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Autore: Reagan_    16/01/2014    1 recensioni
Ci si può innamorare senza riserve e senza motivo? Anche quando si è diversi, opposti?
Georgiana Sullivan è una analista finanziaria, cresciuta in una famiglia benestante della New York dei grattacieli.
Donald Jeter è un medico afromericano specializzando in chirurgia che si divide fra il lavoro, lo studio e il volontariato nel suo vecchio quartiere degradato.
Diversi eppure innamorati.
Opposti eppure simili.
Nella New York delle luci e delle risate offuscate dal buio della Guerra Fredda.
Storia che partecipa al "Slice of Life" Challenge.
Genere: Generale, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Storia che partecipa alla Challenge "Slice of Life" indetto da areon.
Link Challenge:http://freeforumzone.leonardo.it/d/10511289/-Slice-of-Life-challenge/discussione.aspx
Prompt: Bicchiere di vino
Titolo: Giugno 1973 - Un bicchiere di vino
Autore: Reagan_
Fandom: Originali-Romantico
Personaggi: NC
Genere: Romantico
Rating: Verde
Avvertimenti: Nessuno
Lunghezza: (conteggio parole e numero pagine):1635

L'acqua divide gli uomini; il vino li unisce
Libero Bovio

http://i44.tinypic.com/2mqj8zo.jpg











Un Bicchiere di Vino




Georgiana si guardò attentamente allo specchio e non poté non inorridire quando notò le occhiaie e il viso smunto e stanco.
Aveva rigettato la veloce colazione che aveva ingurgitato mentre Joelle le sistemava i capelli castani in una complicata acconciatura nuziale.
-Sei sicura di non aver preso lo stesso virus di Henry. E' da due settimane che rigetta il cibo la mattina presto.- suggerì Joelle seduta poco distante da lei ed impegnata nella complicata attività di far addormentare suo figlio.
Georgiana passò una salvietta inumidita sul viso e la nuca e sciolse l'acconciatura.
Era da un po' che sospettava di essere incinta.
Le nausee erano diventate evidenti e l'assenza di febbre e altri problemi l'avevano definitivamente convinta. Eppure non voleva cercare nessun tipo di conferma per ora. Voleva godersi la festa di nozze, il cibo e la musica, chiacchierare con i diversi parenti di Donald e partire per una brevissima luna di miele nei dintorni di Long Island.
Con una mano leggermente tremante sfiorò il ventre e non poté fare a meno di sorridere.
L'idea di avere un figlio le piaceva.
Henry e Joelle pochi mesi prima avevano accolto con grande gioia il loro primogenito che era riuscito nella difficile impresa di calmare i nervi del padre e rasserenarlo definitivamente.
Sorrise e ricominciò a pettinarsi i capelli.



Donald si guardò intorno e tossì più volte prima di buttare giù del liquore che un Henry semi-addormentato gli aveva allungato. Gli venne quasi da vomitare, ma si trattenne, marciò verso l'unica bottiglia di vino non del tutto finita e si attaccò al suo collo come se non bevesse da secoli.
La sbronza della sera precedente lo aveva ridotto ad uno straccio e l'idea che si sarebbe sposato fra meno di un'ora lo spaventava.
Henry, reduce da notti bianche passate a cullare un bambino in preda dalle coliche, e decisamente frustrato dalla sua nuova condizione, si era gettato volentieri sull'alcool.
Il resto del gruppo che aveva partecipato all'addio al celibato non era messo meglio dello sposo.
Qualcuno bussò ed entrò nella piccola stanza da letto, era uno dei figli di suo cugino, e li avvertì che la sposa era leggermente in anticipo e che avevano quindi solo mezz'ora.
Mezz'ora per recuperare un po' di sonno, un aspetto sano, gli abiti nuziali e le fedi.
Le labbra di Donald si aprirono in un sorriso e non poté non reprimere un'allegra risata.
Henry aggrottò la fronte e fissò l'amico di scuola con qualche perplessità.
-Lo sai che abbiamo ceduto le auto alle signore e quindi dobbiamo camminare per mezz'ora. Per cui abbiamo solo pochi e preziosi minuti?- ricordò Henry Rodham.
La risata di Donald si spense improvvisamente.



L'abito di Georgiana era piaciuto a molti, ma la signora Norma Jeter non si trattenne dal definirlo “eccessivamente sfacciato”.
Le spalle e la schiena erano coperti da un pizzo leggero e particolare, la gonna a vita alta si apriva ampia e leggera ed arrivava appena alle ginocchia.
Ai piedi delle semplici scarpe bianche con un tacco medio e solido.
La veletta copriva solamente i suoi occhi e Donald rimase incantato dal sorriso misurato di quelle labbra che ora voleva solamente baciare.
Una volta che lei, al braccio di Henry, arrivò accanto a lei, le prese una mano inguantata e la baciò delicatamente.
La cerimonia non fu lunga.
Georgiana si tolse i guanti e con le mani strette nelle sue pronunciò le fatidiche parole con voce ferma e sicura. Donald fu meno controllato e la sua voce tremolante si espanse dal microfono per tutta la navata.
Rabbrividì quando sentì il freddo metallo dell'anello a contatto con il suo anulare.
Era fatta, si disse mentre il reverendo li benediceva, era un uomo sposato.
-… Vi dichiaro marito e moglie. Donald puoi baciare la sposa.-
Georgiana gli sorrise e lui la baciò con delicatezza.
Gli ospiti sorrise ed applaudirono educatamente.
Sfilarono per la navata entrambi irrigiditi dalle diverse emozioni e si guardarono felici.
-C'è una cosa che devo dirti … - bisbigliò Georgiana stringendogli con forza la mano.
-Dopo, quando saremo in macchina.- disse lui sbrigativo mentre stringeva mani e salutava vari parenti. Il viso di Georgiana si contrasse appena, ma non esibì null'altro che un sorriso comprensivo.
Salutò i pochi membri della sua famiglia, due cugini e l'ex moglie di suo zio e gli amici e colleghi di suo marito. Il rito delle foto davanti alla navata fu particolarmente lungo e gli sposi erano irritati e stanchi ed accolsero l'arrivo dell'auto con gioia.
Georgiana aggrottò la fronte contrariata quando vide che Bertie, suo cognato, uscì e lanciò le chiavi a Donald. A quanto pareva Donald aveva insistito per guidare per conto suo.
Donald percorse veloce le strade silenziose dei dintorni di Harlem e si ritrovò nel ben più raffinato Brooklyn Heights dove ormai vivevano stabilmente da un paio di settimane. Donald si fermò di fronte alla casa e senza darle molte spiegazione la fece scendere.
La trascinò a casa e senza nemmeno ascoltare cosa lei stava dicendo la prese in braccio e varcò la soglia della loro dimora.
-Missione numero uno compiuta.- disse camminando per l'ingresso. Georgiana allacciò le braccia intorno al collo e ridacchiò.
-Puoi mettermi giù, uomo forzuto?- chiese lei, il marito ubbidì e la adagiò sul divano.
Si guardarono intorno e si sorrisero.
-Siamo sposati.- mormorò Georgiana. -Siamo sposati da un'ora.-
-E già te ne penti?- domandò scherzando Donald.
Georgiana gli sorrise gelida.
Da un po' le battute del suo neo-marito sul pentimento o sulle seconde possibilità la irritavano e la offendevano, ma qualcosa le impediva di esporsi e farglielo capire.
Donald le si avvicinò e le baciò il collo e le sue mani viaggiavano pericolose fra le cosce e la sottoveste del vestito.
-Don, stasera avremo tutto il tempo … -
-Stasera saremo entrambi troppo alticci per goderci la serata come si deve.- le rispose slacciando la cravatta e la giacca.
Georgiana sentì chiaramente la pronta erezione quando Donald si chinò su di lei e non riuscì a non arrossire e a sentirsi quantomeno eccitata.
Si tolse il cerchietto con la veletta, scalciò via le scarpe e alzò la gonna mentre Donald si dedicava al suo collo e alle sue labbra.
Fu un amplesso rapido, confuso e poco appagante.
Il primo a dispiacersene fu proprio Donald che tentò di rimediare dedicandosi a qualche coccola.
-Dovremmo raggiungere gli altri … -
-No, prima di un goccio, altrimenti non saprò come affrontare tutta quella gente.- disse alzandosi e andando in cucina.
Georgiana si sentì leggermente intontita, un po' dal sesso sbrigativo, un po' dalla nausea crescente.
Donald tornò qualche secondo dopo con due bicchieri di plastica e una bottiglia di vino.
-Ecco qua per la mia signora, il primo bicchiere di vino da sposati.- le disse sorridendogli.
Georgiana accettò ma l'odore sembrava aumentarle il disagio allo stomaco. Lo posò subito a terra.
-Credo che sarà il mio ultimo bicchiere di vino, Don.-
Donald non sembrò capire che cosa volesse dire, si sporse vicino a lei e la fissò attentamente. -Non dirmi che stai male?- le appoggiò la mano sulla fronte ma non notò nulla di preoccupante.
-Donald … E' da un po' che … - farfugliò Georgiana. -Penso di essere incinta.- disse tutto d'un fiato.
Donald sgranò gli occhi sorpreso e tossì a lungo a causa del sorso di vino che si era bloccato in gola. Georgiana lo fissava divertita.
-Non mi dire che sei sorpreso, dopotutto siamo sposati.- gli disse.
-E come … Ma quando?- domandò lui incredulo.
La donna alzò le spalle. -Non saprei, pensandoci direi un mese fa.-
-Un mese fa … - balbettò lui. -Ah, diamine la festa per la casa!- esclamò passandosi una mano sul volto. -Eravamo alticci e non ci siamo preoccupati di nulla.-
Donald notò lo sguardo severo di sua moglie e per un attimo si rese conto di non aver reagito come avrebbe dovuto. Nemmeno lui sapeva cosa stesse provando, era felice, era spaventato, era irritato dal fatto che era arrivato proprio quando aveva prospettato un annetto di vita coniugale in due.
Le passò un braccio intorno alle spalle e l'avvicinò a sé.
-Sono un uomo fortunato. Mi sono appena sposato con la donna più bella della nazione e fra qualche mese diventerò padre … - mormorò con voce gentile. Portò una mano sul suo ventre e lo strinse.
Si guardarono  a lungo negli occhi.
-Dimmi la verità, sei felice?- domandò Georgiana cercando di non sembrare una strana lagna.
Il marito scosse la testa e s'inginocchiò accanto a lei, abbracciò il ventre della moglie e baciò la stoffa che copriva il ventre.
-Ora sei ancora più importante per me. Più mia.- le disse con voce emozionata.
Si baciarono e fu difficile spiegare ai parenti per quale motivo avessero ritardato così tanto, dopotutto dovevano solamente cambiarsi gli abiti.



Il ricevimento fu un grande successo.
Bianchi e neri, ispanici e stranieri di passaggi, uomini colti e uomini stolti, tolte le divise con cui adoravano contraddistinguere la loro posizione sociale, erano bastati pochi brindisi e molte bottiglie per unirli.
Donald non riusciva a stare lontano da Georgiana nemmeno per un secondo.
Joelle per la prima volta dopo la nascita di suo figlio si era sentita solamente una donna ed aveva ballato a lungo con Henry e gli altri invitati.
I colleghi di Donald si aggiravano pacifici per la sala, ballando e bevendo, invidiando lo sposo per essere riuscito a conquistarsi una donna affascinante come Georgiana.
Gli amici della sposa dopo un'iniziale indifferenza, ora volteggiavano per la pista.
A fine serata, quando anche Norma Jeter decise che era meglio andarsene, Donald invitò per un ultimo ballo una stanchissima Georgiana che decise di togliersi prima le scarpe.
Ballarono senza musica, ondeggiando per la sala con grazia e gli occhi chiusi.
-Sei felice?- domandò Donald fermandosi e accogliendola in un forte abbraccio.
-Sì. E tu?-
-Sì, sono decisamente felice.-




   
 
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