13.

Riapro gli occhi. Quanto ho dormito? Mi fa male la testa, mi sento debole.
“Finalmente, iniziavo a credere che fossi morto.”
Mi stropiccio gli occhi, cerco di capire dove sono. Ho un vuoto nella testa. L'uomo che mi ha salvato se ne sta seduto a gambe incrociate di fronte a me.
“La ferita al braccio si è infettata. Hai avuto la febbre alta e sei rimasto svenuto per due giorni.”
Istintivamente porto la mano sul braccio, fasciato stretto. “Grazie.”
Lui alza le spalle.
“Perchè ti hanno attaccato?”
Scuoto la testa, togliendomi la pezza bagnata dalla fronte. “Sembrava mi stessero aspettando.”
“Una trappola?”
Alzo le spalle.
“Perchè qualcuno dovrebbe mandare un centinaio di droidi contro un ragazzino fuggito dal Tempio?”
Spalanco gli occhi. “Come sapete che sono fuggito?”
“I ragazzi possono uscire dal Tempio solo se accompagnati da un Maestro, a meno che non siano padawan, ma tu non lo sei. Ed è strano, se piuttosto grande per essere un Iniziato.”
Abbasso la testa. “Il mio addestramento non è ancora completato. Il Maestro Yoda dice che non sono pronto per essere uno Jedi.”
“Quel vecchio troll...”
Lo guardo sorpreso. Nessuno che conosco ha mai avuto il coraggio di chiamare in quel modo il Grande Maestro.
“Perchè sei scappato, ragazzino?”
Abbasso la testa e assumo una posizione composta. “Sembra che essere uno Jedi non faccia per me. Non sono mai stato bravo a... isolare ogni emozione.”
“Immagino che Yoda ti abbia detto di distaccarti da qualcuno che ami.”
Silenzio. Non voglio che sappia.
“Riposati, non ti sei ancora ripreso del tutto. Ti sveglierò tra due ore per medicarti la ferita.”
Annuisco, mi stendo. “Grazie.”
Non ho bisogno di cercare di dormire. Basta chiudere gli occhi per cadere in un sonno profondo.

“IO TI ODIO!”
“Eri mio fratello, Anakin. Ti volevo bene.”
Lava, sangue, fuoco ovunque.
Un corpo che brucia, un casco nero.
Anakin che oltrepassa la porta del tempio.
Morte. Distruzione.
Il lato Oscuro.

“Ragazzino! Ehi!”
Mi sento scuotere il braccio. Apro gli occhi di scatto. Urlo.
“Ehi” Che succede?”
Cerco di calmarmi, poggio una mano sul petto: devo respirare normalmente. Mi asciugo il sudore dalla fronte. E' stato peggio del solito.
“Ho bisogno d'aria.”
Annuisce, aiutandomi ad alzarmi. Mi appoggio totalmente a lui. Le mie difese sono completamente abbassate.
Le stelle sono sparse qua e là. La luna nemmeno si è degnata di uscire: il buio che regna in quel cielo mi fa paura.
L'uomo mi appoggia una mano sulla spalla. “ti capita spesso di avere questi incubi?”
Annuisco. “Il Maestro Yoda dice che sono dovuti all'attaccamento che ho verso mio padre.”
“Cosa vedi?”
“Il futuro... credo.”
“Capitava anche a me.”
“Eravate uno Jedi?”
Annuisce. “Un padawan.”
Abbasso la testa. Voglio sapere di più, ma non voglio essere invadente. Quell'uomo è stato buono con me.
“La curiosità è una cosa naturale nei ragazzi. Chiedi pure.”
Sorrido. “Avete detto che eravate un padawan. Non siete mai stato un Cavaliere Jedi?”
Scuote la testa. “Ho lasciato l'addestramento e il mio Maestro prima di diventarlo.”
“Perchè?”
“Il mio Maestro ha ucciso mio padre.”
Tutto il mondo si sgretola davanti ai miei occhi. I Jedi non possono essere crudeli, non così.
“Ti sorprende? Ti hanno inculcato nella mente che i Jedi sono i guardiani della pace e della giustizia?”
Abbasso la testa. “Ho sempre creduto che essere uno Jedi fosse la cosa più bella del mondo.”
“Però adesso sei qui. Non al Tempio ad allenarti.”
Guardo il cielo. Ha ragione. Ha maledettamente ragione.
“Mi hanno strappato a mio padre.”
Mi guarda incuriosito. Sembra veramente interessato alla mia storia.
“Non dovrei dirlo...”
“Allora non farlo.”
“Mia madre era uno Jedi.” dico in un soffio. “Mi ha cresciuto da sola, tenendomi nascosto chi fosse mio padre. Prima che morisse ho scoperto la verità... E il Consiglio ha deciso che per poter continuare il suo lavoro di Jedi non dovesse vedermi più.”
“Tuo padre è uno Jedi?”
Annuisco.
“Chi erano i loro Maestri?”
“Mia madre era l'allieva del Maestro Windu, mio padre non lo so...”
Mi stringe una spalla. “Fa niente, era solo una curiosità.”
Sorrido, poi mi viene in mente l'idea. “Quei droidi erano qui per me?”
L'uomo si alza, mi guada negli occhi. “Se è così torneranno.”
“Vuoi siete uno Jedi... Sapete combattere! Addestatemi. Così non vi sarò di peso.”
Mi guarda sorpreso. Mi mordo la lingua per ciò che ho detto. Sono uno stupido. Non posso entrare nella vita delle persone come mi pare e piace.
“Quando ti sarai ripreso.”
La sua risposta mi spiazza. Si volta, gli fisso il mantello nero. “Come ti chiamo, ragazzo?”
“Ben Kenobi, Maestro.”
I suoi occhi si illuminano. “Kenobi... Ho già sentito il tuo nome.”
Si volta, mi guarda.
“Non mi avete detto il vostro.”
Sorride. “Hai la lingua un po' lunga, ragazzo, e sei molto curioso.”
Abbasso la testa. “Scusatemi...”
Si avvia verso la porta, la apre. Poi si ferma. “Il mio nome è Xanatos.”