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Autore: WrongandRight    17/01/2014    1 recensioni
Questa fanficiotn è un esperimento: una raccolta di drabble e one-shot su il mio pairing preferito di FF XIII, HopexLightning.
Alcune storie saranno AU, altre un po' OOC, ma l'intento è quello di creare situazioni divertenti, tristi, imbarazzanti non solo tra i due, ma anche all'intero della compagnia che li accompagna.
"Because there's non Light without Hope and there's no Hope without Light."
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Saaaaalveee!! Chiedo perdono per la prolungata assenza, purtroppo questo è periodo d'esami, giàgià... E la mia testa sta iniziando a scoppiare già da ora...
Ringrazio tutti voi che avete deciso di seguire questo piccolo esperimento e trovano qualcosa di... Come dire... Buono (?) all'interno di queste storielle che mi piace scrivere.
Stavolta si tratta di una IU in Final Fantasy XIII. Purtroppo mi devo scusare nuovamente, stavolta per la storia, ho tentato di fare del mio meglio e me l'ero immaginata più vivace la scena, ma nonostante i miei tentativi di sistemarla questa è la cosa migliore che mi è uscita...=P

Come al solito i diritti sono tutti della S.E. per i personaggi e le bellissime ambientazioni. xD

 



Pausa caffè


Gran Pulse in fondo era davvero un bel pianeta. I fiori, la natura, il verde... Tutto allo stato brado, tutto lasciato libero di vivere. I mostri la facevano da padrona ma questo non impediva alle altre forme di vita di crescere orgogliose.

In mezzo a queste piane infinite, sei avventurieri affrontavano il loro destino per cercare di ribaltare tutto. Per poter anche loro svettare orgogliosi come le viole che dopo essere state calpestate dai Behemot rialzavano la loro corolla.
Inutile dire che l'impresa era tutt'altro che semplice, sia a dirsi che a farsi. Tanto più che il gruppo non era propriamente dei più omogenei, anche se iniziavano a conoscersi.
Davanti a tutti Fang guidava la comitiva in mezzo agli alberi, Vanille le veniva subito dietro. Leggermente più distante camminava l'intrepida Lightning con alle costole il giovane ed insicuro Hope. I due uomini seguivano dietro con passo più tranquillo, perdendosi ad ammirare le meraviglie del panorama.
Avevano preso l'abitudine di viaggiare in silenzio, quasi come in pellegrinaggio, eccezion fatta per la giovane pulsiana dai capelli rossi che saltellava allegra nel suo mondo natio.

“Ragazzi, con tutto il rispetto, non potremmo fermarci? Sapete com'è sono un po' anzianotto, io. E poi dovremo pur mangiare qualcosa.”

In quel momento, come richiamato dall'argomento, lo stomaco di Snow mandò un chiaro messaggio d'indignazione nei confronti del pranzo appena saltato.
La risata generale fu interrotta da un grugnito dell'infastidita soldatessa che fulminò il suo futuro cognato con uno sguardo gelido.

“Non sai proprio trattenerti, vero?”
“E dai sorellina, può capitare. Però, davvero, facciamo una pausa.”
“Light, sono stanco anch'io, possiamo fermarci un attimo?”

Lo sguardo di lei ricadde sul quattordicenne dai capelli argentati che lo guardava con aria implorante. E non poteva dire di no al suo tenero sguardo da cagnolino. Bisognava essere delle persone assolutamente crudeli per rifiutare una richiesta da quei grossi occhioni verdi.

“E va bene. Come volete. Ma per il cibo arrangiatevi. Non ho intenzione di farvi da mamma anche oggi. E Snow... Prova a chiamarmi sorellina un'altra volta e ti becchi il turno di guardia a metà della notte!”
“Ma... Ma sorell... Ehm, volevo dire, Lightning sei veramente acida oggi, rilassati.”

Se il biondo rimase in vita lo dovette solo al tempestivo intervento di Sazh che cercò di placare la furia omicida della donna, mentre Fang se la sghignazzava allegramente senza pensieri, troppo contenta di ritrovarsi in mezzo a quel folle gruppo di persone per badare, in quel momento, alla loro missione od all'atmosfera rigida che si era creata. Del resto, quel clima combattuto, si rigenerava automaticamente tutte le volte che dovevano fermarsi dato che “Raggio di sole” non aveva mai la minima voglia di rallentare.
Iniziavano a sospettare che possedesse degli arti inferiori meccanici.

Si sistemarono in un piccolo spiazzo circondato da tre magnifici alberi nodosi ed alti che con la loro ombra donavano frescura al praticello verde. L'eroe e l'afro si adoperarono per accendere il fuoco dopo aver posato la loro attrezzatura, affidandola alle cure di Vanille. Nel frattempo l'altra indomita guerriera armata di lancia era andata in cerca degli animali più commestibili e dei frutti più succosi, o perlomeno mangiabili per l'uomo. Naturalmente due membri della compagnia erano completamente spariti dalla vista della compagnia: la prima borbottando un “Di che razza di gente mi sono circondata, ho bisogno di stare sola per un po'.” e l'altro esclamando un “La seguo, nel caso avesse bisogno di aiuto...”. Come se la giovane non sapesse tenere a bada i mostri per conto suo.

Lo stretto rapporto di fiducia che si era creato tra loro era tangibile, tanto che Snow era stato felice di vedere la sua sorellina legarsi finalmente a qualcuno che non fosse Serah. Sazh, invece, era il più titubante. Aveva paura che il ragazzino potesse cadere in un sentimento ben più profondo e pericoloso dell'amicizia e, forse, la ragione era dalla sua.

"Si sono allontanati ancora una volta, eh?"
"Su, Sazh, non può accadere nulla di male. Sono soltanto ottimi amici... Si sono ritrovati in situazioni molto simili ed hanno legato, tutto qui. E devi ammettere che la soldatessa l'ha guidato bene. Sono convinto che nemmeno lei voglia vederlo prendere la strada sbagliata."
"Tu sei troppo positivo, eroe. - Una nota di velato sarcasmo nella sua voce - Spero seriamente che sia così."
"Invece di chiacchierare, voi due, vedete di darvi una mossa! Io qui ho già portato da mangiare per tutti."

Fang li richiamò all'appello sogghignante. Non le andava l'idea che quei due spettegolassero senza di lei, voleva avere la sua parte, in particolar modo se si trattava dei due piccioncini in mezzo al bosco.

"Inizio a sospettare che i veri piccioncini qui siate voi due. Sempre a parlare, sempre bla bla bla. Perché mi ignorate?"
"Non pensi che Vanille possa sentirsi sola?"
"Per due minuti... Susu, raccontatemi tutto!"

La conversazione che seguì durò sicuramente più di due minuti e non si spostò dall'argomento principale sino a quando la scaltra Fang non prese le redini della situazione e guidò tutti nel boschetto dopo si erano incamminati i loro amici l'Cie.
Forse sperando di incontrarli, forse sperando di spiarli o far loro un pessimo scherzo, certamente furono colti alla sprovvista quando sentirono il suono di una voce giovanile alla loro destra, oltre una fronda verde scuro che oscurava la loro visuale.

“Dunque... Perché non hai chiesto scusa a tua sorella?”
“È complicato. Mi sono resa conto troppo tardi di quello che ho fatto... Di quello che le mie parole avevano causato e quello che è successo dopo tutti lo sappiamo. Non saremmo qui del resto.”
“Credi che Snow possa essere arrabbiato con te?”
“Ehi, ehi! Cosa sono tutte queste domande? Se devi farmi un terzo grado tanto vale che ritorni dagli altri. Non ho intenzione di raccontarti la mia vita.”
“Dunque hai paura che sia ancora arrabbiato. E, soprattutto, che lei sia ancora arrabbiata con te.”
“Smettila di saltare a conclusioni, non mi sembra di averti risposto, prima.”

Il silenziò che seguì traspirava una certa trepidazione ed anche un certo imbarazzo. Da dietro il fogliame 3 paia di orecchie erano in ascolto come se ne andasse della loro stessa vita.

“Però... Però non è così difficile capirti, a volte. Quello che non dici, le tue azioni... Parlano per te. O perlomeno questa è la mia impressione.”
“Sto davvero perdendo colpi se un ragazzino appena conosciuto riesce a capire quello che penso.”
“Ti sbagli. Non riesco a capire quello che pensi, però... Ecco... Credo di poter condividere i tuoi sentimenti. E credo anche che, nella nostra situazione, possiamo dire di essere diventati una squadra. E nelle squadre ci si supporta a vicenda, giusto?”

L'ingombrante figura di Snow tentò di sbirciare attraverso le foglie, fallendo e creando un fruscio che non rimase ignoto ai due l'Cie protagonisti della situazione. Le tre spie si scambiarono sguardi dubbiosi per poi fuggire a gambe levate nella direzione da cui erano arrivati, assolutamente intenzionati a preservare la loro pelle intatta dai colpi di Lightning. Ancora basiti per quanto avevano udito e, soprattutto, per la barriera attorno alla loro leader che dava segni di cedimento tornarono all'accampamento dove Vanille li aspettava con un radioso sorriso e lo spuntino pronto.
Aspettarono il rientro dei loro amici poiché, sebbene gli scontri che nascevano tra di loro, erano tutti legati dallo stesso fato e dalla stessa voglia di vivere e si sarebbero sorretti reciprocamente fino alla fine, ed anche un pasto insieme rappresentava tanto in una realtà che poteva vederli morti dopo ogni istante.

Sazh prese con se un frutto e bevve dalla sua borraccia mentre guardava meditabondo il ragazzino porgere da mangiare alla sua mentore che, inaspettatamente, gli rispondeva con un sorriso.
Si ritrovò a desiderare di avere un po' di caffè dentro alla sua borraccia al posto dell'acqua: affrontare questa gioventù che lo circondava iniziava ad essere difficile.

“Muoviamoci, non vorrete rimanere fermi in eterno, spero!”

L'uomo dai riccioluti capelli neri pensò alla strada che li attendeva e alle fatica che avrebbero dovuto affrontare. Senza caffè, tra l'altro.
Sarebbe stato davvero un lungo viaggio.


 

   
 
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