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Autore: thegalwithmuffins    15/01/2014    3 recensioni
“ Liam, non scassare la minchia anche prima del mio concerto! Guarda che dico al mio agente di non farveli aprire più… “
“ Aprire cosa, Payne versione mini? “
“ I miei concerti, Malik. Ora, permettetevi altre confidenze e vi giuro che nessuno saprà mai chi sono i One Direction. “
Sbiancano.
Mio fratello no, lui stringe i pugni e mi guarda come se mi volesse trucidare, la mia vincita gli ha sempre bruciato.
E’ andata così, ai provini di X-Factor non l’hanno preso singolarmente come a me, ma l’hanno unito ad altri quattro ebeti, che si sono dati l’assurdo nome di One Direction.
E sono stati eliminati alla terza puntata.
Ovvio, dico io, con un nome così dove vuoi andare?
Loro se n’erano andati, eliminati quasi subito, ma io, la piccola Lily, la Payne versione mini, ce l’avevo fatta.
Ero arrivata in finale con il peso di tutti i miei sedici anni, con la mia voce bassa e piena, e ce l’avevo fatta.
Avevo vinto.
Genere: Commedia, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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crediti a @ljpssmile

a tutte voi, grazie

 

 

Chapter thirteen.

 

 

-         Secondo te quella è Lily Payne? –

La voce di una bambina mi fa sollevare gli occhi dal libro che sto leggendo e abbassare il volume dell’iPod.

-         Non essere sciocca Annabeth, ti pare Elizabeth? Guardala, è brutta, non ha neanche un filo di trucco e sta leggendo! –

Le ultime parole della ragazza affianco a lei escono più forte del dovuto e arrivano nitide al mio orecchio.

Non riesco a non ridere.

Secondo questa specie di scimmia depilata, piastrata e con le unghie laccate di viola non puoi essere una cantante se leggi e non ti trucchi.

Mi sa che prendere la metropolitana per andare al concerto non è stata proprio un’idea fantastica.

-         Cazzo… - impreco sottovoce, guardando le mie gambe, o meglio le mie cosce. O meglio ancora lo spazio che occupano nel sedile di plastica.

 

-         Non va bene, non va bene per niente… - continuo, e mi viene voglia di tirare fuori il metro dalla borsa e misurarmi la circonferenza di quegli arti, e comincio a pizzicarmi il grasso.

Alla festa di Ed un cameriere mi aveva gentilmente fatto notare che non mi serviva un’altra tartina date le mie “ehm..misure che Coco Chanel non avrebbe gradito” e da allora ero in dieta ferrea che comprendeva acqua, acqua e tea.

Il tutto naturalmente all’insaputa dei miei coinquilini che non avrebbero approvato la cosa sostenendo che ero perfetta così com’ero, magra ma non troppo.

-         Qualche problema? – mi chiede la ragazza/scimmia di prima.

 

-         Nessuno, grazie – le rispondo sfoderando il mio miglior sorriso da “vattene perché già ti vorrei uccidere”.

 

-         Mi sembrava che ti stessi guardando la pancia con aria disperata… e se fossi te lo farei anche io… - conclude ridacchiando, - Non fraintendermi, non sei grassa ma hai quei due o tre chiletti che ti fanno sembrare più goffa, non so se afferri il concetto

 

-         Afferro, ora scusa ma… -

 

-         Sono Cynthia, taglia 38 scarsa. Tu sei una 42 scommetto, e il tuo nome… -

 

-         Non sforzarti, sono Elizabeth Payne e 42 sono le cifre finali del numero del mio avvocato, che presto chiamerò se non te ne vai. Anzi, ti risparmio lo sforzo e me ne vado io. – mi alzo, rossa e furiosa.

 

-         E si vede che è una 38 abbondante, scimmia – le dico dal marciapiede, con gli occhi lucidi.

Che poi nemmeno io lo so perché mi viene da piangere, è che sto diventando debole e odio essere debole.

Odio quando le parole mi possono ferire e non solo sfiorare, come facevano prima, odio quando mi ritrovo a guardare le altre ragazze e pensare che vorrei essere come loro, odio che non riesco più a gridare e anzi, mi chiedono sempre di ripetere le cose perché parlo sempre più piano, odio essere insicura e odio l’odiare tutto questo.

Odio il fatto che Harry sta abbattendo tutti i miei muri.

Odio il fatto che so che se questa volta cado non riuscirò a raccogliere i pezzi e a fingere un sorriso perché mi sta togliendo anche la capacità di fingere.

Odio l’amore, se questo è amore.

Vorrei solo sedermi sul divano e appoggiare la testa sulla sua spalla, entrambi tenuti al caldo da un’enorme coperta, io che leggo un libro e lui che cerca di distrarmi.

Vorrei arrabbiarmi con lui, vorrei gridargli che lo odio e che non ho bisogno di uno stupido riccio che mi dica che mi ama e vorrei che capisse che lo odio sì, ma ho bisogno di lui come dell’aria che respiro perché con lui io inizio a vivere, inizio a ridere e non mi fermo più, con lui non ho paura né del buio né di me stessa, con lui mi ritrovo e rinasco, sempre.

Vorrei essere perfetta per lui.

-         Elizabeth? -  mi giro verso la voce.

 

-         Che ci fai qui? Non dovresti essere già all’hotel? –

 

Ditemelo che è una congiura.

Io penso a lui e guarda un po’, compare per la prima volta dopo una settimana e dopo un  party strepitoso da dove ne ero uscita come un’altra persona proprio davanti a me, e accompagnato da…

-         Io sono Anne, piacere – dice la madre di Harry, con un sorriso identico a quello del figlio, - E lei è Gemma, la sorella di questo ragazzo qua – conclude abbracciandomi.

 

-         E così è questa la ragazza per cui mi tormenti da secoli? – dice piano Gemma all’orecchi del riccio, ma non così piano evidentemente, e quando lui se ne accorge stringe i denti e le pesta un piede.

 

-         Non so di cosa tu stia parlando, sorellina… - aggiunge una risatina nervosa, e la scena è così comica che scordo la cretina della metro (anche se forse l’avevo già lasciata nei suoi occhi verdi quando li avevo incrociati) che scoppio a ridere.

 

-         Scusate, io sono Elizabeth ma chiamatemi pure Lily… In effetti sono un po’ in ritardo ma sono forse arrivata puntuale almeno una volta nella mia vita? –

Scuote la testa e mi prende la mano, sempre con quel sorriso che fa resuscitare i morti.

-         Andiamo,  Alice – e si incammina.

 

-         Non so cosa tu abbia bevuto durante le vacanze ma io mi chiamo sempre Lily, Beth o come ti pare, ma Alice ancora no… - gli faccio notare.

 

-         Ma intendevo che sei ritardataria come Alice nel Paese delle Meraviglie, e io devo fare come il Bianconiglio e ricordarti continuamente l’ora… - e lo dice così convinto che non oso ribattere, ma solo ridacchiare e non smetto fino a che non suona il cellulare.

 

-         So di essere in ritardo, so che il concerto inizia tra meno di due ore, so che ti faccio diventare ansioso e no, non mi hanno rapito o stuprato o riconosciuto, sto arrivando, lo so che mi vuoi troppo bene! – comunico in fretta al mio manager.

 

-         Era il tuo agente? – mi chiede Gemma, ottenendo un sospiro di risposta.

 

-         Ma voi non dovevate andare da qualche parte? – esclama Harry, spingendole dalla parte opposta a quella dove dobbiamo andare noi e si stacca da me per rimproverarle per qualcosa che non ho sentito, rosso in viso.

 

Quando scioglie la presa per avvicinarsi a loro mi sento improvvisamente incompleta.

 

P.o.V Harry

 

Stupida madre, stupida sorella, stupido io che mi sono lasciato beccare mentre provavo allo specchio il discorso da fare a Lils.

Le riprendo subito la mano, noncurante se le dia fastidio o meno perché voglio godermi questi ultimi attimi con lei prima che tutto cambi, in peggio o in meglio non lo so.

Le riprendo la mano e finalmente trovo quel pezzetto di puzzle che mi mancava.

Lascio scorrere lo sguardo su di lei e mi sento bene, mi sento a casa.

I capelli corti un po’ disordinati, il maglione largo e i jeans stretti, il sorriso più bello che abbia mai visto sul viso della ragazza che ho capito essere quella che cercavo da una vita.

-         Sei dimagrita un sacco – le faccio notare, contrariato. In una sola settimana avrà perso minimo tre chili.

 

-         Magari… - commmenta lei, malinconica.

 

-         Eri già bellissima così, non hai bisogno di diete o cazzate del genere, ficcatelo in questa testolina bionda e se osi anche solo pensare che hai bisogno di dimagrire io… io… - cerco di terminare la frase ma lei si volta e mi sorride, un sorriso così bello che cazzo, non riesco a capire più niente.

 

-         Com’è andata con la tua famiglia? – mi chiede, e io la fermo e la guardo negli occhi.

 

-         Senti Lily ti devo dire una cosa. –

Ok forse non l’avevo proprio pensato così.

Ma aggiungici dei fiori, le stelle e un bacio rubato, un abbraccio caldo e un discorso commovente e siamo lì ecco.

E’ che è il momento giusto, lo sento.

E non importa se sto andando in paranoia, se mi stanno sudando le mani o se non è come l’avevo programmato, è così forte quello che sento, e vorrei proprio viverlo così, mentre andiamo a fare una cosa che amiamo, mano nella mano, con il nostro sorriso più bello in volto e con le parole che non escono, che si ripetono ma che alla fine riesco a dire.

La voglio così, la mia vita, a ripeterle ogni giorno che amo il suo essere disordinata e ritardataria, che voglio che capisca che è bellissima e proverò ad essere abbastanza per lei anche se non sono abbastanza neanche per me stesso.

-         Ti senti bene? – mi solleva il viso preoccupata.

 

-         Sisi, è che, ecco, ho pensato molto ad una cosa e… -

 

-         HARRY! –

 

Non ci credo.

Ditemi che me lo sto immaginando.

-         Harry, dovete venire subito –

Non me lo sto immaginando, purtroppo.

-         Liam… -

 

-         Harry vi stanno cercando, sono furiosi e… -

 

-         Liam, STAVO CERCANDO DI DIRE UNA COSA IMPORTANTE A ELIZABETH – dico alzando le nostri mani intrecciate, sperando che capisca, e infatti cambia subito espressione.

 

-         Non importa riccio, me la dirai dopo, okay? – mi convince lei, dandomi un bacio nella guancia.

 

-         Okay… - mormoro io, guardandola correre verso l’hotel ormai in vista.

 

-         Glielo stavi per dire? – domanda Liam, appoggiandomi una mano sulla spalla e sorridendomi comprensivo.

 

-         Era il momento perfetto Leeyum… -

 

-         Quello che ho imparato, Haz, è che non esiste un momento perfetto. Se renderai felice una persona ogni momento è quello giusto . Ora andiamo, che abbiamo delle fan da accontentare. Fate largo gente, arrivano i One Direction! –

 

 

P.o.V Elizabeth

 

Un’ora e mezzo dopo circa

 

Sono agitata.

Sono riuscita a non far sentire ai ragazzi la canzone, che è quello che volevo.

Sono agitata e ho paura.

 Nessuno deve sentirla, è la mia dichiarazione, è il mio cuore trasformato in parole, sono io.

Sono agitata e ho paura e se non andrà niente nel verso giusto?

E se a nessuno piacerà la Elizabeth senza difese attorno a sé?

Io non so se sono ancora capace di rialzarmi e fare finta finta di niente, di ritrovare la strada se la perderò.

-         Amorino?-

 

-         Lolly, puoi venire qua? – gli chiedo.

 

-         Certo cucciolotta, cosa c’è? Ma che bel vestito! – approva Olly, il mio unico e vero amore.

 

-         Abbracciami e basta, per piacere – sussurro, con le lacrime che si stanno facendo strada verso il mio volto.

 

-         Non piangere biscottino, non so che cos’hai ma andrà tutto bene, te lo promette il tuo uomo, e se non andrà bene possiamo sempre sposarci davvero e trasferirci in Alaska, ok? – mi consola.

 

-         Grazie Olly Lolly, sei sempre il migliore -  gli dico con la voce soffocata dalla sua giacca elegante.

 

-         Di niente caramellino, ti lascio all’irlandese che sta arrivando – e se ne va.

 

Dietro compare un irlandese biondo, sorridente ma dall’aria stanca, con in mano una bottiglia d’acqua e un Twix.

-         Salve bionda – si accascia su una sedia

 

-         Salve biondo – ripeto.

 

-         Ti ho portato questi – mi porge lo snack e l’acqua, ma prendo solo quest’ultima.

 

-         Anche il Twix – specifica, scartando la sua barretta al cocco.

 

-         Ho già mangiato un quintale Nialler, ora ho solo sete – rispondo, sperando che non stenta le proteste del mio stomaco.

 

-         Senti, non so cosa tu stia facendo, ma non sono stupido, non mangi più di qualche fetta di pane dalla festa di Ed, se è per la cosa di Harry credevo l’avessimo superata, credevo che stasera tu dovessi fare qualcosa e finalmente voi due cretini vi accorgerete che… -

 

-         Non c’entra niente Hazza, smettila – taglio corto, scocciata.

 

Odio parlare dei miei sentimenti.

-         E allora cosa? Chi? E non dirmi niente, perché quando ti abbraccio posso contarti le costole. – replica, serio.

 

-         Vuoi fare davvero qualcosa per me? – gli chiedo.

 

-         Certo, tutto quello che posso – risponde sicuro.

 

Sospiro.

-         E allora chiudi quella porta, per favore, e controlla che non arrivi nessuno. Tutto questo trucco mi fa sembrare una prostituta e odio questo vestito… - lo prego.

 

 

What time is it? It’s concert time!

 

 

-         Via libera, non c’è nessuno. Muoviti culo flaccido! – mi dice a bassa voce Niall.

 

-         Non riesco a correre, sono stanca! – gli rispondo, - E flaccido sarà il tuo culo! –

 

-         Parrucchiera in vista, parrucchiera in vista, nasconditi là, presto! – mi fa cenni strani e io mi sposto dietro una colonna. Solo per questo movimento  mi viene il fiatone.

 

-         Cerchi qualcosa? – chiede la donna a Nialler, che tutto rosso scuote la testa e dice: - Nossignora, proprio no,  no per niente! –

 

Rido, e appena mi supera inizio a correre dietro al mio migliore amico, sentendo a malapena il suo urlo.

-Signorina! I suoi capelli! Il suo vestito! Non mi dica che ha tolto anche il trucco! – e appena capiamo che ci sta rincorrendo il biondo mi apre diverse strane porte, e dopo finalmente arriviamo dietro le quinte del nostro piccolo palco, sudati e piagati in due dal ridere, entrambi senza fiato.

-         Sto per collassare, aiuto – dico, cercando di riprendere fiato, inutilmente.

Mio fratello e gli altri ci raggiungono.

-         Ma che cazzo avete fatto?!- chiede Louis, con la sua finezza da eterno Peter Pan.

 

-         Siamo scappati – risponde senza smettere di ridere l’irlandese.

 

-         Sembrati fatti – suggerisce Zayn.

 

-         Non abbiamo rubato nessuna delle tue canne Malik – giuro, ancora tentando di far arrivare aria ai polmoni.

 

-         Che cretini… - scuote la testa Harry, sollevandoci da terra – Niall noi dobbiamo cantare tra meno di dieci minuti e tu ti devi ancora cambiare, anche se ti preferisco così –

 

-         Grazie Hazza, ma mi sono tolta i vestiti che mi avevano dato, per questo siamo scappati –

 

-         Lei non è mia sorella – afferma Liam, e io gli salto in braccio.

Prende una bottiglia da un tavolino e me la porge, e ne bevo un sorso lunghissimo, ma qualcosa va storto.

Sento l’acqua che non va giù, l’aria che non entra e allora apro la bocca a più non posso, iniziando a tossire.

In un attimo Liam mi tira giù.

-         Lily sputa, sputa tutto – e mi stringe lo stomaco in una morsa, facendomi sputare l’acqua e finalmente riesco a respirare.

 

-         Stai bene? – mi chiede subito

 

-         Guarda che disastro… meglio che vada a cercare uno straccio… merda, combino sempre casini… -

 

-         Ehi, va tutto bene, non è successo niente, ok? Ti è solo andata in storto dell’acqua, è meglio che tu abbia bagnato il pavimento che tu sia morta, no? Ora dai, fai un bel sorriso che tra poco tocca a te – mi abbraccia il riccio.

 

Mi siedo su una sedia e nel giro di cinque minuti tutto inizia.

I tecnici si zittiscono e sono dappertutto, il presentatore dice due parole e si cominciano a sentire le urla, i ragazzi escono tutti sorridenti e un poco nervosi, pronti a dare il meglio di loro.

Parte la musica.

E poi, in un attimo, parto io.

Qualcosa mi attira verso terra ed è come se tutti i muscoli e le ossa non riuscissero più a stare su da soli, e io ho bisogno di aria ma dove è finita l’aria, la voglio, ne ho bisogno, e come se non bastasse mi sale l’ansia, si ferma tutto e non capisco più niente, i pensieri non ci sono perché non riesco neanche a pensare.

Sento una voce nella mia testa, solo quella, e mi dice che non l’aria non c’è più e che posso lasciarmi andare, e sono così stanca che mi lascio convincere, chiudo gli occhi e cado all’indietro, nel buio.

 

 

 

 

-         Elizabeth, mi senti? –

 

-         Lils ti prego, apri questi cazzo di occhi di merda e dimmi qualcosa con la tua voce di merda… -

 

-         Credevo ti piacesse la mia voce – gracchio, piano.

 

-         Fanculo, troia. Mi sono sentito morire. – sento due braccia che mi circondano e dei capelli che mi solleticano il collo, tanti baci su tutta la faccia.

 

-         Ragazzo puoi staccarti un attimo? Ho bisogno di controllare alcune cose… - fa una voce profonda, che sembra appartenere ad un uomo del pronto soccorso.

 

-         Intanto mangia questa – dice porgendomi una banana.

 

-          Non ho fame, grazie, ma scommetto che tu ne vuoi un… - mi rivolgo ad Harry.

 

-         Non era una proposta, la mangi. Sei svenuta per un calo di zuccheri, non credo sia per l’ansia, quanto mangi? – mi chiede l’uomo.

 

-         E’ dimagrita molto in questa settimana, signore – risponde il riccio, a tradimento.

 

-         Controllate che la mangi, poi io e te dobbiamo parlare, signorina. –

 

-         Ma devo cantare, devo farlo per forza! La prego, HO BISOGNO di cantare questa canzone. E’ importante per me. – lo supplico.

 

-         Facciamo così, se tu ne mangi subito un pezzo io ti lascio andare a cantare, ok? –

 

Per tutta risposta metto in bocca quanta più banana possibile, ignorando la nausea che mi assale.

-         Non è finita qui, non illuderti – mi risponde l’uomo, mettendosi in disparte.

Qualcuno dei ragazzi inzia a parlare, ma io lo ignoro totalmente, prendo su una chitarra e cerco un foglio nella mia tasca.

-         Tieni – lo metto bruscamente in mano ad un Harry abbastanza sbalordito e mi dirigo in fretta verso il palco, dove lo stupido presentatore dice che oggi non potrò cantare.

 

-         Scusate, scusate davvero, ma l’emozione di vedervi era troppa e mi sono sentita male, ma dovevo farvi sentire una cosa – vengo interrotta dalle urla, e sorridendo continuo – questa che sto per cantare è una canzone che ho scritta io, o meglio, sono io. In tutti i miei difetti. Non ci so fare con le parole, mi dispiace, ma spero di riuscire meglio con la musica. Buon ascolto… - concludo.

 

Si abbassano le luci.

Inizio a suonare.

 

Hey, yeah yeah
I hate you, don’t leave me
I feel like I can’t breathe
Just hold me, don’t touch me
And I want you to love me
But I need you to trust me
Stay with me, set me free
But I can’t back down
No, I can’t deny
That I’m staying now
‘Cause I can’t decide
Confused and scared
I am terrified of you

Hey, si si
Ti odio, non lasciarmi
Mi sento come se non potessi respirare
Stringimi, non toccarmi
E voglio che mi ami
Ma ho bisogno che ti fidi di me
Stai con me, lasciami libera
Ma non posso tornare indietro
No, non posso negare
Che sono qui adesso
Perchè non posso decidere
Confusa e spaventata
Sono terrorizzata da te


Lo odio, quanto lo odio.

Lo odio perché non riesco a stare senza di lui, perché se per caso sparisse dalla mia vita non riuscirei neanche a respirare, come prima, lo odio perché ho bisogno di lui, io che non ho bisogno di nessuno.

E non sono brava con le parole, e adesso sono su un palco a cantare una stupida canzone perché non so come altro fartelo capire.

Mi fa paura questo sentimento, è troppo grande per me.

I admit I’m in and out of my head
Don’t listen to a single word I’ve said
Just hear me out before you run away

‘Cause I can’t take this pain
I hate you, don’t leave me
I hate you, don’t leave me

‘Cause I love when you kiss me
I’m in pieces, you complete me
But I can’t back down
No, I can’t deny
That I’m staying now
‘Cause I can’t decide
Confused and scared
I am terrified of you

I admit I’m in and out of my head
Don’t listen to a single word I’ve said
Just hear me out before you run away
‘Cause I can’t take this pain, no

Ammetto che sono fuori di me
Non ascolti una singola parola di quello che ho detto
Ascoltami prima che tu corra via
Perchè non sopporto questo dolore
Ti odio, non lasciarmi
Ti odio, non lasciarmi


Perchè amo quando mi baci
Sono a pezzi, tu mi completi
Ma non posso tornare indietro,
No, non posso negare
Che sono qui adesso
Perchè non posso decidere
Confusa e spaventata
Sono terrificata da te


Ammetto che sono fuori di me
Non ascolti una singola parola di quello che ho detto

Ascoltami prima che tu corra via
Perchè non sopporto questo dolore


 

E lo so cosa succederà quando finirò di cantare questa canzone.

Tu ti avvicinerai, magari mi dirai che sia la canzone che la lettera sono belle, ma che è meglio se restiamo amici.

Ma io non riesco a essere solo una tua amichetta quando anche con un bacio sulla guancia o un tuo sorriso vado in pallone, quando sei l’unico che riesce a farmi sentire viva, tu mi completi, tu sei la mia cura.

E io non voglio che tu te ne vada, non voglio che tu mi lasci sola in questa buio.

I’m addicted to the madness
I’m a daughter of the sadness
I’ve been here too many times before
Been abandoned and I’m scared now
I can’t handle another fall out
I’m fragile, just washed upon the shore
They forget me, don’t see me
When they love me, they leave me

Sono schiava della follia
Sono figlia della tristezza
Sono stata qui già troppe volte
Sono stata abbandonata e ora ho paura
Non posso affrontare un’altra caduta
Sono fragile, appena venuta fuori dalla riva
Loro si dimenticano di me, non mi vedono
Quando mi amano, mi lasciano


 

E lo so, sono un casino.

Sono una depressa del cazzo, a volte mi assalgono quei momenti di tristezza che neanche Olly riesce a farmi sorridere di nuovo, ma è perché sono fragile, sono debole.

Ero forte, un tempo, ma tu, maledetto riccio, hai abbattuto i miei muri.

E io ho paura.

Ho paura di cadere di nuovo perché ho appena imparato a rialzarmi e ho fin troppe crepe, e nessuno riesce a capirlo del tutto, e se lo capiscono mi abbandonano ai miei mostri, che mi mangiano viva, mi lasciano andare.

Lo so, non sono abbastanza per te, tu meriti il massimo.

 

I admit I’m in and out of my head
Don’t listen to a single word I’ve said
Just hear me out before you run away
‘Cause I can’t take this pain
No, I can’t take this pain
I hate you, don’t leave me
I hate you, please love me

Ammetto che sono fuori di me

Non ascolti una singola parola di quello che ho detto
Ascoltami prima di correre via
Perchè non sopporto questo dolore
No, non sopporto questo dolore
Ti odio, non lasciarmi
Ti odio, per favore amami



Non sono sicura che questo sia amore.

So che il mondo sembra migliore nei tuoi occhi, e che li resterei a guardare per sempre, fino ad averne imparato a memoria ogni sfumatura.

So che ti vorrei accanto a me ogni giorno, vorrei svegliarti con uno schiaffo ogni mattina, perché ammettiamolo, sei un po’ stupido, ma so che se fossi intelligente non proverei più queste cose per te perché amo quando dici cose senza senso, quando sembri un po’ bambino.

So che vorrei essere la ragione dei tuoi sorrisi che, credimi, sono la fine del mondo.

So che vorrei fermare il tempo, quando siamo insieme.

So che questo è molto più che amore.

Una volta mi hai detto che sono una stella, ma non posso brillare senza di te.

Ti odio, stupido riccio, ma ti prego, amami.

Tua,

Elizabeth

 

 

 

 

 

 

L’unica cosa che ricordo di quello che è successo dopo è un sorriso meraviglioso, due occhi che brillano e un bacio.

-         Sei davvero lenta a capire le cose, ma ti amo. –

 

 

 

 

 

Amori miei,

sono qui, non so se vi ricorderete di me.

Non so per quanto tempo sono sparita, non lo voglio sapere.

So che vi ho deluso, e mi dispiace così tanto, perché tutte le persone che hanno letto questa storia mi hanno reso una ragazza migliore.

Se sono così è grazie a voi.

Io non ho parole per dirvi quanto siete importanti, ma vi amo quanto Harry ama Lily e quanto Lily ama Harry.

E’ finita per davvero, questo è il mio saluto, il mio addio definitivo.

Il titolo della storia significa, letteralmente, “ sono una stella “, ed è vero quello che dice Lils, io, voi, siamo tutte delle stelle pronte a brillare, solo che senza quella persona non riusciamo a farlo.

Voi mi avete aiutato a farlo, e non potrò mai ringraziarvi abbastanza.

Non riesco neanche a scrivere un angolo lettrice decente, figuriamoci un capitolo che farà schifo.

Vorrei solo che capiste che siete fantastiche, che non dovete stare male per nulla al mondo perché sto male pure io in quel caso, e vorrei che ogni volta che leggerete questo capitolo vi sentiate bellissime e amate.

Siete vita, grazie di tutto, grazie per sempre.

                       

  
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