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Autore: Rallienbow_    16/01/2014    0 recensioni
Seconda classificata al contest di Bellatrix_Black "Halloween’s Night ~ Contest" sul forum di Efp. Vinti i premi speciali "Originalità" e "Mrs". Giudicia sostitutiva: Robiniki.
-Spero che il mio lavoro vi piaccia e…- sfilò dalla tasca dei pantaloni una bacchetta magica, comprata direttamente in uno dei negozi presenti al parco divertimenti di Orlando, poi la batté sui fogli. –Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.-
{ Prologo. }
Genere: Azione, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I fondatori, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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La famiglia del giovane Godric Grifondoro aveva molti vanti, e uno dei tanti erano gli enormi e meravigliosi balli che venivano dati nella casa di Godric’s Hollow nei periodi festivi, ma non solo: un compleanno, una nascita, qualsiasi evento era un ottimo pretesto per organizzare una festa.
Al trentuno ottobre cadeva il compleanno di una discendente dei Black, una certa Elaine Hydra Black, una ragazzina davvero particolare a dir la verità: aveva degli occhi giallo topazio e i capelli verdi come l’erba smeraldina estiva, appena dopo la rugiada notturna. Si vociferava in giro che avesse quell’aspetto a causa di una Pozione andata male, fatta quando lei era molto, molto piccola, e che non si potesse far nulla per farla tornare alla normalità; altri dicevano che fosse nata così, ma pochi credevano a quest’ultima affermazione.
Negli ultimi tre decenni, la famiglia Black aveva cominciato ad assumere sempre più importanza, e sembrava fosse destinata a divenire prestigiosa e importante proprio come quella dei Riddle, che ormai affermava la sua presenza da più di mezzo secolo prima dell’anno Mille- anno in cui, per l’appunto, Godric viveva.
Proprio per facilitare ulteriormente l’entrata nell’alta società della famiglia Black, la madre del giovane Grifondoro, donna di grande animo, si propose di sua spontanea volontà per organizzare la festa di Elaine, che compiva quel trentuno ottobre proprio diciassette anni, e diventava ufficialmente un’adulta del mondo magico.
Vennero invitate tutte le più grandi figure del momento, e Godric sapeva che ci sarebbe stato anche Salazar, Salazar Serpeverde, l’erede di una Casata antica quanto quella dei Grifondoro, ma del tutto diversa da essa. Godric e Salazar avevano opinioni contrastanti riguardo qualsiasi argomento, non c’era mai stata una volta in cui riuscissero ad aprire un dibattito senza poi farlo sfociare in un litigio, e Godric aveva, come si era soliti dire, “la bacchetta facile”. C’erano così tante diversità fra i due, che la maggior parte delle persone pensava che prima o poi sarebbero finiti con l’uccidersi l’un l’altro.
Ma quella sera il giovane impose a se stesso che avrebbe fatto i convenevoli appropriati a Salazar, e l’avrebbe poi educatamente evitato per tutto il resto della serata- perché sapeva che se si fosse nuovamente azzardato a rovinare un’altra delle feste che sua madre aveva organizzato, quest’ultima lo avrebbe strozzato con le proprie mani. E lui era intenzionato a vivere ancora per lungo tempo.
-E’ un vero piacere per me, signorina Elaine, accogliervi nella mia dimora. Spero che sia di vostro gradimento, e spero che lo siano anche gli addobbi che mia madre ha scelto, sotto consiglio e supervisione della vostra, per ornare la sala dove si terrà il ricevimento per la suddetta festa.-
Godric aveva accolto la giovane Elaine nell’ingresso di casa sua, subito dopo che il maggiordomo le aveva preso il mantello. Lei aveva compiuto un inchino educato; il ragazzo aveva in seguito preso, con molta delicatezza, la mano della ragazza, per poi poggiarvi sul dorso un bacio a fior di labbra, mentre queste ultime si curvavano in un sorriso un po’ malandrino. Con la coda dell’occhio, Godric aveva notato che Elaine era arrossita a quel gesto.
Godric dovette ammettere che, nonostante avesse quell’aspetto insolito, era davvero una bella ragazza: aveva dei lineamenti dolci e tondi, il taglio degli occhi era leggermente più stretto rispetto al normale, e aveva una vita particolarmente sottile. Per non parlare poi dei modi assolutamente impeccabili, i quali avevano lasciato Godric piacevolmente colpito. Certo, non era difficile trovare una ragazza a modo nell’alta società, ma lei aveva un qualcosa, un certo portamento elegante e raffinato, che sembrava le venisse del tutto naturale e spontaneo, come se non dovesse nemmeno sforzarsi o impegnarsi per apparire in quel modo, era semplicemente così. E Godric scommetteva che tutto ciò faceva invidia a un sacco di altre fanciulle.
-Sapete, Godric, mia madre trova molto curioso che non abbiate ancora iniziato a cercare una moglie. Non vorrei sembrare inopportuna, ma l’età che avete non suggerisce di trovare la prescelta per dare degli eredi alla famiglia?- Godric rimase leggermente stupito da quell’affermazione: non si aspettava per niente una domanda del genere. Voltò il viso per guardare con attenzione quello di Elaine, che in quel momento gli stava rivolgendo un mezzo sorriso e Godric ebbe una stranissima impressione, che gli procurò una scia di brividi lungo tutta la schiena: sembrava come se la giovane fosse una gatta. Una gatta famelica. Di cosa, però, non lo sapeva. E questo lo metteva a disagio, ma fece finta di nulla e le mostrò invece un bel sorriso da ragazzo combina guai.
-Avete ragione, ho diciotto anni, ma i miei piani sono ben diversi dal maritarmi con una qualsiasi ragazza. Credo che i miei amati genitori si siano arresi all’idea che non avranno un erede da me. Sapete, Elaine, io e una mia carissima amica di vecchia data abbiamo in mente di aprire una Scuola di Magia e Stregoneria per tutti i giovani maghi e le giovani streghe. In effetti, stiamo cercando dei collaboratori. In due, sarà difficile gestire la portata del nostro progetto.- immediatamente, gli occhi gialli di Elaine si assottigliarono e si fecero più interessati al discorso; in quel momento stava quasi pendendo dalle labbra di Godric- quasi. Lui avrebbe desiderato che lei facesse qualche domanda in più, ma ormai erano arrivata alla sala e quello che videro lasciò entrambi a bocca aperta.
-Madre, questa volta vi siete superata!-
Ed era vero: da ogni parte della sala arrivava uno strano profumo di incenso, e tutto era ricoperto da tendoni viola scuro e nero, il pavimento era in marmo nero con delle leggere venature di bianco- e niente sarebbe stato più appropriato. Dai grandi e imponenti candelabri in oro pendevano ragnatele che sembravano vere (e Godric giurò anche di aver visto anche qualche ragnetto correre da una parte all’altra, cosa che gli fece accapponare la pelle); al fondo della stanza c’era un enorme tavolo a forma di ferro di cavallo, dove loro avrebbero gustato la cena. Il resto invece era tutto libero, ovviamente, così avrebbero potuto ballare con facilità. Il camino era già acceso e stava scoppiettando allegro, con quelle sue fiammelle rosse, arancioni e gialle che, mandando bagliori sui tendoni scuri, davano un’aria ancora più spettrale alla stanza.
In un angolo di essa, però, con la coda dell’occhio, Godric notò un qualcosa che catturò la sua attenzione. Non poté però fare alcuna domanda, perché sua madre gli fece segno di star zitto. Ah, quella era sicuramente la sorpresa della serata.
-Elaine, cara, cosa ne pensate?-
-Trovo che sia meravigliosa! Vi ringrazio davvero molto, signora Grifondoro, avete fatto un lavoro che supera la perfezione.-
Le labbra della madre di Godric si aprirono in un gran sorriso, mentre si avviavano tutti quanti verso l’uscita della casa.
-A stasera, signorina Black, allora.-
Godric si proferì in un altro galantissimo baciamano, ed Elaine si inchinò di nuovo, per poi allontanarsi con la madre.

                                                                                                                                                     {…}

La serata sembrava star procedendo nel migliore dei modi: la cena ormai era finita e in quel momento un gruppo di persone si apprestava a ballare al centro del salone.
Godric aveva conversato con la maggior parte degli invitati, aveva anche salutato Salzar, come si era ripromesso, per poi lasciar correre ogni sua inutile battutina. Non aveva ascoltato sua madre e si era nascosto la bacchetta in una tasca interna del vestito, in caso di necessità; detestava essere colto alla sprovvista, voleva essere pronto a qualsiasi evenienza.
“Che razza di idiota.” Quel pensiero non poté far a meno di passare dalla mente del ragazzo, alla vista di Salazar e un altro paio di suoi amici che stavano facendo ubriacare un ragazzino più piccolo; non aveva idea di chi fosse ma si sentì subito in dovere di fermarli. Si avvicinò a Salazar con un’espressione ben poco amichevole dipinta in viso e squadrò gli altri tre ragazzi.
-Vi state divertendo molto, signori?- chiese, con un tono che rasentava l’autocontrollo.
-Moltissimo, Godric, vostra madre ha fatto davvero un bel lavoro. E voi, invece? Non avete fatto ancora alcuna conquista stasera? Eppure ci sono così tante belle ragazze, perché non ne approfittate?- il ghigno sul viso di Salazar era qualcosa che Godric non aveva mai sopportato. Quell’affermazione aveva un doppio significato, e lui non era così stupido da non coglierlo. Diceva: “cercati qualcuno con cui amoreggiare e togli il naso dai nostri affari”. Stava per tirare fuori la bacchetta, quando sentì la voce di qualcuno pronunciare il suo nome.
-Godric, potreste venire un attimo qui? Vorrei avere il piacere di presentarvi l’amica più cara che ho. Si chiama Priscilla Corvonero. Priscilla, lui è Godric Grifondoro, il padrone di casa.- Elaine aveva chiamato Godric, il quale rimase piacevolmente colpito da quella ragazza che lei gli stava presentando; lunghi e mossi capelli corvini, occhi di un azzurro così chiaro che mai aveva visto prima d’allora, pelle dello stesso colore dei raggi lunari. Lanciò un’occhiataccia a Salazar, come a significare che non era finita lì, e si diresse a grandi passi verso Elaine e la piccola corte di ragazze che le stava intorno. Immediatamente, alla vista di Godric, Priscilla si inchinò, e lui le fece il baciamano. Elaine poteva scommettere che, con lo sguardo che Godric aveva rivolto alla giovane, quel baciamano era pieno di altri sottintesi.
-Posso permettermi di invitarvi a ballare, signorina Priscilla?- la ragazza rivolse uno sguardo veloce ad Elaine, ma non ci fu bisogno di alcun gesto o parola: sembrava che le due parlassero solamente a sguardi. Difatti, subito Priscilla si girò verso Godric e gli regalò un bellissimo sorriso.
-Certamente, e io accetto volentieri il vostro invito.- Godric appariva già del tutto invaghito di quella bella ragazza con la quale stava andando a ballare.
Ci volle giusto il tempo di due balli prima che i due decidessero di andarsene dal salone e trovare un posto più.. appartato. Si sa, i giovani non riescono a trattenersi dalle loro tentazioni.
Godric si avvicinò a un paio di ragazzi, suoi amici, e fece loro capire con qualche gesto eloquente che si stava allontanando dalla festa, e di dire a chiunque avrebbe chiesto di lui che non si era sentito molto bene ed era andato a cercare qualche momento di tranquillità nelle sue stanze, per poi tornare quando si sarebbe sentito più in forma.
Godric condusse Priscilla fuori dal salone e la portò verso la parte della casa che era dedicata alla servitù; la spinse contro la parete di un corridoio secondario, di quelli che non venivano mai usati da nessuno, poi posò le labbra su quelle di lei, fameliche di baci come non se le era affatto aspettate, le prese i fianchi e la strinse a sé. Priscilla infilò le mani fra i capelli di quel biondo sporco del ragazzo e intrecciò qualche ciocca alle dita delicate, mentre il rossetto rosso lasciava dei segni inconfondibili sulla pelle e sulle labbra di Godric, che in quel momento la prese per le gambe e la portò in braccio a lui. Godric sentì le dita della ragazza aprirgli la camicia bianca di lino, e lasciargli il petto del tutto nudo, per poi baciargli le spalle.
Priscilla sentiva perfettamente la spinta del bacino di Godric, ma lei non era disposta a dargli quello che voleva. “Non è ancora il momento.”  Priscilla sapeva con molta precisione quello che doveva fare, sapeva di dover prolungare più a lungo possibile quel momento, sapeva di dover tenere lontano il padrone di casa quel tanto che bastava per attuare il piano di Elaine.
-Non è prudente stare qui, qualcuno noterà la vostra assenza, Godric.- le parole di Priscilla erano state sussurrate fra un gemito e l’altro di piacere per via di tutti quei baci, ma erano state abbastanza per farlo rallentare.
-Non verranno a cercarci, non per il momento almeno. Non preoccupatevi, ho la situazione sotto controllo.- la voce di Godric era terribilmente roca, e lei non ebbe (apparentemente) né il coraggio né la voglia di ribattere all’affermazione.
Godric aprì il corsetto del vestito azzurro che lei indossava quella sera con uno strattone e cominciò a baciare ogni centimetro di pelle che incontrava; la testa della ragazza si reclinò all’indietro, permettendo alle sue labbra di lasciarsi scappare qualche altro gemito di piacere, incoraggiando il ragazzo a continuare quello che stava facendo. Godric alzò le gonne del vestito, toccando la pelle nuda delle gambe di Priscilla, rafforzando la presa che aveva su di esse e stringendole, ma lei lo interruppe: gli prese il viso fra le mani e riprese a baciarlo, mentre Godric avvicinava di nuovo il bacino a quello di lei, quando arrivò il segnale.
Un acuto, lungo e raccapricciante urlo femminile arrivò dal salone della festa.
  
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