Capitolo 19: Dalle
assistenti mi guardi Iddio, che dalle concorrenti mi guardo io!
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entre
il flemmatico Gus Chandler seguiva scrupolosamente la registrazione delle
molteplici sensazioni provenienti da Seya, che venivano smistate verso gli
elaboratori della Neuro e della Genetica (morbidezza delle labbra, sapore,
calore del suo corpo, profumo della sua pelle, pressione delle sue… rotondità),
il “duro” James Watson osservava invece cupamente il Coefficiente Relazionale
del soggetto aumentare progressivamente sul relativo display…
Quando
alla fine lo strumento si arrestò, mostrando il notevole valore di 797 punti,
il capo della Cerebrale fece una smorfia e si girò verso il collega: “Certo che
per una donna è veramente facile! Vero…?”
“Che
cosa?” chiese l’altro.
“Usare
il sesso per farsi perdonare!” rispose Watson, mettendo le braccia conserte.
Il
capo della Sensitiva si lasciò scappare un sorriso ironico: “Efficace,
soprattutto…!”
“Sì,
ma non è corretto” ribatté Watson, scuotendo la testa “non è così che si
dovrebbe conquistare un uomo!”
“Non
lo sai che in guerra e in amore tutto è lecito?”
“Certo
che lo so. Ma non lo accetto!”
Chandler
terminò di redigere i suoi appunti, si infilò il bloc notes nella tasca del
camice e incrociò anche lui le braccia: “E Alan? Lui lo accetta, secondo te?”
“Ne
dubito” rispose il collega, negando ancora col capo “altrimenti non vorrebbe fare
questo mestiere!”
“Beh,
allora rilassati:
“Non
volevo dire questo!” obbiettò Watson, corrugando la fronte.
“Dai,
dai… non fare il furbo! Lo sanno tutti, qui dentro, che parteggi per la
biondina! Del resto, che c’è di male? Se vuoi saperlo, piace anche a me!”
“Davvero?”
la voce del collega era un pochettino scettica “Significa che voterai per lei,
alla delibera finale del Consiglio Organico?”[1]
Il
responsabile della Sensitiva rimuginò un momento e fissò quello della
Cerebrale: “Non lo so ancora… indubbiamente Rina Takamya è una ragazza bella, intelligente,
schietta e sincera. Potrebbe anche essere la sua compagna ideale! Però…”
“…Haneoka
ha qualcosa di più!” concluse Watson, sempre ironicamente.
“Ha
un animo ardente. Soprattutto manifesta quel misto di innocenza, romanticismo e
irrazionalità dal quale, un animo rigoroso e convenzionale come quello del
signor Alan, non può che venire attirato come una calamita!”
“Già…
i poli opposti che si attraggono!”
“Esatto.
Vedi, se la signorina Takamya fosse magari un po’ più passionale…”
“NOOOOOO…!!!”
Improvvisamente, la camera del controllo percettivo
dell’organismo fu invasa da un grido isterico e angosciato…
“Che
diavolo succede, adesso…?!” chiese Watson, sussultando.
“Non
lo so… ora controllo!”
Gus
Chandler si affrettò ad effettuare un check istantaneo sul pannello del
ricevitore acustico e subito comparve questo messaggio sul monitor: SCREAM RICEIVED - LEVEL:
20,000 dB - FREQUENCY: 16.4 kHz - SOURCE: FEMMININE VOICE
- IDENTIFICATED SUBJECT: RINA TAKAMYA
“Oh,
Cristo…!! Questa sì che è proprio una
bella frittata!” esclamò il capo-sezione.
Contemporaneamente,
il responsabile della Cerebrale stava osservando il monitor del ricevitore
ottico, dove si poteva chiaramente ammirare il viso piacevole ed
eufemisticamente sconvolto della bella, intelligente, schietta e sincera
nipotina del sindaco della città…
“Bene,
fantastico!” commentò Watson, ghignando e mettendosi le mani in tasca “Vediamo
adesso come Phil la riesce a sistemare, questa…!”
Il
collega lo guardò… poi scosse la testa ed emise un sospiro: “Jimmy, toglimi una
curiosità: si può sapere cosa ti ha fatto il povero Marlowe per starti così
antipatico?”
***
La
ladra e il poliziotto spalancarono gli occhi e, senza separare ancora le loro
labbra, diressero le pupille nella direzione di quell’urlo. Constatata la
presenza della loro “amica” si separarono di scatto e, dopo aver indietreggiato
entrambi di mezzo metro, la fissarono con una certa preoccupazione… sarebbe
stato difficile dire quale delle due Neuro fosse più traumatizzata in quel
momento e quale delle due Cardiache fosse più in fibrillazione!
“Rina…!!!”
gridarono, all’unisono.
La
biondina era sconvolta. Rimaneva lì, immobile a gambe allargate, coi pugni
stretti alla cintura, gli occhi spalancati e le labbra tremanti.
“Brutti
bugiardi…!!!” gridò “Allora è così, eh…? Che stavano le cose!!”
La
ragazza con la coda di cavallo si limitò ad abbassare il volto, nuovamente
arrossito… ma Alan riuscì a mantenere il contegno e corrugò marcatamente le
sopracciglia.
“Rina,
si può sapere che cavolo ci fai q…”
“Zitto,
Alan” lo interruppe lei, urlando “sei un ipocrita…!” le lacrime cominciarono ad
uscire dai suoi occhi “Mi hai…” singhiozzò “…mi hai solo presa in giro!”
“Ma
che dici?! Che vai a pensare?”
“Cosa
penso…??” gridò lei, di rimando,
guardandolo come se volesse incenerirlo “Cosa vedo, vorrai dire!! È così che
volevi convincerla a smettere di rubare, eh…?”
La
biondina era chiaramente sconvolta; non sembrava proprio che stesse recitando
(tale, almeno, era il giudizio di Chandler). In ogni caso, se una cosa del
genere fosse successa tempo addietro, il giovane detective avrebbe assunto la
sua solita aria arrogante, intimando a Rina di farsi i fatti suoi senza tanti
complimenti! Ma ora, dopo quel che era successo fra di loro dalla sera della
fatidica scoperta, quell’ingombrante migliaio e mezzo di punti accreditati al
suo C.R. non consentivano più all’inguaiato Marlowe di farlo agire in tal
maniera… e fu così che commise il primo errore: “Andiamo, Rina… l’ho soltanto…
soltanto baciata!”
Seguì
un minuto di teso silenzio. Lisa Haneoka, ovvero Seya, la mitica
ladra-giustiziera conosciuta anche come Saint Tail, rialzò di scatto la testa. Per
la ragazza era stata una vera e propria mazzata!
Come
soltanto baciata? Soltanto cosa…?
“Ah,
capisco…” esclamò sarcastica la sua ex-assistente, sempre tenendo le mani sui
fianchi “…soltanto baciata…” la sua
parte più onesta stava cercando di convincerla a non pronunciare la frase seguente,
ma la sua parte più scafata ebbe la meglio “…come la sottoscritta in quel bar,
la domenica passata, immagino!!”
Trascorso
un lasso di due secondi, Blackie Wolfe dovette comunicare alla Centrale
Operativa che la temperatura interna era calata a 34 gradi! Gus Chandler
dovette invece constatare che lo sguardo dell’ex-antagonista era diventato - se
possibile - più feroce di quello della Takamya.
“Qui
si mette male…!!” mormorò il tenace Rip Kirby, osservando con notevole
interesse i comandi degli arti inferiori. Ciononostante, il pensiero di Alan
Asuka che fuggiva inseguito da una Seya furente, gli sembrò abbastanza ridicola,
cosicché li lasciò com’erano.
“Alan…”
sussurrò quest’ultima “…sta dicendo la verità…?”
Il
ragazzo sussultò e iniziò a balbettare: “Seya… Lisa… ecco…”
La
ragazza in “tutù-frac” si avvicinò lentamente a lui, facendo ondeggiare la sua
coda di cavallo. Quando gli fu davanti a meno di trenta centimetri, si arrestò
e lo guardò dritto negli occhi. Chandler poté osservare che quelli della ladra
erano adesso completamente asciutti… e Wolfe non mancò di comunicare in
centrale che la temperatura interna era tornata quasi a 37…!
“L’hai
baciata…?”
“Io…”
“Dimmelo!!”
gli ringhiò.
Alan
abbassò la testa. Purtroppo la sua onestà non gli consentiva di mentire.
“Sì…”
rispose, in un soffio. Quando poi tornò a rialzare lo sguardo, vide che le
guance di lei erano nuovamente umide… e commise il secondo errore: “…ma… solo
una volta!”
Malauguratamente,
Rina Takamya non gliela fece passare liscia… e il rimpallo fu veramente
micidiale: “Conta meglio, ragazzo: sono due! Escluso quello che mi hai dato in
fronte!!” precisò, implacabile.
Alan
chiuse allora gli occhi e strinse la mascella, inspirando una buona boccata
d’aria… poi si girò verso di lei: “Rina, adesso bas…”
“TUTTI
A TERRA…!!!” gridò Gus Chandler che, con la coda dell’occhio sinistro, aveva
visto la mano di Seya in arrivo…
In
virtù del guanto che la ricopriva, l’impattò fu un po’ meno doloroso di quanto
avrebbe potuto essere. Nondimeno, il personale delle sezioni cefaliche[2] si
ritrovò completamente gambe all’aria!
Lew
Harper, che era finito involontariamente sopra Eddy Parker, ne approfittò per
chiedergli: “Questo che numero era?”
“Temo
di avere perso il conto, signore” mugolò il capo dell’Immunitaria “non sono
sicuro se sia il 13° o il 17°…!”
“Che
bellezza… così, in entrambi i casi, ci porta pure sfiga!!”
Il
detective, preso alla sprovvista, era finito col sedere per terra. Non sapendo
più bene come comportarsi, se ne rimase lì a guardare la sua ragione di vita e
i suoi splendidi occhi blu che non smettevano di lacrimare.
“Lisa…”
tentò, con poche speranze “…per favore: lasciami spiega…”
La
ragazza scosse la coda, insieme alla testa. Poi sibilò: “Ti odio…!!!”
Infine
si girò su sé stessa e, con pochi balzi felini, saltò fuori dalla finestra
fracassata. Di lì a poco, nel cielo notturno si stagliava la sua variopinta e
infiocchettata mongolfiera.
Quando
la vide sparire, Alan gettò uno sguardo inespressivo sulla ragazza bionda,
rimasta impassibile a contemplare tutta la scena. Poi si rialzò, si rassettò
brevemente la giacca e, dopo essersi massaggiato la parte “lesa”, le rivolse
pacatamente la parola…
“Rina:
te l’ha mai detto nessuno che sei una gran rompiballe…??”
***
Per
tutta risposta, la ragazza bionda si irrigidì, stringendo la mascella per
impedirsi di scoppiare a piangere, anche se le lacrime continuavano a solcarle
le guance.
“Certo,
capisco…” sussurrò, annuendo con la testa “…cosa posso dirti? Scusami se
esisto, Alan…!” concluse, veemente.
Il
ragazzo avvertì una leggera fitta all’altezza della sezione di Tracy… ma
l’amico Marlowe riuscì a mantenerlo abbastanza controllato: “Oh, per favore, Rina:
non fare la melodrammatica! Dopotutto, io…”
“Tu…
tu avevi detto che le avresti parlato francamente: non che ti saresti buttato
fra le sue braccia…! Non sei stato affatto sincero con me, Alan!” un’ultima
lacrima le spuntò dal roseo visetto.
Benché
tutto ciò gli apparisse alquanto esagerato, Alan Asuka sentì dentro di sé come
un leggero senso di rimorso e la cosa non gli piacque per niente! Fu quindi lieto
di trovare un piccolo argomento a sua favore…
“Mi
dispiace, ma non sono d’accordo: se ben ricordi, t’avevo ben detto che vi amavo
tutte e due! E poi - sincerità per sincerità - mi sembra che anche tu mi avessi
promesso di non immischiarti, questa sera…!”
Rina
rialzò la testa e si fregò il viso col dorso della mano: “Hai ragione, ma non
ho potuto… dovevo vedere!”
“Vedere
cosa, Rina?”
Lei
si mosse per avvicinarsi a lui… che, istintivamente, indietreggiò d’un passo.
La ragazza fece allora una smorfia amara: “Adesso ti faccio anche paura?!”
“Ma
no, scusa… è che sono un po’ nervoso!”
“Io…
volevo sapere… vedere cosa Haneoka avrebbe fatto… e, soprattutto, cosa avrebbe
detto! Capire se ti aveva ingannato per usarti… o per qualche altro motivo!”
Il
detective se ne rimase meditabondo per un po’, tenendo le mani nelle tasche. Quindi
rialzò il viso: “Ebbene, cos’hai scoperto?” chiese.
La
biondina lo fissò con intensità, quasi volesse scrutarlo nel profondo
dell’animo e lui, suo malgrado, avvertì un leggero brivido: “Guarda che non ti
sto prendendo in giro… chi meglio di una donna può capire un’altra donna?”
Questa
mossa l’aveva pensata James Watson (e Marlowe, per una volta, l’aveva
applaudito). Rina lo guardò ancora a bocca aperta.
“E
allora…? Cosa mi dici? Si stava solo divertendo con me o voleva veramente
aiutare le vittime di tutti quei prepotenti? Su, parla: mi ha manipolato oppure
no?”
“Ma…
se io ti rispondo, tu crederai a ciò che ti dirò…?”
Il
ragazzo sorrise e le si avvicinò. Poi alzò una mano a tergere alcune lacrime
che ancora spuntavano dalle ciglia della ragazza…
“E
perché non dovrei? Tu mi hai creduto, l’altra mattina, no?”
A
Rina Takamya tremarono le gambe, ben consapevole che quanto avrebbe detto in
quel momento avrebbe deciso, forse irrevocabilmente, il suo destino!
Già…
sarebbe stato molto facile rispondergli che la sua rivale stava piangendo ad
arte… e che Lisa, vistasi scoperta senza appello, cercava di sfruttare il
sentimento del ragazzo per convincerlo di ciò che gli aveva detto e condurlo
dove lei avrebbe voluto. Sarebbe stato molto semplice… ma rischioso! Perché, se
non si fosse rivelato vero, non le avrebbe più lasciato alcuna possibilità.
Anche
se il suo presente atteggiamento le mostrava che il ragazzo dei suoi sogni le
voleva ancora bene, la biondina avvertiva che il filo che li aveva uniti in
quei tre giorni si era molto assottigliato… e, se lei lo avesse teso ancora un
po’, avrebbe finito con lo spezzarsi definitivamente. Era quindi decisamente
meglio darci una leggera allentata!
“No”
scosse la testa, risoluta “il mio sarebbe per forza un giudizio di parte! Lo
sai quanto ci tengo a te: devi scoprirlo da solo!”
Il
giovane allargò il suo sorriso, poi le mise le mani sulle spalle e le diede un
leggero bacio sulle labbra… naturalmente la ragazza voleva approfondire, ma Rip
Kirby ricevette il perentorio ordine (da chi, ve lo potete immaginare) di
scostarsi appena in tempo!
“Anche
nel tuo interesse… è la miglior risposta che mi potevi dare!” le diede
un’ultima carezza e terminò “Vieni, ti accompagno a casa!”
***
“Allora,
tirando le somme?” domandò Lew Harper.
“Dunque…
Haneoka era a 797 punti dopo il bacio… lo schiaffo gliene ha fatti perdere 40…
la sua sfiducia altri 55… la fuga 15… perciò e ridiscesa a 697!” concluse
Marlowe, emettendo un sospirone.
“E
“Lei
era a 1500 questo pomeriggio, a scuola… ma la gherminella di stasera le è costata 265 punti… però, le lacrime
gliene hanno accreditate altri 30… infine, col bacio di Alan - più affettuoso
che passionale - ne ha guadagnati altri 135… totale: 1400!”
“Mmm…”
fece il Coordinatore passandosi una mano sul volto “…
“A
994!”
“Tsk…
sarà dura che miss Coda Sacra ritorni al primo posto!” commentò sempre A1,
scuotendo la testa.
“Beh…”
sospirò ancora Marlowe “…in teoria, sarebbe sufficiente che Heneoka
raggiungesse la sua rivale col punteggio più elevato!”
“Per
quale motivo?” si informò Watson.
“Hai
dimenticato che il suo C.R. usufruisce dello stato di blocco?[3]
Qualunque altro C.R. femminile raggiunto dal suo, subirebbe un decremento
istantaneo di almeno 200 punti! Quindi, se Lisa risalisse a quota 994,
“Capirai…
per arrivare a 994 le mancano ancora 297 punti. E, per raggiungere
“Sono
Questi
allargò le braccia: “Alla Neuro faremo del nostro meglio, signore… ma dipenderà
soprattutto da lei stessa!”
“Beh,
ci proveremo. L’importante sarà tenerlo lontano dalle altre spasimanti…”
Una
moderata scarica di adrenalina venne ricevuta in quell’istante dai sensori
tattili: camminando, il braccio di Rina aveva stretto affettuosamente quello del
compagno.
“…a
partire fin da domattina!” puntualizzò Lew Harper, con decisione.
[1] Dove viene di solito presa la decisione finale su chi sarà la consorte dell’organismo. In realtà, essendo le donne a scegliere i loro uomini, tali procedure rappresentano solamente “mere buffonate burocratiche”! Almeno così le definisce Harold Mitchell, capo della Neuro di Shinji Ikari. Uno che, parlando all’omologo James Bolton (capo della Neuro di Ranma Saotome) mentre questi gli raccontava i guai sentimentali del suo assistito, ebbe tutto il diritto di dirgli: “Lei si lecchi solamente i gomiti!”. Se volete saperne di più, non avete che da leggervi le fanfics di Ranma ½ e di Neon Genesis Evangelion.
[2] Quelle cioè che risiedono nella testa.
[3] Vedi nota 4 del cap. 6.