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Autore: lenu88    04/06/2008    2 recensioni
Il professor Lumacorno affida un incarico a Blaise, ma questi non ne sembra molto felice. Ma, chissà,forse non tutte le scocciature vengono per nuocere!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ritorno a casa




Dopo aver recuperato le poche cose che avevano in tenda e aver salutato Paul e gli altri componenti della squadra del dipartimento delle Creature Magiche, che nel frattempo avevano ripescato Sean e l'avevano tenuto sotto controllo all'interno della tenda per non causare ulteriori problemi, Blaise e Juliet si incamminarono verso il castello, all'indirizzo dell'ufficio del preside.
Mentre percorrevano i corridoi deserti, Blaise notò che Juliet si tormentava le mani e il suo insolito mutismo lo mise in allarme.
"Ehi!" Juliet sussultò sentendo la voce del serpeverde, ma tentò subito di sorridere. Un sorriso tirato che non ingannò neanche per un attimo Blaise "Che succede?" le chiese infatti.
"Oh, ehm... ecco io... sono un po' preoccupata per quello che è successo poco fa. Non ho mai reagito così prima d'ora"
"Hai fatto bene invece. Se lo meritava" cercò di tirarla su.
"Non è questo il punto. Insomma, avrei dovuto comunicare in maniera civile, invece mi sono lasciata prendere dalla foga e... e poi Silente ha visto tutto e..." se non fosse bastato il modo in cui si torturava le mani, ora anche la voce spezzata fece capire a Blaise che la corvonero non era per niente tranquilla. Anzi, non l'aveva mai vista così agitata, neanche per qualche grave errore commesso durante le loro lezioni private.
"Ti preoccupa che possa punirti?" le chiese. Si augurava di trovare la causa del suo malessere per riuscire a trovare rimedio.
"Beh, anche. Di sicuro è quello che farà, visto che ci ha chiamati in presidenza. Mi dispiace che ci sia andato di mezzo anche tu..." Juliet aveva abbassato la testa e in quel momento Blaise avrebbe tanto voluto abbracciarla, ma si trattenne stoicamente.
"Non dirlo neanche per scherzo" disse invece "non sei tu quella che deve scusarsi e di certo non sono io quello che deve ricevere delle scuse. E' tutta colpa di quella sottospecie di vermicolo vanesio!" disse con enfasi.
Juliet lo guardò stupita e una risatina le sfuggì dalle labbra "In effetti un po' vanesio lo è" ammise continuando a ridacchiare sommessamente.
"Un po'? Neanche io mi dò così tante arie e a sentire Draco sono la persona più narcisista della scuola. Anche se devo ammettere di essere abbastanza oggettivo non trovi?" disse spostandosi una ciocca di capelli con fare intrigante. "E comunque un tipo così è meglio perderlo che trovarlo, fidati" concluse.
In quel momento Juliet si fermò e Blaise, voltandosi per guardarla notò un leggero rossore sulle sue guance.
"Tu... pensi davvero le cose che hai detto a Sean?" chiese la rossa mordendosi subito dopo il labbro inferiore e mantenendo lo sguardo sul pavimento.
"Intendi dire sul fatto che è un idiota?"
"N-no. Sul fatto che... vuoi essere mio amico e che..." arrossì ancora di più "... riguardo le cose che hai detto su di me..." lo disse talmente in fretta che per un attimo Blaise cercò di codificare quello che gli era arrivato alle orecchie, rimanendo per qualche secondo imbambolato. Poi sorrise e disse "Ogni parola. Ogni parola che ho detto è assolutamente ciò che penso".
Juliet sussultò nel sentire quelle parole, quasi come se si fosse aspettata che Blaise le avrebbe detto l'esatto contrario.
Nonostante quelle rassicurazioni, però, la sua espressione era ancora affranta.
"Mi dispiace" sussurrò dopo pochi secondi.
"Per che cosa?" le chiese subito Blaise, confuso.
"Per... per averti detto quelle terribili cose, sul fatto che non mi fido di te. Io non... "
"Avevi i tuoi buoni motivi per pensarlo. Non mi sono comportato per niente bene, in fondo. Eri preoccupata per tua cugina. E poi, è la tua natura, no?"
"Già..." rispose mesta Juliet continuando a mantenere la testa bassa.
"Questo vuol dire che ho ancora qualche speranza di riuscire a convincerti ad uscire con me?" era un tentativo di tirarle su il morale, ma neanche tanto poi. Sperava vivamente che la ragazza gli concedesse un'altra possibilità, ci sperava con tutta l'anima.
Juliet alzò la testa e lo guardò sorpresa. Poi sorrise e annuì. E in quel momento Blaise pensò che a quel punto, anche se fosse crollato il mondo non gli sarebbe importato niente. Un calore dolce lo avvolse all'altezza del petto e sorrise a sua volta, felice come non si sentiva da tanto, tantissimo tempo.
Ma se pensava che niente l'avrebbe reso più felice, dovette ricredere, perché senza quasi accorgersene Juliet si era avvicinata e, mettendosi in punta di piedi per raggiungere il suo viso, l'aveva baciato su una guancia. Nessun bacio così casto gli era mai sembrata tanto bello.
Mentre Juliet arretrava arrossendo, lui, avvicinando le dita alla guancia, ma senza toccarla per paura che così facendo avrebbe in qualche modo contaminato quella dolce sensazione che avvertiva, la guardò sorpreso.
"Il vischio..." fu tutto quelloc che si sentì dire in risposta alla sua muta domanda, mentre la rossa puntava un dito sopra la sua testa. Per la prima volta in vita sua apprezzò quella strana usanza, che fino a pochi secondi prima riteneva sciocca e inutile. Benedisse quel vischio per molto tempo.
"E'-è meglio andare ora. Silente ci sta aspettando" le parole di Juliet, che si era già rimessa in cammino, lo riscossero dai suoi pensieri, ma non cancellarono quel sorriso persistente che gli incurvava le labbra.
Arrivati davanti al gargoyle di guardia, incontrarono il preside che li attendeva.
Juliet che era riuscita a calmarsi un po', ora era nuovamente nervosa e passava timidamente lo sguardo dal preside al pavimento.
Silente, però, non sembrava troppo arrabbiato, notò Blaise e una volta arrivati nell'ufficio, li guardò sorridendo amabilmente.
"Bene, ragazzi. E' il momento di salutarci per rincontrarci nuovamente il nuovo anno. Auguro un buon Natale a voi e alle vostre famiglie. Immagino non vediate l'ora di tornare a casa. I vostri bagagli sono già stati spediti" disse loro porgendo a Blaise il barattolo di polvere volante che aveva recuperato dalla mensola del caminetto.
Juliet lo osservò un po' sorpresa e un po' sospettosa, ma evidentemente si era resa conto che fosse meglio assecondare l'anziano mago perciò disse "Buon Natale anche a lei, professore"
"Buon Natale" le fece eco Blaise prendendo una manciata di polvere e avvicinandosi al camino. "Buon Natale, Juliet!" disse voltandosi prima di partire.
"Buona vigilia, Blaise" gli rispose la rossa sorridendo.
Il serpeverde trovò strano quell'augurio ma non disse nulla, ancora troppo felice per quanto successo poco prima, e gettando la polvere esclamò "Zabini Manor" e subito fu avvolto dalle fiamme verdi.

In casa fu accolto da un elfo domestico che si adoperò subito per prendere mantello e borsa.
"Dov'è mia madre?" chiese all'esserino che si stava già allontanando per mettere in ordine le sue cose.
"La signora è uscita, padrone" disse l'elfo con un profondo inchino.
"Non ha detto quano tornerà?"
"No, padrone" un altro inchino e l'elfo sparì.
Nonostante tutto, non si era ancora abituato a dover passare tutte le sue vacanze in casa da solo. Ma, daciso a non lasciarsi abbattere per non rovinare il buon umore che lo aveva accompagnato fino a quel momento, si diresse in camera.
Si sarebbe fatto una bella doccia e sarebbe andato a dormire ripensando a quella fantastica serata.
Arrivato nelle sue stanze notò subito la presenza di un maestoso gufo, che riconobbe subito per uno della famigia Malfoy.
Legato alla zampa dell'animale, c'erano un pacco regalo e un biglietto.
Liberato il gufo del suo fardello, si andò a sedere sul letto, mentre l'animale spiccava il volo, sparendo nella notte.
Il biglietto conteneva poche parole.

"Ecco qui ciò che mi avevi chiesto, ma ti consiglio di non spedirlo. Capirai tutto dopodomani.
Draco"

Perchè non doveva spedirlo? A che l'aveva comprato a fare? Comunque decise di seguire il consiglio dell'amico. Al massimo l'avrebbe spedito il giorno di natale, anche se così facendo sarebbe arrivato in ritardo.

Come aveva immaginato, passò l'intera vigilia, da solo, rimandendo a letto per l'intera mattinata e disperdendo i suoi dispiaceri nell'abbondante banchetto che gli elfi domestici avevano preparato per il pranzo. La notte andò a dormire presto, dopo aver lanciato uno sguardo indagatore al pacchetto che stava sul comodino, quasi si aspettasse che questo potesse spiegargli il perché del consiglio di Draco.

La mattina seguente fu svegliato dal suono del campanello. Chi poteva essere? Non aspettava nessuno e di certo sua madre non avrebbe suonato il campanello per entrare in casa propria. Comunque non era molto interessato a scoprire di chi si trattasse e si rimise sotto e coperte con la prospettiva di passarci tutta la giornata.
Pochi minuti dopo, però, fu nuovamente disturbato da un elfo domestico che dall'altra parte della porta lo avvisava che degli ospiti lo stavano aspettando nella sala d'ingresso.
"Falli accomodare nel salone blu e dì loro che scenderò appena sarò pronto."
Sbuffando, si infilò una vestaglia e si incamminò di malavoglia in bagno.
Una volta che, lavato e vestito alla meno peggio scese al piano terra, rimase spiazzato da ciò che vide.
Un uomo, dall'aria gioviale, una folta chioma rossa legata in una coda bassa all'altezza della nuca e un pizzetto corto sul mento, stava parlando con sua madre, la quale sembrava un po' frastornata. Ai piedi delle scale, appoggiato alla parete Draco, con le braccia incrociate, ostentava un'aria annoiata tipica del suo carattere. E davanti alla porta d'ingresso... Juliet china su un piccolo elfo domestico cercava di fermare dal fracassarsi la testa contro il muro.
Quando si avvicinò alla ragazza, lei gli corse incontro, preoccupata e spaventata "Ti prego Blaise, digli di smetterla." disse indicando l'elfo "Fa così da quando gli abbiamo detto che avremmo aspettato qui, anziché seguirlo. Si sta uccidendo"
"Moffi, basta. Torna in cucina e non cercare più di punirti" disse autoritario alla creaturina che smise immediatamente di torturarsi e sparì in un piccolo 'pop'.
Juliet sospirò di sollievo, poi si voltò verso Blaise e esclamò "Buon Natale!" piazzandogli in mano un grosso pacco regalo verde. 
"Ma-ma che ci fai tu qui?"

To be continued...


Non sono morta, anche se magari speravate che vi avessi lasciati in pace.
Mi prostro davanti ai vostri piedi e vi chiedo umilmente di perdonare il mostruoso ritardo. Invero non mi sento molto spinta a continuare, l'entusiasmo dei primi capitoli si è perso velocemente e dal momento che la storia se n'è andata per i fatti propri rendendomi difficile trovare finali alternativi, si sta rivelando un lavoro piuttosto arduo.In più c'è anche l'università che non mi da tregua e io non ho più molto tempo per dedicarmici. Ma per quei pochi lettori che hanno ancora il coraggio e la pazienza di seguirmi, farò del mio meglio per portarlo a termine.
Un grazie immenso a SakiJune che con la recensione allo scorso capitolo mi ha decisamente risollevato il morale.
Come sempre vi chiedo di lasciare un commentino, se potete. Mi accontento anche di pochissime parole come "Fa schifo!" o un più magnanimo "Pensavo peggio". Ringrazio comunque chi sta continuando a leggere, sperando di non aver perso anche quei pochi lettori superstiti...

Un kiss

Lenù
   
 
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