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Autore: kk549210    16/01/2014    5 recensioni
Il navigato Harmon Rabb, alle prese con situazioni nuove della vita privata e professionale, più o meno inaspettate.
Quinta "giornata" della serie "Cuore di padre".
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Cuore di padre'
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La commissione era già riunita da cinque giorni e ancora nulla era trapelato. Vukovic era vincolato dal segreto d’ufficio, ma se anche avesse potuto rivelare qualche dettaglio, Rabb sarebbe stato di sicuro l’ultimo del JAG con cui avrebbe voluto confidarsi. Continuava infatti a covare per lui una profonda antipatia, una sorta di invidia inconfessata ormai più che decennale. Harm cercava di non dargli corda, limitando i loro rapporti alla stretta formalità professionale. Non intendeva certo raccogliere la continua sfida che il più giovane collega, ora capitano di corvetta, sembrava lanciargli ad ogni occasione propizia. Ormai non aveva più nulla da dimostrare né agli altri né, soprattutto, a se stesso. Ma il modo in cui Vukovic aveva trattato la Graves lo rammaricava molto. L’aveva tenuta sulla corda per quasi sette anni, poi l’aveva sposata, inanellando quasi da subito una serie umiliante e interminabile di infedeltà e di bugie. Ma alla fine, circa sei mesi prima, Catherine, delusa ed esasperata, aveva aperto gli occhi e si era decisa a chiedere il divorzio. L’unica nota positiva era che non c’erano figli costretti a soffrire per la leggerezza sconsiderata di un eterno farfallone. “Alla soglia dei quaranta sarebbe ora di crescere, una buona volta”, pensava Harm. Lui a quell’età aveva già Mattie, la sua bambina, che appena poche ore prima gli aveva annunciato che lei e Tony si sarebbero sposati. A Washington, due settimane dopo. Il tempo minimo per organizzare un festeggiamento molto semplice e per preparare al lieto evento il resto della famiglia. E in particolare, per abituarsi all’idea che quel geniale e stravagante programmatore di videogame sarebbe diventato suo genero. “Strano modo di guadagnarsi da vivere”. Proprio lo stesso pensiero di alcuni a proposito della Marina. Ma “servire la Marina è un onore e un privilegio, e a volte anche un piacere”, aveva ribattuto lui a un’esuberante bionda che circa un quindicennio prima aveva sperato invano di diventare la signora Rabb.    
- Mattie si sposa! Che bello… E Tony ci riempirà di videogame. Mitico! – esclamò entusiasta Gabriel durante la riunione di famiglia – Io sono grande per fare il paggetto. Gli anelli li porta Zizì. Ma sarò lo stesso elegantissimissimo. Mamma, posso mettermi la cravatta, vero?
Sarah annuì con un sorriso.
-E il bambino, dov’è? – chiese Zhiqun molto incuriosita.
-Nella pancia – la informò prontamente Maria. Lei sapeva già come nascono i bambini.
-E com’è? Come Toto? – insistette la piccoletta facendo ciondolare per un braccio il suo bambolotto preferito.
-Ora è piccolo piccolo, poi cresce ed esce fuori – rispose il padre, lanciando un’occhiata seria a Maria e prendendo Zhiqun sulle ginocchia. Non voleva certo che quel tranquillo dopocena si trasformasse in una lezione di educazione sessuale tenuta da un’adolescente, per giunta.
- Ma com’è? – la curiosità di Zhiqun non accettava risposte approssimative.
- Guarda, quando nasce è così… proprio com’eri tu -  disse Sarah mostrandole una foto sul tavolino del soggiorno che la ritraeva all’età di dieci giorni, quando era entrata a far parte della grande famiglia Rabb.
-Che bellina che sono! -rise la bimba.
-Dai, Zizì. Hai visto il nuovo fratellino di Lukas? Il bambino della nostra sorellona sarà così. – puntualizzò tutto contento Gabriel, menzionando il fratello neonato di un suo compagno di scuola.
-Sono contenta di diventare zia. Ma non chiedetemi mai di fare la babysitter. Ho la mia vita, io – Maria voleva mettere le cose in chiaro da subito.
Lo squillo del telefono interruppe quel piacevolissimo scambio di battute. Harm si alzò dal divano per andare a rispondere e ne approfittò per assestare una dolce carezza sulla testa della sua piccola donna di mondo. Maria sorrise. Anche se lei era già grande, lui era pur sempre il suo caro papà.
-Rabb.
- …
- Sì, signore. Grazie.
-…
-Buonasera. E grazie ancora, signore.
Sarah lesse sul viso del marito un’espressione di grande soddisfazione. Anzi, di profondo e autentico appagamento. Intuì immediatamente l’argomento di quella telefonata e scambiò un sorriso di intesa con Harm. Era ora di condividere con i ragazzi anche quel secondo, faustissimo annuncio.
-Ragazzi… - esordì lui un po’ emozionato. Sarah si commosse – Il vostro papà è diventato ammiraglio!
- Evviva! – gridò Gabriel balzando in piedi e abbracciandolo alla vita. Suo padre era troppo forte. L’avvocato più bravo del mondo. E ora era il capo di tutti.
-Che cosa ha fatto papà? – chiese Zhiqun stupita.
-Una cosa bellissima, Zizì. Lui è il più bravo della Marina. – la rassicurò Maria. E con la sorellina si gettò addosso al padre per festeggiarlo a dovere.
 
 
 
-Ammiraglio Rabb – disse Sarah quando furono soli.
-Ti suona strano? Consolati, non dovrai stare sotto il mio comando. Almeno non sul lavoro… - scherzò lui, acchiappandola per la vita.
- E’ proprio per questo che ho lasciato i Marine. Non volevo correre questo rischio, Due stelle Rabb! – ribatté lei, fingendo di sottrarsi alla sua presa.
-   Eh già… Due stelle… il soprannome che Harriet dava al vecchio AJ, ti ricordi?
Sarah si girò a guardarlo dritto in viso e gli sorrise. I grandi occhi cerulei di Harm brillavano di contentezza.  
-Ma le due stelle più belle le avevi già… - gli sussurrò dolcemente. 
  
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