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Autore: EiryCrows    15/01/2014    4 recensioni
-Sai Fionna- disse Marshall – una volta questa casa era circondata da tantissimi alberi. Era una foresta enorme. E c’era pure un fiume di caramello!
Questo bosco era abitato da molte creature. Di giorno potevi vedere farfalle svolazzare e tutti i soliti animaletti, ma di notte, di notte, Fionna, pullulava di demoni e mostri. Era davvero terrificante e pericoloso. Ecco perché era così divertente! Fu in questa foresta che conobbi per la prima volta il piccolo Principe Gumball.-
Fionna spalancò gli occhi. – Che aspetti! Racconta!-
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gommorosa/Gumball, Marshall Lee
Note: OOC | Avvertimenti: Gender Bender
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~First Meeting ~


-…Ed è per questo, bambini, che non vi dovete allontanare da me, il bosco può essere molto pericoloso!-
-Si, Signora maestra! – dissero in coro.
La classe si addentrò nella boscaglia, sorpresa dalle mille forme e dalle moltitudini di colori, era divertente fare una lezione fuori! La maestra li guidava sicura per lo stretto sentiero con mille raccomandazioni. Raggiunsero un ruscello arancione e lì si fermarono. Per ascoltare, i bambini circondarono la maestra che comunque parlava forte per farsi sentire da tutti.

-Questo fiume è il Fiume del Caramello Inverso. E’ chiamato così perché scorre dal mare fino alle Montagne Fredde.-

Entusiasti i bambini guardavano l’acqua-caramello scorrere rapida al contrario, portando via i sassolini che i più monelli lanciavano dalla riva.

-In fila per due, forze! Dobbiamo ancora raggiungere la radura – disse paziente la maestra –Fate attenzione quando attraversate il ponte!-

Continuarono ad inoltrarsi seguendo il tracciato e passarono davanti ad una stranissima Casa sull’ Albero. Il piccolo Gumball si fermò un istante ad osservare la complessa geometria dell’ architettura.

-Sai che lì ci abita un demone? – disse un suo compagno di classe che amava terrorizzarlo.
-Non è vero!- rispose –Lo dici solo per spaventarmi!-
-E’ tutto vero invece! Si dice che abbia gli occhi color sangue e i denti appuntiti come coltelli!- ghignò. Vedendolo impaurito proseguì – Si dice anche che la notte si possano udire i lamenti delle sue vittime e i suoi malefici ululati! – Decise che era abbastanza, poi però gli balenò un’ idea in testa. –Ehi Gumball! Andiamo a vedere!- Afferrò il braccio del Principino e lo trascinò fino alla base dell’albero.
-A..aspetta!- gridò ma l’altro lo derise –Sei solo un fifone!-
-Non è vero!- Tento di difendersi quello.
-Non è vero, non è vero!- Lo prese in giro, scimmiottandolo –Allora dimostralo, la porta è aperta! Entra se hai coraggio!-
La porta si aprì, cigolando in modo sinistro.
-N…Non possiamo andare lì dentro- Il piccolo Gumball si mise tra lui e l’uscio.
-Chi ha detto che saremmo entrati insieme?- Disse ridendo, spinse il Principino e con una linguaccia chiuse la porta, correndo poi dietro i suoi compagni.

Il povero Gumball non riusciva più ad aprire la porta, disperato sbatteva i pugni sul uscio facendo un gran fracasso, ma niente, i suoi compagni erano andati via lasciandolo lì da solo al buio.

-Guarda guarda, abbiamo un piccolo intruso qui- disse una voce femminile proveniente dall’ombra che in quella stanza regnava sovrana. Gumball si girò terrorizzato e si ritrovò davanti una strega con gli artigli protesi verso di lui e lo sguardo minaccioso. Fu troppo per lui, che lanciò un urlo terrorizzato e svenne.
- -
Era sicuro che qualcuno l’avesse spostato, sentiva delle voci ma non voleva aprire gli occhi per nessun motivo.

-L’hai spaventato Ashley!- disse una voce maschile –Mi hai tolto tutto il divertimento- sbuffò.
-Ma non ho fatto niente!- disse la stessa voce che aveva sentito prima di svenire, la strega che da quel che aveva capito si chiamava Ashley.
Si arrischiò ad aprire un occhio per guardare la scena. La voce maschile apparteneva ad un ragazzo molto pallido con i capelli neri, che stava svolazzando. Spalancò anche l’occhio destro, eh sì stava proprio volteggiando in aria! E sottosopra!
-Certo! Ma se è anche svenuto!- disse indicandolo – Io volevo divertirmi e giocare con lui!-
-Ma se avrà cinque anni al massimo! E poi te lo giuro Mar-Mar, non ho fatto un bel niente- soffiò sulle unghie appena smaltate di giallo- sarà che sono troppo carina- disse scrollando la chioma candida.
-Oppure è stata una delle tue magie –continuò lui inarcando un sopracciglio. Continuarono a battibeccarsi ma lui non ci fece più caso, non voleva rimanere un minuto di più, doveva fuggire! Si alzò piano, senza fare il minimo rumore, raggiunse le scale…

SBAM! 

Era così concentrato che non si accorse di una piega del tappeto, cadde a terra sbucciandosi un ginocchio. Trattenne uno strillo, nell’altra stanza predominava il silenzio. Si fece piccolo piccolo, mentre un’ ombra si allungava verso la sua direzione. Chiuse gli occhi rassegnato al suo destino.

-Ehi tu!- qualcuno gli stava tirando la maglietta, aprì gli occhi ritrovandosi davanti un bambino di circa la sua età
-Chi sei?- chiese inclinando la testa
-M..Mi chiamo Gumball- quel bambino non sembrava pericoloso e assomigliava parecchio al ragazzo volante, forse era il figlio? Si accorse di essere ancora disteso per terra, perciò si alzò – I..invece tu c..chi sei?-
Il bambino ignorò la domanda –Gumball. Che nome complicato! Ti chiamerò Bubba invece- disse annuendo, spalancò gli occhi cremisi e disse –Fa male?- indicando poi il ginocchio sbucciato.
-Non molto in verità è solo un po’ fastidioso- Gumball indietreggiò piano, quei due potevano arrivare da un momento all’altro!
-Allora puoi giocare!- disse contento poi gli prese la mano e impaziente la strinse scuotendola -Andiamo!- disse poi e lo trascinò giù per le scale, spalancò la porta e un raggio di sole li sfiorò.
-Oh, aspetta!- corse nella stanza accanto, prese un enorme cappello e se lo mise in testa –Tieni! – disse poi porgendogli un cerotto rettangolare. Gumball ringraziò e applicò il cerotto sul ginocchio. “Che strano bambino” pensò “ è così pallido da sembrare malato e invece è pieno di energie!” Gli sorrise.

Come se gli avesse letto nella mente, Marshall gli afferrò il braccio e lo trascinò fuori dalla porta -Forza, andiamo a giocare!- disse poi lo guardò da sotto il cappello con un enorme sorriso - A proposito io sono Marshall. Marshall Lee -

- -
Trascorsero il pomeriggio nel bosco, inseguendo gli animali, arrampicandosi sugli alberi e a rincorrersi. Passato lo grande spavento Gumball si divertì molto, anche se il bosco lo preoccupava parecchio, non aveva paura perché Marshall non lo lasciava mai da solo neanche per un istante.

-Gumball! Grazie a Glob! Ti abbiamo cercato dappertutto!- La maestra spuntò nella radura in cui loro due stavano giocano, insieme a tutti i suoi compagni. Aveva una faccia spaventatissima! Lei gli corse incontro e lo abbracciò – Non allontanarti mai più!- lo redarguì –Il bosco è pericoloso soprattutto se si è da soli e sta calando il buio! Non sai mai chi potresti incontrare!-
-Ma io non sono solo- disse il piccolo Gumball e indicò un punto nella radura – c’è lui con me! – disse sorridendo.
-Tesoro caro- disse guardandolo negli occhi –Qui non c’è proprio nessuno. –
Gumball si girò, ma la radura era deserta. –N..non capisco – disse avvilito – lui era qui, Signora maestra, con me. –
-Va bene – disse lei, scoccandogli una strana occhiata – e com’è fatto?-
-E’ alto un po’ più di me, è pallido, ha i capelli neri e gli occhi rossi e … e due piccoli canini che sporgono ai lati della bocca- disse allegro – indossa un buffo cappello che gli copre la faccia, una felpa nera a maniche lunghe. – Concluse con un sorriso. La maestra scosse la testa preoccupata. Forse aveva preso troppo sole.
-Gumball è meglio andare.- Lo prese per mano anche se lui tentò di scappare riluttante all’idea di andare via senza il suo nuovo amico. Lei serrò la presa, radunò gli altri bambini e li spinse gentilmente fuori dalla radura con lo scopo di riportarli a casa.

Sul ramo di un albero, un pallido bambino aveva osservato la scena in silenzio. Aspettò il buio e poi sorrise.
- Hai giocato abbastanza per oggi Mar-mar?- l'albina sbadigliò sonoramente.
Il bambino la guardò divertito – Lo sai che non mi stanco mai di giocare- ghignò.
-Non si è neanche accorto che vi seguivo e tu sei stato abile a riportarlo indietro, io avrei preferito spaventarlo a morte.-
-A spaventarlo ci hai già pensato tu- puntualizzò – e poi – il bambino si trasformò in un ragazzo – dovresti sapere che questo bosco può far perder il senno a chi ha smarrito la strada. È un luogo terrificante soprattutto di notte. –
Volò giù dall’albero guardando il cielo notturno –Un luogo terrificante pullulato da esseri demoniaci - latrò per salutare la luna - e anche molto pericoloso – concluse ridendo.
 
 
~Angolo dell’autrice ~
Ehilà! Finalmente ho avuto tempo per rivedere le storie che ho scritto (tre in tutto) e di scriverne una nuova, di all’incirca 5000 parole.
Non so ancora se riunirle e fare una serie o lasciarle sparse nell’universo delle Fanfiction xD
Per fortuna ho avuto anche il tempo di guardarmi le quattro serie di Adventure Time, capire meglio la storia e come interagiscono tra loro i personaggi.
Boh, che dire, mi sto divertendo un mondo a scrivere Gumlee e spero di migliorarmi man mano che andrò avanti.
Detto questo… Spero vi siate divertiti a leggere questa storia almeno quanto io mi sono divertita a scriverla ;)
Come al solito, sono aperta a critiche e suggerimenti quindi, forza! Parlate Scrivete! :D
Un saluto a tutti gli avventurieri ;)
EiryCrows o Eiryna Nemesis of The Crows

P.S.
~Nightmare~ non è scomparso. Semplicemente non mi piace più il modo in cui ho scritto la storia, perciò la riposterò solo dopo averla modificata per bene. 

   
 
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