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Autore: Violet2013    16/01/2014    19 recensioni
-''Allora un manga. Sei giapponese, no? I manga li leggerai...''
-''Certo!"
-''Ok, un manga. Metti che segui un manga dal primo all'ultimo numero per, che ne so, cinque anni? E poi finisce così, nel nulla, senza una degna conclusione...''
-''Tipo senza neanche un bacio tra i due protagonisti?'', arrossì.
-''Esatto!'', rispose lei, totalmente persa nei suoi ragionamenti, ''Alla fine non ti verrebbe voglia di prendere l'autore e riempirlo di botte?''
*
New York: Ranma Saotome, artista marziale giapponese, scopre che suo padre ed il suo migliore amico Soun hanno pianificato il suo matrimonio con una ragazza a lui sconosciuta.
AU su Ranma 1/2, i cui personaggi sono trasportati in una realtà totalmente differente.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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''Non lo dirò mai abbastanza: qualunque amore riusciate a dare o a ricevere, qualunque felicità riusciate a rubacchiare o a procurare, qualunque temporanea elargizione di grazia: basta che funzioni''.
Woody Allen- Basta che funzioni



La settimana precedente era stata un inferno.
Dalla sera dello scontro nella sua camera Akane si era praticamente trasferita da Mousse- per stargli vicino, aveva detto- ed a scuola non gli rivolgeva la parola, evitando accuratamente persino il suo sguardo.
Lo ignorava come una scadenza fastidiosa, come un brutto presentimento, come un mal di testa durante la prima giornata al mare dell'anno.
E stava sempre con Ryoga e Mousse, procurandogli un certo fastidio.
Chi, invece, non gli lasciava tregua era la piccola Shampoo.
Lo seguiva ossessivamente ovunque andasse, che fosse a scuola, a casa o da sua madre. Non aveva più rapporti con nessuna delle sue amiche -probabilmente per la storia di Kodachi e la simulazione di tentato suicidio che aveva messo in atto, facendosi trovare riversa sul tavolo della cucina con accanto un bicchiere di vino e centinaia di mentine che tutti avevano scambiato per pillole- e gli stava perennemente appiccicata, scoraggiando in malo modo la sua amicizia con Ucchan, essendosi autoproclamata sua fidanzata.
Ranma era sinceramente stufo di tutte quelle attenzioni morbose, ma non sapeva come dirglielo. Quella ragazza era talmente sensibile e bisognosa, sempre sull'orlo delle lacrime, così buona ed ingenua, che non ce l'avrebbe mai fatta a piantarla dal giorno alla notte.
Era domenica e lo aveva invitato a pranzo a casa sua, in occasione dell'inaspettato ritorno di suo padre, che sarebbe rimasto con la figlia per ben 48 ore dopo sei mesi di lontananza.
Era un pranzo ufficiale a cui avrebbe dovuto partecipare tutta la famiglia Saotome, e lui si era lasciato trasportare dalla corrente, com'era solito fare essendo nato privo del gene della risolutezza.
Fortunatamente Genma aveva declinato l'invito, in un gesto di sorprendente quanto inaspettata lealtà nei confronti dell' amico Tendo, ma Nodoka, Hirai ed il noiosissimo Ataru erano lì, seduti a tavola in quell'enorme ed elegantissimo salone, a conversare amabilmente con la mamma di Shampoo, una bellissima donna che poteva tranquillamente sembrare la sua sorella maggiore, ed il padre, il prototipo del politico bigotto, conservatore e moralista.
Nodoka e Claudia- nome d'arte di Ying Lan Zhou, la famosa modella cinese che col suo corpo aveva fatto sognare grandi e piccini due decadi prima- parlavano dell' ultima settimana della moda milanese, mentre Hirai e Kappei Karuga, unico membro giapponese del Parlamento e sospettato ex componente della Yakuza, discutevano di uno Stato a caso in cui era stata appena deliberata l'approvazione del matrimonio tra coppie dello stesso sesso.
Nonostante Hirai gli fosse sempre stato antipatico, doveva ammettere che le posizioni liberali dell'avvocato lo rendevano fiero: anche lui, sebbene la sua virilità non fosse mai vacillata nemmeno per un istante, tendeva in favore di quella causa.
Benchè il suo modo di ragionare fosse a tratti piatto e semplicistico, Ranma aveva ideali e principi saldi e puri, cristallini. I suoi valori morali, incorruttibili, al contrario di quelli vanamente millantati da suo padre, erano per lui motivo di vanto.
E stavano per essere malamente calpestati dalla sua ospite.
''Ranma, ho cucinato per te, lo sai?''
''Davvero?'', chiese annoiato, ''Grazie, Shampoo''
''Ragazzo, mia figlia non si è mai sporcata le mani per un uomo, spero che tu ne valga la pena''
''Immagino che abbiate folte schiere di servitù sottopagata che lo fa per voi, di solito'', sospirò.
''Ranma!'', lo rimproverò dolcemente Nodoka mentre Hirai gli faceva l'occhiolino e Shampoo sbiancava.
Nel veder comparire un'ombra di delusione e terrore sul viso della ragazzina, conscio del pessimo rapporto che intratteneva col padre, aggiustò il tiro.
''Ovviamente scherzavo, anche noi abbiamo Estrella''
''Per noi intendi tu e tuo padre, vero? So che vivete a casa Tendo''
''Sì, signore''
''E dimmi, in che rapporto sei con la loro figlia minore? Shampoo, se non sbaglio è la tua migliore amica''
''Sì, papà'', si morse il labbro. Ranma la guardò a lungo, poi spostò il suo sguardo sul giovane Ataru, che aveva avuto la faccia tosta di presentarsi a casa della sua ex fidanzata consapevole di averle spezzato il cuore e di essere stato la causa principale della fine della sua amicizia con Akane.
Probabilmente il Signor Shampoo, come l'aveva ribattezzato, non sapeva nulla della sua relazione col biondo e, di conseguenza, la ragazza non aveva potuto dirgli niente della lite con l'amica.
''Io ed Akane...'', rispose assorto, ''Non ci vediamo molto. Lei passa buona parte del suo tempo a casa del nostro amico Mousse, non so se ha mai avuto il piacere... Sì, per la verità la frequento pochissimo''
''Mousse, certo, quel giovane! Ho sempre pensato che mia figlia avrebbe dovuto puntare a qualcosa del genere! Lo sai che è stato praticamente già ammesso a tutte le Università del Paese? La sua media è la più alta di tutti gli studenti dello stato di New York, viene da un'ottima famiglia e, probabilmente, lo assumeranno direttamente  alla Nasa dopo la laurea, senza passare dal tirocinio''
''Wow'', rispose stizzito il codinato. Non che gli interessasse essere considerato un buon partito per Shampoo -un matrimonio combinato gli bastava e gli avanzava- ma venire bistrattato così proprio non gli piaceva. Dopotutto la sua media a scuola non era così bassa.
In educazione fisica aveva il massimo dei voti, ed anche in storia se la cavava.
Il politico sembrò leggergli nel pensiero.
''Tu vuoi fare l'insegnante di arti marziali, vero?''
''Sì, signore, vorrei continuare la tradizione di famiglia'', sorrise nel vedere sua madre impettirsi.
''E l'obiettivo è quello di sposare Akane Tendo ed unire le forze, giusto? Se non sbaglio il vostro fidanzamento è già stato annunciato alla stampa''
''Esattamente'', intervenne pronta Nodoka, mentre il pesante sbuffare di Ataru non era passato inosservato all'attenzione di Ranma.
''Hanno deciso i loro padri'', la interruppe Shampoo, tirando un calcio al codinato da sotto la sedia, ''Nè Akane nè Ranma sono felici di questa unione, ed il fatto che lui sia qui con me e lei sia con quel secchione di Mousse ne sono la prova tangibile. Ora, se volete scusarmi, vado a prendere il piatto che ho preparato''
''Lascia fare alla cameriera, Shampoo. Dopotutto i nostri subordinati devono pur meritare il misero stipendio che percepiscono mensilmente, no?'', guardò di sbiego il ragazzo, che sostenne il suo sguardo con naturalezza, senza mostrare un minimo di esitazione nonostante la freddezza e l'austerità di quell'uomo lo mettessero in imbarazzo.
Mentre cinque cameriere bionde in divisa sparecchiavano i piatti decorati su cui erano stati serviti gli antipasti, in un silenzio reverenziale che fece sentire al codinato la nostalgia della sua adorata portoricana e delle sue perle di saggezza regolarmente dispensate e mai realmente richieste, Ranma inviò un sms ad Ataru, tenendo il cellulare sotto il tavolo per evitare che Shampoo sbirciasse le sue conversazioni come era solita fare.


-Un plauso alla tua faccia di bronzo, potevi anche evitare di venire a metterla in imbarazzo. Inoltre è inutile che sbuffi, lo abbiamo capito tutti che non vedi l'ora di fare il bis.


Premette invio e prese a guardare il suo avversario con aria di sfida, mentre aspettava la sua risposta.


-Ranma?? Non ho capito niente!


Grugnì.


-Levati quell'espressione angelica dalla faccia, Dakashi, lo so che ti sei fatto la mia ragazza.


Il biondo lo guardò con un' ipocrita aria scandalizzata che gli fece andare di traverso i fagiolini che aveva appena mangiato. Fece in tempo a mandargli l'ultimo sms,che il codinato lesse di sfuggita,  prima che le cameriere finissero il loro lavoro e la portata principale fosse servita.


-Quale delle tante, di grazia?





Shampoo, fiera come una bambina di sei anni a cui era appena stato assegnato il ruolo principale  alla recita della scuola, sollevò il pesante coperchio d'argento che copriva l'enorme piatto da portata posto in mezzo alla tavola.
Posò una mano sulla spalla del codinato come una moglie amorevole che ha cucinato il piatto preferito di suo marito.
''Ecco qua, amore, maialino in agrodolce!''
Nodoka scoppiò a ridere sguaiatamente. Era inusuale vedere una donna dai modi garbati come i suoi lasciarsi andare in quel modo. Era come se avesse interpretato quella scelta culinaria come un segno del destino, ed il nervoso accumulato durante quel pranzo si fosse, finalmente, liberato.
Ranma taceva, in imbarazzo, mentre la cinesina tagliava un'abbondante porzione, pronta per servirgliela.
''Shampoo'', deglutì, ''I-io non ho molta fame...''
''Che c'è, non apprezzi la cucina di mia figlia?'', sbottò Kappei, mentre Hirai sembrava essere stato contagiato dall'ilarirìtà della compagna.
Con un po' di ritardo anche lui aveva capito l'ironia della situazione.
La famiglia Karuga al completo lo incitava a prendere il piatto dalle mani tremanti della piccola Shampoo e sua mamma e quel deficiente del suo compagno non sembravano volerlo aiutare a confessare la peculiarità di se stesso di cui era sempre stato maggiormente fiero -forza e virilità escluse, ovviamente- ma che in quel momento lo paralizzava come la peggiore onta di vergogna.
''I- io sono... Io sono...Ve...''
''Vegetariano? Non vorrai dire vegetariano! Ragazzo, in questa casa non sono tollerate queste assurdità da Hippie, gli anni '70 sono finiti da un pezzo, lo sai?"
''Beh, ma...''


''Signor Karuga''
Mestamente e per la prima volta in tutta la giornata, Ataru prese la parola. Nonostante il suo tono di voce fosse stato leggero ed educato, la fermezza con cui aveva pronunciato quel nome aveva catalizzato la totale attenzione dei commensali su di lui.
''Ranma è molto credente. Ha recentemente compiuto un voto di astensione in onore dei Kami per ottenere sostegno morale in un momento un po' delicato della sua vita. Come sa si è appena trasferito qui dal Giappone, ed essendo anche lei un emigrato come noi ricorderà quanta nostalgia si possa provare i primi tempi''. Karuga si asciugò teatralmente una lacrima, pensando alla sua povera mamma che aveva abbandonato ad Osaka vent'anni prima e che non aveva nemmeno visto morire, il bassista continuò: ''Ha deciso di sacrificare la carne animale perchè per un artista marziale come lui è uno dei nutrimenti più importanti, è per questo che non può assaggiare la squisita pietanza di Shampoo che sarò ben lieto di consumare al posto suo''.
Le reazioni a quel gesto di aiuto tanto nobile quanto maleficamente geniale, per essere stato concepito in pochi secondi, furono molteplici.

Hirai e Nodoka erano fieri del loro ragazzo. Di entrambi i loro ragazzi, e della loro bella amicizia.
Shampoo sospirava, non si sapeva bene se per Ranma o per Ataru.
Claudia sospirava per il maialino che la sua dieta non le permettava di mangiare.
Kappei piangeva commosso per la sua mamma e per la purezza di cuore di quel bizzarro ragazzo col codino.
Ranma era sollevato, irritato per essere stato salvato proprio da quel deficiente, rassegnato a fare la fame e tanto, tanto malinconico.
Anche Akane era vegetariana, ma si sarebbe mangiata in un boccone Kappei e le sue teorie sugli Hippie senza farsi il minimo scrupolo.
Quanto gli mancava quel maschiaccio violento.




***



''Sei pronta?''
Bussò un'altra volta alla porta del bagno, dentro il quale la sua migliore amica sembrava aver deciso di prendere residenza.
''Akaneeee!''
''Eccomi, eccomi!''
''Da quando in qua sei diventata una femmina?''
''Scemo, è che almeno la domenica vorrei essere presentabile!"
Uscì dal bagno e si lasciò cadere sul letto di Mousse, impugnando il suo I-pod ed iniziando a scorrere la lista di brani caricati.
Indossava una camicetta a righe e dei jeans stretti con delle scarpe col tacco. Era strano vederla così curata in occasioni che non fossero mondane, Akane era sempre stata una ragazza molto semplice. Forse, pensò, quel taglio di capelli le aveva dato lo scossone giusto per iniziare a prendersi un po' più di cura di se stessa.
O forse c'era dell'altro.
''Hem... Signorina Tendo...''
''Mi dica...''
''Non è che per caso... Mmh... Il trucco, la cura nel vestire...''
''Si...?''
''Ma come fa a piacerti?''
''Non mi piace affatto!"
''Chi, scusa? Io non ho nominato nessuno!'', le fece una linguaccia. L'aveva incastrata.
''Mousse, sei scorretto. E poi lo sai che io amo solo te''
''Ma il mio cuore appartiene ad un'altra''
''Il cui corpo, a sua volta, appartiene a...''
''A lui''
''A mezza New York, in realtà''
''Cattiva. Comunque sono contento, sai? Era dai tempi di Shinnosuke che non ti vedevo interessata a qualcuno"
''Oh, per favore, non mi parlare di Shinnosuke. Che rimanga pure lì dov'è!"
''A proposito, dove sta?''
''Stando ai pettegolezzi di Yuka e Sayuri è ancora in clinica, ma che ci importa di lui... Dai, usciamo!''
''Altrimenti come fai ad incontrare per caso Ranma ed a farti vedere in tutto il tuo splendore?''
''...Andiamo e basta. Andiamo da Ukyo''



***



''E tu ti aspetti che io ti creda?''
''Oh Kami. Quando mi hai mandato quel messaggio avevo capito che c'era stato qualche equivoco, ma qui si tratta proprio di lavaggio del cervello!''

Hirai aveva del lavoro arretrato da sbrigare e Nodoka era andata a casa a prepararsi per una cena col suo team. Ranma ed Ataru stavano passeggiando da soli, in silenzio, finchè il biondo non aveva preso la situazione in pugno ed aveva chiesto un chiarimento al giovane col codino sullo scambio di sms avvenuto a tavola.
Ranma aveva esposto la sua versione, raccontatagli da Shampoo, a cui Ataru aveva contrapposto la sua, nettamente più veritiera.
''Dunque tra te ed Akane non c'è stato niente...''
''Nemmeno tra me e Shampoo, in realtà''
''Allora cosa sei, una specie di santo?''
''Oh no. Ho avuto le mie esperienze, sai, col gruppo... Ed anche con Kasumi ho passato dei bellissimi momenti,  prima di Tofu, ma Shampoo proprio no, mai!'', scosse la testa ed agitò le mani in segno di diniego, come per giustificarsi di un reato.
''E Akane?'', chiese sospettoso.
''Non ti nascondo che mi sarebbe piaciuto, ma mi ha elegantemente dato il due di picche qualche anno fa, da allora siamo solo buoni amici''
''Ti sarebbe piaciuto e ti piacerebbe ancora, di' la verità''
''Forse, ma non è questo il punto''
''Ed il punto qual è?''
''Il punto è che Shampoo ha fatto una cosa molto grave nei confronti di Akane, due cose gravi se ci aggiungi la storia dei capelli, e tu stai dalla sua parte invece che da quella della tua legittima fidanzata. Quando si dice le perle ai porci!''
''Non sono fatti tuoi, e comunque cosa c'entrano i capelli?''
''Akane non te l'ha detto?''
''Che cosa? La smetti di essere così enigmatico, per favore?''
''Te l'hanno mai detto che sei uno stupido, Ranma?''



***



''Tranquilla, sta arrivando...''
Ukyo, col mento appoggiato sul palmo della mano ed i gomiti puntati sul bancone del bar, stranamente mezzo vuoto, era stufa di vedere Akane guardarsi intorno, non faceva altro da ore.
''Arrivando chi, scusa?''
''Ha detto che sarebbe passato di qui, dopo... Sai...''
''Dopo cosa, Kuonji? C'entra per caso la mia Shampoo?'', urlò Mousse attirando l'attenzione dei pochi avventori del locale e facendoli girare tutti nella sua direzione.
''Sì, è andato a pranzo da lei'', rispose stizzita la barista mentre Akane la fulminava con lo sguardo. Suo padre le aveva detto che Ranma avrebbe pranzato da Shampoo,- è un maschio, lasciagli fare le sue esperienze, aveva detto- ma lei non aveva alcuna intenzione di dirlo al suo migliore amico.
''Non sono comunque affari miei'', rispose sovrappensiero, abbandonando il locale senza nemmeno salutare gli amici.
Prese ad incamminarsi per le strade di Brooklyn, assorta, e senza rendersene conto si era ritrovata in metropolitana e poi a casa.



Giunta a destinazione, una visita inaspettata la fece tremare. E non solo di freddo.
Kodachi Kuno, in tutto il suo metro e ottantadue, la stava aspettando sulla porta avvolta in impermeabile beige e con una sigaretta tra le labbra tremanti e bistrate di rosso.
A giudicare dalle gambe nude, doveva essere uscita di casa in camicia da notte, in preda ad una delle sue solite crisi di nervi.
''Kodachi'', le passò davanti ignorandola, guardando con sufficienza le lacrime che le rigavano il viso coperto da un paio di pesanti occhiali da sole, che con la neve che scendeva ed il buio della sera non andavano troppo d'accordo. La Kuno la prese per un braccio e la fece girare, scoppiando a piangere e cercando un suo abbraccio, che arrivò inerme e rassegnato.
''Akane Tendo, per favore, fammi entrare... Non ho altri posti in cui andare''
''Kodachi, hai un appartamento su tre piani di quattrocento metri quadri, non credo che tu possa essere considerata una senzatetto''
''Akane Tendo!'', si mise in ginocchio, direttamente dentro ad una pozzanghera, ''Ti supplico, fammi entrare! Troviamo un accordo, un'alleanza! Il nostro gruppo si è sciolto, Azusa Shiratori ha scoperto che Shampoo ha rubato il ragazzo anche a lei, oltre che a me''
Akane sbuffò, Kodachi era davvero convinta di essere la fidanzata di Ranma? Ciò che la fece sorridere, però, fu la notizia della liaison di Shampoo con Sanzenin Mikado, il ragazzo di Azusa. Ci aveva provato anche con lei svariate volte, era bello sapere che aveva finalmente sfogato i suoi più bassi istinti con qualcuno del suo stesso livello.
''Kodachi'', spiegò pazientemente, come una madre che spiega al figlio perchè lo sta rimproverando, ''A me non frega niente di te, nè di Azusa nè di nessun altro!"
''Ma non vuoi vendicarti di Shampoo? Dopotutto anche tu sei innamorata di Ranma Saotome!"
''E' qui che ti sbagli, mia cara. A me non frega niente di quello stupido. E poi anche se fosse io non sono subdola come voi, non mi abbasso ai vostri giochetti''
''Tornerai, Akane Tendo. Tornerai strisciando a chiedere la mia complicità, stupida ragazzina!''
''Sì, va bene, come vuoi...''
Proseguì, finalmente senza interruzioni, e rientrò in casa.




''Bentornata''
''Ciao, Ranma''
''Credevo fossi scappata all'estero''
''E invece sono qui. 'Notte''
''Non ceni con me?'', la fermò per un soffio, mentre lei aveva già un piede sul primo gradino della scala, ''Sono tutti fuori, non mi piace mangiare da solo''
Sorrideva imbarazzato, come se stesse cercando di rimediare a quanto accaduto una settimana prima.
Akane non potè fare a meno di guardarlo: indossava un pantalone della tuta grigio ed una maglietta bianca scollata. Era fresco di doccia, con i capelli ancora bagnati, e le mani in tasca, teso ed evidentemente smanioso di ricevere una risposta affermativa.
Capiva cosa Shampoo trovasse in lui, era oggettivamente bello e non era certamente per farle un torto che ci era andata a letto. Almeno, non solo.
Anche Ranma stava silenziosamente studiando la figura della giovane donna di fronte a sè. Akane era bella davvero, di una bellezza diversa da quella di Shampoo, meno chiassosa e più pulita, delicata, nonostante i suoi modi di fare poco gentili.
Sì, decisamente doveva essere come gli aveva detto Ataru, Akane non poteva essere il mostro descritto da Shampoo. Non con quel faccino e quello sguardo spaurito.
Decise di scusarsi, a modo suo, mentre aspettava che la Tendo prendesse la sua decisione in merito al mangiare insieme.
''Sei molto carina pettinata così''
''Grazie'', arrossì lei, sorpresa, ''Ma se me lo stai dicendo solo perchè credi di avere qualcosa da farti perdonare ti assicuro che non ce n'è bisogno''
''No, no! Lo penso davvero, mi piaci di più con i capelli corti'', abbassò gli occhi. Eppure era sempre stato bravo con le donne, perchè con lei non ci riusciva? La barriera che Akane aveva steso davanti a sè il giorno in cui si erano conosciuti e che raramente era riuscito a scalfire,almeno in superficie, si erigeva ora maestosa davanti a lui. Contrariamente alle altre volte, però, Ranma non vedeva un muro di rancore ed irritazione per la sua persona. Akane sembrava piuttosto... Triste. E rassegnata.


''Senti, io...''
Lo dissero insieme, col cuore in gola e la voce quasi strozzata dall'imbarazzo.
''Prima tu''
''No no, prima tu''
''Ok, pensavo. Estrella non c'è, vero?''
''E' domenica anche per lei, Ranma''
''Già... Mi dispiace chiederti di cucinare e fa troppo freddo per invitarti a cena fuori. Che ne dici se ordiniamo una pizza e guardiamo un film in camera tua come l'altra volta?''
Sorrise, alzandosi inconsapevolmente sulle punte e propendendo col busto verso la ragazza, con le mani in tasca ed il codino che gli scendeva sulla spalla. Chinò leggermente la testa in modo da essere alla sua stessa altezza, col viso proprio di fronte al suo.
''E dai! Io pago la pizza e tu scegli il film, è un'offerta che non puoi rifiutare''
''Mmh...'', si posò un dito sul mento, pensierosa, ''Ho proprio voglia di guadare una bella commedia romantica strappalacrime, magari qualcosa con Hugh Grant!", lo sfidò con lo sguardo.
''Non sto fiatando...'', socchiuse gli occhi, senza mostrare alcun cedimento anche se dentro si sentiva morire all'idea di guardare un' altra commedia romantica.
Con Shampoo, in quella settimana, ne aveva fatta una bella scorpacciata.





''Akane, lo sapevo che eri un maschiaccio violento che non apprezza il romanticismo! Guarda, guarda questa scena, mi fa morire! SI-PUO'-FARE!''
''Potevi dirmelo che l'avevi già visto'', addentò l'ultima fetta di pizza.
''E' sempre la prima volta, con Frankenstein Junior. E' il mio film comico preferito''
''Anche il mio. Hey! Non puoi fumare qui, mio padre ci uccide!''
Si sdraiò sulla schiena, distogliendo l'attenzione dallo schermo, e prese a fissare il soffitto buttando fuori una densa nuvola di fumo.
''Ma dai, trasgredire ogni tanto fa bene! Dov'è finita la tua ribellione adolescenziale?''
''La sfogo con la musica, ora che non posso più fare a botte nei vicoli'',gli tirò un pugno sulla spalla, rubandogli la sigaretta e portandosela alla bocca.
''Che ti ha fatto comprare quella schiappa di Hibiki?''
''Ma povero Ryoga, che ti ha fatto? E poi ha degli ottimi gusti: Black Sabbath, Stone Roses, Smiths...''
''Bleah! To die by your side it's such an heavently way to die... Che sviolinata. Devi venirci con me a comprare i cd!''
''Quando non sei impegnato con Shampoo...'', si morse la lingua. Perchè l' aveva tirata in ballo? Stava andando tutto così bene.
''Diciamo che...'', si prese un istante per riflettere e soppesare bene le parole, ''Credo che avrò molto più tempo libero, a partire da domani. Sempre che tu decida di rimanere a casa tua''
''Non ha funzionato?''
''Non è il tipo di persona con cui mi piace avere a che fare''
''Eppure...''
''Eppure?''
''E' così sexy, disinibita, disponibile...''
''Sarà...'', spostò i cartoni di pizza appoggiandoli per terra, si appoggiò allo schienale del letto e la prese di peso, facendola ranicchiare a lui e cercando di coprirla con un lenzuolo, ''Ma sai una cosa, Akane? Anche se puoi avere chiunque tu voglia,  alla fine scegli sempre quella che ti fa ridere''
''E chi sarebbe la fortunata?''
''Quando lo scoprirò sarai la prima a saperlo. Ora vatti a mettere un pigiama che se ti addormenti vestita io non ti spoglio''
''Ma chi si vuole far spogliare da te, maniaco?''
Presero a picchiarsi, come al solito. In qualche modo, pensò Ranma asciugando il sangue che gli colava dal naso mentre Akane si scusava in tutte le lingue del mondo, qualunque cosa ci fosse tra di loro, anche le schermaglie e la violenza domestica, era meglio del silenzio.
Finchè quella bizzarra unione avesse funzionato ne sarebbe stato felice. Indipendentemente da dove li avrebbe portati, in futuro, finchè funzionava andava bene così.



Come avete visto sono stata bravissima ed ho aggiornato (quasi) subito!  Spero di essermi fatta perdonare per lo scorso capitolo e mi auguro che questo non sia troppo lungo e pieno di pezzi inutili o comunque evitabili.
Lo so che sono andata oltre ogni frontiera dell' OOC inventandomi addirittura il cognome di Shampoo, ma non riuscivo ad immaginare questo capitolo se non così. Non so se ci siano typo o refusi o quant'altro, mi ritrovo sempre a finire i capitoli alle 3 di notte e, all'ultima rilettura, ho iniziato a sentire le voci come il bambino del Sesto Senso, praticamente me lo sono auto-doppiato nella mente, povera me, mi sto esaurendo!
La citazione di Woody doveva essere quella Chiave di tutta la storia (non potevo pensarci prima e chiamarla così?) e stare molto più avanti nella narrazione, ma mi andava di metterla qui , spero sortisca comunque il suo effetto.
Grazie di cuore a chi legge e commenta, io non capisco come facciate ad essere così tanti e non so se me lo merito, ma ne sono ovviamente felicissima!
Alla prossima!

  
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