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Autore: NCH    02/06/2008    1 recensioni
CIAO A TUTTI!! ECCO CHE RIPUBBLICO PER L'ENNESIMA VOLTA QUESTO RACCONTO, SPERANDO CHE I DIALOGHI STAVOLTA SI LEGGANO PER INTERO. FATEMI SAPERE!!! E' la mia visione di cosa è successo dopo la 7° serie di Buffy... Tre gemme sacre dai poteri eccezionali, un ritorno inaspettato, segreti che vengono a galla, un nuovo subdolo nemico, nuovi alleati, nuovi amori, ritorni di fiamma. Ci sono anche i personaggi di Angel ATV ma il racconto non tiene conto degli avvenimenti descritti in quel telefilm. Se siete appassionati di Buffy/Angel e Willow/Tara, questa è la storia che fa per voi. Mi raccomando, recensite o mandatemi una mail a mari_agj@yahoo.it. BUONA LETTURA!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Angel, Buffy Anne Summers, Tara Maclay, Willow Rosenberg
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CPITOLO 11

CPITOLO 11

Alle sedici e trenta, puntuale Xander entrò nell’ufficio di Willow. La ragazza lo aveva sentito quando era arrivato, pochi minuti prima perché si era messo a chiacchierare allegramente con la sua segretaria, Lory. Xander lo faceva sempre e lei aveva sospettato che l’amico nutrisse un certo interesse per la ragazza; tuttavia, ogni volta che glielo aveva chiesto, Xan aveva negato senza nascondere un po’ di fastidio per la domanda. Lory, invece, in sua presenza aveva mostrato spesso imbarazzo: non essendo arrivata nella compagnia da molto e non avendo una grandissima confidenza col suo capo, Willow, aveva scambiato quel giovane alto e muscoloso per il suo ragazzo e non sapeva mai come comportarsi con lui. Willow non l’aveva mai contraddetta quando la segretaria le diceva che c’era il suo fidanzato al telefono e si trattava sempre di Xnder. All’inizio, i due amici si erano divertiti molto a tener su quell’equivoco, facendo credere più di una volta alla giovane che stavano facendo sesso nell’ufficio della programmatrice/sistemista, ma poi il gioco era finito e Rosemberg semplicemente non aveva voluto precisare né il tipo di rapporto che aveva col carpentiere, né i suoi gusti sessuali. Infondo, lì alla compagnia nessuno sapeva che era gay e lei non vedeva proprio perché doverglielo dire, visto che era un fatto strettamente personale e intimo. Le uniche due a conoscere questo piccolo particolare, erano Molly Feder e Georgie Grend, due sue colleghe e amiche che, per puro caso, una sera avevano incontrato lei e Kennedy in un nigth vicino la baia, frequentato notoriamente solamente da gay sia uomini che donne. Quella volta, in realtà, lei e Kenny stavano facendo un sopralluogo, alla ricerca di un vampiro che stava facendo strage da quelle parti. Buffy era andata all’uscita secondaria per intercettarlo, eventualmente, mentre loro erano entrate per stanarlo. Dovevano mischiarsi alla folla e così avevano preso un cocktail e si aggiravano guardinghe per le sale del locale. Avevano iniziato a chiacchierare e, come sempre, Kennedy le aveva manifestato il suo affetto baciandola. In quel momento si erano scontrate accidentalmente con Molly e Georgie che, dapprima erano rimaste pietrificate e decisamente in imbarazzo, essendo state “beccate” lì. Poi, però, una volta che Will aveva sorriso loro e si era mostrata gentile e a suo agio, le due si erano lasciante un po’ andare e si erano rilassate. Un attimo dopo Will aveva presentato loro Kenny, dicendo che era la sua ragazza. Prima di allora, Willow era uscita qualche volta con quelle due, ma soprattutto nelle pause pranzo o per discutere di lavoro. L’argomento sesso non era mai venuto fuori, non c’era sufficiente confidenza. Quindi, scoprire che anche la rossa faceva parte della comunità gay di San Francisco era stata una vera sorpresa. Will era riservata a lavoro e sulla sua vita privata non si era mai sbottonata tanto; per questo le due colleghe quando l’avevano riconosciuta erano impallidite: avevano pensato che fosse capitata lì per caso o per sbaglio e fossero state viste da lei in atteggiamenti inequivocabili. Per fortuna si erano sbagliate. Da quel momento, le quattro erano uscite spesso insieme, ma né Will né Kennedy avevano parlato del loro “secondo lavoro”, né di stregoneria e roba affine. Poi, quando la rossa aveva lasciato Kennedy, le uscite serali con le due colleghe erano cessate: Willow non avrebbe mai voluto sentirsi il terzo incomodo. Tuttavia, nei momenti liberi lì in ufficio, spesso si fermava a fare quattro chiacchiere con Molly o con Georgi o magari con entrambe; oppure andavano a prendere qualcosa insieme alla tavola calda lì vicino.

Kennedy era venuta raramente da lei, in ufficio, quando stavano insieme: lavoravano praticamente per lo stesso capo, ma in settori diversi e a quattro piani di distanza. Lory non si era mai accorta degli sguardi che intercorrevano fra di loro, o del fatto che Kennedy ricercasse un contatto fisico col suo capo ogni volta che poteva. Pensava semplicemente che fossero molto amiche, visto che non era un mistero che vivessero nella stessa casa con altre ragazze. A dire il vero, Lory pensava che anche Xander Harris vivesse con loro, ma non l’aveva mai chiesto, pensando che non fossero affari suoi.

. Domandò Xander, entrando nell’ufficio e chiudendo la porta alle sue spalle. Aveva la giacca piegata su un braccio, il colletto sbottonato, il nodo della cravatta lento e i capelli arruffati. Willow riconobbe in quell’immagine un po’ dello Xander del liceo, quello che odiava tutti gli abiti seri e convenzionali. Rispose al sorriso di lui con l’ennesima espressione:. Disse Willow, senza smettere di digitare sulla tastiera del computer. Xander buttò la giacca su una delle poltroncine che erano state sistemate davanti alla scrivania della sua amica, dal lato opposto rispetto alla sua postazione. Poi si allentò un altro po’ la cravatta e fece il giro della scrivania, mettendosi esattamente dietro a Willow e posandole da lì un lieve bacio sulla fronte. Sentì la rigidità dei muscoli delle sue spalle sotto le mani e iniziò a massaggiargliele magistralmente: era molto bravo in quello, Anya glielo aveva sempre detto.

. Disse Xander, vagamente divertito, mentre muoveva le mani e faceva scorrere i pollici lungo il profilo della spina dorsale di Willow. La ragazza sorrise, divertita anche lei. Eppure, tornò a pensare a quel lontano giorno in cui…

Xander la sentì irrigidirsi di colpo, poi lei si ritrasse dal suo tocco:. Xander la fissò perplesso e per un momento pensò di iniziare una certa discussione che ormai rimandavano da tanto, poi però ricordò che quello non era il luogo adatto, se non voleva che i loro fatti personali venissero ascoltati da orecchie indiscrete. Così si trattenne con un sospiro e andò a sedersi sulla poltroncina rimasta libera, allungando le gambe.

. Disse. Willow accantonò per un momento la tastiera e alzò il telefono che comunicava direttamente con la scrivania di Lory:. Disse la ragazza, poi riabbassò la cornetta e riprese a lavorare, stando ben attenta a tenere gli occhi incollati sullo schermo. Cinque minuti dopo entrò Lory con un vassoio colorato. Lo poggiò sulla scrivania, proprio davanti a Xander:. Domandò, in attesa di un’eventuale nuova mansione da svolgere. Willow la guardò, poi guardò Xander che la stava squadrando da capo a piedi:. Il ragazzo sorrise sornione:. Disse, un po’ maliziosamente. La ragazza arrossì lievemente e, dopo aver fatto un rapido cenno di congedo, praticamente fuggì dalla stanza, richiudendo la porta. Willow guardò l’amico con aria di rimprovero:. Commentò seriamente, la rossa. Lui sorrise ancora e si stiracchiò un po’ sulla poltroncina. Poi prese la lattina di coca, l’aprì e ne versò una buona parte nel bicchiere della sua amica, allungandoglielo sulla scrivania per avvicinarglielo. Infine, prese in mano la propria bevanda e ne bevve qualche sorso beandosi della sua freschezza invitante.

. Disse, riferendosi a prima di quell’evento che aveva cambiato non poco il loro rapporto, anche se in apparenza sembrava rimasto tale e quale ai tempi dell’asilo. Willow gli lanciò un’occhiataccia:. Esclamò lei, seria. Poi tornò al suo computer, digitando con una mano e sorseggiando la coca con l’altra. Come promesso, poco dopo finì l’ultimo lavoro che aveva da fare per quel giorno. Spense il computer, ripose alcuni floppy in un cassetto della scrivania chiudendolo a chiave accuratamente e finì tutto d’un fiato di bere la sua bibita ghiacciata. Poi spense il condizionatore, ripose nella sua borsa alcuni cd rom e afferrò la sua giacca mettendola appesa alla tracolla della borsa. Xander si alzò e ricompose il vassoio, poi la seguì fuori dall’ufficio con le proprie cose sotto mano. Willow si fermò davanti alla scrivania di Lory. Dietro di lei, Xander allungò un braccio e posò il vassoio:. Disse la segretaria, cordialmente. Lui le fece l’occhiolino:.

. Domandò Willow, tenendosi con una mano nel punto corrispondente alla ferita. Lory scosse la testa, poi tirò fuori da un cassetto alcune cartelline colorate e un paio di cd rom.

. Disse Lory, mentre le porgeva le cose prese dal cassetto. Willow le prese e diede una rapida occhiata alle carte del primo contenitore. Ora ricordava di cosa si trattava.

. Disse la rossa, prendendo al volo un block notes e scrivendo una decina di nomi. Quando ebbe finito, porse ciò che aveva appuntato a Lory e mise le cartelline e i cd che aveva in mano nella borsa. Lory lesse, poi la guardò stupita:. Commentò preoccupata. Willow fece spallucce:. Spiegò Willow, chiudendo la zip della borsa. Xander la guardò da dietro e le lanciò un’occhiata severa:. Commentò, più brusco di quanto in realtà non avrebbe voluto. Willow e Lory lo fissarono stupite per quell’uscita, ma solo Lory si sentì imbarazzata: l’ultima cosa che voleva, era assistere ad una litigata del capo col suo ragazzo.

. Ribatté seccata. Non era abituata a discutere con qualcuno che non fosse il suo direttore, riguardo al proprio lavoro. E con Grinwalt ci aveva già parlato il giorno prima, promettendogli di portare a termine tutto. Nei suoi piani per il futuro prossimo, infatti, oltre a risolvere la questione delle gemme di Zagato, aveva in programma di convincere Tara a trasferirsi lì a San Francisco e a ricominciare l’università. Avrebbe pagato tutto lei e voleva guadagnare a sufficienza per potersi permettere tranquillamente il mantenimento della sua ragazza, oltre a tutte le altre solite spese. Inoltre, per quando Tara fosse arrivata lì, voleva farle un paio di sorprese. I soldi non erano un problema, visto che nel suo conto in banca c’erano almeno sessantamila dollari, attualmente. Tuttavia, sapeva che per un po’ avrebbe dovuto accantonare il lavoro, se voleva occuparsi di Tara con tutta sé stessa. Così voleva mettere soldi da parte finché ne aveva l’opportunità. Era stato questo che l’aveva convinta a promettere al direttore di finire ben diciannove lavori in un mese e mezzo circa. Se ci fosse riuscita, Grinwalt le aveva promesso un premio di quindicimila dollari, più ovviamente il compenso per il lavoro svolto.

Xander ha… ragione!>. Osò dire Lory, timorosa della reazione dell’altra ragazza. Willow la incenerì con lo sguardo, poi guardò in cagnesco anche Xander e sbuffò rumorosamente:. Disse secca, in un tono che non ammetteva repliche. Lory tacque e annuì, mentre Xander alzò gli occhi al cielo e, rassegnato, esclamò:. Dopodiché la rossa si avviò verso l’ascensore, salutando educatamente ma freddamente la sua segretaria. Xander fece un cenno a Lory, poi si affrettò a seguire la sua amica con l’intenzione di farle un certo discorsetto riguardo al suo nervosismo e all’indisponenza con cui ultimamente era solita parlare quando s’irritava per qualcosa.

Scesero al parcheggio nel seminterrato del palazzo. L’aria era più calda, ma ancora non era afosa come fuori di lì. Xander aveva parcheggiato, come ogni volta che andava a prenderla, al suo posto auto, il numero 124. Il ragazzo fece scattare le sicure della auto col telecomando dell’antifurto e Willow entrò in macchina buttando la propria borsa sui sedili posteriori, insieme alla sua giacca. Poi si allacciò la cintura e attese silenziosamente che Xander la raggiungesse. Il carpentiere arrivò subito dopo e depose la propria roba accanto alla sua, poi attese alcuni istanti e finalmente entrò. La macchina si avviò subito verso la rampa di uscita del parcheggio.

. Domandò il ragazzo, tentando di apparire tranquillo. Ma la sfuriata di poco fa l’aveva reso nervoso. Willow non rispose e rimase a fissare fuori dal finestrino la gente che stava per strada, sotto il cocente sole californiano. Xander iniziò a tamburellare con le dita sul volante:. Domandò ancora, sperando di ricevere una qualunque risposta. Ora stavano passando su una strada che costeggiava l’oceano, proprio lungo la baia. Esattamente all’altro estremo della città, rispetto a casa loro. C’era stato un tamponamento lungo la Frencis Street e Harris aveva dovuto deviare per non finire imbottigliato nel traffico.

Ancora nessuna risposta.

Xander era stanco di quel silenzio e dell’atteggiamento strano della sua amica e, se fino a quel momento aveva tentato di controllarsi, ora ne aveva abbastanza.

. Sbottò brusco, gridando quasi, e dando un violento colpo al volante. Willow gli lanciò un’occhiata irritata, poi fece un cenno con la mano e la macchina accostò verso una rientranza, sul ciglio della strada, inchiodando, senza il controllo di chi stava al volante.

. Iniziò Xander, con lo stesso tono di prima. Ma Willow non rimase lì ad ascoltare le proteste del suo amico e scese dall’auto rapidamente. Si tolse le scarpe con un gesto secco e se ne andò sulla spiaggia gridando di spalle:. Harris rimase sbalordito da quell’atteggiamento assurdo e, per un momento, non seppe cosa fare. Willow era già arrivata sulla spiaggia quando lui sfilò le chiavi dal cruscotto, scese e chiuse la macchina col telecomando, ma solo dopo essersi tolto scarpe e calzini. Attese che l’auto facesse il consueto bip, poi corse letteralmente dietro alla sua amica. La raggiunse in un attimo e le si parò davanti, sbarrandole la strada.

. Le disse, seriamente e sinceramente offeso dal suo atteggiamento di superiorità. Willow ricambiò lo sguardo con uguale intensità:. Esclamò, dura. Il ragazzo mise le mani sui fianchi e sbuffò: stava davvero per perdere la pazienza.

< La pianti di fare la stronza e mi dici cos’hai? E’ da stamattina che sei strana. Hai detto che né Tara né Kennedy c’entrano. E allora che c’è? Ce l’hai con me? Che ti prende? >. Domandò, con tono altrettanto duro. Ma la rossa non aveva intenzione di rispondere. Fece una smorfia di disappunto, dopodiché riprese il proprio cammino verso il bagnasciuga, sorpassando il suo amico semplicemente girandogli intorno, visto che lui non voleva spostarsi di lì. Xander, però, le lasciò fare solo qualche passo, dopodiché la prese da dietro, se la caricò senza sforzi su una spalla e s’incamminò verso l’oceano, incurante delle proteste della ragazza:. Sbraitò Willow, scalciando e agitandosi, stringendo i denti per le fitte di dolore provenienti dalla sua ferita. Ma Xander non perse un briciolo della sua decisione:. Rispose il carpentiere, minaccioso. Willow sapeva che avrebbe mantenuto la promessa, così rinunciò all’idea di usare la magia, ma non a quella di divincolarsi tanto da riuscire a liberarsi. Fu inutile, Xander era fisicamente molto più forte di lei. Alcuni passanti assistettero alla scena attoniti, altri divertiti. Avevano scambiato il tutto per una lite fra innamorati o magari un gioco.

. Sbraitò ancora Willow, colpendolo coi pugni chiusi sulla schiena e sul sedere. Ma a nulla valsero i suoi sforzi. Xander arrivò all’acqua ed entrò senza esitazione fino a che non l’ebbe alle caviglie. Di lì a un metro, il fondale diventava molto più profondo e lui lo sapeva.

. Sbraitò ancora Willow. Ma ormai era chiaro che Xander avrebbe portato a termine ciò che si era prefisso di fare. Il ragazzo guardò seriamente verso l’orizzonte, poi afferrò più decisamente la sua amica per evitare che gli sfuggisse di mano:. Disse, poi richiamò tutte le sue forze e diede una spinta decisa al corpo di Willow, infinitamente più esile del suo, lanciandolo molto in là rispetto a sé. La ragazza finì in acqua di testa, dove il fondale era più alto di lei. L’acqua, nonostante il clima caldo, era gelata rispetto all’aria e il contatto freddo la lasciò senza fiato da subito. Riemerse un attimo dopo, mentre Xander la fissava divertito e soddisfatto di quella scena. I capelli della rossa le ricadevano a ciocche davanti al viso e lei fu costretta a tenersi a galla con una mano sola, visto che con l’altra doveva togliersi i capelli dalla faccia per permettersi di prendere fiato.

.

< Ah, ah, Willow, attenta a quello che dici o vengo lì e ti tengo la testa sotto finché non sputi il rospo! >. L’ammonì Xander, ironico ma serissimo nella sua minaccia. La rossa lo capì e si trattenne. Nuotò fino ad un punto dove toccava, poi iniziò a camminare, movendosi pesantemente a causa dei vestiti zuppi d’acqua. Raggiunse Xander e cominciò a picchiarlo sul petto coi pugni, più forte che poté:. Ringhiò, mentre picchiava duro. Xander continuava a parare i suoi colpi senza fatica e a guardarla sorridendo beffardo:. Disse il giovane, con una scintilla maligna negli occhi. La prese per le spalle e la gettò nuovamente in acqua, solo che lei, all’ultimo momento, riuscì a trascinarselo dietro, facendolo cadere in un punto dove toccava benissimo, ma l’oceano gli arrivava alla vita. Xander non si scompose e quando Will riemerse, le diede una spinta sulla testa, verso il basso, mandandola di nuovo sotto, incurante di essersi bagnato anche lui.

Willow riemerse ancora:. Abbaiò la rossa, togliendosi nuovamente i capelli dalla faccia. Xander alzò un sopracciglio:. Disse.

A quel punto fu Willow a sbottare, guardandolo in cagnesco:. Gridò, con tutto il fiato che aveva in gola. Xander la guardò stupito: ecco qual era il problema. Non era Kennedy, non era Sidney né qualche altro problema collegato alla magia. Non era il lavoro e non si trattava nemmeno di stress accumulato per gli avvenimenti recenti. Era qualcosa che Willow covava già da tanto tempo, più di due anni, e che lui invece pensava fosse una cosa passata, anche se pur sempre importante. Si passò una mano fra i capelli sudati, poi infilò la testa sott’acqua, sperando che la sua freschezza lo aiutasse a trovare qualcosa da dire. Quando la ritrasse, Will era ancora lì, davanti a lui, che lo fissava con gli occhi arrossati e lucidi. Xander ebbe la certezza che i suoi occhi non fossero in quello stato per l’acqua salmastra. Sbuffò e fece qualche passo indietro, poi si stese sul bagnasciuga, come se fosse stato in costume, lasciando che le onde lo avvolgessero cullandolo aritmicamente. Willow gli andò vicino, ravviandosi i capelli e buttandoglisi accanto pesantemente. Fissavano tutt’e due nel vuoto, senza ammirare realmente l’orizzonte e il sole che ormai stava cominciando a tramontare.

< E così il problema è questo… >. Disse Xander, piatto.

< Sì, Xan. E non so come fare! Sento che prima o poi dovrò parlargliene, ma… so esattamente quale sarà la sua reazione, quando lo verrà a sapere: anche quando andavamo al college insieme… vuoi sapere per cosa fu la nostra prima litigata, il pomeriggio in cui Glory le succhiò il cervello? >.

< Per cosa? >.

< Tara disse, in un lapsus, che aveva paura che io stessi solo vivendo una fase della mia vita, stando con lei, e prima o poi sarei tornata a interessarmi di un qualche ragazzo! >.

< Ma non è vero! >.

< Be’, raccontandole che sono stata a letto con te… non ci crederà mai! >. Commentò Tristemente. Poi ripensò a quell’episodio isolato di due anni prima

***

Era un giorno speciale, l’anniversario della distruzione di Sunnydail e quindi della morte di Anya. Buffy era partita tre giorni prima per andare ad un convegno, accompagnata da Giles che ne aveva approfittato per fare un viaggetto a Minneapolis. Kennedy anche era fuori città per lavoro, mentre Dawn aveva chiamato verso l’ora di pranzo per avvisarli che quella notte sarebbe stata a casa del suo attuale ragazzo, Robert. Xander e Willow si erano ritrovati soli e avevano deciso di andare a mangiare una pizza, poi d’infilarsi in qualche pub e di bere fino a ubriacarsi. Almeno, queste erano le precise intenzioni di Xander, come tutti gli anni quando arrivava quel giorno. La strega voleva solo fargli compagnia: non voleva certo sbronzarsi. Ma era stata una giornata dura per entrambi e non erano riusciti a farsi forza l’un con l’altro, quindi si erano scolati sei birre a testa, ma solo dopo aver fatto otto giri di tequila alla fragola e due gin-tonic ciascuno. Avevano concluso in bellezza, scolandosi un paio di bicchieri di whisky.

Quando erano usciti dal locale, erano talmente tanto sbronzi che il barista aveva dovuto chiamare un taxi per assicurarsi che nessuno dei due guidasse. Walter, il barista, li conosceva come clienti abituali perché, di tanto in tanto, tutta la gang andava a festeggiare nel suo pub. Così aveva pagato lui il tassista, poi aveva preso i documenti di Xander e, pensando che i due abitassero insieme, li aveva spediti all’indirizzo scritto sulla sua patente. Effettivamente era la stessa strada, abitazioni vicine, ma non la stessa. Non era importante, comunque. Il tassista li aveva portati a destinazione mentre loro ridevano, sghignazzavano e dicevano cose senza senso. Li aveva aiutati a scendere e aveva messo loro le chiavi di casa in mano, poi se n’era andato. Xander e Willow, abbracciati da un lato per sostenersi a vicenda e aiutarsi a camminare, avevano imboccato il piccolo viale di casa del ragazzo, avevano salito i tre gradini della veranda rischiando di cadere a ogni passo, ed erano arrivati davanti alla porta della villa. Xander aveva dovuto fare svariati tentativi, prima di riuscire a infilare la toppa con la chiave. La porta si era aperta tanto improvvisamente che i due erano ruzzolati a terra ridendo come due veri idioti.

. Aveva detto Willow, continuando a ridere. Gli era caduta sopra, evitando così di finire col naso sul pavimento. Xander anche rideva:. Aveva risposto il ragazzo, toccandosi la nuca: lui un colpettino l’aveva dato. Ripresero a ridere, poi si trascinarono su per le scale, con l’intenzione di andare a dormire: Willow avrebbe occupato la stanza di Giles che sarebbe tornato solo l’indomani, nel pomeriggio. Ci misero quasi un quarto d’ora a salire, fra risate sguaiate e discorsi senza senso. Arrivati sul corridoio del primo piano, Xander si era appoggiato alla parete, in preda alle vertigini:. Aveva scherzato Willow, riferendosi al fatto che il ragazzo era andato su di giri solo dopo i primi bicchieri. Nessuno dei due era avvezzo all’alcool, ma la rossa sembrava molto più resistente del suo amico. Lei era partita completamente solo dopo la terza birra. Improvvisamente, tutta l’euforia scomparve da Xander che sussurrò infinitamente triste:. Poi era scoppiato in un pianto a dirotto, singhiozzante, nascondendosi il viso fra le mani. Willow era ubriaca, ma non sufficientemente da non sentirsi in colpa per quello che gli aveva detto e per aver provocato quella reazione nella persona che considerava suo fratello. Ebbe pietà di lui perché quel pianto era solo la riprova di quanto Xander stesse ancora male per la morte della sua ex ragazza, per non averla sposata, per non essere stato lì a proteggerla, per tutti gli errori che aveva commesso con lei e ai quali ora era troppo tardi per porvi rimedio. Willow gli si avvicinò e lo strinse a sé fraternamente, carezzandogli la testa come faceva quando erano bambini e lui andava a casa sua piangendo dopo l’ennesima litigata dei suoi genitori.

. Aveva detto Xander, piangendo. Un momento di lucidità regalatogli dall’alcool. Un crudele regalo per una crudele realtà giornaliera: vivere senza la persona amata. Willow più di chiunque altro sapeva cosa si provasse a svegliarsi tutte le mattine maledicendosi per essere ancora viva e invece chi ami non lo è più. Aveva tentato di consolarlo, stringendolo più forte e baciandolo sulla testa, sulla fronte:. Xander le si era aggrappato con tutto se stesso, come se stesse naufragando nell’oceano in tempesta e lei fosse l’unica ciambella di salvataggio a cui potesse aggrapparsi per non affogare.

. Aveva ripetuto il ragazzo, continuando a piangere. Willow gli aveva dato uno scossone, tenendolo per le spalle larghe e ricurve in quel momento. L’aveva costretto ad alzare lo sguardo e gli aveva detto in tono deciso:. Il tono di voce non aveva niente a che vedere con quella ragazza che era stata una volta, quella timida che al liceo si vestiva fuori moda e non riusciva a ribellarsi alle prese in giro dei suoi compagni di classe. Era il tono di una persona decisa, matura, che per arrivare fin lì aveva visto l’inferno, lo aveva attraversato e, pur avendo impresse in mente le immagini strazianti di quel luogo senza luce né pace, era sopravvissuta ed era andata avanti. Ecco chi era Willow Rosemberg, ora. Xander l’ammirava per quella sua forza, forza che lui non aveva mai avuto né avrebbe mai avuto in vita sua, probabilmente.

Voleva da lei un po’ di quella forza, voleva un po’ di quella sua decisione, di quel coraggio tutto speciale che gli si leggeva chiaro negli occhi verdi, sinceri e dolcissimi anche nel baratro del dolore. Voleva da lei consolazione, non solo comprensione: quella già ce l’aveva da tempo. E voleva consolarla a sua volta, rendendosi conto benissimo che il cuore della sua più cara e vecchia amica non aveva mai smesso di piangere e di gridare di dolore per la morte dell’unica persona che le aveva davvero dato serenità e felicità. Per la morte di Tara e per tutto quello che ne era conseguito.

Forse fu per questo che la baciò. Prima con delicatezza, sfiorandola appena e lasciandola stupita, confusa, ma non contrariata. Poi sempre più con passione, sbattendola addosso alla parete di fronte e stringendola a sé disperatamente.

Dopo alcuni momenti di titubanza e di smarrimento completo, Willow cominciò a ricambiare i suoi baci, le sue carezze, con la stessa intensità, con la stessa disperazione. Gli si avvinghiò con le gambe attorno alla vita e lui la sostenne facilmente, visto che pesava quanto una foglia per i suoi muscoli abituati a ben altri sforzi. Si diressero, senza pensare, infondo al corridoio, nella stanza di Xander, e si lasciarono andare sul letto morbido, continuando a baciarsi e a carezzarsi ovunque, con la stessa frenesia di toccare la pelle nuda, con la stessa brama di ricevere quella consolazione che non sembravano essere riusciti a trovare neppure nell’oblio dato dall’alcool. Perché l’alcool nemmeno quello gli aveva concesso, se non per poche ore. Si spogliarono rapidamente, pezzo dopo pezzo, e si ritrovarono a rotolarsi nel letto, nudi, toccandosi e baciandosi ovunque, senza riserve né falso pudore. Willow l’aveva leccato su una spalla, sulla guancia, sul collo: sapeva di sale e di whisky. Il sapore delle cause del loro comportamento attuale, infondo. Un sapore agrodolce, comunque indimenticabile. Quando Xander era entrato in lei, delicatamente ma con decisione, Willow aveva provato inizialmente una sensazione da tempo dimenticata, poi i suoi sensi si erano acuiti e il piacere, ma soprattutto l’affetto reciproco, le aveva regalato lunghi istanti di pace e soddisfazione. Lo stesso era stato per Xander che, dopo Anya, non aveva più fatto l’amore con nessuna.

A quale prezzo però?

Il costo di quella consolazione lo conoscevano entrambi, o almeno credevano che così fosse. E furono pronti ad accettarlo pur di far cessare anche solo per una notte il dolore sordo e martellante che colpiva costantemente le loro menti e i loro cuori da anni.

La mattina seguente si svegliarono improvvisamente, a causa del rumore della porta di casa che sbatteva nell’essere chiusa con poca delicatezza.

. Era tornato Giles, in anticipo rispetto a quando avrebbe dovuto.

I due ragazzi ci misero alcuni istanti per schiarirsi le idee: avevano entrambi un forte mal di testa e la loro memoria era annebbiata dalla sbronza colossale della sera prima. Un’occhiata veloce alla sveglia digitale, sul comodino, rivelò che erano quasi le dodici e trenta. Avevano dormito fino a tardi.

Non ricordavano bene cosa fosse accaduto la sera prima, ma c’era poca possibilità di errore, visto che i due al momento del risveglio stavano a letto, insieme, nudi, avvinghiati. Entrambi, all’unisono, schizzarono fuori dalle coperte, fissandosi stravolti e confusi.

. Esclamò Willow, tenendosi la testa con le mani: lo scatto fatto le aveva appena scatenato una violenta emicrania. Xander le passò il lenzuolo per permetterle di coprirsi:. Rispose il ragazzo, colto dal panico. Poi raccolse i vestiti di lei e glieli lanciò, dicendole di andarsi a chiudere in bagno mentre lui abbozzava una scusa con Giles. Willow fece come gli era stato detto e sgattaiolò via lasciando lì il lenzuolo per non destare sospetti, mentre Xander si rivestì rapido come il vento, infilandosi solo mutande e pantaloni, e, un po’ barcollante per le vertigini, scese al pianterreno per intrattenere Giles. C’era anche Buffy con lui: l’aveva aiutato a portar dentro i bagagli.

. Lo salutò Buffy, con un sorriso. Già, dove diavolo aveva lasciato la macchina la sera prima? Cavolo, doveva riuscire a ricordare, a fare mente locale. O forse era meglio di no, visti i presupposti di quello che avrebbe ricordato insieme alla fine che aveva fatto la sua auto. Buffy lo fissò e notò subito che non era il solito Xander:. Gli domandò la sua amica, sotto lo sguardo indagatore anche di Giles. Il ragazzo si guardò alla specchiera dell’ingresso: aveva qualche livido rosso sul petto e sul collo, e qualche graffio lieve. Il suo amplesso con Willow era stato disperato, eccitante, ricco di sentimento senza dubbio, ma non certo delicato. Si era toccato esitante:. Buffy lo guardò contrariata:. Disse la Cacciatrice, preoccupata un po’ e contrariata dall’atteggiamento poco responsabile dei suoi amici. Xander aveva tentato di pensare rapidamente ad un’altra balla da dire, ma non trovandone nessuna aveva detto la verità:. Rispose, omettendo la parte in cui avevano fatto sesso. Buffy e Giles si erano lanciati un’occhiata d’intesa:. Commentò l’Osservatore, salendo a posare le sue cose nella propria stanza.

Willow uscì dal bagno mezz’ora dopo e se ne andò a casa, filando a rinchiudersi a chiave nella propria stanza, con la scusa del mal di testa dopo sbronza. Ci rimase fino all’indomani e telefonò in ufficio dicendo che non si sentiva bene e che quindi non sarebbe andata.

Si vergognava così tanto per quello che era successo!

Come aveva potuto tradire la fiducia di Kennedy?

Come aveva potuto fare sesso con un ragazzo? Lei era gay!

E, soprattutto, come aveva potuto fare sesso con Xander? Il suo migliore amico!

Avrebbe dovuto consolarlo, farlo smettere di piangere, cancellare i suoi sensi di colpa inutili e infondati. Non lasciarsi baciare, toccarlo ovunque, morderlo, leccarlo e… oddio, non poteva nemmeno pensarci a quello che era successo dopo. Era stata proprio brava, non c’era dubbio. Meno male che fino a quel momento non aveva dovuto consolare davvero anche Buffy o Dawn, se no l’avrebbe fatto piccolo il casino, pensò ironica e acida con sé stessa.

Aveva fatto sesso con Xander…

Aveva fatto sesso con Xander!

E com’era stato? Le era piaciuto? Dannazione, non era quella la cosa importante! Tra l’altro, certo che non le era piaciuto, visto che lei era gay. O invece sì?… Non riusciva a ricordarlo, sapeva solo che, effettivamente, era stato tremendamente consolante. Almeno fino a quella mattina. Si diede dell’idiota e si sarebbe presa a schiaffi per quello che aveva fatto, ma tanto ormai non poteva tornare indietro e cancellare tutto. E Xander? Come l’aveva presa lui? Ora sicuramente avrebbe pensato che era una puttana egoista e non l’avrebbe nemmeno più cercata.

Ovviamente, a causa del panico forse, Willow si era sbagliata. Xander la cercò eccome: il giorno successivo, presentandosi al suo ufficio e dicendo a Lory di non disturbarli per nessuna ragione al mondo. La segretaria annuì e non passò nessuna telefonata, né permise a nessuno di entrare nell’ufficio di Willow.

La rossa, nel vedersi presentare l’amico lì i ufficio, rimase stupita. Il cuore le andò in gola e un improvviso senso d’imbarazzo e di sete violenta l’assalirono come lupi famelici. Xander non era andato lì per farle una scenata, come lei aveva creduto inizialmente, ma per parlarle, per chiarire e chiederle scusa. Si assunse ingiustamente tutta la responsabilità dell’accaduto, dicendo che era stato un bastardo ad approfittarsi di lei in quel modo. Willow, allora, si calmò e ribatté che non era solo colpa sua, perché anche lei aveva partecipato attivamente alla cosa e non aveva pensato neppure per un momento di fermarlo o di tirarsi indietro.

Dopo quella lunga discussione, i due decisero di rimuovere dalla memoria quell’incidente, così avevano deciso di chiamarlo. Di far finta che non fosse mai successo niente, di comportarsi fra loro come i vecchi amici d’infanzia di sempre. Ma fu impossibile perché, alla fine del mese, il ciclo mestruale di Willow non accennò a fare la sua regolare comparsa. La ragazza ne fu terrorizzata e, senza esitare, lo disse a Xander. I due sforzarono di ricordare e… no, quella famosa notte non avevano usato nessun contraccettivo. Willow non ne aveva bisogno da anni, mentre Xander… be’, in realtà nemmeno lui ne aveva più avuto bisogno. Così, quella notte, semplicemente avevano dimenticato entrambi le implicazioni di quello che stavano facendo, come tutto il resto.

Andarono nuovamente nel panico, ma poi una razionale Willow decretò che l’unico modo per togliersi ogni dubbio era quello di fare il test di gravidanza. Lo acquistarono e la ragazza lo ripeté tre volte: positivo. Sempre positivo. Rimase sconvolta e chiamò subito Xander al telefono per informarlo: non l’aveva voluto presente durante l’esecuzione del test. Nell’ansia di avere dei risultati concreti, tuttavia, dimenticò di chiudere a chiave la porta del bagno. Entrò Buffy e la sorprese con le lacrime agli occhi e il terzo test in mano, le confezioni degli altri due nel secchio.

. Le chiese, stupita e confusa, restando per un istante sulla soglia. Poi entrò del tutto e chiuse con doppia mandata. Willow scoppiò a piangere, senza neppure singhiozzare. Le raccontò tutto, aspettandosi rimproveri e biasimo. Ma non successe. Buffy non era certo contenta di quel fatto, visto i contorni della storia e il coinvolgimento di un’ignara Kennedy. Ma non se la sentì di rimproverare la sua amica.

. Le chiese, pensando che Will volesse abortire il più velocemente possibile. Invece Willow la sorprese di nuovo:. Le disse, asciugandosi le lacrime. Xander sarebbe stato sicuramente d’accordo con lei. Ora c’era il problema di come confessare l’accaduto a Kennedy evitando che prendesse a schiaffi lei e rendesse Xander una voce bianca. Buffy suggerì di aspettare un po’ e di prepararsi bene un discorso da farle insieme, lei e Xander. Intanto Willow avrebbe dovuto assolutamente fare tutti i vari controllo. Willow e Xander accettarono il consiglio e nel frattempo fecero finta di nulla.

Ma poi, una notte, durante una ronda inevitabile per la rossa senza destare sospetti, un vampiro l’aggredì, scaraventandola in una vetrina di Jorge Avenue e facendole sbattere violentemente l’addome. Willow sanguinò copiosamente e le fu inevitabile perdere il bambino, questo le dissero al pronto soccorso, quando Buffy e Xander ce la portarono, lasciando volontariamente in sala d’attesa il resto del gruppo. I due amici piansero a lungo, disperandosi per quella perdita. Poi finirono col rassegnarsi, ma la strega si chiuse in un ostinato mutismo. Buffy allora chiamò Angel, gli confidò l’accaduto senza timori, conoscendo quanto fosse comprensivo il vampiro, e gli chiese di ospitare Willow per qualche tempo per farla riprendere, lontano da San Francisco. Angel acconsentì ad aiutare la strega, adducendo come scusa ufficiale che gli serviva una mano dalla strega più potente d’occidente per un caso difficile. Kennedy sarebbe voluta partire con lei, ma, grazie a Dio, il lavoro glielo impedì. Così Will partì, stando lontano da San Francisco e dai suoi amici, come dalla sua ragazza, per tre mesi.Quando tornò, sembrava la stessa di prima anche nei rapporti con Xander. Tanto lui quanto Buffy si era illusi che le fosse passata davvero, che avesse digerito la cosa e se ne fosse fatta una ragione esattamente come loro.

***

Solo ora, su quella spiaggia, Xander si rese conto che si era sbagliato. Willow non aveva mai smesso di pensare al figlio che non era mai nato e all’errore commesso quella notte di circa due anni prima.

. Disse Xander, tristemente. I due non si erano guardati neppure un attimo dacché si erano seduti vicini, lasciandosi bagnare continuamente dalle onde. Willow sospirò amareggiata:. Disse, rammaricata. Tuttavia, era vero che non ce l'aveva affatto col suo amico. Era arrabbiata con sé stessa.

Da anni non era stata più un modello di correttezza, anzi. Ma quella notte aveva decisamente toccato il fondo... di nuovo. Contemporaneamente aveva tradito Kennedy, tradito la propria natura, sfruttato il suo migliore amico - facendolo sentire pure in colpa, poi - e aveva sottolineato quanto fosse irresponsabile e stupida nel non prendere precauzioni di nessun tipo. Lei e Xander ne avevano pagato lo scotto, ma poi... chi ci aveva rimesso di più era la creatura che le stava crescendo in grembo. Aveva pagato gli errori della madre con la propria vita.

. Esclamò Xander.

Willow ragionò su quell'ultima frase e capì i sentimenti del ragazzo perché, in un certo senso, era proprio un incesto quello che avevano commesso: da anni si consideravano fratello e sorella, perché facevano parte di quella famiglia allargata che era la Scooby Gang. E anche quando erano piccoli si erano sempre comportati come due veri fratelli. Willow era ignorata dai suoi genitori, mentre Xander... be', era meglio se veniva ignorato dai suoi, visto che quando non era così, ogni scusa era buona per offenderlo o punirlo di qualcosa che, probabilmente, non aveva fatto.

Lui veniva da una famiglia di ubriaconi.

Lei da una famiglia di gente fredda e insoddisfatta che faceva di tutto per non ricordarsi di essere una famiglia.

Il destino li aveva fatti incontrare all'asilo e da quel momento erano stati inseparabili. Poi erano cresciuti, era arrivata Buffy, erano stati catapultati in un mondo che sfiorava l'irreale e il loro legame si era stretto di più. Avevano passato guai su guai, apocalissi, litigi, problemi di ogni genere, momenti orribili per entrambi. Ma erano sempre stati insieme a sostenersi a vicenda e a scambiarsi reciproco affetto, rimettendosi sempre in piedi se i casi della vita li facevano scivolare per un istante.

Poi c'era stata quella notte e... il destino era un bastardo, ma loro gli avevano dato una gran mano.

. Disse Will, tranquillamente. Il suo tono era diventato piatto, come se stesse raccontando un film che aveva visto, invece di un episodio tanto importante della sua vita.

. Rispose Xander, brusco. Ma anche lui era arrabbiato con sè stesso e non con la sua amica. Willow sospirò:.

< Già, invece, adesso, ci troviamo a sentirci in imbarazzo se solo ripensiamo a quei momenti... e abbiamo taciuto una cosa così importante a tutti. Non equivale ad aver distrutto ugualmente la nostra famiglia? Con la differenza che, a parte noi, nessun'altro lo sa! >.

< Abbiamo salvato il salvabile, Xander. E' per questo che Buffy mi ha spedita da Angel! >.

< Ah, già, Angel...! Non ti ha mai detto nulla? >.

< Non mi ha rimproverata, non mi ha costretta a parlare, mi ha tenuta lontana da Cordelia e gli altri in modo che non dovessi dare false spiegazioni. Ha semplicemente aspettato che fossi pronta per parlargliene, per sfogarmi. Dopo un mese che ero lì... avvenne. Mi aveva sentito gridare e piangere nel sonno: stavo sognando di Tara e di nostro figlio. Me lo sono ritrovato accanto che mi abbracciava per farmi calmare. Fu allora che gli raccontai tutto! >.

< E che ha detto? >.

< Niente. In realtà già sapeva, glielo aveva raccontato Buffy. Era per quello che mi aveva tenuta lontana dai suoi... però fu un sollievo per me, parlarne!... Mi presi del tempo per riposare e schiarirmi le idee. Quando tornai, fu facile fingere che tutto fosse tornato a posto. Fino... al ritorno di Tara!... Voglio dirglielo, Xander, non voglio segreti fra noi! >.

< Ma darle un colpo simile appena tornata... >.

< E' per questo che ho deciso di aspettare. Le ho aperto la mia mente e le ho permesso di vedere la mia vita dal giorno in cui è morta fino a quando ho incontrato Kennedy, ma ho evitato accuratamente di darle accesso anche alle immagini riguardanti tutto il resto. L'ho shockata confessandogli di aver ucciso Worren e Rack, se le dicessi ora anche di te... probabilmente desidererebbe non essere mai tornata in vita e non voglio darle un dolore così grande!... Non riuscirei mai più a riavvicinarla a me e... è stata dura vivere quando lei era morta. Ma mi sarebbe impossibile continuare senza di lei, ora che è nuovamente in vita, capisci? Cinque anni e non ho smesso neppure per un secondo di amarla e di desiderare di stare con lei, di toccarla, di sentire la sua voce. Ora che mi è stata data una seconda possibilità... sarò egoista, ma non voglio perderla di nuovo: non lo sopporterei. Ne morirei, stavolta! >.

< Capisco!... Prenditi tempo, allora e... se vorrai, glielo diremo insieme, affronteremo la cosa insieme!>.

< Insieme? >.

< Come sempre! >.

Solo allora i due si guardarono negli occhi. Stavano piangendo entrambi, ma nessuno dei due si era accorto dell'altro, finché non si erano guardati. Xander si sporse e la baciò in fronte, mentre Willow chiuse gli occhi nel ricevere quel gesto d'affetto. Ancora una volta, la loro vicinanza era stata di conforto. Nonostante tutto.

  
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