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Autore: Tomoko_chan    19/01/2014    4 recensioni
Dopoguerra.
Hinata si sente disorientata e terribilmente sola. Ha perso Neji, ha visto la speranza di un Naruto tutto per sé sciogliersi come neve al sole. Finalmente vede tutto con chiarezza: il dolore provato fin dall'infanzia, la mancanza di amore, di qualcuno che avesse cura di lei. Si arrende alla sofferenza e cambia, diventando più cupa.
E se incontrasse un'anima altrettanto solitaria e cupa come lei?
Tratto dal testo:
-Spiegati meglio, poetessa. - disse lui, con quella solita aria strafottente.
-Credo che tu, fondamentalmente, sia una persona buona e pura. Ma… quello che ti è successo e il dolore che hai provato ti hanno reso una persona molto cupa.
-Allora anche tu sei una rosa blu.
Il modo in cui aveva affermato, in poche parole, che erano simili, le fece perdere un battito.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Sasuke, Naruto/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Non innamorarti di me.
Capitolo 8, Il giorno della paura.
 
 
“Preferirei morire domani
che vivere mille anni senza di te.”
  -Walt Disney
 
 
E infondo sei sempre la stessa:
ami un altro,
ami in modo diverso,
ma sei sempre tu quella
che preferisce sacrificarsi,
piuttosto che veder sacrificarsi
il tuo amore per te.
 
 
  << Perciò, ho deciso che sarete voi ad accompagnare me e Uchiha Sasuke nel villaggio dell’Erba, dove avverrà l’incontro dei Kage per decidere le sorti del nunkenin. Avete le abilità giuste per bloccare lui in caso tenti di scappare. Accettate? >>
Alle parole severe di Tsunade-sama, Hinata, Ten Ten e Shikamaru risposero con un unico sì.
Hinata era stata scelta perché era capace di bloccare il chakra, Shikamaru perché era capace di bloccare il corpo e Ten Ten perché riusciva abilmente a bloccare le armi.
  << Partiremo questa notte, davanti alle porte nord di Konoha. >>
Un altro sì e poi tutti si congedarono. Hinata era felice di far parte di quella missione. Il solo pensiero di poter abbandonare per qualche giorno la sua vita di tutti i giorni le faceva battere il cuore più forte. Avrebbe passato più tempo con Sasuke, avrebbero potuto conoscersi meglio. Non vedeva l’ora.
 
Sasuke arrivò insieme a Tsunade direttamente dall’ospedale. Portava una benda nera intorno agli occhi ed era ammanettato dietro la schiena. Quella visione orrenda fece impaurire Hinata. Solo in quel momento si rese conto che c’era il rischio che a Sasuke venisse data la pena capitale, oppure che venisse carcerato per tutta la vita.
  << Sasuke non vede molto bene. >> disse Tsunade ad alta voce, interrompendo i suoi pensieri << Quindi ho bisogno di qualcuno che lo guidi. Chi si offre volontario? >>
  << Non mi serve. >> annunciò duro Sasuke << Sono stato allenato anche per cose come questa. >>
  << Orochimaru con te ha fatto un buon lavoro e siamo tutti sicuri di questo. >> rispose Tsunade, infastidita << Ma non mi importa, se decido che hai bisogno di aiuto, ne hai. >>
  << No. >>
  << Non obbiettare, o ti mando dritto alla forca! >> urlò la donna, esasperata << Hinata, stagli vicino. >>
Lei gli si affiancò, obbediente e felice di poterlo fare. Lui grugnì, e appena tutti cominciarono a muoversi lei gli andò più vicina.
  << Ti da fastidio se sono io ad aiutarti, Sasuke? >> chiese, in un sussurro.
  << Mi da fastidio dover dipendere da qualcuno. >>
  << Mi dispiace, Sasuke. Ammiro il tuo senso d’indipendenza. Vorrei tanto toglierti le manette. >>
Lui alzò le spalle e non rispose. Continuarono a camminare per tutta la notte, incessantemente. Si fece giorno, e continuarono a camminare, fermandosi solo all’ora di pranzo, per mangiare qualcosa. Non c’era spazio per conversazioni di nessun tipo. In quella missione così seria, c’era odore di morte.
Nel pomeriggio cominciarono a stancarsi, ma erano così a buon punto che l’Hokage non volle fermarsi. La sera si sarebbero accampati da qualche parte, ma fino ad allora non ci sarebbero state interruzioni.
Hinata prese dell’acqua dal suo zaino senza fermarsi e ne bevve a grandi sorsi. Poi guardò Sasuke, accanto a lei.
  << Vuoi bere, Sasuke? >> disse offrendogli la sua borraccia.
  << Non posso, con le mani legate. >>
  << Aspetta, ti aiuto io. >> allentarono un poco il passo e lei gli si avvicinò, portandogli la borraccia alle labbra.
Mentre lo guardava bere, sentì nell’aria odore di pericolo. Vide un kunai con attaccata della carta bomba colpire un albero vicino a loro ed ebbe appena il tempo di urlare << Bomba! >> e allontanarsi con Sasuke, che questa esplose.
Quando la nebbia causata dal fumo si diradò, gli altri si erano dispersi, mentre Hinata era rimasta davanti a Sasuke per difenderlo. Kunai alla mano, Hinata attivò il byakugan. Era pronta per combattere.
  << Va via Hinata, è me che vogliono uccidere. >> le disse Sasuke << Pensa a te. >>
  << Mai. >> rispose, forte e decisa.
  << Non essere sciocca. >>
  << Non ti lascio qui, Sasuke! >> urlò lei << Presto torneranno gli altri. >>
Lui sbuffò, arrabbiato. Era inutile tentare di convincerla, lei e il suo stupido spirito di sacrificio.
  << Quanti sono? >> mormorò, vicino al suo orecchio, in modo che solo lei lo sentisse
  << Sei. Tre a sud, a sessanta metri, due a ovest, circa quaranta metri e… sopra di noi! >>
Un uomo coperto da un cappuccio e da una sciarpa scura davanti alla bocca si scaraventò contro di loro dall’alto. La ragazza fermò la sua spada con un kunai, poi tirò un calcio per allontanarlo. Altri due, vestiti di scuro come il precedente, arrivarono in soccorso: allora cominciò la danza, Hinata caricò i pugni di chakra e cominciò a eseguire le tipiche tecniche della famiglia Hyuga, stando ben attenta a non allontanarsi mai da Sasuke.
Un pugno, un calcio in faccia, un palmo vicino alla spalla sinistra, ed il primo uomo era già a terra, fuori uno.
Evitò un Kunai, ne respinse un altro, sferrò un pugno a vuoto e poi tirò un calcio alla bocca dello stomaco del suo avversario: Hinata era migliorata, in pochi minuti ne fece fuori due.
Qualcuno cercò di colpirla alle spalle e lei non riuscì a girarsi in tempo, ma a quanto pare Sasuke era stato davvero ben allenato, perché anche senza vederlo tirò una testata e di seguito un calcio che mandò lontano il nemico, atterrandolo.  Hinata gli sorrise, anche se lui non poteva vederla. L’aveva salvata come prima lei aveva salvato lui. Gli altri nemici erano stati bloccati e sconfitti dagli altri componenti della squadra, arrivati poco dopo. Erano salvi.
 
Si era fatta sera. Nel pomeriggio avevano corso senza sosta. Adesso avevano acceso il fuoco e cucinato.
Per la notte, avrebbero fatto i turni per tenere d’occhio il fuoco e Sasuke. Il primo sarebbe toccato a lei. Due ore da sola con Sasuke, davanti al fuoco, erano per lei un immenso regalo. Quei loro piccoli e rari incontri avevano il potere di farla stare bene, di interrogarla su dubbi interiori e di trovare la serenità, per giunta imparando a conoscere una persona così tanto diversa da lei, che mai si sarebbe sognata di interpellare. Eppure, era successo.
La prima cosa che fece, seduta accanto a Sasuke, fu liberarlo dalle manette.
  << So che non scapperai. >> disse, mentre lui faceva scrocchiare tutte le ossa delle mani e dei polsi.
  << Non è nel mio stile scappare davanti alla morte. >>
Lei lo guardò accigliata, con occhi tristi. << Perché dici così? >>
  << Tutti muoiono, Hinata.  >> rispose lui, ricordando una loro precedente conversazione.
  << Lo so, ma… perché dici così? Pensi che verrai condannato a morte? >>
  << Sì. >> lo disse con profonda indifferenza, tanta da spezzarle il cuore.
  << No… >> obbiettò dopo qualche minuto lei << Io non lo permetterò. >>
  << E cosa faresti? >> chiese lui, ironicamente interessato.
  << Tenterei di far cambiare idea al consiglio dei Kage… oppure scapperei con te. >>
  << Non essere sciocca. >> un sorriso amaro si dipinse sul suo volto << Per quello che ho fatto, non ho una bella aspettativa di vita. O muoio subito, o muoio in carcere, o muoio lentamente. Fuori dal carcere, non sarei apprezzato in mezzo alle persone. Non sono ben voluto da tutti, ovviamente. Come hai visto, anche oggi hanno cercato di uccidermi. Morirò comunque vada, quindi è inutile sperare. >>
Hinata non sapeva cosa dire, di fronte a quella grande verità. Era incapace di aiutarlo o di trovare una soluzione. Sapeva benissimo, però, che non solo lei era alla ricerca di un modo per risolvere quella situazione. Anche Naruto e Sakura avrebbero lottato con tutte le loro forze per far accettare Sasuke nella società, e lei con loro. Adesso ne era certa.
  << Sasuke? >>
  << Mh? >>
  << Non hai mai parlato così tanto. >> disse, cercando di farlo sorridere, un atteggiamento che appariva innaturale su di lei << Fai paura, quando parli a lungo! >>
Lui riuscì a regalarle solo un mezzo sorriso che somigliava più ad una smorfia, ma comunque fu abbastanza.
  << Hyuga, toglimi le bende. >>
Lei obbedì, lentamente, e ancora una volta, quel sfiorarlo senza mai toccarlo la inebriò.
  << Non ti devi preoccupare per l’odio dei cittadini. >> sussurrò, smettendo di sbendarlo per accarezzarlo. A quel tocco, Sasuke si irrigidì, ma lei decise di non farci caso.
 << Prima o poi si affievolirà. Le persone dimenticano. Devi concentrarti sulle persone a cui tieni tu, al bene che ti vogliono. Hai tante persone che ti amano, questa è una bella prospettiva di vita. Hai ancora qualcosa in cui sperare. >>  gli disse quelle parole con tutta la dolcezza che aveva in corpo, cercando di essere convincente. Lei ci credeva davvero, e voleva trasmettergli la sua sicurezza.
Lui si voltò verso di lei. << Sorridi, Hinata. >> le disse.
Le sembrò strano, ma non poté fare a meno di assecondare la sua richiesta.
  << Cerco di vedere il tuo sorriso, ma non ci riesco. >> affermò, freddo e duro << Potrei rimanere cieco per sempre. >>
  << No, sai bene che la tua malattia è curabile, con un po’ di impegno. >>
  << Vero, ma questo, purtroppo, non posso farlo da solo e prima o poi mi dimetteranno dall’ospedale. Non ci sarà più nessuno ad occuparsi di me, se sarò ancora in vita. >>
  << Ma non è vero, c’è Sakura… ci sono io. Io ti aiuterò sempre, te lo prometto. >>
Sasuke accennò ad un sorriso. Cercò di guardarla, gli occhi neri e opachi fissi su di lei, malinconici e tristi, non più terribilmente freddi.
  << Comunque, non vedere è come morire un po’ ogni giorno… >>
E quelle parole, Hinata lo sentì in fondo al cuore, probabilmente erano indirizzate a lei in tante sfumature…



 


Salve salvino!
Il capitolo è tutto qui! Sasuke è finalmente partito per andare
incontro al suo destino, che ne sarà di lui?
Tanti interrogativi, soprattutto sulla morte, che fa "paura"
anche se non è prettamente dimostrato; da qui il titolo
del capitolo, che spero vi piaccia!
BESOS!
Tomoko.
   
 
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