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Autore: selegon_93    15/01/2014    1 recensioni
Questa sera... la terra di Helden conoscerà la fine.
Questa sera... il destino sarà innegabile. Le fronde cadranno, le città bruceranno, le nuvole si squarceranno, e l'oscura ombra inghiottirà... ogni cosa.
Questa sera... tutto ciò che voi patetici esseri conoscete, svanirà nel silenzio del nulla. Non esiste la speranza. Non esiste l'amore. Non ci sarà il lietofine. Non tornerai a casa felice e contento con i tuoi cari. Le favole sono finite.
Questa sera... l'unica cosa assoluta, sarò io.
Genere: Azione, Fantasy, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L'aeronave di Kras'nos stava scendendo gradualmente di quota.
Selegon guardava fuori dal vetro della cabina, notando le fronde degli alberi che si innalzavano davanti a lui, segno del termine della discesa. I grandi dischi repulsori lentamente persero energia, finchè lo scafo della nave non poggiò delicatamente il suolo, sorretto da dei piedi ammortizzanti.
Il tremore all'interno cessò, e il grande motore si spense. Kras'nos si girò: -Dunque, io e due addetti ai motori andremo all'esterno per riparare il danno. Suppongo che venti minuti siano più che sufficienti. Nel frattempo, vi consiglio di non allontanarvi troppo, Bianco.- detto questo, si alzò e uscendo dalla stanza si diresse verso il settore energetico della nave. Selegon, impensierito, stette fermo qualche istante, poi anch'egli si girò e uscì dalla cabina.
Lily, seduta sul divano della sala principale, vedendo il ragazzo si alzò velocemente, seguendolo.
-Dove vai?- chiese.
-Qualcosa non mi quadra. Vado a cercare qualche indizio.-
-Ma Kras'nos ha detto...-
-Me ne infischio. Ho già abbastanza puzza sotto il naso.- e continuò imperterrito a camminare, uscendo dal portello. Sbuffando, Lily lo seguì a malavoglia.
I due scesero dall'aeronave, ritrovandosi in un a radura erbosa, all'interno di un verde e silenzioso bosco.
Lily si stiracchiò con un gridolino soddisfatto, mentre camminava lentamente sul manto erboso: -aah! Che stanchezza, sono tutta anchilosata!-
-Silenzio.- la rimproverò Selegon. -c'è qualcuno qui. O qualcosa.- continuò, guardandosi intorno con sospetto. Dal fogliame, qualcuno osservava silenziosamente i due. Selegon avanzò verso i cespugli a passo felpato, notando una presenza nel sottobosco. Dall' ombra, una sagoma nera si alzò, accortasi di essere stata individuata, e con uno scatto fuggì tra gli alberi. Senza indugiare, il ragazzo le corse dietro, entrando nel bosco a gran velocità con la mano pronta a estrarre la spada. Svoltò dietro un cespuglio, accelerando gradualmente; davanti a lui, l'altro continuava imperterrito a scappare con un andatura quasi goffa, segno che si stava ormai stancando. 
-Sei mio!- disse a bassa voce Selegon, girando dietro un albero con la lama sguainata, e con un ultimo scatto, saltò addosso al fuggitivo, inchiodandolo a terra. Lì poté notare le sue fattezze: un uomo dai corti capelli neri con non più di trent'anni, il quale indossava una lunga veste di pelle animale qualitativamente scarsa, moltissime collane e braccialetti, e un' enorme zaino sulla schiena. 
-Ti prego! Ti prego! Non farmi del male!- disse agitatamente l'uomo scuotendo la testa e chiudendo i suoi pallidi occhi arancioni, accentuati da due.vistose occhiaie e da nere sopracciglia arruffate. 
Selegon ringhiò: -perché ci stavi guardando?? Chi sei??- e gli premette la gola a terra usando l'avambraccio. 
-Io non ho fatto nulla! Avevo sentito un rumore strano e sono andato a guardare! Ti prego, io sono solo un viaggiatore!- continuò l'altro, tentando buffamente di divincolarsi. 
Lily intanto era sbucata dagli alberi, correndo affannata, e notò i due. 
-Che diavolo succede?-
-Succede che sto per tagliare la gola a un bugiardo!-
L'uomo costretto a terra ebbe un sussulto: -No no no!! Non sto mentendo, lo giuro!-
-Calmatevi!- insistette Lily. -Innanzitutto Selegon, non strangolarlo in quel modo! Siamo persone civili!-
-Hai ragione- sibilò il ragazzo. -non si parla con i topi di fogna.- 
-Non farlo!-
Selegon alzò la spada, e con uno scatto la infilzò per terra, a pochi centimetri dal viso dell'uomo. Egli guardò terrorizzato la lama opaca, tremando di paura. 
Lily sospirò: -Allora, adesso che abbiamo smesso di litigare, puoi dirci chi sei, e perché ci guardavi?- disse poi rivolta al viaggiatore. 
-Mi... mi chiamo Orion... stavo viaggiando verso est per andare ai villaggi montani di Elmutt e vendere come di consueto i miei articoli! S... sono un mercante...- rispose egli balbettando. Selegon sbuffò e si alzò seccatamente, dirigendosi poi verso la nave. 
-Ma non chiedi nemmeno scusa per il tuo comportamento?- disse Lily, severa. 
-Si, mamma.- rispose il ragazzo sarcasticamente. Dopodiché, tornò all'aeronave senza voltarsi. -Muoviti e vieni, Kras'nos avrà già finito le riparazioni.-
Lily alzò le spalle rassegnata e si avvicinò a Orion, porgendogli la mano. 
-Scusalo, ha sempre dei modi poco fini...-
-Non preoccuparti- rispose lui alzandosi -va tutto bene!- continuò mentre controllava l'interno dello zaino. Improvvisamente sobbalzò: -Aaah! Il mio vaso antico!- sbraitò a gran voce, estraendo dei cocci da un tascone. -Valeva più di duemila jowl!- imprecò infine in lacrime, compatendo l'ormai distrutto vaso.
Lily lo guardò rattristata, poi si mise a riflettere qualche secondo, e si avvicinò a Orion. -Ehi, senti un pò...-
Intanto, nella radura, Kras'nos e gli ingegneri avevano quasi terminato le riparazioni. Selegon, di fianco a loro, ogni tanto guardava il loro lavoro, stando zitto. Ormai era tornato alla nave da parecchio tempo, ma Lily non si era fatta ancora vedere. Girò lo sguardo verso il bosco, e poi tornò ai suoi pensieri.
Dopo circa cinque minuti, gli ingegneri terminarono le riparazioni, e si accinsero a rientrare, seguiti da Kras'nos. Egli però non era tranquillo. Mentre camminava pensò tra sé: "Tutto questo é davvero strano... uno sfregio del telaio rinforzato può attribuirsi a una viverna... ma la fiancata é stata incrinata profondamente fino alle tubature di trasmissione... cosa può essere stato?". Ma il pensiero non lo trattenne molto, ed egli si diresse verso il portello di entrata dell'aeronave, seguito da Selegon. Quest'ultimo, facendo ingresso nella sala principale, si trovò Lily davanti, già seduta sul divano. Aveva l'aria un pò affannata. 
-Che ti prende?- chiese Selegon. 
-Uh? Io? Nulla!- bofonchiò lei, sorridendo.
-Bah.- sbuffò il ragazzo guardando altrove. 
Ulog intervenne: -Signori, tra un minuto inizieremo il decollo. Potete pure accomodarvi. Desiderate qualcosa?- 
-No, sto bene così.-
-Uh! Anche io!-
Ulog guardò con curiosità Lily, stranito dal suo comportamento bizzarro. -Mhm, va bene. Ad ogni modo sono a vostra disposizione per ogni cosa!- disse, per poi girarsi e tornare alla cabina di pilotaggio. Pochi minuti dopo, i motori vennero accesi, e l'aeronave si alzò lentamente in cielo, pronta ad affrontare il tratto sul mare. 
All'interno della sala, Lily si guardava tranquilla intorno, mentre Selegon grattandosi la nuca, si sedette anch'egli sul divano, per riposarsi. Avvertì però un pò di scomodità, quindi si spostò più a destra; a tale movimento, tuttavia, il cuscino si mosse, emettendo uno sbuffo. Lily continuò a ignorare la scena, guardando in avanti.
-Che diavolo...- disse Selegon.
-Eh? Come scusa?-
-Il divano... ha ansimato.-
-Cosa? Sarà la tua immaginazione!-
-Lily.-
-Che? Dimmi!-
-Alzati.-
-Che succede?- continuò lei. 
-Ho detto di alzarti. Adesso.-
La ragazza, con uno sguardo da cane bastonato si alzò, e Selegon rimosse i cuscini dal divano. Al di sotto di essi rinvenne Orion, che stava respirando a fatica; egli si mise velocemente seduto, spaventato dal ragazzo.
-Non é stata un'idea mia! Non é stata un idea mia! Non uccidermi!-
Selegon si girò severamente verso Lily, la quale passò alle difensive: -Beh? Che male c'è? Gli sei saltato addosso e hai distrutto molti oggetti preziosi che si portava appresso! Non pensi che dovremmo ripagarlo in qualche modo?-
-Dannazione, come ti é venuto in mente di portarlo qua?! Sono in missione ufficiale, noi siamo gli unici che ne sono a conoscenza, e tu ci porti clandestini a bordo come fossero animali da compagnia?- urlò Selegon.
-E dai, quanto la fai lunga! É stata per colpa tua che ora il suo lavoro é andato a rotoli! E nessuno ha detto che si intrometterà nella tua famigerata missione!-
Percependo il baccano della discussione, Ulog intervenne nella sala. -Che succede?-
Lily lo vide, e dopo un istante di pensiero, disse prontamente: -Si sta lamentando perché ho portato... mio cugino a bordo!-
-Vostro cugino?-
-Esatto! L'ho incontrato mentre eravamo fermi- continuò lei -e dato che ha avuto dei gravi problemi finanziari con un idiota, non potevo lasciarlo da solo! E Selegon ora vuole cacciarlo via a calci!- concluse infine, abbracciando l'incredulo Orion. Pur non avendo capito assolutamente nulla della conversazione, egli la lasciò fare, stando al gioco. 
-Mhm.- rimuginò Ulog -Beh, non c'è bisogno di essere sgarbati. Vostro cugino potrà seguirvi, ma ovviamente non dovrà essere d'intralcio al Bianco, né interessarsi alla missione.-
Orion scosse leggermente la testa, e poi annuì convintamente: -Certamente!-
-Molto bene allora! Spero gradiate i nostri alloggi. Vi lascio tranquilli.- detto questo, se ne andò.
Selegon guardò aspramente Lily. -Che diavolo fai?-
-Aiuto qualcuno, a differenza di te!- 
-Grr, fa come vuoi! Ma io non ne voglio sapere nulla. Che non mi metta i bastoni tra le ruote.-
-Si, si...- rispose la ragazza, e prendendo la mano di Orion, lo accompagnò al tavolo centrale. -Dai siediti!-
-Ehm, ok- disse timidamente il giovane, e si accomodò.
-Allora! Quindi sei un mercante?- continuò lei curiosa. 
-Beh, si!-
-Quindi hai viaggiato molto in lungo e in largo vero?-
-Mh, si, ho visitato moltissimi luoghi dell'ovest, e viaggio sempre tanto per paesi e città!-
-Che bello... immagino quante storie hai sentito!-
-Ah si, ne ho sentite moltissime!- rispose Orion ridendo.
Selegon sbuffò annoiato da quei discorsi, mentre seduto dall'altro lato della stanza, lucidava la lama della sua spada.
-Insomma, sei proprio deprimente!- sbraitò Lily.
Il mercante guardò pensieroso la lama opaca che scintillava alla luce, poi chiese: -Voi esattamente cosa fate? Ho visto lo stemma sui vestiti di quegli uomini... se non sbaglio Io e Gre'kahal non sono in ottimi rapporti...-
-Eh? Che c'entra l'impero?- chiese la ragazza. Selegon invece non disse nulla.
-Come? Non siete degli imperiali?-
-No che non lo siamo! Perché lo chiedi?-
-Perchè guardando bene quella spada, ho notato che è la stessa del generale d'impero Kir Lamium'al, l'eroe della leggendaria guerra dell'Oblivion! Non era mica un arma ereditaria?-
Lily sbarrò lo sguardo: -Come?! Generale? Oblivion? Che significa?!-
Selegon non parlò, e continuò tranquillamente a lucidare la lama.
 

 

 

                                                             *

 

 

 

Archey'ss.
Due pallidi occhi giallastri osservavano silenziosamente il cielo, attraverso la grande vetrata arrotondata della sala del trono. La luce del tramonto si insinuava nella stanza, illuminando le candide piastrelle del pavimento.
Da un piccolo apparecchio sul trono, provenne un bip. L'imperatore rimase immobile, e con un movimento del dito, attivò la comunicazione. Dall'altoparlante provennero delle parole:
-Mio signore?-
-Parla.- rispose egli, mentre rimaneva in piedi a fissare l'orizzonte.
-Abbiamo i nuovi rapporti dei servizi segreti.-
-Bene, più tardi me ne occuperò, a meno che non siano urgenti.-
-No mio signore.-
-Capisco. Abbiamo invece qualche notizia da Octal'em?-
-No mio signore. Tutto tace a riguardo. Sembra che sia successo qualcosa.-
I candidi occhi dell'imperatore si socchiusero, scrutando in lontananza.
Il sole continuava lentamente la sua discesa sul lontano orizzonte, calando sulla remota foresta degli spiriti.
-Capisco. Quindi la storia del tredicesimo alla fine si è avverata.-
Dall'apparecchio per diversi secondi non provenne nessuna risposta. Poi si udì:
-Ehm, mio signore...-
-Si?-
-È arrivato il generale Eldingar.-
-Fallo pure entrare.-
Il grande portone si aprì silenziosamente, mostrando la figura del generale che entrava con orgoglioso passo tra le colonne laterali della sala. La luce del tramonto potè illuminargli la luminosa armatura: un pettorale argenteo adornato da bordature bianche, le quali formavano dei minuziosi disegni arrotondati e sottili. Due grandi spallacci molto allungati che recavano lo stemma imperiale, dei bracciali lisci anch'essi a stesso tema, degli schinieri a sottili piastre, e una cintura metallica che si allungava in una lunga gonna di bianchssime piume, che davano all'armatura un'aspetto lucente.
Eldingar si fermò a metò della sala e si inchinò.
-Eccomi, mio signore. Mi avete fatto chiamare?-
-Si Eldingar. Volevo innanzitutto chiederti come stai.-
-Ehm, sto bene mio signore.-
-Bene, bene. Dunque, volevo parlarti di una cosa, riguardante una certa missione che ti verrà affidata.-
-Una certa missione?-
L'apparecchio vocale fece un suono di avvertimento. L'imperatore girò di poco il capo, e poi attivò nuovamente la comunicazione.
-Mio signore, chiedo scusa, ma sono arrivati anche gli altri due generali, come da voi richiesto.-
-Certamente, fai entrare anche loro.-
Il sole, lentamente, calò dietro l'orizzonte, segnando la fine di quel giorno. Una brezza serale si alzò, accarezzando dolcemente i rami degli alberi, sotto la luce rossastra del crepuscolo. In alto, nel cielo che diventava man mano blu, le prime stelle si scorgevano, tenui e remote.



                                     “Il nostro canto vivrà in eterno.”
                                                [Helden: Past]

 

  
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