Videogiochi > Mario Bros
Segui la storia  |       
Autore: Dama delle Comete    19/01/2014    1 recensioni
Molti anni erano passati.
Era partita con una navicella a forma di fungo e una missione.
Poi era diventata principessa e lui era stato dimenticato.
Ma ora era il momento di rivelarsi e raccontare la sua storia.
Attenzione: storia incompiuta!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luigi, Mario, Nuovo personaggio, Peach, Rosalinda
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
How to find a brother
 
Capitolo 3
 
 
 
 
 
Pianura Rocciosa.
Beh, il nome l’avevano azzeccato. Il suolo era privo d’erba e le uniche piante che si potevano trovare erano qualche arbusto mezzo rinsecchito. Rare pozze di acqua sporca e stagnante macchiavano il territorio, circondate da erba secca e giallastra; il terreno color ocra era in molti punti invaso da innumerevoli crepe che a volte creavano trame così fitte che io e Peach dovevamo evitarle e procedere in uno slalom estenuante.
- Il sottosuolo viene continuamente smosso durante le operazioni di scavo, in cerca d’acqua pulita. Così si formano crepe che rendono pericoloso aggirarsi qui - mi aveva spiegato lei.
Da quando eravamo arrivate non avevamo smesso di camminare, nel tentativo di cercare il villaggio. Il sole abbagliante ci faceva faticare ancora di più.
- Dovevamo chiedere una cartina a Kamek - sbuffai.
- Una delle tue magie potrebbe aiutarci? - chiese esitante Peach, asciugandosi la fronte. - Ci servirebbe un modo per localizzare quell’accidenti di paesino sperduto.
Allargai le braccia. - Mi dispiace, ma non saprei come fare e a dire la verità sono troppo stanca per magie complicate. Scusami ancora.
- No, non preoccuparti! Avevo chiesto per far prima, sai. Non voglio che ti senta costretta.
Camminammo ancora per un paio d’ore, chiacchierando tra un passo e l’altro. Mi raccontò le ultime novità del regno e come stavano gli altri, ad esempio Daisy, Wario, Waluigi, Donkey Kong...
- Però neanche io li vedo da poco. I miei impegni mi impediscono di parlar loro regolarmente... Pure Daisy non la vedo da settimane; prima era più facile, ma i doveri si sono intensificati - mi raccontò.
- Che doveri hai in questo periodo?
- Ci sono alcuni problemi qui con... - rispose lei, ma la interruppi.
- Ferma! - esclamai afferrandole un braccio.
Parlando non ci eravamo accorte di starci dirigendo verso un precipizio spaventoso, del tipo “cadi e non torni mai più”. Avevo intravisto con la coda dell’occhio il baratro e l’avevo trattenuta in tempo.
- Allontaniamoci, il terreno potrebbe cedere qui sul bordo - dissi, e tornammo indietro giusto per essere sicure di non fare una brutta fine.
Decidemmo di accamparci lì. Dopo un bel pranzo e un po’ di riposo saremmo tornate a scarpinare.
Con uno sforzo sistemai la tenda da campeggio che mi ero portata dietro, una di quelle da spiegare che stanno benissimo in una borsa; poi ci abbuffammo di panini e frutta, ringraziando il cielo d’aver fatto scorta abbondante d’acqua.
Peach rimase fuori a fare la guardia (potevano benissimo esserci nemici affamati), mentre io mi sistemai nella tenda a riprendere fiato, finalmente all’ombra.
Ripescai dallo zaino la busta con la lettera di Lyle, che avevo messo lì dentro per sicurezza e, dovevo ammetterlo, come fosse un tesoro. Guardai ancora una volta lo stemma sul retro: era in qualche modo più elaborato e formale, quasi più maturo rispetto a quello che ci eravamo inventati in uno dei pomeriggi d’inverno. Per aver avuto cinque anni quando ero partita si ricordava molte cose... Se i miei conti erano esatti, ora aveva trecentotrentacinque anni. Mi chiesi, probabilmente per l’ennesima volta, come facesse a essere in vita. Io avevo ricevuto l’immortalità dagli Spiriti, ma quella storia era molto complicata, invece lui come aveva fatto? Non mi veniva in mente nessuna ipotesi possibile.
I miei ricordi erano sfocati e confusi e solo alcuni episodi erano ancora impressi nella mia memoria. La nascita di mio fratello, la morte della mamma, alcuni compleanni, certi avvenimenti insignificanti... Molti dei quali erano giochi con il mio fratellino. Se ricordavo bene, mi pareva che fossimo molto legati, io e lui. Però il suo aspetto era appannato dagli anni; forse aveva i capelli rossi di papà, o gli occhi di nostra madre. Di sicuro il mio lato materno era già sviluppato allora, a forza di stare con lui. Un ricordo mi riscosse.
Quando avevo preso di nascosto la sua retina per farfalle, perché non si poteva sapere cosa avrei incontrato nel viaggio. L’avevo usata per raccogliere Astroschegge e poi che fine aveva fatto? Che fosse finita in uno dei miei bauli in camera?
Mi sdraiai con la lettera in mano, pensando a quei pochi ricordi che avevo, finché non mi appisolai.
 
˜
A svegliarmi fu la voce di Peach.
- Rose! Aiutami!
Uscii frettolosamente dalla tenda per scoprire che la mia amica stava affrontando una decina di Martelkoopa infuriati. Mi rituffai nella tenda per prendere un paio di Fiori di Fuoco, ne lanciai uno a Peach e l’altro lo usai per me. Mi concentrai e quello rilasciò la sua energia scomparendo, così mi ritrovai in abito rosso e capelli raccolti.
Cominciai subito a bombardare i nemici con il fuoco e riuscii a farne fuori un paio. Purtroppo non potevo fare niente con la magia, poiché i miei poteri si limitavano a incantesimi di protezione personale, fluttuare nell’aria, qualcuno debole per i nemici e altri legati all’Osservatorio. Così mi impegnai a colpire più che potevo, anche se quei mostri lanciavano martelli di continuo.
Mirai a un Martelkoopa, ma quello riuscì a schivare il colpo; probabilmente per vendicarsi mi scagliò un martello e io mi abbassai per non venir colpita. Peccato che invece finì dritto addosso a Peach, che inciampò mentre l’effetto del Fiore svaniva. Avrei voluto controllare che stesse bene, però lei si rialzò e iniziò ad assestare calci ai nemici, quindi io continuai a lanciare sfere di fuoco.
Dopo pochi minuti ne rimanevano solo due.
Con uno sguardo d’intesa a Peach colpii uno dei due, intanto lei sferrava un pugno all’altro; ero riuscita a sconfiggerlo, ma il martello rimasto in volo mi colpì e annullò i miei temporanei poteri. Invece l’altro schivò il colpo e mirò alla mia amica.
- Peach! - gridai invano, preoccupatissima.
Lei cadde a terra ferita e il Martelkoopa si girò minacciosamente verso di me. Fumante di rabbia, mi tolsi una scarpa e la lanciai verso il nemico, che ricevette un tacco dieci in faccia (a volte il mio senso materno si trasmette anche verso i miei amici...) e stramazzò a terra, KO.
Tutti gli altri si rialzarono e corsero via portando anche l’ultimo nemico che avevo colpito, ancora fuori combattimento.
Dopo aver recuperato la scarpa, corsi a chinarmi sul corpo inerme di Peach. Non si muoveva, ma almeno era solo svenuta.
La sollevai a fatica e la feci sdraiare nella tenda, dopodiché ripresi in mano lo zaino in cui misi la lettera e acciuffai un Fungo 1-Up, che feci mangiare alla ragazza. Probabilmente ci avrebbe messo un po’ a riprendersi, non essendo abituata come i fratelli Mario a subire colpi.
Uscii dalla tenda, mi sedetti a fare la guardia e accesi un fuocherello bruciando con un incantesimo un Fiore di Fuoco, visto che ne avevamo un bel po’. Rimasi lì accucciata a fissare le fiamme, rimuginando sul da farsi. Il sole stava tramontando proprio in quel momento, quindi l’indomani mattina saremmo ripartite.
Il cielo si tinse di tutte le sfumature d’arancio e oro, colorando la roccia brulla di quei colori; l’effetto era meraviglioso, infatti lo ammirai finché l’effetto non durò.
Quando la luna era già alta, abbandonai involontariamente un braccio in grembo e uno per terra, con la testa appoggiata sul tessuto della tenda. Chiusi lentamente gli occhi e la stanchezza mi portò a un sonno profondo.
 
˜
Riaprii gli occhi e mi alzai di scatto, traballante. Accidenti agli incubi!
Un po’ arrabbiata per essermi addormentata durante il turno di guardia, sbirciai se Peach era sveglia.
Effettivamente mi restituì lo sguardo, sorridente, così afferrai il suo borsone e tirai fuori un po’ di bacche e una bottiglia di succo alla pesca.
Sistemai il cibo in un piatto e chiamai: - È pronta la colazione!
Lei uscì dalla tenda e si sgranchì le braccia.
- Come ti senti? - le chiesi.
Respirò l’aria fresca dell’alba e si sedette vicino a me. - Benissimo. Sono spiacente di essere svenuta e averti lasciata sola con quei nemici - aggiunse.
- Figurati, non è stata colpa tua - dissi cominciando a mangiare il povero pasto. Al villaggio avremmo potuto fare scorta, o almeno lo speravo. - Ieri mi hai detto che ci sono stati problemi, ma ti ho interrotta.
- Ah, sì! - si illuminò - Ultimamente sono accaduti strani fatti qui, come aggressioni, bizzarri avvistamenti... Però il popolo della pianura mi ha impedito di controllare di persona.
- Sì, Kamek me lo aveva accennato. Ma perché ce l’hanno tanto con la tua famiglia?
Sospirò. - Molti anni fa, questo territorio era indipendente, non faceva parte del Regno dei Funghi. Il sovrano era crudele e avido di potere, infatti tramava di conquistare il mio regno; organizzò un attentato per eliminare mio padre, ma venne scoperto, fu arrestato e la Pianura Rocciosa divenne parte del Regno dei Funghi. I suoi sudditi, da allora, ci odiano perché pensano che sia papà quello malvagio.
- E non hai mai provato a farli ragionare? - chiesi incredula.
- Certo, ma non ha funzionato.
- Allora come possiamo fare per farti entrare al villaggio?
Mi guardò sconsolata. - Non saprei. Forse io potrei rimanere qui, mentre tu ci vai.
- Ehm... Sì, credo che sia la cosa migliore - lasciarla là da sola non mi piaceva, ma non avevamo scelta.
Scese uno strano silenzio, forse perché eravamo impegnate a riflettere su quello che ci aspettava alla Reggia Verde citata da Bowser nel suo diario.
Bevvi un sorso di succo che avevo versato in due bicchieri, guardando il cielo azzurrino.
All’improvviso Peach si girò verso di me e mi rivolse uno sguardo interrogativo.
- Perché la tua scarpa è sporca di sangue?
 
˜
Finita la colazione, radunai il necessario nello zainetto e mi girai verso Peach, ma non ero ancora convinta di cosa stavo per fare.
- Tranquilla, Rose, non mi succederà niente - mi tranquillizzò lei. Doveva aver notato che ero restia a partire. - Sei un po’ esagerata, però. Non ho due anni.
- Lo so - in effetti posso essere un po’ iperprotettiva. - Allora io vado.
Cominciai ad andarmene, rassegnata e mi girai verso la mia amica, che mi stava salutando sventolando un braccio. Alzai una mano in segno di saluto e continuai a camminare, mentre il sole sorgeva.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice
Parapparaparaaaapaaaaa!
Terzo capitolo appena sfornato! OuO
Ci vediamo al villaggio!! ;D

Dama delle Comete
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Mario Bros / Vai alla pagina dell'autore: Dama delle Comete