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Autore: lacoppiadifuoco    16/01/2014    3 recensioni
''Abbiamo passato due anni d'inferno, Kat. Ci siamo ingannati, traditi, fatti male. E ti ho odiato..tanto, troppo, ma solo perché troppo era l'amore che provavo nei tuoi confronti. Haymitch si sbagliava su di noi; potresti non meritarmi neanche tra quattro vite,ma io ti amerò sempre''
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Gale Hawthorne, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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Da quando Peeta è venuto a prendermi in stazione due settimane fa le cose sono cambiate, migliorate forse. Lui ha cominciato ad essere più attaccato, più dolce e gentile, magari per prepararmi a quel che ci aspetta. Nonostante di solito odi le persone che dimostrano troppo i loro sentimenti, diventando opprimenti, con lui non riesco ad arrabbiarmi.
Amo le sue attenzioni e la sua presenza per me è una sorta di cura, se so che lui è con me tutto va bene.
Quando mi sveglio mi accorgo subito di essere sola a letto. Lo spazio che di solito è occupato da Peeta è vuoto e anche molto freddo, deve essere sceso parecchio tempo fa a preparare la colazione.
La cosa che però mi da più fastidio è non essermi potuta svegliare col suo calore che avvolgeva il mio corpo, rendendo nostro il momento, e rendendo anche questa mattina indimenticabile, al gusto di cannella.
Decido che è meglio alzarsi, e quindi mi metto seduta sul letto. Ho bisogno di un bagno, decisamente.
Mi immergo nell'acqua e per un momento,per un piccolo istante,il continuo percorso dei miei pensieri si ferma.
La mancanza di Prim e l'odio mischiato all'innocenza dei vecchi ricordi ricollegati a Gale e alla mia vita prima di quel "Mi propongo come volontaria" per pochi secondi smette di tormentarmi l'anima. Mai come in questo momento mi sono sentita libera,neanche quando,immersa nella foresta,correvo alla ricerca di una nuova preda.
Sento il mio cuore e la mia mente svuotarsi.
Suoni,immagini,ricordi non sono più nitidi. Il mondo esterno comincia a svanire e inizio a sentirmi invisibile e spenta.
Cerco di trattenere il respiro il più possibile,perché so già che una volta tornata in superficie la vita reale mi schiaccerà di nuovo.

Avrei voluto vedere Prim un'ultima volta anche solo per pochi secondi.
Avrei voluto dirle qualcosa,anche se sono passati mesi dall'ultima volta che il suo sorriso mi ha dato coraggio, ma rimane, che ci sono mattine in cui non ho voglia di alzarmi dal letto ma il pensiero che lei non avrebbe voluto vedermi così mi sovrasta e mi faccio forza. Mi carico di prepotenza e di finto coraggio, per mascherare la paura che ho del futuro.
Si, Katniss Everdeen ha paura.
Molti riderebbero, ma dopo tutto quello che ho passato non posso non avere paura, ora più che mai.
Come posso essere una brava madre quando io per prima non ne ho mai avuta una? Nella mia vita e nei miei programmi non c'è mai stato spazio per una famiglia, per un fidanzato, per un marito, figuriamoci per un bambino. L'unico motivo che mi spinge a non ricascare nel mio mondo o a scappare di nuovo è Peeta, che con i suoi abbracci mi da più di quanto avrei mai potuto desiderare.
So che io e lui possiamo farcela, come sempre, ma i miei dubbi non ricadono su di lui, so già che lui sarà un papà perfetto, io sono il vero problema.
Farmi questo bagno non è stata proprio una delle mie più brillanti idee, troppi pensieri.
Esco dalla vasca e dopo essermi asciugata e vestita decido di scendere a fare colazione. Sento subito delle voci al piano di sotto e cerco di fare più rumore possibile scendendo le scale, gradino per gradino.
Peeta si rende conto che sono sveglia ed esce dalla cucina per aspettarmi alla scala, mi regala un sorriso stanco, ma pur sempre il suo sorriso.
Appena lo vedo non capisco più nulla, ho solo voglia di tuffarmi tra le sue braccia e annullare ogni pensiero negativo per dare spazio a quelli positivi. Faccio quasi di corsa gli ultimi due scalini e lui apre le braccia invitandomi ad accoccolarmi al suo petto, così faccio.
Passa un tempo che non saprei definire, ma ci distacchiamo quando sentiamo un rumore dalla cucina. Ci sorridiamo e passiamo nell'altra stanza.
Mi arriva poco prima una puzza di alcol che non lascia spazio all'immaginazione: la persona con cui parlava Peeta prima è Haymitch.

"Già qui? Cos'è? Hai finito i biscotti?" - lo prendo un po' in giro ma lui non mi risponde, qualcosa non va. Si gira sbuffando e facendo un piccolo grugnito.

Io però insisto.

" Che c'è, il vino ti ha tagliato la lingua?"

"Sempre così simpatica, dolcezza? Sta un po' zitta, se ti riesce Miss Parlantina-RompiPalleAncheDiPrimaMattina"

"Anche le rime! Facciamo grandi miglioramenti, allora!" - decido di ignorare lui e le sue risposte per dedicarmi a Peeta.

"Buongiorno" - mi sorride e mi lascia un piccolo bacio all'angolo della bocca.

"A te" - non faccio a meno di pensare che con lui vicino potrebbe essere davvero un buon giorno.

"Novità?" - sa già a cosa mi riferisco.

"Si, cioè.."

"Johanna e il moccioso sono già saltati sul primo treno, arriveranno tra due giorni, buona fortuna baby mamma" - A quanto pare Haymitch sa dare solo brutte notizie, soprattutto quando non dovrebbe.

"Ecco..più o meno quello che avrei detto io." - dice Peeta, lanciando un'occhiataccia al nostro mentore.

~

"Kat come fai a ricordarti ancora ogni parola?" - chiede Peeta stupito.

"Di quante volte ho raccontato questa storia, amore!" - rido leggermente per finire con un sorriso sincero sul viso.

"È comunque esagerazione! Hai una memoria incredibile!"

"Papà smetti di interromperla? Lo fai ogni anno! Continua, continua mamma!"

"Ma ora arriva la parte peggiore!" - Peeta ride.

 "Ma come mamma?" - Rye si gira a fissarmi sconsolato.

"Eh..si. Hai presente tutto quello che ti ho raccontato?" - annuisce - " Beh..in realtà non è mai successo, l'ho solo sognato dopo essere tornata a casa da Capitol" - dico infine, deludendolo parecchio.

Rye non sa cosa dire, è rimasto letteralmente senza parole.

"Ma..ma ora c'è la storia vera..vero?" - domanda. Peeta annuisce e io gli sorrido, il piccolo fa lo stesso, sembra essersi rincuorato.

 "E quindi? Come continua?"

Dall'altra stanza si sente una voce; è Vega, la nostra piccola donna.

Peeta, ben 16 anni fa, ha insistito tanto per dare un nome alla nostra bambina, decidendo di chiamarla Vega. All'inizio non comprendevo il nome, poi però mi ha spiegato. 

Lyra,una costellazione piccola ma appariscente, contenente la quinta stella del cielo in quanto a grandezza, Vega. E lei è proprio così,piccola,solo un 1.65,ma il suo carattere e i suoi occhi avrebbero messo a tacere anche il Vecchio presidente in persona in persona. I suoi occhi erano come Vega.

Rye invece l'ho scelto io. Rye come Rye Mellark, il fratello maggiore di Peeta; ricordo ancora le lacrime che gli rigavano il viso quando ha visto il nome sul cartellino, in ospedale. E io riprovo gli stessi brividi al solo pensiero.

"Dovreste smetterla di prenderlo così in giro ogni anno, come se non sapessimo tutti a memoria ogni particolare!"

"Tu zitta e lava i piatti, sennò altre due settimane di punizione!" - le dice ridendo Peeta.

Vega arriva dall'altra stanza e gli si siede sulle ginocchia, come una bimba.

"No dai papi!" - gli fa gli occhi dolci, ha i suoi stessi occhi, coi miei capelli. - " Posso almeno sentire la storia? Daaaiii! Giuro che poi sistemo tutta la casa!"

Agli occhioni aggiunge il labbruccio che mi ricorda così tanto il modo in cui cercavo di convincerlo sempre a fare ciò che volevo io, e ci riuscivo sempre. Lui sembra ricordare la stessa cosa e si gira lanciandomi un'occhiata come per dire "Sei soddisfatta adesso?" e io scoppio a ridere.

"Va bene, ma solo perché io sono il genitore buono!"

Rye sbuffa e si alza in piedi per poi venire a sedersi sulle mie ginocchia. "Mamma! Uffa! Continua!" "Va bene, va bene..allora, dove eravamo rimasti?"

~

Alla semplicissima parola moccioso mi irrigidisco. Sta arrivando, pensavo arrivasse un po' più tardi, o comunque dopo che Annie..beh, si, insomma, dopo. E invece no, era quasi giunto il momento..quando però vedo una luce e faccio un volo dal letto.

Cado a terra rotolando, infastidita. Mi sono svegliata, nessun bambino, nessun Haymitch particolarmente simpatico, nessun Peeta nel mio letto pronto ad aprire le sue braccia. Dovrei smetterla di farmi certe fantasie. Guardo l'ora, 10:45, è tardissimo!
Dovevo andare a caccia per Sae e per altri del distretto, lo avevo promesso a quelle povere famiglie..o lo avevo solo promesso a me stessa per uscire da questo letto per un motivo valido? Non lo so, ma dovevo andare.
Vado in bagno e mi sciacquo velocemente la faccia, poi torno in stanza e mi metto i soliti abiti da caccia.
Entro l'ora di pranzo dovrei almeno aver preso qualche uccello, mal che vada posso dire che non è stata una giornata particolarmente fortunata.
Mentre scendo le scale noto Ranuncolo accoccolato su un vecchio maglione di Prim, lei glielo aveva dato per coprirsi nelle notti più fredde e da quel momento era diventato la cosa più preziosa per quello stupido gatto. Giro lo sguardo solo quando sento il suo soffio, decidendo di andare dritta nei boschi.
Quando esco di casa però trovo sul pianerottolo di casa sua Peeta, intento a stiracchiarsi; deve essersi svegliato adesso proprio come me, forse perché per lui stanotte non sarà stata molto tranquilla, in fin dei conti è tornato solo da una settimana e la sua fredda indifferenza mi fa male ogni giorno di più.
Onestamente non avrei mai pensato di poter sentire la mancanza del vecchio Peeta, del Peeta innamorato. Ma un tempo pensare che Peeta per me ci sarebbe stato qualsiasi cosa sarebbe successa, anche col cuore spezzato infatti ha sempre pensato più a me che a lui , mi ha sempre dato sicurezza.. Ora solo un'immensa tristezza, che potrei reprimere solo vedendo quegli stessi occhi sbattere contro i miei.
Gli faccio un segno con la mano, sorridendo appena, lui di rimando mi fa un cenno veloce e rigido rientra in casa.
Credo di averlo sognato stanotte perché so che mi manca, e che il vecchio Peeta non tornerà mai più; non so se mi fa più male sapere di non poter più contare su di lui, o che lui si sia finalmente reso conto di che razza di persona sono.
Scaccio via i pensieri scuotendo la testa e sospirando rassegnata, mi incammino verso i boschi e mi rendo conto di essere ormai arrivata a destinazione quando mi ritrovo al Prato, dove c'era la vecchia recensione che ormai hanno tolto.
Oltrepasso il vecchio confine e recupero uno dei miei archi e pian piano tra un ricordo e un altro passano almeno due ore. Non posso dire di essere stata sfortunata, ho preso due fagiani e quattro conigli.
Nella strada verso casa riesco a distribuire un po' di carne, lasciando per Sae il coniglio più grosso, cosi che sappia cosa cucinare per stasera. Rientro in casa che sono le tre e mezza di pomeriggio e non ho fame, prendo qualche vecchio biscotto proprio per non rimanere digiuna e mi lascio cadere sul divano.
Mi rilasso, forse fin troppo, e le palpebre stanno per chiudersi da sole, quando il telefono squilla.
Potrebbe essere chiunque per quanto ne so, Gale, mia madre, Johanna, la Paylor, ma il mio istinto mi suggerisce che si tratta del Dottor Aurelius che tenta di mettersi in contatto con me per l'ennesima volta, ovviamente con scarso risultato.
Così, lascio perdere lo squillo insistente del telefono che nonostante tutto non mi provoca rabbia, solo un po' di delusione per essere considerata ancora la pazza mentalmente spostata dall'intera popolazione di Panem. Mi lascio scappare un altro sospiro pesante e mi riappoggio al divano, stavolta il sonno ha la meglio ed io, stanca per tutte le precedenti notti insonni, non desidero altro che un sonno senza sogni, senza preoccupazioni e per una volta, senza speranze.
Nonostante la stanchezza ho un sonno leggero, quasi come fossi in dormiveglia e finisco per svegliarmi parecchie volte per incubi che, comunque però, non riescono a farmi urlare.
Dopo qualche ora di finto riposo sento la porta sbattere, dovrei davvero convincermi a chiudere a chiave! È Sae che entra col suo passo pesante, che mi avrebbe sicuramente svegliato se avessi dormito sul serio.

"Katniss!" - urla - "Scendi ad aiutarmi!"

Da quando Sae ha bisogno di aiuto per cucinare?! Di solito mi caccia dalla cucina per paura che io combini qualche guaio, altre volte vuole che impari a cucinare qualcosa di semplice, ma mai mi ha chiesto di aiutarla a preparare un pasto intero.

"Sae sono in salotto!" - mi raggiunge, sento i passi.

"Ah bene, che ne dici di alzarti?"

"Perché?"

"Come perché? Ti ho chiesto di aiutarmi, signorina!"
- roteo gli occhi e sbuffo.

Lei mi prende per mano e fa per tirarmi dal divano.

"Intendevo perché devo aiutarti! Non lo faccio mai, non vorrai davvero che faccia andare a fuoco tutta la casa?!"

"Ah ah ah divertente, cara! Stasera abbiamo ospiti!"

Ospiti? Noi? Ma da quando? La guardo in modo confuso e con sguardo interrogativo, lei risponde alla mia domanda silenziosa.

"L'ubriacone e il ragazzo"

Annuisco, cercando di eliminare il pensiero di me e Peeta seduti allo stesso tavolo. Sae continua a tirarmi e finalmente mi alzo e la seguo svogliatamente.

"Io inizio a preparare il sugo, tu spelli il coniglio?"

"Ok, hai intenzione di fare un cenone incredibile, vero?"

"Ovviamente, questa casa è sempre troppo vuota e triste!" - grazie per avermelo ricordato, Sae.

"Se vuoi lo taglio pure" - cerco di riportare il discorso al coniglio, non voglio svegliare i fantasmi di sempre, voglio solo provare a distrarmi.

Lei annuisce e dopo aver preso il materiale che mi serve inizio a spellare la mia preda. Impiego almeno un'ora e quando mi giro trovo Sae tutta panicata a scendere il sugo pronto dal fuoco del fornello. Le passo il coniglio e mentre lei lo sistema per cuocerlo, credo al forno, rompo il silenzio che si era venuto a creare.

"Vado a fami una doccia, hai bisogno di altro?"

"No, no, grazie" - si gira e mi sorride. Proprio mentre sto per lasciare la stanza, riprende. - "Vestiti bene, Katniss, almeno stasera."

Annuisco, anche se non mi può vedere perché di spalle e salgo sopra. Sotto la doccia i soliti pensieri mi circondano e riescono a prendersi gioco, come sempre, della mia mente. Passano solo 15 minuti, il tempo di uno shampoo, e mi ritrovo davanti all'armadio.
Non so cosa mettermi, onestamente. Sono tentata dall'infilarmi i jeans vecchi e larghi con una maglietta a caso, ma opto per il vestito arancione che ho indossato nel distretto 3, durante il Tour della Vittoria. È sobrio, non elegante, casual. Ci può stare.
Indosso le mie ballerine nere, mi do una guardata allo specchio e dopo aver constatato di essere decisamente decente, scendo sotto.
Do un'occhiata all'orologio : le 20:22.
Alle otto e mezza spaccate suona il campanello, Sae mi invita ad andare ad aprire mentre lei finisce di apparecchiare.
Non mi sforzo di fare nemmeno un finto sorriso quando apro la porta e mi ritrovo Peeta davanti con un mazzo di fiori.

"Ehi" - mi guarda, o meglio.. Mi squadra. Rimane a fissare l'abito arancione, probabilmente si ricorda di avermelo già visto addosso.. Era il suo preferito. Inconsciamente mi agito.
KATNISS STAI CALMA!

"Ehi" - gli rispondo. Silenzio, imbarazzante silenzio, che cala fra di noi ancora sul pianerottolo di casa.

"Questi.." - indica i fiori ma lo interrompo.

"No Peeta, non c'era bisogno di portarmelo! Davvero" - mi esce un piccolo sorriso involontario, anche se non so perché mi abbia portato dei fiori, bellissimi tra l'altro.

"Questi..beh, in realtà questi sono per Sae" - dice ancora più freddo di prima. Io sento le guance infuocarsi, come ho potuto credere fossero per me? Lui non è più Peeta, o almeno non più quello che avrebbe portato dei fiori a me e non alla mia sottospecie di badante.

Bene ragazza, si prospetta una lunghissima e stressante serata.

 

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Angolo delle Autrici:

Eeehilà! Piaciuto il capitolo? ahahah scusateci per l'ora in cui pubblichiamo, ma riesco a farlo solo ora!
Spero che non vogliate ucciderci e che continuerete a seguirci :D
Ringraziamo e mandiamo un bacione a chi recensirà e naturalmente leggerà :)
Ringraziamo anche coloro che ci hanno inserito tra le preferite/seguite/ricordate :)

un abbraccio, al prossimo capitolo!

Giuls

lacoppiadifuoco

  
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