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Autore: imspeakingtoyou    19/01/2014    2 recensioni
I suoni di queste diavolerie mediche sono snervanti. Non fanno altro che ricordarmi ogni secondo che la tua vita è appesa ad un filo. Tuttavia, ad ogni “beep” breve che si sussegue, tiro un sospiro di sollievo. Il terrore di sentirne di prolungati è tanto, e i miei nervi sono a pezzi.
[Thivian]
Genere: Angst, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Theon, Vivian
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ciao a tutti! State bene?

*i due lettori ricambiano con un cenno*

Ecco a voi una mia creazione fresca fresca, portata a termine in pochissimi giorni di repentina ispirazione. Lo so, dovrei finire di postare quella cag… ehm, quella long intitolata Mann gegen Mann, ma al momento sono più concentrata nel produrre cose nuove, e sto lasciando un po’ da parte quel papiro di ingenuità PWPosa.

Ritorno con una shot puramente Thivian, senza inciuci à la Beautiful, o altre cose strane. Spero che vi piaccia, anche se questa volta non è zozza, e vi auguro buona lettura.

Unico avvertimento: se siete particolarmente sensibili, munitevi di fazzoletti, anche se, a rileggerla, mi sembra che non emani neanche un decimo dei feelings che dovrebbe scatenare.

La storia è basata su questa canzone, che a mio parere è bellissima. Mi chiedo ancora come faccia ad essere solo una B-Side dell'edizione giapponese del loro terzo album (cari Lovex, sappiate che, la prossima volta che mi combinate una cosa del genere, vi picchio).

Oh già, che oca, dimenticavo il solito disclaimer: i personaggi non mi appartengono, i fatti qui narrati non sono mai realmente successi, e non scrivo per amor della pecunia.


Without a cause

Non posso credere che tutto ciò sia successo. Ti sono qui accanto, e prego ad occhi serrati e pieni di lacrime; l’angoscia di perderti mi stringe il cuore in una morsa dolorosa. Se solo potessi essere sicuro che tu mi senta…

Invece devo fare i conti con il tuo forzato silenzio, e delle carte, che non avrei mai voluto avere tra le mani. I documenti in cui tu delegavi a me la facoltà di scegliere tra la vita e la morte, nel caso tu non fossi stato in grado di comunicarlo direttamente.

Il fatto che ci siamo lasciati urlandoci le cose peggiori non conta nulla. Non oserei mai terminare la tua esistenza, nemmeno in uno di quegli accessi di rabbia che mi prendono, quando ripenso alle ultime cose che ci siamo gridati, e men che meno vorrei lasciarti eternamente attaccato a questi congegni da TSO per una qualche vendetta.

Viv, perché proprio a me? Io non avrei mai il coraggio di staccare quella spina. Ti amo, e non fraintendermi, non vorrei mai che tu soffrissi inutilmente, ma credo di non avere abbastanza sangue freddo per farlo. Rimarrei con il rimorso a vita, perché in cuor mio avrei sempre la speranza che tu ce la faccia.
Puoi capirmi, vero?

Ho paura di non aver fatto in tempo a comunicarti quello che provo ancora per te, nonostante tutto. La mia voce è solo un sussurro convulso e spezzato dai singhiozzi, parole escono a fiotti tremanti e rotte in suoni poco intelligibili: nella mia mente tutto ciò che rimane è sconforto, e nelle mie orecchie risuona una musica triste.

I see surrender, I see defeat
On grounds of victory
And these moments turn into memories
Screams into echoes

Vederti qui, immobile, attaccato ad una macchina e con le braccia violate da flebo e cannule, è come una sconfitta. È vero, quei maledetti facinorosi sono stati allontanati, da un capannello di gente che è intervenuta, chiamando la polizia e mettendoli in fuga… e alcuni di loro sono anche già stati riconosciuti e arrestati… o almeno così mi hanno raccontato, quando mi hanno fatto riavere dallo svenimento… ma la sensazione di impotenza, per non essere riuscito a proteggerti, poiché sono stato messo subito KO dall’urto della nuca contro il marciapiede, non mi dà pace.

Tu eri lì, da solo contro cinque o sei, a difendermi strenuamente, mentre io giacevo privo di conoscenza, finché il tuo fisico non ha retto a tutte le percosse e ti sei accasciato di fianco a me.

E dire che non eri nemmeno tenuto a farlo, dato che non ci parlavamo più da giorni, ed entrambi avevamo espresso il desiderio di non volerci più sentire. Anzi, ci eravamo appena incrociati sulla strada, salutandoci a fatica, reprimendo tutte le emozioni, perché volevamo dimostrare di essere duri e di non dipendere l’uno dall’altro.

Invece no: se io sono qua, che posso parlarti e pregare perché anche tu ti salvi, devo solo ringraziare te… amore mio.

Posso chiamarti ancora amore, vero? Anche se non abbiamo fatto ufficialmente pace, tutto questo vale come un riavvicinamento? Dimmi di sì, ti prego.

I can see we're not perfect
There's a cause for every effect

Riesaminando il nostro comportamento, direi che siamo stati delle vere e proprie teste di cazzo. Litigare ferocemente, fino a troncare, dopo esserci quasi messi le mani addosso.

Tu e il tuo impuntarti sulla questione di voler nascondere tutto, quando anche la cosa ormai era palese.

Io e il mio essere fisso sull’idea contraria, quella di vivere la nostra relazione alla luce del sole, ingenuamente, senza tenere in conto l’odio di tutti questi ignoranti qua in giro, che ci si sarebbe potuto riversare addosso.

Ormai conoscevano me, purtroppo, e infatti si sono rivolti all’inizio proprio contro la mia persona; tu appena mi hai sentito urlare ti sei voltato, e senza pensarci, sei giunto in mio soccorso. Mi sento in colpa, Viv…

Se solo fossimo stati in grado di capirci, al posto di alzare la voce difendendo ognuno la propria idea, saremmo ancora uniti, e tutto ciò non sarebbe successo.

Vorrei solo che si potesse tornare indietro.

Vorrei solo chiederti perdono.

Vorrei solo dirti che ti amo.

There'd be no sinners
If there would be no saints

Se non esistesse il male, non esisterebbe neanche il bene. Ma tu, tutto questo male, non lo meritavi. Perché nonostante tu sia - sì, voglio credere che tu mi oda ancora, che non sono questi macchinari le uniche cose che ti permettono di vivere - uno impulsivo, dalla testa dura e dalla lingua svelta, che quando si infervora non capisce che rischia di ferire le persone con le sue parole di fuoco, hai un cuore d’oro, anche se lo nascondi sotto quell’aria tenebrosa.

Perché tu, sebbene abbia quello scudo, che potrebbe far pensare ai più di essere uno snob che guarda tutti dall’alto in basso, sei la persona più speciale che io abbia mai conosciuto.

L’ho scoperto da quando ho avuto il coraggio di parlarti, fuori dalla scuola.

Ricordo come mi tenevi timidamente la mano ai nostri primi appuntamenti, e non avevi mai il coraggio di baciarmi, perché avevi il terrore di fare la prima mossa. Il tuo sobbalzo, quando finalmente mi sono deciso io a poggiare le mie labbra sulle tue, è stato impagabile, per non parlare di come tu abbia preso sicurezza subito dopo.

Ti mancava solo qualcuno che ti desse il “la”. Poi, a momenti, stavamo per suonare tutta la sinfonia, su quella panchina del parco.

Sorrido amaramente al ricordo. Dio, che ragazzo sei. Non potrei sopportare di perderti.

Se te ne vai, muore anche una parte di me.

There's no jail without walls
No love without a cost
No war without loss
No tear that drops without a cause

There is no fire without smoke
No ashes without flames

I suoni di queste diavolerie mediche sono snervanti. Non fanno altro che ricordarmi ogni secondo che la tua vita è appesa ad un filo. Tuttavia, ad ogni “beep” breve che si sussegue, tiro un sospiro di sollievo. Il terrore di sentirne di prolungati è tanto, e i miei nervi sono a pezzi.

Come se ne avessi bisogno. Invece no, tutto quello di cui necessito è sentire il tuo calore, sapere che ci sei, che questo che vedo non è un corpo senz’anima, il cui motore  batte ancora per degli impulsi che nulla hanno a che fare con la vita.

Stando attento a non farti male, ti prendo la mano gonfia e segnata da ematomi. È così fredda… ma mi sovviene quanto fosse calda e trepidante, quando decisa esplorava il mio corpo assieme alla sua gemella.

Ti prego, svegliati. Mi manchi tanto.

Non spegnerti come una candelina… ho bisogno di te…

There'd be no sinners
If there would be no saints

There's no jail without walls
No love without a cost
No war without loss
No tear without a cause
No love without cause
No love without a cost
No war without loss
And no tear that drops without a cause

I minuti ormai sembrano ore, e ogni volta mi sento sempre più in gabbia, come se ci separasse un muro invisibile e gelido.

“Non c’è amore, senza un costo”

Non c’è nulla di più terribile, di amare una persona che da giorni non accenna a svegliarsi. I medici mi rassicurano, dicendo che “le condizioni sono stabili”, ma a me non basta. Forse non brillo per pazienza, ma a me gli stillicidi, le agonie lente, quelle in cui ti sembra di non vedere mai la luce alla fine del tunnel, fanno soffrire come non mai.

Da dieci giorni faccio avanti e indietro dall’ospedale, quasi non mangio nulla. Credo di essere già dimagrito, dato che ormai in questi jeans ci ballo dentro, se non stringo la cintura fino all’ultimo buco. La notte, quando sono a casa, non riesco a dormire, tanta è la paura che tu possa andartene in completa solitudine, senza qualcuno di caro al tuo fianco.

Per ovviare a questa cosa, eccomi qui, per la terza notte consecutiva, accanto a questo letto d’ospedale dalle lenzuola bianche, che rende ancora più pallido il tuo incarnato. Nonostante tutto, il tuo viso, seppur marchiato da lividi, rimane bellissimo, nella compostezza della tua incoscienza. Accarezzo le guance tumefatte, passo il dito su quelle labbra che non smetterei mai di baciare, nella speranza che tu avverta qualcosa, che tu abbia una reazione, anche magari di fastidio… qualsiasi segnale che mi faccia capire che sei vivo andrebbe bene.

Invano.

Non riesco a smettere di piangere… ho un disperato bisogno di sentire il tuo cuore, Viv.

Avvicino ulteriormente la sedia al tuo capezzale e, stando ben attento a non combinare disastri con le varie cannule delle flebo, riesco finalmente ad appoggiare la testa al tuo petto, che non rinuncio ad accarezzare fra i singhiozzi.

È così gradevole, sentire il battito regolare, anche se debole, del tuo cuore…

Cause and effect
You give what you get

***

Siamo in sala prove, con il nostro ultimo brano, che ho scritto apposta per te. Appena intono l’ultima strofa prima dell’assolo, ecco che la porta della stanza si apre, e ci sei tu, come un’apparizione angelica. I tuoi riccioli ribelli, i tuoi occhi vispi, quel sorriso un po’ malizioso che mi fa sciogliere ogni volta… ti avvii, zoppicando leggermente, alla tua postazione, imbracci la chitarra e la connetti all’amplificatore, e aspetti che riprendiamo con il brano. Julian ti dà il via, e le tue dita iniziano a muoversi, decise e sicure come non mai sul manico del tuo strumento, mentre chiudi gli occhi e ti lasci trasportare dalla musica che tu stesso stai creando e dalle emozioni che essa ti dà. L’assolo più bello e commovente che io abbia mai visto, il segnale del tuo ritorno, così, di sorpresa…

***

Mi sono addormentato, col viso sul tuo petto. Noi cinque, la sala prove, il tuo ingresso, la gioia di rivederti finalmente insieme a noi… era tutto un sogno. Mi ritrovo catapultato in questa stanza buia che sa di disinfettante, mentre i “beep” dei macchinari sovrastano fastidiosamente il battito del tuo cuore, che pure è l’unica cosa in grado di consolarmi e darmi speranza ora.

Credo di stare diventando matto.

Credo di aver sentito il tuo cuore accelerare lievemente.

Mi metto in piedi, pur con le gambe che mi pesano dalla stanchezza, e sfidando gli occhi che minacciano di chiudersi di continuo, ti osservo con attenzione per diverso tempo, per poter captare il minimo segnale di ripresa… un gesto, una smorfia, un lamento…

Nulla.

Era solo autosuggestione.

Sarebbe stato troppo bello. Perché devo illudermi e torturarmi così?

There's no jail without walls
No love without a cost
No war without loss
No tear without a cause
No love without cause
No love without a cost
No war without loss
And no tear that drops without a cause

Colto dalla disperazione, crollo sulla sedia e, tremante, afferro di nuovo la tua mano; non capisco se sono io, che mi sto aggrappando a te per non cadere nel baratro di una crisi di nervi, oppure se sto cercando di strapparti alle grinfie di un’oscura forza invisibile che cerca di portarti via.

La tengo serrata, convulsamente, nella mia, finché non sobbalzo dalla sorpresa, al sentire che tu ricambi debolmente la mia stretta.

Non era suggestione, allora.

Sei vivo. Ti stai riprendendo.

Le lacrime scorrono ancora più violente di prima sul mio viso, ora non più per lo sconforto, ma per la gioia di averti ancora qui.

“Mi fai male, Theon” - la tua voce, anche se fioca, è quanto di più gradito possa arrivare alle mie orecchie, stanche di quei monotoni “beep” dei marchingegni del TSO.

Mi rendo conto di aver stretto troppo la presa intorno al tuo povero polso, e la allento immediatamente. Perdonami, per aver schiacciato un attimo quella cannula.

“Scusami, Viv… e non solo per la mano adesso, ma proprio per tutto…” - mormoro in un soffio, con la voce rotta dai singhiozzi - “se solo fossimo riusciti a non urlarci addosso, dicendoci cose orribili, se solo fossimo stati in grado di ascoltare l’un l’altro… saremmo rimasti uniti, e non avresti rischiato la vita. Ti chiedo perdono, Viv…”

“Shh, Theon… è tutto ok, adesso. Mi riprenderò. Abbiamo sbagliato tutti e due, lasciarci con l’amarezza di… tutte quelle cattiverie… è stato terribile. Volevo fare l’orgoglioso del cazzo, salutandoti a malapena… ma quando ti ho visto nei guai, è come se si fossero annullate tutte le offese; ho capito che, nonostante tutto, ti amavo, e come tu avevi bisogno di me in quel momento, io avevo bisogno di te…” sussurri tutto d’un fiato, quasi febbrilmente, tenendo ancora gli occhi chiusi.

“Sei stato incosciente. Da solo, contro cinque o sei persone… per difendere una persona che pochi giorni prima ti aveva coperto di ingiurie. Mi hai salvato la vita, maledetto pazzo. Io, invece…”

“…l’hai salvata a me. Io non potevo risponderti, ma ti sentivo. Avvertivo ogni tuo movimento, e anche la presenza degli altri, durante la giornata… ma il mio corpo semplicemente non rispondeva. Tu, con il tuo continuo stuzzicarmi, mi hai tenuto in vita, hai impedito che io scivolassi… verso l’abisso.”

Sospiri, avverto la fatica nel proferire queste parole. Vorresti dire altro, ma non riesci: stai tranquillo, tesoro… rilassati, hai bisogno di recuperare le forze. Solo, lascia che io ti esprima un mio desiderio: è urgente metterlo in chiaro.

“Viv… non so se tu sia d’accordo o meno… ma mi piacerebbe che mettessimo una pietra sopra al nostro litigio… e tornare insieme, come se nulla fosse successo” butto fuori, mentre ti accarezzo le braccia, che finalmente hanno ripreso un po’ di vigore.

Il tuo annuire stanco mi riempie il cuore di felicità; non posso fare a meno di slanciarmi verso di te, ben attento a non farti male, e baciarti come non ho più fatto da quel triste giorno. Ricambi con gioia, finché, troppo presto rispetto ai nostri soliti ritmi, non rimani senza fiato.

“Scusa, dolcezza… sono proprio esausto: ah, ma non vedo l’ora di uscire da qui… mi rimetterò in forze.” - fai per sollevare una mano, sfiorandomi lievemente la guancia- “Ti amo, Theon…”

“Anche io ti amo, Viv. Ora riposati… ci vediamo domani.”

Ti mando un bacio dalla distanza, prima di uscire dalla camera.

There's no tear without a cause
There's no tear without a cause

All’uscita dall’ospedale, altre lacrime di gioia si riversano senza posa sulle mie gote. Ora devo avvertire anche gli altri… voglio organizzare una festa di bentornato al nostro chitarrista.

Stavo perdendo un ragazzo speciale, ma grazie a un miracolo, l’ho ritrovato, e ci amiamo più di prima.

Grazie di esistere, Vivian.
   
 
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