Becera condizione di sopravvivenza
Nel girarmi dietro a quelle macerie,
mi rendo ridicolo
sfoggiando la mia patetica spavalderia,
che mi illude e mi culla
facendomi credere che io da solo valga un sacco,
valga più di ogni lupo solitario.
I miei occhi tremano
e il cuore vacilla perché sa
che io non posso ancora vivere autonomamente,
ma la mia povera mente,
giovane e becera nella sua ingenuità
non può dirmi di smetterla e
non può ancora capire, comprendere la realtà.
Tutto intorno a me tace
ma si muove allo stesso tempo
forse troppo velocemente,
tanto da rimanere spiazzato
capendo la mia presunzione
e la mia malata voglia di vivere,
di volare via da qui.
Non importa se urlerò o piangerò questa notte,
neanche un Dio può aiutarmi a scappare
perché il destino è mio,
beffardo,
solitario,
presuntuoso nel profondo.
(C) Watashiwa
[9-10 Gennaio]