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Autore: nobodyishopeless    16/01/2014    1 recensioni
Dopo essere stato preso in ostaggio dalla setta di Benjamin Cyrus in Colorado, con la sua collega Emily Prentiss che per proteggerlo era stata picchiata davanti ai suoi occhi, il giovanissimo dottore, Spencer Reid ha maturato in sè un profondo e bruciante senso di colpa.
Faith è la nuova e giovane psicologa della BAU che si occupa di tranquillizzare lo stato mentale dei componenti della squadra di analisi comportamentale. La giovane ha 23 anni, un laurea quinquennale in psicologia e un anno di tirocigno in accademia FBI.
Fa un ingresso prepotente nella vita dell'insicuro dottore cercando di aiutarlo e di evitare che lui scopra i suoi segreti, in realtà la giovane ragazza ha molti più scheletri nell'armadio di quanto sembri. Tuttavia l'amore bruciante potrebbe travolgerli in un vortice senza uscita.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Episodio 2x01 Gideon :
"I difetti e le tare dell'anima sono come le ferite del corpo:
nonostante gli sforzi inimmaginabili fatti per guarirle,
rimane sempre una cicatrice"
Francois La Rochefoucauld
.

Don’t be afraid.
 
Al funerale avevano fermato un sospettato e lo avevano portato in centrale. Prentiss e Rossi lo interrogarono, mentre Reid rimase fuori, dietro il vetro a osservare il linguaggio del corpo dell’uomo. Era stato beccato mentre filmava il funerale di Ethan  Ace, lo avevano classificato come pervertito quale era, inoltre il video del funerale completava uno dei campi fondamentali dei serial killer, rapitori e stupratori di bambini: il trofeo. Il trofeo era estremamente importante per i serial killer, indicano un attaccamento quasi morboso nei confronti della vittima. Mentre Spencer guardava il linguaggio del corpo ritroso dell’uomo accanto ad un agente, entrò Derek con un fascicolo tra le mani.
-Ha confessato?- chiese.
-No, ma è sicuramente un pervertito!- rispose a denti stretti l’agente. Reid notò il fascicolo della polizia di Las Vegas.
-Che cos’è?- chiese allora a Derek con un cenno, indicando i fogli.
-Scusi può lasciarci un minuto?- domandò Derek all’agente. Quello annuì e uscì dalla stanza.
-Il nome Riley Jankins ti dice niente?- chiese poi rivolto al giovane dottore, lui scosse la testa.
-Pensa.. –gli suggerì Derek, ma ad un’altra occhiata inconsapevole dell’amico ci rinunciò e iniziò a spiegare-Violentato e ucciso all’età di sei anni.. secondo i miei calcoli tu ne avevi circa quattro. È stato trovato nello scantinato..”
A quel punto Spencer sgranò gli occhi, ebbe un flashback. Quel bambino, Riley colpiva una palla da baseball con la mazza.
Il sospettato che avevano fermato si rivelò innocente, almeno per quel che riguardava la morte di Ethan e il rapimento di Michael Bridges. Non conosceva i dettagli dell’omicidio, ma era sicuramente un predatore. A quel punto, Spencer aveva le idee terribilmente confuse, quindi decise di prendere una pausa e andare a trovare sua madre al centro salute mentale di Las Vegas. C’era un idea che gli volava in testa. Passò a casa dei Bridges, dove JJ e Faith stavano parlando a voce bassa senza perdere di vista la madre, distrutta.
-Ehi Spence che ci fai qui?- gli chiese JJ notandolo per prima.
-Ehm.. beh ecco.. io volevo un attimo Faith… potresti venire con me un secondo?- chiese impacciato preso alla sprovvista. JJ sorrise debolmente per poi spostare lo sguardo sulla psicologa mora che arrossì lievemente e si spostò in cortile seguendo Spencer.
-Dimmi Spencer… che succede?- domandò Faith con la solita voce pacata e tranquilla.
-Io ho cominciato a ricordare cose che mi stanno spaventando, vorrei andare da mia madre per parlarle di questi ricordi e verificarne l’attendibilità. So che mia madre forse non è la persona più indicata ma è tutto quello che ho.- rivelò Spencer senza aver coraggio di chiedergli il resto.
-Credo che sia una buona idea, ma sicuro che puoi farlo mentre sei in servizio?- domandò Faith
-In realtà devo parlare  con uno psichiatra in casa di cura, devo domandargli di fare un controllo, pensiamo che l’S.I. sia stato ricoverato e ne sia uscito da poco.- rispose Spencer. Per poi prendere un respiro e farle la vera domanda.
-Non ce la posso fare da solo… potresti venire assieme a me?- le domandò infine diretto. Faith ci pensò, in fondo Hotch l’aveva fatta chiamare per prendersi cura di Spencer, lei non era ancora in servizio.
-Volentieri, prendo la giacca.- accettò quindi rientrando in soggiorno per afferrare la giacca di pelle nera e seguire il dottore in auto.
Durante il viaggio in macchina il silenzio li avvolgeva facendo volare i loro pensieri.
-Come hai fatto a capirlo che l’S.I. è appena uscito da un centro salute mentale?- domandò Faith per rompere il silenzio.
-Beh… consideriamo le telefonate, conclude sempre dicendo “I due minuti sono finiti” ci sono regole ferree sul tempo in cui si può stare al telefono, e credo che l’ S.I. potrebbe essere appena uscito, per questo il suo linguaggio non è mutato.- spiegò Spencer parcheggiando il suv. Dopo poco entrarono insieme nella struttura, aspettarono in sala d’attesa per pochi minuti, finché non comparve un medico piuttosto basso, sui sessant’anni con la barba grigia e degli occhialetti spessi.
-Dottor Reid salve, sua madre sarà felice di vederla.- lo salutò allegro.
-Grazie dottor Monthgomery.. mentre parlo con lei, avrei bisogno di un favore…- esordì Spencer frugando nella sua tracolla per poi estrarne un foglio che porse al medico – Questo è il profilo di una persona  che stiamo cercando, pensiamo sia recentemente uscita da una casa di cura come questa, so che per la privacy sarà dura… ma se potesse dare il profilo ai suoi colleghi sarebbe davvero utile.- disse Spencer mentre il medico fissava il foglio che gli era stato dato.
-Vedrò quello che posso fare. Sua madre è in stanza relax.- rispose il dottore per poi sparire dal corridoio. Faith lanciò un’occhiata a Reid perché le dicesse se fosse il caso di rimanere o di stare fuori mentre lui parlava con sua madre.
-So che ti sentiresti un po’ a disagio quindi puoi pure aspettarmi qui.- la istruì infatti Spencer, la mora annuì con un sorriso incoraggiante, Spencer le stampò un bacio sulla guancia e poi entrò in aula relax. Vide sua madre seduta su una poltrona verde acqua che ammirava il cortile fuori dalla finestra, il giardino era ben curato, la giornata era incredibilmente serena e il sole illuminava ovunque senza risparmiare nulla.
-Ciao mamma.- la salutò alle spalle, la donna si voltò e si tolse gli occhiali mostrando gli occhi azzurri pieni di vita e allegri alla visione del figlio.
-Spencer, sono felice di vederti.- lo salutò anche lei. Il giovane si sedette accanto a lei su una sedia di vimini con un cuscino celeste.
-Come mai sei qui?- chiese la donna rivolgendogli uno sguardo indagatore.
-Un caso di un bambino scomparso.- rispose lui.
-Non mi piace che lavori su queste brutte cose.- borbottò lei posando su un tavolino il libro di Leopardi che teneva fra le mani.
-Mamma io conoscevo un bambino che si chiamava Riley Jankins?- domandò finalmente Spencer affrontando il motivo per cui fosse venuto a trovarla.
-Riley? Era un amico immaginario.- rispose la donna.
-No, esisteva davvero e gli è successo qualcosa.- ribadì Spencer.
-Cercherò di ricordare Spencer ma ora come ora non mi viene in mente nulla.- confessò la donna.
-Va bene mamma.-
-Sei troppo magro, non è che ti sei innamorato?- chiese d’un tratto Diana. Spencer arrossì preso alla sprovvista. Diana sorrise cogliendolo in fallo.
-Una madre sa… siamo animali Spencer. Sentiamo le cose.- replicò la donna rincarando la dose.
***
Nel frattempo Faith aveva ricevuto una chiamata da Hotch.
-Faith il killer è una donna, lo si capisce da quello che dice, quando parla dei vestiti dei bambini dice i dettegli, nessun uomo direbbe mai aggettivi come “maglietta verde lime”. Avverti Spencer ci troviamo in centrale, il profilo cambia tutto.- espose infine Hotch alla ragazza.
-Ok, torniamo subito!- esclamò Faith pronta a interrompere Spencer e sua madre, ma non fece in tempo a voltarsi che andò a sbattere contro Reid che le stava venendo incontro.
-Il killer è una donna!- esclamarono all’unisono per poi fare delle facce scioccate.
-Non solo è una donna, ma lei crede che Ethan e Michael siano dei neonati, probabilmente ne ha perso uno recentemente e vuole a tutti i costi rivivere la perdita.- continuò Spencer stupendo Faith.
-Sei sempre un passo avanti tu eh?- scherzò per poi proseguire assieme a lui verso il parcheggio.
Una volta in centrale, Spencer spiegò la situazione agli altri componenti della squadra, quindi fecero venire la signora Bridges e suo marito a visionare il video.
-C’ è stato un momento in cui ha detto “lui è qui”, cosa ha sentito per poterlo dire?- domandò Hotch mentre Morgan e Prentiss stavano allestendo l’impianto video per mostrare il filmato che aveva fatto il sospettato precedente.
-Ho sentito un brivido e qualcuno che mi osservava.- rispose fredda la donna bionda.
-Ora non deve fare altro che rivivere tutto questo nel video, in modo da capire da chi provenisse quell’occhiata raggelante.- concluse Spencer.
Faith era sulla soglia appoggiata allo stipite della porta.
La donna riconobbe subito l’artefice dello sguardo che le aveva fatto accendere i nervi. Indicò una bionda tinta con sguardo indagatore e piuttosto inquieto. Così la squadra chiamò Garcia.
-Ditemi tesori miei!- li salutò lei con la sua voce squillante e armoniosa.
-Devi cercare una donna bionda che ha perso di recente un bambino, fai un controllo incrociato con le targhe da noi raccolte al funerale.- disse Emily.
-Zero.- disse Penelope dopo alcuni istanti.
-Nulla?- chiese Hotch dando voce ai pensieri di tutti.
-E prova a vedere se sono parenti di qualcuno che è appena uscito dal centro salute mentale e ha perso un bambino di recente.- propose Spencer –Se è mentalmente instabile dipenderà ancora dai genitori.- espose ai colleghi.
Garcia non ci mise molto a trovare l’identità dell’assassina e ad estrapolare il luogo in cui viveva in quel momento. In fretta Hotch partì nel suv con Derek al volante, Emily e David nei posti dietro, mentre Spencer e Faith fecero una strada più nascosta, conosciuta da Spencer che li portò direttamente sul retro del ranch in  cui viveva la donna. Erano arrivati leggermente in ritardo rispetto ai colleghi che si trovavano sul fianco destro dell’abitazione. La donna aveva acceso un fuoco e con un pupazzo stava rivivendo la scomparsa di suo figlio.
-Il mio bambino è morto!- continuava a gridare.
-Non è così, è vivo ed è con delle persone che si stanno prendendo cura di lui.- replicò Prentiss mentre avevano le pistole puntate sulla donna.
Nel frattempo Faith stava seguendo Reid che era entrato nel ranch da dietro. In silenzio con la tensione alle stelle Spencer si muoveva con la pistola tra le mani.
-Stai indietro.- sussurrò Spencer.
-Ho anche io una pistola!- replicò lei.
-Non mi importa, non sei ancora in servizio!- esclamò Reid mentre entrava in una stanza.
Il giovane aprì la porta dell’armadio e ritrovò il piccolo Michael Bridges che non appena scorse la sua figura gli corse in contro. Spencer lo afferrò e lo tirò su stringendolo forte e percependo tutta la sua paura, Faith gli posò una mano sulla spalla e sospirò, Spencer le sorrise incoraggiante facendola arrossire.
Intanto Hotch aveva fatto portare i genitori di Micheal all’indirizzo della colpevole, in modo che potessero rivedere il loro bambino sano e salvo. Videro Spencer che teneva in braccio il loro bambino seguito da Faith che lo guardava fiera di lui. Il bambino scese dalle braccia di Spencer e corse fra le braccia dei preoccupati genitori che piangevano dalla gioia. Hotch si affiancò a Spencer e Faith che guardavano ammirati la scena d’amore davanti a loro.
-E’ sempre così?- domandò Faith per capire quello che l’attendeva.
-Magari.- ripose Hotch facendosi scappare un sospiro.
-Ricordati di questo giorno… e non sarà così difficile.- le consigliò Spencer.
 
 

Eccomi qua criminal minds fans, non sono morta.
Ho avuto bisogno di un periodo di pausa, almeno su questa storia, ma ora sono tornata.
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito lo scorso capitolo e spero che qualcuno commenti anche questo,
grazie a chi è rimasto e a chi è nuovo.
Al prossimo capitolo, ne vedremo delle belle.
Vi lascio con il mio
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a presto, Mar.

 
 

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