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Autore: Stray    02/06/2008    4 recensioni
"Passa la storia, passano anche gli uomini che l'hanno scritta. Ma questa sabbia non vedrà mai il mare: quello che vi abbiamo scrito, non verrà mai cancellato del tutto..."
Ishvar, una guerra, l'inizio di tutto.
Quello che la Storia non ha riportato, ma che non si può dimenticare.
Genere: Generale, Introspettivo, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Maes Hughes, Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Losing the meaning

“Il maggiore Armstrong è stato rispedito a casa a calci in culo”

Sebbene il tono sia ironico, a Maes non sfugge il retrogusto amaro dell’invidia.

“Era da scommetterci sopra: non avrebbe retto a lungo, lo sapevamo tutti…”

“Già… Avrebbe fatto meglio a restare a Central, senza darci fastidi.”

“Vuoi dire senza ricordarci che fare discorsi del genere non è umano?”

Così vorrebbe rispondere a Roy, ma non è sicuro di riuscire a tenere insieme i pezzi in cui l’amico si frantumerebbe. Certe verità, conosciute da tutti, persino dai singoli granelli di sabbia su cui strascicano i piedi, è bene non vengano pronunciate ad alta voce – formule dissolutive di un incantesimo di cui vogliono disperatamente rimanere prigionieri.

“Hai visto Riza?”

Maes indica l’esile figura infagottata nel pastrano sbiadito con il mento, come se persino pronunciare il nome di lei potesse incrinare l’equilibrio che ha faticato tanto a costruire. O forse solo perchè non ammetterà mai di poter provare quel genere di rancore che non chiamerà mai con il suo nome – ma l’alchimista di fuoco non è uno stupido, e come l’invidia, la gelosia è un sentimento relativamente facile da individuare.

Diamo tempo al tempo, conclude Roy mentre si alza stancamente e la raggiunge, senza voltarsi indietro una sola volta: tempo al tempo, tempo all’amico che comprenderà, accetterà, prima o poi.

Riza rigira la tazza fumante di brodo tra le mani, soffiando di tanto in tanto sul liquido scuro e decisamente poco invitante.

Non ha bisogno di sentire il “vieni” appena sussurrato alle sue spalle. Si alza ancora prima di vedere la sua ombra affondare tra le increspature provocate dal suo respiro, sulla superficie della minestra bollente.

“Un altro codardo se n’è andato…”

Dice solo questo, mentre le tocca la guancia con la punta delle dita, al riparo dentro la tenda logora scossa dalle raffiche di vento.

“Non credo che il maggiore Armstrong fosse un codardo. Forse era solo un uomo troppo buono per rimanere qui.”

E’ una delle frasi più lunghe che le abbia mai sentito dire. Sfiora appena le sue labbra nuovamente mute con il pollice, come se non fosse sicuro di averle viste muoversi, emettere alcun suono.

Un piccolo sorriso cerca di aggrapparglisi al viso con tutte le sue forze, e Riza sa - sa come gli anziani quando scrutano il cielo e annunciano i cambiamenti inafferrabili del tempo, sa come gli indovini chini sui loro cerchi di carte e ossa; sa come la compagna di una vita - che è l’inizio della fine.

“A volte vorrei avere il coraggio di essere un codardo…”

Tiene il viso di lui tra le mani - i palmi caldi contro le sue guance pallide, la presa decisa: non ti lascerò cadere. Non i lascerò cadere mai, un soffio veloce contro le sue labbra – trattiene le sue lacrime invisibili nelle dita chiuse a coppa, mentre lo bacia.

Eccomi qui! Oggi sono di buon umore: mi sono vista la parata del 2 giugno qui a bologna e come sempre, tante divise in una botta sola sono peggio di una droga (una mia amica mi ha trascinato verso i reggimenti ala fine della cerimonia, per fare delle foto: per quanto il mio cuoricino di fissata scoppiasse di gioia, volevo solo scavarmi una buca e sprofondare di vergogna! Beata lei che è così spigliata…). Senza contare che qui c’era un sole allucinante (al contrario di Roma), tanto che mi sono addirittura strinata, a stare due ore in piedi. Il caldo non è nemmeno da menzionare: mi chiedo come facessero tutti quei poveretti sull’attenti…

Ops, sto divagando un po’ troppo… Nel caso non si fosse capito, sono una grande fan delle forse armate ^^”…

Torniamo ad un altro esercito, ad altri soldati e a situazioni ahimè, non così rosee.

Un altro capitolo “digestivo” (l’ultimo, lo prometto), per così dire: oltre ai nuovi sviluppi nella relazione tra Roy e Riza, anche la reazione di Maes alla cosa rimane in sospeso, ma è una cosa voluta. Da quello che so. Prima di discutere con un amico, si tende a rimandare e a ingoiare rospi su rospi, aspettare in silenzio una risoluzione del problema spontanea che però puntualmente non si verifica.
Insomma, citanto Roy: tempo al tempo.

Nel frattempo, ne ho approfittato per menzionare un episodio che deve essere stato importante per i nostri personaggi, nonostante l’Arakawa non abbia mostrato le loro reazioni all’accaduto: l’insubordinazione e il congedo di Armstrong.

Ho provato ad immaginare cosa avrebbero pensato tutti e tre (ma in particolare Roy) del comportamento di quest’uomo, che cosa il suo atto (io suo crollo) avrebbero provocato in loro.

Ho giocato molto sul significato di coraggio/codardaggine, perché mi è sembrato che a Ishvar, non si riesca a capire bene se sia da codardi lasciare il campo di battaglia, o continuare a compiere carneficine per eseguire gli ordini. In effetti, non saprei proprio quale delle due strade sceglierei se fossi nei panni di uno di loro…

Aggiornerò il prima possibile. Bacioni!

PS x Rosicrucian e Nami: Dunque. Io non sono un genio del computer (piuttosto, il contrario…) ma spero di essere d’aiuto e non dire cavolate: se per categorie intendi i Tags, ogni volta che scrivi un post nuovo, di fianco al riquadro c’è uno spazietto rettangolare dove puoi scrivere il nome della categoria di volta in volta (e che viene memorizzata, per cui se vuoi usare una stessa categori per un altro post, basta ciccare su quadratino del nome, o più di uno se vuoi dare a un post più etichette contemporaneamente). Poi, se vuoi modificare la categorie, sempre nella finestra che apri per scrivere un post nuovo, se guardi in alto trovi scritto “Tags”: se clicchi lì sopra ti si apre un elenco di tutte le categorie che hai fatto fino a quel momento (con anche il numero di post scritti per ognuna) e se clicchi “aggiorna” puoi modificarne il nome. Spero di non aver fatto confusione… comunque splinder da questo punto di vista è stupendo perché rispetto ad altri siti è molto chiaro. Beh, buon blog allora! ^^

Alla prossima!

  
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