Capitolo 16: Nessuna dà niente per
niente!
“A |
llora,
Alan… cosa volevi dirmi di così importante…?” gli chiese Sayaka, sedendosi sul
divanetto di fronte a quello dove sedeva il giovane detective.
La
compagna l’aveva invitato a parlarle nella sua stanza… e il ragazzo aveva
dovuto fare appello a tutta la sua diplomazia (dote nella quale non abbondava
di certo) per convincerla a rimanere in salotto. Era naturalmente stato Marlowe
a rimarcare l’opportunità della cosa, osservando che la situazione era già
abbastanza compromessa senza bisogno di fornire altra corda per la forca!
“E
bada di arrivare subito al sodo senza tanti giri di parole, prima che quella si
faccia strane idee… tipo aspettarsi una dichiarazione, per esempio!” disse a
Watson. [1]
“E
tu cerca di darti una calmata, Phil: sei il solito catastrofista!”
“Catastrofista
un corno!! Non hai visto, quando siamo arrivati, come sua madre se lo mangiava
cogli occhi? C’è mancato poco gli dicesse che le sarebbe piaciuto di averlo
come genero…!!”
Il
collega sbuffò, scocciato e tornò a concentrarsi sui comandi dei neuroni.
“Beh…
ecco, Sayaka… devo ammettere che non è facile…!”
La
ragazzina spalancò gli occhioni ancora di più. Cosa esattamente non era facile…?
“Bravo,
Jim: vedo proprio che li ascolti, i miei consigli!”
“Invece
di starmi addosso, perché non badi all’adrenalina per non farlo arrossire,
piuttosto? Mi saresti di grande aiuto!”
L’altro
dovette annuire, suo malgrado.
“Dunque…”
continuò il ragazzo “…ti ricordi la prima volta che venni a casa tua?”
Sayaka
annuì, arrossendo lievemente.
“…e
quindi ti ricordi… di Seya…?”
“Certo!
È stato grazie a lei se ho potuto evitare quel fidanzamento imposto. E anche
grazie a te…!”
“È
stato grazie a lei e basta” ribatté Alan, irrigidendosi “a meno che tu non
abbia pensato che io abbia fallito di proposito nel mio compito!” e la fissò
negli occhi.
La
fanciulla ammutolì e rimase in attesa, il che diede ad Alan lo spunto per
continuare: “Se hai pensato questo, ti sei sbagliata di grosso, Sayaka. Perché io
ero venuto qui con la ferma intenzione, non solo di impedire alla ladra di
commettere il furto di quel velo, ma anche con quella di arrestarla, com’era mio
dovere!”
“Ma
tu non sapevi che…” saltò su la ragazza.
“Certo,
hai ragione” replicò il detective, alzando le mani “io non sapevo cosa c’era sotto…
se lo avessi saputo, avrei magari tenuto un atteggiamento diverso!”
Il
dolcissimo sorriso di lei fece aumentare ancora la temperatura all’interno
della centrale emotiva… e il contatore del C.R. di Sayaka scattò a 697.
“Porca
sozza! Jim…!!!”
“Calmo:
ora arrivo al punto!”
“Sarà
meglio…!”
“Ciò
non toglie” continuò Alan, allentandosi il nodo della cravatta “che io, per
diretto incarico del sindaco, ho sempre
cercato di arrestare Saint Tail… perché, pur avendo capito che le sue azioni
erano a fin di bene, il mio dovere m’imponeva di farlo… essendo pur sempre
azioni illegali!”
“Ma
non avresti voluto catturarla. Non è vero…?”
“Beh…
diciamo che non avrei voluto che finisse in prigione o che venisse punita in
qualche altro modo… ma, se mi chiedi se facevo di tutto per non riuscire a prenderla, devo dirti che
non è affatto così… anche se, in questo modo, forse ti deluderò!”
“Aridagli…!!”
esclamò Marlowe, sempre più incavolato “Sembra proprio che tu lo faccia
apposta, Jim! La vuoi smettere di fargli sputare delle frasi compromettenti?”
“Ma
dai, compromettenti…” minimizzò il
collega “…dovremo pur darle qualche grattatina sotto il mento, alla micetta,
per farle mollare quel dannato specchio, no?”
La
micetta, dal canto suo, con gli occhioni che iniziavano a luccicarle, rispose: “Tu
non mi deludi affatto, Alan. Anzi, ciò che mi dici conferma quello che ho
sempre saputo!”
“Ah,
davvero? E cioè…?”
“…che
sei un ragazzo fantastico, senpai… e io ti voglio tanto, tanto bene…!!”
Il
contatore del C.R. ricominciò a frullare… Marlowe cercò disperatamente di fare
qualcosa ma, prima che potesse fermarlo, aveva registrato un aumento di 35 punti,
arrivando quindi a 732! Il capo della Neuro diede due pugni rabbiosi sulla
console.
“Cos’è
successo…?” chiese Watson, dalla sua postazione.
“È
successo che alla tua grattatina sotto il mento, la micetta ci ha risposto con
una graffiata!! Se per caso avevi in mente anche una carezza, vedi di fargliela
almeno contropelo, pezzo di deficiente…!!!”
Jim
Watson cominciò effettivamente a sudar freddo. Marlowe, dopotutto, aveva
ragione e non era certamente sua intenzione ficcare il loro assistito in un
vicolo cieco! D’altra parte Alan non avrebbe potuto dire semplicemente a quella
ragazza Mi servirebbe quello specchio, me
lo dai? proprio lo stesso giorno in cui glielo avevano regalato! Occorreva
arrivarci poco a poco, tramite un approccio indiretto.
Il
guaio, però, era che più il “piccolo detective” guardava Sayaka, più la trovava
carina… forse era il grazioso abitino da festa, forse la vezzosa acconciatura a
riccioli che le aveva sistemato la mamma (intuendo magari che Asuka Jr. sarebbe
comparso alla festa, era l’atroce sospetto di Marlowe)… certo era che le belle
parole di lei, pronunciate con quella voce morbida e suadente[2] non
aiutavano assolutamente la severa Cerebrale di Watson a far mantenere al
detective quell’atteggiamento distaccato che si era riproposto. E, men che meno,
l’aiutava il più che sincero decolté della neo-quindicenne (notandolo per la
prima volta, il fatto che la signora Shinomya, dopo aver saputo dell’incidente
scolastico della mattina, avesse giocato sul fatto che Alan sarebbe presto
venuto a trovare la figlia, era ormai per Marlowe molto più di un semplice sospetto…
anche se forse la madre di Sayaka non avrebbe osato sperare nel colpaccio di
vederlo arrivare proprio in concomitanza con la sua festa di compleanno)!
“Ah…
ehm… uhm… io…” farfugliò il povero detective, straziandosi la nuca con la mano
“…anch’io, ma…”
“WATSON,
SEI UN IDIOTA!! Come sarebbe anch’io…??”
“Guarda
che quello gliel’ha fatto dire la tua sezione, non la mia!”
“MA
CHE CAZZATA STAI DICENDO…?”
“Cazzata
un corno: col suo C.R. che sta arrivando a 740 punti, non poteva risponderle io no!”
Sgomento,
il capo della Neuro gettò lo sguardo sul display, constatando che il parametro
in questione stava guadagnando punti su punti…
La
ragazza si alzò di scatto in piedi: “Davvero, senpai…? Anche tu mi vuoi bene…?!”
Alan
scattò in piedi a sua volta (a Kirby avevano quasi spaccato i timpani,
urlandogli l’ordine in cuffia) e protese le mani in avanti: “Sì, ma… proprio
per questo, ti devo chiedere un favore!”
“Un
favore…?”
Disperato,
Alan decise di arrivare velocemente al sodo, prima che la situazione degenerasse.
Quanto al precipitare, lo stava già facendo da un pezzo!
“Sì,
ecco… vedi… riguarda Seya…” Watson fece finalmente una mossa azzeccata,
aggiungendo le parole “…la tua benefattrice!”
Sayaka
rimase un attimo assorta, non staccando gli occhi dal ragazzo che più le
piaceva… poi si risedette.
“D’accordo:
per lei… e per te, senpai, farò tutto
ciò che posso. Dimmi…”
Finalmente
l’ininterrotto flusso di adrenalina si arrestò e Dick Tracy poté rilasciare
tutta l’aria che i suoi polmoni avevano dovuto introitare negli ultimi dieci
minuti…
Dopo
essersi a sua volta riseduto, Alan si portò una mano alla fronte per
raccogliere le idee, poi si sporse in avanti verso la sua graziosa interlocutrice,
posando le mani giunte sui ginocchi: “Allora… come avevi giustamente intuito la
volta che Seya ti rubò il velo, lei fa queste cose a fin di bene. Le mie indagini,
successive ai furti da lei perpetrati, mi hanno sempre portato a scoprire che
le sue cosiddette vittime avevano ottenuto quegli oggetti imbrogliando in
qualche modo i legittimi proprietari. E, solo grazie a lei, avevano potuto
rientrarne in possesso. Il tuo caso, a dire il vero, era un po’ diverso… ma
anche tu stavi per essere vittima di un’ingiustizia e lei ti ha salvato… lei, non io!” concluse, guardandola bene negli occhi.
Lei
gli rispose con un dolcissimo sorriso: “Ma tu avevi capito tutto, senpai… e
questo mi basta. Avevi capito che non potevo sposare quella persona!”
“Da
Neuro a Metabolica: eseguire una deglutizione, presto!” disse Marlowe.
“Roger”
rispose Wolfe “eseguo!”
“Certo,
hai ragione” replicò il giovane investigatore, tergendosi la fronte “non si può
sposare una persona che non si ama…!” dichiarò, conciliante.
“È
vero” la ragazza socchiuse gli occhi “soprattutto quando… se ne ama un’altra…!”
Il
C.R. di Sayaka scattò su di altri cinque punti…
“737…”
ruggì Marlowe “…maledizione…!”
“Signore”
intervenne un assistente “devo avvertirla che, se quella si dichiara
ufficialmente, il suo punteggio arriverà per lo meno a 750!”
“Lo
so! Al diavolo, Jim: sbrigati a venire al sodo, altrimenti siamo rovinati…!”
“Certo…
sicuro…!!” ribatté il povero Alan, per non darle il tempo di fare precisazioni
“Purtroppo, essendo le azioni di Saint Tail non propriamente regolari, sia in
quella che in tutte le altre circostanze, io sono stato costretto a darle la caccia.
Anche se sapevo che, in caso di successo, avrei dovuto consegnarla alla polizia
che, probabilmente, l’avrebbe messa in prigione. E non sarebbe stato giusto!”
“Devi
aver sofferto molto, per questo. Vero…?” gli chiese la sua spasimante, mentre
il suo sguardo si faceva sensibilmente più acuto…
“Beh…”
Kirby ricevette l’ordine di mettere, ancora una volta, la mano dietro la nuca
“…effettivamente, questo pensiero non mi rallegrava affatto! E allora ho pensato
che, per impedirlo, avrei dovuto convincerla a cessare le sue imprese, prima
che mi togliessero l’incarico e che qualcuno - più abile o più fortunato di me
- riuscisse a catturarla! Ma, per fare questo, era necessario che io scoprissi
la sua identità!”
Gli
occhi di Sayaka si spalancarono: “E ci sei riuscito…?”
Il
detective riprese fiato per un attimo, sentendosi fortemente spiazzato da
quella situazione: stava per fare una confidenza importante o meglio
fondamentale - riguardante per di più la sua professione - a una ragazza che
sì, gli piaceva, ma non era comunque quella con la quale aveva pianificato di
trascorrere il resto della propria vita!
Comunque,
se voleva ottenere in prestito quel dannato specchio, non aveva altra scelta.
Per di più, certe cose si pianificano fino a un certo punto e, come sarebbe
andata a finire quella storia, all’interno del suo Consiglio Organico nessuno
avrebbe ancora potuto saperlo!
Nondimeno,
si era arrivati a un punto tale, che la sola Cerebrale non avrebbe potuto agire
di propria iniziativa.
“Signor
Harper” disse Watson mettendosi perciò in contatto con
“Marlowe:
lei cosa mi consiglia?”
“La
più elementare prudenza c’imporrebbe di evitarlo, signore” rispose questi, con
voce piatta “tuttavia, i nostri parametri di lealtà, serietà e soprattutto
onestà, ci impongono di farlo, se chiediamo a quella ragazza di rischiare il
suo regalo di compleanno! Non possiamo usare l’astuzia… non nei confronti di
un’interlocutrice col C.R. a 744!”
Il
Coordinatore fissò il sottoposto per un breve attimo: “Se non erro, lei ha
fatto l’accademia psichiatrica assieme a James Madison[3], non
è vero?”
“Sì,
signore!”
A1
sorrise ironicamente, scuotendo la testa e pensando: *Proprio un bel mestiere
hanno fatto scegliere, questi due, ai loro assistiti! E magari l’hanno anche fatto
apposta!*
Tornò
poi a rivolgersi a Jim Watson e gli diede il suo assenso: “Ok, Jim,
l’autorizzo: glielo dica!”
“Sì…
è così, Sayaka: ci sono riuscito!”
La
ragazza rimase a bocca aperta e passò naturalmente alla domanda più ovvia: “E… e
chi è…??”
Il
detective scosse la testa: “Questo non te lo posso dire… scusami!”
Lei
annuì, facendo del suo meglio per nascondere un lieve moto di disappunto, prima
di passare alla domanda di riserva: “Ma… e lei che cos’ha fatto…? Che cos’ha
detto…?”
“Nulla,
perché non lo sa!”
“Non lo sa…??!” fece l’altra, sbalordita.
“No,
non ancora. Ed è per questo che mi serve il tuo aiuto, come ti dicevo!”
“Ah,
è vero: mi avevi chiesto un favore… come posso aiutarti?”
Il
ragazzo aspirò un’ultima boccata d’aria e rispose, senza ulteriori preamboli:
“Prestandomi lo specchio della principessa Rosa!”
La
bocca di Sayaka tornò a spalancarsi. Stava per dire qualcosa, ma ritenne più
saggio restare in attesa di altre spiegazioni. Compresa l’antifona, Alan
proseguì: “Vedi… come forse saprai, quello specchio riflette la vera natura
delle persone. Quando i nipoti di tua nonna stavano per venderglielo a
quell’asta e Seya fece per afferrarlo, io la vidi in faccia… e non aveva più la
coda di cavallo: la vidi com’era, realmente! Credevo che quella fosse solo una
sciocca leggenda e che la mia fosse stata solo un’allucinazione… ma quando,
l’altra sera, ho scoperto la sua vera identità e ho rivisto sempre il volto di
quella persona… beh, ho dovuto ricredermi! Ecco perché mi serve il regalo di
tua nonna!”
“Ma…
cosa ci vuoi fare, esattamente?”
“Ecco…
se io andassi da L…” s’interruppe appena in tempo, mentre alla Cardiaca
registrarono un’extrasistole “…da quella
persona e le dicessi che ho scoperto che lei è Saint Tail, temo che non mi
crederebbe. Devo riprodurre una dinamica simile alla sera dell’asta, per
convincerla del fatto che ho scoperto la sua identità. Io… ti prometto che farò
di tutto affinché il tuo specchio non si danneggi, Sayaka. Lo so che ti chiedo
molto… ma forse, in questo modo, lei mi starà a sentire e si convincerà a
smettere, così non correrà più il rischio di essere arrestata!”
La
ragazza non rispose e sembrò meditare profondamente. A un certo punto, Alan
ritenne produttivo darle un altro piccolo stimolo: “Questo… sarebbe anche il
tuo modo per aiutarla… e ringraziarla del favore che ti ha fatto!”
Finalmente
Sayaka tornò a guardarlo e annuì: “Ho capito. Va bene, senpai… ti presterò lo
specchio!”
“VAI…!!!” gongolò Watson “HAI VISTO, PHIL,
UOMO DI POCA FEDE?”
“Aspetta
a cantar vittoria” lo raffreddò Marlowe “quella ha uno sguardo che non mi
piace…!”
“Grazie,
Sayaka” rispose il detective, illuminandosi il volto con uno dei suoi migliori
sorrisi “grazie veramente, anche a nome suo!”
“Non
ringraziarmi, Alan… vorrei sapere una cosa, piuttosto!”
“Eccoci”
esclamò Phil Marlowe, sul chi vive “un’altra deglutizione, Black!”
“Roger!”
rispose sempre il capo della Metabolica.
“Tu…
fai tutto questo solo per aiutarla, senpai? Perché hai capito il motivo delle
sue imprese?”
“Beh…
certo” rispose il ragazzo, ricominciando a sudare “io… da quando ho capito che
non lo faceva per arricchirsi o per divertirsi” la voce gli si faceva via via
più tremula, al progressivo socchiudersi degli occhi di lei “ho cominciato a
capirla… diciamo pure a stimarla…”
“…diciamo
pure a innamorarti di lei! Vero, Alan…?”
Nel
dire questo, gli occhi della ragazza si erano nuovamente spalancati… e Alan non
poté non notarvi un evidente velo di tristezza... allora si rialzò in piedi e
lei lo imitò.
“Ecco
fatto…!!!” sbottò il povero Marlowe “E adesso che le diciamo, genio?”
“Non
chiederlo a me” ribatté Watson “sei tu il capo dell’Emotiva!”
“Brutto
vigliacco” replicò questi, di rimando “bastardo e irresponsabile: ecco quello
che sei…!!”
“E
tu sei un cagasotto, se lo vuoi sapere!”
“FINITELA”
gridò a questo punto il Coordinatore “VEDETE INVECE DI RISPONDERLE ALLA SVELTA,
PRIMA CHE S’INCAVOLI…!”
“Ma
io non so cosa…” protestò Watson.
“Pezzo
di cretino!! Dille quello che hai detto a Rina Takamya, no? Né più, né meno!!”
“Ah,
già…!”
Alan
guardò nuovamente Sayaka. E stavolta, più che carina, la vide bella… la figurina sottile ma non
esilissima, le curve non esagerate ma presenti nei punti giusti, il già citato
e più che apprezzabile decolté, eccetera, eccetera… fecero guadagnare altri
inesorabili punti a quel benedetto C.R. (ormai arrivato a quota 749)!
Per
l’ennesima volta Kirby riportò la mano destra alla nuca, mentre Wolfe comandava
altre due deglutizioni…
“Ecco…
se devo essere sincero… non lo so!”
“Non
lo sai? A scuola sapevamo tutte che avevi una cotta per lei, oltre che per…
Lisa!”
Probabilmente
era un caso, ma l’intera Neuro rabbrividì a sentire come la ragazza avesse
indugiato sull’iniziale, nel pronunciare il nome della loro compagna di classe!
Alan
strinse i denti: “Mah, tutto può darsi… ma sai… una cotta è una cotta, mentre… parlare addirittura di amore…”
“Capisco.
Beh, forse, quando le avrai parlato… a Seya,
voglio dire” e qui il povero galvanometro dell’adrenalina diede un’altra bella
botta a fondo scala “avrai le idee più chiare, no?”
“Già…
è quello che spero!” rispose lui, sospirando.
“Va
bene, Alan. Cosa devo fare con lo specchio, allora?”
Il
detective si rianimò: “Beh, dunque… se tu sei d’accordo, lo farei prelevare
stasera da una macchina della centrale. Poi te lo farò riportare il prima
possibile!”
“D’accordo…”
“È
andata!” esclamò Watson puntando i pollici verso l’alto.
“…a
una condizione, però…!”
“Come
non detto…!” esclamò Marlowe puntandoli a sua volta verso il basso.
“Quale…?”
chiese Alan, con una leggera punta di timore.
Sayaka
gli si avvicinò e gli posò le braccia sulle spalle…
“Santo
cielo benedetto” esclamò Marlowe con voce tremante “ma allora questa ci sta
provando!!”
“Tienilo
fermo, Rip, mi raccomando” ordinò il pragmatico - troppo pragmatico - Watson al
collega della Motoria “se quella cambia idea, è la fine!”
“E
chi si muove?” replicò Kirby, beffardamente.
“Me
lo fai un altro regalo di compleanno?” chiese Sayaka.
“Qua…”
Wolfe comandò l’ennesima deglutizione della giornata “…quale…?”
Per
tutta risposta, quella bellissima fanciulla gli stampò sulle labbra il bacio
più caldo e sensuale che il detective avesse ricevuto dall’inizio di tutta
quella maledetta storia… le spie dei neuroni cominciarono a lampeggiare
impazzite e il display delle relazioni interpersonali cominciò a registrare
l’aumento progressivo del Coefficiente Relazionale del soggetto…
“OH,
NO… QUESTO NO…!!!” urlò Marlowe, disperato “SERRAGLI QUELLE LABBRA, KIRBY:
SERRARGLIELE…!!!”
“Non
posso… il sistema nervoso centrale non risponde ai miei comandi: ha già passato
tutto alla sezione di Spade…!”
Il
C.R. della Shinomya aveva già superato gli 800 punti e continuava a salire…
Il
povero Alan non capiva più nulla. Istintivamente aveva abbracciato la ragazza,
pentendosene quasi subito ma ritrovandosi con le mani incollate alla sua
schiena… poi il suo calore, il suo profumo… niente da fare: se era stata una
trappola, lui c’era cascato. In pieno!
“Maledizione!
Se le lingue si toccano, è finita… SPADE, FA’ QUALCOSA, PER CARITÀ…!!!”
“Mi
chiedi troppo, Phil. Stiamo stringendo gli INBY[4] al
massimo, per mantenere il controllo. Non possiamo fare di più!”
Sam
Spade diceva il vero: la sua squadra non poteva fare miracoli. Il contatto fu
inevitabile e, per quanto lieve, timido e delicato (come gli stessi sentimenti
della ragazza) fu sufficiente per attribuire a quel bacio un punteggio di 239. Quando
finalmente Alan riuscì a staccarsi e a riprendere fiato, il display segnalava che
il livello di miss Shinomya aveva raggiunto una quota di tutto rispetto: ben 988
punti (ben oltre la metà di quelli raggiunti da Rina Takamya)!
“Scusami,
senpai” sussurrò Sayaka, col faccino più rosso di un peperone maturo “sono
stata proprio una sfacciata… ma non ho saputo resistere!!”
Contento
di non potersi vedere il proprio (magari attraverso quel maledetto specchio!) Alan
annuì, boccheggiando: “Non… non ti preoccupare… e… ancora buon compleanno!”
“Grazie…!”
“Ora
sarà meglio che vada… ti manderò la pattuglia a ritirare lo specchio!”
“Sì…
va bene. Buonanotte… Alan!”
“Buo…
buonanotte…!”
Barcollando,
il detective si girò e, con movimento da automa, raggiunse alla meno peggio
l’ingresso della casa e uscì. Il fresco della sera fu provvidenziale per ripristinare
i normali livelli dei fluidi e delle correnti nervose nelle varie sezioni. Alan
si asciugò le labbra col palmo della mano e ricordò le parole che Seya gli
aveva detto una certa sera, sopra il tetto di quella stessa casa: Chiedi a Sayaka qual era il suo problema!
“Mi
venga un accidente…” mormorò lo pseudo superinsensibile “…certo che ce la sta
mettendo proprio tutta per risolverlo, però… non c’è che dire! Mi piacerebbe
fare due chiacchiere con quel fesso che le aveva mandato quel velo: non sa cosa
si è perso, a rompere quel fidanzamento!”[5]
***
Il
capo-sezione della Neuro si era accasciato, distrutto, sulla propria console.
“Siamo
rovinati” ripeteva, con voce spenta “rovinati…!!!”
“Porca
miseria” replicò il collega della Cerebrale “certo che quella ha giocato davvero
sporco!” poi cercò di rianimare il collega “Su, Phil, datti una scossa: non è
successo niente di irreparabile!”
“IO
DÒ UN CALCIO IN CULO A TE, ALTRO CHE DARMI UNA SCOSSA, MALEDETTO PAZZO
INCOSCIENTE…!!! HA GIOCATO SPORCO, DICI…
COSA TI ASPETTAVI, IMBECILLE? E HAI PURE ORDINATO ALLA MOTORIA DI TENERGLIELO FERMO!!
UN’ALTRA VOLTA PERCHÉ NON ORDINI DI STENDERGLIELO SUL DIVANO, GIÀ CHE CI
SEI…??”
“Ma
sii ragionevole: come facevo a prevedere che quella sciacquetta si sarebbe
comportata così?”
“Non
è una sciacquetta!! E poi, scusa, non eri tu che mi esortavi a stare attento
alle acque chete…?”
“E
va bene, si sono baciati. E adesso Sayaka gli piace ancora di più… ma almeno
abbiamo lo specchio, no? Adesso possiamo agire!”
“È
proprio il tuo modo di agire, che mi
fa paura…!”
“Ascolta,
Phil: lo sapevamo che la rivelazione dell’Ipotesi
Zero avrebbe potuto avere delle conseguenze imprevedibili. Nella vita non
va sempre tutto come si vorrebbe! Te le devo insegnare io, queste cose?”
L’altro
continuò a scuotere la testa, sospirando: “Va bene, ora basta, Jim… lasciami
solo… devo riflettere!”
“Come
vuoi. Andrò a elaborare gli ultimi dettagli per il mio piano. Sono nel mio
ufficio, se mi cerchi!”
“Fammi
solo una cortesia” lo fermò il collega, prima che lasciasse la stanza “d’ora in
avanti, quando ti viene un’idea, pensaci su almeno tre volte, prima di metterla in pratica!”
Il
capo della Cerebrale accusò il colpo: “D’accordo” rispose, dopo qualche secondo
“a più tardi!”
Come
Watson fu uscito, Marlowe tornò a lasciarsi andare, tenendosi la testa con la
mano.
In
realtà, più che avercela con il collega, era sconcertato da quanto il loro
ragazzo si rivelasse (a dispetto della sua fama di superinsensibile e sordo ai
richiami del cuore) così spaventosamente vulnerabile alle avances femminili!
E ancora
dovevano affrontare Lisa Haneoka… per di più, nei panni di Seya!
*Se
le sue rivali sono arrivate a tanto* pensò il capo della Neuro *qui i casi sono
due: o Saint Tail lo seduce facendoselo…
o lo ammazza, strozzandolo con quella benedetta coda…!*
[1] Al capo della Neuro è forse sfuggito il particolare che le dichiarazioni si fanno - di solito - proprio nei salotti!
[2] “Arte, arte sopraffina!” avrebbe detto il cavaliere di Ripafratta, co-protagonista della Locandiera di Carlo Goldoni.
[3] Il capo della sezione Neurologica di Matthew Isman.
[4] I freni inibitori, in gergo (da Inibitor Brakes).
[5] Lord Martiya mi correggerà, se sbaglio: ma non mi sembra che Kai Hiwatari e Alan Asuka si stimino molto, visti anche i commenti del primo alla famosa lettera del secondo (cfr. Le fiamme del destino, cap. 6).