L’Arma
Dell’Amore
Correva
per le
vie di quella Parigi, che ormai aveva scoperto essere in preda alla
fame e alla
povertà, ma come era potuto succedere?, questo era
l’incessante pensiero che
attanagliava Oscar, i cui passi risuonavano sull’acciottolato
della strada.
Si
aveva preso
la sua decisione, avrebbe preso quei soldi a costo della vita e
l’avrebbe fatta
pagare a quell’ Andrè, già quello
stesso ragazzo che era entrato nella bottega
di suo padre un’ora prima, e il cui padre si era rifiutato di
pagare il duro
lavoro svolto dal suo.
Correva
furiosa, ma non aveva la minima idea di dove si trovasse la casa dei
Grandier,
e così decise di fermarsi alla prima locanda per chiedere
informazioni.
Apri
la porta
ma lo spettacolo che le si presentò davanti non fu proprio
dei migliori…alcuni
uomini erano sbattuti svogliatamente sui tavoli, quasi ad aspettare che
l’uomo
al di là del bancone gli porgesse un nuovo bicchiere di quel
liquido
trasparente.
Si
avvicinò
timorosa verso l’anziano signore e facendosi coraggio gli
chiese-Scusate buon
uomo, sapete per caso dove potrei trovare la tenuta dei signori
Grandier?, al
sentir pronunciare quel nome, un gran numero di uomini si girarono di
scatto
verso di lei, e l’uomo che non aveva minimamente visto la
ragazza si voltò e le
rispose- Certo, basta che segue la strada che porta a Versailles e la
troverà
lì nei pressi, ma credo che non farete prima di domani,
Versailles è molto
lontana da quì, soprattutto per una ragazzina come
te…ma cosa vuoi fare
piccoletta??. Non dovresti stare a casa ad aiutare la mammina??-
rispose con
ironia l’uomo. Al sentir di quell’affermazione, le
risate chiassose dei clienti
risuonarono nella grande locanda, ma Oscar fece finta di non sentirle e
più
furiosa che mai uscì da quell’orrendo posto, ormai
decisa più che mai ad
arrivare alla grande tenuta.
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Intanto
nella
grande tenuta dei Grandier, Alain e Andrè si stavano
esercitando con le nuove
spade, proprio come consigliatogli dal padre.
-Attento
Andrè
stavolta non mi batti!! Ahh!!-
-Aspetta
e
spera Alain! Eheh!-
In
quello
stesso istante in cui Andrè pronunciò quelle
parole, la spada di Alain, con una
precisissima stoccata di Andrè, volò verso
l’alto conficcandosi nel terreno.
-Visto
Alain,
non riuscirai mai a battermi!-
-Certo,
certo,
Andrè sai solo parlare, poi vedremo come te la caverai
quando arriveremo in
America…-
-Già
l’America…-pensò Andrè-
Men’ero completamente dimenticato…-
-Andrè!!
Andrè!! Ma che dormi, la nonna ci sta chiamando dai vieni-
lo chiamò Alain.
-Si
ecco vengo
subito!- Rispose il giovane, improvvisamente gli era venuta in mente
quella
ragazza della bottega, quei suoi occhi, quei suoi capelli color del
grano…- Ma
cosa gli stava passando per la mente, un minuto fa pensava al viaggio
che
avrebbe dovuto intraprendere e subito dopo a quella ragazza!,
incredibile come
le donne potessero sconvolgere la mente maschile!.
-Ah
eccomi qua
ragazzi!, ma non sentivate la mia voce??- Domandò loro
l’anziana signora.
-Scusaci
nonna
ma eravamo impegnati a provare le nuove spade.- Risposero con
entusiasmo i due
giovani.
-Sentite
vi
dovrei chiedere un grosso favore, sareste così gentili da
andare a prendermi un
po’ d’olio in cantina?-
-Certo
andiamo
noi-
-Grazie
ragazzi-
E
così i due
ragazzi si incamminarono verso la vecchia cantina, ignari della
presenza della
ragazza che tormentava i pensieri del giovane Andrè. Infatti
Oscar era riuscita
a farsi accompagnare da un contadino in viaggio per Versailles, che
l’aveva
accompagnata alla grande tenuta dei Grandier.
Si
era
nascosta tra i cespugli che delimitavano la casa, in attesa di
incontrare
qualcuno della famiglia a cui rubare qualche
soldo…già gliel’avrebbe fatta
pagare a quei nobili.
Ad
un certo
punto sentì un rumore…erano dei
passi…-finalmente…- Pensò. E con sua
grande
sorpresa, vide sbucare dalla piccolo sentiero i due giovani, gli stessi
che
poche ore prima avevano ritirato le due spade.
Così
con in
mano la sua fidata arma decise di seguirli fino alla loro meta
così che potesse
ricevere quei soldi.
-Fermi!!-
Gridò affinché la sentissero, appena i due
giovani sentirono quella voce si
voltarono meravigliati della figura che si trovarono davanti.
-Tu!-
Esclamarono Andrè e Alain all’unisono- Cosa ci fai
qui…- Ma Andrè non potè
finire la frase che si trovò la spada della ragazza alla
gola.
Ma
Alain che
aveva il compito di proteggere il giovane, con un abile movimento della
mano
riuscì togliere la spada di mano alla ragazza, lasciandola
attonita e disarmata
davanti ad Andrè. Intanto Alain tirò su Oscar
tenendola per un braccio.
-Adesso
tu
verrai con noi ragazzina!- Disse Alain mentre afferrava al giovane
Oscar per un
braccio.
-Alain
lasciala stare…- irruppe improvvisamente Andrè
– adesso che è disarmata credo
non possa far niente, e poi vorrei sapere da lei il perché
di questa aggressione…-
Alain
ubbidì
al suo amico, ma dentro di se non si sentiva sicuro. Intanto
Andrè fissava la
ragazza, e Oscar sentendosi abbastanza a disagio tentò
ammollare un pugno ad
Andrè che le bloccò il polso e le disse:
-Oscar
giusto?, prima cosa fermati e secondo perché ci hai
aggrediti così?- Le disse
secco il ragazzo.
La
giovane
alzò lo sguardo incontrandosi con gli occhi color smeraldo
di lui, mentre Andrè
si specchiava nei suoi occhi color del mare. Per un attimo rimasero
così,
immobili, incapaci di rivolgersi la parola, quando alla fine Oscar si
riscattò
dal suo torpore dicendogli:
-
Sò che tuo
padre non ha pagato le spade che ha acquistato dal mio!, vi pare un
comportamento nobile nei nostri confronti!?!, la gente a Parigi muore
di fame
mentre voi andate a Versailles a divertirvi!!, allora voglio una
spiegazione a
tutto questo!, voglio i soldi che spettano al lavoro di mio padre
forza!- Gridò
praticamente in faccia ad Andrè mentre dai suoi occhi
cominciavano a sgorgare
grosse lacrime.
Andrè
rimase
praticamente sorpreso dalle parole della ragazza:
-Cosa
non vi
ha pagati…mio padre…non ci posso
credere…-
Intanto
anche
Alain aveva udito le parole della giovane, pensava sempre
più ai folli
comportamenti della nobiltà…allora
-
E’ la
verità!!, tutt’altro che la verità!!-
Ribadì Oscar, che stava praticamente
piangendo.
-
Andrè credo
che le parole di questa ragazza siano sincere…- Disse Alain.
Il
ragazzo
ritornò a fissare Oscar, che si asciugò
frettolosamente le lacrime con la
manica della camicia che portava. Così Andrè
decise di lasciare il polso della
ragazza, cercando di darle fiducia e di farsi dire tutti i dettagli di
quella
situazione.
-
Io sono
mortificato…accetta le scuse della mia famiglia, le faccio
io a nome loro, mi
dispiace ancora…-
-
Non so che
farmene delle tue scuse…- Rispose acida Oscar –
Voglio i soldi che spettano a
mio padre e subito!-
-
Allora
tieni…- E tirò fuori dalla tasca alcune monete
– E’ tutto quello che possiedo
in questo momento, passerò domani io stesso alla bottega di
tuo padre e porterò
il resto…se serve questo per farti felice tieni.
Oscar
alla
vista di quel gesto rimase sbalordita, le stava dando dei
soldi…aveva
immaginato una reazione diversa da parte del nobile ragazzo.
-
Io…-
-
Prendi e vai
prima che qualcuno ti veda…-
Così
Oscar
afferrò il piccolo sacchetto contenente le monete, ma prima
di andarsene disse
ad Andrè.
-Io
non
credevo che esistessero alcuni nobili così…tu sei
uno dei pochi…grazie Andrè
giusto?-
-Si...Oscar-
-Comunque
non
passate alla bottega…quello che mi avete dato mi basta,
arrivederci Mousier
Alain…Andrè-
E
così Oscar
si mise a correre, ignara di aver lasciato qualcosa di suo in quella
casa.
-
Ma tu
guarda…Come mai gli hai dato quei soldi?, ti stava per
conficcare una spada in
gola se non fossi intervenuto io!.-
-
Perché da
quello che mi ha detto e dalle lacrime che ho visto sgorgarle dagli
occhi, non
starà certo vivendo un buon periodo e poi…ha
lasciato qui la sua spada…un
motivo in più per passare alla bottega del padre e dare la
cifra di soldi
mancante…-
-Io
credo che
qui qualcuno stia cercando il pretesto per rivederla…-
-Ma
ma ma…Ma
cosa stai blaterando!, io sto cercando solo di essere giusto!, cosa che
mio
padre noto non abbia fatto!-
-
Certo se lo
dici tu…comunque prendiamo la bottiglia d’olio che
ha chiesto la nonna, sennò
verrà a cercarci con il mestolo in mano!-
Così
i due
ragazzi si avviarono verso la cantina, ignari che l’austero
padre aveva
osservato tutta la scena dalla vetrata principale.