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Autore: Lunatica_ro_564    16/01/2014    0 recensioni
lui non aveva speranze... del resto era un lupo mannaro!
***
E dire che se glielo avessero raccontato qualche giorno prima non ci avrebbe creduto.
Chissà che cosa avrebbe detto Lupin quando l’avrebbe scoperto!
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Si ricordò il primo giorno che incrociarono gli sguardi. Era accaduto anni prima e già da allora quegli occhi avevano avuto uno strano potere su di lui.
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la storia di un licantropo che ha amato la vita grazie ai suoi malandrini e al suo più grande amore...
Genere: Avventura, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Nimphadora Tonks | Coppie: Harry/Ginny, Lily/Severus, Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Le tende erano appena scostate e un flebile raggio di sole le colpì il volto pieno di graffi che si stavano cicatrizzando. La sera prima aveva sentito Lily sussurrarle all’orecchio che quella mattina le avrebbe passato un ungente così che non sarebbe rimasto niente sulla sua pelle quasi angelica. Si mise a sedere, ma questo le costò molto. Subito la testa prese a dolergli. Con la testa ciondolante uscì dalla stanza e si ritrovò in un corridoio illuminato dai raggi caldi del sole che entravano da una finestra enorme proprio affianco alla porta da dove era appena uscita. Le piaceva quella casa. Profumava di amore e la gioia era come carta da parati che era stata attaccata in ogni angolo della casa. Si affacciò alla finestra e vide molta gente che girava per le stradine di Godric’s Hollow. Era una cittadina perfetta per una coppia di neo-genitori. Era così felice che il piccino fosse nato! Non si ricordava bene il nome però… forse Harold… oppure Harvey… non se lo ricordava proprio… del resto lei non aveva mai avuto una buona memoria. Era davvero una buona giornata e ipotizzò che i Potter fossero usciti per far prendere un po’ di sole al nascituro. Lei li conosceva bene i Potter. Due Auror senza macchia e senza paura. Avevano combattuto contro Mangiamorte e molti di questi, grazie a loro, erano finiti ad Azkaban. Lei voleva essere esattamente come loro, ma… stava ancora studiando per diventare una brava Auror. Scese le scale e si ritrovò in un salotto molto grande, con un pianoforte accanto a una porta-finestra che portava in quello che lei pensava fosse un giardino. Iniziò a camminare verso il presunto giardino, ma si fermò e cadde sul soffice tappeto. La testa era pensante come un bolide… non riusciva ad alzarsi… Pensò a Remus… Remus… già le mancava molto. Eppure era passata solo una sera da quando l’aveva visto per l’ultima volta… in forma umana… Perché non le aveva raccontato subito tutto? Perché aveva fatto così il misterioso? Pensava forse che lei era piena di pregiudizi e non l’avrebbe accettato? Lei amava Remus! Come poteva lasciarlo per una cosa di cui lui non aveva colpa! Questo pensiero le bastò per darle la forza di alzarsi e uscire nel giardino. La luce del sole l’accecò per pochi secondi. I suoi occhi si abituarono subito alla forte luce. Si guardò intorno e vide un’enorme siepe che oscurava la vista della porta-finestra allo sguardo dei curiosi. L’erba era di un verde abbagliante. Poco più in là di dove si trovava lei c’era un grosso salice piangente che le ricordava terribilmente Hogwarts. Una fitta di nostalgia le passò il cuore da parte a parte. Le mancava Hogwarts… era la sua casa, visto che quelle quattro mura dove attualmente viveva con i Tonks le stavano abbastanza strette. I suoi genitori ultimatamente erano alquanto irritabili e non poteva proferir verbo senza che loro alzassero la voce e uscissero dalla stanza dove c’era anche lei. Questo la feriva molto e voleva scoprirne di più: loro non erano mai stati così. Decise di farsi un giro per la cittadina, però non volendo farsi riconoscere sfruttò i suoi poteri da metamorfomagus. Si guardò nel vetro della porta-finestra: aveva l’aspetto di una comune ragazza di città. Capelli scuri, occhi marroni e sguardo sorpreso donavano alla ragazza le sembianze di una tipa qualsiasi in cerca del suo futuro perfetto in una cittadina come quella. Aprì il cancello e s’immerse in quel bazar di colori e odori. Mentre camminava per le strade di Godric’s Hollow si sentiva libero, con il mal di testa che andava scemando. Si sentì tirare per un braccio e si trovò mano nella mano di un ragazzo a lei sconosciuto. La stava trascinando ridendo dentro un negozio vecchio e malconcio, un negozio di libri di testo. Mentre la trascinava rideva e parlava di cose a lei sconosciute come un viaggio e di quanto lei gli era mancata. Ma lei non lo conosceva! Si fermò di colpo e lasciò la mano del ragazzo: - Per tutte le mutande consunte di Merlino! Si può sapere chi sei, Santo Merlino?!- chiese più infuriata che mai. - Come chi sono? Erica…? Sono io! Robert! Il tuo… fidanzato!- - Oh… santo… Salazar!- capì tutto in meno di un secondo. Lei si era trasformata in una “copia” della fidanzata di quel ragazzo bizzarro. Aveva combinato un guaio e non sapeva più come uscirne. - Chi è Salàssar?- chiese il presunto Robert iniziandosi a ingelosire. E ora cosa avrebbe fatto?! Era in un bel guaio! E non poteva nemmeno tornare sé stessa! L’avrebbero scoperta e sicuramente il Ministro della Magia non ne sarebbe stato contento. Le avrebbero spezzato la bacchetta, non sarebbe più riuscita a diventare Auror (non che attualmente avesse molte possibilità di diventarlo a causa della sua goffaggine ereditata dalla nonna materna), l’avrebbero evirata e esiliata dal mondo Magico, sarebbe stata la sua fine! - Ciao cara, come stai? Tutto bene? Robert, non l’hai nemmeno fatta accomodare! Vieni cara, vieni..- disse una donna interrompendo tutte le sue previsioni per un futuro ormai prossimo e sbucando da dietro il bancone. La trascinò verso una porta che dava sul vecchio e sporco retrobottega. Sarebbe stato inutile opporre resistenza, non poteva scappare come niente fosse compromettendo la reputazione della presunta “Erica”: lei non era stata smistata a Serpeverde proprio perché non poteva scappare come se niente fosse! E non era nemmeno stata smistata a Grifondoro! Il motivo lo si poteva capire benissimo semplicemente guardandola negli occhi: era terrorizzata e non osava proferir parola. Lei era una Tassorosso! Cosa ci faceva in una situazione simile?! - Accomodati cara, sarai stanca dopo questo viaggio così lungo! Dimmi… come sta la zia? È da molto che non ho sue notizie!- - Io… veramente…- - E lo zio? Mi hanno detto che ha iniziato di nuovo a bere. Che furfante…! - Mamma, basta! È così stanca! Dopotutto si è sorbita per 12 ore una vecchina simpaticissima ma anche molto pettegola che si era seduta accanto a lei nel treno. Lasciala un po’ rilassare!- e il suo salvatore fu proprio Robert! - Va bene… seguimi. Ti porto nella tua stanza. Ho cambiato le lenzuola proprio questa mattina! Le borse le andremo a prendere domani. Come dice Robert, hai bisogno di riposarti!- Disse le donna di cui ancora non ne conosceva il nome. Salendo le scale di legno dietro la donna Tonks si ritrovò a pensare che se non fosse in mezzo a un fiume in piena di guai, si sarebbe messa anche a ridere in una situazione così stramba! E dire che se glielo avessero raccontato qualche giorno prima non ci avrebbe creduto. Se le avessero detto:” Sai, sarai salvata da un ragazzo babbano di nome Robert bello come uno di quegli attori americani babbani! E tu resterai a dormire a casa sua! Sotto lo stesso tetto!” lei avrebbe risposto sicuramente con uno dei suoi bestemmioni che facevano impallidire (se così è concesso dire) persino Nick-quasi-senza-testa. I malandrini si sarebbero complimentati con lei per la sua rara capacità di immergersi in casini dopo nemmeno aver preso famigliarità con il luogo. Era un record! Chissà che cosa avrebbe detto Lupin quando l’avrebbe scoperto!
  
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