Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Dark prince    19/01/2014    4 recensioni
Coppia: Jean/ Marco (Principalmente)
< < Ma no, fotografo altro, no modelli. > >
A quelle parole Jean annuisce, come ad aver capito che tipo di studi facesse Marco.
< < In Germania ci sono cose e luoghi bellissimi da fotografare! > >
E a quel punto... il corvino lo guarda, diventando quasi serio, anche se le sue guance si erano colorate di rosso.
< < Jean.. potrei farti un set fotografico.. nudo? > >
< < ....Che? > >
Ed incredulo il biondo si ritrova ad arrossire, imbarazzato.
Avvertenze:Le immagini alla fine non sono mie.Posterò sempre o la fonte o l'autore.
Buona lettura!
Genere: Fluff, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Armin Arlart, Eren Jaeger, Jean Kirshtein, Marco Bodt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sciocco. Davvero sciocco ad aver deciso di raggiungere l'ospedale a piedi con tutto quel freddo, quella neve e quel ghiaccio che rendeva una corsa ad ostacoli quella che stava facendo per poter raggiungere il luogo designato.
Scioccamente Marco aveva ignorato anche la voce di Connie che gli urlava di fermarsi perchè poteva accompagnarlo con il suo scooter.. anche se avrebbero entrambi preso il freddo in pieno viso.Ma era sempre una soluzione migliore di andare a piedi.
< < MARCO!!!! > >
Se solo si fosse voltato il corvino, avrebbero notato qualcuno..qualcosa correre dietro di lui, ad gan velocità, con l'intenzione di non fermarsi una volta che l'ha raggiunto, no;Salta decisamente addosso il ragazzo, atterrandolo senza mezzi termini.
< < Non si scherza con Sasha!! > >
La ragazza ridacchia vittoriosa mentre era bellamente seduta a gambe incrociate sul ragazzo, ignorando il fatto di avere una gonna.. per fortuna le calze coprenti impedivano ad occhi indiscreti di sbirciare.
Ma il povero Marco con la faccia immersa nella neve per via che era caduto di viso, incomincia ad agitarsi per necessità di aria, cercando di sollevarsi con la schiena per poter togliere da quel freddo giaciglio il suo volto e in suo soccorso arriva Connie che fa alzare la fidanzata, cercando di parlare ma il fiatone per la corsa rendevano le sue parole un qualcosa di incomprensibile.
< < Ormai siamo più vicino all'ospedale che al mezzo di trasporto... continuiamo a piedi e calma! > >
Calma.La calma in quel momento non era proprio prevista nella mente di Marco che appena si alza ecco che riparte per la sua strada...
..Ignorando completamente dove l'ospedale fosse;Fino ad allora aveva seguite le segnaletiche stradali, ma ora erano sparite!! e il ragazzo si ritrova a guardarsi intorno come un cucciolo perso ed agitato.
Sasha notando questo afferra il corvino per il polso, iniziando a trascinarselo per la città con un passo svelto e sicuro, rischiando più volte di farlo inciampare o scontrare con qualche persona; Temeva che all'ospedale si ci sarebbe arrivato, ma perchè si era fatto male lui.
Ma subito questi timori lievi vengono sostituiti dal pensiero di Jean in ospedale e si volta verso Connie che stava letteralmente correndo per stargli dietro.
< < Non sai cosa si è fatto? se è grave? > >
Quando l'altro si accorge che le parole sono rivolte a lui, scuote il capo, alzando le spalle e sospirando teatralmente.
< < No.Ci ha chiamato Bert tutto agitato, dicendo che "Quei due coglioni" si erano fatti male giocando agli allegri soldatini. > >
Sbatte più volte le palpebre Marco, accigliandosi.
< < Allegri.. soldatini..? > >
Si, a Connie gli era scappato un sorriso divertito anche se la situazione era preoccupante, ma quelle parole potevano far scappare una risata a chiunque e si ritrova ad annuire di nuovo.
< < Ho capito solo questo... non ho mai sentito così agitato quel ragazzo.. > >
Bhè, gli fa strano anche a Marco sentire quelle parole.Lo conosceva appena Berthold, ma gli era sembrato l'essere più pacifico del mondo.
Ma tutti hanno un lato che tengono ben nascosto e che spesso rivela la vera natura della persona.

Dopo altri 10 minuti, sembravo finalmente arrivati alla struttura ospedaliera e subito, di nascosto si infilano dentro visto che l'orario di visita era finito da un pezzo e i suoi compagni non erano così gravi da poter infrangere questa piccola regola.
Ma la stavano infrangendo lo stesso.
Appena dentro decidono di prendere le scale, arrivando fino al terzo piano tutti e tre con un fiatone;Non avevano usato la comoda ascensore per non far rilevare la loro presenza, come dei ninja esperti che si stavano inoltrando in campo nemico...peccato che Sasha si era avvicinata ad una infermiera chiedendo della stanza dei ragazzi.
Marco e Connie la guardano pietrificati e il primo si chiede se davvero era così ingenua quella ragazza... ma poi ricordando con chi stava si risponde da solo.
Per loro fortuna quella gentile donna era dalla loro notando quando tutti fossero agitati, ma si era soffermata a fissare il corvino più a lungo e con un sorriso smieloso si fa seguire fino alla camera dei ragazzi.
La n:666.
.....Non era un bel numero.
Ma lasciano stare questo piccolo dettaglio i tre entrano senza bussare, lasciando sobbalzare i presenti che non si aspettavano una visita così presto e soprattutto così tanti, e l'ultimo a sbucare era proprio Marco che guarda Prima Reiner e poi Jean.
Del primo subito nota una fasciatura alla mano un pò spessa ed era convinto che era dovuta a qualche ustione.Poi sul suo volto vi erano alcuni graffi e la sua espressione sembrava un pò sofferente, ma era vivo e stava bene per fortuna.
Dal canto loro i ragazzi appena vedono i loro compagni li salutano con un sbieco sorriso, anche se Reiner subito borbotta del perchè fossero lì e tutti quanti visto che non erano in punto di morte, ma Jean si meraviglia quando negli occhi di Marco nota quel... quel timore, quella paura e si sente subito in colpa.
Si sente in colpa sopratutto per aver fatto tardi al loro appuntamento.... era una cosa che non doveva succedere, sentiva come se il destino già gli stava dando una seconda chance e non poteva permettersi di perdere anche questa.
Una cosa che aveva proposto lui e che poi.. bhè è andata a finire come era finita.
Sentiva la necessità di scusarsi anche se un tipo come lui non lo faceva facilmente ma doveva, era suo dovere darle a quel ragazzo che fra poco non scoppiava a piangere davanti a lui oltre che notava un certa nota di rimprovero in quei occhi oltre che la preoccupazione.
< < Ecco..io... sc..scusami. > >
Marco stringe tra le mani il proprio cappello, fra poco lo avrebbe rotto se continuava così ma poco gli importava.
Cerca di rilassarsi ora che ha davanti il biondo sano e salvo e senza qualche arto mancate.
< < F.. Fa nulla. Può capit-
Ma un tonfo, Un forte rumore e la porta si apre, si spalanca e da dietro ad essa appare un Bert..incazzato che guarda prima Jean con sguardo severo, poi rivolge tutta la sua attenzione a Reiner.. e le sue intenzioni sembravano omicide.
In quel momento i presenti vorrebbero tutti sparire da quella camera che stava per assistere ad un omicidio.
< < Può capitare UN CORNO! > >
Sentirlo solo alzare la voce era strano, anzi, inquietante. E se poi si aggiungeva quello sguardo che prometteva nulla di buono allora il quadro era agghiacciante.
Bert punta prima il dito contro Jean, guardandolo.
< < Dovrei essere DISPIACIUTO di questa cosa. Ma ben vi sta, a tutte e due.Specialmente a te, Jean.... > >
I presenti non fiatano e non parlano, almeno per il momento.
Marco con tutta la sua totale innocenza guarda il ragazzo che ora sembrava una belva pronta a mangiare chiunque avesse osato proferire parola, facendo quello che non doveva fare.
PARLARE.
< < Andiamo, può capitare.. non mi sembra il caso di esagerare. > >
Spalanca gli occhi Bert, guardando Marco come fosse un'intruso. La sua mente talmente che era arrabbiata non ragionava e riteneva le sue parole stupide.
Ma si doveva comprendere; Aveva avuto una paura folle per gli amici, per il fidanzato, PER TUTTO!
< < Non dovresti neanche metterti in mezzo visto che sei appena uno sconosciuto.. >
E il corvino è spiazzato e si poteva notare dai suoi occhi spalancati e la sua bocca dischiusa, come se cercasse le parole adatte, cosa che non gli riesce visto che da una parte erano anche vere.
Ma quelle parole, quall'atteggiamento nei confronti di Marco fanno altamente innervosire Jean che subito interviene in difesa del ragazzo, trovando esagerata quella reazione da parte dell'altro.
< < Datti una calmata! mi sembri una donna isterica! > >
Connie guarda i presenti, notando la tensione leggermente salire, fin troppo e subito guarda Reiner, l'unico che non aveva parlato e la sua espressione... non gli piaceva, come tutte quelle che avevano gli altri.
Com'è normale Reiner guarda Jean, scuotendo il capo, contrariato.
< < Perchè non calmi il tono anche tu, he? > >
Ma stesso lui riceve un'occhiataccia dal proprio fidanzato, che poggia una mano sul proprio fianco.
Bert per la sua mole già incuteva timore, figuriamoci ora che era sul punto di sterminare tutti.
< < è colpa sua come anche la tua. Jean sa benissimo quando io sia contrario CHE TU giochi ad andare in guerra. > >
Uno sbuffo, un sonoro e forte sbuffo proviene dalle labbra di Marco.
< < Ma di certo non è stato lui a chiedere a Reiner di andare a giocare.... > >
Era calda quella stanza ma non grazie al riscaldamento.Mentre Connie cercava una soluzione, non si accorge che alle sue spalle erano ormai giunte anche Christa e Ymir che stavano assistendo stranite a quello scambio di.. parole?
Anche se il quadretto era assurdo visto che Marco difendeva Jean, Jean difendeva Marco e Bert difendeva e "Sgridava" Reiner per il suo comportamento da bambino infantile.
< < .. Avete finito di fare le mammine premurose nei confronti dei figlioletti? > >
Eccola.
Infatti era strano che Ymir non avesse detto una delle sue e subito Christa si volta verso la ragazza, cercando di farla tacere oltre che ammonirla.
Stava per scoppiare il putiferio e solo un miracolo o poteva far zittire i presenti in modo da non essere scacciati dalla stanza.
E quella sorta di miracolo viene da Sasha che per tutto quel tempo era stata fuori dalla stanza, precisamente nella mensa dell'ospedale per..prendere in prestito dei panini e con quei panini aveva zittito tutti, perchè a i presenti aveva ficcato a forza il cibo, compreso il fidanzato che non aveva proprio parlato.
Jean si toglie di scatto il pane dalle labbra, lanciandolo dietro alla ragazza che gentilmente gli ha "offerto" che lo schiva, sbuffando un ultima volta ma senza dire nulla, forse stanco di litigare e anche perchè bruciava quella ferita alla spalla.. e questo non sfugge a Marco che aveva intravisto una nota di dolore nel suo volto e si avvicina, posando il pane su quel comodino di ferro posto di fianco al letto, sedendosi poi sul materasso senza però infastidire il biondino.
< < Precisamente.. cosa è successo? > >
E a quel punto tutti rivolgono l'attenzione al tedesco che si sente piuttosto osservato.. ma decide di parlare lui visto che Reiner non ne sembrava aver intenzione a causa delle occhiatacce che Bert gli lanciava.
< < Ho accompagnato Reiner nel bosco per provare un fucile d'epoca funzionante, ma sembrava essere difettoso.. Infatti qualcosa si è bloccato ed è letteralmente esploso. > >
Bert guarda di nuovo il compagno, assottigliando lo sguardo per poi allontanarsi e poggiarsi con le spalle al muro.
No, non lo avrebbe continuato a sgridare.Sarebbe stato zitto ora, facendo patire il povero biondo che era il suo fidanzato.
< < Potevamo rischiare di peggio... > >
Sussurra Reiner guardandosi la fasciatura un pò sporca di sangue ora, alzando poi lo sguardo verso Bert che bellamente guarda altrove.
< < Non è certo una scusante.. > >
Sussurra queste parole il corvino, guardando i due per poi alzarsi dal letto pr non infastidire Jean, inclinando lievemente il capo verso destro, portandosi una mano sul collo, massaggiandolo lievemente.
< < Avete fatto prendere un colpo a tutti.. > >
Ma quando il corvino si volta, dietro alle spalle di Ymir e Christa.. intravede il dottore con una infermiera...
E dopo cinque minuti erano fuori dalla stanza, cacciati senza poter obbiettare.
Sospira Sasha, guardando Connie poi, un pò affamata... infatti il suo stomaco si sente brontolare per tutta la stanza e i ragazzi puntano i loro sguardi su di lei.
A Ymir gli scappa una risata e non tenta per nulla di nasconderla per evitare di mettere in imbarazzo Sasha, ma tanto si sapeva che la ragazza lasciava perdere certi educati comportamenti.
< < Bhè! a questo punto propongo di andare a mangiare qualcosa. Ormai si sono fatte le otto passate.. > >
E come dargli torto? tutti erano stanchi, affamati e sopratutto hanno subito uno spavento non da poco conto. Quello che ci voleva era proprio un piatto caldo e delle chiacchierate per confortare le povere anime scosse.
Marco si volta un'ultima volta verso la porta ormai chiusa che conduceva al reparto dove Jean era ricoverato, lasciandosi scappare un sorriso più rassicurato, per poi andare via con gli altri, a godersi la loro compagnia oltre che un pasto.
Ma si sente fermare da qualcuno e quando si volta nota Bert che con aria imbarazzata lo stava fissando, oltre che distogliere lo sguardo.
< < Scusami per prima.. > >
la voce gli era uscita un pò tremula e bassissima, infatti solo il corvino era riuscito ad ascoltarlo ma era giusto così, in fondo quelle parole erano solo rivolte a lui.
Il sorrise si amplia, scuotendo il capo come a dire " fa nulla" .
< < Posso comprendere... > >
E il ragazzone posto di fronte a lui annuisce, per poi assumere un'espressione un pò... interrogatoria ma non scappano parole da quelle labbra.Solo un sorriso di chi avesse capito qualcosa.



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Era sgattaiolato fuori dalla sua camera, silenziosamente, per raggiungere senza alzare sospetti il balcone che era incustodito in quel momento.
Sul suo volto si dipinge un gran e bello sorriso furbo, di chi crede di averla fatta franca o semplicemente avesse conquistato un pezzo di terra senza che neanche il nemico se ne accorgesse.
Quanto si sbaglia Jean.
Quanto si sbagliava a credere di essere da solo sul pianerottolo.
Inconsciamente prende il suo pacchetto di sigarette posto nella tasca di quello scomodissimo camice che gli avevano fatto indossare, prendendone una, avvicinandola al naso come per ispirare il buon odore di tabacco.
Non aveva molti vizi il ragazzo...
Lavorava, si impegnava all'università, faceva il bravo ragazzo.. a volte.
Quindi pensava di potersi meritate un semplice "scaricamento di ansia" come lo era fumare.
Anche se volte tendeva ad esagerare, ma quelli erano dettagli alquanto superflui, almeno a detta di lui.
Dalla stessa tasca poi prende l'accendino colore blu, con sopra impresso il disegno di un gattino e ogni volta che lo guardava si domandava come mai avesse scelto proprio quella immagine.
Sospira, portandosi alle labbra la sigaretta, tenendo il filtro delicatamente tra le labbra, senza schiacciarla troppo ma senza neanche mollare la presa perchè altrimenti sarebbe caduta a terra e dopo pochi tentativi finalmente l'accende.
Chiude gli occhi, tirando lievemente il capo indietro, muovendo poi il collo prima a destra e poi a sinistra sentendolo particolarmente indolenzito e dolorante;Era stato a letto per parecchio tempo a causa della spalla dolente e non è che fosse migliorata la cosa.
In fondo era passato solo un giorno da quando era chiuso in quella gabbia che puzzava di disinfettante, malattie e morte.E lui odiava restare i posti del genere, sopratutto dove sapeva che qualcuno ci era rimasto secco; Evitava i cimiteri proprio per questo fatto!
Il biondo era completamente assorto nei suoi pensieri, pensando a come l'avesse scampata al fucile.
Poteva davvero finire in una tragedia e solo questo scioccante pensiero faceva tremare il suo corpo a causa di un brivido.
Ma sopratutto... sopratutto non avrebbe rivisto più lui...

Marco appena entrato in ospedale ad orario di visite, subito va in camera dei ragazzi ma con sua sorpresa aveva trovato solo un Reiner mezzo addormentato a causa della morfina che gli stavano somministrando, ma dalle parole biascicate aveva concluso che Jean era sul balcone... ma a fare cosa questo proprio non lo aveva compreso.
Con calma si avvia verso quella parte indicata gentilmente da una infermiera a cui aveva chiesto e appena si ritrova lì sente... puzza di fumo.
Si guarda intorno, cercando subito con lo sguardo la provenienza di quell'odore anche se doveva fare più affidamento all'olfatto che alla vista, ma ciò che i suoi occhi vedono lo rendono quasi incredulo.
<< Jean... stai fumando? > >
Beccato.
Apre gli occhi d'improvviso il tedesco a sentire quella voce che ormai era diventata una abitudine ascoltare, voltandosi con la prova del suo crimine ancora stretta tra le dita oltre che lasciare uscire il fumo e lo guarda... con il viso arrossato di chi era stato scoperto con le mani nel sacco.
< < ..un pochino. > >
Che cacchio di risposta era "un pochino"?
O si fuma o non si fuma affatto e il biondo si auto definisce un'idiota nella sua mente per la sua geniale risposta, DEGNA di un premio oscar al più stupido bugiardo.
Il corvino dal canto suo ovviamente lo guarda scettico, per poi scuotere il capo avvicinandosi a lui, prendendogli dalle mani, con gesti accorti, la sigaretta quasi del tutto finita e gettarla dal balcone.
< < Non dovresti con tutte le medicine che ormai stai prendendo... oltre che fa male alla salute. > >
Alza gli occhi al cielo il biondo, mordendosi l'interno della guancia, lasciandosi fare la piccola predica.
< < Lo so, lo so... ma come mai qui? > >
Predica che si interrompe appena fa quella domanda visto che Marco era rimasto zittito e lo guardava con uno sguardo da pesce lesso; Jean poteva intravedere un certo tremolio nelle sue mani.
< < è orario visite e volevo vedere come stavi...come stavate tu e Reiner. > >
Come stai. < br> Per il biondo conta solo la prima parola e quindi è certo che Marco era lì solo per lui e questo lo fa sorridere come un'ebete.
< < Hanno detto che tempo tre giorni e ci lasciano di nuovo liberi come fringuelli. > >
Bhè, la prospettiva di restare ancora lì tre giorni non lo faceva di certo saltare dalla gioia ma se tutti i giorni Marco sarebbe venuto a trovarlo avrebbe reso l'attesa più piacevole.Decisamente.
Il corvino sorride, guardando Jean;Non riusciva mai a staccare facilmente lo sguardo da sopra di lui, era come una calamita e sapeva che questa situazione lo avrebbe messo in difficoltà o nei guai un giorno all'altro.
< < Senti... > >
O diamine.Forse se n'è accorto.
< < Appena esco da qui ci facciamo quella uscita insieme...da soli. > >
Oh giusto, la loro uscita saltata del tutto a causa di questo incidente.
Ma rimane un'attimo spaesato Marco, a fissare il vuoto, per poi annuire.
< < ..Certo.. > >
Jean a sentirlo così incerto si acciglia, poggiando una mano sul proprio fianco, guardandolo; Diamine, sperava di non essersi già giocato l'opportunità per una stupida bravata ed è per questo anche se rosso in viso si avvicina ad un Marco che resta di sasso... quando la bocca del biondo arriva a sfiorargli l'orecchio e sente il suo cuore battere come un martello per quella vicinanza; Temeva che la sua gabbia toracica si sarebbe sfondata.
Sentiva il fiato di Jean sulla guancia, riscaldando quella porzione di pelle.
< < Guarda che è.. un'appuntamento. > >
Il corvino Spalanca gli occhi.Per quanto avesse sperato o sospettato di questa cosa, sentirsela dire proprio dalla persona interessata ti lasciava sempre disorientato e piacevolmente scombussolato.
Ma non fa in tempo a replicare che si ritrova con il fiato MOZZATO quando sente le labbra di Jean sul proprio zigomo.
un semplice e fugace gesto.Una sensazione sfuggevole che fa arrestare il suo cuore.
Il tedesco si allontana quasi di fretta come per evitare lo sguardo dell'altro e infatti era così oltre a temere una reazione contrariata da quel gesto altamente discutibile.
Invece aveva lasciato spiazzato l'altro e di questo era piacevolmente orgoglioso.
Rientra dentro lui per primo anche perchè aveva intravisto dalla porta-Finestra che affacciava al corridoio, i compagni entrare nella loro stanza e appena è vicino alla porta chiama Marco per farlo entrare dentro, aspettandolo... e godendosi la sua espressione nell'imbarazzo totale che mormora un si zitto zitto.
Ma il biondo non sapeva che anche la sua di espressione era così.
Durante il tragitto per entrare in camera non riescono a dirsi nulla i due forse temendo i rompere quella sorta di.. strana atmosfera che si era creata prima ma appena entrano in stanza ecco che viene spazzata via..
< < Sasha... cosa ci fai nel mio letto..? > >
Jean sbatte le palpebre, guardando la ragazza che bellamente stava seduta e stava mangiando il suo pranzo che un'infermiera gli aveva portato.
Marco... ridacchia, poggiando una mano sulla spalla del biondo.
< < Credo che andrò a prenderti qualcosa al bar per mangiare.. > >
Si volta Jean, guardando Marco in viso per poi sospirare.
Sarebbe stato costretto a sopportare per tre giorni tutti quei tizi tutti insieme, in un'unica stanza, dove non si poteva fare troppo rumore.
Era certo che sarebbero stati cacciati tutti tantissime volte.
Il corvino guarda i presenti e vicino al letto di Reiner, seduto su una sedia e con in mano un libro, c'era Bert in silenzio che leggeva... e il biondo che cercava di attirare la sua attenzione in qualche modo, cercando di fare sempre il duro ragazzo, ma inutilmente visto che il fidanzato gli donava solo fugaci sguardi ed era lontano dal letto quanto bastava per non farsi toccare.
Era tremendo quando si vendicava.Infatti Jean ha giurato a sè stesso di non farselo mai nemico anche se stavolta ci era andato piuttosto vicino.

Bhè, c''era solo un desiderio ormai nel cuore di tutti, soprattutto di Marco e Jan; entrambi speravano che quei giorni passassero in fretta.
.. in fondo avevano un'appuntamento, no?


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"Non c'è stato nessuno Dio a suggerici la retta via.
Nessuno a dirci se avevamo sbagliato oppure no, eravamo solo condotti dal nostro istinto.
MA...questi nostri pesanti peccati alla fine sono stati rilevati...
...uccidendoci all'istante..."
Angolino autrice.
UwU posso dire che questa storia mi sta piacendo anche se molto semplice a confronto alle altre, ma il risultato non è poi così male! Al prossimo capitolo e grazie ancora a tutti.
...Anche questa coppia merita <3
Fonte; http://www.pixiv.net/member_illust.php?mode=medium&illust_id=38412315
  
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