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Autore: Tomoko_chan    19/01/2014    6 recensioni
Tokyo, inverno. Naruto si imbatte in una buffa ragazza tremendamente goffa e impacciata.
All'inizio nascono alcune incomprensioni, ma poi i due cominceranno a frequentarsi assiduamente. Lei è la ricca ereditaria degli Hyuga, ma da sempre in contrasto col padre. Lui è un cantante, un chitarrista, un ex teppista e il leader di una band.
E così, fra risate, amici folli, musica e rock'n'roll, quale sarà il destino degli Origin e della giovane Hyuga?
[NaruHina doc] [Accenni SasuSaku, InoShikaTema, KibaHanabi]
****
Eccomi qui con una fic del tutto nuova. Ho accennato che nella storia si parlerà di musica: in ogni capitolo sarà presente una Song.
Tutte le canzoni saranno dei Negrita! Più che altro per le loro bellissime poesie.
Vi consiglio di aprire questa fic nonostante non amiate il genere Rock o Pop/Rock. E' pur sempre una storia d'amore!
Tratto dal testo:
Non ringrazierò mai abbastanza chiunque lassù abbia deciso di affidarmi a te. O forse devo ringraziare qualcuno all’inferno, perché non ho ancora deciso se sei l’angelo custode o il diavolo tentatore.
ULTIMO CAPITOLO.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Kiba/Hanabi, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino, Shikamaru/Temari
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gli ultimi sognatori.'
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Filosofia di vita.
-
Immobile
&
In ogni atomo

[Discorsi inconcludenti. ]
 
[Negrita: Immobile; In ogni atomo]
Entrò da una finestra aperta cercando di non fare rumore.
Con facilità trovò la stanza di Hinata, che riposava tranquilla al piano di sopra.
La osservò nell’ombra della sua camera, le sistemò le coperte e le cancellò dal viso un’ultima lacrima.
Aveva deciso di maturare, una decisione che era venuta da sé quando aveva capito gli errori commessi con Sakura.
Uno fra tanti era stato non dimostrarle apertamente quanto tenesse a lei.
Con Naruto e, in seguito, con Hinata era sempre stato facile. Naruto, anche se fingevano malamente di non sopportarsi, litigavano sempre per ogni idiozia, tentavano sempre di uccidersi a vicenda, era suo fratello fino al midollo. Avevano sempre condiviso pane e acqua, i dolori dell’uno erano quelli dell’altro, parlare e raccontarsi era facile, scontrarsi e riappacificarsi ancora di più. Con Hinata, invece, non servivano parole. Lei era così, sempre pronta ad accoglierti, ad offrirti un letto, un pasto caldo, una carezza, un abbraccio; la parola giusta, quella che ti serviva ad ingranare, si trovava sempre sulle sue labbra.
Con loro non servivano tanti gesti, bastava essere se stessi, esserci sempre.  
La guardò dormire per un secondo ancora. Osservò il suo volto sciupato dalla stanchezza riprendere pian piano colore, le labbra torturate da morsi nervosi, i capelli arruffati scomposti sul cuscino, soffermandosi infine sulle lunghe ciglia scure che delineavano mezze lune perfette.
Naruto la stava trattando davvero male, sciupando pian piano la sua vita, la sua naturale bellezza.
Si era accorto dell’insofferenza sempre presente di Hinata in quell’ultimo periodo. Era stressata, dal lavoro e dalla famiglia, e adesso ci mancava soltanto quel baka a farle perdere la testa.
Era strano vederla così ben disposta a perdonare e a preoccuparsi della persona che le stava facendo così tanto male, ma sentiva di desiderare la stessa cosa per sé; strano ma vero, Sasuke Uchiha sentiva di aver bisogno di qualcuno che fosse disposto a sopportarlo accanto a sé.
Si chiese se Hinata fosse sempre stata così permissiva e docile nei confronti delle persone amate: l’aveva sempre conosciuta in quel modo, sempre disposta a prendersi cura degli altri e mai di se stessa. Nemmeno Naruto, almeno in quel momento, sembrava fregarsene: l’avrebbe pagata cara, decisamente, perché non poteva assistere ad un sopruso del genere.
Si assicurò che stesse bene, per poi scendere le scale alla ricerca di Naruto, silenzioso.
Lo trovò chiuso in una camera molto piccola al pianto terreno. L’aria era impregnata dell’odore di alcool, la stanza immersa nel buio. Si sedette sul davanzale e, dimodoché avesse il tempo di farsi passare la sbronza, aspettò che Naruto si svegliasse.
 
Era ancora notte quando Naruto aprì gli occhi, svegliandosi di colpo. Sentiva la testa per aria e la bocca impastata. Uno schifo. Si voltò, cercando di riacciuffare il sonno perduto, ma tutto fu inutile.
Aprì gli occhi e, vedendo un viso cadaverico e due occhi neri e lucidi osservarlo, sobbalzò spaventato.
<< Cazzo, un uccello del malaugurio! >> imprecò, lanciandogli contro un cuscino << Va via, mostro! >>
<< Sei proprio un Baka! >> mugugnò l’altro, rilanciandogli il suddetto.
<< ‘fanculo Teme!  >> rispose Naruto, riappropriandosi del cuscino dove posò la testa improvvisamente troppo pesante << Dillo che sei qui, invece di fissarmi! >>
<< Stronzetto, pensavo dormissi. >> affermò quello, guardandolo storto << Ti ucciderei, ma sono stato gentile. >>
<< Ah.. Sas’kè, smettila… >> mormorò lui, non capendo sulle prima a cosa si riferisse.
Sasuke si avvicinò a lui, lo prese per il bevero e lo guardò dritto negli occhi, che erano estremamente stupiti.
<< Cosa diavolo stai facendo, idiota? >> mormorò, a denti stretti.
<< Io… >> Naruto non seppe che dire, non riuscì nemmeno a sostenere il suo sguardo, consapevole finalmente dei suoi errori, così voltò leggermente il capo.
Sasuke lo colpì, forte, allo stomaco, facendo perdere il respiro al ragazzo.
Attese che si riprendesse, poi lo vide ridere lievemente fra sé, gli occhi però tristi.
<< Va sempre così… >> mormorò, ricordando momenti passati << Siediti qui con me, Sasuke. >>
Il ragazzo aggirò il letto lentamente e si stese supino accanto a lui, che aveva il volto nel cuscino,  e subito il calore del corpo di Naruto inondò anche il suo.
<< Facevamo così da piccoli, quando faceva troppo freddo. >> mormorò il ragazzo, ricordandosi di quei momenti.
<< Si, si. >> rispose il biondo, la testa che sembrava sul punto di esplodere << Dormi, ‘suke. >>
Calò il silenzio, ma nessuno dei due si addormentò. Entrambi erano in preda a emozioni diverse miste a ricordi e brutti pensieri. Ormai, la voglia di dormire era passata.
<< Che cazzo combini, Naruto? >> sibilò il moro, la voce profonda a riecheggiare nella stanza buia e vuota.
Il biondo si avvicinò e si sistemò accanto all’amico, spalla contro spalla.
<< Non lo so più, Sasuke. >> sospirò amaramente << Sono solo un povero uomo che vede cambiarsi intorno la vita, il mondo. Ed io mi sento sempre uguale, sempre a disagio, sempre fuori posto… tento di cambiare, di adeguarmi, ma rimango sempre fermo. Dove vado non dipende da me… non so, è un discorso complicato. >>
Sasuke grugnì, contrariato, poi sbuffò: ormai era diventato un gesto abituale.
<< Credi di essere il solo a provare queste cose? Tutti noi proviamo questi sentimenti. >> affermò, convinto << Bene o male tutti noi stiamo cercando di combattere questi brutti pensieri, ma io e te siamo i fondatori del gruppo… se affondiamo noi, cosa rimarrà a galla? >>
Vide gli occhi azzurri di Naruto incupirsi maggiormente, in sintonia con l’ambiente buio. Per la prima volta si sentì incapace di capirlo, di capire i pensieri di cui quegli occhi erano lo specchio. Lo sguardo affranto, per la prima volta incomprensibile, stupì l’Uchiha, che comunque non lo diede a vedere.
<< Sasuke, mi devi fare una promessa. >> mormorò, la voce profondamente seria.
<< Spara. >>
<< Se io affondassi… tu devi perseguire i nostri sogni anche per me. Non mollare mai, Sasuke. >>
La solennità della frase non si addiceva per nulla alla personalità di Naruto. Cosa cavolo gli sta succedendo? Pensò il moro, mentre sentiva tutti i muscoli irrigidirsi.
<< Promettimelo. >> continuò il biondo, con uno sguardo duro che raramente gli aveva visto in volto.
<< Te lo prometto. >> affermò Sasuke, la voce titubante, stranamente confusa << Devi promettermi la stessa cosa. >>
<< Promesso, ‘suke. >> annuì il biondo, appoggiandosi meglio sul cuscino.
Sasuke allungò una mano e la mise sulla nuca dell’amico, come quando lui si fermava a dormire a casa sua e per farlo smettere di russare tentava di soffocarlo nel cuscino. Solo che questa volta non impresse forza nel palmo, semplicemente, sostò lì fra i suoi capelli in una sorta di goffa carezza.
<< Perché? >> mormorò il moro << Perché ti comporti così? >>
<< Perché sento che questa crisi non risolve… >>
 
Io chi sono non lo so
Sono soltanto un uomo
Dove vado non dipende da me
È un discorso complicato
Ho una madre, dei fratelli, una donna
Ho due figli, con il mio nome (con il mio nome!)
C’è una guerra che mi fa paura
Una crisi che non si risolve
Vedo gente che sta male
Come me, come me
Se guardo in alto vedo sfuocato
Se guardo in basso rischio di cadere giù
Sto correndo, ma sono fermo, mi sto muovendo
Però rimango immobile
Per il mondo, immobili, nessuno si sposta
Immobili, nessuna risposta, immobili, nessuno si sposta
Sta crescendo…
 
 
 
 
<< Mi sento confuso… un naufrago disperso in mezzo al mare. >> continuò, aprendo il suo cuore << Sasuke… dove mi devo voltare, per pregare? >>
L’altro inarcò un sopracciglio, disorientato << Ti sei fumato una canna o qualcosa di peggio? Queste domande da dove ti escono? >>
Naruto si voltò, prendendo a guadare il soffitto come Sasuke. Dopo poco, chiuse gli occhi. Sasuke lo guardò e per poco non gli venne un infarto. Naruto, il suo amico solare e rompipalle, sembrava essere invecchiato di colpo. Il suo volto era stanco, la barba incolta, gli occhi non più così giovani e sprezzanti. Era maturato di colpo, gli era passato sopra un treno, ma qualsiasi cosa fosse successa, Naruto era cambiato e non sembrava affatto stare bene.
<< Me lo chiedo davvero, Sasuke. >> rispose lui, le palpebre ancora abbassate << Mi sembra di cadere… Tutto, tutto mi confonde. Io rimango immobile e intanto tutto scorre, l’universo è sempre in movimento e io… non ci capisco nulla, Sasuke. >>
 
Da quale parte mi devo girare,
quando ho bisogno di pregare Dio?
Da quale parte, da quale parte?
L’infinito li confonde
Da quale nave ci ha visto arrivare?
L’universo è sempre in onda
Sempre uguale, sempre uguale
Se guardo in alto vedo sfuocato
Se guardo in basso rischio di cadere giù
Sto correndo, ma sono fermo, mi sto muovendo
Però rimango immobile
Per il mondo, immobili, nessuno si sposta
Immobili, nessuna risposta, immobili, nessuno si sposta
Sta crescendo…
 
 
 
 
<< Mi dispiace, Naruto, non posso rispondere alle tue domande. >> il ragazzo cercò il suo sguardo tentando di trasmettergli fiducia << Ma su un punto puoi essere assolutamente sicuro: non sei solo. >>
Naruto fece una smorfia addolorata, seguita da una risata isterica e stonata.
<< Questo… questo mi spaventa. >>
Sasuke sgranò gli occhi, stupito. Quella sera non riusciva proprio a capirlo.
<< Ti spaventa avere amici che ti aiuteranno sempre? >>
<< No. >> rispose l’altro, prontamente << O forse sì, anche. Mi spaventa perché vi porterò a fondo con me. >>
<< Cazzo Naruto, adesso ti prendo a ca.. >>
<< Sasuke. >> l’interruppe lui, severo << Noi siamo uguali, dovresti capirmi. Non ti dispiacerebbe far soffrire le persone che ami semplicemente perché non ti senti bene con te stesso? >>
<< Baka, hai rotto con ‘sti disco… >>
<< Rispondimi! >> Naruto fu impaziente, gli diede un colpetto leggero sul fianco << Rispondi sinceramente e basta! >>
<< Non è giusto, sai che è una cosa che ho provato spesso, conosci già la risposta. >> disse secco lui, sbuffando << E’ comunque è un caso diverso, la risposta non si può applicare. >>
<< Sasuke… >> mormorò affranto l’altro, che continuava ad attendere una risposta << Sii obbiettivo, non considerare le situazioni. Se potessi, eviteresti di far del male alle persone che ami? >>
<< Sì, lo eviterei. >> affermò l’altro, stringendo i pugni per quei discorsi che non gli piacevano affatto.
<< Bene. >> rispose lui semplicemente, all’improvviso sorridente.
<< Questo non vuol dire che scappare in piena notte sia giusto! >> affermò l’altro, mettendosi di scatto a sedere, osservando il suo sorriso smorto.
<< Calmati, ‘suke. >> rispose l’altro, dandogli delle piccole pacche sulla schiena << Puoi davvero dire che non avresti fatto lo stesso? >>
Sasuke ci pensò e, effettivamente, lui avrebbe fatto la stessa cosa. Piuttosto che far soffrire enormemente le persone che amava tutto il tempo con la sua presenza, sarebbe scomparso, facendole star male solo un po’, per poco tempo.
Sbuffò, arrendendosi davanti a quella verità.
<< ‘fanculo, Baka. >> esordì lui, tornando a stendersi << perché oggi sembri essere tu quello ragionevole ed io quello fuori di testa? Eppure ci comporteremmo comunque in modo immaturo. >>
<< Teme, sei proprio un’idiota. >> affermò l’altro ridendo << Non è solo oggi. >>
<< ‘fanculo. >>
<< A parte gli scherzi, adesso ti spiego perché. >> continuò lui << Noi siamo uguali, quindi entrambi siamo sia idioti che seri. >>
<< Tu pensi troppo, Naruto. >> rispose Sasuke, dandogli un colpo sulla spalla << Comunque, non scappare mai più. Perché noi ti inseguiremo ovunque, quindi è inutile. >>
<< Avevo bisogno d’aria. >>
<< Anche io ne ho bisogno ogni tanto, ma non me ne scappo per cercala! >>
<< Maledetto! >> Naruto rise << Non ti fai scrupoli, eh? >>
<< Tu te ne fai troppi, come già detto, pensi troppo. >> rispose Sasuke << Ti sciupi così. >>
<< Tanto… >> mormorò Naruto, ridendo.
 
Hai le carte e passi
Giocati i tuoi assi
Punta pure ciò che hai
Pensi troppo a cosa fai
Perché a quelli come noi
Serve spazio ed aria sai
Troppo poco quel che c’è
Troppo poco anche per te
 
Sei uguale a me
Altro che no
Sei come me
In ogni atomo
 
Maledetti fragili
Che si fanno scrupoli
Che si sciupano da sé
Siamo vuoti a perdere
 
<< Sei un idiota, Naruto. >> disse, avvicinando la testa ai suoi capelli, che gli sfiorarono delicatamente il naso << Lotta, che hai i motivi per combattere. Hai Hinata. Non ne troverai un’altra come lei. >>
Naruto annui, lievemente, consapevole che quello che stava dicendo era vero. Smisero di parlare, anche se quel dialogo era stato abbastanza infruttuoso.
Naruto e Sasuke si addormentarono così, come da bambini, vicini a trasmettersi calore, cogliendo l’attimo di silenzio da parte di entrambi. E quando, alle prime luci dell’alba, Hinata ormai sveglia accorse nella loro stanza, lì trovò vicini, quasi abbracciati.
Ne sorrise. Solo loro due potevano comportarsi come bambini, tollerarsi, sopportarsi, dormire insieme senza remore. Era qualcosa di permesso solo a loro due, perché sapevano che ci sarebbero stati sempre l’uno per l’altro. A difendersi, a mordere, a colpire, due come loro non li avrebbero schiacciati mai. C’erano sempre nel momento del bisogno. Loro… si curavano a vicenda.
E lei con loro.
 
Ma stavolta è colpa tua,
prendi al volo e metti via
che di donne come te
lascia stare non ce n’è
 
sei uguale a me
altro che no
sei come me
in ogni atomo
 
hai le carte e passi
giocati i tuoi assi
in due il rischio è minimo
siamo in condominio
che chi mangia polvere
lascia i denti mordere
perché quelli come noi
non li schiacceranno mai
e se ti abbandonerai
io ti curerò
medicine come noi
non le inventeranno mai
siamo soci
I’ll give you all my love
 
Sei uguale a me
Altro che no
Sei come me
In ogni atomo




Sono tornta!
Che dire, vi avevo avvisato, capitolo su
Sasuke e Naruto (con un pò di Hinata, che non guasta mai!),
decisamente strano, inconcludente, e a dirla tutta non
ne sono molto convinta. Ci sono cose (tante cose) di 
quest'ultimi capitoli che si capiranno solo alla fine,
perciò vi invito ad espormi le vostre teorie.
A proposito, sto ultimando il 48esimo capitolo e,
credo, che la storia finirà al capitolo 50.
Cominciate il coutdown n.n
Ringrazio tutti e spero che mi lascere qualche recensione!
Sempre vostra,
Tomoko.
 
   
 
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