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Autore: Andy Grim    02/06/2008    2 recensioni
Mi ero ripromesso di non pubblicare questa storia finché non ne avessi ultimato la pubblicazione su MANGANET... ma leggendo la recensione di Kitthex sulla mia one-shot "Le dimissioni di Asuka Junior" (ispirata a questa stessa serie) è scattato qualcosa che mi ha spinto ad esaudire il suo desiderio di leggere qualcos'altro di mio e dunque rieccomi qui! Può darsi che Kitthex non bramasse affatto di leggere un secondo racconto su Saint Tail e ancora meno una storia come questa! Ho già pubblicato su EFP un lavoro analogo basato su Lamù e non so se abbia incontrato molto successo (ho avuto solo 12 recensioni abbastanza lusinghiere, ma un numero di letture in calando nella sequenza dei capitoli). Per carità, il lettore è giudice e mi rendo anche conto che si tratta di un genere forse troppo originale (ho infatti già deciso di NON pubblicare altre demenzialità di questo tipo)! Chi preferisse qualcosa di più "normale", può entrare nella sezione su Candy Candy e leggersi "Un compagno per Flanny Hamilton". Per ora non vi è altro, ma spero, nel prossimo futuro, di potervi offrire altre opere (le idee non mi mancano, lo sbuzzo un po' di più)! Riguardo alla storia qui presente, si propone di illustrare le lotte interne del co-protagonista di KST nella sua perpetua caccia alla coduta ladruncola di Seika, nonché le continue schermaglie amorose con le rivali in amore di quest'ultima. Ai lettori che fossero contemporaneamente dei fan di Uruseiatsura e di Kaitou Saint Tail potrebbe interessare il confronto diretto fra le equipes organiche di due esemplari umani (Ataru Moroboshi e Alan Daiki Asuka) che più diversi di così non avrebbero potuto essere. Buon divertimento... o almeno me lo auguro!
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 17: Verso il quadrato

Capitolo 17: Verso il quadrato?

 

L

a seguente mattina del martedì, Alan si risvegliò con un discreto mal di testa… tante emozioni in sole 72 ore avevano finito per logorare anche la Metabolica, oltre alla Cerebrale e ovviamente all’Emotiva… il personale di quest’ultima, poi, al solo realizzare che quel mattino il povero piccolo investigatore avrebbe probabilmente dovuto affrontare la presenza dell’alter-ego di Seya (ovvero Lisa), avrebbe volentieri dato le dimissioni (il loro capo in primis)!

Tanto per incominciare bene quella giornata, non appena alzato dal letto, Alan inciampò in una piega del tappeto e si ritrovò capitombolato ai piedi della parete opposta… proprio dove aveva appoggiato il fatidico specchio di Leche, recapitatogli la sera prima da due agenti della centrale! Se Rip Kirby non avesse agito tempestivamente nell’afferrarlo, il piano di James Watson sarebbe andato letteralmente in briciole ancor prima di metterlo in pratica, per non parlare della figuraccia che avrebbe fatto Alan nei confronti di Sayaka e dei proverbiali sette anni di guai!

*Cominciamo proprio bene…!* sospirò stancamente il ragazzo.

 

***

L’ispettore Asuka si offerse di accompagnare il figlio a scuola anche quella mattina, visto che continuava a non vederlo troppo in forma… ma Alan rifiutò, pensando che quattro passi gli avrebbero giovato nel rilassargli i nervi. Fu una pessima idea: il maggior tempo impiegato per raggiungere l’istituto ebbe l’effetto di farlo innervosire ancora di più!

Fra le sue preoccupazioni (non la maggiore, ma nemmeno la minore) vi era l’incertezza del fatto che nessuna compagna di classe avrebbe resistito alla tentazione di spifferare a miss Haneoka la sua presenza alla festa di compleanno della sua seconda “rivale”! Era vero che Kyoko e Ryoko gli avevano promesso di convincere tutte le amiche invitate da Sayaka a tenere la bocca chiusa… ma far tenere la bocca chiusa a una ragazza era molto più difficile che non convincere un gatto a farsi una nuotatina![1]  

Cosa avrebbe pensato Lisa, se lo avesse saputo? Certo, nessuno poteva conoscere gli “sviluppi” che la sua presenza in casa Shinomya aveva comportato (Sayaka non sembrava il tipo da confidarlo per vanteria, almeno così sperava Marlowe) ma il suo intervento a quel simposio senza che la festeggiata lo avesse nemmeno invitato era una faccenda maledettamente compromettente... inoltre, se qualche loro compagna avesse parlato, oltre a Lisa lo avrebbe saputo anche Rina, con conseguenze addirittura peggiori!

Cercando quindi di scacciare qualche spiacevole presentimento, il giovane detective attraversò il cancello della scuola, dopo avere aspirato una buona boccata d’aria. Naturalmente non aveva fatto nemmeno dieci passi, che si sentì subito chiamare…

“Sempai…!!”

Voltatosi all’istante, il ragazzo constatò subito la presenza della giovane Shinomya…

“Ciao, Alan…!” lo salutò lei con una voce allegra che contrastava la sua ben nota timidezza.

“Ah… buongiorno, Sayaka…!”

Ad un cenno del capo-sezione, tutti i componenti della Neuro “asukiana” si allertarono sulla difensiva… ma ciò che successe immediatamente dopo li lasciò completamente spiazzati.

La ragazzina col caschetto, incurante dei presenti all’ingiro, si affiancò al compagno e lo prese senz’altro sottobraccio!

*Merda…!* imprecò mentalmente Phil Marlowe.

“Sai, volevo… volevo ringraziarti per… per essere venuto alla mia festa di compleanno!”

Di sua propria iniziativa, Blackie Wolfe comandò due deglutizioni.

“Non… non è il caso: dopotutto, non era stato nemmeno invitato!”

“Ma è proprio per questo!” ribatté la ragazza, stringendo vieppiù la presa.

“Aridaje…!!” sbottò Marlowe, in perfetto accento romano.[2] Poi si rivolse a un suo assistente: “Presto, Tim: riduci di tre tacche la sensibilità dell’elaboratore emotivo, svelto!”

“Sissignore!” rispose questi, affrettandosi a provvedere. La più che opportuna manovra arrestò il C.R. di Sayaka dopo un aumento di soli pochi punti.

“Ma no, vedi… era solo per chiederti quel favore, che sono venuto!” disse nervosamente Alan, gettando sguardi disperati ai gruppetti di studenti - specialmente di sesso opposto - che iniziavano a osservarli con interesse.

La compagna abbassò lo sguardo, visibilmente delusa: “Ah… capisco!” mormorò.

Lentamente, lasciò il suo braccio… il contemporaneo segnale dei sensori tattili si accompagnò a un sensibile calo registrato dal galvanometro del morale!

“Scusami, Alan… cioè, sempai…” il galvanometro registrò un altro calo “…sono stata proprio una sciocca e una sfacciata… in fondo lo sapevo, di non piacerti!”

Il misuratore del consumo di adrenalina registrò subito una discreta scarica.

“Capo” disse a Marlowe un altro assistente “il signor Wolfe ci avverte che la temperatura interna sta salendo!”

“Oh, cribbio… le guance!!” esclamò il capo della Neuro precipitandosi sul comunicatrore intersezionale “Cardiaca da Neuro: Dick, mi senti? Riduci immediatamente la pressione, presto!!”

Tracy si affrettò ad eseguire, ma era troppo tardi. Inoltre, la momentanea preoccupazione di Marlowe nell’evitare l’imporporamento delle gote di Alan, l’aveva distratto dal controllo dei messaggi vocali. Cosicché il piccolo detective - abbandonato a sé stesso - se ne uscì con una frase che avrebbe fatto decisamente meglio a non pronunciare: “Ehi, un momento: io mica ho detto questo, Sayaka!”

La ragazza, che stava già per andarsene via mogia mogia, si bloccò immediatamente e gli piantò addosso i suoi occhioni scuri: “Allora ti piaccio…?!”

Il detective imprecò mentalmente. Eccolo incastrato!

Che doveva dire? Di no? Troppo crudele! Di sì? Troppo rischioso! Marlowe, maledicendo tutta quella fottuta settimana, non poté che optare per un compromesso salomonico: “Ah… err… ehm… ab… abbastanza…!”

Il sorriso che spuntò sul visetto della Shinomya fu di una dolcezza unica… l’intero Consiglio Organico del detective temette il peggio, ma la ragazza si “limitò” a schioccargli un bacetto sulla guancia ormai paonazza e a correre via, coprendosi le sue, ostentanti un egual colore. Il punto toccato dalle morbide labbra di Sayaka reagiva come se fosse stato punto da uno spillo e Marlowe dovette constatare che, ancora una volta, il misuratore di adrenalina era andato fuori servizio! 

Ma la cosa più grave era che il Coefficiente Relazionale di quell’ingenua (?) fanciulla, aveva raggiunto la paurosa quota di 994!

Ancora 6 punti d’incremento e il triangolo Alan-Lisa/Seya-Rina sarebbe diventato inesorabilmente un quadrato!

 

***

Cercando di guardare solamente fisso davanti a sé, non badando a nessuna voce che sentiva e muovendo un passo cadenzato dopo l’altro, il nostro eroe riuscì finalmente a varcare la porta della sua aula. Qui fissò risolutamente il suo banco e vi si diresse con decisione, mancandogli momentaneamente il coraggio di guardare verso quello di Lisa.

Una volta seduto, Dick Tracy fece eseguire due generose inspirazioni e finalmente Rip Kirby ebbe il beneplacito per ruotare la testa, onde permettere a Gus Chandler di effettuare un’ispezione panoramica dell’aula.

Lisa era seduta al suo posto e stava momentaneamente conversando con la sua amica Sara. La ragazza sembrava del suo solito umore allegro ma, quando l’amica - che guardava dalla sua parte - le accennò di voltarsi per constatare la presenza del detective, il volto di Lisa manifestò un sensibile trasalimento, anche se mascherato quanto più possibile. Poi arrivò anche un sorriso.

“Ciao…!” gli disse lei, timidamente.

Alan aprì le labbra per risponderle, ma dovette limitarsi a un lieve cenno della mano: un groppo alla gola glielo aveva impedito!

“Sono spiacente, Phil” comunicò Tracy, dalla Cardiaca “evidentemente i suoi sorrisi gli fanno ancora effetto!”

“Beh, ne sono lieto, Dick” rispose il capo della Neuro “ma ce la facciamo a rispondere?”

“L’ho appena fatto!” rispose Kirby.

Il sorriso di ritorno del detective fu invero abbastanza tirato, ma Lisa, almeno in apparenza, se ne accontentò.

Fortunatamente, dopo pochi istanti, l’insegnante cominciò la lezione.

 

***

Intervallo… il secondo momento critico della giornata.

Alan si mise a mangiucchiare di mala voglia la sua colazione, sospirando di sollievo per il fatto che Sayaka Shinomya non gli avesse presentato un bento preparato da lei, come invece Philip Marlowe aveva temuto! Ma ciò che non era accaduto oggi, poteva magari accadere domani, tanto è vero che l’interessata, osservandolo mangiare, gli aveva fatto l’occhiolino e roteato l’indice della mano destra, proprio come per dirgli: “Domani te lo porto io…!”

“Porca miseria” imprecò Marlowe “questo che è un bel problemino! Come se non ne avessimo già abbastanza!”

“Cerchi di tenergli i nervi a posto, Phil” gli disse Lew Harper “cerchiamo di fronteggiare una grana alla volta. Ora dobbiamo sondare Haneoka!”

“Lo ritiene proprio necessario, signore?” domandò il capo della Neuro, facendo una smorfia di disappunto.

La Cerebrale dice di sì…” rispose il Coordinatore dell’organismo, passandosi la mano sul mento, come imbarazzato.

L’altro annuì, sarcastico: “Già, capisco…! Andiamo pure, Motoria!” disse infine, dando il segnale a Kirby.

Lentamente, il ragazzo si alzò dalla sedia e cercando - con poco successo - di far finta di niente, si avvicinò al banco di Lisa, che ora stava conversando con Kyoko e con Ryoko.

“Ah… no, accidenti! Torniamo indietro: ci sono anche quelle due!” intervenne Marlowe, allarmato.

“Tanto meglio!” rispose invece James Watson.

“Come sarebbe tanto meglio, disgraziato?!”

“Senti, Phil: se le parliamo a quattrocchi, renderemo la situazione ancora più compromettente… non ti pare?”

Marlowe dovette convenire suo malgrado che stavolta il collega aveva ragione. Lasciò quindi che Alan si avvicinasse, facendo interrompere la conversazione fra le tre.

Haneoka lo fissò intensamente, cercando di rimanere calma quanto più le riusciva.

“Salve, Lisa” disse il ragazzo tenendo le mani in tasca “tutto bene…?”

“Ma certo” rispose lei, tentando di cogliere un eventuale sottinteso a quella domanda “perché me lo chiedi?”

“Beh…” il ragazzo distolse lo sguardo dal suo, dal momento che Tracy aveva avvertito Kirby che c’era un richiamo di sangue verso le guance “…mi chiedevo come stessi, tutto qua. Ieri non c’eri e allora…”

“Oh, grazie… ma non era niente di grave” la ragazza dai capelli castani arrossì leggermente, a sua volta “ero solo… indisposta!”

“Uhm… capisco. Un raffreddore?”

L’arrossamento della fanciulla si accentuò. Abbassò gli occhi: “N… no… sai… la pancia…”

“Ah, un’indigestione?”

Lisa non rispose e Ryoko non ne poté più: “Alan, ma sei tonto?!” e, prima che le amiche potessero fermarla, avvicinò il volto all’orecchio del detective, fornendogli la soluzione del mistero. Stavolta gli sforzi di Tracy e di Marlowe furono vani: il volto del detective diventò di un bel rosso pomodoro!

“Ah… ma certo! Eh, eh… mi rendo conto!” poi guardò la sua ex-antagonista “Scusa… sai, io… per certe cose…”

“In effetti non è una novità!”

“Ryoko, per favore!!” sbottò Lisa, guardando poi Alan con una smorfia che faceva del suo meglio per essere un sorriso “Non fa niente, grazie!”

“Beh, vi lasciamo soli, che è meglio!” disse Kyoko.

“Non occorre” ribatté il ragazzo, cercando di darsi un contegno “ci vediamo, Lisa… riguardati!” e se ne andò.

“Chi lo capisce è bravo, quello lì!” commentò sempre Kyoko.

“Già” ribatté Ryoko “ sai, Lisa? A volte mi domando che cosa ci trovi! D’accordo che è bello, ma ha un tal caratterino…!”

“Ma che dici?!” protestò lei “Parli come se noi due stessimo insieme!”

“Beh, Lisa” intervenne Kyoko “forse non te ne rendi conto… ma in effetti sembra proprio così!”

“Oh, basta!!” sbottò Haneoka, tornando ad arrossire “Siamo solo compagni di classe. Al massimo, buoni amici. Questo è tutto! Capito…?!”

“Va bene, va bene” conciliò Ryoko con un sorrisetto malizioso sulle labbra “non ti arrabbiare!”

In quel momento arrivò Sara e le due amiche, dopo qualche convenevole, si accomiatarono dal gruppo. Allontanandosi, continuarono a parlare fra di loro.

“Certo che è una bella zuccona anche lei, però. Se sapesse…!”

“Stai calma, Ryoko: ricorda che abbiamo promesso di mantenere il segreto!”

“Sì, va bene” rispose la mora “però mi auguro che il signorino sappia quello che fa… perché, se continua a farla soffrire, gliela faremo vedere noi! Sei d’accordo?”

“Aspettiamo ancora un po’, dai… e poi Alan non mi sembra il tipo da mettersi a fare il farfallone!” ribattè la castana.

“Sei sempre la solita ingenuotta: dovresti sapere che i maschietti sono tutti uguali!”

“Ah, sì? E allora, se sono tutti uguali, come mai certuni se li litigano in tante…?”

L’altra non rispose. In effetti, su questa domanda della sua amica “ingenuotta”, la simpatica Ryoko avrebbe avuto molto da riflettere…!

***

“Allora?” chiese A1 al capo della Sensitiva “Come le pare sia andata?”

“Mah… è un po’ difficile dirlo, signore” rispose Chandler “non ho notato turbamenti particolari nel suo sguardo, se non la solita timidezza, sincera o artefatta che sia. Non pareva nemmeno più imbarazzata del solito!”

“E le onde cerebrali?” domandò ancora Harper.

Chandler osservò il grafico che i suoi collaboratori avevano stampato: “Beh, sì: appaiono leggermente agitate… ma, tutto sommato, i valori di picco si mantengono all’interno dei parametri standard!”

“Quindi, secondo te, non sospetta ancora nulla?” chiese Watson, presente al colloquio.

L’altro si voltò verso di lui: “No: le nostre colleghe non sanno che noi sappiamo. Credo di poterlo affermare con sicurezza!” 

“Molto bene!!” esclamò il capo della Cerebrale, sfregandosi le mani “Allora possiamo procedere!”

“Bada però che le mie sono, sempre e soltanto, analisi elettriche… le Neurologiche - quelle femminili in particolare - sono molto abili a controllare le manifestazioni emozionali esterne. Vero, Phil?”

“Proprio così” sospirò Marlowe “lo testimonia il contegno irreprensibile che ha sempre mantenuto la nostra avversaria, mentre indossava i panni di Lisa Haneoka!”

“È vero” ammise Watson “ma stavolta quei panni innocenti non le serviranno a nulla!” esclamò, con aria di sfida.

“Jim” intervenne A1 posandogli una mano sulla spalla “stia attento a non farsi trascinare dai suoi rancori personali: la nostra non dev’essere una spedizione punitiva! Chiaro?” concluse, guardandolo bene in viso.

Il subordinato rimase muto per alcuni istanti, quindi annuì di malavoglia: “Certamente, signore!”

***

Al termine delle lezioni, il buon Alan si chinò un attimo per afferrare la cartella e riporvi gli oggetti che aveva sul banco. Quando rialzò lo sguardo, la prima cosa che vide fu la vita di una ragazza con le mani appoggiate sui fianchi. Dominando il formicolio comparso sulle mani, Rip Kirby continuò ad alzare la testa per consentirgli di guardare il viso della persona comparsagli davanti… finché i trasduttori ottici di Chandler registrarono la presenza di Rina Takamya. Come la vista dei fianchi aveva lasciato supporre, il volto della ragazza non lasciava trasparire nulla di allegro…

“Qualcosa che non va…?” le domandò il detective.

“Direi…!” fu la secca risposta.

Il ragazzo si alzò, cominciando a raccogliere quaderni e penne.

“Sentiamo…!” sospirò.

“Si può sapere che sta succedendo fra te e la Shinomya…?”

Lui la guardò. La sua espressione era ancora impassibile, benché gli occhi le stessero già luccicando. Meditando un istante, Alan convenne che la miglior cosa da fare era affrontare l’argomento di petto: “Beh… credo si sia presa una cotta per il sottoscritto!”

La tattica funzionò: quella risposta lasciò spiazzata Rina, che se ne aspettava una del tipo Non so di cosa tu stia parlando! e la grinta le si rischiarò. Solo un po’, a dire il vero. Di certo stava apprezzando l’onestà del suo compagno.

“Ti scoccia se ti domando quand’è successo?” non riuscì a fare a meno di chiedergli.

Alan rifletté ancora per un momento, quindi scosse la testa: “Non te lo so dire. È una novità anche per me. Credimi, sono sorpreso anch’io!”

Lei sospirò, incrociando le braccia: “Ti voglio credere! Ma dubito assai che sia solo una cotta…!”

“Ah, davvero?”

“Sicuro! La stavo osservando, mentre parlavi a Lisa. Avresti dovuto vedere come vi guardava: era gelosia bella e buona, la sua!”

“Ne sei proprio sicura?” chiese lui, per prendere tempo.

“Alan, non prendermi per scema. Sono una donna anch’io, dopotutto!”

La guardò nuovamente. Forse, in quel momento, la sua parte razionale (che Watson non controllava come avrebbe dovuto) si lasciò scavalcare da quella romantica (che Marlowe faticava a tenere a bada)… fatto stà che sorrise e replicò: “Sì… e anche bella, devo dire!”

Anche il viso di Rina si fece infine di porpora… aprì la bocca per rispondere, ma la richiuse. Il ragazzo tornò a sospirare: “Rina, ascoltami: è un momento difficile per tutti… specialmente per me! Tu lo capisci, vero, come mi sto sentendo?”

La nipote del sindaco annuì silenziosamente, mentre il suo volto assumeva un’espressione molto più tenera: “Sì… lo so, tesoro!”

Nonostante la bionda avesse sussurrato, i sensori acustici di Chandler avevano captato per intero quella frase e non ci volle più di un nanosecondo perché l’elaboratore emotivo della Neuro facesse innalzare il C.R. della Takamya da 1386 a 1500 punti!

“Mannaggia…!!!” imprecò al solito Philip Marlowe “Ma come si fa, dico io, ad essere così ingenui?! Un guadagno di 114 punti solo per un messaggio vezzeggiativo?!”

“Il fatto è, capo” osservò un collaboratore “che nessuna, prima d’ora, lo aveva mai chiamato così!”

“Porca miseria… qui una cosa è sicura: se Haneoka riesce a riacchiapparlo, vuol proprio dire che è una donna eccezionale!”

Augurandosi di non essere arrossito come temeva - speranza vana - il detective rispose alla sua amica: “Allora, per favore, non metterti a fare la gelosa anche tu: non è il momento!”

Detto ciò, aprì la sua cartella per riporvi il materiale scolastico… improvvisamente, uno scoppio seguito da una nuvoletta rosa e da una pioggia di coriandoli e fiorellini, accompagnò la comparsa di un biglietto aderente al risvolto del coperchio della cartella stessa…

 

Al mio caro detective.

 

Stasera, alle ore 10, verrò a prendere il quadro “La Sfinge” nella pinacoteca privata del signor Genzo Katamura!

 

La tua affezionata avversaria Seya”

 

***

“Maledizione” imprecò Lew Harper, l’Organic Coordinator “alla fine è successo ciò che temevo! Quelle di Haneoka ci hanno preceduti e hanno lanciato una nuova sfida, prima che potessimo effettuare il nostro piano!!”

“Stia calmo, signore” intervenne James Watson “forse, a pensarci bene, è molto meglio così!”

“Si può sapere cosa cavolo stai dicendo?!” chiese il capo della Neuro.

“È molto semplice, amico: il mio piano prevedeva di effettuare un abboccamento segreto con Seya, nel corso del quale l’avremmo indotta a riflettersi nello specchio di Leche! Ma la cosa non era per niente facile, da ottenersi: la dinamica per arrivarci mi appariva effettivamente un po’ complicata. Ma ora…”

“Ora, cos’è cambiato?” chiese A1.

“Beh, ora diventa tutto molto più facile! Anzi, sarà uno scherzo far sì che la nostra codina venga a trovarsi esattamente davanti a quel benedetto specchio!”

“E come…?” chiese Marlowe.

“Lo so io, come!”

“Insomma, Watson: le spiacerebbe spiegarlo anche a noi?!”

Lo sguardo piuttosto severo del capo non ammetteva ulteriori repliche. Al gestore delle facoltà mentali di Asuka Jr. non rimase altro che abbozzare: “Beh, se insistete, ve lo dirò… ma non volevo rovinarvi la sorpresa!”

“La sorpresa la devi fare a Seya, non a noi!” ribatté il capo della Neuro.

“E va bene, va bene” brontolò il capo della Cerebrale “statemi a sentire…”

 



[1] Opinione personalmente espressa da Philip Marlowe e non necessariamente condivisa dall’autore!

[2] Probabilmente si era laureato in psicologia alla Sapienza di Roma.

  
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