il peso era sparito DI NUOVO, il cuore batteva DI NUOVO, e io potevo sentirlo DI NUOVO, e tutto grazie a cosa? A un mi dispiace, una semplice parole composta da otto lettere, otto lettere che continuavano a rimbombare nella mia testa senza sosta come a farla scoppiare. Ma a me non sarebbe importato, avrei fatto a pezzi il mio cervello,  pur di sentirle di nuovo.

http://data3.whicdn.com/images/61653901/large.gif






The writer's corner .
Salve :) , dopo un giorno di ritardo finalmente sono riuscita a pubblicare il secondo capitolo di Shiver. In primis vorrei ringraziare tutti coloro che hanno recensito la mia storia, ringrazio tutti (anche se poi risponderò a ogni recensione ;) ) con tutto il cuore, perchè ogni vostra singola parola mi ha fatto emozionare. Quindi grazie, grazie e ancora grazie. Parlando di questo nuovo capitolo invece, potete capire meglio i caratteri dei due protagonisti e da questo capitolo inizierà ad instaurarsi tra i due un legame particolare. Spero tanto che questo capitolo vi  piaccia, perchè ogni capitolo è come una parte di me e spero ancor più di ricevere le vostre recensioni!!! 
Ora non mi dilungo oltre, vi ricordo che aggiorno una volta a settimana, anche se stavo pensando di pubblicare il prossimo capitolo sabato o venerdì dipende dagli impegni che ho a scuola :).
Per il resto spero di farvi emozionare come mi emoziono ogni volta io quando scrivo . 
XOXO
MissGordlay.
  
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: MissGordlay