Ok, ciao a tutte!
Non so come chiedervelo
però, beh, diciamo … insomma …
NON UCCIDETEMI. Non
fatelo per favore … neanche dopo aver letto questo capitolo.
è una condizione necessaria al proseguimento della storia
... vedetela in questo modo! Ho anche aggiunto: drammatico nel genere ... e pensare che all'inizio avevo messo comico ... immagino che siate tutte perplesse ... dipende tutto dai miei ormoni ... a seconda dei periodi mi sento allegra o triste e, purtoppo per voi, mi stanno per venire quindi sono triste ...
Va bene? Per favore!!!!
Ora, finchè sono ancora
viva, ringrazio tutte coloro che
hanno letto lo scorso capitolo, le altre 6 persone che hanno aggiunto
la storia
tra i preferiti e per aver lasciato una traccia del loro gradito
passaggio un
grazie speciale a:
bunny65
scusa se ti ho fatto aspettare anche per questo
cap! Avrei bisogno
di 36 ore al giorno per stare dietro a tutto!
BellaSwan95
Ciao Sara! Ora scoprirai cosa
succederà!
HopeToSave
Grazie per i complimenti! Già
già, ecco i Volturi …
PenPen,
Dici? Addirittura paura? Sono molto contenta che
la mia storia
riesca a trasmettere emozioni per davvero! Ho fatto fatica per riuscire
a
metterci dentro Charlie … però credo di poter
accontentare sia te che Saphira87,
algin91
Spero che ti piaccia anche questo capitolo!
Wind
Grazie! Addirittura magnifica? Sono diventata
dello stesso colore
della mela della copertina di Twilight! E pensa che io sono pallida
come un
vampiro XD
chichetta99
Inizialmente non volevo descrivere la caccia ma
poi, date le vostre
richieste, ho pensato che sarebbe stato carino mettercela dentro. Non
deve aver
pensato lo stesso il povero cervo a cui ho dato l’onore di
diventare il primo
piatto di Bella! Ps: Si chiama MICHELE …sapessi …
XD ok, sono completamente
andata … scusa il delirio.
Saphira87
Battuta di caccia: ok. Incontro con Charlie: ok.
Scenetta romantica:
… Volturi: …
Non mi uccidere ti prego!!!!
Hele91
Mi ci sono impegnata! XD
KiraraMiranda
Lauri, tesoro mio, il Moncada mi ha dato
l’ispirazione. Per la
sofferenza di Bella mi sono ispirata alle mie sensazioni
nell’ora di fisica! (
con il tuo libro … Amaldi, dannato subito … )
Meletta
semplicemente troppo buona!
Thanks
giulia9_91
Per i Volturi eccoti servita … Ciao!
Miss
Kiss Ma così mi metti in
crisi! Come faccio ad accontentarti?
Speriamo di riuscirci!
BellaSwan87
Sono davvero contenta che il cap 20 ti sia
piaciuto. Sapere che ti
ha coinvolta così tanto è molto gratificante per
me. Grazie! Credo che altri
tre capitoli … non so se …
momob
Non preoccuparti! Ah, temo che al louvre non ci
sia più posto …
magari una qualche casa editrice sgangherata però
… qualche mio altro lavoro …
sarebbe troppo bello per essere vero.
Tanto per fare una citazione colta: “ i sogni
son desidereii, di
feliicità … na na nannaranarà
” uccellini di sottofondo … Basta, sono proprio
fuori oggi …
alice
brendon cullen Ciao! Grazie per i
complimenti? Com’è the host?
hachicat
No no, non preoccuparti! Letto
“engaged” ?
Pocia
Oddio! Chissà come reagirai a questo
… speriamo bene! Non vorrei
averti sulla coscienza! XD
yuyutiamoGià
già. Eccoli i rompini, o romponi … Pensa che ero
tentatissima di chiudere tutto
qui, quando nel testo dice: “ Ti Adora” ma poi ho
pensato ... ma no! Andiamo
avanti ancora un po’! sarebbe stato un bel finale in stile
Erika però … vabbè,
basta spoiler … spero recensirai anche questo cap! e pensa
che la scuola è
quasi finita!
clodiina85
Graziiiiiie Graziiiiiie Graziiiiiie Graziiiiiie Graziiiiiie !!!!!!!!!!!!!!!
Lilian
Potter
Oh Lily! Mi fa
sempre un piacere enorme sapere che ti leggi la mia ficcy in giro per
la tua
verde cittadina mentre vai a scuola! Grazie! Spero tu abbia gradito il
mio
regalo! Ne ho altre … te le mando il prima possibile. E per
l’altra cosa, ci
sto già lavorando!!!
sky_eyes_vampire Sono contenta che tu la
pensi così! Grazie!
sophie_95 Felice che ti sia piaciuto!
Les Ma cosa dici! Ogni
recensione è diversa dalle
altre, ed immensamente gradita! Spero continuerai a lasciarmene! E
spero che la
storia continuerà a piacerti! Ps: evviva il caso!!!!!!!!!
yumisan Eccoti accontentata!
poketpolly Il tuo ritardo esagerato
è ampiamente
compensato dal mio ritardo imperdonabile, quindi tranqui
…Edward è dolcerrimo.
Trovato i libri della Meyer? Lancio un appello per te:
Qualcuno sa dove trovare la serie di
Twilight ( e di che
altro se no, su queste pagg ) disponibile in libreria a Milano?
poketpolly
Non
riesce ad entrarne in possesso. Tutto
esaurito!
Tra l’altro, le ultime pagine del mio Twilight si stanno
staccando! E io tratto i libri come la cosa più preziosa del
mondo!!!! So con
glie ne frega niente a nessuno, però a me turba come
cosa!!!! Il mio amato
Twilight!!!!
Ok ora basta cacchiate, vi lascio al cap 21 che, vi avverto,
è un po’ … bhe, capirete …
Commentate vi prego! Ma non siate troppo cattive! La storia
mi è venuta così e sappiate che mi sono
trattenuta dal premete Sì, su storia
terminata …
Baci!
Sulle note di: ONLY THE GOOD DIE
YOUNG, vi lascio
… provate ad ascoltarla mentre
leggete la prima parte!
http://it.youtube.com/watch?v=QKPJxuOs5DU
Ps: Freddie for ever!
Una tua grandissima fan!
Visto che ci sono, vi rimando anche a questo link ( una scena del film –stravolto!- in cui James attacca Bella. Ma perché mi hanno cambiato il libro? Li odio! Però James … che figo. Peccato che muore. E qui rimando al titolo della canzone! XD ) http://www.mtv.com/overdrive/?id=1588451&vid=237340
Jasper si fece strada nell’ampia sala con passo tranquillo e sicuro.
Appena
entrato, mi rivolse uno sguardo compassionevole e poi mi sorrise. Una
calma
innaturale m’invase e io non potei non accettarla che di buon
grado.
Dietro
di lui, cinque figure avvolte in mantelle scure, lunghe fino ai piedi,
mi
squadravano da capo a piedi.
Mi
aggrappai ad Edward che mi strinse a se, cullandomi dolcemente. Mi
teneva sulle
sue gambe.
<
Ti amo. > Un sussurro impercettibile raggiunse il mio orecchio.
Le sue
labbra lo sfioravano. Mi baciò la guancia e poi si rivolse
al gruppo di
terribili ospiti.
<
Jane, signori
… Come potete constatare,
adesso non c’è più motivo per
importunare la mia famiglia ulteriormente.
> il suo
tono era secco ma allo
stesso tempo addolorato.
Una
risata cristallina risuonò nella stanza dalle pareti chiare.
Tremai.
La
più piccola delle sagome, con un movimento sensuale e
sinuoso, si fece
scivolare il cappuccio sulle spalle e ci rivolse un sorriso divertito.
Chiuse
gli occhi e scrollò leggermente le spalle.
<
Sei sempre così arrabbiato, Edward; non ti fa
bene … >
Sentii
un ruggito crescergli nel petto. Tutti quei
rumori assordanti mi facevano venire un mal di testa tremendo. Chiusi
gli occhi
e mi appoggiai ad Edward. In quel momento averi voluto non pensare.
Avrei
voluto sentire solo il suo odore. Essere
semplicemente io e lui, felici e soli. Che desiderio ingenuo
…
La
vampira, scocciata, disse: < Tutta questa
confusione per un’umana. Certe cose io proprio non riesco a
capirle. >
Consapevole del fatto che si stava riferendo a me,
aprii gli occhi e incrociai i suoi.
Mi fulminò con lo sguardo. Le sue pupille rosse
come il sangue, con delle leggerissime venature nere, mi scrutarono
l’anima.
Non riuscii a sostenere lo sguardo e girai il capo per poterlo
appoggiare sulla
spalla accogliente di mio marito. Quella voce infantile mi fece
sussultare:
<
Sei sopravvissuta. >
Sembrava
schifata e desiderosa di uccidermi con le parole. <
Felicitazioni. >.
Edward
mi accarezzò il capo facendo scorrere le sue dita affusolate
tra i miei
capelli.
Sentii
il suo corpo irrigidirsi e poi mi accorsi delle sue braccia che mi
stringevano
a lui con ansia.
Mi
voltai e vidi Jane che mi fissava con rabbia ed odio. Stringeva i pugni
con
rabbia.
Quando
finalmente distolse lo sguardo, Edward si rilassò e mi diede
un tenero bacio
sulle labbra.
Ricordai
improvvisamente una città antica, dalle mura spesse. Una
torre e una piazza. Il
caldo sole di mezzogiorno che mi inondava di luce. Il freddo di un
sotterraneo
buio e umido. La paura di sapere Edward morto. Il dolore di vederlo
agonizzante
ai miei piedi. La consapevolezza che l’avesse fatto per me.
Che si fosse
frapposto fra me e il dolore. Che avesse sofferto in quel modo
perché voleva
proteggermi … Rividi la bellissima ragazzina che lo
torturava solo per
curiosità. Ringraziai che il mio corpo avesse mantenuto la
sua imperfezione. Le
mie mani si strinsero con più vigore al corpo di Edward.
Poi
mi sentii morire.
<
Sei pronto? > Uno degli altri quattro ospiti parlò.
Lo riconobbi come
Demetri.
Si
rivolgeva ad Edward la cui voce rassegnata mi sconvolse.
<
Già ora? Non possiamo … Ancora qualche giorno,
qualche ora … ? >
<
No. Ti è già stato concesso più tempo
di quanto non fosse previsto. Mantieni i
termini dell’accordo, così come li abbiamo
mantenuti noi. >
<
Capisco. > Affranto, Edward mi abbracciò e seppi che,
se avesse potuto,
avrebbe pianto.
Una
voce compiaciuta disse:
< Una vita per una vita. Un dono
per un dono. >
A
quelle parole, Edward mi strinse di più a sé.
Poi
le braccia dolci del mio sposo mi affidarono ad Emmett che si
affrettò ad
afferrarmi. Se avessi voluto, se mi fossi opposta con tutta la potenza
della
mia nuova forza, forse sarei riuscita a respingere Emmett, a rimanere
avvinghiata ad Edward. Solo, mi sentivo svuotata dentro, priva di
energie.
<
No! > Gridai quando il poderoso fratello del mio Amore mi prese
e mi strinse
in un abbraccio che era più simile a una gabbia. Avevo
capito.
Mi
protesi verso mio marito che mi teneva ancora le mani strette fra le
sue.
<
Ti amo. Ora e per sempre. > poi si avvicinò di
più e mi diede un bacio sulle
labbra. Si voltò verso Alice, che gli fece un cenno con il
capo, per un
brevissimo istante e poi tornò a guardare me. Mi
baciò ancora, sempre sulle
labbra. Delicato e dolce, si trattenne solo per un solo,ultimo istante.
Poi
si alzò e, sempre tenendomi le mani, me le baciò,
soffermandosi sulla fede per
un attimo, poi si voltò senza osare guardarmi negli occhi.
Sentii
chiaramente il suo sussurro: < Ti amo. Perdonami. >
<
No, Edward ti prego. Non puoi, non puoi! > Ero disperata. Non
potevo
piangere ma i singhiozzi erano terribili e mi scuotevano il corpo.
<
No. Devo. Scusami. >
Fissava
il pavimento e stringeva i pugni. Senza proferire altra parola,
andò da Jane. La
bellissima ragazzina con il volto da angelo rise, mi fissò
con un misto di
compiacimento ed ira, e disse:
<
Andiamo. >
Io
lo fissavo muta. Le mie braccia protese verso di lui, invano.
Tra
gli svolazzi e i fruscii delle loro pesanti tuniche, gli ambasciatori
dei
Volturi uscirono dalla casa dei Cullen e con loro, per ultimo, il mio
Edward.
Appena
lo vidi varcare la soglia ed addentrarsi
nell’oscurità della notte, ritrassi le
mani, le appoggiai al mio petto, come quando mi sentivo male durante la
sua
assenza, e mi accasciai tra le braccia di Emmett.
<
Portiamola di sopra. > La voce calma di Carlisle ruppe il
silenzio
opprimente che si era creato.
Non
opposi resistenza. Non ne ero in grado.
Emmett
mi portò in camera mia e di Edward. Il letto era pulito. Le
lenzuola candide ed
immacolate.
Un
lieve odore di sangue, il mio, aleggiava ancora nell’aria.
Sapevo che era colpa
del mio olfatto troppo sviluppato, anche per gli standard dei vampiri.
Mi
appoggiarono sul letto e poi Alice mi si sedette accanto,
accarezzandomi i
capelli.
<
Cosa vedi, Alice? > domandai ad un tratto.
Le
sue mani si bloccarono. Fece un respiro profondo e poi
sussurrò:
<
Adesso è troppo presto. È tutto troppo confuso,
indefinito … >
Chiusi
gli occhi e mi strinsi le braccia al petto.
Dopo
un’ultima carezza, mi lasciarono finalmente sola.
Rimasi
immobile molto a lungo, osservando le nuvole rincorrersi oltre la
grande
vetrata. I miei occhi erano aperti, vacui, vitrei.
Più
volte sentii il telefono squillare.
Esme
rispondeva sempre al secondo squillo e, con voce calma e pacata,
parlava con
mio padre. Riuscivo a sentire la sua voce da oltre la cornetta del
telefono.
Era preoccupato.
Da
quello che avevo capito, gli avevano detto che io ed Edward ci eravamo
sentiti
entrambi male. Che avevamo dovuto rimandare la partenza. Lo sentivo
rispondere
angosciato. La sua voce era tormentata. Si preoccupava per me, e per
mio
marito. Il marito che in quel momento era lontano da me.
Dopo
due giorni, mi mossi. Mi allungai e afferrai il ciondolo che Edward mi
aveva
regalato appena pochi giorni prima del nostro matrimonio.
Mi
portai il cuoricino al petto e singhiozzai. Nessuna lacrima
bagnò il mio volto
di pietra.
La
sete mi corrodeva la bocca e mi ardeva la gola ma, nonostante tutto,
rimasi
sdraiata nel letto. Il mio pensiero era rivolto costantemente
all’Italia, ad
Edward.
Toc
Toc
<
Bella? Bella? Posso entrare? >
Non
risposi.
<
Bella, devo parlarti … >
Chiusi
gli occhi e mi strinsi di più a me stessa.
Alice
aprì la porta ed entrò. Si sedette sul bordo del
letto e mi prese la mano.
<
Bella, tu devi capire. Lo ha fatto per te. Non aveva scelta. Ti
avrebbero
uccisa. Non avrebbero permesso ad Edward di trasformarti. Jane ci ha
messo di
fronte ad una scelta. Ti avrebbero lasciato vivere fino al giorno del
matrimonio, non sarebbero intervenuti, se Edward avesse accettato la
proposta.
Ti prego, non essere adirata con lui. Ti ama. Ti adora …
>
Mi
rigirai nel letto e la fissai negli occhi.
<
Alice … > la voce mi uscii roca dalla gola ardente di
sete.
<
Bella … dobbiamo farti incontrare con i tuoi genitori. Sono
veramente angosciati.
Sanno che non stai bene. Sono molto preoccupati. Dobbiamo fare le cose
per
bene. >
Non
capivo cosa mi volesse dire. A dove stesse mirando.
<
Bella, abbiamo detto loro che Edward non ce l’ha fatta, ma
che tu sei fuori
pericolo. Abbiamo dovuto far credere loro che la casa era stata messa
in
quarantena. Per loro, il corpo di Edward è stato portato via
da una squadra del
servizio sanitario. Per favore, cerca di reggere il gioco, fallo per il
loro
bene. Vogliono vederti. Hanno paura per te. Questa notte andremo a
caccia.
Charlie e Reneè saranno qui alle 8. Non devi preoccuparti.
Non rischieranno
niente. Tu non avrai sete … >
<
Alice, non voglio vedere nessuno. >
<
Bella, non dire sciocchezze. Non hai alternative. Devi farlo e lo
farai. >
Il
suo tono di voce era gentile ma fermo. Non ammetteva repliche.
<
Alice … > Mi abbracciò e poi mi disse:
< Vuoi venire così? >
Rimasi
immobile per un minuto pensando ad Edward, al fatto che
l’ultima volta mi
avesse vista con indosso quel pigiama che aveva ancora il suo odore.
<
No. Mi cambio. > le mie parole risuonavano spente e vuote.
Non
avevo per niente voglia di fare quello che mi diceva Alice ma la sete
mi
impediva di ragionare lucidamente. Il dolore mi lacerava.
Con
lentezza mi alzai e afferrai gli abiti che mi porgeva Alice.
Con
movimenti fluidi e velocissimi, slacciai i bottoni della camicia e la
lasciai
scivolare lenta lungo le mie braccia e la schiena, facendola cadere ai
miei
piedi. La stessa fine fecero i pantaloni che caddero leggeri sulle mie
gambe.
Sollevai il capo e osservai la mia immagine riflessa nella vetrata.
Pallidissima
e bellissima. Fui felice di vedere che il mio corpo non era mutato poi
molto.
Ero sempre io. Solo, perfetta. Non più
un’imperfezione, un difetto … I miei
occhi erano di un impressionante color vermiglio anche se riuscivo ad
intravedere delle leggere striature nerastre. Delle occhiaia profonde e
violacee, simili ad ustioni, deturpavano il mio volto meraviglioso.
Sembravo realmente
malata. Forse era colpa del mio sguardo spento.
Nuda,
pensai che avrei voluto avere Edward al mio fianco. Avrei voluto che io
e lui
potessimo amarci ancora senza che però, adesso, dovesse
temere di farmi del
male. Chissà, forse ora ero alla sua altezza? Forse, e me ne
rendevo realmente
conto solo in quel momento, lo ero sempre stata ai suoi occhi.
Mi
infilai gli abiti e poi mi voltai. Alice ed esme mi sorridevano.
<
Ho paura. >
<
Non devi. >
Mi
presero per mano e mi condussero fuori, nella notte.
Era
la prima volta che lasciavo l’accogliente casa Cullen da
quando era successo.
Da quando la mia vita si era interrotta bruscamente. Mi sentivo
sperduta fra
tutti quei suoni, quei profumi … era assurdo. Non capivo da
dove provenissero
tutti quei rumori assordanti. Quei maledetti grilli mi stavano
frastornando.
L’odore dell’erba mi dava uno strano senso di
nausea.
<
Presto ti abituerai tesoro. >
mi
sussurrò Esme stringendomi la mano con decisione.
Annuii
e poi dissi:
<
Ho sete. >
< Ora vedrai che andrai meglio. > Alice sembrava molto
sicura di sé e questo mi diede forza. Quando ci addentrammo
nel bosco, tremai.
Correvamo velocissime, tenendoci per mano. Era strano e doloroso sapere
che al
mio fianco ci sarebbe dovuto essere Edward e che invece lui era lontano.
L’ultima
volta che mi ero mossa a quella velocità, ero sulla schiena
del mio Amore.
Correvamo ed eravamo ancora felici. Io tenevo la mia testa poggiata
sulla sua
spalla e il mio corpo era ancora caldo e morbido. Edward respirava
basandosi
sul battito regolare del mio cuore. Avvicinava le mie mani al suo viso
perfetto
per inebriarsi con il mio odore.
Quei
ricordi rischiavano di distruggermi.
<
Alice! > Esclamai ad un certo punto.
<
Sì, Bella? > < C’è odore
di sangue … > Mi era arrivato addosso
trasportato da un soffio di vento.
Le
due mie accompagnatrici si fermarono e si concentrarono.
Esme
mi sorrise dopo qualche istante:
<
Sì, è un cervo. È ancora molto
lontano. > mi accarezzò la guancia e poi
continuò: < Senti che potrebbe piacerti? >
<
Ho sete. > Fu la mia unica risposta. Non mi importava di
nutrirmi. Non mi
importava di provare piacere nel farlo. L’unica cosa che al
momento speravo era
di placare la mia sete bruciante.
<
Va bene. Avviciniamoci di più però. > dopo
un duecento metri, la sete
divenne insostenibile a causa della vicinanza della povera creatura.
Prima
ancora che Alice potesse dirmi come fare, spiegarmi come muovermi, mi
ritrovai
in corsa. Folle, volavo verso il cervo che non si era reso conto del
mio
arrivo. In pochissimi istanti gli fui addosso, nonostante la notevole
distanza
che ci separava.
I
miei denti affondarono velocissimi nel suo collo. Le sue zampe
scalciavano
convulse contro il mio corpo di pietra. Percepii chiaramente il suono
di un
osso che si spezza. Ricordai la mia gamba e il dolore atroce che avevo
provato
e provai ribrezzo per la natura a cui avevo scelto di appartenere,
provai
compassione per la sfortunata creatura. Con un gesto fulmineo gli ruppi
le ossa
del collo. In quel modo non avrebbe più sofferto, o
così mi auguravo per lo
meno.
Sentivo
il sangue fluire nel mio corpo tramite la mia bocca. Continuai a
succhiare finché
non sentii la sete pian piano divenire più sopportabile e
gestibile. Percepii
chiaramente qualcosa di liquido e dal sapore nuovo invadermi la bocca.
Amaro e
fresco. Alcune gocce di veleno sfuggirono dalle mie labbra. Gli occhi
vitrei della
creatura mi fissavano vacui. Era morto, proprio come lo ero io.
Lasciai cadere la
carcassa e poi mi sdraiai
con la schiena sull’erba. Fissavo il cielo nuvoloso.
Percepivo ogni minimo
suono, ogni ramoscello spezzato.
<
Bella? > Alice si era seduta al mio fianco. < come va?
>
Chiusi
gli occhi e respirai a fondo. Attesi che il sangue che mi era colato
sui vestiti
si asciugasse. Cercai di fare mente locale e poi bisbigliai:
<
Alice … dove siamo? >
<
Siamo ancora vicino a casa. A qualche chilometro da Forks. >
<
Voglio andare a casa mia. >
< Li vedrai domani i tuoi genitori ...
Non credo che sia … >
<
Ti prego, Esme ti prego. > Sapevo di essere stata una vigliacca
a rivolgermi
a lei. Esme non avrebbe mai potuto dirmi di no. Non sapendo che stavo
così
male.
Lei,
che si sentii chiamata in causa, infatti mi sostenne:
<
Alice, in fondo, poverina, ne ha il diritto … >
Mi
sollevai sui gomiti e aprii gli occhi. Fissavo la giovane vampira dai
corti e
scompigliati capelli neri e vidi che mi guardava contrariata ma allo
stesso
tempo triste. Portò le sue mani a coprirsi gli occhi e
rimase immobile per una
frazione di secondo.
<
Va bene. Non ci saranno inconvenienti. > disse dopo che ebbe
frugato nel mio
futuro.
Esme
chiamo Carlisle al telefono e quando ormai ci trovavamo a meno di un
silometro da
casa mia, in un punto prestabilito, trovammo Emmett, Carlisle e jasper
ad
aspettarci. Rosalie era rimasta a casa …
<
Bella! Come va adesso? > Mi domandò Emmett, allegro
come al solito.
<
Meglio. Non ho più tanta sete. >
<
Bene! > così dicendo mi prese per mano e io sapevo
che lo faceva perché, se
qualcosa fosse andato storto, mi avrebbe trascinata via.
A
velocità quasi umana raggiungemmo la casa di Charlie.
L’odore
del sangue umano aveva ravvivato la mia sete. Strinsi i pugni e serrai
i denti.
Chiusi gli occhi per alcuni istanti, tentando di riacquistare la
concentrazione
necessaria. Tutti attesero pazienti che fossi pronta.
Quando
finalmente sollevai il capo e sorrisi loro, Esme mi disse:
<
vedrai, andrà tutto bene. >
Senza
fare il minimo rumore, io ed Emmett entrammo in casa.
Il
battito di tre cuori mi stava dando alla testa. Sentii il veleno
schizzare
nella mia bocca. Solo la consapevolezza che erano i miei genitori e il
fatto
che
mi fossi appena nutrita mi trattenne dall’attaccarli. E poi,
c’era li
Emmett pronto a impedirmelo!
In
sala, mia madre e Phil dormivano nel divano letto, l’uno
abbracciato all’altra.
Reneè
sembrava molto provata. Aveva occhiaie profonde e il viso stanco. Mi
sembrò
molto più vecchia della sua età ...
Sul
tavolo, numerosi fogli e fotografie. In alcune c’ero io da
piccola, altre erano
state scattate il giorno del matrimonio.
Io
ed Edward sorridevamo felici da dietro l’obbiettivo. Lui mi
teneva stretta tra
le sue braccia e mi baciava ogni due per tre. Io lo guardavo sempre
come se
fosse la prima volta, rapita dal suo sguardo.
Edward
però già sapeva che avrebbe dovuto lasciarmi e
per questo, forse, nel suo
sorriso c’era un po’ di malinconia.
Feci
per prendere le foto per osservarle meglio ma la mano di Emmett si
poggiò sulla
mia, impedendomi di farlo.
<
Non devono capire che qualcuno è stato qui. >
Annuii
e poi mi avvicinai alle scale. In silenzio, ci intrufolammo nella
stanza di
Charlie. Mio papà dormiva sonni agitati. Sussurrava il mio
nome e quello di
Edward.
Non
mi volli trattenere di più. Passai davanti alla mia stanza
ed entrai. Tutto era
come lo ricordavo. I miei genitori non avevano spostato un solo
oggetto, un
solo vestito. C’era ancora il caos che avevo lasciato.
Persino il walkman aperto
sulla scrivania. Cime tempestose appoggiato sul comodino.
<
Andiamocene … > Sussurrai a mezza voce.
In
pochi minuti fummo di nuovo a casa.
Mi
levai i vestiti sporchi di sangue e chiesi a Carlisle di bruciarli.
Rimasi
sotto la doccia molto a lungo, finché Esme non
bussò alla porta.
<
Bella, tesoro. Devi uscire … Ha appena chiamato
Reneè. Saranno qui fra un’ora. Ti
devi preparare. > girai la manopola dell’acqua e
rimasi immobile qualche
secondo, poi uscii. Mi lasciai avvolgere dall’asciugamano che
Esme mi mise
addosso.
Quando
fui asciutta, mi infilai una camicia da notte e tornai in camera mia.
Alice
era intenta a preparare il mio palcoscenico.
Medicine
sul comodino, bottiglie d’acqua, termometro, cuscini, pezze e
bacinelle … la
valigetta nera di Carlisle bene in vista sulla cassettiera.
Mi
infilai sotto le coperte ed attesi Reneè e Charlie.
<
Allora Bella … > Mi disse Carlisle, < Parla
poco, il meno possibile. Tieni
gli occhi aperti ma ricordati di sbattere spesso le palpebre. Non
parlare di
Edward. Loro non lo faranno. Se vedi che sei in difficoltà,
di che non ti senti
bene. Fai la faccia affaticata e se ti chiedono qualcosa, dì
che non ti ricordi
bene cos’è successo.
I
sintomi della malattia che avresti avuto sono: febbre, tosse, nausea,
vomito,
stordimento.
Mi
raccomando Bella. Sii convincente. >
<
Certo. > mi lasciai cadere all’indietro, sui cuscini.
I miei capelli sparsi
tutto intorno a me.
Come
nella foto che Edward mi aveva scattato di nascosto …
Sentii
bussare piano al piano inferiore.
<
Charlie, Reneè … > La voce di Esme era
tranquilla e calma anche se addolorata.
Mia madre piangeva cercando di trattenere i singhiozzi.
Charlie
rimaneva silenzioso.
Entrarono
ed Esme li fece accomodare in cucina.
<
Esme, sono … sono così dispiaciuto. > Mio
padre sembrava facesse fatica a
parlare. Come se la voce gli si fosse bloccata in gola.
Poi
fu mia madre a parlare:
<
Esme … davvero, non so come poterti esprimere il mio dolore
per Edward. Non riesco
ancora a crederci … davvero. >
Esme
rimaneva in silenzio. Non so perché, ma ero certa che stesse
pensando al suo
bambino. Percepivo il suo dolore nel suo respiro non regolare.
<
Esme, cara … possiamo fare qualcosa? >
<
No, no. Non preoccupatevi. Va tutto bene. > la sua voce era
malferma.
S’intromise
Carlisle.
<
Per fortuna Isabella è fuori pericolo. >
<
A proposito di Isabella … > Fece mia madre cercando
di riacquistare il
controllo della voce < Vorrei che, appena si fosse ristabilita,
venisse con
me a Jacksonville. Credo che le farebbe bene andarsene. >
Sentii
mio padre accarezzarle una spalla e subito dopo mia madre
scoppiò in un pianto
a dirotto.
<
La mia bambina. La mia Isabella. Povera … perché?
Edward era ancora così
giovane … >
Le
parole le uscivano sconnesse.
<
posso vederla? >
<
Ma certo. Vieni … > Carlisle sembrava sicuro di
quello che stava facendo.
Sotto
le coperte, cercai di prepararmi all’arrivo dei miei
genitori.
L’odore
del loro sangue si faceva sempre più forte e io combattevo
contro la sete.
Pensai
ad Edward e sperai di poterlo rivedere prima o poi, a costo di gettarmi
nelle
braccia dei Volturi.
Accarezzai
la fede e sussurrai:
<
Ti amo. Ora e per sempre. >