Anime & Manga > Magi: The Labyrinth of Magic
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Autore: Fuecchan    15/01/2014    1 recensioni
"-Marzo 1968 (5.50am)
Una fredda mattina di Marzo. Il giorno è stato perso nella memoria di quegli anni, dove, per mille motivi, c’è chi si rivolta e protesta.
"
Kassali - Alternative Universe, Shonen-ai, Yaoi.
Genere: Angst, Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Alibaba Saluja, Cassim, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Canzone consigliata per il capitolo: https://www.youtube.com/watch?v=LfNVfiqKBeM

1968 Time to riot

Tempo di rivolta 1968 (Capitolo tre)

 

(Same day – 5.30pm)

-Sentiamo, chi mai ti ha fatto entrare Alibaba?-

Il tono di Kassim diventa immensamente scettico nel momento in cui pronuncia il suo nome. Ammesso che quello sia il suo vero nome, perché sembra troppo.. Straniero, ecco, per essere giapponese. Si poggia steso sul divanetto, prendendo una sigaretta, dal pacchetto sul tavolinetto improvvisato davanti al suddetto comodo mobile, dove Kassim trova un pof di ristoro. La schiena è stata sapientemente curata e bendata dal biondino che ora è seduto sullo stesso tavolino.

-Beh mi ha aperto quel tuo amico, alto, quello con i capelli lunghi.-

Dice semplicemente alzando un braccio e col pollice indica la porta, scrollando in seguito le spalle, mentre l'altra mano è poggiata sul ginocchio della gamba accavallata sull'altra. Dopo aver abbassato l'altra, raggiunge la compagna guardando il ragazzo che ora giace steso sul divano e fissa il soffitto, facendo piccolo tiro alla sigaretta, tranquillamente.

-E ti pareva se quello doveva aprire a qualcuno che manco conosce..-

La voce è bassa, dice tra i denti, quasi a disprezzare il gesto che Alibaba ha fatto per lui. Invece di lasciarlo morire lì, in mezzo a quei cassonetti, con un'ustione che si sarebbe facilmente infettata e quindi l'infezione si sarebbe espansa in tutto il corpo. Socchiude gli occhi, Alibaba, e si massaggia la fronte lentamente, sbuffando.

-Ti da così fastidio che ti abbia voluto aiutare?-

C'è un attimo di silenzio, dove Kassim lascia a metà il tiro che sta facendo alla sigaretta e lo guarda negli occhi. Alibaba di tutta risposta alza le spalle e le sopracciglia, come se la cosa fosse assolutamente ovvia. Ed è ovvia. Sì, a Kassim non piace essere aiutato, vuole aiutare gli altri, salvare. Si può dire che soffra della Sindrome del Super Eroe. Brutto a dirsi. Eppure quella bruciante verità, più dolorosa delle ustioni sulla schiena, che Alibaba ha appena detto, forse senza pensarci troppo, ha scosso parecchio il moro. Si alza lentamente, non rivolgendogli nemmeno uno sguardo al biondo che, alzando le sopracciglia schiude le labbra quasi sorpreso di averci preso.

-Nessuno te lo ha chiesto.-

Taglia corto Kassim.
Muove lentamente qualche passo e arriva a prendere la sua chitarra acustica. Rubata da chissà dove, non ha di certo i soldi per permettersela, eppure ce l'ha in qualche modo, che certo non andrà a raccontare a quel ragazzetto.
Alibaba nel mentre ha sospirato, guardandosi le mani, dopo essersi incurvato un pof su se stesso e scuotendo lentamente la testa. Appena vede arrivare Kassim con la chitarra in mano, sedersi poi di fronte a lui, comodamente sul divano, tira un lungo sospiro mentre lo guarda, scuotendo piano il capo.

-..Rimarrai solo così-

Kassim alza gli occhi violentemente, mentre accorda piano la chitarra, strimpellandola lentamente e guardandolo, quasi come se avesse detto la peggior bestemmia che possa esistere. Non c'è una parola per definire quanto male Kassim stia guardando Alibaba. Odia sentirsi dire cosa fare o meno. Alzando le sopracciglia, decide di sorvolare sulla cosa, non lo avrebbe picchiato, aveva fatto per salvarlo, rimettendoci sicuramente il suo tatuaggio, segno di forza, del capo branco. Sorride, lentamente guardandolo, quasi a scherno, mentre comincia a suonare qualcosa di strano, non ha un nome, forse è una melodia arrangiata. Ma ad Alibaba piace molto.

-E tu cosa fai? Huh? Sei figlio di qualche pezzo grosso?-

Alibaba sorride lentamente, portandosi una mano alle labbra e distogliendo lo sguardo e alzando le spalle. Bella domanda vero Alibaba? Ridacchia appena. Non per Kassim ,a per la risposta che sta per dargli. Al che il moro lo guarda storto. Che c'è ora si mette anche a ridere? Ma che idiota. Socchiude gli occhi, muovendo una mano come se volesse cacciare il pensiero di Alibaba dalla testa, o per meglio dire, per cacciare il pensiero che si concentrava sul motivo ignoto di quella risatina tanto esilarata.

-Di cognome mi chiamo Saluja.-

Dice semplicemente. È un attimo in cui Kassim butta la chitarra sul divano, alzandosi in piedi di scatto e portandosi le mani giunte dietro la nuca, sospirando lentamente, come se non volesse farsi prendere dal panico e guarda Alibaba, seduto comodamente, con un leggero risolino sulle labbra, che manda in bestia Kassim. Piano muove qualche passo per la stanza tentando di digerire la cosa che gli ha detto. Non sembra tanto tragica. È solo un cognome? No non è un cognome qualunque insomma. Lentamente si gira guardandolo basito, sempre di più. Ora però capisce il perché di quel risolino, fa male addosso, decisamente. Inspira lentamente.

-Sei il figlio del ministro dell'economia estera?-

Alibaba sorride.

(8.00pm)

Perché non buttare giù la notizia che sia veramente figlio di un pezzo grosso, stappando una bottiglia di un liquore a caso, costosissimo, di dubbia provenienza, portato da Hassan qualche sera prima. La dubbia provenienza è dovuta al fatto che lo ha preso di contrabbando. In realtà è una costosa bottiglia di Carlos Primero, invecchiato vent'anni. Un tipo di rhum, arrivato direttamente dalle cantine di Madrid. Sì. Hassan ha gente a cui chiedere quando gli serve del buon liquore a ottimo prezzo.

Insomma, meglio aprirlo ed inaugurarlo per il doppio salvataggio, più quello di Kassim di certo non si può minimamente paragonare a quello che ha fatto per il piccolo Alibaba. Piccolo, manco sa quanti hanni ha e lo pensa come un piccoletto indifeso, ovvio, è magro e secco da fare schifo nonostante chissà quanto caviale e quanta carne pregiata trangugi.
Ma non è il momento di pensarci.

Con quel liquore sono finiti a tarallucci e vino, e rhum in questo caso, a parlottare della loro adolescenza appena passata, di cose piace, di cosa fanno, e Kassim non vuole esattamente scendere nei particolari. Gli ha solo rifilato la storia di essere rimasto lì perché segue qualche rivolta, o per meglio dire segue qualche corteo di protesta, non vuole fare brutta impressione. E perché poi? Vuoi che rimanga dentro la sua testa il ricordo di un piccolo eroe che ha rischiato di rimetterci la colonna vertebrale per poterlo salvare? Si? Forse per una volta, oltre che il cattivo, vuoi ere l'eroe? Sicuramente è così.

Tra una risata e l'altra finiscono, come tutti gli uomini, in momenti in cui si parla apertamente di sesso. La bottiglia è ormai a metà, si, ebbene, tra un cicchetto e l'altro si sono ridotti a finirsela praticamente. Sono praticamente sbronzi. E, premettiamolo, Alibaba non è minimamente abituato a certe cose. Kassim ormai ci ha fatto il callo, a diciotto anni. Che vita rubata a Cristo, come si suol dire.

-Non posso crederci che tu non abbia ancora mai fatto sesso, è quasi innaturale, cazzo.-

Kassim rotea gli occhi, però scoppiando nella solita risata da mezzo ubriaco, che però rimane nella zona del brillo, ma comincia a non capirci un cazzo di niente. Alibaba è poggiato con la fronte alla sua spalla e guarda il piccolo shoottino che tiene in mano, in vetro, anche quello di "Importazione"; e che importazione oserei dire. Gli occhi sono un po' abbassati, un pof persi nella propria ubriachezza, perché Alibaba a dispetto di Kassim è proprio perso.

-Oh e dai, non sfottermi adesso..-

Biascica lentamente, come un bambino mentre si mette in ginocchio sul divano di fronte al moro che prende un altro shoot, e lo manda giù come fosse acqua purissima, e fresca. A parte l'espressione di quando l'alcoolico scende giù per la gola, ma è comunque una sensazione soddisfacente per lui. Alza gli occhi sul biondo e gli accarezza i capelli come un bambinetto.

-E sta buono.-

Alibaba scrolla la sua mano dai capelli e appende le braccia contro il suo collo e sorride, office, dolcissimo, il viso rossissimo, le labbra imperlate da qualche stilla di saliva dato che si sta leccando continuamente le labbra per umettarsele il più possibile, insieme ai bicchierini che si scola di tanto in tanto, che fanno in modo che la situazione non migliori nemmeno di un peletto.

-E dai.. Voglio ringraziarti in qualche modo.. Kassim..-

Sussurra il suo nome, premendo il naso contro la sua guancia, mentre incurva la schiena per stare più comodo, e gli accarezza il viso. Ehi. Un momento. Forse ha bevuto troppo. Non dovresti allontanartelo di dosso, eh Kassim insomma parliamo sempre del figlio di un pezzo grosso della società, non puoi portartelo a letto, non puoi dannarti la vita con questa cosa.
E allora perché invece di allontanarlo, il moro gli accarezza una guancia, lentamente, osservandolo con gli occhi appena socchiusi, molto sensuali, un pof liquidi. Piano, distrattamente, mentre studia piano ogni suo lineamento sorride, lentamente. Un sorriso, tenero, che ricambia a quello che gli ha donato l'altro.

Maledetti fumi di bacco.

-Puoi.. Non ti impedisce nessuno di farlo..-

Gli accarezza piano il labbro inferiore, col pollice, sospirando e baciandogli appena il labbro superiore, chiudendolo tra i propri, un pof più sottili. Sospira, sentendo le mani di Alibaba, lente, accarezzargli il viso e il collo, con tocchi così leggeri che si sente che è praticamente ubriaco.
Kassim non è proprio tipo da approfittarsi di una persona che è sbronza, ma anche lui lo è, quindi i suoi freni inibitori son andati in vacanza in montagna in una baita per la precisione.

Si gode piano il contatto tra le due labbra che si toccano, lasciando che solo il velato schiocco delle loro labbra si possa udire in tutto il garage. Piano Alibaba si sistema a cavalcioni sul moro che trasale un momento guardandolo negli occhi.

-..Non ti pare di esagerare?-

Alibaba scuote il capo sospirando e premendo la fronte sulla sua mentre gli accarezza il viso, con una dolcezza infinita, sorridendo, biascicando qualche parola, che però sembra la più sincera che possa uscire da delle labbra umane.

-..Tu..Non mi piace che la persona che mi abbia salvato la vita si senta solo..-

Pronuncia. Kassim lo guarda, dolcemente, un pof spaesato da quella frase, le labbra sono dischiuse il respiro lento, mentre tenta di metabolizzare quella frase che gli ha appena detto. Piano le sue mani vanno sulla nuca del biondino e accarezzano il lembo di pelle che rimane scoperto dalla massa di volti capelli biondissimi, splendidi come una colata di oro, potrebbe descriverli in quel momento Kassim.

-..Non farmici sentire allora.-

Mormora piano. Quanto si vede che hanno entrambi bevuto, e anche parecchio. Quel rhum era una botta di fuoco nelle vene e un martello pneumatico per il fegato dei due, e si vede, non ci capiscono un accidente in questo momento. Ma quel non capirci niente li fa accarezzare, scambiare teneri baci morbidi, forse qualche smanceria, forse dovuta alla giornata che, di leggero non aveva assolutamente niente. Anzi tutto il contrario.

Prendendo un piccolo respiro, Kassim chiude gli occhi, pendendo forse la peggior decisione della sua vita, non immaginando che forse potrebbe rivelarsi la migliore che potrebbe avere. No? Infondo, non ha la sfera di cristallo.
Prende le spalle del biondino che è ancora nel turbine violento dell'alcool, come Kassim, ma leggermente più cosciente di quello che si potrebbe immaginare, e lo porta sotto di sé togliendogli piano la camicia, senza pensarci , poggiandola sulla spalliera del divano. Alibaba piano, allunga le braccia, allacciandole al collo e scostando appena il volto.
Non si ricorderà nulla, e tornerà tutto normale, almeno hai questo vantaggio Kassim. A te quel piccoletto non piace, è solo una sbronza, niente di più, una sbronza, dimenticherà tutto, e con un pizzico di fortuna, dimenticherai anche tu.

Da un lato non lo speri.

(Next day – 9.00am)

Un pungente dolore alla testa, come un picchio che batte imperterrito sulle tempie di Kassim. Apre lentamente gli occhi sentendo come la luce dell'unica piccola finestra presene in tutto il locale, rimesso a nuovo, debba finire proprio addosso a lui. Si alza appena un pof col busto, sentendo come i bendaggi rendano meno dolorose le ustioni sulla schiena.
Aspetta.

Apre gli occhi di colpo abbassandoli e sentendo qualcosa di pesante, attaccato alla sua spalla. Un paio di ciuffetti biondi gli finiscono tra le labbra e sul naso. Li scosta, velocemente, con un solo sbuffo, e poi, con un veloce movimento della mano libera, la sinistra, si scosta i dread dal viso per inquadrare meglio, quello che sembra per trasformarsi in un incubo. Abbassa gli occhi cervone e rimane senza fiato.

Una pallida figura dai lineamenti morbidi, soffici giace accanto a lui. Una mano stretta, contro le labbra, l'altra sotto il corpo di Kassim che lo stringe, lentamente, quasi consapevole che tutto questo non sarebbe dovuto accadere, eppure era successo. I capelli biondissimi sono scompigliati, accesi dai raggi di sole che penetrano prepotentemente nel vetro un pof sporco di quella maledetta finestrella che finisce addosso a loro. 
Trattiene il fiato, mentre muove piano la mano destra che è sotto il corpo di Alibaba, precisamente sotto il suo collo. Muove delicatamente la mano e la fa scivolare via. Teme di svegliarlo, e non sarebbe il caso in quel momento, no. Forse vuoi trovare una scusa per poterlo guardare perché, diciamolo, Alibaba è davvero carino, non è esattamente il tipo di Kassim, ma è bello da guardare, soprattutto quando dorme perché non si atteggia a spocchioso.

Si gira appena su di un fianco e poggia una mano sulla sua spalla, lasciando scorrere lentamente la punta delle falangi sopra alla sua pelle, come se volesse capire se fosse davvero reale, se fosse lì con lui, una piccolo essere decretato dalla società come il modello ideale di come diventare adulti, perfetti, intelligenti, prodigiosi. E chi più ne ha più ne metta.
Prende un piccolo respiro salendo con la mano, un pof timoroso di svegliarlo, ed arriva ad accarezzargli anche il collo, lentamente scostando qualche ciuffo di capelli biondissimo che ricade sulle spalle. Piano fa scivolare la mano sul suo viso, delicato, quasi impercettibile, e toglie qualche filo dorato della sua chioma, che si è attaccato all'angolo delle labbra. Quelle labbra. Così rosse.
Ha constatato che non fosse una ragazza.

Un ragazzo può essere capace di una bellezza tanto sconvolgente?

Sospira appena, ritirando subito la mano appena Alibaba apre un occhio, forse svegliato da quei contatti probabilmente troppo delicati, quasi da causargli il solletico al viso. AH Kassim sei un coglione, non cfè dubbio.
Eppure non smette di guardarlo quando le sue iridi dorate vengono inondate dalla luce che li colpisce. Maledetta finestra, cazzo.

-..Ehi.-

Alibaba cattura l'attenzione su di lui, parlando lentamente, la voce è ancora un pof impastata dalla sbornia che ha preso quella sera, i postumi sono violenti e cattivi. Considerando che quella è la prima sbronza del nostro piccolo figlio di papà, è normale che i postumi siano peggio di quanto si pensi.
Kassim si mette lentamente sistemato, con il gomito puntato sul divano, e il viso poggiato sulla mano di quel braccio in tensione e lo guarda. Non sembra voler esprimere dolcezza nel so sguardo, o almeno non nelle sue intenzioni. Perché essere dolci. Che diavolo, non doveva succedere. Così lentamente aggrotta le sopracciglia, non rispondendo al piccolo saluto che il biondo gli ha rivolto, solo un piccolo cenno con il capo e prende a guardare altrove, cercando qualcosa di interessante da fissare.

Alibaba si mette seduto, prendendo il lenzuolo che forse si sono sistemati addosso, e calciato nel sonno. Se lo stringe addosso e si alza in piedi, però dando ben visione della parte B a Kassim nel suo gesto di alzarti.
Il moro ridacchia, allungando una mano a prendere il pacchetto di sigarette, e, per dispetto gli da un pizzico sulla gamba, appena sotto una natica nuda, pallida e perfettamente all'insù. Quasi finta, come quelle del piccoli puttini che si vedono dentro le chiese.

-Copriti.-

Dice semplicemente accendendosi la sigaretta ed alzandosi in piedi. Lui è un tipo un po' più easy,e poi si trova praticamente in casa. Girare nudo per lui non è un problema, minimamente. Lui è molto..Spontaneo sì. Ma penso si sia capito benissimo.
Al che, Alibaba, vedendo come si è alzato il moro, suo malgrado anche amante quella notte, si gira di scatto portandosi la coperta al viso. È troppo. Ma un pof di decenza e pudore, dove li ha lasciati?
Il biondo arrossiste e sospira lentamente, quasi buffando seccato di quel gesto, di cui Kassim minimamente si è accorto, quasi fosse normale per lui.

Il moro si gira, alzando le braccia, tenendo tra le dita la sua sigaretta.

-Cosa.-

Chiede subito guardando Alibaba quasi provato da un qualcosa che lui non capisce, non vede, non se ne accorge.
Certo per Alibaba è una bella presa in giro, sentirsi dire "Copriti" e poi vedere come Kassim se ne vada in giro tranquillamente con il suo corpo magrolino, nudo.
Il biondo sbuffa non rispondendo all'inizio. Al che Kassim comincia a spazientirsi e si avvicina a passo sicuro e gli afferra un polso. Alibaba dal suo canto tenta di opporre resistenza e piega il braccio, voltando velocemente il viso, completamente rosso. Gli occhi stretti.

-Ti ho fatto una domanda.-

Sussurra avvicinandosi col viso al suo, e notando le guance arrossate, come due ciliegie squisite, da addentare, mature e luminose. Deglutisce allontanandosi col viso ed attendendo una risposta dal biondo che gira appena gli occhi guardando quelli di lui abbastanza a disagio.

-..E tu non ti copri?-

Sussurra appena, tirandosi via il braccio e sbuffando.
Kassim per tutta risposta fa un leggero tiro, mentre lo sente parlare, lasciando uscire il fumo di forza contro il suo volto. Cosa ha ottenuto? Un attacco di tosse da parte di Alibaba. Non fuma? Oh Gesù. Ma con chi ha a che fare? Chi diavolo si è scopato?
Sospirando, quasi stremato, si gira, alzando appena le braccia, e lasciandole cadere, in preda allo sconforto e gli da le spalle, mostrando ora il proprio di lato B.
Alibaba convinto si gira, ritrovandosi però a fissarlo, deglutendo lentamente. Si sta dicendo di smetterla, che non dovrebbe, che reagirà male, ma no, lo fissa. Come una cazzo di calamita.

Kassim si volta un momento.

-Se mi vesto la smetti di..-

Appena si volta, col posacenere in mano lo guarda. Guarda Alibaba avere lo sguardo più in basso di quanto dovrebbe e rimane abbastanza atterrito. Al che, catturato dal misterioso silenzio, il biondo alza lo sguardo spalancando gli occhi e cominciando a torturarsi le dita delle mani, parecchio spaesato.

-Ahn..Non è come sembra-

Kassim ride piano prendendo i pantaloni, ed infilandoli velocemente.

-Certo. Come no.-

Alza gli occhi ridacchiando e guardandolo. Lo sguardo di Alibaba continua ad essere rapito dal corpo dell'altro, ora dal suo viso. Kassim si accorge dello sguardo insistente dell'altro e gli da le spalle, premendosi una mano sulle labbra, nascondendo un ringhio nervoso, eppure il viso rispecchia un tenue rossore. Tossicchia facendo un ennesimo tiro alla sigaretta e comincia a frugare in giro. Avrà una bottiglia da riempire. Ha bisogno di acqua, stupidi postumi. Avrebbe voluto vomitare, ma non era stato così per quella volta. Ora starà peggio con lo stomaco.

-..Ti va di fare colazione?-

All'improvviso esordisce Alibaba, con un sorriso dolcissimo mentre prende la sua camicia e se l'abbottona, prendendo poi i propri boxer elastici, di un tenue gallino, un oro abbastanza spento come colore, con l'elastico nero, e si volta verso di Kassim, dopo avergli dato le spalle ed essersi reso presentabile. Si lascia andare dietro le spalle il lenzuolo.
Kassim dal proprio punto di vista ha avuto un'ottima visuale di quello che il biondo ha da offrire. Ne è abbastanza soddisfatto ma, appena Alibaba si gira, si fa trovare poggiato ad un muro con le braccia conserte, i pantaloni che gli vanno larghi un accidente e mezzo, e il petto nudo, la sigaretta tra le labbra, i dread che cadono morbidi sulle spalle e sulla schiena, lunghi e scuri. Lo osserva come se la cosa non lo prendesse minimamente.
Ma bisogna essere ottimi attori per potersi difendere, almeno Kassim l'aveva sempre pensata così.

-D'accordo.-

Alza le mani arrendendosi ed alzando le mani, come segno delle sue intenzioni. Alibaba di riflesso sorride e si gira piano, con le sue gambe slanciate, prendendo anche i pantaloni, sotto l'occhio attento di Kassim che ne ammira, si ne ammira, ogni movimento, come sia elegante, quasi come studiato in modo logico. Non capisce come possa essere così elegante anche in una situazione del genere.

Appena alza le sopracciglia spegnendo la sigaretta nel posacenere.

 

Spazio dell'autrice

Eccoci giunti al terzo capitolo. Insomma. Niente da dire, non vado matta per descrizioni di quel tipo, preferisco lasciare tutto al caro, tutto alla vostra immaginazione, con un tocco di dolcezza e di sensualità. Ma questo è il capitolo cardine di tutta la storia. Può una sbronza rovinare o migliorare la vita di qualcuno? Chi lo sa.
Un bacio
Fue

 

   
 
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