Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: _nihonjin_    14/01/2014    2 recensioni
Mi guarda negli occhi. “Vuoi sapere la sorpresa?”
Eh, sì e che cazzo. Sono venuta dal Giappone fino a Londra! “No, guarda ho percorso più di novemila chilometri solo per farmi una simpatica passeggiata nel centro di Londra e per comprare quella maglia che vidi quel lontano quattro aprile millenovecento cinquanta nel negozietto in fondo alla strada, sai quello che a Natale metteva le decorazioni color oro e argento…” Inizio a blaterare.
Non noto neanche che sta diventando tutta rossa, non so se per la vergogna o per la rabbia. Fatto sta che Niall mi da una gomitata nelle costole. Smetto subito di parlare. Sto per girarmi verso di lui e riempirlo di parolacce quando improvvisamente Mariateresa urla.
“TRA DUE MESI MI SPOSO.”
Giro lentamente la testa nella sua direzione. Non respiro neanche, talmente sono sconvolta. “Oddio, e con chi?!”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Image and video hosting by TinyPic

Questa storia è il continuo di
E se io facessi Sherlock Holmes e tu Watson?


Dalton’s law.

Dlin dlon.
Secondo me i panda sono morbidi. Potrebbero essere dei meravigliosi cuscini giganti che si cibano di bambù.
Dliiin dloon.
Gigi D’Alessio fa proprio canzoni di merda. Cioè, ma esistono anche suoi fanz? Certo che il mondo è caduto proprio in basso.
Dliiiiiiiiiiiin dlooooooooooon.
La gente è assolutamente ignorante. Nessuno ormai sa più che quando un elemento si combina con la stessa massa di un secondo elemento per formare composti diversi, le masse del primo elemento stanno tra loro in rapporti semplici, esprimibili mediante numeri piccoli e interi. Dalton sembrava tanto stupido. E infatti lo era. Ma chi cazzo capisce ‘sta roba? Solo lui.
Dliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin dlooooooooooooooooooooooooooooooooon.
E che cazzo, arrivo.
Mugugno, portandomi il cuscino sulla testa. Apro gli occhi. Sono troppo stanca e assonnata, non ho voglia di alzarmi. Sbuffo, perché non ce la faccio. Porto lentamente un piede fuori dal letto, facendolo penzolare. Ancora più piano faccio la stessa cosa con l’altro finché non mi ritrovo seduta sul letto morbido e caldo. Lo sento che mi urla di non abbandonarlo, di continuare ad abbracciarlo. Il distacco dalle persone che ami è terribile. Oddio.
Mi tocco la fronte e mi stropiccio gli occhi. Sbadiglio, mettendomi in piedi di fronte lo specchio della stanza.
“Arrivo.” Grido per farmi sentire.
Osservo il mio riflesso schifata. Sembro un mostro cieco. Si sono formate due enormi borse sotto gli occhi di un colore viola scuro. Il pigiama rosa confetto mi sembrare tre volte più grassa di quello che sono. E’ disgustoso.
Ma poco importa, adesso non mi interessa granché.
Mi dirigo scalza verso la porta d’entrata, legando disordinatamente i capelli castani in una coda di cavallo alta. Apro e per poco non svengo.
Un angelo biondo con un vassoio di dolci fumanti è davanti a me in tutta la sua perfezione. Sgrano gli occhi e per una frazione di secondo apro la bocca stupita, ma la richiudo subito. Altrimenti ci entrano le mosche. Ma a che cavolo sto pensando?
“Ciao.” Dice sorridente, come al solito. Okay, mi sto sciogliendo sul pavimento.
Cerco di darmi un contegno ed incrocio le braccia al petto, arrabbiata. “Niall James Horan, come cazzo ti viene in mente di venirmi a svegliare a quest’ora della notte!?” Comincio. “La gente normalmente dorme a quest’ora!”
Mi guarda male. “E’ mezzogiorno.”
Ah.
Che testa di cazzo.
“E sentiamo cosa sei venuto a fare?”
Sorride. Rimango impassibile, ma la mia anima sta sbavando e raccogliendo tanti fiorellini romantici. Devo smetterla di pensare a queste cose. “Sono venuto a darti il buongiorno, ovviamente.” Si avvicina e mi da un bacio sulla guancia quasi vicino all’angolo della bocca.
Sussulto e manca poco. Manca poco al mio collasso. Oddio mio, questo ragazzo è la dolcezza, è stupendo. Sento le gambe come la gelatina, pronte a sfracellarsi e a cadere per terra.
“Ti ho portato la colazione.” Continua. “Spero ti piacciano i cornetti con la cioccolata.”
Certo che mi piacciono, li amo!
“Non dovevi.”
“L’avevo detto ai ragazzi che stavi dormendo.”
Ma è uno stalker? Questo qui è pericoloso. “Lo sospettavo” Aggiunge poi e io tiro un sospiro di sollievo, però senza farmi sentire.
“Aspetta che mi cambio e poi mangiamo insieme. Sempre se ti va.” Chiarisco, mentre le mie guance diventano più rosse di un peperoncino.
Lui annuisce e vado in bagno portando con me tutto il necessario per una doccia veloce. Una volta uscita, asciugo i capelli sul nuovo dispositivo rapido. Si tratta di una sorta di poltroncina rigida su cui si poggia la testa e si sceglie il tipo di capelli che si vogliono fare. Ricci, mossi o lisci. E te li asciuga in un minuto. Un po’ come una sorta di parrucchiere personale a casa. Indosso un jeans semplice, un maglione coi teschi e i miei soliti anfibi. Non mi trucco, mi annoio. Magari solo un po’ di mascara per allungare le ciglia, ma diciamocelo. Di certo non cambio aspetto.
Ritorno in cucina, dove Niall mi sta aspettando. Quando mi vede sorride un po’ spaesato. E’ seduto su una sedia vicino l’isola e guarda i cornetti.
“Ho una fame da lupi.” Dico, sedendomi anch’io di fronte a lui. Tutta questa situazione fa tanto fan fiction, per cui decido di riprendere il solito umore burbero e continuare a trattarlo male. Insomma, che cavolo ho in testa? Non deve più piacermi così tanto, no.
Prendo un cornetto e lo divido a metà, facendo colare il cioccolato sul tovagliolo poggiato sul bancone. Lo fisso estasiata. E’ da un casino di tempo che non lo mangio. Anche il nano ne prende uno, ma al contrario, subito lo morde affamato.
“Sembra sempre che non mangi da chissà quanti anni, datti un contegno.” Lo rimprovero. Cerco di fissarlo duramente, ma non ci riesco proprio. Il mio sguardo assassino si tramuta in una risata. Vorrei dirgli che è adorabile, ma non posso. Mi limito a pensarlo e a mordermi il labbro inferiore, scuotendo un po’ il capo.
Si unisce a me e dopo un po’ farfuglia qualcosa che deve sembrare una specie di ‘scusa’, tuttavia non ne sono del tutto sicura.
“I ragazzi pensavano che fossi sveglia, ma li ho convinti a non venire a casa tua.” Mi confessa dopo aver finito di mangiare.
Rifletto per un secondo su quello che ha appena detto. “Per questo sei venuto tu a rompere le palle, giusto?”
“Lo sanno tutti che sono il tuo preferito.” Risponde sicuro, facendomi l’occhiolino.
“Primo, non ti atteggiare.” Dico, osservandolo con la coda dell’occhio. “Secondo, non sei il mio preferito.”
Fa un gesto con la mano come a dire ‘se certo, come no.’
“Non ci credo neanche se me lo giuri.”
Si avvicina a me senza fretta, come se tutto fosse a rallentatore. Trattengo il respiro, mentre il cuore va a mille e cerca disperatamente di calmarsi, con poco successo. Mi sposta una ciocca di capelli sfuggita all’elastico e poggia la mano sulla mia guancia, accarezzando col pollice la pelle.
Un terribile ma bellissimo presentimento si fa spazio nella mia mente. Ma forse…no, è solo immaginazione. Non è possibile, io sono orribile, e questa situazione è assurda…io, insomma, è troppo strano. Non sta per baciarmi, vero?
Si avvicina un po’ di più. Riesco solo a sentire il suo respiro e il mio battito cardiaco troppo accelerato. Cosa devo fare, COSA DEVO FARE?
Improvvisamente fanno capolino nella mia testa mille pensieri. Devo stare ferma e aspettare che tutto accada con naturalezza, oppure spostarmi e far finta che non sia successo niente?
Eeeeeeeeh.
“La conosci la legge di Dalton, sì?” Grido in preda al panico.
“Che?”
“Massì, quella che quando si combinano tre grammi di carbonio e quattro di ossigeno si forma il monossido di carbonio. Ma se si combinano tre grammi di carbonio e otto di ossigeno, si ha il diossido di carbonio, che poi è la nostra anidride carbonica!” Esclamo con enfasi. “Interessante, non è così?”
Mi fissa spaesato, e quando incontra i miei occhi abbassa il capo.
Sono una stupida. No, ma che dico. Una cogliona!
“Ehm, p-penso di sì.”
Riprendo a respirare normalmente, ma improvvisamente il cuore mi pesa. C’è un silenzio tombale in quest’appartamento.
“Io…” Diciamo all’unisono.
Caccio fuori un po’ d’aria di troppo e gli faccio capire di parlare per primo. Ma non fa nulla. “Cioè…mi dispiace, io non volevo…”
Gli metto una mano sul braccio, per fermarlo. “Non importa, lascia perdere.”
“Comunque.” Enuncia. “Pranziamo con i ragazzi oggi.”
Oh, fantastico! Non vedo l’ora di rivederli e di abbracciarli. Cazzo, quanto mi sono mancati.
“Perfetto, e dove si va a mangiare?”
Mi osserva incerto, sembra quasi che abbia paura di dirmelo. “Uhm, da te. Credo.”
Strabuzzo le orbite, portando una mano davanti la bocca.
“E quando porca puttana pensavi di annunciarlo, angelo paladino e avvocato delle cause perse?” Strillo dandogli un pugno sul braccio. Lui si contrae un po’ dal dolore, per finta naturalmente. Almeno penso.
“Ma il tuo cervello c’è, o è andato in vacanza?” Continuo a sbraitare, cercando qualcosa da mangiare nei mobili della cucina e nel frigorifero.
“Senti cosa, intanto ti calmi.” Esclama provando a restare calmo e a fare il duro.
“Cosa la chiami tua sorella!” Urlo più incazzata che mai. “Ho sentito che cercavano una testa di cazzo per le cartoline, che dico? Che sei disponibile?”
Lui mi fa il verso, ed io lo mando elegantemente a fanculo, alzando il dito medio.
“Senti, smettiamo di litigare e andiamo al supermercato a cercare qualcosa di commestibile, dato che qui dentro non c’è neanche mezzo pacco di biscotti!” Dico, tentando di calmare la situazione.
“Ma guarda da che pulpito arriva la predica!” Ribatte invece Niall. Evidentemente non ha ascoltato cosa porca minchia ho detto. “Sei tu che hai iniziato.”
“Cazzo, sei grande a vaccinato e abbastanza maturo da capire che devi smetterla di farmi la predica, stupido idiota di sto cavolo di bruxelle!”
Schiocca la lingua contro il palato.“Allora scusa, sei meglio te!”
Provo a tenere l’urlo immondo che minaccia di uscire dalla mia gola. “Mettiti quel cazzo di giubbino e non rompere il cazzo. Cazzo!”
“E la smetti di dire cazzo?” Suggerisce ad alta voce, come se fosse un consiglio superspeciale. “Sei volgare.”
“Oh mio Dio, mi hai mandato in depressione.” Mi piace troppo essere sarcastica.  “Muovi quel culo e metti il giubbino!!”
Sbuffa indossando finalmente l’indumento ma continuando a parlare in aramaico in antico sottovoce. Mi sta provocando? Pazzesco.
“Secondo me dovresti calmarti un poco e parlare in modo più pacato alle persone.” Afferma sereno e tranquillo.
Lo afferro per il polso e lo trascino in ascensore. Non la smette di lamentarsi, spara un casino di stronzate. Bla bla bla. Dovrebbe chiamarsi Blatero anziché Niall.

“Quali sono i cannelloni?” Mi chiede il nano, mostrandomi due pacchi di pasta.
“Nessuno di tutti e due, intelligentone.”
“E cosa sono?”
Sospiro. “E’ scritto vicino la scatola, idiota.”
Guardo la mia lista per la spesa, incerta. Ho sicuramente dimenticato qualcosa. La carne l’ho presa. Anche il formaggio, le carote e la bottiglie di salsa. La pasta ora la prendiamo. Okay, mancano il sale, il pepe, le cipolle, la mozzarella. E l’olio! Oddio, senza olio non potrei fare nulla.
“Ma tu sai cucinare?” Mi domanda il biondo, posando nel carrello la pasta corretta. Finalmente.
“Un po’.”
“Moriremo tutti.” Commenta sottovoce, ma io l’ho sentito lo stesso. Faccio finta di niente. Avanziamo verso gli altri reparti.
“Senti Ross, ma alla fine l’hai preso l’insetticida?”
Annuisco senza capire quello che mi ha chiesto. Afferro un pacco di sale, stando molto attenta a non prendere quello doppio. Mi serve il sale fino per fare i cannelloni, è ovvio.
“Appena sono tornata a casa però il millepiedi era sparito.” Taglio corto con la speranza che non mi chieda nient’altro sull’orribile giornata passata ieri.
Mi viene ancora in mente il coglione che ho riempito di insulti e parolacce, e un po’ mi vergogno, ma infondo se lo meritava. Assolutamente.
Vorrei parlare liberamente con Niall, senza dover per forza arrossire per tutto, ogni cosa. E’ incredibile quanto mi faccia effetto. Non riesco a capire perché la cotta per lui non mi passi, non se ne va più via. A volte mi viene da maledire il destino.
Amare una persona che non ti amerà mai fa malissimo. E fa ancora più male se quella persona è vicina a te, ma comunque non puoi far niente per migliorare le cose. Fa tutto così schifo. Ma adesso cosa centra?
“Niall, mi prenderesti quest’ultimi ingredienti per favore? Non mi sento tanto bene.”
Fa sì con la testa e sembra un po’ preoccupato, ma non domanda niente e per questo gli sono grata.

Metto in forno la teglia con i cannelloni ripieni e mi poggio all’isola stremata. Non credevo fosse così difficile cucinare per tante persone.
“Alla fine è andato tutto bene, anche se hai confuso le cipolle con lo scalogno.” Rimprovero l’irlandese, lanciandogli sguardi che potrebbero incenerirlo.
“Ti ho detto che mi dispiace!”
Gne gne gne, non me ne faccio niente delle sue scuse.
Il campanello bussa per la settordicesima volta da stamattina e corro alla porta emozionata. “Sono arrivati!”
Apro e mi ritrovo davanti Zayn, Liam, Mariateresa, Francesca, Louis ed Harry. I miei occhi devono essere proprio a forma di cuoricino.
Tutti gridano e mi salutano, coinvolgendomi in un grandissimo abbraccio. Li adoro.
Poi li stringo uno ad uno, separatamente. Quando arrivo a Zayn gli getto le braccia al collo. “Eccolo qui il nostro sposino.”
Harry e Louis si tengono la mano e inaspettatamente scoppio a piangere.
“Sono così felice per voi.” Dico in preda ai singhiozzi. Altro abbraccio di gruppo.
E’ avvenuto tutto molto velocemente, ma devo dire che sono davvero contenta di stare con loro ancora. Mi sono mancati come l’aria sulla luna, e sul serio non vedevo l’ora di poter passare di nuovo un po’ di tempo con loro. Ora c’è il matrimonio da preparare, i vestiti, la cerimonia, i fiori. Tutto sarà una sfida per me. La nuova me. La scrittrice Ross è pronta ad aiutare la sua migliore amica, e magari a trovare finalmente l’amore. Chi lo sa come andrà.
“Oggi non mi ha chiamato nano irlandese!”
“Sta zitto, nano irlandese!” Grido.
Tutti scoppiano in una fragorosa risata.
Questi due mesi saranno divertentissimi. Me lo sento.





 

Perdonia! ç_ç

Okay, ritardo mostruosissimo, inammissibile.
Mi dispiace davvero tantissimo, non avete idea di quanti salti mortali abbai fatto per poter scrivere questo capitolo. Non aggiorno da quasi un mese, e insomma...scusatemiiii.
Sono riuscita a scrivere ieri perché avevo pochi compiti e oggi, dato che domani devo andare al cinema con la scuola, quindi. ouo
finalmente mi sono tolta di mezzo anche l'interrogazione di greco, quindi mi manca solo quella di biologia, per cui credo di riuscire ad aggiornare prima, poi tra poco c'è pure la pausa didattica.
La smetto di annoiarvi con la scuola, tanto non vi interessa.
Ah, buon anno comunque. Mi ero proprio dimenticata.
Per farmi perdonare del ritardo, ho messo più momenti Riall (trpp romntiko xdXd!111!1uno!!1), come potete vedere.
Diciamo che da questo capitolo inzia la vera e propria storia. Cominceranno gli amori, i problemi, le difficoltà. Ma non vi anticipo niente è.é
Con questo, mi dileguo. Mi sono già espressa abbastanza.
Come al solito, potete trovarmi qui:
Ask
Facebook
Twitter
Tanti kizz,
Ross.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: _nihonjin_