Capitolo 17: Verso il quadrato?
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a
seguente mattina del martedì, Alan si risvegliò con un discreto mal di testa…
tante emozioni in sole 72 ore avevano finito per logorare anche
Tanto
per incominciare bene quella giornata, non appena alzato dal letto, Alan inciampò
in una piega del tappeto e si ritrovò capitombolato ai piedi della parete
opposta… proprio dove aveva appoggiato il fatidico specchio di Leche,
recapitatogli la sera prima da due agenti della centrale! Se Rip Kirby non
avesse agito tempestivamente nell’afferrarlo, il piano di James Watson sarebbe
andato letteralmente in briciole ancor prima di metterlo in pratica, per non
parlare della figuraccia che avrebbe fatto Alan nei confronti di Sayaka e dei
proverbiali sette anni di guai!
*Cominciamo
proprio bene…!* sospirò stancamente il ragazzo.
***
L’ispettore
Asuka si offerse di accompagnare il figlio a scuola anche quella mattina, visto
che continuava a non vederlo troppo in forma… ma Alan rifiutò, pensando che
quattro passi gli avrebbero giovato nel rilassargli i nervi. Fu una pessima
idea: il maggior tempo impiegato per raggiungere l’istituto ebbe l’effetto di
farlo innervosire ancora di più!
Fra
le sue preoccupazioni (non la maggiore, ma nemmeno la minore) vi era
l’incertezza del fatto che nessuna compagna di classe avrebbe resistito alla
tentazione di spifferare a miss Haneoka la sua presenza alla festa di
compleanno della sua seconda “rivale”! Era vero che Kyoko e Ryoko gli avevano
promesso di convincere tutte le amiche invitate da Sayaka a tenere la bocca
chiusa… ma far tenere la bocca chiusa a una ragazza era molto più difficile che
non convincere un gatto a farsi una nuotatina![1]
Cosa
avrebbe pensato Lisa, se lo avesse saputo? Certo, nessuno poteva conoscere gli
“sviluppi” che la sua presenza in casa Shinomya aveva comportato (Sayaka non
sembrava il tipo da confidarlo per vanteria, almeno così sperava Marlowe) ma il
suo intervento a quel simposio senza che la festeggiata lo avesse nemmeno
invitato era una faccenda maledettamente compromettente... inoltre, se qualche loro
compagna avesse parlato, oltre a Lisa lo avrebbe saputo anche Rina, con
conseguenze addirittura peggiori!
Cercando
quindi di scacciare qualche spiacevole presentimento, il giovane detective
attraversò il cancello della scuola, dopo avere aspirato una buona boccata
d’aria. Naturalmente non aveva fatto nemmeno dieci passi, che si sentì subito
chiamare…
“Sempai…!!”
Voltatosi
all’istante, il ragazzo constatò subito la presenza della giovane Shinomya…
“Ciao,
Alan…!” lo salutò lei con una voce allegra che contrastava la sua ben nota
timidezza.
“Ah…
buongiorno, Sayaka…!”
Ad
un cenno del capo-sezione, tutti i componenti della Neuro “asukiana” si allertarono
sulla difensiva… ma ciò che successe immediatamente dopo li lasciò
completamente spiazzati.
La
ragazzina col caschetto, incurante dei presenti all’ingiro, si affiancò al
compagno e lo prese senz’altro sottobraccio!
*Merda…!*
imprecò mentalmente Phil Marlowe.
“Sai,
volevo… volevo ringraziarti per… per essere venuto alla mia festa di
compleanno!”
Di
sua propria iniziativa, Blackie Wolfe comandò due deglutizioni.
“Non…
non è il caso: dopotutto, non era stato nemmeno invitato!”
“Ma
è proprio per questo!” ribatté la ragazza, stringendo vieppiù la presa.
“Aridaje…!!”
sbottò Marlowe, in perfetto accento romano.[2] Poi
si rivolse a un suo assistente: “Presto, Tim: riduci di tre tacche la
sensibilità dell’elaboratore emotivo, svelto!”
“Sissignore!”
rispose questi, affrettandosi a provvedere. La più che opportuna manovra
arrestò il C.R. di Sayaka dopo un aumento di soli pochi punti.
“Ma
no, vedi… era solo per chiederti quel favore, che sono venuto!” disse
nervosamente Alan, gettando sguardi disperati ai gruppetti di studenti - specialmente
di sesso opposto - che iniziavano a osservarli con interesse.
La
compagna abbassò lo sguardo, visibilmente delusa: “Ah… capisco!” mormorò.
Lentamente,
lasciò il suo braccio… il contemporaneo segnale dei sensori tattili si
accompagnò a un sensibile calo registrato dal galvanometro del morale!
“Scusami,
Alan… cioè, sempai…” il galvanometro registrò un altro calo “…sono stata
proprio una sciocca e una sfacciata… in fondo lo sapevo, di non piacerti!”
Il
misuratore del consumo di adrenalina registrò subito una discreta scarica.
“Capo”
disse a Marlowe un altro assistente “il signor Wolfe ci avverte che la
temperatura interna sta salendo!”
“Oh,
cribbio… le guance!!” esclamò il capo della Neuro precipitandosi sul
comunicatrore intersezionale “Cardiaca da Neuro: Dick, mi senti? Riduci
immediatamente la pressione, presto!!”
Tracy
si affrettò ad eseguire, ma era troppo tardi. Inoltre, la momentanea
preoccupazione di Marlowe nell’evitare l’imporporamento delle gote di Alan,
l’aveva distratto dal controllo dei messaggi vocali. Cosicché il piccolo
detective - abbandonato a sé stesso - se ne uscì con una frase che avrebbe
fatto decisamente meglio a non pronunciare: “Ehi, un momento: io mica ho detto
questo, Sayaka!”
La
ragazza, che stava già per andarsene via mogia mogia, si bloccò immediatamente
e gli piantò addosso i suoi occhioni scuri: “Allora ti piaccio…?!”
Il
detective imprecò mentalmente. Eccolo incastrato!
Che
doveva dire? Di no? Troppo crudele! Di sì? Troppo rischioso! Marlowe,
maledicendo tutta quella fottuta settimana, non poté che optare per un
compromesso salomonico: “Ah… err… ehm… ab… abbastanza…!”
Il
sorriso che spuntò sul visetto della Shinomya fu di una dolcezza unica…
l’intero Consiglio Organico del detective temette il peggio, ma la ragazza si
“limitò” a schioccargli un bacetto sulla guancia ormai paonazza e a correre
via, coprendosi le sue, ostentanti un egual colore. Il punto toccato dalle
morbide labbra di Sayaka reagiva come se fosse stato punto da uno spillo e
Marlowe dovette constatare che, ancora una volta, il misuratore di adrenalina
era andato fuori servizio!
Ma
la cosa più grave era che il Coefficiente Relazionale di quell’ingenua (?)
fanciulla, aveva raggiunto la paurosa quota di 994!
Ancora
6 punti d’incremento e il triangolo Alan-Lisa/Seya-Rina sarebbe diventato inesorabilmente
un quadrato!
Cercando
di guardare solamente fisso davanti a sé, non badando a nessuna voce che
sentiva e muovendo un passo cadenzato dopo l’altro, il nostro eroe riuscì
finalmente a varcare la porta della sua aula. Qui fissò risolutamente il suo
banco e vi si diresse con decisione, mancandogli momentaneamente il coraggio di
guardare verso quello di Lisa.
Una
volta seduto, Dick Tracy fece eseguire due generose inspirazioni e finalmente
Rip Kirby ebbe il beneplacito per ruotare la testa, onde permettere a Gus
Chandler di effettuare un’ispezione panoramica dell’aula.
Lisa
era seduta al suo posto e stava momentaneamente conversando con la sua amica Sara.
La ragazza sembrava del suo solito umore allegro ma, quando l’amica - che
guardava dalla sua parte - le accennò di voltarsi per constatare la presenza
del detective, il volto di Lisa manifestò un sensibile trasalimento, anche se
mascherato quanto più possibile. Poi arrivò anche un sorriso.
“Ciao…!”
gli disse lei, timidamente.
Alan
aprì le labbra per risponderle, ma dovette limitarsi a un lieve cenno della
mano: un groppo alla gola glielo aveva impedito!
“Sono
spiacente, Phil” comunicò Tracy, dalla Cardiaca “evidentemente i suoi sorrisi
gli fanno ancora effetto!”
“Beh,
ne sono lieto, Dick” rispose il capo della Neuro “ma ce la facciamo a
rispondere?”
“L’ho
appena fatto!” rispose Kirby.
Il
sorriso di ritorno del detective fu invero abbastanza tirato, ma Lisa, almeno
in apparenza, se ne accontentò.
Fortunatamente,
dopo pochi istanti, l’insegnante cominciò la lezione.
***
Intervallo…
il secondo momento critico della giornata.
Alan
si mise a mangiucchiare di mala voglia la sua colazione, sospirando di sollievo
per il fatto che Sayaka Shinomya non gli avesse presentato un bento preparato da
lei, come invece Philip Marlowe aveva temuto! Ma ciò che non era accaduto oggi,
poteva magari accadere domani, tanto è vero che l’interessata, osservandolo
mangiare, gli aveva fatto l’occhiolino e roteato l’indice della mano destra,
proprio come per dirgli: “Domani te lo porto io…!”
“Porca
miseria” imprecò Marlowe “questo sì che
è un bel problemino! Come se non ne avessimo già abbastanza!”
“Cerchi
di tenergli i nervi a posto, Phil” gli disse Lew Harper “cerchiamo di fronteggiare
una grana alla volta. Ora dobbiamo sondare Haneoka!”
“Lo
ritiene proprio necessario, signore?” domandò il capo della Neuro, facendo una
smorfia di disappunto.
“
L’altro
annuì, sarcastico: “Già, capisco…! Andiamo pure, Motoria!” disse infine, dando
il segnale a Kirby.
Lentamente,
il ragazzo si alzò dalla sedia e cercando - con poco successo - di far finta di
niente, si avvicinò al banco di Lisa, che ora stava conversando con Kyoko e con
Ryoko.
“Ah…
no, accidenti! Torniamo indietro: ci sono anche quelle due!” intervenne Marlowe,
allarmato.
“Tanto
meglio!” rispose invece James Watson.
“Come
sarebbe tanto meglio, disgraziato?!”
“Senti,
Phil: se le parliamo a quattrocchi, renderemo la situazione ancora più
compromettente… non ti pare?”
Marlowe
dovette convenire suo malgrado che stavolta il collega aveva ragione. Lasciò
quindi che Alan si avvicinasse, facendo interrompere la conversazione fra le
tre.
Haneoka
lo fissò intensamente, cercando di rimanere calma quanto più le riusciva.
“Salve,
Lisa” disse il ragazzo tenendo le mani in tasca “tutto bene…?”
“Ma
certo” rispose lei, tentando di cogliere un eventuale sottinteso a quella
domanda “perché me lo chiedi?”
“Beh…”
il ragazzo distolse lo sguardo dal suo, dal momento che Tracy aveva avvertito
Kirby che c’era un richiamo di sangue verso le guance “…mi chiedevo come
stessi, tutto qua. Ieri non c’eri e allora…”
“Oh,
grazie… ma non era niente di grave” la ragazza dai capelli castani arrossì
leggermente, a sua volta “ero solo… indisposta!”
“Uhm…
capisco. Un raffreddore?”
L’arrossamento
della fanciulla si accentuò. Abbassò gli occhi: “N… no… sai… la pancia…”
“Ah,
un’indigestione?”
Lisa
non rispose e Ryoko non ne poté più: “Alan, ma
sei tonto?!” e, prima che le amiche potessero fermarla, avvicinò il volto
all’orecchio del detective, fornendogli la soluzione del mistero. Stavolta gli
sforzi di Tracy e di Marlowe furono vani: il volto del detective diventò di un
bel rosso pomodoro!
“Ah…
ma certo! Eh, eh… mi rendo conto!” poi guardò la sua ex-antagonista “Scusa…
sai, io… per certe cose…”
“In
effetti non è una novità!”
“Ryoko,
per favore!!” sbottò Lisa, guardando poi Alan con una smorfia che faceva del
suo meglio per essere un sorriso “Non fa niente, grazie!”
“Beh,
vi lasciamo soli, che è meglio!” disse Kyoko.
“Non
occorre” ribatté il ragazzo, cercando di darsi un contegno “ci vediamo, Lisa…
riguardati!” e se ne andò.
“Chi
lo capisce è bravo, quello lì!” commentò sempre Kyoko.
“Già”
ribatté Ryoko “ sai, Lisa? A volte mi domando che cosa ci trovi! D’accordo che
è bello, ma ha un tal caratterino…!”
“Ma
che dici?!” protestò lei “Parli come se noi due stessimo insieme!”
“Beh,
Lisa” intervenne Kyoko “forse non te ne rendi conto… ma in effetti sembra
proprio così!”
“Oh,
basta!!” sbottò Haneoka, tornando ad arrossire “Siamo solo compagni di classe. Al
massimo, buoni amici. Questo è tutto! Capito…?!”
“Va
bene, va bene” conciliò Ryoko con un sorrisetto malizioso sulle labbra “non ti
arrabbiare!”
In
quel momento arrivò Sara e le due amiche, dopo qualche convenevole, si
accomiatarono dal gruppo. Allontanandosi, continuarono a parlare fra di loro.
“Certo
che è una bella zuccona anche lei, però. Se sapesse…!”
“Stai
calma, Ryoko: ricorda che abbiamo promesso di mantenere il segreto!”
“Sì,
va bene” rispose la mora “però mi auguro che il signorino sappia quello che fa…
perché, se continua a farla soffrire, gliela faremo vedere noi! Sei d’accordo?”
“Aspettiamo
ancora un po’, dai… e poi Alan non mi sembra il tipo da mettersi a fare il
farfallone!” ribattè la castana.
“Sei
sempre la solita ingenuotta: dovresti sapere che i maschietti sono tutti
uguali!”
“Ah,
sì? E allora, se sono tutti uguali, come mai certuni se li litigano in tante…?”
L’altra
non rispose. In effetti, su questa domanda della sua amica “ingenuotta”, la
simpatica Ryoko avrebbe avuto molto da riflettere…!
“Allora?”
chiese A1 al capo della Sensitiva “Come le pare sia andata?”
“Mah…
è un po’ difficile dirlo, signore” rispose Chandler “non ho notato turbamenti
particolari nel suo sguardo, se non la solita timidezza, sincera o artefatta
che sia. Non pareva nemmeno più imbarazzata del solito!”
“E
le onde cerebrali?” domandò ancora Harper.
Chandler
osservò il grafico che i suoi collaboratori avevano stampato: “Beh, sì:
appaiono leggermente agitate… ma, tutto sommato, i valori di picco si
mantengono all’interno dei parametri standard!”
“Quindi,
secondo te, non sospetta ancora nulla?” chiese Watson, presente al colloquio.
L’altro
si voltò verso di lui: “No: le nostre colleghe non sanno che noi sappiamo. Credo di poterlo affermare
con sicurezza!”
“Molto
bene!!” esclamò il capo della Cerebrale, sfregandosi le mani “Allora possiamo
procedere!”
“Bada
però che le mie sono, sempre e soltanto, analisi elettriche… le Neurologiche -
quelle femminili in particolare - sono molto abili a controllare le
manifestazioni emozionali esterne. Vero, Phil?”
“Proprio
così” sospirò Marlowe “lo testimonia il contegno irreprensibile che ha sempre
mantenuto la nostra avversaria, mentre indossava i panni di Lisa Haneoka!”
“È
vero” ammise Watson “ma stavolta quei panni innocenti non le serviranno a nulla!”
esclamò, con aria di sfida.
“Jim”
intervenne A1 posandogli una mano sulla spalla “stia attento a non farsi
trascinare dai suoi rancori personali: la nostra non dev’essere una spedizione
punitiva! Chiaro?” concluse, guardandolo bene in viso.
Il
subordinato rimase muto per alcuni istanti, quindi annuì di malavoglia: “Certamente,
signore!”
***
Al
termine delle lezioni, il buon Alan si chinò un attimo per afferrare la
cartella e riporvi gli oggetti che aveva sul banco. Quando rialzò lo sguardo,
la prima cosa che vide fu la vita di una ragazza con le mani appoggiate sui
fianchi. Dominando il formicolio comparso sulle mani, Rip Kirby continuò ad
alzare la testa per consentirgli di guardare il viso della persona comparsagli
davanti… finché i trasduttori ottici di Chandler registrarono la presenza di
Rina Takamya. Come la vista dei fianchi aveva lasciato supporre, il volto della
ragazza non lasciava trasparire nulla di allegro…
“Qualcosa
che non va…?” le domandò il detective.
“Direi…!”
fu la secca risposta.
Il
ragazzo si alzò, cominciando a raccogliere quaderni e penne.
“Sentiamo…!”
sospirò.
“Si
può sapere che sta succedendo fra te e
Lui
la guardò. La sua espressione era ancora impassibile, benché gli occhi le
stessero già luccicando. Meditando un istante, Alan convenne che la miglior
cosa da fare era affrontare l’argomento di petto: “Beh… credo si sia presa una
cotta per il sottoscritto!”
La
tattica funzionò: quella risposta lasciò spiazzata Rina, che se ne aspettava
una del tipo Non so di cosa tu stia
parlando! e la grinta le si rischiarò. Solo un po’, a dire il vero. Di
certo stava apprezzando l’onestà del suo compagno.
“Ti
scoccia se ti domando quand’è successo?” non riuscì a fare a meno di
chiedergli.
Alan
rifletté ancora per un momento, quindi scosse la testa: “Non te lo so dire. È
una novità anche per me. Credimi, sono sorpreso anch’io!”
Lei
sospirò, incrociando le braccia: “Ti voglio credere! Ma dubito assai che sia
solo una cotta…!”
“Ah,
davvero?”
“Sicuro!
La stavo osservando, mentre parlavi a Lisa. Avresti dovuto vedere come vi
guardava: era gelosia bella e buona, la sua!”
“Ne
sei proprio sicura?” chiese lui, per prendere tempo.
“Alan,
non prendermi per scema. Sono una donna anch’io, dopotutto!”
La
guardò nuovamente. Forse, in quel momento, la sua parte razionale (che Watson
non controllava come avrebbe dovuto) si lasciò scavalcare da quella romantica
(che Marlowe faticava a tenere a bada)… fatto stà che sorrise e replicò: “Sì… e
anche bella, devo dire!”
Anche
il viso di Rina si fece infine di porpora… aprì la bocca per rispondere, ma la
richiuse. Il ragazzo tornò a sospirare: “Rina, ascoltami: è un momento
difficile per tutti… specialmente per me! Tu lo capisci, vero, come mi sto
sentendo?”
La
nipote del sindaco annuì silenziosamente, mentre il suo volto assumeva un’espressione
molto più tenera: “Sì… lo so, tesoro!”
Nonostante
la bionda avesse sussurrato, i sensori acustici di Chandler avevano captato per
intero quella frase e non ci volle più di un nanosecondo perché l’elaboratore
emotivo della Neuro facesse innalzare il C.R. della Takamya da
“Mannaggia…!!!”
imprecò al solito Philip Marlowe “Ma come si fa, dico io, ad essere così
ingenui?! Un guadagno di 114 punti solo per un messaggio vezzeggiativo?!”
“Il
fatto è, capo” osservò un collaboratore “che nessuna, prima d’ora, lo aveva mai
chiamato così!”
“Porca
miseria… qui una cosa è sicura: se Haneoka riesce a riacchiapparlo, vuol proprio
dire che è una donna eccezionale!”
Augurandosi
di non essere arrossito come temeva - speranza vana - il detective rispose alla
sua amica: “Allora, per favore, non metterti a fare la gelosa anche tu: non è
il momento!”
Detto
ciò, aprì la sua cartella per riporvi il materiale scolastico… improvvisamente,
uno scoppio seguito da una nuvoletta rosa e da una pioggia di coriandoli e
fiorellini, accompagnò la comparsa di un biglietto aderente al risvolto del
coperchio della cartella stessa…
“Al mio caro detective.
Stasera, alle ore 10,
verrò a prendere il quadro “
La tua
affezionata avversaria Seya”
***
“Maledizione”
imprecò Lew Harper, l’Organic Coordinator
“alla fine è successo ciò che temevo! Quelle di Haneoka ci hanno preceduti
e hanno lanciato una nuova sfida, prima che potessimo effettuare il nostro
piano!!”
“Stia
calmo, signore” intervenne James Watson “forse, a pensarci bene, è molto meglio
così!”
“Si
può sapere cosa cavolo stai dicendo?!” chiese il capo della Neuro.
“È
molto semplice, amico: il mio piano prevedeva di effettuare un abboccamento
segreto con Seya, nel corso del quale l’avremmo indotta a riflettersi nello
specchio di Leche! Ma la cosa non era per niente facile, da ottenersi: la
dinamica per arrivarci mi appariva effettivamente un po’ complicata. Ma ora…”
“Ora,
cos’è cambiato?” chiese A1.
“Beh,
ora diventa tutto molto più facile! Anzi, sarà uno scherzo far sì che la nostra
codina venga a trovarsi esattamente davanti a quel benedetto specchio!”
“E
come…?” chiese Marlowe.
“Lo
so io, come!”
“Insomma,
Watson: le spiacerebbe spiegarlo anche a noi?!”
Lo
sguardo piuttosto severo del capo non ammetteva ulteriori repliche. Al gestore
delle facoltà mentali di Asuka Jr. non rimase altro che abbozzare: “Beh, se
insistete, ve lo dirò… ma non volevo rovinarvi la sorpresa!”
“La
sorpresa la devi fare a Seya, non a noi!” ribatté il capo della Neuro.
“E
va bene, va bene” brontolò il capo della Cerebrale “statemi a sentire…”