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Autore: RedMarauder    16/01/2014    26 recensioni
Il suo sorriso, quel sorriso che riusciva a farla arrossire ogni volta, lo stesso sorriso che le rivolgeva ora, era spietato, disarmante...bello.
Troppo bello. Ma lei era troppo orgogliosa per ammetterlo, per mostrarsi debole. Hermione Granger doveva avere sempre il controllo della situazione. Sempre!
- Attenta a giocare con il fuoco, Granger. E' pericoloso!-
- Perché?- rispose, alzando il mento - Potrei scottarmi?-
Di nuovo quel sorriso. - Sì, ma il problema è che..potrebbe piacerti!-
Tanti cari saluti al suo controllo e alla sua tempra morale. Come poteva resistere quando quegli occhi la guardavano in quel modo? Così profondi, così intensi..così perfetti! Valeva la pena lasciarsi andare. Valeva la pena affondare le mani in quel fuoco, nel fuoco dei suoi capelli. Valeva la pena scottarsi!
Infondo, ad essere sincera, non era poi così male perdere il controllo!
Genere: Comico, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Ginny, Weasley, Harry, Potter, Hermione, Granger, Ron, Weasley | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Luna/Neville
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Capitolo 23
Giuro solennemente di non avere buone Intenzioni
 
 
 
 
 
 
 
Hermione Granger era una strega brillante. La migliore della sua età, ed erano in tanti a dirlo. Aveva affrontato un cane a tre teste, un Tranello del Diavolo, era stata pietrificata da un Basilisco, aveva sfidato le leggi del tempo, era andata al Ballo del Ceppo con Viktor Krum, aveva incastrato e ricattato una giornalista, aveva salvato un evaso da Azkaban da morte certa, aveva guardato il suo migliore amico sfidare la morte in un torneo crudele, aveva creato un Esercito di ribelli e si era innamorata. E non di una persona a caso. Di Fred Weasley. Hermione sapeva che la sua vita sarebbe sempre stata segnata da Unicorni Rosa di ogni tipo, ma quello li batteva tutti.
Hermione Granger era innamorata di Fred Weasley. E tutta la scuola lo sapeva!
All’inizio, erano stati in molti a pensare che fosse una bufala. Voci di corridoio, sussurri di fantasmi, lamenti di Mirtilla..gli studenti amavano definire così i pettegolezzi di dubbia autenticità. Insomma, poteva essere vero? Erano in molti a chiederselo. Poi, però, l’intera Hogwarts dovette ricredersi.
Perché loro stavano davvero insieme. Si poteva dedurre dai baci rubati nei corridoi, o davanti alle porte delle aule, dal fatto che Fred la tenesse sempre per mano, o dal fatto che trascorressero la maggior parte del tempo insieme. Hermione si era abituata agli sguardi, ai sussurri dei compagni e anche alle battute di George. No, un momento. A quelle non si sarebbe mai abituata!
Quando studiava in biblioteca, Hermione spendeva una parte del suo tempo per osservare gli altri studenti. Le lanciavano occhiate furtive e parlottavano tra loro coprendosi la mano con la bocca. Era costantemente seguita da una scia di mormorii e tintinnare di Falci. Giravano tante scommesse, Hermione lo era venuto a sapere da Ginny e Lee. Molti studenti erano convinti che si trattasse solo di una messa in scena e avevano scommesso contro chi credeva che fosse vero. Hermione si ritrovò spesso a sorridere, pensando a quanti Galeoni avesse perso McLaggen. Il poveretto, a detta di Ginny, era rimasto così colpito da quella notizia, che aveva scommesso quattro Galeoni contro Justin Finch-Fletchley. E aveva perso.
Nonostante tutto, Hermione continuò a vivere la sua vita come sempre. Certo, c’erano giorni in cui le voci diventavano insopportabili, ma erano solo momenti d’ira provocati da un nuovo Decreto Didattico o da una nuova imposizione della Umbridge, alimentati poi dai mormorii. Con il tempo, Hermione si abituò ai sussurri e alle occhiate. Non era poi così difficile. Passava talmente tanto tempo con Fred, che le rimanevano poche ore al giorno per studiare o dedicarsi ad altro, e in nessuno di quei momenti, specialmente quelli con Fred, non c’era spazio per altro. Specie per studenti dall’identità a lei sconosciuta che amavano parlare della sua vita privata.
Il cortile divenne una specie di rifugio per lei e Fred. Sotto i portici, al riparo dal vento, Hermione passava le pause fra una lezione e l’altra, tentando di convincere Fred a studiare di più, sbuffando davanti alle sue battute squallide e maledicendolo ogni volta che attentava la sua salute mentale con un bacio fin troppo profondo. Erano pur sempre nel cortile..
In Sala Grande e in Sala Comune, i Grifondoro si abituarono a vederli insieme, mano nella mano. Era Hermione quella che aveva impiegato più tempo ad abituarsi alle reazioni di certe particolari persone: Misty e la sua cricca le regalavano sempre grandi emozioni! Ogni volta che Hermione era sola, e capitava nella stessa stanza occupata dal gruppetto del terzo anno, veniva assalita da una quantità di occhiate insistenti e anche un po’ inquietanti. Sembrava sempre che Misty fosse in procinto di avvicinarsi e dire qualcosa. Boccheggiava, la guardava, faceva un passo indietro, boccheggiava di nuovo e poi si voltava. Hermione ormai aveva registrato quella sequenza di azioni. All’inizio era buffa, ma con il tempo stava diventando piuttosto noiosa. Patty, per lo più, rimaneva in silenzio ad accarezzarsi la treccia. Hermione, negli ultimi giorni, aveva cominciato a notare meglio l’aspetto della ragazza. Era sempre stata carina, ma in quei giorni sembrava più uscita da un incontro acceso con un Platano Picchiatore. La treccia era scomposta e arruffata, gli occhi circondati da occhiaie pesanti e il sorriso era tirato, come se non avesse avuto affatto voglia di sorridere. Per un momento, Hermione fu in pena per lei. Ok, forse la sua reazione era un tantino esagerata, ma Hermione avrebbe vissuto di peggio al solo pensiero di perdere Fred. Poteva comprenderla, forse non fino infondo, ma poteva provarci.
Misty, d’altro canto, sembrava aver sviluppato una specie di avversione nei confronti di Hermione. Ogni volta che la vedeva insieme a Fred, digrignava i denti come Pansy Parkinson davanti alla Greengrass e le rivolgeva occhiate gelide. Quella era una reazione decisamente fuori dall’ordinario! Hermione non se ne preoccupò poi tanto. Era raro che incontrasse Misty e Patty per i corridoi e, in Sala Comune, se Fred era con lei, loro trovavano una scusa per dileguarsi. Susan e Jessy, invece, quando erano sole ignoravano Hermione, e lei faceva lo stesso. Pensò più volte che fossero le uniche sane di mente in quello strano assortimento di studentesse. O forse erano impegnate a tessere un piano di vendetta nei suoi confronti..anche questo pensiero trovava poco spazio nella sua mente.
Il tempo passò e Hermione dimenticò presto il suo tumultuoso ingresso in Sala Grande e tutti i mormorii che ne erano conseguiti. Ben presto, la notizia perse il suo focoso interesse e Hogwarts tornò silenziosa. L’inverno stava finendo, gli esami si avvicinavano e gli studenti perdevano sempre più la voglia di spettegolare. Certo, c’erano sempre i temerari cavalieri che continuavano a vagare imperterriti per i corridoi a spargere novità e a condividerle con gli altri, ma l’entusiasmo si era spento anche in alcuni di loro.
L’equilibrio era stato ristabilito e Hermione non era più seguita da sguardi furtivi agli angoli dei corridoi. Be’, fatta eccezione per quelli di Misty e la sua cricca..
 
 
 
- Secondo te venderebbe di più una pozione per trasformare dolci orsacchiotti in mostri famelici o un distillato per sognare ad occhi aperti?- chiese Fred, arricciando le labbra con espressione perplessa.
Hermione sollevò lo sguardo dal libro di Antiche Rune e sollevò un sopracciglio. – Me lo stia chiedendo davvero?-
- Hai lasciato l’intelligenza fra le pagine del libro?- ribatté lui, indicando le pagine scosse dal vento.
Sbuffando, Hermione tornò a leggere. – A cosa serve un distillato per sogni ad occhi aperti, se posso semplicemente sdraiarmi sul divano e..pensare?- concluse, con il suo solito tono saccente.
- Non tutti sono così svegli, e poi il distillato renderebbe il tutto molto reale e concreto!-
- Ma è pur sempre un sogno..- replicò Hermione, tornando a guardarlo con espressione ovvia.
- Realistico, però! Ma sto chiedendo alla persona sbagliata..-
- Perché?- chiese lei confusa.
- Tu non hai bisogno di sognare: hai già me!- rispose lui, con un sorriso vispo.
Hermione sospirò, perdendosi un attimo in quegli occhi accesi e pieni di seducente allegria. Era vero. Dannatamente vero.
Dopo pranzo, Hermione e Fred si erano rintanati nel cortile, come ogni giorno. Quel pomeriggio non pioveva, ma il vento gelido scuoteva i portici e molti studenti avevano rinunciato alla consueta passeggiata all’aria aperta. Erano pochi, quelli coraggiosi o semplicemente indifferenti alla paura di prendersi un raffreddore. Lei e Fred erano seduti su un muretto del portico a est del cortile, dove il vento soffiava meno. Hermione aveva evocato delle fiamme e le aveva rinchiuse in un barattolo vuoto di marmellata di Mielandia. Mentre lei studiava, Fred prendeva appunti su un rotolo di pergamena che lui e George usavano per gettare le basi dei nuovi progetti dei Tiri Vispi. Era sempre così, più o meno. Fred le chiedeva spesso consigli, Hermione si fingeva disinteressata o addirittura severa, e poi finiva quasi sempre per cedere, ritrovandosi a commentare le idee dei gemelli o a correggere i loro errori quando si parlava di pozioni o incantesimi.
- Punta sui sogni..- rispose infine Hermione. – O ci saranno altri Ron che si ritroveranno l’orsacchiotto trasformato in un ragno e passeranno il resto della loro vita a svenire o farsi prendere dal panico per colpa del fratello maggiore!-
Fred scoppiò a ridere. – Questa storia la dice lunga sulla mia genialità!-
- No, la dice lunga sulla tua immaturità!- esclamò Hermione, alzandosi dal muretto.
- Dove scappi, Granger?- chiese lui, prendendole il polso.
Hermione sospirò. – Ho lezione..-
- Potresti saltarla..-
- Perché dobbiamo ripetere questa conversazione tutti i giorni?- chiese accigliata.
Fred le sorrise e la attirò verso di sé. Hermione si lasciò trascinare sulle sue gambe, mentre le sue labbra infreddolite dal vento trovavano calore contro quelle di Fred. Avvolse le braccia attorno al suo collo e sfiorò i suoi capelli rossi con le dita avvolte dai guanti.
- Sei sempre dannatamente testarda!- mormorò Fred sulle sue labbra.
- E tu sei sempre dannatamente cocciuto!- replicò lei, sorridendo.
- Però ti amo lo stesso!-
- Purtroppo anche io..-
- Ehi!- protestò Fred, il volto piegato in una smorfia di disappunto.
Hermione scoppiò a ridere e gli prese il viso fra le mani. I lineamenti di Fred si rilassarono. Hermione si chinò e sfiorò le sue labbra con un bacio. Fred si lasciò cullare da quella carezza. Da quando la loro storia era venuta alla luce, non erano cambiate tante cose. Si prendevano ancora in giro, pretendevano entrambi di avere il controllo totale della loro relazione, facevano a gara a chi aveva la testa più dura e continuavano a sfidarsi a vicenda. Però, Hermione aveva notato qualcosa di diverso: Fred. Non era cambiato, era semplicemente..migliore. Era sempre il solito Fred Weasley, combina disastri, ribelle, allegro, scherzoso e malandrino. Sempre pronto a farla uscire di testa, a sedurla e a emozionarla. Però era un Fred Weasley consapevole, sicuro di se stesso e delle sue azioni più che in passato, e più maturo. Hermione trattenne un sospiro, davanti a quel pensiero. Maturo. Forse non era la parola adatta, quando si parlava di Fred e George, ma poteva andare bene quando si parlava di Fred e Hermione. A crescere non era stato Fred, ma i suoi pensieri. Ciò che condivideva con Hermione lo aveva reso più consapevole dei suoi sentimenti. Era cresciuto con il cuore. Non con la testa, Hermione non avrebbe mai voluto che accadesse. E non lo avrebbe mai ammesso a voce alta! Perché, in un modo unico e tutto suo, l’allegria spensierata di Fred cacciava i suoi demoni ed era, volendo essere sincera, la parte di lui che le era sempre piaciuta. E anche questo non l’avrebbe mai ammesso a voce alta..
- A cosa pensi?- le chiese Fred.
Hermione sorrise. – Al fatto che non crescerai mai – rispose con sincerità.
Fred scoppiò a ridere. – E la cosa ti preoccupa?-
- Non più di tanto..- rispose Hermione, arricciando le labbra. – Devo andare, e dico sul serio!-
Fred alzò gli occhi al cielo. – I posteri si chiederanno il perché di questa relazione!-
- Allora preparati a rispondere, perché è iniziata stranamente per colpa tua!- rispose lei, sarcastica.
- Granger, si dice “merito”!- puntualizzò lui, sfoderando un’espressione offesa. – E smettila di trattarmi male. Soffri di Umbridgite anche tu?-
- Tu lo sai che questa malattia è un’invenzione causata dalle vostre Merendine Marinare, vero? È di nuovo stranamente colpa vostra! -
- Di nuovo, Granger, si dice “merito”!-
Hermione sbuffò e scosse la testa. – Ci rinuncio!-
- Brava, non vorrei che ti esplodesse la testa!- commentò lui, sfoderando un ghigno.
Hermione lo baciò un’ultima volta, chiedendosi se potesse succedere veramente, da un giorno all’altro, poi corse via.
Odiava arrivare in ritardo alle lezioni, ma cominciava ad abituarsi a quel nuovo ritmo di vita. La lezione di Antiche Rune fu interessante, ma non abbastanza. Hermione trovò più eccitanti le forme scure che le nuvole grigie formavano in cielo. La pioggia cominciò a cadere a metà della lezione. Hermione osservò i cristalli d’acqua cadere dal cielo e sfuocare il paesaggio oltre la finestra. La voce della professoressa Babbling era diventata così bassa e profonda, che Hermione sbadigliò. Scosse la testa, cercando di concentrarsi sulla lezione e cominciando a prendere appunti. La verità era che era troppo stanca per prestare attenzione. Infondo, era venerdì. Quella era l’ultima lezione della giornata e Hermione aveva già letto i capitoli che la professoressa stava spiegando. Poteva concedersi il lusso di pensare ad altro. L’ideale sarebbe stato avere delle Merendine Marinare, ma l’uso di una di esse avrebbe avuto svariate conseguenze potenzialmente scomode. La prospettiva di essere costretta a vomitare, sanguinare o svenire per saltare la restante ora di lezione, era una di queste! Anche confessarlo a Fred rientrava fra le peggiori conseguenze. Non tanto per la confessione in sé, ma per i commenti e i vanti con cui Fred l’avrebbe tormentata per il resto dei suoi giorni. Poteva semplicemente mentire e fuggire dall’aula, senza l’uso di Merendine. Oppure poteva starsene lì e resistere. Hermione pensò all’idea del distillato dei sogni. Le sarebbe tornato utile, in quel momento. O forse no. Sorrise, scarabocchiando con la punta della piuma sulla pergamena. Non aveva bisogno di fantasticare. Le bastava ricordare! Aveva vissuto talmente tanti momenti speciali, con Fred, che a volte faticava a scegliere il migliore. Come rispondendo a quel dubbio, la sua mente cominciò a riversare fuori  i ricordi attraverso le immagini. Hermione provò a scegliere il migliore e questo pensiero la distrasse talmente tanto che sobbalzò spaventata, quando la campanella suonò alla fine della lezione. Hermione raccolse in fretta i suoi libri e uscì dall’aula. Attraversò il corridoio deserto e un tuono squarciò il silenzio. Il suo cuore fece una piccola capriola e lei si guardò intorno, sperando che nessuno stesse osservando le sue reazioni da bambina spaventata da un temporale. I pochi studenti rimasti erano ancora vicini alla porta dell’aula. Era sola. Sospirando, Hermione riprese a camminare. Improvvisamente, un ricordo riemerse nei suoi pensieri, sorvolando su tutti gli altri.
Era sempre un venerdì, era sempre in quel corridoio, ma stava uscendo dalla Biblioteca, e fuori c’era la tempesta. E Fred era dietro di lei.
Hermione si voltò di scatto, ma non vide nessuno. Un po’ delusa, un po’ divertita da quel ricordo, avanzò nel corridoio. Il rumore dei suoi passi e la tempesta erano gli unici suoni del castello. Svoltò l’angolo e si bloccò a metà di un passo. Il suo cuore fece un’altra capriola, ma questa volta non per lo spavento.
Fred era appoggiato al davanzale di una finestra. Non aveva il mantello, aveva allentato il nodo della cravatta e si era arrotolato le maniche del maglione e della camicia fino ai gomiti. Teneva un pezzo di pergamena appoggiato sulla mano sinistra e con la destra reggeva una piuma. Sembrava molto concentrato. La punta della piuma era sospesa sulla carta, come se stesse aspettando l’idea giusta per cominciare a scrivere.
Hermione sorrise e avanzò verso di lui. – Che cosa stai tramando?- chiese, spaventandolo.
Quando Fred la vide, sfoderò un sorriso furbesco e scosse le spalle. – Niente di che. Credo di aver trovato un modo per ribaltare Hogwarts al contrario!-
Hermione scosse la testa. A preoccuparla era più il fatto che lei avesse sospettato la stessa cosa mesi prima, che il fatto che lui ci stesse scherzando proprio in quel momento.
- Come è andata la lezione?- le chiese Fred.
- Noiosa, mi sono distratta un paio di volte!- confessò Hermione, sorridendo.
Fred posò pergamena e piuma sul davanzale e la attirò a sé. – Te l’avevo detto che era meglio restare con me..- mormorò con un sorriso.
- A volte sei noioso anche tu, Weasley!-
- Granger, ripetilo e ti trasformo in una tazzina da thé!-
- Non sei bravo in Trasfigurazione..- mormorò lei, avvicinando le labbra alle sue.
Hermione aspettava un bacio che non venne mai. Fred scattò indietro, la afferrò per un polso e la trascinò verso le scale, il tutto senza dire una parola.
- Dove stiamo andando?- chiese Hermione, confusa e spaesata.
Fred le sorrise, ma non rispose alla domanda. Hermione alzò gli occhi al cielo. C’erano aspetti di quella relazione ai quali non si sarebbe mai abituata. Proprio mai.
Raggiunsero il cortile quasi di corsa. La pioggia torrenziale aveva allagato il prato. Fred arrivò fino al limitare del portico e poi liberò la presa sul polso di Hermione. Prima che lei potesse fermarlo, Fred scavalcò il muretto e corse nel prato, sotto la pioggia.
- Fred..che razza di idiota!- sbottò Hermione fra i denti, passandosi una mano sulla fronte.
La pioggia inzuppò rapidamente i suoi capelli rossi e i suoi vestiti, mentre si chinava a raccogliere qualcosa dal prato. Poi si rialzò e corse di nuovo al riparo, sotto il portico. Mentre si avvicinava, Hermione spese due secondi di tempo per contemplarlo. Le gocce di pioggia fredda scendevano dai suoi capelli bagnati, che erano diventati come terra scura alla luce del tramonto, e scivolavano sul suo viso chiaro. Dalla sua bocca uscivano nuvolette di vapore che volteggiavano nell’aria fredda. I vestiti fradici erano incollati al suo corpo. Hermione seguì una goccia che scivolò lungo il suo collo e rabbrividì come se potesse sentirne il freddo. Fred si avvicinò e le sorrise, sollevando il palmo aperto dove un piccolo stelo d’erba giaceva fradicio e immobile.
Senza dire niente, Fred prese la bacchetta e la agitò. Lo stelo si trasformò in una margherita dai petali rossi. Hermione sorrise e la prese fra le dita.
- Dovevi rischiare una polmonite per dimostrarmi di essere bravo in Trasfigurazione?-
Fred si avvicinò e le accarezzò una guancia con le dita gelide e bagnate. – E per dimostrarti che posso sempre sorprenderti!-
- Difficilmente potrei scordarmelo..- mormorò lei, sorridendo.
- Sto morendo di freddo..-
Hermione alzò gli occhi al cielo e lo prese per mano. Ridendo, Fred la seguì attraverso il portico. Camminarono in silenzio, Hermione non specificò dove lo stesse portando e lui non si prese la briga di chiederlo o di tormentarla, cosa che la sorprese parecchio. Arrivarono all’ala abbandonata del sesto piano. Mirtilla Malcontenta era rintanata da giorni nel suo bagno al secondo piano, per colpa di uno scherzetto poco carino di alcuni Serpeverde del primo anno. La cosa positiva era che non sarebbe salita fin lassù a disturbarli. Quella negativa era trovare sempre una via alternativa per non subirsi l’eco dei suoi pianti isterici per tutto il secondo piano. Hermione raggiunse l’ultima stanza e aprì la porta. La tempesta e il vento scuotevano il vetro della finestra e, da una piccola crepa, gocce di pioggia scivolavano sul pavimento di legno. Hermione si slacciò il mantello e lo gettò sul tappeto logoro, si accovacciò davanti al camino ed evocò della legna, che poi incendiò con un colpo di bacchetta. Il calore irradiò nella stanza, accompagnato dalla consueta luce rossa del fuoco. Fred sedette accanto a lei e allungò le mani verso il camino, sospirando di sollievo. Dopo un po’ starnutì.
Hermione alzò gli occhi al cielo. – Te l’avevo detto..-
- Granger, risparmiami..- mormorò lui, con un sorriso.
Hermione si morse la lingua. La tentazione di dirgliene quattro era tanta, ma c’era ben altro che poteva distrarla. Vide altre gocce scivolare dai suoi capelli e sparire oltre l’orlo del maglione. Istintivamente, Hermione allungò una mano e asciugò la sua pelle con le dita. Fred chiuse gli occhi e si lasciò cullare da quel tocco, che divenne una carezza.
- Sai, è bello quando ti preoccupi per me..- mormorò Fred a occhi chiusi.
- Bello e inutile..tanto fai sempre di testa tua!-
- E detto da te..- ironizzò lui.
Hermione sorrise e si avvicinò. Appoggiò la testa sulla sua spalla, ignorando la stoffa bagnata e fredda, e guardò le fiamme contorcersi attorno ai ceppi, divorarne il debole legno e scoppiettare.
- Ho ancora freddo..- si lamentò Fred.
Alzando gli occhi al cielo, Hermione mormorò. – Vorrei commentare, ma sprecherei solo il mio tempo..-
- Oppure potresti fare qualcosa di utile e aiutarmi. Quel cervello sveglio non conosce un incantesimo per asciugare i vestiti?-
- Faresti prima a..- iniziò Hermione, ma poi si bloccò. Guardò le fiamme contorcersi nel camino e richiuse la bocca, per poi stendere le labbra in un sorriso.
- Farei prima a fare cosa?- la incitò Fred, confuso da quell’interruzione.
Senza dire una parola, Hermione si voltò e scivolò lentamente di lato, sedendosi sopra di lui. Fred la guardò con un sorriso vispo e le cinse i fianchi con le mani. Hermione lo afferrò per la cravatta e lo attirò a sé. Evitando le sue labbra, scese sul suo collo e cominciò a baciare la sua pelle, asciugando con la lingua le gocce di pioggia. Dai capelli di Fred, la pioggia scese su quelli di Hermione. Una goccia si insinuò dietro il suo orecchio e scivolò verso il basso, facendola rabbrividire. La pelle di Fred diventava più calda, mano a mano che Hermione passava le labbra sul suo collo, portandosi via la pioggia e lasciando una scia di fuoco che dava i brividi allo stesso modo dell’acqua gelida. A contatto con la sua divisa fradicia, i vestiti di Hermione cominciarono a bagnarsi e a raffreddarsi. Tremavano entrambi, che fosse per il freddo o per altro poco importava. Hermione risalì lentamente, fino a quando si ritrovò a guardarlo negli occhi.
Fred le rivolse un sorriso malizioso. - Farei prima a fare cosa?- ripeté, sussurrando.
Hermione sorrise, ma non rispose. Le sue mani scesero a stringersi sull’orlo del maglione di Fred e glielo sfilarono. Slacciò il nodo della sua cravatta e la sfilò dalla camicia, gettandola sul tappeto. La camicia bianca era diventata quasi trasparente. Aderiva al corpo di Fred come se ne facesse parte, lasciando intravedere la sua pelle e i suoi muscoli tesi. Hermione accarezzò lentamente il suo corpo, avvertendo il calore della sua pelle sotto le sue dita, oltre la stoffa bagnata. Quella sensazione di calore la scosse con un brivido che le percorse la schiena. La scossa la portò a inarcarsi verso di lui. Fred strinse la presa attorno alla sua vita e lasciò scorrere la sua lingua sul collo di Hermione. Lei chiuse gli occhi, assaporando per un momento l’intensità di quella fiamma che l’aveva avvolta. Poi riaprì gli occhi e cercò il suo sguardo. Sorridendo, Hermione cominciò a slacciare la camicia di Fred, rivelando la sua pelle fredda e bagnata. Sotto le sue dita, la sentì scaldarsi, sempre di più, mano a mano che i bottoni sfuggivano dalle asole. Hermione slacciò l’ultimo bottone e poi le sue mani risalirono sul corpo di Fred in una carezza leggera che lo fece rabbrividire. Con l’indice, disegnò il contorno delle sue labbra e sorrise.
- Faresti meglio a toglierli..- sussurrò Hermione, la voce profonda e languida. Si morse un labbro, consapevole di quanto lo facesse impazzire quel gesto.
Dietro il sorriso di Fred, infatti, si nascondeva quell’onda di bruciante desiderio che lottava per impossessarsi dei suoi occhi e delle sue labbra.
- A volte mi lasci davvero senza parole, Granger..- mormorò.
Hermione sorrise, un sorriso innocente e innocuo quanto il fuoco stesso poteva essere. Sfiorò le sue labbra con un bacio, stringendosi a lui, sfiorandolo con il suo corpo, sfidandolo a reagire.
- Stranamente, è di nuovo colpa tua..- sussurrò Hermione.
Fred rise piano e la sua maschera di innocente allegria cadde. Dai meandri della sua mente, riemerse il Fred Weasley che l’aveva sedotta e ingannata con il suo gioco, pericoloso e seducente. La attirava a sé con la sola forza dello sguardo, la invitava a cedere e lasciarsi andare. Poteva trascinarla nelle fiamme e lei lo sapeva. Lo seguiva per questo, era una delle tante ragioni. Hermione sapeva che poteva fidarsi di lui, del Fred ardente e passionale, quello che riusciva a scuoterla nel profondo con un sorriso, con una carezza o con uno sguardo.
- No Granger..-
Rapido e delicato al tempo stesso, Fred la strinse fra le sue braccia e sollevò il bacino, invertendo le posizioni e trascinandola sul tappeto, proprio davanti al camino. Un ceppo scoppiettò nelle fiamme e una piccola onda di calore si riversò su di loro. Hermione aveva trattenuto il fiato. Lasciò andare l’aria e sorrise.
Fred avvicinò il viso al suo e le sfiorò una guancia con le labbra. Sorridendo, mormorò. – Hai sbagliato di nuovo..-
Poi scese lentamente sul suo collo. Hermione inarcò la schiena e chiuse gli occhi, beandosi di quel contatto intenso e troppo delicato al tempo stesso. Bramava di più. Voleva sentire la sua pelle, voleva saggiarne il calore, voleva sentire il corpo di Fred a contatto con il suo..lo voleva. Lo desiderava, come sempre, come ogni volta. Era il suo fuoco proibito, quello che non poteva fare a meno di sfiorare, consapevole del suo calore, ma sicura che non si sarebbe scottata. Sicura che non sarebbe stata sola.
- Si dice “merito”..- mormorò Fred, slacciandole la cravatta e sfilandole il maglione.
A contatto con i vestiti di lui, quelli di Hermione diventavano sempre più bagnati. Il sottile strato di stoffa della camicia non la riparò dal freddo della pioggia, e un brivido le attraversò le vene. Avvicinò il corpo al suo, consapevole che, sotto quella sottile pioggia fredda, c’era la promessa della sua pelle calda.
- Sai, Weasley, ti vanti sempre troppo..- mormorò Hermione, cercando i suoi occhi.
Sorridendo, Fred incatenò lo sguardo al suo e le accarezzò una gamba. Senza distogliere gli occhi dai suoi, fece scivolare una mano sotto la gonna. Un tuono squarciò l’aria immobile, un lampo illuminò il buio calante sulla stanza. Hermione lo prese come un presagio. Un bellissimo presagio. La luce rossa del fuoco era ormai l’unica fonte di luce. Fred strinse le dita sull’orlo delle sue calze e le trascinò lentamente lungo le sue gambe. Scivolarono sulla pelle di Hermione, assieme alle dita di Fred, fino a scomparire. Rabbrividì, quando le sue gambe nude sfiorarono il tappeto freddo e ruvido, e quando si strinsero attorno a quelle di Fred, fasciate dai pantaloni ancora bagnati. La mano di Fred risalì dal suo ginocchio alla coscia, accarezzandola.
- Vuoi porgere delle lamentele?- chiese Fred, sfiorandole l’orecchio con il suo respiro.
Hermione rabbrividì. – No..- mormorò. Fu l’unica cosa che riuscì a dire.
Ci era cascata. Per l’ennesima volta. Si era lasciata rapire da quell’onda di passione e desiderio. Era entrata nel vortice di fiamme, non poteva riemergere. La ragione non le sarebbe servita a niente. Nel vortice non c’era spazio per la razionalità. Era sempre stato così, con Fred. Pensieri svaniti, emozioni accelerate. Sorridendo, Fred scese con la bocca fino alla sua camicia e cominciò a slacciare i bottoni, strappandoli delicatamente dalle asole con i denti. Di tanto in tanto, la sua bocca sfiorava la pelle di Hermione, che rabbrividiva. Arrivò all’ultimo bottone, che saltò via e rotolò verso il fuoco. Fred risalì lungo il corpo di Hermione, baciando la sua pelle, incendiandola con la lingua e raggiunse la sua bocca, dove riversò tutta la passione in un bacio dal sapore intenso e bruciante. Hermione sentì la testa girare, il calore invaderla e le braccia dell’oblio stringersi attorno a lei per trascinarla giù, nel buio di fiamme rosse e azzurre, dove ghiaccio e fuoco si incontravano, dove brivido e calore si univano. Hermione sollevò la schiena, aiutando Fred a sfilarle la camicia, poi fece lo stesso con la sua. Finalmente liberi da ogni ostacolo, i loro corpi si incontrarono. Hermione sentì la sua pelle rabbrividire e tremare, per poi sollevarsi e cercare quella di Fred, incapace di vivere senza. Si strinsero forte, l’uno contro l’altra, godendo di quel contatto così unico e invitante. Sfiorandole il collo con la lingua, Fred lasciò scivolare le mani fino alla sua vita. Slacciò la gonna e la lasciò scivolare via, lungo le sue gambe. Preda dell’oblio e delle fiamme, Hermione sollevò il bacino, cercando un contatto più intenso con quello di Fred. Quando si incontrarono, la sua erezione premette su di lei. Fred soffocò un gemito sulla sua pelle, mordendola. Hermione si morse un labbro, il respiro strozzato e il cuore pronto ad esplodere dopo quella travolgente onda di desiderio e piacere. Le mani di Hermione si mossero senza che lei lo avesse veramente deciso. Scesero a liberare Fred da quegli ultimi, inutili vestiti. Lo accarezzarono, lo cercarono, lo bramarono. Aveva bisogno di lui, sempre di più.
Gli ultimi vestiti caddero, volando sul pavimento alle loro spalle, lontano dal raggio di luce del camino, lontano dal calore delle fiamme. Le loro fiamme, quelle che non smettevano mai di bruciare, quelle che non potevano essere fermate. Hermione sapeva che non potevano smettere di ardere, sapeva che quella passione non li avrebbe mai abbandonati. Era qualcosa di speciale ed intenso. Erano passione e desiderio. E amore. Perché c’era anche l’amore, dietro quei baci, dietro quelle carezze. Dietro il bisogno di aversi, c’era il bisogno di amarsi. Dovevano dirlo, ma soprattutto dovevano mostrarlo. Fred scivolò in lei, strappando l’ultimo velo di lucidità dai pensieri di Hermione, consegnandola completamente alle fiamme. Trascinandola con sé. Perché avevano scoperto un modo migliore delle parole per dirsi ciò che provavano, e lo avevano scoperto prima ancora di avere una parola giusta con cui dirlo. Era come un processo inverso, come uno specchio riflesso. Il cuore aveva parlato prima dei pensieri. Non c’era stato bisogno di dirlo, perché già lo sapevano. Forse non lo avevano realizzato, non da subito. Ma lo sapevano. Hermione cercò le sue labbra, cercò il sapore della sua bocca. Sentì il profumo di cannella dietro quello della pioggia tra i suoi capelli. Un tuono scosse l’aria, un brivido le attraversò le vene. I loro sospiri si unirono in un bacio profondo quanto l’oblio che li stava avvolgendo.
Hermione lo amava. Contava più della sua stessa vita. Non avrebbe mai pensato di dirlo, né di poter trovare qualcuno che contasse fino a quel punto, ma era successo. Così era, poteva solo viverlo. Non avrebbe potuto fare altrimenti. Non poteva sottrarsi. Amava così tanto quelle fiamme, quelle dei suoi capelli, quelle dei suoi baci, quelle del suo corpo. Amava perdersi in lui, perdersi nel buio con le sue braccia a tenerla al sicuro. Era la sensazione più bella del mondo. Ed era perfetta. Come lui. Come loro.
Hermione strinse le dita sui suoi capelli, aggrappandosi a quelle spire rosse come il tramonto. Senza smettere di baciarla, Fred cercò la sua mano. Hermione avvolse le dita attorno alle sue e la strinse. Aveva bisogno di lei. Costantemente. Tanto quanto lei aveva bisogno di lui. Era una cosa che non potevano cambiare. Non volevano cambiarla. Non avrebbero mai potuto. Amavano cedere entrambi, amavano lasciar esplodere la passione, permettere che li travolgesse e li trascinasse via. Insieme.
Era l’unica cosa che contava. Erano insieme. Abbracciati, sfiniti, ansimanti, ma mai sazi. No, non sarebbe mai stato abbastanza. Avevano tempo. Avevano tutto il tempo del mondo. Quella stanza era un’isola, lontana dal castello, lontana dalla guerra, lontano dall’orrore. Avevano tempo. Tempo di amarsi. Tempo di volersi. Tempo di stringersi e saziarsi. Fred accarezzò con il pollice il dorso della mano di Hermione che teneva ancora stretta. Lei sollevò la schiena, cercando le sue labbra. Scivolarono in un bacio intenso, profondo e carico di sospiri ancora caldi. Con l’altra mano, Fred accarezzò la pelle di Hermione, che rabbrividì. Lei lasciò scivolare la sua lungo la sua schiena. La pioggia e il freddo erano svaniti. Il suo corpo bruciava e fremeva. Fred rallentò il ritmo del bacio, fino a sfiorarle le labbra.
- Ti amo..- sussurrò.
Hermione sorrise e strinse la sua mano. – Ti amo anche io..-
Fred ricambiò il sorriso e la baciò di nuovo.
- Hai ancora freddo?- scherzò Hermione.
- No, sto magicamente..dovrei seguire i tuoi consigli più spesso..- mormorò lui, mordendole un labbro.
Hermione rise e lo abbracciò, mentre rotolava su un fianco, portandola con sé. Rimasero sdraiati su un fianco, le gambe allacciate e i corpi vicini. Hermione appoggiò la testa sul suo braccio e sfiorò il suo collo con le labbra. Fred allungò un braccio, arrotolò il mantello di Hermione come se fosse un cuscino e ci appoggiò la testa.
- Vuoi aggiungere questo meraviglioso pomeriggio alla lista di ricordi che per te valgono più di un’insulsa fantasia?- chiese Fred, con un sorriso allegro.
- Scusa, tu come fai a sapere che io ho una lista di ricordi?- chiese lei, sfacciata.
- Ti leggo nel pensiero..-
- Fred!-
- Perché ne ho una anche io!- rispose, sincero.
Hermione sollevò il viso. – Davvero?-
Lui annuì. – Certo. Vorrei fare una classifica, ma ho un problema..- ammise, deluso.
- E sarebbe?-
- Nessuno merita di stare all’ultimo posto e tutti meriterebbero di essere al primo!- confessò. Hermione scoppiò a ridere e lui sorrise. – Perciò niente classifica. Ci perderei la salute mentale!-
- Quale salute mentale?-
- Granger, oggi sei più odiosa del solito..-
Sorridendo, Hermione si chinò e lo baciò intensamente. Accarezzò la sua schiena dolcemente e poi prese il suo labbro fra i denti.
- Dici?-
- No, ho cambiato idea..- mormorò Fred, cercando di nuovo le sue labbra.
Ridendo, Hermione si strinse fra le sue braccia.
- Dobbiamo andare..- mormorò Hermione, separandosi dalle sue labbra.
Fred sbuffò. – Ho cambiato idea un’altra volta..-
- Ho promesso a Harry e Ron di aiutarli con il tema di Astronomia!-
- Fallo dopo cena..-
- No, perché dopo cena devo aiutarli con Pozioni!- sbuffò Hermione.
Fred sorrise e le avvolse una guancia con la mano. – Sarebbero spacciati senza di te..-
Hermione scoppiò a ridere. – Lo terrò a mente mentre cercherò di non impazzire quando sbaglieranno le Lune di Giove o confonderanno gli usi dell’Artiglio di Drago con quelli dell’Asfodelo!-
Per alzarsi impiegarono molto tempo, molto più di quanto fosse strettamente necessario, ma Hermione non si lamentò poi tanto. Si stava riallacciando la gonna, seduta sul pavimento, quando Fred strisciò verso di lei con un pezzo di stoffa bianca e bruciacchiata.
- Credo di averla lanciata troppo vicino al fuoco!- confessò, con un sorriso innocente che non avrebbe convinto nemmeno un Tassorosso.
Hermione prese l’indumento fra le mani e capì che era tutto ciò che rimaneva della sua camicia.  Ridendo, Hermione lo  gettò sul tappeto.
- Posso perdonarti..insomma, eri distratto!- scherzò lei, con un sorriso dolce.
- Molto divertente. Devo ricordarti tutti i bottoni che ho perso a causa tua nell’arco delle ultime settimane?- la provocò lui.
- No, ma se vuoi cominciamo a parlare dei miei di bottoni!- rispose lei, indicando il bottone che giaceva sul pavimento.
Fred scosse le spalle. – E’ maledettamente noioso ripararli..-
- Quanto sei pigro..-
- Tieni!- disse lui, allungandole la sua camicia ormai asciutta.
Hermione inarcò le sopracciglia, senza capire il suo gesto. Fred alzò gli occhi al cielo e, con un sorriso comprensivo, le infilò la camicia, cominciando a riallacciarla. – Mi esalta l’idea che tu possa entrare in Sala Grande con la mia camicia addosso..-
- Bene!- commentò Hermione. – Perché non entrerò in Sala Grande con la tua camicia..-
- Non se ne accorgerà nessuno!- assicurò lui, sorridendo. – Metti il maglione sopra e nessuno lo noterà!-
Sbuffando, Hermione infilò il maglione e si alzò in piedi. La camicia di Fred era decisamente più lunga delle sue, Hermione la sollevò e la arrotolò sotto il maglione. Arrotolò anche le maniche. Il risultato non la convinceva per niente. Sorridendo, Fred infilò il maglione senza la camicia e si allacciò la cravatta.
- Tu vieni a cena così?- sbottò Hermione, incrociando le braccia.
- Perché?- chiese Fred perplesso, guardandosi in cerca di difetti.
Hermione scosse la testa. – Oh sono sicura che nessuno noterà i tuoi capelli arruffati, il fatto che non indossi la camicia e i pantaloni con metà gamba ancora bagnata..- concluse, la voce carica di sarcasmo.
Fred rise e la abbracciò, sollevandola da terra per un attimo, per poi schioccarle un sonoro bacio sulla bocca.
- Sono bello come sempre. E comunque, Granger, sei tu quella conciata in modo compromettente..- mormorò, sfiorandole le gambe nude.
Hermione rabbrividì.
Ops..le calze..
- Sono sicuro che molti apprezzerebbero, ma preferisco essere l’unico ad ammirarti..- sussurrò Fred. Sfiorò il suo collo con un bacio e poi si allontanò, mentre Hermione arrossiva per un misto di ragioni a lei sconosciute.
Fred camminò all’indietro con un ghigno beffardo, e per poco non finì al tappeto, inciampando in un difetto delle assi del pavimento.
- Sbrigati Granger!- esclamò, continuando a camminare verso la porta.
Sospirando, Hermione afferrò le calze, le infilò e poi passò alle scarpe. Raccolse il mantello da terra e lo pulì con un colpo di bacchetta. Dopo aver svuotato il camino da fuoco, legna e ceneri, Hermione corse nel corridoio, dove Fred la stava aspettando. Sorridendo, allungò una mano verso di lei. Hermione sorrise e la prese, stringendola. Camminarono in silenzio fino alla Sala Grande. Entrarono passando inosservati, come ormai accadeva ogni sera. Quando arrivarono al tavolo di Grifondoro, videro tutti gli amici già seduti e con le bocche piene.
- Ciao!- li salutò Hermione, sedendosi di fronte a Harry e Ginny.
- ‘Sera!- rispose George, seduto accanto a Lee.
Fred si mise in mezzo, fra Hermione e George, e rivolse a tutti un sorriso.
- Dove siete stati?- chiese Lee, impicciandosi come sempre.
Hermione, che non era ancora capace di inventarsi storie di sana pianta, rimase in silenzio e afferrò il vassoio delle patate arrosto. Ginny fissò l’amica con un sopracciglio alzato e, quando Hermione le sorrise furtiva da dietro il calice, le rivolse un rapido occhiolino.  Fred prese in mano la situazione, come sempre.
- Le ho fatto compagnia mentre studiava Antiche Rune. Ancora mi chiedo a cosa serva una materia così noiosa!-  borbottò Fred.
Hermione alzò gli occhi al cielo. – Tanto per cominciare non è noiosa, e poi potrebbe sempre essere utile!-
- Già, perché ti capiterà spesso, in futuro, di dover tradurre delle Rune..- commentò George.
Hermione scosse la testa esasperata, rinunciando a una guerra persa in partenza.
- Comunque la Granger ha dato il suo contributo per qualche nostra idea!- riprese Fred.
- Ma dai?- esclamò George con un sorriso.
Hermione aggrottò la fronte. – Non è stata un’idea, è stato solo un giudizio!-
- Poco importa, ci hai aiutati! Sì va con la seconda idea!- disse Fred al gemello.
George annuì. – Perché non ti piace la prima?- chiese a Hermione, sporgendosi di lato per guardarla.
- E’ inquietante..- mormorò lei, servendosi del pollo.
- Che idee sono?- chiese Harry.
- Non possiamo dirtelo!- risposero i gemelli in coro.
- Tu me lo dirai, vero?- chiese il Prescelto, girandosi verso Hermione.
Lei sbuffò e si voltò a guardare le espressione identiche dei gemelli.
- No..- mormorò, infine.
Harry sbuffò e Ginny sorrise. – E a me?-
Hermione le rivolse un occhiolino. – Certo!-
- E tu poi lo dirai a me!- commentò Harry.
Ginny scosse la testa. – No!-
Le spalle di Harry si abbassarono per la delusione.
- Donne..- borbottò George.
Poi si accorse che Angelina lo guardava dall’altra parte del tavolo con espressione di sfida, così le rivolse un sorrise e mimò con le labbra un “ti amo”. Angelina alzò gli occhi al cielo e ricominciò a parlare di Quidditch con Katie.
Hermione allungò lo sguardo, in cerca di una caraffa di succo di zucca.
- George, mi passi la caraffa?- chiese al gemello.
- Formula magica?- chiese George.
- Subito?- sbottò Hermione con un sorriso sarcastico.
Lui scosse la testa. – No, ritenta!-
- Veloce?-
- No! Ti do un indizio. Comincia con “Tu sei..”-
- Un grandissimo idiota?- concluse Hermione.
Fred scoppiò a ridere e George li fulminò entrambi con lo sguardo.
- Hermione, hai indovinato!- esclamò Angelina, rivolgendole un occhiolino.
- La frase giusta era “Tu sei il mio gemello preferito!”- puntualizzò George, afferrando la caraffa. – Ma meriti un premio per la simpatia! Hai una buona influenza su di lei!- disse, rivolgendosi al gemello.
Fred annuì. – Lo so!-
Hermione afferrò la caraffa. – Adesso non esageriamo!-
- A proposito di influenze positive. Hermione stasera..- iniziò Harry.
Lei non lo lasciò finire. Alzò subito una mano e sfoderò un sorriso dolce e implorante di scuse. – Lo so, non mi sono dimenticata di voi!-
Ron scosse la testa e disse: - So che Fred è più interessante, ma i G.U.F.O. si avvicinano!-
La battuta fece ridere tutti, Hermione compresa. Era incredibile quanto Ron stesse reagendo bene a quella novità. Da quando si erano detti la verità, trattava Hermione come una sorella. Era premuroso, dolce e gentile. Era diventato anche più simpatico. La riempiva di battute, anche molto divertenti, e insieme a Harry passavano ore intere a scherzare. Era un nuovo Ron, meno goffo e impacciato. Secondo Ginny, il fatto che avessero finalmente chiarito il loro rapporto aveva contribuito a permettere quel cambiamento. Non c’era più nulla di indefinito fra loro. Erano amici e lo sarebbero stati sempre. Avevano messo tutte le carte in tavola, perciò Ron aveva abbandonato le indecisioni ed era diventato per lei quello che sarebbe dovuto sempre essere: un migliore amico.
- Ogni tanto potreste anche pensare di studiare senza di me!- commentò Hermione.
Harry scosse la testa. – Sai che non potremmo farcela!-
- Siamo persi senza di te!-
- Visto? Te l’avevo detto!- intervenne Fred.
Hermione alzò gli occhi al cielo. – Vi aiuterò, fine delle smancerie!-
- Grazie Hermione!- disse Harry, sorridendo.
Ron ingoiò un grosso boccone di pollo e poi indicò Fred. – Fred, perché non hai la camicia?-
Un tuono squarciò il silenzio. Era un presagio. Un pessimo presagio, questa volta. Hermione strinse la forchetta fra le mani, indecisa se ricredersi sui sentimenti fraterni che provava per Ron e tentare di bucargli una mano, o starsene immobile e aspettare che Fred rispondesse. Ma Fred stava impiegando troppo tempo per rispondere.
Lo stavano guardando tutti, Hermione compresa. Se ne stava immobile, assorto nei propri pensieri.
Perché non risponde?
Fred abbandonò l’espressione assorta e sorrise. – Perché ce l’ha Hermione!- rispose.
Hermione sospirò, desiderando di sprofondare nelle viscere della terra. C’era una sola risposta che Fred non doveva dare. Ed era proprio quella. Gli sguardi di tutti si spostarono su Hermione.
Ginny annuì. – Ecco cosa c’era che non andava in te!- mormorò, guardando l’amica.
Hermione le rivolse un’occhiataccia e lei si scusò con un sorriso.
- E perché Hermione ha la tua camicia?- chiese George, ghignando.
- Oh, questa è facile!- esclamò Fred e, prima che Hermione potesse fermarlo, aggiunse: - La sua ha preso fuoco!-
Hermione sospirò di nuovo, abbandonò la forchetta e si prese il viso fra le mani, reazione che scatenò una serie di risate.
- No, scusate, fatemi capire bene: come ha fatto a prendere fuoco?- chiese Lee.
Fred aprì la bocca, ma Hermione fu più veloce. – Lee, fatti gli affari tuoi!- sbottò.
Lee rimase a bocca aperta. – Ehi, era il mio turno di fare una domanda!- protestò, scatenando un’altra serie di risate.
- Io non credo di volerlo sapere..- borbottò Ron, con un mezzo sorriso.
- Io invece sì!- esclamò subito Ginny.
Hermione le rivolse un’espressione offesa e lei scosse le spalle con un sorriso.
- Be’, diciamo che..-
- Fred!-
- ..è volata accidentalmente nel camino!- concluse lui.
Hermione sbuffò, mentre gli altri ridevano.
- E come è..?- iniziò George.
- Fine della conversazione!- sbottò Hermione, arrossendo.
Per il resto della cena, il gruppo parlò solo della sua camicia e Hermione, dopo un po’, si arrese alle battute, cominciando persino a ridere. Era facile. Soprattutto perché Fred le accarezzava la gamba e quel gesto la distraeva.
In Sala Comune, le risate furono sostituite dagli sbuffi disperati. Harry e Ron si imposero di lavorare sodo e, per tutta la sera, riuscirono a rimanere concentrati sui compiti. Hermione li aiutò il più possibile con i temi, cercando di finire anche i suoi. Ron passava così spesso le mani fra i capelli che questi erano diventati una massa informe di spire rosse. Harry si grattava la cicatrice ogni volta che non ricordava qualcosa o che sbagliava una risposta. Oltre ai due temi, riuscirono anche a finire una buona parte dei compiti. Alla fine del lavoro, erano così fieri di loro stessi che si concessero tre Cioccorane a testa. Hermione si complimentò con loro e decise di concedersi anche lei una pausa dallo studio. Avrebbe ripreso il giorno dopo, poteva godersi quella serata arrotolata con Ginny sul divano, davanti al fuoco, a parlare di tutto e di niente. Ormai passavano poco tempo insieme. Le ore trascorse con lei a parlare le mancavano veramente.
Ginny la strinse in un abbraccio. – Sai, penso che quest’estate Grimmauld Place si popolerà ancora di più..- disse.
- Perché?- chiese Hermione perplessa.
- Ron ha chiesto a Lavanda di passare l’estate con noi. George vuole portare Angelina e tu e Harry siete praticamente già sulla lista. Fred e George vorrebbero invitare anche Lee. Sarà divertente!- commentò, sorridendo radiosa.
Hermione ricambiò il sorriso. – Sì, soprattutto se viene Lee..-
Ginny aggrottò la fronte. – Perché?-
Hermione sfoderò un ghigno. – Immagina quanti scherzi potremo fargli!-
Ginny scoppiò a ridere e la abbracciò. – Fred ha avuto una cattiva influenza su di te!-
- Puoi dirlo forte, sorellina!- intervenne quest’ultimo, sbucando dal nulla.
George tentò di strappare sua sorella dalle grinfie del divano, ma Ginny lottò con così tanta energia che lui dovette rinunciarci. Fred ignorò il battibecco fra il gemello e la sorella, e si chinò su Hermione per baciarla.
- Ehi, tu!- esclamò Ginny, scuotendo Fred per una spalla. – Stasera lei è mia, perciò sparisci!-
Hermione annuì con un sorriso e Fred alzò gli occhi al cielo. - Noi andiamo a dormire!- mormorò, sorridendo.
Hermione gli sorrise. – Non incendiate il dormitorio!-
- Agli ordini, Granger!- sussurrò lui con un sorriso.
La baciò un’ultima volta e poi sparì, solo dopo aver scompigliato i capelli della sorella.
- A meno che tu non voglia seguirlo..- disse Ginny, con un sorriso vispo.
Hermione scosse la testa e la appoggiò sulle gambe di Ginny. – No, voglio stare con te. Diventa sempre più difficile stare sole!-
- E’ colpa di Harry e Fred..dovremmo liberarci di loro!-  commentò Ginny, accarezzandole la testa.
- Ci scoprirebbero!- borbottò Hermione.
- No, penso che far sparire Fred sarebbe facile. Il problema è Harry..ma possiamo sempre dare la colpa alla Umbridge, o a Piton!-
Hermione sollevò la testa. Entrambe si guardarono e poi scoppiarono a ridere. Ginny allungò le gambe sul divano e le appoggiò sopra quelle di Hermione. Si presero per mano e si guardarono sorridendo. La Sala Comune si era svuotata. In un  angolo, lontano dal divano di Hermione e Ginny, Dean e Alicia stavano mangiando cioccolata, chiacchierando. Colin Canon si era addormentato su una poltrona con un libro in mano. Katie e Angelina stavano ancora studiando, ma sembravano più addormentate che concentrate.
- Sì, mi mancavano decisamente le nostre chiacchierate!- mormorò Ginny.
- A quanto pare le nostre vite hanno subito una svolta!- commentò Hermione.
- Ci pensi mai alla guerra?- chiese Ginny seria.
Hermione le rivolse uno sguardo triste. Sì, ci pensava alla guerra. Ogni giorno. Le forze oscure stavano avanzando. Voldemort avrebbe agito, presto o tardi. Le loro vite sarebbero cambiate per sempre. Specialmente quella di Harry, e con la sua sarebbe cambiata anche quella di Ginny.
- Sai, è buffo..- mormorò Ginny, con un sorriso tutt’altro che allegro. – Delmezia dice che sono fortunata. Insomma, sono la ragazza del famoso Harry Potter. Lo stesso ragazzo che un giorno dovrà affrontare Voldemort. Lo stesso ragazzo che lui vuole morto. Lo amo. Lo amo davvero tanto, Hermione!- ammise, alzando lo sguardo. – Ma se dovessi perderlo? Insomma, ho davvero tutto questo tempo per stare con lui? E se..- la sua voce si spezzò, e una lacrima le scivolò sulla guancia. -..e se non ne fosse rimasto? Se tutto stesse per scomparire io..-
La voce di Ginny si spezzò di nuovo e un singhiozzo le fece tremare il petto. Hermione la abbracciò, sentendo le lacrime pungerle gli occhi. La strinse forte, sussurrandole frasi dolci all’orecchio, cercando di calmarla.
- Ginny, guardami!- le disse, a un certo punto.
La ragazza sollevò la testa. Aveva gli occhi gonfi e rossi. Lacrime silenziose scendevano sulle sue guance rosse. Hermione le accarezzò il viso, asciugandole.
- Ascoltami, anche io ho paura. Non sarà facile. È la guerra, non è mai facile. Ma Harry è forte. Ti ama, sei la sua ragione per combattere e salvarsi. E se arriverà la guerra, combatterà, vincerà e poi tornerà da te!-
- Io non me ne starò immobile!- intervenne Ginny, la voce roca e colma di una rinnovata rabbia. – Se pensa di potermi rinchiudere al sicuro, si sbaglia di grosso. Io combatterò al suo fianco!-
Hermione annuì e sorrise. – E dovranno avere paura di te!-
Ginny scoppiò a ridere piano. – E anche di te..- mormorò.
- Ce la faremo Ginny!-
- Sì, andrà tutto bene!-
Si abbracciarono, cullandosi a vicenda. Piansero ancora, in silenzio, asciugando l’una le lacrime dell’altra. Avevano paura. Ma avevano tempo. Hermione lo sapeva. La guerra non era ancora scoppiata. Avevano ancora tempo.
Sì, ma quanto?
Quella domanda continuava a risuonare nella sua mente. Ginny aveva accettato di dormire con lei. Il letto era spazioso e loro erano piuttosto piccole. Si era addormentata con la mano stretta a quella di Hermione. La vide sorridere nel sonno. Hermione fu rincuorata dal pensiero che, almeno nei sogni, Ginny fosse allegra e tranquilla. Vederla piangere non solo era raro, ma anche distruttivo. Ginny era forte, era una leonessa impavida e coraggiosa. Ma la paura spezzava le braccia anche ai più gloriosi. E vederla crollare, per Hermione, era come ricevere uno schiaffo in pieno cuore.
Hermione fissò il soffitto del letto a baldacchino. Con un sospiro, Ginny si svegliò.
- Hermione?- la chiamò sussurrando.
- Sì?- rispose lei, girandosi.
- Grazie..-
- Ti voglio bene-
- Anche io-
- Dormi..-
- Non ci riesco più. Stavo sognando Harry.. mi infastidisce anche mentre dormo!- borbottò, con un pizzico della sua dolce ironia.
Hermione sorrise. – Dovresti andare da lui..- disse, senza nemmeno accorgersi di averlo pensato.
Un sorriso radioso prese il sopravvento sulle labbra di Ginny. Scattò in piedi e la trascinò con energia fuori dal letto, ignorando le proteste di Hermione. Muovendosi come ombre nella notte, Hermione e Ginny sgattaiolarono disotto e imboccarono la scala a chiocciola del dormitorio maschile. Hermione capì e strinse la mano di Ginny, che si voltò per sorriderle.
Si fermarono davanti alla porta del quinto anno. Si abbracciarono, stringendosi forte.
- Ci sarò sempre per stringerti la mano e scacciare i tuoi incubi!- le sussurrò Ginny all’orecchio.
- Ci sarò anche io Ginny. Sempre!-
- Però ogni tanto tocca a loro..- scherzò lei.
Hermione rise piano. – Altrimenti cosa ce li teniamo a fare?-
Si salutarono, poi Ginny si intrufolò nella stanza di Harry. Hermione camminò silenziosamente fino alla stanza del settimo anno. Aprì la porta, attenta a non farla cigolare, e sgattaiolò dentro. Scostò le tende del letto di Fred e lo guardò dormire. Sembrava un bambino. Innocente. Silenzioso. Felice. Sorridendo, Hermione si intrufolò nel suo letto e richiuse le tende. Scostò le coperte e si infilò sotto, stringendosi contro di lui. Le braccia di Fred la avvolsero.
- Sei sveglio?- mormorò Hermione.
- Ho il sonno leggero..- sussurrò lui.
Hermione sorrise e si accoccolò contro il suo corpo. – Non riuscivo a dormire..- spiegò.
- Perché?- chiese Fred, aprendo gli occhi.
Hermione rimase in silenzio per un attimo a guardare i suoi occhi profondi e ancora carichi di sonno. – Ho paura degli incubi..- ammise.
Fred le sorrise e le accarezzò una guancia. – Da quando?-
- Da quando sono reali..- mormorò lei.
Il sorriso di Fred si spense. Continuò ad accarezzarle la guancia, avvolto nei suoi pensieri. Hermione sapeva che lui aveva capito il significato di quella parole.
Poi, veloce come era sparito, il sorriso tornò.
- Ti prometto che..- iniziò, ma Hermione posò due dita sulle sue labbra e scosse la testa.
Una lacrima sfuggì dai suoi occhi. – No..non farmi promesse che non puoi mantenere!-
Fred scostò dolcemente le sue dita, il sorriso era ancora solido sulle sue labbra. – Posso mantenerle. Ti prometto che non ti accadrà mai nulla. Un giorno tutto questo finirà e noi saremo ancora insieme. Capito?-
Hermione annuì e lasciò che lui le asciugasse una lacrima con un bacio.
- Non ti libererai facilmente di me, Granger!-
- Che fortuna..- mormorò lei.
Scoppiarono a ridere entrambi e scivolarono in un bacio dolce e lento. Hermione sapeva che quelle parole potevano essere labili come il vento. Potevano svanire, trasparenti e troppo leggere per essere afferrate. Ma non le importava. Una promessa era una promessa.
L’avrebbero mantenuta. Insieme.
 
 
 
 
 
Dice l’Autrice:
 

 
Buonasera! Anzi, buonanotte ormai :D!
Prima di tutto: chiedo immensamente scusa per il ritardo pazzesco dell’aggiornamento! Ho avuto pochissimo tempo per scrivere e, per completare la serie di sfortune, ho avuto anche dei problemi con internet! Ora tutto funziona a meraviglia, perciò eccomi qui!
Grazie, immensamente grazie per tutto! Siete magici, davvero :) vi ringrazio dal più profondo del mio cuore!
Passando al capitolo: è corto, lo so! In origine, era molto più lungo, talmente tanto che ho deciso di scinderlo in due capitoli diversi, legati comunque dai titoli. Questo, infatti, si chiama “Giuro solennemente non di non aver buone intenzioni” e l’altro si chiamerà “Fatto il misfatto”. La storia comincia a diventare più seria! Ma non per questo perderà il suo lato comico/romantico! Spero di non deludere le vostre aspettative!
Piccole note: Antiche Rune! Durante la cena, Fred prende in giro Hermione, dicendo che è una materia inutile. Invece, noi sappiamo che sarà utilissima perché permetterà a Hermione di leggere le Fiabe di Beda il Bardo!
Citazioni: “Aveva sfidato le leggi del tempo” , “Aveva creato un Esercito di ribelli”!  Non sono citazioni nel vero senso stretto, sono più che altro due labili riferimenti ad altri due miei grandi amori: Doctor Who e Hunger Games! Forse non vi interessava, ma volevo condividere con voi questa cosa!!
Detto questo, chiedo ancora umilmente scusa e ringrazio ancora infinitamente tutti per il vostro sostegno! A voi la parola: che ne pensate di questo capitolo?
Grazie mille di tutto :)
Baci!
Amy 
  
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