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Autore: Tempie90    15/01/2014    8 recensioni
Storia appartenente alla serie di Nico & Co., come al solito Kate non ne combina una giusta con lo scrittore!
Siamo ancora nel periodo di feste XD
Buona lettura! =)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Questione di fiducia: Nico's Adventures!!'
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Here we are! XD 
Ecco a voi il secondo capitolo! 
Se ci avete fatto caso ho pubblicato di nuovo di mercoledì, infatti ho intenzione di renderlo un appuntamento settimanale anche se per poco! =) 
Vi auguro una buona lettura!
Fatemi sapere che ne pensate...
Tempie. =) 
                                                 



                                                 Capitolo 2



“Eccoci arrivati.” Kate liberò Nico dalle cinture e lo prese in braccio.
“Papà?” Chiamò il padre non appena entrò in casa.
“Sono in cucina..” Le arrivò la risposta.
Raggiunse il padre e fece sedere Nico sul tappeto morbido del pavimento del salone. La cucina si apriva sulla stanza con il camino.
Il piccolo passò subito all’attacco e cominciò a gattonare e afferrare i giochi che nonno Jim gli aveva saggiamente comprato.
“Visto che è quasi ora di pranzo ho pensato di preparare qualcosa.” Disse il padre.
“Si, certo hai fatto bene…” Rispose.
Non aveva molta voglia di parlare di cibo, in realtà, non aveva molta voglia di parlare e basta. E Jim fortunatamente pensò di chiederle cosa fosse successo dopo pranzo.
Mangiarono tranquillamente per quanto possibile con un bambino di undici mesi a tavola…
Dopo pranzo Nico decise di fare un salto tra le braccia di Morfeo così da lasciare i due adulti a parlare un po’.
Kate si sedette sul divano sospirando, mentre Jim finiva di asciugare le stoviglie.
Dopo un po’, osservò la figlia e si avvicinò con due tazze di cioccolata calda. Si sedette vicino a lei e la guardò.
“Allora? Cosa è successo con Rick?” Le chiese gentile.
Kate lo guardò per un minuto buono, in quanto non lo aveva sentito arrivare, presa com’era a pensare allo scrittore.
“Abbiamo litigato….” Affermò abbassando gli occhi.
“Questo l’avevo capito, tesoro. Vorrei capire perché…”
“ Mi sono arrabbiata con lui perché non mi ha detto che Nico avrebbe passato il primo dell’anno con te mentre io avevo preso le ferie per passarle proprio con lui…E con Rick.”
Jim si mosse sul divano. “Katie…Io pensavo che per te andasse bene…” Disse sentendosi in colpa.
“No. Papà sono felice che Nico passi un po’ di tempo con te, ultimamente non ne hai avuto la possibilità. Solo che ci sono rimasta male perché Rick ha preso la decisione senza consultarmi. Insomma poteva dirmelo.” Disse con fervore.
Come se avesse avuto un’illuminazione, Jim si agitò ancor di più sul divano.
“Oh, Tesoro, mi dispiace. Dovevo dirtelo io. Avevo detto a Rick che ti avrei avvisato, ma mi è passato di mente. E’ stato tutto un malinteso.” Disse abbattuto.
Kate lo guardò scioccata ma si riprese subito, in fondo non era per quello che avevano litigato. O almeno quello era il male minore.
“Non preoccuparti, papà non è questo che mi ha fatto uscire di casa e venire qui…”
Jim la guardò in attesa e Kate gli raccontò cosa era successo.
“Katie, per l’amor di Dio come ti è venuto in mente? Ma cos’hai contro quel pover’ uomo?” Disse sconvolto Jim.
“Papà…” Kate tentò di parlare ma non sapeva cosa dire.
“Tesoro è evidente che la mancanza di un padre per Rick abbia significato molto e tuttora credo che non gli sia passata. Gli pesa e tu certo non lo aiuti rinfacciandoglielo.” Disse calmo.
“Lo so. Io…Non so cosa mi sia preso…Non volevo ferirlo ma a volte è come se il filtro cervello-bocca non funzioni nel verso giusto.” Rispose triste.
Jim sospirò.
“Ho notato figlia mia!” Disse sarcastico.
“Quando mi hai vista stavo tornando da lui. Vi ho visti giocare felici sulla pista e approfittando del fatto che Nico non mi aveva adocchiato, sono corsa verso la macchina e andare a parlargli. Ma quello stupido agente mi ha fermata.” Esclamò col broncio.
“Prova a parlargli per telefono, no? Magari il solo sentirti chiedere scusa lo farà rilassare un po’. Quando vi vedrete ne discuterete meglio!” Le consigliò.
“Dici?” Chiese insicura.
Jim annuì. Anche Kate chinò il capo in segno di assenso, prima di prendere il telefono e allontanarsi per chiamare.
Tentennò un attimo con il cellulare in mano, poi compose il numero.
“Castle.”
“Ciao…” Disse impaurita.
Non si aspettava che rispondesse al secondo squillo. Non le aveva neanche dato il tempo di prepararsi mentalmente alla chiamata.
“Ciao…Tutto bene?” Chiese freddamente.
Kate si sentì all’improvviso una stupida.
“Si. Nico si è addormentato da poco e ne ho approfittato per chiamarti…”
“Capisco.” Di male in peggio. Beckett cercò di intavolare un discorso, buttandosi sulla neutralità.
“C’è stata una frana oggi e la strada è bloccata. Stiamo aspettando che sistemino la situazione perché è impossibile passare al momento.”
“Si ho sentito alla tv. E’ la prima volta che succede in quella zona.”
“Si, che io ricordi si!”
“Già…”
Kate strinse forte il telefono. Non avere argomenti di cui parlare voleva dire o chiudere la chiamata o accennare al loro litigio. Optò per la seconda.
“Rick…Io..”
“Non ho voglia di parlarne adesso!” La interruppe subito, sapendo dove sarebbe finito il discorso.
Cominciarono a bruciarle gli occhi.
“Ok…” Disse con un fil di voce.
“Devo andare, salutami Jim e dai un bacio a Nico per me quando si sveglia.”
“Ok.” Non riusciva a dire altro, era sopraffatta dalle emozioni, così potenti da non farla esprimere a dovere. Sapeva che stavano per salutarsi ma lei non voleva lasciarlo così. Saperlo arrabbiato con lei e ferito a causa sua la facevano sentire tremendamente in colpa.
“Grazie. Buona giornata.” Disse velocemente.
“Anche a te, Rick.” Rispose prima che lui chiudesse.
Posò il telefono sul tavolino vicino e si voltò verso il padre appena entrato nella stanza.
Quando Jim vide il suo viso capì che la telefonata non era andata a buon fine.
“Dagli tempo. Gli passerà vedrai.” Le disse abbracciandola.
Kate si lasciò avvolgere da quell’abbraccio. Aveva bisogno di calore, anche se non era quello dell’uomo che amava.
 
 
Il pomeriggio passò lentamente per la donna. Tentò di leggere un libro ma con scarsi risultati, era distratta e non riusciva a concentrarsi sulla storia.
Quando Nico si svegliò, però, passò le restanti ore un po’ più sollevata. Quel bambino aveva un effetto terapeutico su di lei.
Così si meravigliò quando, guardando l’orologio, era già ora di cena.
Proprio in quel momento il telefono fisso squillò. Jim, ancora intento a leggere il suo romanzo, alzò la cornetta distrattamente portandosela all’orecchio.
“Si?...Oh salve Agente Lincon.” Si sistemò sulla poltrona. Kate rimase in attesa osservando il padre ascoltare il suo interlocutore.
“Capisco, grazie per aver chiamato. Arrivederci.”
“Allora?” Chiese speranzosa.
L’uomo la guardò.
“I lavori di sgombero non sono ancora finiti, purtroppo il continuo fioccare non li aiuta ad accelerare i tempi. Mi ha detto che ci vorranno un paio di giorni.” Concluse.
Kate vacillò sul posto.
“Un paio di giorni?” Sperò di aver capito male.
Ma quando Jim annuì, chiuse gli occhi cercando di calmarsi. Si passò le mani sul viso imprecando tra sé.
“Tesoro, non preoccuparti. Vedrai che passeranno veloci e non ti accorgerai nemmeno di essere già a New York.” Tentò di consolarla.
“Ho bisogno di andare da Rick, papà! Non posso passare qui l’inizio dell’anno. Sai come si dice? Che se passi l’inizio dell’anno in un determinato modo passerai così tutto l’anno. Io non voglio passare un intero anno lontana da Rick, né litigare con lui.” Disse esasperata.
Jim la guardò chiedendosi da quando sua figlia credeva a certe cose.
“ E Rick? Passerà questi giorni da solo.” Continuò con le lacrime in procinto di cadere.
“Alexis e Martha non sono con lui?” Chiese l’uomo.
“No, ognuno ha preso i propri impegni per…” Sospirò “ Per lasciare che passassimo tranquilli questi giorni. Invece adesso siamo in due parti opposte, che non ci parliamo.” Sembrava davvero disperata.
“Mi dispiace Katie. Dico davvero. Ma non possiamo fare nulla. Dobbiamo solo aspettare. Calmati.”
“Non voglio calmarmi. Come posso calmarmi, dovevo essere a casa con lui. Nico sarebbe stato bene anche senza di me.”
Jim sospirò. “Andiamo a mangiare. Vedrai che a stomaco pieno ti sentirai meglio.”
“Non ho molta fame…” Rispose.
“Beh, credo che Nico ne abbia molta invece.” Le disse osservando il bambino intento a mangiarsi la manina guardandoli curioso.
Non ha capito una cippa di quello che è successo, sa solo che ha molta fame.
Kate sorride a quella scena.
Quegli occhi.
Sono così simili a quelli di Rick che quasi le sale un nodo in gola.
“Va bene. Diamo da mangiare a quest’ometto.”
Il bambino sorrise vedendo la mamma avvicinarsi e prenderlo in braccio.
Finalmente si mangia!
 
Dopo cena Nico si addormentò quasi subito, probabilmente non abituato all’aria di montagna. Kate invece impiegò un bel po’ prima di riuscire a prendere sonno. Decise comunque di passare la notte con il bambino accanto così da poterlo osservare dormire beato e cercare ogni piccola somiglianza con Rick.
Continuò a pensare a lui.
Quella sera aveva chiamato per sapere come stava Nico ma, come la prima volta, non le aveva dato il tempo di scusarsi e lei non aveva voluto forzare la mano.
L’unica cosa da fare era sperare di tornare a casa presto per poter finalmente parlargli di persona.
Così, cullata dal respiro regolare del figlio, anche lei si addormentò.

Tempie's corner:
Jim e i suoi consigli, Kate e i suoi sensi di colpa e Nico che ha fame! XD
Ci si legge mercoledì!
Tempie. =)

 
 
  
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